L’Antagonista “Un uomo di genio non commette sbagli. I suoi errori sono volontari e sono i portali della scoperta” James Joyce L’ATTESA DEL CAMBIAMENTO La crisi sfianca la società, ma mai far morire “l’aspettativa” Il bilico. Tra illusione e certezza di Antonio Arnone In occasione del terzo anniversario della nascita del nostro giornale, si è svolta il 9 Giugno nella villa comunale di Celico, con il patrocinio del Comune, la presentazione del libro di poesie “Il bilico. Tra illusione e certezza.” di Francesco Lappano. Ha aperto la serata il nostro caporedattore Mario Scalise che ha parlato delle attività svolte in questi tre anni da “L’ Antagonista”. Carmela Caligiuri, Assessore alla cultura celichese, ha fatto da moderatrice e, dopo aver espresso la stima nei confronti del poeta, gli ha posto diverse domande inerenti il libro. Interessante è stato anche l’intervento del professore e scrittore Flavio Nimpo che ha descritto “Il bilico” come un intenso viaggio alla ricerca del senso più profondo della vita e dell’amore. Parlare di “presentazione” di un libro è riduttivo perché quello di Lappano è stato un vero e proprio “spettacolo teatrale”. I suoi versi, che egli stesso ha recitato insieme all’attrice Alessandra Chiarello, continua a pag. 3 di Mario Scalise Esistono tempi in cui il progresso rallenta e l’umanità si chiede confusamente se qualcosa debba essere cambiato. Tempi, più precisamente, in cui le persone stanche e frustrate pagano il peso di una crisi del sistema e l’entusiasmo di emergere e di poter concretamente essere protagonisti della propria vita si spegne e si inchina al cospetto del sacrificio. Il dramma di questa attesa, direi quasi soteriologica, di cambiamento, di crearsi una vita propria, si vede presto contrastata nella sua piena realizzazione e il sistema stesso ci costringe all’inappetenza e a smorzare l’aspetto caratteristico di ogni persona di ogni età, soprattutto i giovani: l’aspettativa. La forza di volontà viene abbattuta e di fronte all’inutilità degli sforzi, cala il sipario dei doveri. Periscono gli interessi per il bene comune, le persone si chiudono in uno stato di pessimismo cronico e tutto ciò che sembra dare la svolta, il famoso “deus ex machina”, non ha il peso giusto, non ha la giusta presa per essere preso in considerazione. Le persone reagiscono con la violenza, l’educazione viene meno, non si ha fiducia nelle istituzioni, non si crede più nella giustizia, la corruzione aumenta all’aumentare della sfiducia. Una crisi economica come quella che viviamo offre aspetti scatenanti all’interno della società che più che violenza nei più si tramuta in svilimento e apatia. E se di fronte alla necessità, alla volontà di essere protagonisti della propria vita dobbiamo vivere secondo apatia, essere “inappetenti”, vivere secondo quello che ci viene imposto dal sistema, è giusto dire che si commette ingiustizia perché contraria alle necessità della nostra volontà; a quel punto, in quel punto particolare dove l’uomo rischia di svanire nell’ombra di una crisi bisognerà reagire, se necessario con qualsiasi mezzo. Perché risolvere le difficoltà di un periodo non significa far morire l’aspettativa di chi una vita la vive una sola volta. L’Antagonista Un ringraziamento a Fernando Amelio. Numero 2 L’Antagonista Giugno 2013 Margherita. La perla del drago di Simone Vitelli Lo scorso 1° Giugno è stato presentato, presso la Biblioteca Comuna “G. Marinaro”, il libro scritto da Francesco Scarpelli, sulla favola di Margherita, nell’ambito delle manifestazioni ed iniziative della Primavera Gioachimita 2013, promosse ed organizzate dall’Associazione Culturale Abate Gioacchino. << L’eco di un’antica fiaba risuonava ancora fra le pareti nere di fumo delle vecchie case abbandonate e decrepite. I focolari spenti e umidi sembravano averne assorbito il racconto dopo che per secoli era rimbombato come una litania sotto gli sguardi ingenui dei piccoli, nella penombra della luce del fuoco e di una flebile luce ad olio. Sono entrato qualche volta in queste case vuote di uomini ma con mille cose da raccontare, e l’eco della favola antica mi è subito venuta incontro disperata, insieme al profumo di una pianta di basilico abbandonata da molti anni sul davanzale della finestra spalancata, eppure ancora viva. Non potevo lasciare che quell’eco si spegnesse sotto i solai stanchi, fra quelle pareti ormai arrese al tempo e al disinteresse dell’uomo. Dovevo raccogliere Il bilico. Tra illusione e certezza continua dalla prima pagina si sono fusi alla musica di Marco Moccia e Piergiuseppe Maggi e alle opere pittoriche di Luigia Granata. Infine, Francesco Lappano ha voluto dedicare una poesia alla sua famiglia ed, in particolare, ad un suo caro che moriva un anno fa. Il ringraziamento di Simone Vitelli (a rappresentanza dell’Associazione SilAntica) ai presenti, ha dato termine ad una bella serata, è proprio il caso di dire, “poetica”. A pagina 7 una poesia di Francesco Lappano ed un disegno di Luigia Granata tratti dal libro. quel tesoro salvandolo dall’oblio perché una casa di carta può vivere più a lungo di una casa di pietre. Amorevolmente ho raccolto quell’eco e, come se raccogliessi la pianta di basilico, ho cercato di non separarla dalle radici ancora vive, per “ripiantarla” in questo piccolo libro. >> (Introduzione al libro). Il libro racconta, quindi, di “un’antica fiaba di Celico” “ripiantata” dall’autore con le sue antiche radici: Il “tesoro di Margherita, una ragazza del luogo che, in un lontanissimo ed indefinito passato, pascolava un gregge sulla montagna che sovrasta il paese. Un non meglio precisato gruppo di uomini avvicina la ragazza e le chiede se vuole custodire un tesoro. La ragazza, molto semplicemente, accetta”. Margherita, però, viene uccisa dagli stessi uomini e “lo spirito della ragazza rimane sepolto in una grotta insieme al tesoro”. L’Antagonista Numero 2 “Cibo e Amore: i nutrimenti della Vita” di Dott. Domenico Mastroscusa Responsabile Centro ABA Cosenza* “Specchio, specchio delle mie brame...”, così dice la regina nella famosa favola di Biancaneve. Ogni casa è arredata con molti specchi, ma nessuno di noi possiede quello magico, quello specchio che, un po’ maliziosamente e con molto cinismo, è capace di leggere il presente e prevedere il futuro. O no? Cosa può, realmente, rimandarci uno specchio? Beh! Solo un’immagine statica di quello che siamo e di quello che, il più delle volte, non siamo capaci di accettare. Ognuno di noi si specchia più e più volte al giorno, ma quando non riceviamo risposta alcuna, così come nella favola di Biancaneve, tentiamo di dar vita allo specchio “animandolo” con le domande che più ci premono. Ma, in questo “dialogo” quotidiano, cosa chiediamo veramente allo specchio…? Nient’altro che rassicurazioni sulle nostre ansie o conferme al nostro narcisismo; e quando queste non arrivano, diventiamo più timidi e insicuri o ci arrabbiamo e rimaniamo delusi e feriti. In effetti, viviamo costantemente in un mondo di specchi e quelli a noi più utili, sono indubbiamente rappresentati dai nostri cari: i familiari, gli amici, le persone amate. Le persone che più frequentiamo, riflettono costantemente il nostro modo di essere, aiutandoci meglio a capirci e conoscerci. È tramite loro che cresciamo, nutrendoci dell’affetto che essi riescono a darci. Nella nostra vita quotidiana, però, il nostro specchio più presente è la tv che tramite la pubblicità, esalta le nostre paure, le nostre insicurezze per indurci a soddisfarle, illusoriamente, con gli acquisti. In ogni spot pubblicitario, siamo messi di fronte alla lusinga della vita e dell’immagine perfetta: la famiglia perfetta che, gioiosamente, acquista e consuma cibi e bevande; la donna eternamente giovane, ridente e magra, capace e decisa nel raggiungere i suoi obiettivi; l’uomo altrettanto giovane, magro e muscoloso, che fieramente delega il suo successo e la sua virilità al possesso di un’autovettura o all’uso di un dopobarba dal profumo miracoloso. Per poter vendere, la pubblicità deve far emergere le nostre insicurezze, ed in alcuni casi, deve, sapientemente creare, bisogni fittizi da dover soddisfare, con l’acquisto di un qualsiasi prodotto. Per funzionare, la pubblicità deve agire su un “vuoto”, esaltandolo fino al punto da convincerci che, solo la merce reclamizzata, potrà colmarlo. E, un attimo dopo aver soddisfatto quel bisogno, eccoci subito pronti a “scoprire un altro vuoto”, a desiderare altro, ad essere indotti a soddisfarne un altro e un altro ancora. Quello specchio-tv diventa così il messaggero dell’insicurezza personale, il simbolo di una realtà solo apparentemente felice, ma concretamente fredda e statica. E così, come nella favola di Biancaneve, anche nella vita, lo specchio-tv non è più veramente freddo e statico, ma diventa uno strumento “magico”, perversamente magico, perché alla fine riesce a riflettere solo i nostri difetti, le nostre paure, le nostre ansie. Questo specchio-tv riesce a mettere crudelmente a nudo le nostre umane fragilità, esaltandole e facendole diventare diabolicamente, l’unica immagine riflessa che, paradossalmente, prende corpo. Prende il nostro corpo, se ne impossessa, diventando l’unica realtà, la vera realtà, quella che per noi risulta, tangibile e concreta. Il nostro corpo diventa, così, mezzo di scambio economico, solo se è perfettibile, se rimane nella sfera del desiderio e prigioniero di profonde ansie. Dunque, quale specchio migliore in cui riflettere la propria giovanile insicurezza? Su queste basi spesso si sostanziano i disturbi dell’alimentazio- ne: una ricerca spasmodica nel raggiungimento della rassicurante, ideale, perfezione fisica, nel tentativo di compensare un profondo vuoto interiore ed una lacerante insicurezza esistenziale. Sovente, questi sentimenti vengono coperti e sostituiti da una feroce auto- aggressione del proprio corpo, attraverso un ricercato meccanismo di denutrizione, come succede nell’anoressia; da un’incontenibile incapacità di mantenere il cibo all’interno del proprio corpo, di far proprio, con il ricorso al vomito forzato, al meccanismo dello svuotamento fisico, che si accompagna allo svuotamento psicologico che affligge le persone bulimiche. In altri casi, quei sentimenti, vengono rimossi da una ricerca ossessiva e compulsiva del cibo, come avviene nell’obesità. È in questi momenti di insicurezza e di vuoto interiore che si cerca di dar sollievo alla sofferenza, usando o negando il cibo, nell’illusione di poter mettere così, a tacere, le proprie ansie e le proprie paure. Ma ciò, è solo un inganno. Un inganno al quale spesso si finisce per non credere più, ma del quale, dopo un po’ di tempo, non si riesce più a fare a meno. Di anoressia, bulimia, obesità e degli altri disturbi del comportamento alimentare, così come delle loro cause, delle loro cure e dei servizi disponibili sul nostro territorio, per tutti coloro che vivono questa drammatica solitudine esistenziale, si parlerà nel convegno “Cibo e Amore: i nutrimenti della vita” che si terrà a Celico il 30 giugno alle 17,30 presso l’ex convento dei Cappuccini. *L’ABA, Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, l’obesità e i disordini alimentari, è un’Associazione senza scopo di lucro, impegnata dal 1991 nel campo della prevenzione, dell’informazione e della ricerca su anoressia, bulimia, obesità e L’Antagonista Giugno 2013 disturbi alimentari. Presente in molte città, è la prima struttura in Italia che si è occupata in maniera professionale di questi disturbi, attraverso un’incessante opera di sensibilizzazione, informazione e assistenza rivolta a tutta la popolazione. L’ABA si avvale della consulenza di psicologi, psicoterapeuti, medici e psichiatri specializzati nel trattamento dei disordini alimentari, da anni lavora per ridurre la distanza tra le persone che soffrono di questi disagi e la cura. Nei Centri ABA è sempre presente uno spazio consultoriale per i familiari. L’ABA è stata riconosciuta dalle Facoltà di Psicologia delle maggiori Università Italiane, tra cui l’Università degli Studi di Roma, Firenze, Padova, Torino, Bologna, Palermo, Trieste, Urbino, dall’Università Cattolica e dall’Università Bicocca di Milano, come sede per lo svolgimento del tirocinio pre e post lauream. L’ABA e i Ministeri delle Pari Opportunità e della Salute, nel 2006, hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione sul tema dei disordini alimentari attraverso la produzione e la pubblicazione di un milione di opuscoli distribuiti per mezzo delle ASL, delle farmacie e dei presidi sanitari di tutta Italia. Dal 1996 l’ABA è impegnata in progetti di informazione e prevenzione nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. ABA organizza corsi di formazione annuali e accreditati ECM, rivolti a psicologi, medici ed operatori del settore socio-sanitario. Centro ABA di Cosenza: via della Resistenza 39 - 87040 Castrolibero (CS) Tel: 0984 85 15 11 Fax 178 271 24 77 Email: [email protected] Camminando sulle vostre idee: tutti presenti Applausi e inno di Mameli, in ricordo di Falcone e Borsellino di Maria Fabiano L’Applauso è scoppiato fortissimo quando sono arrivati gli ospiti della giornata. Il padrone di casa è stato il Dott. Pierpaolo Bruni, giovane magistrato che in Calabria sta conducendo inchieste vitali per sconfiggere il cancro che attanaglia la nostra regione, la Massopolindrangheta, appunto la ‘ndrangheta sposata alla politica mafiosa. In sala erano presenti: l’Avv. Giuseppe Campanaro, il Prof. Giancarlo Costabile che hanno premiato i ragazzi, l’Avv. Arcangelo Badolati e il Dott. Attilio Sabato i quali hanno fatto un excursus del libro “Codice Rosso” riguardante la questione della sanità in Calabria, “il nostro sistema è un pozzo senza fondo che consuma tre quarti del bilancio regionale e spende più della metà di quanto incassa”. Gli ospedali sono vere e proprie icone di sperpero. L’idea è al primo anno, la formula è stata accattivante e di grandissimo successo: al concorso hanno partecipato tutti i plessi degli istituti comprensivi e sono arrivati da tutti i paesi per ricevere il loro ambito premio. Tra loro vi era un po’ d’emozione, d’impazienza, hanno preparato racconti, articoli, frutto anche del lavoro di genitori e docenti che hanno raccontato agli studenti gli anni delle stragi. Sono loro, i più giovani, la prova che come sosteneva Falcone, << Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini >>. Grazie anche al costante impegno delle associazioni, in questo caso è doveroso citare la Nuova Presila Onlus di Spezzano Sila, sono convinta che qualcosa stia cambiando: oggi la lotta alla mafia, la cultura della legalità, crescono anche come stati d’animo, nelle coscienze degli uomini. Un impegno quello della scuola costante e attivo, come è giusto che sia. Perché la legalità nasce sui banchi. Vivere la legalità è vivere il valore della regola come strumento di libertà e progresso, garanzia affinché le differenze di ognuno siano un arricchimento per tutti. Vivere la legalità è consapevolezza che non vi sono scorciatoie nella vita e che la via più breve ha sempre un prezzo alto che prima o poi dovrà essere pagato; essa è una scelta che esige partecipazione, capacità di critica, ma, soprattutto, di autocritica, non disgiunta dal sentimento della solidarietà, senza il quale, nessuna società può dirsi veramente civile. Ci diamo appuntamento al prossimo anno, con una nuova ed entusiasmante iniziativa! L’Antagonista Numero 2 L’Antagonista al Consiglio di Simone Vitelli Giorno 5 Giugno si è tenuto il quinto Consiglio Comunale del 2013 con solo due punti all’ordine del giorno: approvazione della convenzione con il Comune di Castiglione Cosentino per la gestione associata del servizio economicofinanziario e modifica della delibera n°11 del 5 Aprile “Istituzione di una Centrale Unica di Committenza per l’acquisizione di lavori, servizi e forniture con accordo consortile”. Attraverso la stipula della suddetta convenzione, il servizio economico-finanziario viene associato con Castiglione Cosentino e ciò permette un risparmio di circa 26.000 € annuali. Per ciò che riguarda, invece, la modifica della delibera del Consiglio Comunale del 5 Aprile, questa si è resa necessaria per la richiesta del Comune di Casole Bruzio di adesione immediata alla Centrale Unica di Committenza istituita inizialmente tra il Comune di Celico e quello di Pedace. Modifica che prevede anche l’adesione dei comuni di Serra Pedace e Trenta che deve avvenire, però, entro il 5 Agosto. I temi trattati insomma sono sembrati poco rilevanti e forse è stato questo il motivo per cui, all’interno del paese, non è stato attaccato nemmeno un manifesto, per giunta neanche sulla bacheca all’interno del comune. GD e Berliguer: la politica che unisce di Carlo De Marco Giorno 11 Giugno 2013, presso la villa comunale di Celico “Roberta Lanzino” si è tenuto un dibattito politico sulla vita e gli ideali politici di Enrico Berlinguer. La manifestazione è stata organizzata dai Giovani Democratici di Celico. In qualità di vicesegratario, insieme al Segretario Pierfrancesco Pantusa ed ai coordinatori Alfonso Mancuso e Francesco De Rose, ed a tutto l’organo frequentante, abbiamo deciso di lanciarci in politica, prendendo come modello, la figura di Berlinguer e specificatamente i cavalli di battaglia che ne costituirono il pensiero: la questione morale ed il rapporto tra noi giovani e la politica. La questione morale fu una campagna moralizzatrice che l’allora segretario del PCI lanciò dopo aver analizzato la situazione politica in Italia; quest’ultima era stata, infatti, oggetto di diversi scandali legati alla corruzione (tra questi il più importante l’uccisione di Aldo Moro). La questione morale si basava sull’eliminazione dell’accentramento totale del potere e degli incarichi politici, favorendo in tal modo gli interessi del popolo e non quelli della casta. Noi GD vogliamo portare avanti simili ideali, perché li riteniamo di grande attualità. In conclusione mi sembra opportuno citare una frase di Berlinguer: “Se i giovani si impadroniscono di ogni ramo del sapere, lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.” L’Antagonista Giugno 2013 Disegno di Luigia Granata L’EQUILIBRISTA di Francesco Lappano Tratta da “Il bilico. Tra illusione e certezza” In bilico il significato della vita su una base sottile e insicura Un’asta nelle mani il piombo nel cuore un equilibrio da creare. Richiama ambigua la base e attiva incognita la meta. Questo filo, l’unica strada. Sospeso tra due vuoti Costruisco il mio arrivo. L’Antagonista Numero 2 Burocrazia e fiscalità in “pillole” Continuiamo il nostro percorso attraverso la “giungla” della fiscalità italiana parlando brevemente di come avviene il calcolo degli indicatori ISE/ISEE e della “Dichiarazione Sostitutiva Unica” Come si calcolano l’ISE e l’ISEE? Il primo calcolo che viene effettuato è quello dell’indicatore della situazione reddituale (ISR), composto dai vari redditi di tutti i soggetti che compongono il nucleo familiare e dal reddito figurativo delle attività finanziarie, calcolato applicando, a tutto il patrimonio mobiliare, il tasso di rendimento medio annuo dei titoli decennali del Tesoro (se la famiglia vive in una casa in affitto, si sottrae il canone annuo di locazione). Si calcola, quindi, l’indicatore della situazione patrimoniale (ISP), che è dato dalla somma del valore di tutti i fabbricati e terreni (meno il valore dell’abitazione principale o di un eventuale mutuo residuo) più il valore di tutto il patrimonio mobiliare (meno una franchigia di 15.493,71 euro). Sulla base di tali elementi si calcola l’indicatore della situazione economica (ISE), che è dato dall’ISR più il 20% dell’ISP. L’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) è dato dall’ISE corretto con il parametro relativo alla famiglia (VSE), che tiene conto della numerosità e della composizione del nucleo familiare. Che cos’è la Dichiarazione Sostitutiva Unica? La Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) è il modello tramite il quale il cittadino dichiara il proprio reddito, i beni che possiede e la situazione familiare, indicando anche le prestazioni o i servizi che intende richiedere nel corso dell’anno. Il cittadino, presentando la DSU, si assume la responsabilità, anche penale, di quanto dichiara. La dichiarazione è “unica”, nel senso che serve per richiedere tutti i sostegni e le facilitazioni previste dalle leggi, sia statali che locali. Sulla base di tale dichiarazione, si calcolano l’ISE e l’ISEE. La DSU è composta da un modello base, in cui devono essere indicate le prestazioni da richiedere e che raccoglie le informazioni che riguardano l’intera famiglia, da un allegato, che raccoglie le informazioni relative ad ogni componente della famiglia (è quindi necessario compilare tanti alleganti quanti sono i componenti il nucleo familiare) e dalle istruzioni per la compilazione dei vari riquadri del modulo. Se, nel corso dell’anno, le condizioni familiari e economiche del nucleo familiare cambiano, è necessario presentare una nuova DSU. Come presentare la DSU? La DSU può essere presentata direttamente all’ente che eroga la prestazione per la quale si richiede l’agevolazione, oppure all’Inps. In alternativa, è possibile rivolgersi ad un caf/patronato. Che tipo di controlli può subire la dichiarazione? I dati dichiarati tramite la DSU possono essere oggetto di controlli, per verificarne la veridicità. In base alla Legge n. 183 del 2010, l’Agenzia delle Entrate può confrontare quanto dichiarato con i dati a propria disposizione o anche richiedere informazioni agli istituti finanziari, in merito a quanto dichiarato su conto in banca e investimenti. Anche la Guardia di Finanza può effettuare un controllo sostanziale della posizione reddituale e patrimoniale dei nuclei familiari e delle persone che beneficiano delle prestazioni agevolate. In questa rubrica abbiamo cercato di cogliere brevemente alcuni punti fondamentali dell’argomento. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a contattare un professionista specializzato in materia o a recarvi presso un Ente caf/patronato. REDAZIONE: Dario Lucio Amelio, Antonio Arnone, Mario Scalise, Simone Vitelli. COLLABORATORI: Maria Concetta Arnone, Stefano Bafaro, Mariagrazia De Marco, Leandra Carla Lettieri, Francesco Rizzo, Alessandro Venneri. UNA GRAZIE A: Carlo De Marco, Maria Fabiano, Francesco Lappano, Dott. Domenico Mastroscusa. SCRIVI SU L’ANTAGONISTA Hai un fatto da raccontare, una storia, un problema da condividere, una denuncia da fare? Cosa di Celico funziona bene e cosa funziona male? Contribuisci anche tu alla redazione del mensile, inviando lettere, articoli, racconti, suggerimenti alla casella di posta [email protected] L’Antagonista darà spazio alle tue idee ma, garantendo un minimo di moralità, si dispensa da ogni responsabilità riguardo a quanto scritto da terzi. Non esitare: contribuisci anche tu al dibattito e alla crescita del giornale.