Audit Civico 2004 Un'analisi dell'azione delle aziende sanitarie Roma, 28 giugno 2005 1 Indice INTRODUZIONE - L’Audit Civico 2004 1 1. Una metodologia adottata dal sistema sanitario 1 2. Fasi di lavoro e attività 3. Equipe dell’Audit Civico e Aziende Sanitarie coinvolte 4. Articolazione del Rapporto 2 3 4 CAPITOLO PRIMO – Un’analisi critica e sistematica delle aziende sanitarie promossa dalla organizzazioni civiche 1. Le ragioni dell’Audit Civico 2. Le quattro domande dell’Audit Civico 3. Riferimenti teorici e metodologici 4. La struttura di valutazione dell’Audit Civico 5. Struttura Operativa 6. Il Benchmarking 5 5 9 11 12 15 17 CAPITOLO SECONDO - Le Tavole di Benchmarking 2004 e l’analisi dei fattori di qualità 1. Accesso alle prestazioni sanitarie 18 18 2. Rispetto dell’identità personale, culturale e sociale dei malati – Personalizzazione delle cure 26 3. Relazioni sociali 29 4. Informazione logistica e sanitaria 30 5. Assistenza alla persona – Rapporti degenti/operatori 34 6. Comfort e prestazioni alberghiere 36 7. Supporto ai malati e alle famiglie 40 8. Documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti 43 9. Tutela dei diritti 46 10. Programmi di miglioramento della qualità 49 11. Gestione del rischio clinico 52 12. Sicurezza delle strutture e degli impianti 55 13. Malattie croniche e oncologia 59 14. Gestione del dolore 62 2 15. Istituti di partecipazione degli utenti al Servizio Sanitario Nazionale e altre forme di partecipazione e di interlocuzione cittadini/aziende sanitarie 65 CAPITOLO TERZO – Un primo bilancio sulle modalità di applicazione 1. L’ambiente dell’Audit Civico 2. Uno strumento di valutazione e di comparazione 3. Uno strumento per il miglioramento 4. Le interpretazioni dell’Audit Civico 67 67 69 73 75 CAPITOLO QUARTO – Conclusioni 80 Appendice A Elenco dei responsabili e delle strutture sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 2004 83 Appendice B Elenco degli indicatori utilizzati nell’Audit Civico 92 3 INTRODUZIONE L’Audit Civico 2004 1. Una metodologia adottata dal sistema sanitario. La quantità e la distribuzione delle adesioni finora raccolte autorizza a ritenere che l’Audit Civico - sviluppato nel quadro della collaborazione iniziata nel 2000 e tuttora in atto tra Cittadinanzattiva e AstraZeneca – sia ormai stato adottato dal sistema sanitario italiano. Il primo ciclo sperimentale, realizzato nel 2001 con la collaborazione di dodici aziende sanitarie, è stato finalizzato alla definizione e alla prova in campo del quadro teorico e metodologico. La seconda sperimentazione, attuata nel 2002 con la partecipazione di tredici aziende, ha permesso di collaudare ulteriormente lo strumento e di constatare che la metodologia poteva essere applicata alla generalità delle aziende e non soltanto in poche realtà particolarmente orientate allo sviluppo della partecipazione civica e delle metodologie della qualità. L’analisi degli interventi, realizzati nelle aziende sanitarie del primo ciclo sperimentale di Audit sulla base delle indicazioni dei rapporti locali, confermava, inoltre, che l’Audit Civico può incidere concretamente sulle politiche di miglioramento. Gli esiti ottenuti hanno confermato, quindi, la concreta fattibilità di una valutazione della azione delle aziende sanitarie che ha, come protagonisti, i cittadini e, come quadro di azione, la collaborazione tra organizzazioni civiche e aziende sanitarie. Nel 2003, la possibilità di aderire all’Audit Civico è stata estesa all’universo delle aziende sanitarie. L’interesse incontrato è stato rilevante: circa cinquanta aziende hanno risposto al bando e ventidue hanno concluso i lavori in tempo utile per la redazione del rapporto conclusivo. La comparazione degli esiti delle prime tre applicazioni ha messo in evidenza fenomeni ricorrenti e anomalie, che hanno permesso di costruire una rappresentazione, ancora qualitativa ma 4 comunque significativa, dello stato dei rapporti fra cittadini e aziende sanitarie nel nostro paese. Le adesioni ottenute nel 2004 sono ancora superiori (32 aziende hanno concluso il ciclo di valutazione in tempo utile e 1 sta completando le operazioni). Inoltre, insieme all’Audit Civico nazionale, si sono avviati alcuni programmi regionali. In Friuli Venezia Giulia e nel Lazio, la metodologia è riconosciuta nell’ambito di protocolli di intesa sviluppati, rispettivamente, con l’Agenzia per i servizi sanitari e con l’Assessorato regionale. In Emilia Romagna, una specifica convenzione ha dato vita ad un programma con l’Agenzia Sanitaria della Regione - tuttora in corso – di applicazione sistematica dell’Audit Civico, al quale hanno aderito dodici delle diciassette aziende attive nel territorio regionale1. Il numero complessivo delle aziende coinvolte nel programma dal 2001 ad oggi è pari a 83. L’applicazione della metodologia, infine, non è, generalmente, un fatto occasionale, ma tende a produrre una presenza stabile nelle prassi aziendali. Basti pensare che, oltre al monitoraggio degli effetti dell’Audit Civico - descritti successivamente, 16 fra le 47 aziende impegnate nei primi tre cicli, hanno realizzato o almeno programmato la realizzazione di una seconda applicazione sistematica dell’Audit Civico. 2. Fasi di lavoro e attività svolte Lo svolgimento della campagna 2004 dell’Audit Civico ha avuto una durata complessiva di tredici mesi e può essere suddivisa in quattro fasi: - la prima fase, della durata di tre mesi (aprile - luglio 2004), è stata dedicata alla messa punto degli strumenti tecnici sulla base delle precedenti esperienze di Audit e ad una sistematica revisione del sistema di indicatori, condotta in collaborazione con i rappresentanti delle 1 In Emilia Romagna è stato adottato un calendario regionale che prevede la conclusione delle operazioni per il mese di dicembre 2005. 5 aziende che hanno dimostrato una più profonda comprensione della metodologia; - la seconda fase, parzialmente sovrapposta, della durata (luglio - settembre 2004), ha riguardato il reclutamento sanitarie ed ha compreso la redazione e la diffusione adesione, l’interlocuzione con le aziende interessate e la adesioni; di tre mesi delle aziende del bando di raccolta delle - la terza fase, della durata di quattro mesi (ottobre 2004 – gennaio 2005), è stata dedicata all’addestramento delle équipe aziendali e alla raccolta dei dati sul campo; gli incontri di formazione si sono svolti, fra settembre e ottobre a Milano, Roma, Lecce, Catania, Nuoro; - la quarta fase, della durata di cinque mesi (febbraio - maggio 2005), è stata dedicata alla raccolta dei dati sul campo nel livello locale, mentre a livello nazionale - è stato realizzato un software per l’elaborazione dei dati più adeguato alla necessità di gestire un numero elevato di aziende e di dare contemporaneamente un maggiore sostegno alla realizzazione del benchmarking e alla redazione dei rapporti locali. 3. Equipe dell’Audit Civico e Aziende sanitarie coinvolte Per la realizzazione dell’Audit Civico si è costituita, al livello nazionale, una équipe composta da Alessio Terzi, responsabile del progetto, da Alessandro Lamanna, direttore tecnico e da Simona Sappia, responsabile del coordinamento operativo. L’equipe è stata coadiuvata da Carmen Teodonno per il coordinamento operativo e da Aurelio Fichera, che ha messo a punto il software di raccolta e di elaborazione dati. L’elenco delle aziende sanitarie coinvolte è riportato nell’Appendice A. L’equipe nazionale si è avvalsa, inoltre, della collaborazione di un Tavolo di lavoro composto da esperti, operatori di aziende sanitarie, rappresentanti di organismi di certificazione e responsabili del Tribunale per i diritti del malato. 4. Articolazione del rapporto. 6 2 Il rapporto è articolato in cinque capitoli. Nel primo capitolo sono descritte le motivazioni dell’iniziativa, le principali caratteristiche metodologiche dell’Audit Civico e l’impatto generale riscontrato finora nell’ambiente sanitario. Il secondo capitolo è dedicato alla presentazione delle tavole di benchmarking e dei risultati relativi ai fattori di qualità. Nel terzo capitolo si fa un primo bilancio degli esiti delle applicazioni dell’Audit Civico, considerato nei suoi diversi aspetti di: strumento di valutazione, strumento di partecipazione, ambiente di comunicazione fra diversi attori e, infine, strumento per il miglioramento della qualità. Il capitolo si conclude con la illustrazione di alcuni modelli applicativi. Nel capitolo quarto sono presentate le conclusioni finali. 2 Il presente rapporto è stato redatto da Alessandro Lamanna e da Alessio Terzi, con la consulenza di Stefano A. Inglese 7 CAPITOLO PRIMO Un analisi critica e sistematica dell’azione delle aziende sanitarie promossa dalle organizzazioni civiche 1. Le ragioni dell’Audit civico La decisione di dotare la Cittadinanza attiva di un proprio strumento di valutazione della azione delle aziende sanitarie - denominato Audit Civico nasce come risposta a tre ordini di problemi sperimentati, spesso con durezza, dal Tribunale per diritti del malato. Non è difficile rilevare, sulla base dei risultati ottenuti ma soprattutto dell’evoluzione dei servizi sanitari, che le questioni affrontate, oltre tre anni fa, non solo sono rimaste attuali e centrali, ma hanno acquistato ulteriore rilevanza. La capacità di rispondere a problemi di portata generale, come quelli sotto elencati, può conferire all’Audit Civico uno spessore costituzionale. 1.1. Rappresentare il punto di vista dei cittadini Il primo ordine di problemi è originato dalla esigenza di dare una forma concreta alla “centralità del punto di vista del cittadino” da tutti invocata, spesso con molta retorica ma, di fatto, poco praticata. E’ ormai opinione comune, infatti, che gli strumenti classici della customer satisfaction diano risultati parziali e del tutto insufficienti, mentre le disposizioni contenute nel D.P.C.M. sulla Carta dei servizi sanitari (definizione di precisi standard nella Carta dei servizi, monitoraggio civico degli stessi, discussione degli esiti nell’ambito della conferenza dei servizi) abbiano avuto poche applicazioni significative. Nel corso degli ultimi anni si è finalmente compreso che non si può risolvere questo problema senza una profonda riforma dell’approccio disciplinare (nel paragrafo dedicato agli aspetti metodologici sarà fatta una prima precisazione a questo proposito). Non è un caso che, negli stessi anni in cui è stata definita e sperimentata la metodologia dell’Audit Civico, una consistente rete di realtà del 8 servizio sanitario si è cimentata nello sviluppo di un programma innovativo sulla qualità percepita3. Gli esiti dei tre primi cicli dell’Audit Civico, però, offrono una ulteriore chiave di interpretazione del problema. Si è potuto verificare, infatti, che la centralità del cittadino acquista una consistenza concreta quando esso si presenta come puro fruitore dei servizi (lo dimostrano i progressi del comfort, dei servizi di prenotazioni, ecc.) o come portatore di problemi con forte dimensione tecnica e disciplinare (lo dimostrano la crescente, anche se ancora insufficiente attenzione verso la terapia del dolore o verso la prevenzione delle infezioni). Non è così quando il cittadino interviene come concreto attore del sistema e pretende di informare ed essere informato o di tutelare attivamente i propri diritti, in queste aree i punteggi dei fattori volgono decisamente verso il basso. In altri termini permane una cultura che considera il malato come un ospite da trattare possibilmente con cura ma non ancora un cittadino titolare di diritti, di competenze e di capacità di intervento. E’ facile verificare, quindi, che assumere la centralità del punto di vista non significa esortare genericamente i professionisti della sanità a operare bene, ma piuttosto – ad assumere un preciso approccio disciplinare che permetta di formulare valutazioni significative sull’organizzazione e sulla qualità dei servizi sanitari. Per comprendere meglio la portata della questione, conviene riflettere sul fatto che l’espressione “rappresentare il punto di vista del cittadino” ha due significati ben distinti, anche se complementari. Il primo significato – meno usuale nel senso comune – deriva dal fatto che, nella geometria prospettiva, il punto di vista è il luogo, esattamente determinato, da cui si osserva una specifica realtà ed è possibile produrre una rappresentazione matematicamente determinata della realtà stessa. Il punto di vista del cittadino, quindi, non è una mera espressione di soggettività, ma identifica un modo di osservare (e quindi di rappresentare) il servizio sanitario che è, poi, quello del destinatario del servizio stesso. In altri termini, rappresentare il punto di vista del cittadino non poteva significare soltanto raccogliere un qualche insieme di opinioni, ma rendere visibile, in termini 3 Cfr.R.Cinotti-C.Cipolla – “La qualità condivisa fra servizi sanitari e cittadini. Metodi e strumenti”. Le realtà coinvolte sono l’Agenzia sanitaria dell’Emilia Romagna, il Dip. Diritto alla Salute e Politiche della Solidarietà della Regione Toscana, l’Agenzia sanitaria della Regione Marche, il Dip, Sanità e Servizi Sociali della Regione Liguria, il Servizio Pianificazione e Sviluppo della Direzione generale Sanità della Regione Lombardia, la Regione Umbria, l’A.O. di Padova e la Scuola di Specializzazione in Sociologia Sanitaria dell’Università di Bologna. 9 oggettivi, (e quindi produrre una rappresentazione del) il modo in cui il servizio si presenta al cittadino nelle diverse fasi della sua esperienza. L’attenzione è stata rivolta alla possibilità di identificare, formalizzare e poi misurare gli aspetti caratteristici di tale esperienza, attraverso l’osservazione diretta, la richiesta alle amministrazioni di informazioni dovute ai sensi della legge 241, la definizione di standard di riferimento e così via. In questo modo, la rappresentazione del punto di vista dei cittadini non esaurisce la realtà, ma può confrontarsi a pari dignità (anche tecnica) con gli altri punti di vista presenti nel servizio sanitario (quello dei direttori, quello dei medici, quello degli infermieri, quello degli amministratori regionali, ecc.). La seconda accezione dell’espressione “rappresentare il punto di vista dei cittadini” ha a che fare con la capacità delle organizzazioni civiche di agire in nome e per conto dei cittadini, al fine di fare valere un criterio di interpretazione (e quindi di governo) della qualità dei servizi legato alla capacità di soddisfare concretamente i bisogni esistenti. E’ del tutto evidente la necessità di intervenire sulla determinazione dei criteri di rilevanza dei fenomeni e la definizione di priorità, attività tradizionalmente riservate in modo esclusivo della amministrazione e dei professionisti. Per rispondere a questa duplice esigenza l’Audit Civico ha sviluppato in termini disciplinari gli strumenti di raccolta, di registrazione e di valutazione delle esperienze, ma ha anche identificato i momenti del processo di governo in cui i rappresentanti dei cittadini devono essere presenti per portare e fare valere la propria interpretazione. L’Audit Civico, ovviamente, non esaurisce completamente la rappresentazione delle esperienze dei cittadini nel servizio sanitario, ma pone le premesse per una proficua integrazione con altre metodologie e soprattutto con le esperienze più avanzate di rilevazione della qualità percepita. 1.2. La trasparenza del servizio sanitario Una seconda serie di questioni è connessa con l’esigenza di rendere trasparente e verificabile l’azione delle aziende sanitarie. Il punto di partenza a questo proposito è la lunga esperienza delle battaglie condotte da Cittadinanzativa, con il Tribunale per i diritti del malato per superare l’autoreferenzialità dei servizi sanitari per ottenere, in primo luogo, che le 10 segnalazioni e l’intervento dei cittadini producessero i dovuti cambiamenti e per fare sì, in seconda istanza, che il giudizio motivato dei cittadini pesasse, in sede di valutazione delle aziende e dei loro dirigenti, al pari dei risultati di bilancio. Da qui, la necessità di favorire il confronto fra cittadinanza attiva e direzioni aziendali con procedure più strutturate e soprattutto orientate alla immediata traduzione delle valutazioni in provvedimenti operativi. E’ alquanto evidente il parallelo con le funzioni di verifica e di controllo che assumono un ruolo centrale per il governo del processo di aziendalizzazione, avviato dal D.lgs. 502 e confermato dal D.lgs. 229. Gli strumenti messi in campo, per evitare il predominio assoluto delle logiche di bilancio e per sollecitare il miglioramento della qualità dei servizi, hanno avuto esiti alterni. Non è questa la sede per valutare la bontà delle diverse soluzioni, ma è facile constatare la crescente rilevanza assunta dalle procedure di accreditamento e dalle certificazioni di qualità che, a loro volta, ripropongono il problema della rappresentazione del punto di vista del cittadino. Non è un caso del resto che il primo esempio di adozione sistematica, a livello regionale, dell’Audit Civico preveda il suo inserimento nelle procedure di accreditamento come strumento di rappresentazione del punto di vista dei cittadini. E’ altrettanto interessante rilevare che alcune delle aziende, che hanno partecipato ai primi cicli, hanno inserito i rapporti conclusivi dell’Audit nella documentazione per l’accreditamento. 1.3. Un contrappeso ai rischi di frammentazione La terza fondamentale ragione, per adottare una procedura di valutazione locale ma fondata su criteri omogenei e comparabili, sta nella necessità di prevenire il rischio – sempre più evidente - che il necessario e condivisibile processo di federalizzazione si traduca nella frammentazione del servizio sanitario, abbandonando la tutela dei diritti alle logiche del contenimento della spesa ed al “fai da te” arbitrario delle amministrazioni regionali. Il legame con il benchmarking, a questo proposito, non è soltanto una scelta metodologica, ma acquista un valore strategico. Rendere comparabili le performance aziendali, fare emergere e circolare le esperienze vincenti, utilizzare le carte di diritti del malato per produrre indicatori e standard e per rappresentare il punto di vista dei cittadini sulla base di parametri omogenei e condivisi su tutto il territorio nazionale è anche un modo per difendere l’Universalità del servizio sanitario pubblico. 11 1.4. Il valore costituzionale della valutazione civica Certamente l’Audit Civico non può esaurire l’azione di Cittadinanzattiva in un momento quanto mai delicato per la sanità pubblica né sostituire certificazioni, sistemi di controllo e di assicurazione della qualità o procedure di accreditamento. L’esperienza conferma, comunque, che esso è un sostegno importante, sia per l’azione civica sia per le procedure istituzionali in quanto, da una parte, crea un contesto che rende possibile la collaborazione attiva fra cittadini e aziende, e, dall’altra, produce informazioni, non attingibili per altra via e utili per colmare le lacune delle altre procedure di valutazione. Infine, fa emergere le aree critiche e favorisce l’individuazione di azioni correttive praticabili. Le questioni proposte sono di evidente interesse generale e il fatto che l’Audit Civico abbia trovato riscontri positivi presso le amministrazioni sanitarie regionali e locali, conferma che esso può esser considerato un esempio di attuazione dell’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione “Stato, regioni, province, città, metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà”. 2. Le quattro domande dell’Audit Civico Come è noto, la qualità e l’efficacia di un Audit dipendono in buona misura dalla corretta formulazione dei quesiti a cui l’Audit stesso vuole dare una risposta. Se la posta in gioco è, come si è appena detto, quella di assumere concretamente la centralità del punto del vista del cittadino, tali quesiti dovrebbero formalizzare correttamente i problemi che i cittadini stessi sperimentano nel loro rapporto con i servizi sanitari. La progettazione dell’Audit Civico, quindi, ha preso le mosse da quattro domande, semplici e cruciali rappresentative rispettivamente di quattro aspetti dell’esperienza del cittadino. 1) Il primo aspetto è quello del cittadino come utente dei servizi, coinvolto – per problemi propri o di famiglia - in un processo di prevenzione, diagnosi, cura o riabilitazione. La domanda, a questo proposito, è: “quali sono le azioni elementari che le aziende sanitarie stanno conducendo per fare sì che l’assistenza sanitaria sia messa a disposizione dei cittadini senza imporre 12 ulteriori gravami ed ostacoli a chi deve già sopportare il peso della malattia propria o di un familiare?” 2) Il secondo aspetto riguarda il cittadino in quanto malato affetto da patologie gravi o croniche e provoca il seguente quesito:”che priorità assumono, nell’azione generale delle aziende sanitari,e le politiche relative alla prevenzione dei rischi e degli effetti indesiderati delle cure mediche, alla riduzione del dolore e dell’impatto sulla vita quotidiana dei malati e delle loro famiglie?”. 3) Il terzo tipo di rapporto fra cittadini e il servizio sanitario riguarda l’esercizio dei diritti di cittadinanza e rimanda alla necessità di chiedersi se “la partecipazione dei cittadini è una risorsa essenziale per il miglioramento dei servizi sanitari o resta un “rituale democratico” utile, al massimo, per favorire una maggiore correttezza formale delle attività aziendali?”. 4) Il cittadino infine, risiede in uno specifico territorio nel quale possono insorgere specifici problemi ed allora è bene verificare “quali risposte tempestive e pertinenti è in grado di dare l’azienda ad un problema ritenuto urgente dalla comunità locale?”. Naturalmente la vastità e la complessità degli argomenti messi in campo fa sì che sia impossibile dare una risposta completa e sistematica a queste domande. La loro formulazione, però, mette a disposizione indicazioni importanti, forse insostituibili, per la selezione dei temi da includere nell’Audit Civico e dei dati da raccogliere. Confrontarsi con la prima domanda, e cioè l’orientamento ai cittadini delle aziende sanitarie, significa indagare su che cosa si sta facendo per: • • • • • • facilitare l’acceso dei cittadini ai servizi sanitari, eliminando le barriere fisiche (disponibilità di mezzi pubblici, barriere architettoniche, ecc.), organizzative (Centri unificati di prenotazione, liste di attesa, ecc.) e informative; garantire una buona informazione sui servizi; favorire le azioni di tutela dei diritti; rendere disponibile e utilizzabile la documentazione sanitaria; rendere confortevoli e accoglienti le strutture; adeguare l’organizzazione e i comportamenti alle esigenze di rispetto della identità personale, culturale e sociale dei malati; 13 • in generale migliorare la qualità dei servizi. Per quanto riguarda la seconda domanda si possono prendere in considerazione gli interventi di adeguamento della sicurezza delle strutture e degli impianti, i provvedimenti relativi all’individuazione e alla prevenzione degli errori nella pratica medica e assistenziale, le misure per la riduzione del dolore dei pazienti e l’attività volta a facilitare l’utilizzazione dei servizi da parte dei malati cronici e terminali. La trattazione della terza questione – vale a dire la capacità di coinvolgere attivamente i cittadini e le organizzazioni civiche nella formulazione e nella valutazione delle politiche aziendali – è meno immediata. L’occasione dell’Audit Civico, comunque permette di fare un punto sulla situazione della attuazione di alcune disposizioni legislative - come la presenza di rappresentanti dei cittadini nei Comitati etici per la valutazione delle sperimentazioni, nei Comitati per il buon uso del sangue e nelle Commissioni miste conciliative sulla capacità di superare la soglia della occasionalità nei rapporti fra aziende e organizzazioni civiche e, infine, sulla capacità di dare a tutto questo sistema di rapporti un respiro strategico o, almeno, non puramente formale. La quarta domanda è tecnicamente indeterminata per l’evidente motivo che non è possibile prevedere quali siano i problemi che una determinata comunità territoriale ritiene urgenti. Non è possibile individuare a priori i parametri da utilizzare per la valutazione (e, a tutt’oggi non è ancora stata fatta una analisi sistematica delle esperienze realizzate nel 2001 e nel 2002), ma questo ovviamente non impedisce alle realtà locali di formulare giudizi pertinenti e motivati. 3. Riferimenti teorici e metodologici L’Audit Civico integra (o tenta di integrare) tre approcci metodologici: l’analisi civica, le normative volte a sostenere la partecipazione dei cittadini alla valutazione dei servizi e le procedure della qualità. L’analisi civica è il sistema di attività poste in atto dai cittadini per partecipare al policy making e, più in generale, per definire, comunicare e fare valere il proprio punto di vista in ordine alle questioni di rilevanza pubblica e sociale, soprattutto quando esse riguardano direttamente la tutela dei diritti e la 14 qualità della vita4. Nel contesto dell’analisi civica sono stati possibili gli sviluppi disciplinari relativi alle strutture della valutazione, alla definizione operativa dei cicli e degli strumenti di raccolta dei dati e di produzione delle informazioni, alla interpretazione dei risultati. Il secondo approccio è dato dai contenuti del D.P.C.M. del maggio 1995 sulla Carta dei servizi sanitari, che non si è limitato a riconoscere ai cittadini una autonoma e significativa attività di valutazione dei servizi ma ha fornito indicazioni concrete per aumentare la sostanza tecnica di tale attività. Ai fini dello sviluppo dell’Audit Civico, assume una particolare rilevanza il concetto di fattore di qualità inteso come “aspetto che qualifica il rapporto che i cittadini instaurano con i servizi durante il loro percorso nelle strutture sanitarie”. Diviene possibile, in questo modo, scomporre l’esperienza dei cittadini in segmenti significativi e descrivibili con insiemi di indicatori qualitativi e quantitativi che permettono di passare da valutazioni di tipo soggettivo o occasionale a una valutazione sistematica e fondata su dati rigorosamente riscontrabili. Le procedure della qualità hanno messo a disposizione due contributi. In primo luogo, hanno fornito una chiave per interpretare l’attività ordinaria di interlocuzione fra il Tribunale per i diritti del malato e le direzioni aziendali e per definire le modeste correzioni necessarie per favorire una maggiore integrazione con i processi di controllo e di miglioramento. Il secondo contributo, dato dalla metodologia del benchmarking, ha permesso di definire un insieme di performance che rendono possibile la comparazione fra le aziende e quindi aumentano la significatività della valutazione. 4. La struttura di valutazione dell’Audit Civico Valutare significa tradurre i dati raccolti in un insieme controllabile di giudizi e di informazioni. Questa operazione non è sempre facile perché, fra l’altro, deve conciliare due esigenze contraddittorie. Da una parte, rilevare attendibilmente una realtà articolata e complessa, come è quella del servizio sanitario, comporta l’impiego di un grande numero di indicatori. Dall’altra, per descrivere in modo efficace e non dispersivo la stessa realtà, conviene, al contrario, utilizzare un numero contenuto di parametri. Per comporre queste due esigenze, è necessario un lavoro preliminare di interpretazione, mirato ad individuare i fenomeni 4 G. Moro “Manuale di cittadinanza attiva”, Carocci editore, Roma, 1998 15 significativi che devono essere considerati per produrre una rappresentazione adeguata della realtà e le variabili che permettono di produrre una valutazione appropriata dei fenomeni stessi. Con il contributo di un Tavolo tecnico di lavoro5, per l’Audit Civico è stata messa a punto una struttura articolata in tre livelli: componenti, fattori, indicatori. Al primo livello si situano le quattro componenti dell’azione delle aziende sanitarie, corrispondenti alle quattro domande del terzo paragrafo: a. l’orientamento ai cittadini, cioè l’attenzione dimostrata dall’azienda per ambiti spesso problematici per gli utenti dei servizi sanitari, la cui cura può favorire una sempre maggiore fiducia nel SSN (accesso alle prestazioni, rispetto dell’identità personale, culturale e sociale, ecc.); b. l’impegno dell’azienda nel promuovere alcune “politiche” di particolare rilievo sociale e sanitario; c. il coinvolgimento delle organizzazioni civiche nelle politiche aziendali; d. la capacità di risposta dell’azienda sanitaria a un problema concreto vissuto come “urgente” della comunità locale. Le prime tre componenti sono studiate secondo un approccio nazionale, strutturato centralmente, volto ad assicurare la copertura di alcune aree tematiche e la successiva possibilità di sviluppare esperienze di benchmarking e di disseminazione di “buone pratiche”. Al secondo livello, a cura dell’equipe nazionale, ogni componente è stata articolata in fattori di qualità corrispondenti alla definizione del D.P.C.M. 16/5/95, secondo il seguente schema: 5 Hanno partecipato al Tavolo tecnico, che ha sostenuto la progettazione dell’Audit Civico: Giampiero Belcredi (Imq-Csq), Pasquale Boccalone e Maria Teresa Simeone (A..O. di Caserta); Daniele Caprara (Asl 21 di Legnago); Loredana Fauni (Ausl Bologna Nord); Mauro Grigioni (Iss); Gianlupo Lupi (Comitato nazionale Buone Pratiche); Giovanni Battista Montini e Onofrio Palombella (AstraZeneca); Renato Puggioni (A.O. S. Gerardo di Monza); Franco Ripa (A.O. S. Giovanni Battista di Torino); Maddalena Galizio, Stefano A. Inglese, Alessandro Lamanna, Teresa Petrangolini, Silva Scialò e Alessio Terzi (Cittadinanzattiva). 16 Orientamento al cittadino • • • • • • • • • • accesso alle prestazioni sanitarie; rispetto dell’identità personale, culturale e sociale dei malati personalizzazione delle cure; relazioni sociali; informazione logistica e sanitaria; assistenza alla persona - rapporti degenti/operatori sanitari comfort - prestazioni alberghiere; supporto ai degenti e alle loro famiglie; documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti; tutela dei diritti; programmi di miglioramento della qualità; Impegno dell’azienda nel promuovere alcune “politiche” di particolare rilievo sociale e sanitario • • • • gestione del rischio clinico; sicurezza delle strutture e degli impianti; malattie croniche e oncologia; gestione del dolore; Coinvolgimento delle organizzazioni civiche nelle politiche aziendali • • istituti di partecipazione degli utenti nel SSN previsti dalla legislazione vigente; altre forme di partecipazione dei cittadini e di interlocuzione cittadini/azienda sanitaria. Al terzo livello, ogni fattore è indagato attraverso la rilevazione diretta di una serie di indicatori cioè di “variabili quantitative o parametri qualitativi che consentono di esprimere un giudizio sul fattore osservato. Complessivamente sono rilevati circa 250 indicatori (cfr. Appendice B) La rilevazione degli indicatori è effettuata nell’ambito delle seguenti articolazioni del servizio sanitario: • • l’ambito aziendale (l’azienda sanitaria nel suo complesso); l’ambito dell’assistenza ospedaliera; 17 • l’ambito delle cure primarie che comprende l’assistenza sanitaria di base (la medicina di famiglia, l’assistenza domiciliare e i distretti), l’assistenza specialistica ambulatoriale, l’assistenza specialistica territoriale e semiresidenziale (Servizi per le tossicodipendenze – SERT, Centri di Salute mentale – CSM, ecc.). A questo scopo sono state utilizzate 5 tipologie di questionari per la direzione generale e per la direzione sanitaria delle aziende, 5 guide al monitoraggio, da utilizzarsi per l’osservazione diretta delle strutture coinvolte nell’Audit Civico e 1 questionario per l’intervista ai rappresentanti delle associazioni di volontariato presenti. La quarta componente, come si è già detto, è studiata attraverso un approccio locale e riguarda un argomento scelto dall’équipe al livello di azienda sanitaria tra quelli vissuti dalla comunità locale come più urgenti. 5. Struttura operativa In termini operativi lo svolgimento dell’Audit l’integrazione di un ciclo nazionale e di cicli locali. Civico comporta Il ciclo nazionale comprende: a) la definizione della struttura di valutazione; b) l’individuazione e l’aggiornamento degli indicatori, osservabili o rilevabili direttamente dai cittadini e rappresentativi della realtà sottoposta ad osservazione (a partire del 2004, è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro con il compito di revisionare periodicamente l’elenco degli indicatori6); c) la produzione degli strumenti tecnici per la raccolta dei dati; d) la raccolta delle adesioni e la formazione delle équipes locali; e) l’elaborazione dei dati e del rapporto nazionale; f) l’organizzazione degli incontri di benchmarking; g) la rilevazione e la comparazione degli effetti dell’Audit. 6 Fanno parte del gruppo: Alessandro Lamanna, Alessio Terzi, Nicoletta Poppi, Luisa Iannotti e Atos Miozzo della Ausl di Modena, Loredana Fauni della Ausl di Bologna, Adriano Passerini della Apss di Trento, Daniele Caprara della Ausl di Legnago, Margherita Ferrara di Citttadinanzattiva della Liguria. Un gruppo analogo è stato istituito presso l’Agenzia Sanitaria dell’Emilia Romagna, nell’ambito del programma regionale sull’Audit Civico. 18 Il ciclo locale comprende le seguenti operazioni: a) la costituzione dell’équipe locale; b) un incontro équipe locale - direzione aziendale, per la definizione del piano locale di Audit e la formalizzazione dei relativi accordi; c) la raccolta dei dati che comprende a sua volta: • lo svolgimento di azioni di monitoraggio presso le strutture sanitarie e la richiesta di informazioni agli operatori delle unità operative; • la richiesta di informazioni alla direzione generale e alla direzione sanitaria; • la consultazione di documenti e atti amministrativi dell’azienda; • l’esame delle segnalazioni dei cittadini (solo nel corso dello realizzazione della quarta componente) • la consultazione delle organizzazioni civiche presenti nell’ambito dell’azienda sanitaria7; d) l’analisi dei dati e la redazione di una relazione ad opera delle équipe locali con una prima individuazione dei punti di forza e di debolezza, aree critiche e azioni correttive; e) la partecipazione agli incontri di benchmarking; f) la redazione del rapporto definitivo e la definizione delle azioni correttive; g) la presentazione pubblica dei risultati dell’Audit e del piano di miglioramento; h) la verifica degli esiti del piano di miglioramento. I cicli operativi appena descritti permettono ai cittadini di essere presenti non soltanto come produttori di dati, ma anche come interpreti dei dati stessi. Questa attività è sostenuta dal livello nazionale con gli incontri di benchmarking e con la circolazione delle esperienze positive e negative. 6. Il Benchmarking L’Audit prevede, nella sua dimensione nazionale, anche lo sviluppo di una valutazione comparativa (benchmarking) delle performance aziendali con l’obiettivo di: 7 La consultazione riguarda il funzionamento degli Istituti di partecipazione (comitato etico, comitato per il buon uso del sangue, ecc.) e talora viene omessa per motivi di varia natura. 19 • fornire l’opportunità ad ogni azienda d’interpretare i risultati del proprio Audit Civico in un contesto più ampio e quindi individuare eventuali aree di eccellenza o ritardi che la pongono indietro rispetto alle altre aziende e alle legittime richieste dei cittadini; • promuovere un esame delle soluzioni tecniche e organizzative che hanno permesso il raggiungimento delle migliori performance. Tale valutazione, quindi, non essendo finalizzata alla redazione di “graduatorie”, prevede la divulgazione dei dati comparati in forma anonima e successivamente, la comunicazione a ciascuna azienda dei dati comparati con la sola indicazione del nome della singola azienda. 20 CAPITOLO SECONDO Le Tavole di Benchmarking 2004 e l’analisi dei fattori di qualità I dati della rilevazione Audit 2004 si riferiscono a 328 aziende sanitarie, di cui 17 aziende sanitarie locali e 15 aziende ospedaliere – istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Le strutture sanitarie complessivamente messe sotto osservazione sono 166, di cui 54 ospedali, 30 sedi di distretto, 51 poliambulatori e 31 servizi di specialistica territoriale e semiresidenziale (16 SERT e 15 Centri di salute mentale). L’elenco completo è riportato nell’Appendice A. Il capitolo è così organizzato. Per ogni fattore di qualità delle tre componenti esaminate è presentato un grafico, nel quale le aziende sono identificate con sigle anonime. Il grafico mostra il valore, per ciascuna azienda, dell’indice di adeguatezza agli standard (IAS) e sono visualizzate tre fasce di valori: fascia alta, fascia media, fascia bassa. Accanto a ogni grafico è riportato un giudizio sintetico, basato sul punteggio medio dell’indice di adeguatezza ottenuto complessivamente da tutte le aziende (ottimo = IAS 100-81, buono = IAS 8061, discreto = IAS 60-41, scadente = IAS 40-21, pessimo = IAS 20-0). L’indice (valore da 0 a 100) esprime in quale misura l’azienda, in relazione al fattore (es. accesso ai servizi, informazione, ecc.) e al livello considerato (azienda in generale, ospedali, cure primari), rispetta gli standard proposti. Gli standard sono qui intesi secondo la definizione data dalla JCAHO9 e quindi 8 L’Audit Civico 2004 ha coinvolto una 33esima struttura riportata nell’elenco generale (Appendice A), ma i relativi dati sono arrivati quando il presente rapporto era in corso di redazione. 9 L’Audit Civico 2004 ha coinvolto una 33esima struttura riportata nell’elenco generale (Appendice A), ma i relativi dati sono arrivati quando il presente rapporto era in corso di redazione. 9 Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organization, Comprehensive Accreditation Manual for Hospitals, 1996 21 come “insieme di aspettative circa le performance, le strutture e i processi delle strutture sanitarie”. In questo caso le aspettative sono state determinate secondo le 1. L’accesso alle prestazioni sanitarie A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 1 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello aziendale (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 ottimo Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 ottimo Fig. 2 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 buono Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 ottimo Fig. 3 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello cure primarie -assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto 23 buono Fig. 4 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 discreto Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono Fig. 5 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 24 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 buono Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 discreto B. Analisi del fattore Il risultato complessivo del fattore è grossomodo in linea con quello del 2003. Emerge, però, dai grafici sopra riportati una forte differenziazione tra azienda e azienda. Inoltre, è necessario precisare che nel calcolo dell’IAS non sono considerati i tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche e questi come si vedrà – rappresentano ancora un’area molto critica. Tra gli elementi che gli scorsi anni tendevano ad essere presenti in tutte le realtà esaminate, ce ne sono alcuni che rimangono molto diffusi. Altri, al contrario, presentano una minore diffusione. Tra i primi ci sono: • • • il numero telefonico aziendale per l'informazione al pubblico (93,7%); la presenza di un Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) (96,9%); la presenza di un sito web aziendale (93,7%). Tra i secondi, si segnalano: 25 • • • • • • • i mezzi pubblici di trasporto che si recano presso le strutture sanitarie (assenti nel 23,5% dei poliambulatori); i punti di riscossione di ticket nei quali è possibile pagare con modalità diverse (assenti nel 46,2% degli ospedali e nel 72,5% dei poliambulatori); la possibilità di prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici attraverso il Centro Unico di Prenotazione (assente nel 33,3% dei poliambulatori); la possibilità di prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici attraverso il contatto telefonico con il Centro Unico di Prenotazione (assente nel 37,2% dei poliambulatori); la possibilità di ottenere appuntamenti ad orari differenziati per tutte o la maggior parte delle visite e prestazioni diagnostiche (assente nel 24% degli ospedali e nel 74,5% dei poliambulatori); le barriere architettoniche (presenti davanti all’ingresso principale in 2 ospedali); la possibilità di scendere dall’auto per gli utenti con difficoltà di deambulazione (assente in 3 ospedali). Per quanto riguarda i Servizi per le tossicodipendenze (SERT) e i Centri di Salute Mentale (CSM) si mettono in evidenza alcune situazioni non ottimali quali: • • • • la reperibilità sulle 24 ore per i casi urgenti, presente solo nel 29,4 dei CSM; il numero limitato di servizi che assicurano un numero ore al giorno di apertura del servizio uguale o superiore a 12 (il 34,3%); il buon numero di servizi chiusi il sabato (il 32%); il numero limitato di servizi collegato a strutture diurne (solo il 37,5%). C. In evidenza: i tempi di attesa Anche in questo gruppo di aziende che hanno partecipato all’Audit Civico 2004, emerge in tutta la sua gravità il problema dell’accesso dei cittadini alle prestazioni diagnostiche. Si segnala, infatti: 26 • il permanere del fenomeno delle “prenotazioni bloccate” per uno o più esami diagnostici (più diffuso presso gli ospedali, 64,8%, di meno presso i poliambulatori, 15,7%); • l’esistenza di tempi di attesa non accettabili, soprattutto per le prestazioni di diagnostica per immagini e anche, in alcuni casi, per le prestazioni urgenti; • l’evidente differenza dei tempi di attesa in regime intramoenia. Tab. 1 - Tempi di attesa di alcune prestazioni diagnostiche negli ospedali che differenziano l’accesso in rapporto alla gravità e all’urgenza max media min Ecodoppler cardiaco: 24 ospedali urgente non urgente 20 365 4 64 0 0 ECG dopo sforzo: 20 ospedali urgente non urgente 83 177 10 57 0 0 Ecografia addominale: 32 ospedali urgente non urgente 15 365 6 59 0 0 Mammografia: 23 ospedali urgente non urgente 10 700 3 117 0 0 Gastroscopia: 32 ospedali urgente non urgente 8 180 2 30 0 0 Colonscopia: 28 ospedali urgente non urgente 36 113 3 33 0 0 TAC total boby: 21 ospedali urgente non urgente 52 117 5 30 0 2 RMN total body: 9 ospedali urgente 15 4 0 non urgente 100 40 0 fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 27 Tab. 2 - Tempi di attesa per alcune prestazioni diagnostiche presso i poliambulatori che differenziano l’accesso in rapporto alla gravità e all’urgenza max media min Ecodoppler cardiaco: 5 poliambulatori urgente non urgente 7 120 2 82 0 10 Ecografia addominale: 2 poliambulatori urgente non urgente 7 120 2 52 0 4 Mammografia: 5 poliambulatori urgente non urgente 3 67 1 22 0 3 Visita cardiologica: 15 poliambulatori urgente non urgente 7 86 1 28 0 3 fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 Tab. 3 - Tempi di attesa per alcune prestazioni diagnostiche in regime di intramoenia negli ospedali max media min Ecodoppler cardiaco: 46 ospedali 56 3 0 30 2 0 30 2 0 60 3 0 40 2 0 20 2 0 10 1 0 25 2 0 ECG dopo sforzo: 46 ospedali Ecografia addominale: 47 ospedali urgente Mammografia: 43 ospedali Gastroscopia: 45 ospedali Colonscopia: 45 ospedali TAC total boby: 45 ospedali RMN total body: 7 ospedali 28 fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 I dati sull’accesso relativi al livello delle cure primarie, sembrerebbero migliori: • nell’83,3% dei casi si segnala meno di 10 gg di attesa dal momento di richiesta di attivazione di assistenza domiciliare integrata (ADI) al momento di attivazione del programma; • nel 70% dei distretti i tempi di attesa previsti per l’erogazione di ausili e dei presidi necessari all’assistenza domiciliare sono inferiori a 10 gg. • nel 65,6% dei CSM e SERT c’è un accesso differenziato in base all’urgenza con un accesso immediato per i casi urgenti (0 – 1 gg) e entro 10 gg alla valutazione diagnostica multidisciplinare dopo il colloquio iniziale; • il tempo di attesa per l’inizio della psicoterapia si mantiene, per la quasi totalità delle strutture, nei 18 gg, con esclusione di 2 SERT nei quali non è prevista. 2. Rispetto dell’identità personale, culturale e sociale dei malati – Personalizzazione delle cure A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 6 – Profilo delle aziende sanitarie relativo al rispetto dell’identità – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 29 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 discreto Giudizio 2001 discreto* Giudizio 2002 discreto* Giudizio 2003 discreto* * giudizio dato considerando anche il fattore “relazioni sociali” Fig. 7 – Profilo delle aziende sanitarie relativo al rispetto dell’identità – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 discreto Giudizio 2001 - Giudizio 2002 - Giudizio 2003 - 30 B. Analisi del fattore I timidi tentativi di procedere in questa direzione, peraltro non realizzati non da tutte aziende e concentrati soprattutto al livello degli ospedali, denotano, da parte delle organizzazioni sanitarie, la difficoltà o la scarsa volontà di cogliere le esigenze particolari di gruppi di utenti e di soddisfarle. Il fattore “rispetto dell’identità”, insieme a quello dell’”informazione”, costituisce il terreno privilegiato sul quale le imprese private, anche nel settore sanitario, si impegnano a fondo per contrastare la concorrenza. Tra le esigenze alle quali con più impegno si è cercato di dare una risposta, ci sono: • • • • • lo spazio per il gioco dei bambini, previsto nel 73,8% delle U.O. di pediatria; uno specifico arredo nelle U.O. di pediatria, presente nel 69,2% delle U.O.; la possibilità per i genitori di stare accanto al proprio figlio ricoverato con una poltrona letto, offerta dal 78,4% delle U.O. di pediatria; la possibilità di scelta tra due o più opzioni per il menù per i pazienti a dieta libera, offerta nell’87% delle U.O. di degenza; la possibilità di avere operatori di riferimento stabili nel 68,8 % dei SERT e dei CSM. I dati negativi riguardano i seguenti aspetti: • • • • gli orari dei pasti, con il pranzo nel 31,5% degli ospedali prima delle 12 e la cena nell’87% degli ospedali prima delle 19; le attività scolastiche per bambini ospedalizzati per lunghi periodi, previste nel solo 26,9% delle pediatrie; la prassi di assicurare il rispetto della privacy dei malati terminali e loro familiari riservando loro una stanza, messa in atto dal 48,1 % delle U.O. di degenza; l’accesso indipendente esterno (per tutela della privacy) per i SERT e i CSM, presente nel 25,8% dei servizi. C. In evidenza: le nuove esigenze di una società multiculturale 31 Ci sono alcune aziende che si stanno attrezzando per rispondere al meglio alle nuove esigenze connesse alla crescente presenza del nostro paese di cittadini provenienti da altri paesi. Si deve segnalare, a questo proposito, la prassi positiva di istituire: • servizi di mediazione culturale e d’interpretariato, presenti - i primi nel 31,5% di ospedali e – i secondi - nel 15,6% di CSM e SERT e nel 20,4% degli ospedali; un servizio religioso per non cattolici (disponibile in ospedale o a chiamata) nel 35,2% degli ospedali. • 3. Le relazioni sociali A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 8 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alle relazioni sociali – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Scadente Giudizio 2001 discreto* Giudizio 2002 discreto* Giudizio 2003 discreto* * giudizio dato considerando anche il fattore “rispetto dell’identità” 32 B. Analisi del fattore Le differenze tra aziende, visibili nella fig. 8, si manifestano chiaramente nei dati generali che mettono in evidenza, da una parte, le strutture che cercano di promuovere alcuni cambiamenti, e, dall’altra, le strutture che non si stanno adoperando per mantenere, per quanto possibile, le relazioni sociali dei malati con il mondo esterno. In particolare: • • • il 50% degli ospedali prevede solo 2-3 ore per i giorni feriali, mentre nel 22,2% delle strutture le visite sono sempre permesse; solo nel 12,9% degli ospedali ci sono tutte le U.O. dotate di salottini per i malati; solo il 16,9% degli ospedali ha tutte le U.O. che permettono ai malati di ricevere chiamate in orari predefiniti presso il telefono del reparto. 4. Informazione logistica e sanitaria A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 9 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’informazione – – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 33 Giudizio 2004 buono Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto Fig. 10 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’informazione – livello cure primarie -assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 scadente Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto Fig. 11 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’informazione – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 34 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 discreto discreto Fig. 12 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’informazione – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 scadente Giudizio 2003 scadente scadente 35 B. Analisi del fattore Rispetto al gruppo di aziende dello scorso anno, c’è un miglioramento negli ospedali, ma la situazione dell’informazione rimane molto critica, a dispetto delle continue affermazioni sulla sua importanza e della facilità di alcuni provvedimenti che potrebbero essere presi. L’intervento di parte delle aziende sembra concentrarsi solo su alcuni aspetti del problema. Altre sembrano fare, come si può giudicare dai grafici, poco o nulla. Le poche aree più curate dell’informazione sono: • • • il servizio d’informazioni al pubblico, presente nel 66,7% degli ospedali; il prospetto all’ingresso con i servizi disponibili, presente nel 79,6% degli ospedali, nell’80% dei distretti e nel 62,7% dei poliambulatori; la targa esterna, presente nel 73,3% dei distretti e nel 66,7% dei poliambulatori Assolutamente carente è l’utilizzo di opuscoli informativi per gli utenti, come illustrato dai seguenti dati: • il 59,3% degli ospedali non ha alcun opuscolo informativo sul presidio, disponibile all’ingresso; • il 66,6% dei distretti non ha alcuno opuscolo informativo all’entrata su presidi e ausili, ADI, scelta e revoca del medico di medicina generale, esenzione ticket, assistenza sanitaria all’estero; • il 90% dei distretti non ha alcuno avviso o documento per il pubblico sul diritto alla libera scelta del luogo di cura; • il 66,7% dei distretti non mette a disposizione dei medici di medici generale opuscoli informativi per il pubblico sull’assistenza domiciliare e sulle prevenzione di malattie; • l’80,4% dei poliambulatori non ha opuscoli informativi sulle prestazioni offerte. 36 Infine, il 48,8% degli ospedali ha tutti gli ascensori senza alcuna indicazione circa i servizi presenti ai piani. C. In evidenza: quali informazioni ai pazienti ? Uno degli aspetti che più ricorre nelle testimonianze inviate a cittadini al Tribunale per i diritti del malato è la difficoltà che spesso si verifica in ospedale di avere informazioni sul proprio ricovero, i tempi di degenza, le ipotesi diagnostiche, gli accertamenti in corso, come comportarsi durante e dopo il ricovero, ecc. Le possibili soluzioni per ridurre queste difficoltà possono essere di due tipi: fornire ai pazienti, per quanto possibile, comunicazioni o avvisi scritti e formalizzare - in documenti per il personale - chi e quando deve comunicare con i pazienti e quale tipologia d’informazioni offrire. Per indagare su questo, sono state inserite nell’Audit Civico una serie di domande specifiche. I risultati di queste domande sembrano mostrare una realtà ancora difficile, nella quale si distinguono poche strutture sanitarie. Delle 464 U.O. di degenza visitate, forniscono informazioni - tramite opuscoli informativi o cartelli: • • • • sui nominativi e le qualifiche dei medici, il 52,6%; sul nome del coordinatore infermieristico, il 47,%; sugli orari della giornata, il 78%; sugli orario di ricevimento dei medici, il 63%. Infine, solo il 2,8% delle U.O. di degenza provvede a dare istruzioni scritte rivolte al personale, finalizzate ad assicurare che i malati siano informati su sulle condizioni di salute, sugli accertamenti in corso e i tempi di degenza previsti. 5. Assistenza alla persona – Rapporti degenti/operatori A. Indice di adeguatezza agli standard 37 Fig. 13 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’assistenza alla persona – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 - Giudizio 2002 - Giudizio 2003 - buono B. Analisi del fattore L’esame di questo fattore, limitato, al momento, al solo “livello dell’assistenza ospedaliera”, mostra una situazione soddisfacente, ma anche forti disparità tra azienda e azienda. I temi presi in considerazione e i relativi risultati sono: piaghe da decubito • il 68,5% degli ospedali hanno affermato di utilizzare specifiche linee guida per la loro prevenzione; • solo 3 strutture sono state in grado di precisare il numero di ricoverati nell’ultimo anno con questa complicanza, dimostrando di avere un sistema di sorveglianza su questo. 38 assistenza ai malati particolarmente bisognosi • • il 16,7% degli ospedali hanno regolamentato il fenomeno delle “badanti” attraverso un apposito regolamento; il 74,4 delle U.O. di degenza danno la danno la possibilità di assistere senza limiti di tempo i pazienti non autosufficienti con età superiore ai 75 anni (il 21,6% assicurando alla persona che assiste anche un posto letto e il 37,1% anche la possibilità di usufruire della mensa) personale front-office • l’87,5% delle aziende hanno organizzato negli ultimi tre anni corsi di formazione per il personale front-office. 6. Il comfort e le prestazioni alberghiere A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 14 – Profilo delle aziende sanitarie rispetto al comfort – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 ottimo Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono 39 Fig. 15 – Profilo delle aziende sanitarie rispetto al comfort – livello cure primarie - assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2001 ottimo Giudizio 2004 Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 ottimo discreto Fig. 16 – Profilo delle aziende sanitarie relativo al comfort – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 40 Giudizio 2004 discreto Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 buono Fig. 17 – Profilo delle aziende sanitarie relativo al comfort alle prestazioni sanitarie – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 ottimo Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 buono discreto B. Analisi del fattore La situazione relativa agli ospedali è buona, ma anche in questo caso, ci sono differenze accentuate tra le aziende considerate. Inoltre, i risultati del dell’assistenza specialistica ambulatoriale sono visibilmente inferiori agli altri livelli considerati. I risultati migliori si confermano essere quelli relativi al vitto e alle stanze di degenza. • il 90% delle Unità Operative – U.O. di degenza forniscono ai pazienti posate e bicchieri per il consumo dei pasti e l’85,1% degli ospedali hanno tutte le U.O. di degenza che praticano questa prassi; 41 • • • il carrello scaldavivande per la distribuzione del cibo è utilizzato nel 73,5% delle U.O. e il 68,6% degli ospedali hanno tutte le U.O. che lo utilizzano; la possibilità di scelta tra due o più opzioni per ogni componente del menù è offerta ai pazienti a dieta libera in tutte le U.O. in oltre il 90% degli ospedali; l’88,4% delle U.O. di degenza ha tutti i posti letto dotati di sedia, comodino e armadietto. Meno buoni invece, i dati sui servizi igienici, sulle sale di attesa e su alcuni servizi generali: • • • • • • • • • • solo il 29% dei poliambulatori e il 40,7% degli ospedali hanno servizi igienici dotati tutti di scopino, tavoletta e possibilità di chiusura; il 20,4% degli ospedali e il 37,3% dei poliambulatori non hanno sale di attesa con sedie; il servizio di barbiere e/o parrucchiere è presente nel 66 % degli ospedali; è possibile comprare giornali e riviste nel 57,4% degli ospedali; il bar è presente nel 50% degli ospedali; un bancomat o uno sportello bancario sono disponibili nel 53,7% degli ospedali; un parcheggio taxi in prossimità presso l’ospedale è presente nel 38,9% dei casi mentre il parcheggio per il pubblico è disponibile nel 63,9% delle strutture; è assente il bagno per disabili nel 24,1% degli ambulatori ospedalieri, nel 21,6% dei poliambulatori e nel 33.3% delle sedi di distretto; nessun poliambulatorio ha tutti gli ambulatori dotati di sale di attesa; c’è una scarsa diffusione dei distributore di bevande/alimenti presenti nel 37% dei Pronto Soccorso e nel 57,4% nelle le sale di attesa degli ambulatori ospedalieri C. In evidenza: Alcuni segni pericolosi 42 Per il seconda anno consecutivo, si sono osservati segni che possono fare presupporre l’esistenza di problemi gravi riguardanti la manutenzione delle strutture, l’organizzazione delle pulizie e dello smaltimento dei rifiuti. L’entità numerica di queste osservazioni è bassa, ma si tratta di segni che, per la loro gravità, non dovrebbero mai manifestarsi. Tab. 4 – Segni di disfunzioni rilevati negli ospedali – valori percentuali H U.O. H P Segni di fatiscenza alle pareti 20,4 12,9 11,8 Vetri rotti 3,7 1,5 - - 1,1 - 7,4 5,6 2,0 - 3,7 2,0 Rifiuti o altro materiale abbandonato 7,4 4,1 3,9 Soffitti e/o muri con ragnatele 7,4 1,3 2,0 Rubinetti rotti 7,4 5,4 5,9 Stanze di degenza senza finestre Finestre che non si chiudono Presenza di insetti Legenda: H = aree comuni del presidio ospedaliero, U.O.H = Unità Operative di degenza, P = poliambulatori fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 7. Il supporto ai malati e alle famiglie A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 18 – Profilo delle aziende sanitarie relativo al supporto ai malati e alle famiglie – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 43 1 2 3 5 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 30 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 scadente Giudizio 2003 discreto buono Fig. 19 – Profilo delle aziende sanitarie relativo all’accesso alle prestazioni sanitarie – livello cure primarie -assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 scadente Giudizio 2001 - Giudizio 2002 - Giudizio 2003 - 44 B. Analisi del fattore La situazione negli ospedali, circa le iniziative messe in atto per offrire un sostegno ai pazienti e alle loro famiglie in occasione dell’evento della malattia, è buona ed appare migliorata rispetto al gruppo di aziende esaminato negli anni precedenti. Già lo scorso anno, l’Audit mise in rilievo una certa diffusione di procedure prestabilite in caso di dimissioni dall’ospedale, al fine di assicurare la necessaria continuità assistenziale. Questa diffusione sembra essere confermata anche nel nuovo gruppo di ospedali esaminato nel 2004. I dati sull’esistenza di queste procedure sono: • 74,1% di ospedali con la procedura per le dimissioni protette10; • 59,3% di ospedali con la procedura per le dimissioni programmate11; • 77,8% di ospedali con la procedura per attivare i Servizi Sociali del Comune E’ da rilevare, inoltre, che il 61% delle U.O. di degenza visitate hanno affermato di promuovere iniziative per favorire il coinvolgimento della famiglia nella gestione della malattia del paziente. Probabilmente questo dato sovrastima questo tipo di iniziative. Non sempre è stato possibile esaminare la documentazione di queste iniziative e, a volte, i confini tra una iniziativa specifica e le generiche raccomandazioni verbali possono essere difficilmente distinguibili. C. In evidenza: quale sostegno per i momenti più difficili? 10 Le dimissioni protette consistono in dimissioni prima che questi abbiano terminato le cure o gli accertamenti diagnostici. In questo caso le cure e gli accertamenti diagnostici sono richiesti dal reparto che ha disposto le dimissioni. I referti che risultano da questi ulteriori accertamenti sono esenti da ticket e fanno parte a tutti gli effetti della cartella clinica. 11 Le dimissioni programmate consistono in dimissioni di pazienti stabilizzati che avvengono in accordo con le strutture e gli operatori sanitari del territorio che si fanno carico della continuità assistenziale. 45 Nell’Audit Civico 2004 sono stati aggiunti nuovi indicatori a questo fattore, al fine di esaminare più nel dettaglio quale sostegno psicologico è offerto a chi si trova in particolari condizioni di necessità a causa della gravità della malattia o di altri fattori concomitanti. Tab. 5 – Servizi di supporto psicologico negli ospedali – valori percentuali assistenza psicologica per malati gravi e loro famigliari 48,1 assistenza psicologica in caso di trapianti 31,5 assistenza psicologica per donne vittime di violenza 31,5 fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 I risultati, illustrati nella tabella, mostrano una realtà limitata nel migliore dei casi, a quasi la metà degli ospedali. Sono pochi in confronto alle necessità, ma l’esistenza di una fascia di aziende “illuminate” fa ben sperare per una sempre maggiore diffusione di questi servizi. La situazione sul territorio appare ancora più limitata: solo il 23,3% dei distretti ha un Servizio di consulenza telefonica dedicato ai familiari dei pazienti oncologici in assistenza domiciliare e un Servizio di assistenza psicologica per i pazienti assistiti e le loro famiglie. 8. Documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 20 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla documentazione sanitaria – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 46 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto discreto Fig. 21 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla documentazione sanitaria – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 pessimo Giudizio 2001 - Giudizio 2002 - Giudizio 2003 - 47 B. Analisi del fattore L’esame del grafico della figura 20 mette in evidenza il ritardo di alcune aziende sul fattore “documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti”, che si collocano nella fascia più bassa. Circa un terzo delle aziende, invece, raggiunge la fascia più alta . Gli aspetti più positivi riguardano: • • la consegna a domicilio di referti medici e della cartella clinica, effettuata dagli ospedali, rispettivamente nell’87% e nel 75,9% dei casi; il rilascio di una scheda di dimissione in cui sono indicate la diagnosi (96,8%) le cure effettuate (95,5%) la terapia prescritta (96,3%) i comportamenti e le precauzioni da seguire 92,7% e i riferimenti telefonici per le urgenze (88,1%). Più critici sono gli aspetti riguardanti: • i tempi di consegna della cartella clinica che sono di 1-7 gg, nel 25,9% degli ospedali, di 8-15 gg nel 40,7% e di 16-30 gg nel 22,2%; • la possibilità di avere copia delle radiografie effettuate in pronto soccorso (42,6% degli ospedali); • la consegna a domicilio dei referti medici effettuata dai poliambulatori nel 31,4% dei casi; • le iniziative promosse per favorire il raccordo tra medici ospedalieri e medici di medicina generale, documentate dal 33,3% degli ospedali. C. In evidenza: l’innovazione tecnologica e la documentazione sanitaria Il tema dell’innovazione tecnologica e il suo rapporto con la documentazione sanitaria è molto complesso e non può essere sviluppato in questa sede. Ci sono due dati raccolti con l’Audit, però, che meritano quantomeno di essere messi in evidenza. I dati riguardano la consultazione dei referti medici tramite web, possibile nel 3,7% degli ospedali e in nessuno dei 48 poliambulatori e la scrittura a macchina o l’informatizzazione della cartella clinica, presente solo nel 22,4% delle U.O. di degenza. Considerando i vantaggi che potrebbero venire da un’applicazione più diffusa di queste iniziative, appare l’urgenza di un impegno in questa direzione da parte delle aziende sanitarie pubbliche. 9. Tutela dei diritti A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 22 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla tutela dei diritti – livello aziendale (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono Fig. 23 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla tutela dei diritti – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 49 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono Fig. 24 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla tutela dei diritti – livello cure primarie -assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto discreto 50 Fig. 25 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla tutela dei diritti – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 14 15 18 20 22 23 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 discreto Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 discreto Fig. 26 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla tutela dei diritti – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 scadente Giudizio 2003 scadente pessimo 51 B. Analisi del fattore Questo fattore sembra essere caratterizzato da un’accentuata differenza tra azienda e azienda, sia al livello ospedaliero – dove si hanno i risultati migliori – sia negli altri tre livelli presi in considerazione. Un’analisi periodica quali-quantitativa dei reclami ricevuti dall’URP è presente nell’84,4% delle aziende e quasi sempre è integrata da un’analisi per esito dei singoli reclami (75%) e adozione di provvedimenti (75%). Gli aspetti meno positivi riguardano la disponibilità al momento dell’ingresso di documenti rivolti al pubblico o avvisi relativi a possibilità e modalità per comunicare commenti, suggerimenti, reclami nei poliambulatori (37,3%), nei distretti (40%) e nei servizi specialistici territoriali (22,6%). Infine, il 68,7% delle aziende hanno la carta dei servizi con standard di qualità. 10. Programmi di miglioramento della qualità A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 27 – Profilo delle aziende sanitarie relativo ai programmi di miglioramento della qualità -livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 3 5 6 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 52 Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 buono discreto Fig. 28 – Profilo delle aziende sanitarie relativo ai programmi di miglioramento della qualità – livello cure primarie -assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 14 20 21 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 scadente Giudizio 2003 pessimo buono* * il giudizio è relativo solo a 9 distretti su 30 Fig. 29 – Profilo delle aziende sanitarie relativo ai programmi di miglioramento della qualità – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 53 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 scadente Giudizio 2003 scadente scadente Fig. 30 – Profilo delle aziende sanitarie relativo ai programmi di miglioramento della qualità – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 scadente Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto discreto 54 B. Analisi del fattore Il “miglioramento della qualità” dovrebbe rappresentare per le aziende, insieme al fattore “tutela dei diritti”, un elemento basilare per mettere in moto quel circolo virtuoso rappresentato dalla rilevazione della “non conformità”, dall’adozione delle azioni correttive e dal controllo dei risultati. Eppure, come illustrato nelle figure e nella tabella, tale azione appare limitata, soprattutto negli ambiti estraospedalieri e con grande variabilità da azienda e azienda. Tab. 6 – Le indagini sulla soddisfazione degli utenti – valori percentuali H D P SC indagine sulla soddisfazione degli utenti 63,0 26,7 25,5 25,0 risultati dell’indagine resi pubblici 59,3 23,3 azioni correttive successive 50,0 20,0 19,6 - 18,8 6,3 Legenda: H = ospedali, D = distretti, P = poliambulatori, SC = SERT e CSM fonte:Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva, Rapporto Audit Civico 2004 11. Gestione del rischio clinico A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 31 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla sicurezza nell’esercizio della pratica medica – livello aziendale (valori indicizzati) 55 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2001 discreto Giudizio 2004 Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 buono ottimo Fig.32 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla sicurezza nell’esercizio della pratica medica – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 ottimo buono 56 B. Analisi del fattore Si conferma anche in questa quarta rilevazione il dato confortante di una sempre maggiore attenzione delle aziende nei confronti del tema della gestione del rischio clinico. Numerose aziende sanitarie raggiungono un punteggio elevato dell’IAS (cfr. fig. 31), sia al livello aziendale, sia al livello dell’assistenza ospedaliera. Alcune hanno un punteggio più basso, ma nessuna si colloca nell’ambito nella prima fascia. I dati salienti che spiegano questa situazione positiva sono: • • • • • • • • • il 65,6% delle aziende hanno un ufficio, una persona incaricata, o un servizio per gestire gli aspetti relativi alla sicurezza nell’esercizio della pratica assistenziale e medica; nel 56,3% delle aziende c’è un sistema di registrazione degli errori, quasi - errori, incidenti da cause organizzative, eventi sentinella; il 25% delle aziende sanitarie ha redatto una mappa del rischio clinico e un piano per gestire tale rischio; il 59,4% delle aziende hanno istituito un Servizio di Ingegneria medica; il 96,9% e il 93,8% hanno istituito rispettivamente la Commissione per le infezioni ospedaliere e la Commissione per il buon uso del sangue; il 59,4% ha organizzato corsi di formazione sulla gestione del rischio clinico nel 74,1% degli ospedali sono segnalate indagini sulle infezioni ospedaliere; il 77,8% degli ospedali hanno adottato un manuale dei disinfettanti; il 94,4% degli ospedali hanno formalizzato una procedura operativa per i rifiuti sanitari e un protocollo per la sterilizzazione. C. In evidenza: il Pronto Soccorso Il pronto soccorso rappresenta una delle aree dell’ospedale in cui la gestione del rischio clinico è particolarmente importante. Per questo motivo, sono stati 57 inseriti, nel sistema di indicatori dell’Audit Civico, due indicatori proposti12 per le attrezzature e la dotazione dei pronto soccorso, vale a dire: • l’individuazione all'interno del pronto soccorso dei responsabili della verifica e del controllo delle attrezzature e delle dotazioni (realizzata nel 61,1% degli ospedali); • la definizione per tutto il personale delle procedure per effettuare e/o attivare la manutenzione straordinaria delle attrezzature e delle dotazioni del pronto soccorso (realizzata nel 78,8% degli ospedali). I risultati mostrano la necessità di diffondere queste “buona pratica” e di raggiungere percentuali prossime al 100%. 12. La sicurezza delle strutture e degli impianti A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 33 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla sicurezza delle strutture e degli impianti – livello aziendale (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 ottimo Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 ottimo ottimo 12 Cfr. Ottone G Balestrino E., Manuale di accreditamento del pronto soccorso, Centro Scientifico Editore, Torino, 1998 58 Fig.34 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla sicurezza delle strutture e degli impianti – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 25 26 27 28 29 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 ottimo buono Fig. 35 – Profilo delle aziende sanitarie rispetto alla sicurezza delle strutture e degli impianti – livello cure primarie - assistenza sanitaria di base (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 59 Giudizio 2001 buono Giudizio 2004 Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 buono discreto Fig. 36 – Profilo delle aziende sanitarie relativo rispetto alla sicurezza delle strutture e degli impianti – livello cure primarie - assistenza specialistica ambulatoriale (valori indicizzati) 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 22 23 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono Fig. 37 – Profilo delle aziende sanitarie relativo rispetto alla sicurezza delle strutture e degli impianti – livello cure primarie - assistenza specialistica territoriale (valori indicizzati) 60 8 9 11 12 13 14 15 18 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 scadente Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 ottimo Giudizio 2003 ottimo B. Analisi del fattore Per la prima volta, dalla prima rilevazione Audit del 2001, i dati relativi alla “sicurezza delle strutture e degli impianti” mostrano nel complesso un lieve peggioramento, sia per le strutture ospedaliere che per quelle estraospedaliere. In particolare, si rileva che: • • • • il 90,6% delle aziende hanno stipulato regolari contratti di assistenza per manutenzione e la riparazione delle apparecchiature; il 96,9 delle aziende hanno promosso negli ultimi 3 anni uno o più corsi di formazione sulla sicurezza delle strutture e degli impianti; il 61,1% degli ospedali hanno individuato all'interno del Pronto Soccorso, i responsabili della verifica e del controllo delle attrezzature e delle dotazioni e il 77,8% ha definito e fatto conoscere al personale le procedure per effettuare e/o attivare la manutenzione straordinaria delle attrezzature e delle dotazioni; il 72,2% degli ospedali possiedono un accesso dedicato all’emergenze; 61 • i cartelli per le vie di fuga sono presenti nel 79,7% degli ospedali (in tutte le U.O.), nel 60% delle sedi di distretto, nel 56,9% dei poliambulatori e nel 22,2% dei servizi specialistici territoriali; i cartelli per l’individuazione degli estintori sono presenti nell’85,1% degli ospedali (in tutte le U.O.), in 30 sedi di distretto su 35, nel 66,7% dei poliambulatori su 29 e nel 45,2% dei servizi specialistici territoriali. • 13. Malattie croniche e oncologia A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 38 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alle malattie croniche – livello aziendale – aziende ospedaliere (valori indicizzati) 1 3 4 5 6 16 17 19 24 25 26 27 28 31 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono Fig.39 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla malattie croniche – livello aziendale – aziende sanitarie locali (valori indicizzati) 62 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 21 22 23 29 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 buono Giudizio 2002 buono Giudizio 2003 buono buono B. Analisi del fattore Tra gli elementi positivi, che contraddistinguono il fattore “malattie croniche e oncologia”, si possono segnalare le seguenti strutture: • • centri per la chemioterapia nell’87,5% delle aziende sanitarie; centri d’informazione o counselling per patologie croniche o patologie rare nel 59,4% delle aziende; • centri di riferimento o strutture di orientamento per pazienti affetti da patologie croniche o da patologie rare nel 71,9% delle aziende; • servizi che erogano cure palliative (tra cui 8 hospice) nell’84,4% delle aziende. Circa la questione dei presidi, ausili e protesi, l’impegno delle ASL sembra essere ancora insufficiente: • • solo il 46,9% delle ASL ne segnala la consegna a domicilio; solo il 21,9% ha adottato delle procedure di valutazione della loro qualità con il coinvolgimento degli utenti, quali un questionario, la raccolta di una firma di gradimento e la scelta diretta del presidio; 63 • solo il 34,4% delle ASL ha centri di riferimento aziendali per la manutenzione di presidi, ausili e protesi (interni o esterni all’azienda). Infine, la metà delle ASL ha promosso iniziative rivolte ai medici di medicina generale per favorire l’accesso dei malati cronici ai servizi sanitari. C. In evidenza: i percorsi aziendali di cura e assistenza Spesso nella diagnosi e nella cura di patologie importanti e/o molto diffuse ci sono innumerevoli difficoltà e ostacoli dovuti allo spezzettamento e alla dispersione delle strutture specialistiche interessate alla patologia. Per favorire il superamento di queste difficoltà, alcune aziende hanno iniziato a definire e ad offrire agli utenti percorsi di cura organizzati e integrati, cercando di combinare gli elementi fondamentali delle linee guida – basate sulle evidenze – con le reali capacità organizzative dell’azienda. Nella rilevazione Audit 2004 questa tendenza appare sempre più diffusa: il 71,9% e il 75% delle aziende dichiara di avere definito tali percorsi, rispettivamente, per malattie croniche (il diabete, broncopneumopatie, ecc.) e per malattie tumorali. 14. La gestione del dolore A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 40 – Profilo delle aziende sanitarie relativo alla gestione del dolore – livello aziendale (valori indicizzati) 64 2 7 8 9 10 11 12 13 14 15 18 20 21 22 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 ottimo discreto Fig. 41– Profilo delle aziende sanitarie relativo gestione del dolore – livello assistenza ospedaliera (valori indicizzati) 8 10 11 12 14 15 18 21 23 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Scadente Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 buono 65 B. Analisi del fattore Rispetto a quanto analizzato lo scorso anno, sono stati inseriti nella rilevazione Audit 2004 ulteriori indicatori che hanno permesso di arricchire le rilevazioni sulla gestione del dolore realizzata ai vari livelli dell’assistenza sanitaria. In generale, la situazione della lotta al “dolore inutile” in questo gruppo di aziende sembra dividersi in due. Da una parte, ci sono alcune aziende che stanno facendo i primi passi verso una gestione efficace del dolore con alcuni provvedimenti di base, dall’altra ci sono altre aziende che sono sostanzialmente “ferme”. In ogni caso, a distanza di 4 anni dalla prima rilevazione Audit, i risultati di questo fattore non mostrano alcun miglioramento e mettono in evidenza le difficoltà ancora esistenti in Italia per avviare un controllo efficace del dolore a tutti i livelli dell’assistenza sanitaria. La rete integrata di servizi deputata alla cura del dolore sembra essere ancora molto carente. L’84,2% delle aziende dichiara di avere uno o più servizi di cure palliative/terapia del dolore, ma solo 2 aziende su 32 hanno dichiarato di erogare cure palliative in tutti i livelli assistenziali (assistenza domiciliare, ambulatori sul territorio, ospedale day hospital, hospice). Altre criticità emergono, poi, dalle pratiche e dalla iniziative di formazione che sono promosse per mettere in atto il controllo del dolore: • solo il 43,8% delle aziende segnalano l’utilizzo, nell’ambito dei propri servizi, di linee guida per il controllo del dolore; • il 31,5% degli ospedali non utilizzano alcun protocollo per il controllo del dolore; • il 42,6% degli ospedali hanno realizzato negli ultimi tre anni iniziative finalizzate a creare valutatori/ricognitori per il controllo clinico nelle U.O. del paziente con dolore; • il 55,6% degli ospedali hanno realizzato iniziative di formazione sulla terapia del dolore rivolte al personale sanitario; 66 • il 15,6% delle aziende ha avviato iniziative di formazione volte a creare valutatori sul territorio per il controllo clinico del paziente con dolore e il 25% ha realizzato iniziative sul dolore rivolte ai medici di medicina generale; • il 37% degli ospedali hanno elaborato linee di comportamento per gli operatori sanitari per fornire una adeguata informazione ai pazienti sulla terapia del dolore. C. In evidenza: la rilevazione del dolore come quinto segno vitale La misurazione del dolore nei pazienti, considerato ormai “quinto segno vitale”, rappresenta una delle prime pratiche da adottare per costruire un sistema efficace di “pain management”. Purtroppo, questa pratica stenta a diffondersi a tutte le strutture sanitarie. Gli ospedali, che hanno dichiarato di effettuarla, sono 34 (pari al 62,9% del totale), ma quelli nei quali è effettuata a intervalli regolari in tutti i pazienti, sono solo 15. Sul territorio la situazione è ancora peggiore con il 18,% delle aziende che la effettuano nei pazienti in ADI quando le condizioni lo richiedono. 15. Istituti di partecipazione degli utenti nel SSN previsti dalla legislazione vigente e Altre forme di partecipazione e di interlocuzione cittadini/azienda sanitaria A. Indice di adeguatezza agli standard Fig. 42 – Profilo delle aziende sanitarie relativo agli istituti di partecipazione degli utenti nel SSN – livello aziendale (valori indicizzati) 67 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto discreto Fig. 43 – Profilo delle aziende sanitarie relativo ad altre forme di partecipazione – livello aziendale (valori indicizzati) 4 5 6 8 9 10 11 12 13 16 17 18 19 21 23 25 26 29 31 32 Legenda: da 1 a 32 = le aziende sanitarie coinvolte nell’Audit Civico Giudizio 2004 pessimo Giudizio 2001 discreto Giudizio 2002 discreto Giudizio 2003 discreto B. Analisi del fattore 68 Relativamente a questi due fattori sulla partecipazione dei cittadini, sembra che, a differenza degli anni scorsi, la partecipazione con i cittadini – quando ricercata – lo sia solo tramite gli strumenti tradizionali previsti dalla legislazione. Tra gli strumenti più utilizzati ci sono, infatti: • • • • i protocolli d’intesa con le organizzazioni di cittadini, stipulati dal 78,1% delle aziende; la Commissione mista conciliativa, presente nel 50% delle aziende sanitarie; la Conferenza dei servizi convocata nell’ultimo anno dal 40,6% delle aziende; il coinvolgimento dei cittadini nella determinazione degli standard della carta dei servizi realizzato da 12 aziende sulle 22 (68,8%) che hanno individuato gli standard. Al di là di questi strumenti non è stata rilevata altra forma di coinvolgimento nelle politiche aziendali, quali richieste formali di pareri o riunioni periodiche con le organizzazioni dei cittadini. L’unica prassi partecipativa innovativa rintracciata è la possibilità di controlli degli utenti sulla qualità delle forniture e dei servizi resi, prevista da 5 aziende (15,6%). 69 Capitolo Terzo Un primo bilancio sulle modalità di applicazione Nel rapporto precedente si era rilevato che l’Audit Civico stava producendo effetti rilevanti nelle realtà che lo avevano adottato, ma anche sulla possibilità di “leggere” in modo innovativo la realtà del servizio sanitario. Le ulteriori esperienze di applicazione mettono in evidenza che l’Audit stesso interagisce significativamente con vari processi (come la costruzione di un ambiente di comunicazione sulla qualità, la strutturazione della partecipazione civica, la valutazione delle politiche sanitarie e il miglioramento della qualità) e si presta a diverse interpretazioni operative. 3.1. L’ambiente dell’Audit Civico Cinque anni di attività, dalla progettazione alle ultime applicazioni, l’adozione da parte di 83 aziende e di una agenzia regionale, i rapporti con altre agenzie regionali, con enti di certificazione e con vari professionisti, hanno fatto crescere un vero proprio “ambiente” dell’Audit Civico intendendo come tale un insieme di persone e di enti interessati, non soltanto alle specifiche applicazioni della metodologia, ma anche al suo sviluppo disciplinare e ad un suo efficace inserimento nei processi di partecipazione, valutazione, progettazione e decisione. Tale ambiente è formato, sul versante degli interlocutori, da responsabili della qualità e degli Uffici per le relazioni con il pubblico, ma anche da altri professionisti particolarmente attenti al rapporto con i cittadini, da responsabili e da operatori delle Agenzie regionali per i servizi sanitari, sul versante dei promotori dai componenti della équipe nazionale, dai rappresentanti di AstraZeneca e da vari responsabili locali di Cittadinanzattiva capaci di interpretare, ad alto livello, le informazioni prodotte e di attivare nuovi processi di interlocuzione e di miglioramento. Una stima prudenziale della consistenza quantitativa dell’ambiente porta a ritenere che esso comprenda, nel momento attuale, da 50 a70 persone. Le manifestazioni evidenti dell’esistenza di questo ambiente sono state tutte particolarmente significative ai fini dello sviluppo della metodologia. Basti 70 pensare al Tavolo nazionale di progettazione, al gruppo nazionale e al gruppo emiliano romagnolo che hanno contribuito alla revisione degli indicatori nel corso dell’ultimo anno. Ha avuto, però, una pari importanza la miriade di contatti informali realizzati attraverso gli incontri di benchmarking, gli incontri locali di formazione e le discussioni sui problemi emersi in corso d’opera. Il seminario sul tema “Audit civico e politiche sanitarie” tenutosi il 5 maggio 2005 a Roma, presso la sede del CNEL, è stata una prima occasione di incontro, nella quale vari componenti dell’ambiente appena definito hanno discusso delle prospettive di sviluppo del metodo in ordine alle valutazioni della qualità e delle politiche sanitarie, allo sviluppo delle partecipazione civico e ai processi di miglioramento e hanno convenuto sulla opportunità di dare un assetto più stabile alla rete. 3.2. Uno strumento al servizio della partecipazione civica. L’Audit Civico è per definizione, se così si può dire, uno strumento per la partecipazione dei cittadini alla valutazione delle aziende sanitarie. Nel corso delle diverse applicazioni questa sua natura ha assunto diverse connotazioni di estremo interesse. Un primo gruppo di esperienze ha confermato che la metodologia è applicabile anche in assenza di realtà locali di Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva. A L’Aquila, nel 2002, la valutazione è stata condotta da giovani con il sostegno di una associazione di malati cronici, ad Aosta, nel 2003, l’équipe civica era costituita da un gruppo di insegnanti che hanno condotto il monitoraggio sul territorio con i propri allievi e da esponenti di una associazione di volontariato con il sostegno del difensore civico regionale, a Modena, Piacenza e Cesena hanno partecipato alla valutazione i Comitati consultivi misti. In sostanza, con i dovuti accorgimenti, l’Audit Civico è uno strumento utilizzabile da una ampia gamma di realtà della cittadinanza attiva. Un secondo gruppo di esperienza ha legato l’Audit all’attuazione delle disposizioni del D.P.C.M. del maggio 1995 e cioè alla costruzione e alla implementazione della Carta dei servizi (Trento) o alla realizzazione delle Conferenze dei servizi (ASL 1 di Torino), confermando il grande valore potenziale di tali indicazioni. In altre realtà, la presentazione pubblica e la discussione degli esiti della valutazione civica è stata l’occasione per rendere trasparenti e verificabili gli 71 impegni di miglioramento e per aprire nuovi spazi di collaborazione fra i cittadini e le aziende sanitarie. Nell’ambito della attuazione della convenzione stipulata con l’Agenzia Sanitaria Regionale dell’Emilia Romagna è stato messo a punto un percorso strutturato di partecipazione. Le linee guida per l’applicazione regionale dell’Audit Civico forniscono specifica indicazioni per la definizione dei rapporti con i Comitati consultivi misti, per il piano di comunicazione e di convocazione dei cittadini interessati, per la costituzione delle équipes miste, per la formazione dei partecipanti, per la conduzione delle operazioni sul campo e per le azioni finali. Al termine della sperimentazione regionale, quindi saranno disponibili dati sistematici per la definizione di un repertorio efficace di azioni utili per lo sviluppo della partecipazione civica come risorsa a disposizione del servizio sanitario. 3.3. Uno strumento di valutazione e di comparazione. La possibilità di accedere al benchmarking permette di verificare, sulla base di notizie attendibili, quali sono le caratteristiche – positive e negative dal punto di vista dei cittadini - ricorrenti del sistema e, per converso, quali sono i meriti o i demeriti specifici dell’azienda. Questo fatto, da una parte, aiuta a cogliere meglio la sostanza dei problemi, elevando il contenuto e la rilevanza delle interlocuzioni con l’azienda, dall’altra potrebbe essere utilizzata per integrare la valutazione dei direttori generali con elementi obiettivi e rilevanti Per descrivere meglio questa caratteristica dell’Audit Civico è possibile applicare alle tavole di bechmarking una “griglia di lettura” che raccoglie sia gli elementi positivi che contraddistinguono le aziende con i punteggi migliori nei vari fattori, sia – al contrario – le omissioni e le carenze che caratterizzano le aziende con i punteggi più bassi. La lettura “trasversale” di questi elementi permette di individuare tre gruppi di indicatori che hanno il comune il dato di essere presenti in non più del 25% delle aziende sanitarie partecipanti ai diversi cicli di Audit civico, ma si differenziano profondamente fra di loro per quanto riguarda il significato. Il primo gruppo potrebbe essere definito quello delle “pietre d’inciampo”, perché è costituito da indicatori che - per l’esistenza di disposizioni legislativa o per la loro corrispondenza con un sentire comune largamente diffuso, spesso per 72 il costo basso o nullo dei provvedimenti da assumere - dovrebbero trovare un riscontro positivo nella grande maggioranza delle aziende sanitarie e invece indicano l’esistenza di veri e propri ostacoli - superati da pochi – al processo di miglioramento continuo dell’assistenza sanitaria che la maggioranza delle aziende persegue o intende perseguire Il secondo gruppo riguarda le buone pratiche che rivelano l’esistenza di una particolare “sensibilità” di alcune aziende che le porta ad affrontare cambiamenti impegnativi (dal punto di vista finanziario, organizzativo, ecc.) oppure ad approcciare questioni e tematiche nuove sulla scia di esperienze internazionali, magari recuperando un ritardo proprio della realtà italiana. Un terzo gruppo di indicatori fa emergere il permanere di omissioni e cioè il fatto che alcune aziende si ostinano a non prendere in considerazione azioni e provvedimenti considerati ormai ordinari, se non addirittura, ovvi nella prassi della stragrande maggioranza delle aziende. 3.3.1 Le “pietre d’inciampo” Le “pietre d’inciampo”, sono costituite da elementi, alquanto eterogenei fra di loro, la cui scarsa diffusione presso la aziende sanitarie, documentata attraverso l’Audit Civico, pone seri problemi. In molti casi si tratta di provvedimenti apparentemente semplici, come la disponibilità nelle varie sedi (ingresso nell’ospedale, unità operative, poliambulatori, studi dei medici di famiglia) di documenti o avvisi relativi al diritto alle prestazioni offerte dell’azienda, alla libera scelta del luogo di cura, alle cure domiciliari ai nominativi dei professionisti presenti e alla prevenzione delle malattie. Il cambiamento organizzativo e culturale richiesto è più rilevante come l’impegno a garantire stanze di degenza riservate per i malati terminali e per le loro famiglie. Per quanto riguarda i provvedimenti più semplici, esiste certamente una sottovalutazione, da parte delle culture professionali, della loro rilevanza di questi aspetti. E’ probabile, infatti, che nel momento in cui si prendono determinate decisioni, gli operatori possono fare valere i propri legittimi interesse mentre il punto di vista del cittadino non viene rappresentato. E’ il caso appunto dell’assenza di elementari strumenti informativi. Comunicare ai cittadini quali sono le prestazioni erogate, i professionisti che operano in una determinata struttura, i diritti di cui sono titolari, le misure di prevenzione 73 primaria e secondaria non è un adempimento accessorio. A ben vedere, infatti, le informazioni omesse dalla grande maggioranza della aziende sanitarie relativamente agli esempi sopra descritti, interferiscono negativamente almeno su tre aspetti importanti: • la scelta libera e consapevole dei cittadini delle strutture a cui rivolgersi, che favorisce una positiva e “regolata” concorrenza tra le strutture erogatrici; • la trasparenza che la Pubblica Amministrazione dovrebbe garantire circa i nomi e i ruoli di coloro che hanno, in questo caso come Servizio Sanitario Nazionale, una precisa responsabilità nei confronti dei cittadini; • un uso consapevole e appropriato delle risorse che il SSN mette a disposizione di tutti i cittadini responsabilità di coloro che operano è un atto elementare che la Pubblica Amministrazione è tenuta ad effettuare nei confronti dei cittadini. Siano semplici o complesse, comunque, queste questioni permangono a tempo indeterminato, nel limbo delle decisioni rinviate ad un momento “più opportuno”. E’ necessario quindi che - almeno su alcune di queste “pietre d’inciampo” - si apra una riflessione per ridefinire, una volta per tutte, la loro rilevanza e le priorità che esse devono assumere elementi nelle aziendali. 3.2.2. Le buone pratiche. Le buone pratiche si riferiscono essenzialmente alla instaurazione di prassi volte a eliminare o almeno alleviare le sofferenze e i gravi disagi causati, ai malati e alle loro famiglie, dall’insorgere di particolari patologie o, più in generale, a migliorare la qualità dei processi sanitari. E’ giusto riconoscere una particolare sensibilità a chi si è impegnato in questo senso superando pregiudizi che confinano nell’ambito delle questioni poco importanti o praticamente irrisolvibili la possibilità di supportare i degenti e le famiglie (in caso di morte dei loro cari, di necessità di carattere economico, di trasferimento in strutture per lungodegenti o RSA, dimissioni protette) con procedure e servizi adeguati o, più semplicemente, di verificare il grado di soddisfazione degli utenti. 74 Non si può però accettare che azioni di questo genere restino confinate – come sta di fatto avvenendo - in permanenza nell’ambito delle buone prassi soprattutto quando riguardano aspetti cruciali per la vita dei malati come la terapia del dolore. Nei quattro anni di applicazione dell’Audit Civico l’unico caso significativo di passaggio dalla buona prassi ad una diffusione ragionevolmente sistematica, riguarda l’adozione di procedure per la prevenzione dei rischi nella pratica medica e assistenziale ed è legittimo chiedersi, con qualche malizia, se ciò non sia dovuto al forte incremento dei premi assicurativi. 3.3.3. Le omissioni E’ compresa in questo gruppo una serie, ancora troppo lunga, d’indicatori che rivelano il fatto che, nel servizio sanitario italiano, è ancora possibile sottrarsi ad adempimenti fondamentali, senza incorrere in sanzioni. Il fatto che possano ancora esistere aziende senza l’Ufficio per le relazioni con il pubblico, altre che omettono qualunque atto di prevenzione delle piaghe da decubito, altre ancora che non curano la presenza di un minimo di dotazioni nei gabinetti, non può più essere imputato a disfunzioni di sistema ma chiama direttamente in causa la capacità o la buona volontà dei dirigenti. Nessuna, fra le aziende che hanno partecipato all’Audit Civico, presenta contemporaneamente tutte le carenze, ma il solo fatto, che nell’ambito di aziende che hanno testimoniato la propria volontà di miglioramento aderendo all’iniziativa si possano riscontrare lacune di questo tipo, deve indurre una seria riflessione. Queste considerazioni, come, le precedenti rimandano soprattutto alla necessità di un sostanziale adeguamento nelle procedure di valutazione dell’operato dei direttori generali ma anche dei dirigenti. Le legittime e dovute incentivazioni per il raggiungimento di determinati obiettivi devono prevedere necessariamente una gamma di provvedimenti (di cui la rimozione è l’ultimo gradino) che sanzionino con equilibrio e con severità trascuratezze, ritardi e, appunto, omissioni. 3.4. Uno strumento per il miglioramento. 75 L’Audit Civico, come dimostra la rilevazione analitica sugli esiti realizzata in tredici aziende13, ha indotto azioni di cambiamento (talvolta già durante il corso dell’esecuzione) e ha sostenuto progetti di miglioramento già in atto. La formulazione dei quesiti generali e la definizione degli indicatori, in effetti, suggeriscono, volutamente, priorità e standard e favoriscono, quindi, la definizione delle azioni correttive. Il motore vero, però, è dato, probabilmente, dal fatto che, quando le aziende e le organizzazioni dei cittadini si accordano per fare un Audit Civico, hanno già deciso di impegnarsi insieme per produrre miglioramenti. Per valutare gli effetti operativi dell’Audit è stato richiesto alle èquipe locali di indicare analiticamente: • le aree critiche prese in considerazione, in termini operativi, a conclusione dell’Audit; • le relative azioni correttive, indicando per ognuna di esse lo stato di avanzamento e cioè se l’azione stessa era stata: a) quanto meno individuata; b) definita e decisa; c) attuata o almeno concretamente iniziata; • se l’azione poteva correttamente essere considerata come un risultato dell’audit o se invece discendeva da altre politiche aziendali già in atto; • il livello di pertinenza, vale a dire l’idoneità a risolvere i problemi considerati, di ogni azione. I risultati sono esposti nella tabella 7. Nelle 13 aziende sono state prese complessivamente in considerazione 235 aree critiche. Utilizzando le classificazioni proposte nel terzo capitolo, si ottiene la seguente ripartizione: • 58 aree critiche fanno capo ai fattori classificati come “buoni” nel rapporto conclusivo del 2001, vale a dire il comfort, l’accesso alle prestazioni e la sicurezza delle strutture e degli impianti; 13 Azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, Aziende ospedaliera di Caserta, Policlinico di Palermo, Azienda Ospedaliera S. Antonio Abate di Trapani, Aziende sanitarie locali di Chiavari, Nuoro, Legnago , Lucca, Salerno; Piacenza, Torino 1 e Torino 4., Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento. 76 • • • 26 sono comprese nei fattori definiti “in movimento” e cioè la sicurezza nella pratica medica e assistenziale e la medicina del dolore; 53 riguardano la cosiddetta “zona grigia”, che comprende le malattie croniche e oncologia, il supporti ai degenti e alle loro famiglie, l’assistenza alla persona, la documentazione sanitaria e la comunicazione fra i medici curanti, gli istituti di partecipazione previsti dalle leggi e le altre forme di partecipazione; 98 si riferiscono ai fattori definiti “cattivi” che comprendono l’informazione logistica e sanitaria, il rispetto dell’identità e le relazioni sociali, la tutela dei diritti e i programmi di miglioramento della qualità. L’attenzione prevalente verso le due ultime categorie potrebbe essere considerata una conferma dell’impatto dell’Audit civico, l’affermazione deve però essere considerata con molta cautela alla luce del permanere delle “pietre di inciampo” e delle “omissioni” segnalate nel paragrafo precedente. La “reattività” delle aziende è alquanto differenziata, in otto casi può essere considerata ottima per la qualità e la tempestività delle azioni correttive poste in atto (talvolta avviate mentre l’Audit era ancora in corso, in particolare a Nuoro), in due casi, probabilmente per effetto di cambi nella direzione dell’azienda, mediocre, in tre casi l’impatto è stato alquanto scadente (poche azioni correttive hanno superato la fase dello studio). La tipologia delle azioni è decisamente varia. Si registrano infatti: • • • interventi sulle strutture: istituzione di un reparto di oncologia, apertura di un bar, avvio della realizzazione di uno spaccio interno, realizzazione di bagni per disabili in tre ospedali, adeguamenti del comfort, ecc; adeguamenti organizzativi: sono stati aperti due CUP e un sistema di prenotazione telefonica, un terzo è stato posto allo studio, è stato istituito un triage, sono stati distribuiti telefoni mobili, è stato adeguato l’orario di visita ai ricoverati in un ospedale, è stata adottata la prassi di dare appuntamenti differenziati per le visite ambulatoriali sono finalmente state affisse le planimetrie del piano di evacuazione anche nei distretti e altro ancora; avvio di progetti con l’istituzione di gruppi di miglioramento su vari temi o con la produzione di linee guida (di cui una relativa alle procedure di sicurezza in sala operatoria) , in tre aziende sono stati 77 • • • • avviati progetti di risk management, in una è stato istituito un osservatorio medico legale; avvio di azioni di adeguamento della gestione del dolore, in particolare a Lucca la discussione degli indicatori negativi è stata l’occasione per aggiornare sostanzialmente la politica aziendale; realizzazione (o avvio) di azioni informative: un punto di informazione nell’atrio, cartellonistica esterna o di reparto, opuscoli informativi (in almeno metà delle aziende, definizione di punti per la raccolta dei reclami e altro - in misura però decisamente inferiore alle lacune poste in evidenza dall’Audit; attivazione presso tre aziende di un servizio di mediazione culturale; integrazione degli gli istituti di partecipazione con l’istituzione di un comitato etico, di un comitato misto consultivo e sono state avviate procedure di consultazione periodica delle organizzazioni civiche e protocolli di intesa (a Trento, come si vedrà successivamente, l’Audit Civico ha sostenuto o almeno facilitato l’instaurazione di una nuova politica della partecipazione). . Le azioni, che prevedono un ruolo attivo dei cittadini, sono circa 35, una quantità significativa ma ancora ridotta rispetto alla opportunità esistenti. L’aggiornamento della rilevazione sugli effetti autorizza un giudizio complessivamente positivo sull’efficacia dell’Audit Civico anche se le sue potenzialità sono state finora utilizzate in misura decisamente ridotta. 3.5. Le interpretazioni dell’Audit Civico L’impatto dell’Audit Civico nelle diverse realtà territoriali ha dato vita a diverse interpretazioni. E’ un dato che testimonia la possibilità di adattare lo strumento a diverse situazioni, senza perdere l’approccio unitario. Alcune interpretazioni hanno raggiunto un elevato grado di strutturazione e possono essere messe a disposizione come paradigmi operativi utili per tutti coloro che intendono sviluppare in modo efficace le potenzialità della metodologia. Una prima interpretazione, valida per il livello regionale, è quello di inserire l’Audit Civico nei processi di accreditamento, come sta avvenendo in Emilia Romagna. La convenzione stipulata fra Agenzia Sanitaria Regionale e Cittadinanzattiva richiama esplicitamente il principio che “lo strumento 78 dell’Accreditamento prevede che le organizzazioni sanitarie che vogliono entrare in relazione col SSN, in qualità di fornitori dello stesso, devono dimostrare, fra l’altro, di tenere conto di aspetti di valutazione dalla parte dei cittadini (giudizi, aspettative, preferenze di trattamento)”. Dopo un percorso articolato14, l’Agenzia regionale ha riconosciuto l’Audit Civico come strumento per la “rilevazione di aspetti della qualità della assistenza e delle cure dal punto di vista dei cittadini” con modalità omogenee metodologicamente. La “regionalizzazione“ dell’Audit Civico ha comportato la realizzazione di varie operazioni, fra cui: • • • • una verifica di congruenza con gli altri insiemi di indicatori in uso presso l’agenzia regionale; un modesto adattamento alle caratteristiche specifiche della regione del sistema degli indicatori e delle modalità di rilevazione, che ha lasciato inalterate le possibilità di garantire il benchmarking con le aziende delle altre regioni; l’insediamento di una cabina di regia regionale per il governo del processo di inserimento dell’Audit Civico nelle realtà aziendali; una ulteriore formalizzazione delle procedure di partecipazione e di conduzione delle diverse fasi operative per garantire la completa omogeneità dei percorsi locali. L’esperienza è tuttora in corso, ma sembra possibile già affermare che essa sembra replicabile con adattamenti tutto sommato modesti ad altre regionali. Al livello aziendale l’applicazione dell’Audit Civico ha dato luogo a tre interpretazioni spesso concomitanti fra di loro. La prima interpretazione è stata quella del “check up” aziendale adottato nella maggior parte dei casi e sviluppato con particolare sistematicità nelle ASL di Lucca e di Nuoro. In questi casi gli esiti sono stati trattati in termini estremamente analitici individuando con estrema puntualità gli indicatori che non rispettavano gli standard previsti, indicando per ognuno di essi la possibile azione correttiva, verificando successivamente gli esiti ottenuti e le cause di mancata attuazione. E’ giudizio comune dei cittadini e dei rappresentanti delle aziende che i risultati compensino ampiamente l’impegno richiesto dal rigoroso rispetto della procedura. 14 In particolare con l’esperienza dell’Osservatorio interregionale sulla qualità percepita. 79 Una seconda interpretazione, spesso concomitante con la prima, è stata l’adeguamento della politica della partecipazione. La collaborazione sperimentata per la conduzione dell’Audit e lo studio della terza componente hanno sostenuto un approccio più sistematico alla questione dei rapporti fra azienda e partecipazioni civiche. Ciò è avvenuto a Lucca e soprattutto a Trento dove la ridefinizione della Carta dei servizi è stata accompagnata da un importante processo di partecipazione, dalla promozione di forme di valutazione condivisa dei processi assistenziali e tecnico amministrativi e da un progetto di coinvolgimento sistematico del volontariato nella definizione di politiche di miglioramento15. Nella terza interpretazione, la discussione dei fattori di qualità è stata la fonte di politiche di miglioramento. In questi casi le azioni di adeguamento agli standard dei singoli indicatori sono state coordinate in politiche sistematiche rilevanti anche ai fini del governo generale dell’azienda. A Nuoro la revisione dell’informazione logistica e sanitaria ha portato alla elaborazione del concetto dei livelli essenziali di comunicazione da garantire ai cittadini utenti nelle diverse fasi del loro rapporto con l’azienda sanitaria. Anche a Legnago, l’adeguamento degli opuscoli informativi è stata l’occasione per rendere trasparenti le politiche aziendali in vari settori. Sempre a Legnago l’introduzione del registro dei ricoveri programmati presso la direzione sanitaria ha portato a una riorganizzazione delle modalità di accesso da una gestione medico-dipendente ad una gestione equipe-dipendente con effetti benefici sulle liste di attesa. A Lucca l’adeguamento agli standard indicati dall’Audit Civico ha sostenuto l’instaurazione di una politica più sistematica di prevenzione e controllo del dolore. Tab. 7 - Quadro sintetico degli esiti operativi del primo ciclo sperimentale. Fattori Aree critiche considerate Azioni Individuate Accesso alle prestazioni sanitarie 31 8 Decise Con Attuate 6 13 15 Cfr. A. Passerini e C. Corposanto “La costruzione partecipata della Carta dei servizi – L’esperienza della Apss di Trento” – Franco Angeli 2004 80 Si 22 Rispetto dell’identità del malato 18 7 Relazioni sociali 8 2 Informazione logistica e sanitaria 31 5 Assistenza alla persona 8 Comfort e prestazioni alberghiere Supporto ai degenti e alle loro famiglie Documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti Tutela dei diritti Fattori 7 9 3 3 8 14 18 4 2 2 5 19 7 2 7 8 7 2 1 1 3 8 6 .15 2 Aree critiche considerate 5 3 5 Decise 7 Connessione Azioni Individuate Programmi di miglioramento della qualità 2 Attuate Si 16 2 3 9 9 13 3 1 8 11 Gestione del rischio clinico 81 Sicurezza delle strutture e degli impianti 8 2 8 3 Gestione del dolore 13 1 Istituti di partecipazione degli utenti nel ssn previsti dalla legislazione vigente 16 Altre forme di partecipazione dei cittadini e di interlocuzione cittadini/ azienda sanitaria Totali 1 4 6 4 7 3 8 7 6 3 7 14 14 3 1 9 8 235 61 36 101 142 Malattie croniche e oncologia 82 CAPITOLO QUARTO Conclusioni Le novità emergenti nell’Audit Civico 2004 riguardano molto più la diffusione della metodologia nel territorio nazionale e la sua capacità di prestarsi a diverse interpretazioni piuttosto che i dati in senso stretto. La legittima soddisfazione, dovuta al fatto che la valutazione civica sembra avviata ad acquisire un ruolo stabile e significativo nel sistema sanitario, non autorizza a nascondere una grave preoccupazione. Se l’Audit ha ormai interessato circa 80 aziende sanitarie, l’esistenza di pietre di inciampo, di buone prassi valide - che però stentano a uscire dal livello locale e il permanere di omissioni incomprensibili non sanzionate, deve essere considerato un dato strutturale del sistema sanitario e non un esito casuale dovuto alla scarsa rappresentatività del campione di riferimento. Nel rapporto del 2002, per spiegare i ritardi rilevati, era stata avanzata l’ipotesi che nella cultura dei professionisti degli amministratori, la “centralità del malato assumesse un significato concreto quando il malato stesso si presentava come un puro fruitore dei servizi (comfort, prenotazioni, ecc.) o come portatore di problemi con forte dimensione tecnica e disciplinare (terapia del dolore o prevenzione delle infezioni), ma venisse meno quando il cittadino assumeva la veste di concreto attore del sistema (scambio di informazioni e tutela dei diritti)”. In altri termini, si ipotizzava la presenza di una cultura che considera il malato come un ospite da trattare possibilmente con cura, ma non ancora un cittadino titolare di diritti, di competenze e di capacità di intervento. Al termine dell’applicazione del 2004, questa considerazione resta valida ma si deve registrare, in peggio, una sorta di “anarchia” del sistema nel senso che, al di là di rare situazioni di eccellenza, esistono aziende che perseguono con sistematicità alcuni obiettivi e ne trascurano altri e aziende che hanno un comportamento opposto. Le motivazioni delle relative scelte restano ignote perché nessuno ritiene di doverle motivare e i governi regionali non chiedono spiegazioni. Sempre nel rapporto del 2002, si affermava che “l’esperienza dell’Audit Civico permette di definire una soglia minima praticabile al di sotto della quale non ha senso parlare di qualità dei servizi” e che soltanto se si supera questa soglia, “l’attenzione può essere portata alla possibilità di instaurare e consolidare politiche di miglioramento continuo, fondate sul circolo virtuoso dell’ascolto del punto di vista dei cittadini, sulla formulazione esplicita dei programmi di miglioramento, sulla realizzazione dei programmi e sul controllo della loro attuazione”. In termini più concreti, devono essere trovate strategie di intervento per la sanzione delle omissioni, per la diffusione delle buone pratiche e per la rimozione delle pietre di inciampo. L’elenco delle omissioni, desumibile dalle tavole di benchmarking, dovrebbe essere considerato come l’anticipazione di una check list di prerequisiti che le aziende dovrebbero soddisfare in misura percentualmente molto elevata perché i dirigenti possano accedere alle gratificazioni e, nei caso più gravi, dovrebbero comportare la rimozione dei dirigenti stessi. Per quanto concerne le buone pratiche, probabilmente, è giunto il momento di affermare che quando una di esse ha testimoniato sul campo la propria validità e la capacità di dare risposte positive a problemi cruciali la sua adozione (fatte salve le ovvie necessità di adattamento) non può più essere considerata un fatto discrezionale. Sull’insieme delle pietre di inciampo, come si è già detto, si deve aprire urgentemente una riflessione che definisca, una volta per tutte, le priorità che devono essere date a questi elementi nelle politiche aziendali e stabilisca come immediata conseguenza l’inderogabilità dei relativi standard. Non si tratta tanto di emettere una nuova normativa, quanto di rendere definitivamente cogenti decisioni già assunte. Nel rapporto del 2003 si era proposto di sostenere queste indicazioni con tre piste di lavoro fondate sulla cooperazione fra amministratori e cittadini. La prima pista di lavoro, riguardava la diffusione dell’intervento dei cittadini nei processi di controllo, di valutazione e di accreditamento. La seconda pista proponeva una più intensa partecipazione alla progettazione delle azioni che comportano il coinvolgimento di più attori, cioè nell’area più critica messa in evidenza dall’Audit. 84 La terza direzione di lavoro concerneva la possibilità di realizzare nuovi servizi fondati sulla cooperazione fra organizzazioni civiche e amministrazioni per rispondere alle nuove domande. La strategia cooperativa conserva intatto il suo valore, ma probabilmente l’accento dell’azione della cittadinanza attiva deve trasferirsi alla necessità di ritrovare una cogenza dei principi e dei diritti del malato che superi lo stato di “anarchia” pratica denunciato nei paragrafi precedenti. Si deve pensare ad estrarre dalla check list delle omissioni e delle pietre di inciampo le prestazioni che le aziende sanitarie devono inderogabilmente garantire: dalla terapie del dolore al sostegno dei malati cronici, dalla corretta gestione delle liste di attesa e delle agende di prenotazione alla informazione logistica e sanitarie e altro ancora. 85 APPENDICE A Elenco dei responsabili e delle strutture sanitarie coinvolte nell’Audit Civico 2004 ASL 1 TORINO Responsabile per l’Azienda: Ferrante Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Giuseppe Paletto Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Valdese Presidio Ospedaliero Oftalmico Presidio Valletta Distretto 1 Distretto 8 Distretto 9 Distretto 10 Poliambulatorio Presidio Valdese di via Silvio Pellico 17 Poliambulatorio Presidio Valdese di via Silvio Pellico 28 Poliambulatorio Presidio Valletta Centro di salute mentale Presidio Valletta via Farinelli 25 SERT Presidio Valletta via Farinelli 25 AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI BATTISTA Responsabile per l’Azienda: Roberta Broda Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Gabriella Barbero Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Le Molinette Presidio Ospedaliero San Vito Presidio Ospedaliero San Giovanni antica sede Poliambulatori di via Chiabrera OSPEDALE REGINA MARGHERITA-SANT’ANNA Responsabile per l’Azienda: Iole Cerrato Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Giuseppe Paletto Strutture visitate: Presidio Ospedaliero OIRM Presidio Ospedaliero Sant’Anna 86 ISTITUTO NAZIONALE PER LA RICERCA SUL CANCRO Responsabile per l’Azienda: Armando Inghilleri Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Anna Vittori Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Istituto nazionale per la ricerca sul cancro ( IRCCS) Azienda ULSS 14 CHIOGGIA Responsabile per l’Azienda: Luciano Frizziero Responsabile Tribunale per il tribunale per i diritti del malato: Loredana Zanotti Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Chioggia SERT di Chioggia AZIENDA OSPEDALIERA BOLOGNINI_SERIATE Responsabile per l’Azienda: Flavia Gherardi Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Paolo Messina Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Seriate Presidio Ospedaliero Alzano Lombardo Presidio Ospedaliero Gazzaniga AZIENDA SANITARIA LOCALE 6 FRIULI OCCIDENTALE Responsabile per l’Azienda: Silvana Corona Responsabile Tribunale per i diritti del malato: Giuseppe De Martin –Giuseppe Morandini Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di San Vito Presidio Ospedaliero di Spilimbergo Presidio Ospedaliero di Maniago Distretto Nord Poliambulatori di Maniago Poliambulatori di Spilimbergo AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA ALLE SCOTTE Responsabile per l’ Azienda: Alessandra Sestini –Marcello Rustici Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Martino Bratto Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Santa Maria Alle Scotte di Siena 87 AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO Responsabile per l’ Azienda: Ugo Roberto Carini Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Carlo Mazzetti Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Belcolle di Viterbo Distretto 3 di Viterbo Poliambulatori del distretto di Viterbo Poliambulatori del distretto di Orte Poliambulatori del distretto di Soriano Centro di salute mentale di Viterbo SERT di Viterbo AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO-FORLANINI Responsabile per l’Azienda: Giovanna Natalucci Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Luigi Labonia Strutture visitate: Presidio Ospedaliero S. Camillo Presidio Ospedaliero Forlanini AZIENDA OSPEDALIERA POLICLINICO TOR VERGATA Responsabile per l’Azienda: Maddaleno Galizio Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Romano Balducci Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Policlinico Tor Vergata AZIENDA SANITARIA LOCALE FROSINONE Responsabile per l’Azienda: Luciana Celani Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Anna Piersanti Strutture visitate: Distretto nord Frosinone Presidio Ospedaliero di Sora Poliambulatori di via Armando Fabi Frosinone SERT di via Armando Fabi Frosinone AZIENDA SANITARIA LOCALE LATINA Responsabile per l’Azienda: Maria Luisa Velardi Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Gianna Sangiorgi Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Santa Maria Goretti di Latina Distretto Aprilia-Cisterna-Cori 88 Poliambulatorio del Distretto Aprilia-Cisterna-Cori Centro di Salute Mentale di Aprilia SERT di Aprilia AZIENDA SANITARIA LOCALE 1 SALERNO Responsabile per l’Azienda: Sara Soriente Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Vittorio Battipaglia Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Umberto I di Nocera Inferiore Presidio Ospedaliero Tortora di Pagani Distretto sanitario 4 di Cava dei Tirreni Poliambulatori del Distretto di Cava dei Tirreni Centro di salute mentale di Cava dei Tirreni SERT di Cava dei Tirreni AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 2 Responsabile per l’Azienda: Rosa Dell’Aversana Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Carmine Senese Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Giugliano Presidio Ospedaliero di Pozzuoli Presidio Ospedaliero di Ischia Distretto di Mugnano Distretto di Quarto Distretto di Qualiano Poliambulatori del Distretto di Mugnano Poliambulatori del Distretto di Quarto Poliambulatorio del Distretto di Qualiano SERT di Pozzuoli AZIENDA OSPEDALIERA SAN SEBASTIANO CASERTA Responsabile per l’Azienda: Pasquale Boccalone Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Marco Ferrara e Silvia Scialò Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Caserta ASUR ZONA TERRITORIALE 11 FERMO Responsabile per l’ Azienda : Maria Flavia Spagna 89 Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Lucio Torquati Strutture visitate: Presidio Ospedaliero “Murri” di Fermo Distretto di via della Montagnola- Porto Sant’Elpidio Distretto via della Misericordia-Porto San Giorgio Poliambulatori di via Murri Poliambulatori di via dell’Ospedale Poliambulatori di via P. Marini AZIENDA SANITARIA LOCALE 5 MONTALBANO JONICO Responsabile per l’ Azienda: Maria Malvasi Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Lucia Lo Russo Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Policoro Distretto di Policoro SERT del Presidio ospedaliero di Policoro AZIENDA OSPEDALIERA SAN CARLO POTENZA Responsabile per l’ Azienda: Teresa Maria Guarino Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Rocco Nocera Strutture visitate: Presidio Ospedaliero San Carlo di Potenza AZIENDA OSPEDALIERA REGIONALE RIONERO IN VULTURE Responsabile per l’ Azienda: Pasquale Amendola Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Gina Bozza Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Oncologico Regionale di Rionero in Vulture AZIENDA SANITARIA LOCALE LECCE 2/ MAGLIE Responsabile per l’Azienda Responsabile Aziendale: Franca Carluccio Responsabile Tribunale per i diritti del malato: Anna Maria De Filippi Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Casarano Presidio Ospedaliero di Scorrano Distretto di Gallipoli Distretto di Gagliano Poliambulatori del Distretto di Gallipoli Poliambulatori del Distretto di Gagliano Centro di salute mentale del distretto di Gallipoli 90 Centro di salute mentale del distretto di Gagliano SERT del Distretto di Gallipoli SERT del Distretto di Gagliano AZIENDA SANITARIA LOCALE LECCE 1 Responsabile per l’Azienda: Ludovica Zerillo Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato:Ferruccio D’Amore Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Vito Fazzi Distretto socio sanitario di Nardò Poliambulatori del Distretto di Lecce Poliambulatorio del Presidio Ospedaliero Vito Fazzi Centro di salute mentale di Lecce AZIENDA SANITARIA LOCALE BRINDISI 1 Responsabile per l’Azienda: Giuseppina Scarano Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Marcella Mancini Strutture visitate: Presidio Ospedaliero “A. Perrino” di Brindisi Distretto socio sanitario di Brindisi Poliambulatorio del Presidio ospedaliero A. Perrino Poliambulatori dei distretti di Brindisi Unità Operativa psichiatrica di Brindisi in piazza Summa AZIENDA SANITARIA LOCALE 4 LANUSEI Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Salvatore Porcu Strutture visitate: Presidio Ospedaliero “Nostra Signoria della Mercede” di Lanusei Distretto di Lanusei Poliambulatori di Lanusei Poliambulatori del Distretto di Tortulin Poliambulatori del Distretto di Ierzu Centro di salute mentale di Lanusei Centro di salute mentale di Tortulin SERT di Lanusei SERT di Tourtulin AZIENDA SANITARIA LOCALE 3 NUORO Responsabile per l’Azienda: Mariangela Mameli 91 Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Salvatore Porcu Strutture visitate: Presidio Ospedaliero San Francesco Presidio Ospedaliero Cesare Zonchello Presidio Ospedaliero San Camillo di Sorgono Presidio Ospedaliero G.A. di Mastino di Bosa Distretto di Nuoro Distretto di Siniscola Distretto di Maccomer Distretto di Sorgono Poliambulatori di Nuoro ex Inam Poliambulatori di Maccomer Poliambulatori di Sorgono Poliambulatori di Siniscola Centro di salute mentale di Nuoro Centro di salute mentale di Siniscola Centro di salute mentale di Maccomer SERT di Nuoro SERT di Siniscola SERT di Maccomer AZIENDA OSPEDALIERA SANT’ELIA CALTANISETTA Responsabile per l’Azienda: Giuseppe Sciandra Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Lorenzo Lococo Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Sant’ Elia di Caltanisetta AZIENDA OSPEDALIERA GRAVINA-CALTAGIRONE Responsabile per l’Azienda: Salvatore Cervone Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Eduardo Caruso Strutture visitate: Presidio Ospedaliero di Gravina Caltagirone AZIENDA SANITARIA LOCALE 2 CALTANISSETTA Responsabile per l’Azienda: Michele Viggiani Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Giuseppe Tomasella Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Raimondi di San Cataldo Presidio Ospedaliero Mazzarino Di Santo Stefano Distretto di Caltanisetta 92 Distretto di Santo Stefano Poliambulatori di Caltanisetta Poliambulatori di Santo Stefano Centro di Salute Mentale di San Cataldo Centro di Salute Mentale di Caltanisetta AZIENDA OSPEDALIERA UMBERTO I SIRACUSA Responsabile per l’ Azienda:Marinella Spadaro-Michele Assenza Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Angelo Cibardo Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Umberto I di Siracusa AZIENDA OSPEDALIERA VITTORIO EMANUELE FERRAROTTO S. BAMBINO CATANIA Responsabile per l’ Azienda: Antonella Gulisano-Maurilio Danzi Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Mimma Modica Alberti Strutture visitate: Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele Presidio Ospedaliero S. Bambino Presidio Ospedaliero S. Marta AZIENDA DEGLI STUDI DI CATANIA-AZIENDA POLICLINICO Responsabile per l’ Azienda:Gaetana Reitano Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Mimma Modica Alberti Strutture visitate: Presidio Ospedaliero del Policlinico di Catania AZIENDA SANITARIA LOCALE 4 ENNA Responsabile per l’ Azienda: Antonella Santarelli Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Alfonso Garofalo Strutture visitate: Presidio Ospedaliero “ M. Chiello” di Piazza Armerina Distretto di Enna Distretto di Piazza Armerina Distretto di agira Distretto di Nicosia Distretto di Nicosia Poliambulatori di Enna Poliambulatori di Catenanuova Poliambulatori di Nicosia Poliambulatori di Piazza Armerina 93 Poliambulatori di Barrafranca Poliambulatori di Pietraperzia Poliambulatori di Agira SERT di Enna SERT di Piazza Armerina SERT di Nicosia Centro di salute mentale di Enna Centro di salute mentale di Piazza Armerina Centro di salute mentale di Agira Centro di salute mentale di Nicosia A.O. SANTA CORONA PIETRA LIGURE Responsabile per l’ Azienda: Angelo Integuglielmi Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Anna Vittori AZIENDA SANITARIA LOCALE LUCCA Responsabile per l’ Azienda: Fernanda Monti Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Biagi Annunziata AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI DI TRENTO Responsabile per l’ Azienda: Adriano Passerini Responsabile per il Tribunale per i diritti del malato: Merirosa Pederzolli AZIENDA SANITARIA 11 LEGNAGO Responsabile per l’Azienda: Daniele Caprara 94 APPENDICE B Elenco degli indicatori utilizzati nell’Audit Civico (ottobre 2004) Per ogni indicatore è indicato lo strumento tecnico utilizzato e il numero della domanda Codici degli strumenti tecnici - L1Q: Livello 1, Questionario per direzione generale e la direzione sanitaria aziendale - L2Q: Livello 2, Questionario per la direzione sanitaria di presidio ospedaliero L2GMA: Livello 2, Guida al monitoraggio modulo A (per l’osservazione delle parti comuni del presidio ospedaliero) L2GMB: Guida al monitoraggio modulo B livello 2 per l’osservazione delle U.O. di degenza del presidio ospedaliero - - - L3QA: Livello 3 Questionario Cure primarie modulo A, per la direzione sanitaria di distretto L3GMA: Livello 3 Guida al monitoraggio Cure primarie modulo A, per la sede di distretto L3QB: Livello 3 Questionario Cure primarie modulo B, per la direzione sanitaria di distretto L3GMB: Livello 3 Guida al monitoraggio Cure primarie modulo B, per il poliambulatorio L3QC: Livello 3 Questionario Cure primarie modulo C, per la direzione sanitaria/ responsabile del servizio L3GMC: Livello 3 Guida al monitoraggio Cure primarie modulo C, per il Servizio Tossicodipendenze e il Centro di salute mentale QORG: Questionario per le organizzazioni 95 Componente " Orientamento verso i cittadini" 1. Livello aziendale 1.1. Accesso alle prestazioni sanitarie Punti per la registrazione della dichiarazione di volontà per il prelievo d’organi (assenza/presenza) L1Q 1 Presenza di numero telefonico aziendale per l'informazione al pubblico (assenza/presenza) L1Q 2 Presenza di sito web aziendale (assenza/presenza) L1Q 8 Presenza di un Ufficio per le relazione con il pubblico (URP) (assenza/presenza) L1Q 3 Numero addetti URP su numero ricoveri ord. effettuati nell’anno (per A.O) (valore) L1Q 4.1. Numero addetti URP su popolazione residente (per ASL) (valore) L1Q 4.2. Numero addetti URP al ricevimento reclami su totale addetti URP (valore) L1Q 4.3. (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard IAS) 1.2. Tutela dei diritti Numero dei reclami che hanno ricevuto una risposta esaustiva entro il numero di giorni previsto dalla Carta dei servizi su totale reclami ricevuti nel 2003 L1Q 4.4. Se non presente il termine nella Carta dei Servizi Numero dei reclami che hanno ricevuto una risposta esaustiva entro 30 gg dall’invio all’azienda su totale reclami ricevuti nel mese di marzo 2003 L1Q 4.5. (valore) Analisi periodica quali-quantitativa dei reclami ricevuti dall’URP (relazioni trimestrali, rapporti annuali, ecc.) L1Q 5 (assenza/presenza) Analisi dei reclami per esito L1Q (assenza/presenza) 5.1. 96 Adozione di provvedimenti in seguito analisi reclami L1Q (assenza/presenza) 5.2. Standard nella Carta dei Servizi L1Q 6 (assenza/presenza) Controllo degli Standard (con il coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini) (assenza/presenza) L1Q 6.1 2. Livello Assistenza ospedaliera 2.1. Accesso alle prestazioni sanitarie Linee di mezzi pubblici che si recano presso il servizio L2GMA 1 (assenza/presenza) Protocollo di accoglienza per coloro che si ricoverano L2Q (assenza/presenza) 1 Prestazioni con prenotazione sospesa negli ultimi 30 gg L2Q 2 (assenza/presenza) Tempi di attesa per esami diagnostici e percorsi per l'accesso differenziato in rapporto alla gravità e all'urgenza L2GMA 15 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) Tempi di attesa per esami diagnostici in regime intramoenia il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) L2GMA 16 (non inserito per Tempi di attesa per interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario/day surgery L2GMA 4 e 5 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) Definizione di un tempo limite di attesa per esami/cure prescritti da un medico dell’ospedale L2GMA 6 (assenza/presenza) Prenotazioni visite ed esami diagnostici mediante CUP aziendale L2GMA 10 (assenza/presenza) Numero agende prenotabili tramite CUP sul totale delle agende di prestazioni erogate in ospedale L2GMA 3 (valore) 97 Numero di ore di apertura del CUP al giorno L2GMA dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Prenotazione telefonica tramite CUP L2GMA (assenza/presenza) 12 (non inserito per il calcolo 11 Numero sportelli per prenotazione di visite ed esami dotati di sistema di controllo e regolamentazione delle file su totale sportelli per il pubblico L2GMA 13 (valore) Punti di riscossione di ticket in cui è possibile pagare con modalità diverse da quelle tradizionali (banca, sistemi automatici, ecc.) L2GMA 14 (assenza/presenza) Registro dei Ricoveri programmati presso Direzione Sanitaria o U.O. consultabile nel rispetto della riservatezza dei nominativi contenuti L2Q 7 (assenza/presenza) Procedura del triage al Pronto Soccorso L2GMA (assenza/presenza) Ingressi con barriere architettoniche (assenza/presenza) 17 L2GMA 18 Possibilità di far scendere dall’auto gli utenti con difficoltà di deambulazione davanti all’ingresso principale L2GMA 5 (assenza/presenza) 2.2 Rispetto dell’identità personale, culturale e sociale dei malati – Personalizzazione delle cure Servizio di interpretariato (assenza/presenza) L2Q 12 Servizio di mediazione culturale (assenza/presenza) L2Q 13 Servizio religioso per non cattolici (disponibile in ospedale o a chiamata) (assenza/presenza) L2Q 14 Procedura per la richiesta, da parte del paziente, di un secondo parere medico (assenza/presenza) L2Q 15 98 Appuntamenti per prestazioni ambulatoriali con orari personalizzati (assenza/presenza) L2Q 24 Numero U.O. di degenza che assicurano il rispetto della privacy dei malati terminali e loro familiari riservando loro una stanza su numero totale di U.O. L2GMB 5 (valore) Numero di unità operative in cui i degenti hanno la possibilità di vedere la televisione su numero totale di U.O (U.O senza camere a pagamento) L2GMB 1 (valore) Scelta tra due o più opzioni per il menù per i pazienti a dieta libera (assenza/presenza) L2Q 11 Pubblicità dei menù tramite loro esposizione in luoghi visibili ai degenti (assenza/presenza) non inserito al momento Orario della distribuzione della colazione ai pazienti Orario della distribuzione del pranzo ai pazienti L2Q 8 L2Q 9 prima delle 12; dopo le 12 Orario della distribuzione della cena ai pazienti L2Q 10 prima delle 19; dopo le 19 Numero U.O. di pediatria dotate di spazi attrezzati per il gioco su numero totale di U.O. di Pediatria L2GMB 2 (valore) Numero U.O. di pediatria con presenza genitore 24 ore con posto letto su numero totale di U.O. di Pediatria L2GMB 4 (valore) Numero U.O. di pediatria con presenza genitore 24 ore con accesso alla mensa su numero totale di U.O. di Pediatria L2GMB 4 (valore) Numero U.O. di pediatria con arredi adatti all'età dei ricoverati L2GMB 3 (valore) Attività scolastiche per bambini ospedalizzati per lunghi periodi L2Q 16 (assenza/presenza) 2.3. Relazioni sociali 99 Numero medio di ore di apertura ai visitatori del presidio durante i giorni feriali L2GMA 19 (valore) Numero medio di ore di apertura ai visitatori del presidio durante i giorni festivi L2GMA 19 (valore) Numero UO dotate di aree di socializzazione per i degenti su numero totale di U.O. di degenza (valore) L2GMB 6 Numero UO in cui è possibile ricevere telefonate (in camere non a pagamento) su numero totale di U.O di degenza L2GMB 7 (valore) 2.4. Informazione logistica, informazione sanitaria, comunicazione ed educazione Disponibilità al momento dell’ingresso nella struttura di opuscolo informativo sul presidio ospedaliero e sui regolamenti che interessano il paziente L2GMA 9 (assenza/presenza) Disponibilità al momento dell’ingresso nella struttura di opuscolo informativo circa i diritti dei pazienti L2GMA 9 (assenza/presenza) Servizio informazioni per il pubblico presso l’ingresso principale L2GMA (assenza/presenza) 6.2 Disponibilità al momento dell’ingresso nella struttura di documenti rivolti al pubblico o avvisi relativi al diritto di libera scelta del luogo di cura L2GMA 8.3 (assenza/presenza) Cartellonistica stradale in prossimità della struttura sanitaria L2GMA 3 (assenza/presenza) Cartellonistica esterna entrata principale L2GMA 4 (assenza/presenza) Prospetto aggiornato delle specialità/figure professionali presenti nella struttura sanitaria (nell’atrio principale) L2GMA 6.1 (assenza/presenza) 100 Numero ascensori con indicazioni sulle U.O./servizi presenti a ogni piano su numero totale ascensori per il pubblico L2GMA 9 (valore) Modulistica per il consenso per atti invasivi L2Q 17 (assenza/presenza) Comunicazione criteri attribuzione codici di priorità triade L2GMA (assenza/presenza) 17.1 Numero di U.O. dove è presente un cartello con indicati i nominativi e le qualifiche dei medici e del coordinatore tecnico-infermieristico su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 8.1 e 8.2 (valore) Numero di U.O. dove è presente un cartello con l’orario della giornata su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 8.3 (valore) Numero di U.O. dove è presente un cartello con l’orario di ricevimento del personale su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 8.4 (valore) Numero di U.O. presso le quali ai degenti ricoverati è dato un opuscolo informativo con: L2GMB i nominativi e le qualifiche dei medici della U.O 9.1 il nome del coordinatore infermieristico della U.O. 9.2 gli orari della giornata 9.3 l’orario di ricevimento del personale 9.4 (valore) Numero di U.O. con Linee di comportamento per fornire al paziente il nome del medico di riferimento su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 10.1 (valore) Numero di U.O. con Linee di comportamento per fornire al paziente informazioni sulle condizioni di salute, sugli accertamenti in corso, i tempi di degenza previsti, ecc. su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 10.2 (valore) 2.5. Assistenza alla persona - rapporti degenti/operatori sanitari Linee guida per la prevenzione delle piaghe da decubito L2Q 18 (assenza/presenza) 101 Numero di soggetti colpiti da piaghe da decubito dal secondo grado in su durante il ricovero su numero pazienti nell’anno L2Q 19 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Numero di posti letto attrezzati con dispositivi per la prevenzione delle piaghe da decubito su numero posti letto (di reparti di medicina generale, lungodegenza, geriatria) L2Q 20 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Regolamento su badanti e infermieri a pagamento L2Q 21 (assenza/presenza) Numero di U.O. che danno la possibilità di assistere senza limiti di tempo pazienti non autosufficienti con età > 75 anni assicurando un posto letto L2GMB 11.4.1 (valore) Numero di U.O. che danno la possibilità di assistere senza limiti di tempo pazienti non autosufficienti con età > 75 anni assicurando la possibilità di usufruire della mensa L2GMB 11.4.2 (valore) Corsi di formazione per il personale front-office negli ultimi tre anni L1Q7 (assenza/presenza) 2.6. Comfort - Prestazioni alberghiere Bar L2GMA 20.1 (assenza/presenza) Punto vendita, all’interno del presidio, accessibile ai degenti e ai loro familiari per gli accessori essenziali alla cura della persona L2GMA 20.2 (assenza/presenza) Possibilità di usufruire di un barbiere e di un parrucchiere (operante a tempo pieno o a orario fisso nel presidio o a chiamata) L2GMA 21 (assenza/presenza) Possibilità di comprare riviste e giornali L2GMA (assenza/presenza) Bancomat (o sportello bancario) L2GMA (assenza/presenza) 22 20.3 102 Parcheggio interno per il pubblico L2GMA (assenza/presenza) 2.2 Parcheggio taxi in prossimità dell’ospedale L2GMA 2.1 (assenza/presenza) Parcheggio interno con posti riservati a disabili L2GMA 2.3 (assenza/presenza) Elementi decorativi nella parti interne comuni (quadri, piante ingresso ospedale) L2GMA 7.2 (assenza/presenza) Distributore di acqua gratuita nel Pronto Soccorso (assenza/presenza) L2GMA 23 Distributore di bevande/alimenti nel Pronto Soccorso (assenza/presenza) L2GMA 23 Numero sale d’attesa degli ambulatori con distributori automatici di alimenti e bevande L2GMA 25.1 (valore) Numero sale d’attesa degli ambulatori con distributori di acqua gratuita (valore) Posti a sedere nell’atrio dell’ospedale L2GMA (assenza/presenza) L2GMA 25.2 7.1 Numero U.O. con stanze di degenza con più di 4 posti letto su numero totale di U.O. di degenza (valore) L2GMB 12 Numero di U.O. che utilizzano il carrello scaldavivande su totale U.O. di degenza L2GMB 13 (valore) Numero U.O. che forniscono i degenti degli accessori completi per la consumazione dei pasti (posate e bicchiere) su totale U.O. di degenza L2GMB 14 (valore) Numero di U.O. in cui il pasto è servito in piatti o in contenitori separati (non inserito al momento) (valore) Numero di U.O. con “angolo” mensa” per i pazienti che possono alzarsi (valore) L2GMB 15 103 Numero di interventi giornalieri di pulizia previsti nelle camere di degenza e nei bagni dei pazienti (valore) non inserito al momento Numero di interventi giornalieri di pulizia previsti nei bagni destinati al pubblico (ingresso, sale di attesa, pronto soccorso) non inserito al momento (valore) Numero posti letto con camere di degenza che fruiscono di servizi igienici riservati ai degenti della stanza su numero totale di posti letto L2Q 22 (valore) Numero gabinetti per degenti L2Q 23 (valore) Sala di attesa al pronto soccorso con posti a sedere L2GMA 23 (assenza/presenza) Bagno per il pubblico (Pronto Soccorso) L2GMA 23 (assenza/presenza) Gabinetto per disabili (Pronto Soccorso) L2GMA 23 (assenza/presenza) Telefono pubblico presso il Pronto Soccorso L2GMA (assenza/presenza) 23 Numero ambulatori dotati di sala d’attesa con posti a sedere su totale ambulatori L2GMA 24 (valore) Numero ambulatori dotati di bagni per il pubblico localizzati in prossimità del locale L2GMA 26 (valore) Numero ambulatori dotati di bagni per disabili localizzati in prossimità del locale L2GMA 27 (valore) Numero dei bagni degli ambulatori dotati di: L2GMA specchio mensola contenitori portarifiuti 28 Numero dei gabinetti degli ambulatori dotati di: L2GMA 29 Tavoletta 104 scopino campanello d'allarme possibilità di chiusura o sistema alternativo per indicare occupato o libero Numero UO con posti letto dotati di sedia, comodino e armadietto L2GMB 16 (valore) Numero di UO con gabinetti per disabili L2GMB 17 (valore) Numero di UO con bagni dotati di L2GMB 18 specchio mensola Contenitori portarifiuti (valore) Numero di UO con gabinetti dotati di L2GMB 19 Tavoletta Scopino Campanello di allarme Possibilità di chiusura o sistema per indicare che è occupato o libero (valore) (Nella parti comuni dell’ospedale) segni di fatiscenza alle pareti L2GMA 30 vetri rotti finestre che non si chiudono presenza di insetti, scarafaggi, ecc rifiuti o altro materiale abbandonato soffitti e/o muri con ragnatele rubinetti rotti (Nelle U.O. di degenza) L2GMB 20 segni di fatiscenza alle pareti vetri rotti stanze di degenza prive di finestre finestre che non si chiudono presenza di insetti, scarafaggi, ecc rifiuti o altro materiale abbandonato rubinetti rotti 2.7. Supporto ai degenti e alle loro famiglie Servizio di assistenza psicologica per malati gravi e loro familiari L2Q 25 (assenza/presenza) 105 Servizio di assistenza psicologica in caso di trapianti L2Q 25 (assenza/presenza) Servizio di assistenza psicologica per donne vittime di violenza L2Q 25 (assenza/presenza) Procedura per le dimissioni protette L2Q 27 (assenza/presenza) Procedura per le dimissioni programmate L2Q 27 (assenza/presenza) Procedura per attivare i Servizi Sociali del Comune (assenza/presenza) L2Q 28 Numero di U.O. con iniziative per favorire il coinvolgimento della famiglia nella gestione della malattia del proprio congiunto L2GMB 11.1 (valore) 2.8. Documentazione sanitaria e comunicazione tra medici curanti Procedura per favorire il raccordo tra i medici ospedalieri e il medico di medicina generale L2Q 26 (assenza/presenza) Procedure della U.O. e/o di accordi tra i medici della U.O. e i medici di famiglia per la guida, l'orientamento e l'assistenza dei degenti in caso d'intervento chirurgico L2GMB 11.5 (assenza/presenza) Numero medio di giorni entro i quali sono state consegnate le cartelle cliniche richieste nel marzo 2004 L2Q 30 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard IAS) (valore) Numero di U.O. che rilasciano una scheda di dimissioni in cui sono indicate: diagnosi, terapia ed eventuali consigli per il paziente su numero totale di U.O. di degenza L2GMB 11.2 (valore) Possibilità di avere copia delle radiografie effettuate in pronto soccorso (contestualmente alla prestazione) L2Q 29 (assenza/presenza) Consegna a domicilio referti medici e/o cartella clinica L2Q 31.1 e 31.2 (assenza/presenza) Consultazione referti medici tramite web L2Q (assenza/presenza) 31.3 106 Numero di U.O. con cartella clinica scritta a macchina o informatizzata (valore) L2GMB 11.3 2.9. Tutela dei diritti Locali per associazioni di volontariato/difesa dei diritti dei cittadini L2GMA (assenza/presenza) 20.4 Disponibilità al momento dell’ingresso di documenti rivolti al pubblico o avvisi relativi a possibilità e modalità per comunicare commenti, suggerimenti, reclami L2GMA 8.4 (assenza/presenza) Schede e punti raccolta per le segnalazioni e i reclami dei cittadini L2GMA (assenza/presenza) 8.5 2.10. Programmi di miglioramento della qualità Ufficio qualità non inserito al momento (assenza/presenza) Realizzazione negli ultimi due anni di una indagine sulla soddisfazione degli utenti e dei familiari L2Q 32 (assenza/presenza) Se sì Risultati resi pubblici L2Q (assenza/presenza) 32.3 Utilizzo di personale addestrato L2Q (assenza/presenza) 32.1 Domande su accesso ai servizi sanitari, rapporti utenti-operatori, informazione, assistenza medica, prestazioni alberghiere e comfort L2Q 32.2 (assenza/presenza) Azioni di miglioramento della qualità attuate in seguito all’indagine di soddisfazione L2Q 33 (assenza/presenza) Numero di U.O. nelle quali è stata effettuata (negli ultimi 2 anni) almeno un’inchiesta sulla soddisfazione degli utenti e dei familiari su numero totale di U.O. di degenza L2Q 34 (valore) Numero di U.O. che hanno reso pubblici i risultati dell’inchiesta L2Q 34.4 107 (assenza/presenza) Numero di U.O. che hanno utilizzato personale addestrato per la realizzazione dell’inchiesta L2Q 34.2 (assenza/presenza) Numero U.O. con inchiesta con domande su accesso ai servizi sanitari, rapporti utentioperatori, informazione, assistenza medica, prestazioni alberghiere e comfort L2Q 34.3 (assenza/presenza) Numero di U.O. nelle quali si ha evidenza di azioni di miglioramento attuate in seguito all’indagine su numero totale di U.O. che hanno effettuato l’indagine L2Q 35 (valore) Esperienze di accreditamento volontario o di certificazione basate su uno dei modelli attualmente esistenti al livello internazionale (ISO 9000, EFQM, ecc.) L2Q 36 (assenza/presenza) se sì Coinvolgimento dell’intero presidio (assenza/presenza) Coinvolgimento di uno o più servizi (assenza/presenza) 3. Livello Cure Primarie 3.1. Accesso alle prestazioni sanitarie medici di medina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Numero di medici di medicina generale che hanno predisposto l’apertura dello studio dopo le ore 18 per almeno un’ora su totale medici mg L3QA 1 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Numero di pediatri che hanno predisposto l’apertura dello studio dopo le ore 18 per almeno un’ora su numero pediatri L3QA 2 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) Numero medici di medicina generale/pediatri che sono collegati telepaticamente al CUP L3QA 3 (valore) (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) 108 Numero di ambulatori di medicina generale con apertura settimanale di oltre 20 ore su numero totale di ambulatori L3QA 4 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Numero di ambulatori di pediatria con orario di apertura settimanale di oltre 20 ore su numero totale di ambulatori L3QA 5 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Minuti apertura settimanale ambulatori pediatri per assistito L3QA 6 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Minuti apertura settimanale ambulatori dei medici mg per assistito L3QA 7 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Numero medici di medicina generale che hanno messo in atto la medicina di gruppo L3QA 8 (valore) (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) Costante reperibilità dei medici in servizio di Guardia Medica durante le visite domiciliari e i trasferimenti in auto L3QA 11 (assenza/presenza) Tempo medio dal momento di richiesta di attivazione dell’assistenza domiciliare integrata al momento di attivazione del programma L3QA 14 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Tempo di attesa previsti per l’erogazione di ausili e dei presidi necessari all’assistenza domiciliare L3QA 15 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard IAS) (valore) Numero domande di assistenza domiciliare valutate positivamente su numero domande in attesa dell’avvio dell’assistenza L3QA 16 (valore) Linee di mezzi pubblici che si recano presso la sede di distretto L3GMA 1 (assenza/presenza) Ingressi con barriere architettoniche nella sede di distretto (assenza/presenza) L3GMA 6 Sportelli per la prenotazione visite ed esami diagnostici L3GMA 10 109 (assenza/presenza) Numero sportelli per la prenotazione visite ed esami diagnostici dotati di sistema di controllo e regolamentazione delle file L3GMA 10.1 (valore) Poliambulatori specialistici territoriali Linee di mezzi pubblici che si recano presso il servizio L3GMB 1 (assenza/presenza) Ingressi con barriere architettoniche L3GMB 6 (assenza/presenza) Numero sportelli per la prenotazione visite ed esami diagnostici dotati di sistema di controllo e regolamentazione delle file L3GMB 15 (valore) Prestazioni diagnostiche-terapeutiche con prenotazione sospesa negli ultimi 30 gg (assenza/presenza) L3QB 2 Tempi di attesa per esami diagnostici e percorsi per l'accesso differenziato in rapporto alla gravità e all'urgenza L3GMA 10 ((non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (assenza/presenza) Possibilità di prenotare visite ed esami diagnostici mediante CUP aziendale L3GMA 11 (assenza/presenza) Possibilità di prenotare per telefono visite ed esami mediante CUP aziendale L3GMA 12 (assenza/presenza) Numero di ore di apertura del CUP al giorno L3GMB 13 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Numero agende prenotabili tramite CUP sul totale delle agende di prestazioni erogate L3QB 1 (valore) Appuntamenti dati per orari personalizzati L3QB 3 (assenza/presenza) Punti di riscossione di ticket in cui è possibile pagare con modalità diverse da quelle tradizionali (banca, sistemi automatici, ecc.) L3GMB 14 (assenza/presenza) 110 Centri di salute mentale, Ser.T Linee di mezzi pubblici che si recano presso il servizio. L3GMC 1 (assenza/presenza) Ingressi con barriere architettoniche L3GMC (assenza/presenza) 6 Possibilità di prenotare per telefono (colloquio iniziale, visite ed prestazioni specialistiche, ecc.) (assenza/presenza) Colloquio con un operatore sanitario al momento della richiesta (non inserito al momento) (assenza/presenza) Tempi di attesa per l’inizio della valutazione diagnostica multidisciplinare dopo il colloquio iniziale (eventualmente secondo l’accesso differenziato in rapporto alla gravità e all'urgenza) L3QC 4 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Tempi di attesa per le psicoterapie L3QC Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) 8 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Tempi di risposta alla richiesta di aiuto/intervento domiciliare per pazienti già in carico L3QC 7 (solo per i centri di salute mentale) (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Tempi di attesa per l’avvio del progetto riabilitativo dopo la conclusione della valutazione diagnostica iniziale L3QC 5 (non inserito per il calcolo dell’Indice di Adeguatezza agli Standard - IAS) (valore) Reperibilità sulle 24 per i casi urgenti L3QC (assenza/presenza) 3 Numero ore al giorno di apertura del servizio L3QC (valore) Numero giorni di apertura settimanale L3QC 2 (valore) Strutture residenziali collegate L3QC (assenza/presenza) 1 10 111 Strutture diurne collegate L3QC (assenza/presenza) 11 3.2 Rispetto dell’identità personale, culturale e sociale dei malati – Personalizzazione delle cure Centri di salute mentale e Ser.T Mediatore culturale L3QC (assenza/presenza) 15 Numero pazienti con piano terapeutico personalizzato su numero totale pazienti L3QC (valore) Possibilità di avere operatori di riferimento stabili L3QC (assenza/presenza) 6 9 Accesso indipendente esterno (per tutela della privacy) L3GMC (assenza/presenza) 7 3.3. Informazione, comunicazione ed educazione medici di medina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto L3QA 9 e Invio ai medici di medicina generale da parte dell’Azienda sanitaria di: 10 * opuscolo sull'Adi da mettere a disposizione del pubblico nei propri studi * materiale informativo sulla prevenzione da mettere a disposizione del pubblico nei propri studi (assenza/presenza) Invio ai pediatri da parte dell’Azienda sanitaria di materiale informativo sulla prevenzione da mettere a disposizione del pubblico nei propri studi (assenza/presenza) L3QA 9 e 10 Linee di comportamento per il personale dei servizi territoriali e di assistenza domiciliare per garantire l’informazione ai familiari e ai pazienti circa il piano assistenziale e la periodica acquisizione di notizie sull’andamento clinico-terapeutico L3QA 17 (assenza/presenza) Cartellonistica stradale in prossimità della sede di distretto L3GMA 4 112 (assenza/presenza) Cartellonistica esterna sede di distretto L3GMA 5 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulla gestione e autorizzazione ausili L3GMA 7.1 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulle modalità per richiedere l’assistenza domiciliare L3GMA 7.2 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulle modalità per scelta e revoca del medico di medicina generale/pediatra di libera scelta L3GMA 7.3 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulle prestazioni gratutite e a pagamento del medico di medicina generale/pediatra di libera scelta L3GMA 7.4 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulle esenzioni per patologia e invalidità L3GMA 7.5 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sull’assistenza sanitaria gratuita all’estero (UE e paesi con accordi bilaterali) L3GMA 7.6 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sui diritti degli utenti L3GMA 7.7 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulla prevenzione delle malattie/educazione alla salute L3GMA 7.8 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di documento o avvisi relativi al diritto alla libera scelta del luogo di cura L3GMA 7.9 (assenza/presenza) Prospetto riassuntivo aggiornato nell’atrio dei servizi e degli uffici presenti nella sede di distretto L3GMA 8 (assenza/presenza) 113 Servizio informazioni per il pubblico presso l’ingresso principale della sede di distretto L3GMA 9 (assenza/presenza) poliambulatori specialistici territoriali Opuscolo sui diritti dei cittadini/utenti all’ingresso (assenza/presenza) L3GMB 7.2 Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulla prevenzione delle malattie/educazione alla salute L3GMB 7.3 Prospetto riassuntivo aggiornato nell’atrio dei servizi e degli uffici presenti L3GMB 8 (assenza/presenza) Cartellonistica stradale in prossimità della struttura sanitaria L3GMB 4 (assenza/presenza) Cartellonistica esterna entrata principale L3GMB 5 (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso di un opuscolo informativo circa le prestazioni offerte L3GMB 7.1 (assenza/presenza) Disponibilità al momento dell’ingresso nella struttura di documenti o di avvisi relativi al diritto alla libera scelta del luogo di cura L3GMB 7.4 (assenza/presenza) Servizio informazioni per il pubblico presso l’atrio principale (assenza/presenza) L3GMB 9 centri di salute mentale e Ser.T. Disponibilità all’ingresso di un opuscolo informativo sui servizi offerti e nomi operatori L3GMC 9.1 (assenza/presenza) Opuscolo sui diritti dei cittadini/utenti all’ingresso (assenza/presenza) L3GMC 9.2 Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di un opuscolo informativo sulla prevenzione delle malattie/educazione alla salute L3GMC 9.3 Cartellonistica stradale in prossimità della struttura sanitaria L3GMC (assenza/presenza) 4 114 Cartellonistica esterna entrata principale L3GMC (assenza/presenza) 5 Disponibilità di almeno un locale dedicato all'accoglienza utenti, segreteria, informazioni (assenza/presenza) Numero telefonico dedicato per informazioni e orientamento L3GMC (assenza/presenza) Cartello aggiornato con nomi e qualifiche degli operatori L3GMC 8 10 (assenza/presenza) Luogo dedicato all’accoglienza degli utenti, informazioni L3GMC (assenza/presenza) 10 Momenti formativi per operatori volontari/gestori discoteche…ecc. nell’ultimo anno (assenza/presenza)(per Ser.T) L3QC 13 3.4. Comfort medici di medina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Parcheggio taxi in prossimità della sede di distretto L3GMA 2 (assenza/presenza) Posti auto all’esterno della sede di distretto riservati a disabili L3GMA 3 (assenza/presenza) Sala d’attesa nella sede di distretto L3GMA (assenza/presenza) 11 Sedie nella sala di attesa della sede di distretto (assenza/presenza) L3GMA 11.1 Distributore di acqua gratuita nella sala di attesa della sede di distretto L3GMA (assenza/presenza) 11.3 Dotazione di distributori automatici di alimenti e bevande nella sala di attesa della sede di distretto L3GMA 11.2 (assenza/presenza) Bagno per disabili nella sede di distretto L3GMA (assenza/presenza) 13 115 Numero dei bagni della sede di distretto dotati di specchio mensola contenitori portarifiuti (valore) L3GMA 14 Numero dei gabinetti della sede di distretto dotati di L3GMA 15 Tavoletta Scopino Campanello d'allarme Possibilità di chiusura o sistema alternativo per indicare occupato/libero (valore) Osservazione nella sede di distretto di segni di fatiscenza alle pareti vetri rotti finestre che non si chiudono presenza di insetti, scarafaggi, ecc rifiuti o altro materiale abbandonato soffitti e/o muri con ragnatele rubinetti rotti L3GMA 16 poliambulatori specialistici territoriali Parcheggio taxi in prossimità della struttura L3GMB 2 (assenza/presenza) Posti auto all’esterno della sede di distretto riservati a disabili L3GMB 3 (assenza/presenza) Numero di ambulatori dotati di sala d’attesa con posti a sedere L3GMB 17 (valore) Numero sale d’attesa degli ambulatori con distributori automatici di alimenti e bevande L3GMB 18.1 (valore) Numero sale d’attesa degli ambulatori con distributori di acqua gratuita (valore) L3GMB 18.2 Numero ambulatori dotati di bagni per il pubblico in prossimità del locale (valore) L3GMB 19 Numero di ambulatori dotati di bagni per disabili localizzati in prossimità del locale (valore) L3GMB 20 116 Numero dei bagni degli ambulatori dotati di specchio mensola contenitori portarifiuti (valore) L3GMB 21 Numero dei gabinetti degli ambulatori dotati di L3GMB 22 Tavoletta Scopino Campanello d'allarme Possibilità di chiusura o sistema alternativo per indicare occupato/libero (valore) Osservazione nel poliambulatorio di segni di fatiscenza alle pareti vetri rotti finestre che non si chiudono presenza di insetti, scarafaggi, ecc rifiuti o altro materiale abbandonato soffitti e/o muri con ragnatele rubinetti rotti L3GMB 23 Centri di salute mentale e Ser.T Parcheggio taxi in prossimità della struttura L3GMC (assenza/presenza) 2 Posti auto all’esterno della struttura riservati a disabili L3GMC (assenza/presenza) Sala d’attesa L3GMC (assenza/presenza) 3 12 Sedie nella sala di attesa L3GMC (assenza/presenza) 12.1 Distributore di acqua gratuita nella sala di attesa L3GMC (assenza/presenza) 12.3 Dotazione di distributori automatici di alimenti e bevande nella sala d’attesa L3GMC (assenza/presenza) Bagni per il pubblico L3GMC (assenza/presenza) 12.2 13 117 Gabinetto per disabili L3GMC (assenza/presenza) 14 Numero dei bagni per il pubblico dotati di specchio mensola contenitori portarifiuti (valore) L3GMC 15 Numero dei gabinetti per il pubblico dotati di Tavoletta Scopino (valore) L3GMC 16 Osservazione di segni di fatiscenza alle pareti vetri rotti finestre che non si chiudono presenza di insetti, scarafaggi, ecc rifiuti o altro materiale abbandonato soffitti e/o muri con ragnatele rubinetti rotti L3GMC 17 3.5. Supporto ai degenti e alle loro famiglie medici di medicina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Servizio di consulenza telefonica dedicato ai familiari dei pazienti oncologici in assistenza domiciliare L3QA 18 (assenza/presenza) Servizio di assistenza psicologica per i pazienti in assistenza domiciliare e le loro famiglie L3QA 19 (assenza/presenza) centri di salute mentale e Ser.T Procedura per il coinvolgimento dei congiunti del paziente nel progetto terapeutico (quando utile) (assenza/presenza) L3QC 14.2 3.6. Tutela dei diritti 118 medici di medicina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Disponibilità all’ingresso della sede di distretto di documenti o di avvisi relativi alla possibilità e alle modalità per comunicare commenti, suggerimenti, reclami L3GMA (assenza/presenza) 7.10 Schede e punti raccolta per segnalazioni e reclami dei cittadini nella sede di distretto L3GMA 7.11 (assenza/presenza) Poliambulatori specialistici territoriali Locali per associazioni di volontariato/difesa dei diritti dei cittadini (non inserito al momento) (assenza/presenza) Disponibilità all’ingresso di documenti o di avvisi relativi alla possibilità e alle modalità per comunicare commenti, suggerimenti, reclami L3GMB 7.5 (assenza/presenza) Schede e punti raccolta per segnalazioni e reclami dei cittadini L3GMB 7.6 (assenza/presenza) Centri di salute mentale e Ser.T Disponibilità all’ingresso di documenti o di avvisi relativi alla possibilità e alle modalità per comunicare commenti, suggerimenti, reclami L3GMC 9.4 (assenza/presenza) Schede e punti raccolta per segnalazioni e reclami dei cittadini L3GMC (assenza/presenza) 9.5 3.7. Programmi di miglioramento della qualità medici di medicina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Realizzazione negli ultimi due anni di una indagine sulla soddisfazione degli utenti e dei familiari L3QA 12 (assenza/presenza) se sì risultati resi pubblici L3QA 12.3 119 Utilizzo di personale addestrato L3QA (assenza/presenza) 12.1 Domande su accesso al servizio, rapporti utenti-medici, informazione, assistenza medica, comfort degli studi medici L3QA 12.2 (assenza/presenza) Azioni di miglioramento della qualità attuate in seguito alla indagine L3QA 13 (assenza/presenza) Realizzazione negli ultimi due anni di una indagine sulla soddisfazione degli utenti circa il servizio domiciliare L3QA 20 (assenza/presenza) se sì risultati resi pubblici L3QA 20.3 (assenza/presenza) Utilizzo di personale addestrato L3QA (assenza/presenza) 20.1 Domande su accesso al servizio, rapporti utenti-operatori, informazione, assistenza medica e infermieristica, L3QA 20.2 (assenza/presenza) Azioni di miglioramento della qualità attuate in seguito alla indagine L3QA 21 (assenza/presenza) Poliambulatori specialistici territoriali Realizzazione negli ultimi due anni di una indagine sulla soddisfazione degli utenti e dei familiari L3QB 5 (assenza/presenza) se sì risultati resi pubblici L3QB 5.4 (assenza/presenza) Utilizzo di personale addestrato L3QB 5.2 (assenza/presenza) Domande su accesso al servizio, rapporti utenti-operatori, informazione, assistenza medica e infermieristica, L3QB 5.3 (assenza/presenza) Azioni di miglioramento della qualità attuate in seguito alla indagine L3QB 6 120 Presenza di procedure di valutazione periodica del funzionamento del servizio L3QB 7 (assenza/presenza) Realizzazione nel presidio di esperienze di accreditamento volontario o di certificazione basate su uno dei modelli attualmente esistenti al livello internazionale (ISO 9000, EFQM) L3QB 8 (assenza/presenza) Centri di salute mentale e Ser.T Realizzazione negli ultimi due anni di una indagine sulla soddisfazione degli utenti e dei familiari L3QC 16 (assenza/presenza) se sì risultati resi pubblici L3QC 16.3 (assenza/presenza) Utilizzo di personale addestrato L3QC (assenza/presenza) 16.1 Domande su accesso al servizio, rapporti utenti-operatori, informazione, assistenza medica e infermieristica, L3QC 16.2 (assenza/presenza) Azioni di miglioramento della qualità attuate in seguito alla indagine L3QC (assenza/presenza) 17 Presenza di procedure di valutazione periodica del funzionamento del servizio L3QC (assenza/presenza) Realizzazione negli ultimi tre anni di una indagine circa i bisogni emergenti (assenza/presenza) Coinvolgimento del settore non profit nell’erogazione del servizio L3QC (assenza/presenza) 18 L3QC 19 20 3.8. Documentazione sanitaria e comunicazione tra medici Poliambulatori specialistici territoriali Consegna a domicilio referti medici L3QB 4.1 (assenza/presenza) 121 Consultazione referti medici tramite web L3QB 4.2 centri di salute mentale e Ser.T Tempi di attesa per le certificazioni medico legali dal momento della diagnosi L3QC (valore) 12 Procedura per favorire il raccordo tra operatori del servizio e il medico di fiducia del paziente L3QC 14.1 (assenza/presenza) Componente " Impegno dell’azienda nel promuovere alcune politiche di particolare rilievo sociale e sanitario” 1. Livello aziendale 1.1. Sicurezza delle strutture e degli impianti Servizio di Ingegneria clinica L1Q 13 (assenza/presenza) Contratti di assistenza per la manutenzione e la riparazione della apparecchiature diagnostiche per immagini L1Q 14 (assenza/presenza) Corsi di formazione sulla sicurezza delle strutture e degli impianti negli ultimi tre anni L1Q 17 (assenza/presenza) Documento aggiornato sui rischi (legge 626) L1Q 20 (assenza/presenza) 1.2. Gestione del rischio clinico Ufficio/persona incaricata/servizio per la gestione del rischio clinico a qualsiasi livello dell’azienda (aziendale, di presidio, ecc.) L1Q 9 (assenza/presenza) Registrazione di errori, quasi errori, incidenti da cause organizzative, eventi sentinella L1Q 10 122 Redazione di una mappa del rischio clinico L1Q 11 (assenza/presenza) Redazione di un Piano per la gestione del rischio clinico L1Q 12 (assenza/presenza) Commissione per la prevenzione delle infezioni ospedaliere L1Q (assenza/presenza) Comitato per il buon uso del sangue L1Q (assenza/presenza) 15.1 15.2 Corsi di formazione specifici sulla gestione del rischio clinico negli ultimi tre anni L1Q 16 (assenza/presenza) Commissione per la elaborazione di linee guida o adozione formale di linee guida redatte al livello regionale o nazionale L1Q 18 (assenza/presenza) Procedure per il mantenimento di rapporti costanti tra settore amministrativo e reparti nella gestione del contenzioso L1Q 19 (assenza/presenza) 1.3. Malattie croniche e oncologia Centro/i di informazione e counselling per pazienti con patologie croniche o rare (assenza/presenza) L1Q 21.1 Centri di riferimento o strutture di orientamento per pazienti con patologie croniche o rare L1Q 21.2. (assenza/presenza) Strutture per le Cure Palliative L1Q Ambulatorio Day hospital Ricovero ospedaliero hospice (assenza/presenza) Centro per la chemioterapia L1Q (assenza/presenza) 21.6 21.3 123 Percorsi diagnostico-terapeutici relativi a malattie croniche (diabete, broncopneumopatia ostruttiva, scompenso cardiaco congestizio, ecc.) L1Q 21.4 (assenza/presenza) Percorsi diagnostico-terapeutici relativi a malattie tumorali L1Q (assenza/presenza) Numero di distretti con dialisi domiciliare L1Q (valore) 21.5 22.7 Numero di distretti con servizi di trasporto dal domicilio al centro dialisi per i pazienti dializzati L1Q 22.8 (valore) Solo ASL Centro di riferimento della azienda per la manutenzione di presidi, ausili e protesi L1Q (assenza/presenza) Procedure di semplificazione dell’accesso alla esenzione per patologia L1Q (assenza/presenza) 22.1 Procedure di semplificazione del rinnovo delle esenzioni per patologia L1Q (assenza/presenza) 22.2 22.6 Procedure per il coinvolgimento degli utenti nella valutazione della qualità dei presidi, ausili e protesi L1Q 22.3 (assenza/presenza) Procedure per semplificare l’accesso degli utenti al riconoscimento del diritto ai presidi, ausili e protesi L1Q 22.4 (assenza/presenza) Procedure per la distribuzione dei presidi con periodicità agevoli per gli utenti (assenza/presenza) Servizio di dialisi domiciliare L1Q (assenza/presenza) L1Q 22.5 22.7 Servizi di trasporto dal domicilio al centro dialisi per i pazienti dializzati L1Q (assenza/presenza) 22.6 124 Svolgimento negli ultimi tre anni di iniziative rivolte ai medici di famiglia per favorire l’accesso dei malati cronici ai servizi sanitari L1Q 23 (assenza/presenza) 1.4. Gestione del dolore Solo ASL Numero di distretti con un servizio di cure palliative domiciliari L1Q 21.6.1 Linee guida e/o protocolli per il controllo del dolore nei pazienti L1Q 24 Cure domiciliari Servizi ospedalieri Hospice altro (assenza/presenza) Numero di distretti in cui si pratica a intervalli regolari la valutazione dell'intensità del dolore nei pazienti in assistenza domiciliare (quando le condizioni dei pazienti lo richiedono) L1Q 25 Iniziative di formazione sul controllo del dolore rivolte ai medici di famiglia negli ultimi tre anni L1Q 27 (assenza/presenza) Iniziative volte a creare valutatori/ricognitori sul territorio per il controllo clinico e la raccolta dati sul paziente con dolore negli ultimi tre anni L1Q 28 (assenza/presenza) 2. Livello Assistenza ospedaliera 2.1. Sicurezza delle strutture e degli impianti Accesso dedicato per le emergenze L2Q 42 (assenza/presenza) Camera calda al pronto soccorso L2Q 39 (assenza/presenza) Individuazione all'interno del PS dei responsabili della verifica e del controllo delle attrezzature e delle dotazioni L2Q 40 (assenza/presenza) 125 Definizione per tutto il personale delle procedure per effettuare e/o attivare la manutenzione straordinaria delle attrezzature e delle dotazioni del PS L2Q 41 (assenza/presenza) Numero di unità operative di degenza nelle quali è presente la segnaletica per le vie di fuga (valore) L2GMB 21 Numero di unità operative di degenza nelle quali è presente la segnaletica per l’individuazione degli estintori L2GMB 21 (valore) Numero di unità operative di degenza nelle quali è presente la Piantina del piano di evacuazione L2GMB 21 (valore) 2.2. Gestione del rischio clinico Studi di carattere valutativo sulle cartelle cliniche/schede di dimissioni ospedaliere (assenza/presenza) L2Q 37 Procedure di garanzia per la presenza in sala operatoria di tutti gli operatori che hanno iniziato l'intervento (tranne cardiochirurgia, neurochirurgia, ecc.) L2Q 38 (assenza/presenza) Indagini periodiche sulle infezioni ospedaliere (prevalenza) L2Q (assenza/presenza) 43.1 Indagini periodiche sull’incidenza di infezioni del sito chirurgico per specialità chirurgiche L2Q 43.2 (assenza/presenza) Protocolli o linee-guida per il controllo delle infezioni ospedaliere L2Q 44 (assenza/presenza) Manuale dei disinfettanti in uso nel presidio L2Q 46 (assenza/presenza) Procedura per la sterilizzazione dei dispositivi medici L2Q (assenza/presenza) 45 Procedura per gestione dei rifiuti sanitari L2Q 47 (assenza/presenza) 126 2.3. Gestione del dolore Linee guida e/o protocolli per il controllo del dolore L2Q 48 (assenza/presenza) Valutazione a intervalli regolari dell'intensità del dolore nei pazienti ricoverati L2Q 49 (assenza/presenza) Iniziative volte a creare valutatori/ricognitori nelle UO ospedaliere per controllo clinico e raccolta dati sul paziente con dolore negli ultimi tre anni L2Q 50 (assenza/presenza) Iniziative di formazione sulla terapia del dolore per personale negli ultimi tre anni L2Q 51 (assenza/presenza) Linee di comportamento per gli operatori sanitari per fornire un’adeguata informazione ai pazienti L2Q 52 sulla terapia del dolore Interventi chirurgici Parto Tumori Malattie cronico-degenerative Altro (assenza/presenza) 3. Livello Cure Primarie 3.1. Sicurezza delle strutture e degli impianti medici di medicina generale - pediatri di libera scelta – assistenza domiciliare- sede di distretto Segnaletica per le vie di fuga nella sede di distretto L3GMA 17.1 (assenza/presenza) Segnaletica per l’individuazione degli estintori nella sede di distretto L3GMA (assenza/presenza) Piantina di piano di evacuazione nella sede di distretto L3GMA 17.2 17.3 Poliambulatori specialistici territoriali Segnaletica per le vie di fuga L3GMB 24.1 (assenza/presenza) 127 Segnaletica per l’individuazione degli estintori L3GMB 24.2 (assenza/presenza) Piantina di piano di evacuazione L3GMB 24.3 (assenza/presenza) Centri di salute mentale e Ser.T Segnaletica per le vie di fuga L3GMC (assenza/presenza) 18.1 Segnaletica per l’individuazione degli estintori L3GMC (assenza/presenza) Piantina di piano di evacuazione L3GMC 18.2 18.3 (assenza/presenza) Componente “Coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini nelle politiche aziendali” 1.1. Livello aziendale 1.1. Attuazione e funzionamento degli istituti di partecipazione degli utenti Forme di partecipazione delle organizzazioni dei cittadini nelle attività relative alla programmazione, controllo e valutazione dei servizi sanitari (art. 12 del dlgs 229/99) L1Q 28.1 (assenza/presenza) Protocolli d’intesa con organizzazioni di cittadini L1Q (assenza/presenza) 28.2 Forme di controllo di qualità esercitate direttamente dalle associazioni dei cittadini (DPCM 19 maggio 1995) L1Q 28.3 (assenza/presenza) Commissione mista conciliativa L1Q (assenza/presenza) 28.4 128 Comitati consultivi misti L1Q (assenza/presenza) 28.5 Convocazione nell’ultimo anno della Conferenza dei Servizi L1Q (assenza/presenza) 28.6 Presentazione dei risultati del controllo di qualità nel corso della Conferenza dei Servizi L1Q 29 (assenza/presenza) Determinazione degli standard della Carta dei servizi con la consultazione dei cittadini L1Q 6.1 (assenza/presenza) Comitato etico L1Q 30 (assenza/presenza) (se sì) Richiesta formale dell’azienda alle organizzazione L1Q dei cittadini per la designazione dei propri rappresentanti presso il Comitato etico (assenza/presenza) 30.1 Grado di soddisfazione dei rappresentanti delle organizzazioni dei cittadini circa il funzionamento e gli esiti: QORG del Comitato etico del Comitato per il buon uso del sangue delle Commissione conciliativa dei Comitati consultivi misti di altre eventuali forme di interlocuzione tra cittadini e azienda (non inserito per il calcolo dell’IAS) 1.2. Altre forme di partecipazione dei cittadini e di interlocuzione cittadini/azienda Una o più richieste formali negli ultimi due anni da parte dell’azienda alle organizzazioni dei cittadini per la partecipazione a commissioni di studio/gruppi di lavoro L1Q 31.1 (assenza/presenza) Una o più richieste formali negli ultimi due anni da parte dell’azienda alle organizzazioni dei cittadini di suggerimenti o pareri su problemi, progetti da realizzare, ecc. L1Q 30.2 (assenza/presenza) Iniziative comuni negli ultimi due anni (azienda e organizzazioni dei cittadini) riguardanti la qualità del servizio L1Q 30.3 129 (assenza/presenza) Riunioni periodiche tra rappresentanti delle organizzazioni civiche e rappresentanti dell’azienda su tematiche generali o particolari L1Q 30.4 (assenza/presenza) Consultazioni periodiche (almeno ogni 4 mesi) delle organizzazioni dei cittadini per la determinazione degli ordine del giorno di organismi aziendali/gruppi di lavoro/commissioni di studio ecc. L1Q 30.5 (assenza/presenza) Capitolati d’appalto con articoli che permettono la possibilità di controlli degli utenti sulla qualità delle forniture L1Q 30.6 (assenza/presenza) 130