Vi racconto il mio rapporto con la matematica, che è stato sempre (o quasi) pacifico e , a tratti, anche divertente! Scuola dell’Infanzia Alla scuola materna è iniziato il lungo cammino alla scoperta dei numeri: con i miei compagni giocavamo a 1 2 3 stella, cantavamo filastrocche e le canzoni che contengono i numeri. È stato un primo approccio sereno, in quanto ai numeri erano associate le canzoni, l’aspetto motorio e la componente del gioco, fondamentale in questi primi anni, in cui i bambini apprendono in questo modo. Scuola Primaria Fin dalla scuola primaria è stata una delle materie in cui andavo meglio e che mi piacevano di più. Durante il primo e il secondo ciclo non ricordo di aver avuto granchè difficoltà nello svolgimento dei compiti! in particolare, durante le ricreazioni, mi piaceva tantissimo giocare al gioco di carte “UNO” con le mie amiche, gioco basato sulle categorizzazioni (numeri, colori…) Intanto i miei nonni mi insegnavano a giocare a “scala 40” e successivamente a “machiavelli”; mi divertivo molto e anche se qualche volta magari mi facevano vincere, accresceva in me la soddisfazione nei giochi logici e matematici. Sono certa che è stato anche un modo per farmi consolidare le tabelline, le moltiplicazioni e le addizioni! Tutto ciò era supportato anche da alcuni giochi che facevamo, come ad esempio “mondo” o “campana Qui oltre ai numeri era presente anche la componente motoria,che secondo me è fondamentale e contribuisce fortemente all’apprendimento. Scuola Media Alla scuola media il mio rapporto con la matematica dal punto di vista scolastico non ha subito grandi sconvolgimenti, per fortuna: continuava a piacermi e me la cavavo abbastanza bene; ricordo che le espressioni mi piacevano a tal punto che a casa ne svolgevo alcune anche nel tempo libero ( ovviamente dopo che avevo finito i compiti)! Scuola Superiore – Liceo Classico Sperimentale a indirizzo Scientifico Ho frequentato un liceo sperimentale a indirizzo scientifico, nel senso che, diversamente dagli altri licei classici, le ore scientifiche erano maggiori, ovvero 3 di matematica e 3 di fisica. Questo per me non ha costituito uno svantaggio, ma anzi mi ha permesso di approfondire la matematica Tuttavia soprattutto nel secondo ciclo, le cose hanno cominciato a complicarsi: non si trattava più soltanto di espressioni, ma di sistemi, limiti e funzioni: nonostante ciò non mi sono mai(o quasi) scoraggiata nel cercare di comprendere e di eseguire gli esercizi, forte forse delle soddisfazioni che avevo “accumulato” in tutti quegli anni Hobby Nell’estate seguente la maturità è scoppiato il boom del gioco giapponese “Sudoku”, che in italiano vuol dire "sono consentiti solo numeri solitari", è un gioco di logica nel quale al giocatore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fin da subito mi sono appassionata a questo gioco, sia perché la matematica continuava a piacermi, sia perché ero stimolata dalle risoluzioni positive che mi incentivavano ad aumentare sempre di più la difficoltà; ancora oggi quando trovo un sudoku nel giornale o in una rivista, non manco di prendere la penna e iniziare a risolverlo, tant’è che mi prendono anche in giro, dicendomi che sono fissata! Per questo gioco mi sono entusiasmata a tal punto che ho trasmesso questa passione anche a mia nonna, che ha voluto che le spiegassi il funzionamento! Come me, ritiene che sia un ottimo strumento per tenere allenata la mente e per “non perdere colpi”! Pallavolo Un aspetto fondamentale della mia vita è la pallavolo, che pratico fin da quando avevo nove anni (ben 16 anni fino ad oggi). Anche qui la matematica è stata trattata, anche se indirettamente: il campo ha una misura di 9x18m ed è importante cominciare da subito a prendere le distanze nella linea dei 3 metri, gli esercizi sono basati su ripetizioni di serie (3 serie da 15 palleggi), le posizioni da mantenere in campo sono numerate da 1 a 6, ad ogni azione è possibile toccare la palla solamente 3 volte e quindi è necessario contare ogni volta… Chitarra In quarta ginnasio ho cominciato a studiare chitarra d’accompagnamento, in cui i numeri non sono trattati direttamente all’inizio (perché ci sono gli accordi), ma a un livello superiore, ovvero quando si suona con le tablature. All’inizio può sembrare complicato e soltanto un ammasso di numeri, ma una volta compresa la logica, risulta più facile, soprattutto per quelli che come me non sanno leggere la musica con gli spartiti tradizionali. Esempio di tablatura La tablatura è un sistema di notazione musicale adatto per gli strumenti a corda ed è diffusamente utilizzato nella musica moderna per chitarra e basso, soprattutto per la tecnica dell’arpeggio. Una tablatura specifica l'altezza delle note indicando quale tasto premere su una specifica corda È composta da sei righi che rappresentano le sei corde della chitarra: la linea più bassa indica la corda più grave e la linea più alta indica la corda più acuta. I numeri che vi sono scritti indicano in successione temporale quale tasto o quali tasti vanno premuti sopra la corda su cui si trova il numero in questione. Se due o tre numeri sono verticalmente sovrapposti vuol dire che quelle note vanno suonate contemporaneamente. Le barre verticali indicano il confine tra una battuta ed un'altra. Spesso per dare l'idea che una nota è più lunga di un'altra si usa lasciare dopo la nota interessata uno spazio adeguatamente lungo. Università Per il mio futuro ho scelto facoltà umanistiche(Scienze dell’educazione e poi Scienze della Formazione Primaria), in quanto i bambini sono la mia passione; però ammetto che non mi sarebbe spiaciuto frequentare una facoltà con qualche materia scientifica in più, come ad esempio Fisioterapia o medicina. Durante la prima laurea ci sono state ben poche occasioni per sfruttare il mio buon rapporto con la matematica, ovvero nei corsi di: Fondamenti e metodi della sociologia Metodologia della ricerca educativa In questo corso di Laurea invece, leggendo come esame Matematiche elementari da un punto di vista superiore, non avevo ben chiaro che tipo di approccio ci sarebbe stato alla matematica Fino a settembre è stato un grosso punto di domanda Ora ritengo sia un’occasione per imparare finalmente nuovi metodi per insegnare la matematica e/o in modo indiretto organizzarsi e organizzare. Esperienze lavorative Avendo lavorato per parecchio tempo come baby-sitter e facendo ripetizioni, mi è capitato più volte di dover affrontare nuovamente i programmi della matematica della scuola primaria. Talvolta mi sono dovuta confrontare con metodi diversi nello svolgere degli esercizi, come ad esempio le divisioni: in questi casi ho dovuto adattarmi io e farmi spiegare il nuovo metodo, così da poter aiutare correttamente e non complicare ulteriormente il procedimento. Inoltre per 3 anni ho lavorato in una scuola dell’infanzia, essendo “Assistente alla Comunicazione”, una sorta di sostegno di un bambino audioleso. Anche qui, anche se in modo indiretto, ho avuto modo di rivisitare e rielaborare le mie conoscenze matematiche, ma soprattutto ho dovuto elaborare un mio metodo per far approcciare i bambini alla matematica e alla logica.