Associazione Culturale silAntica L’Antagonista Anno 1°, Numero 12 Aprile 2011 “L’uomo stolto cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere sotto i propri piedi.” Robert Oppenheimer Post scriptum In questo numero Mi viene difficile immaginare un ruolo politico assunto o ipoteticamente perseguito dal nostro giornale, nonché dalla nostra associazione. I fini che auspichiamo a perseguire sono meramente culturali: il ruolo dell’associazionismo riflette il nostro volere sviluppare una macchina giovanile e non solo, rivolta all’ organizzazione, al confronto e alla convinzione di mettere in primo piano una svolta culturale-collettiva. Il ruolo assunto dall’associazione nella nostra collettività è importante tanto quanto l’associarsi nel suo insieme di intenti; i risultati ne sono una conseguenza. Intendiamo, però, discutere e trattare della politica da spettatori critici e liberi da ogni preconcetto o qualsivoglia appartenenza a rami partitici. Solo per il bene di tutti. D’altronde la politica non riguarda solo chi la esercita attivamente, ma tutta la società in senso generale è portata a conoscere gli sviluppi e le modalità con cui la politica la governa. Non cerchiamo, quindi, lo scandaglio politico per favorire Tizio o Caio. Questo non vorrei diventi un leit motiv di futuri articoli, ma ci tenevamo a ricordare il nostro ruolo e i nostri limiti, che ci impongono di entrare a contatto con sfere più “autorevoli” come l’ attuale amministrazione comunale (e le future), con la Provincia di Cosenza, con lo Stato stesso insomma, per coronare quello che l’associazione intende proporre sul territorio. Perché si deve convintamente trattare di politica? Semplice, perché è l’essenza della democrazia e poi come diceva Aristotele: “L’uomo è per natura un animale politico”. Immaginate un popolo o meglio dei giovani che non si interessano alla politica, cosa aspettarsi dal futuro? Un politico non competente. Solo sensibilizzando e aumentando le conoscenze in merito, un domani le richieste di un governo migliore, di un comune, di una regione come la Calabria, potranno essere vicine a dare dei veri rappresentanti del popolo. Ragion per cui, considerando la realtà tangibile, il vero tassello mancante sono i giovani, sia da quello che definiamo “Futuro”, sia dalla loro poca partecipazione ai ruoli che contano, non esclusivamente politici. Ed ecco che proviamo a captare quello che ci offre il presente, a ribadire le solite concezioni dei nostri antenati, a decifrare nu- Pag. 2 Sosteniamo il lavoro di Salvatore di Simone Vitelli Ora si parte di Simone Vitelli AIDS: aiutiamo la ricerca di Mario Scalise Pag. 3 Il paese dei “Giudei” di Antonio Arnone “Conoscersi per farsi Conoscere” di Simone Vitelli Pag. 4 L’Antagonista al Consiglio Pag. 5 L’Antagonista al Consiglio straordinario sui 150 anni dell’Unità d’Italia di Simone Vitelli di Mario Scalise Pag. 6 Io ho paura del nucleare di Andrea Granieri Pag. 7 Il sondaggio Le buone notizie che ci sfuggono di Alessandro Venneri Pag. 8 Metà Africa, metà Europa di Gilda Pucci meri per il superenalotto, a scegliere l’università, non per passione, né per avere una vocazione per cui continuare gli studi, ma perché li, in quella università, si ha la possibilità di trovare un lavoro, forse, probabile. I genitori ci vogliono sempre i numeri uno. E in una società che di numeri due non ne vuole si rischia solo di imbottigliare i giovani verso “L’alto”; spaventati dalla possibilità di essere futuri secondi o terzi o magari creduloni di avere una laurea e quindi di avere porte sempre aperte. Con la fondazione dell’associazione abbiamo scelto di essere qualcosa che possa avere un’identità precisa, dei giovani non superiori ad altri, ma protagonisti. Resta ancora un punto per continuare ad esserlo: esserne partecipi e crederci. Mario Scalise Pagina 2 L’Antagonista Sosteniamo il lavoro di Salvatore Più o meno un mese fa il mondo ha assistito alla catastrofe avvenuta in Giappone a causa di un violentissimo terremoto e dello tsunami che questo ha generato. Un particolare che ha sorpreso tutti è stato il silenzio e la compostezza con cui questo popolo ha vissuto e sta vivendo, tutt’ora, questa immane tragedia. La disciplina che ha caratterizzato i giapponesi durante la scossa e nei momenti immediatamente seguenti ci dovrebbe far riflettere e ci dovrebbe servire da lezione. Il popolo giapponese ha una grande cultura riguardo a come comportarsi in caso di sisma, dato che il loro paese è una delle zone più sismiche della terra. Noi non dovremmo essere da meno, ma la stragrande maggioranza della popolazione italiana non sa cosa fare in caso di terremoto. Non voglio, però, dilungarmi parlando della situazione italiana, ma vorrei soffermarmi proprio su Celico. In relazione a ciò, infatti, vorrei parlarvi di un piccolo lavoro fatto, in modo totalmente gratuito, da un nostro compaesano: Salvatore Pupo, geologo. Tale lavoro consiste in un opuscolo informativo rivolto alla popolazione del Comune di Celico, contenente i tipi di rischio che possono verificarsi all’interno del territorio comunale e le norme di autoprotezione da conoscere per affrontare le situazioni di pericolo. Vengono, quindi, specificati i comportamenti da tenere nel caso di terremoti, ma anche di frane, incendi ed eventi atmosferici eccezionali. Il libretto è basato sul piano della protezione civile del comune di Celico e contiene informazioni sulla suddivisone del territorio in varie zone e sulle aree di prima raccolta e di ricovero per la popolazione, con una ampio corredo di foto. La pubblicazione, fatta nel luglio del 2010, dovrebbe essere maggiormente valorizzata, soprattutto per la sua importanza, per la conoscenza che può offrire a tutti i cittadini e i- noltre, per il fatto che è opera di un nostro compaesano (se noi stessi non diamo valore a quello che c’è di buono nel nostro paese, non potremo mai crescere). Essendo un’opera molto semplice dal punto di vista della trasmissione delle informazioni di cui prima ho discusso, potrebbe essere presentata agli alunni delle scuole medie ed elementari, allo scopo di educare fin da piccoli i ragazzi al rispetto di quelle norme che possono essere determinanti per la salvaguardia della propria persona e degli altri, nei casi in cui si verificano eventi avversi. Nella speranza che questa mia piccola proposta venga presa in considerazione vi invito, qualora lo vogliate, a consultare questo opuscolo sul sito www.geosism.com, gestito dallo stesso Salvatore Pupo, nella sezione contatti. Simone Vitelli Ora si parte Domenica 3 aprile è stata finalmente inaugurata la sede dell’Associazione Culturale SilAntica. Numerosa è stata la presenza dei Celichesi, i quali hanno dimostrato interesse verso questo progetto associativo e culturale. Presenti all’evento anche il Sindaco Luigi Corrado, l’Assessore Antonio Falcone e il Consigliere Luigi Perri. Ci aspettavamo anche la presenza del parroco della nostra comunità, Don Maurizio Spadafora, per la sua benedizione, ma sicuramente la sua assenza sarà stata dovuta a qualche impegno inderogabile. A breve partiremo con le attività che, si spera, suscitino interesse nelle persone che fanno già parte e che vorranno far parte dell’Associazione. Continuerà perciò il tesseramento, che potrà essere effettuato rivolgendosi ad uno dei responsabili dell’Associazione tramite i contatti su Facebook o sul nostro sito ufficiale www.silantica.it. Simone Vitelli AIDS: aiutiamo la ricerca Siamo arrivati alla 19^ edizione di “Bonsai Aid Aids”. In centinaia di piazze italiane verranno allestiti dei gazebo per sostenere la battaglia contro l'Aids. L'Associazione Culturale SilAntica ha voluto aderire a questo progetto: un piccolo gesto, per contribuire all’aggiornamento scientifico nel campo della salute. Sotto il gazebo, che verrà posizionato in piazza San Michele (sotto l'omonima chiesa), nei giorni 22, 23 e 24 Aprile (week-end pasquale), saranno distribuiti dei Bonsai. Il prezzo per ogni singolo pezzo varia dai 15 Euro per il più piccolo a 30 Euro per il più grande. Le date per l’evento saranno presto disponibili sul sito www.silantica.it e sul profilo Facebook de “L’Antagonista” e dei vari componenti dell’associazione. L’intero ricavato verrà devoluto ad “Anlaids”, associazione onlus per la ricerca scientifica. Ricorda sempre: puoi cambiare la vita a migliaia di persone. Vi aspettiamo. Mario Scalise L’Antagonista Pagina 3 Il paese dei “Giudei” Quante volte a noi Celichesi è capitato di essere additati come “Giudei”? Spesso mi sono chiesto il perché di questo e ho pensato che, in effetti, sono in molti nel nostro paese a comportarsi da Giudei. Questi comportamenti però non sono propri dei Celichesi e si ritrovano anche negli altri paesi. Ma allora perché è il nostro “Il paese dei Giudei”? La risposta a questa domanda ha radici lontane. A Celico vi è stata una numerosa presenza di Ebrei e questi venivano considerati i crocifissori di Gesù Cristo. Questa presenza è testimoniata da vari documenti e in molti si sono occupati di questo argomento (come Francesco Scarpelli e, ancor prima, il noto storico Gustavo Valente). Già prima della nascita di Gioacchino da Fiore gli Ebrei erano presenti sul nostro territorio. Addirittura qualcuno ipotizza che l’Abate Gioacchino potesse avere origini ebraiche. Alcuni nomi di luoghi celichesi hanno chiare influenze ebraiche come la zona di “Zirulli” che in ebraico vuol dire: “Chiusa della seta”. Probabilmente questo nome è riferito all’allevamento del baco da seta, praticato a Celico fino al XIX secolo, attività svolta principalmente dagli Ebrei. Nella parte alta del paese, invece, troviamo “Minnitu”nome simile a quello citato nell’Antico Testamento di una località della Palestina “Minnith”. Sempre a Minnitu c’era una zona chiamata “Le Paganelle”, luogo dove venivano seppellite persone non battezzate e, anche in questo caso, il riferimento agli Ebrei è chiaro, perché venivano chiamati pagani in quanto non cristiani. Molti cognomi e soprannomi (come “Jureo”) fanno pensare alla presenza di famiglie ebraiche. Il fatto di essere chiamati “Giudei” risale a molto prima dell’epoca fascista quando vi era il detto popolare: “Celico Cuore Crudele Crocifisse Cristo”. Questo modo di dire è con molta probabilità riferito ad una interpretazione superficiale di cinque lettere “C” poste un tempo sulla facciata della Chiesa di San Michele. L’Arcangelo Michele stesso (nostro patrono) è indicato, nel Vecchio Testamento, come il “protettore di Israele”. Insomma, gli Ebrei a Celico ci sono stati ed hanno sicuramente influenzato le nostre tradizioni e la nostra cultura. Sicuramente qualcuno di noi discende da qualche famiglia ebrea. Quando qualcuno, per disprezzarci, ci indica come Giudei non sa che, in realtà, non fa altro che ricordare le nostre origini. Vivere nel “Paese dei Giudei” vuol dire vivere in un paese ricco di Storia e Cultura. Antonio Arnone “Conoscersi per farsi Conoscere” Dal 6 all’11 aprile il Comune di Celico ha partecipato ad un importante progetto di gemellaggio, finanziato dalla Commissione Europea, con i Comuni di Bascov (Romania) e Kaspichan (Bulgaria). Le due delegazioni arrivate da questi paesi hanno potuto vivere e “toccare con mano” il nostro territorio. Queste oltre a conoscere Celico hanno potuto visitare l’Università, Cosenza, Paola con il Santuario di San Francesco e il Parco Nazionale della Sila. All’interno del progetto vi è stato anche un rilevante convegno sull’anno europeo del volontariato, tenutosi nell’Istituto Comprensivo “Abate Gioacchino” all’interno del quale un laboratorio linguistico multimediale è stato intitolato proprio all’ “Anno Europeo del Volontariato”. Il culmine del gemellaggio è stato sabato 9 aprile quando, nel teatro scolastico comunale, sempre nell’Istituto Comprensivo “Abate Gioacchino”, è avvenuta la firma del patto di fratellanza tra i tre comuni all’interno del seminario organizzato per tale scopo. I tre sindaci, dopo vari interventi, hanno au- tografato un apposito documento che ha sancito la creazione di un rapporto duraturo tra i comuni, che potrà dare maggiore spinta allo scambio culturale tra il nostro piccolo paesino, la Romania e la Bulgaria. L’unica nota stonata: la quasi totale assenza della cittadinanza celichese, purtroppo spesso insensibile e apatica verso manifestazioni di questo genere. A mio parere però, non per giustificare tale assenza, in un mondo dove si “viaggia” più sulle strade di internet che su quelle reali, ormai non è più sufficiente utilizzare il “vecchio” manifesto per proporre e pubblicizzare qualsiasi tipo di evento, ma c’è bisogno di altro… Simone Vitelli Pagina 4 L’Antagonista L’Antagonista al Consiglio Giorno 29 Marzo abbiamo assistito al Consiglio Comunale che, visto alcuni punti all’ordine del giorno, si preannunciava abbastanza interessante, e così è stato. Dopo la lettura e l’approvazione dei verbali dei Consigli Comunali precedenti si è passati alla discussione del punto all’o.d.g. forse di più grande interesse: la comunicazione delle dimissioni del Vice-Sindaco. A Prendere per primo la parola è stato il Sindaco, che ha riassunto brevemente gli ultimi avvenimenti a riguardo, a partire dallo sfogo di Perri contro i suoi ormai ex colleghi di giunta, nel “famoso” convegno sulla celiachia, ricordato più per questo che per quello che in realtà doveva essere. Corrado ha poi annunciato che la delega di Vice-Sindaco passa a Vincenzo Perrone, già Vice-Sindaco nella passata legislatura, mentre le altre deleghe rimangono al Sindaco ad interim. La parola è passata poi a Perri che ha consegnato un documento alla segretaria, da riportare agli atti e che egli stesso subito si è apprestato a leggere. Dichiarazione molto lunga e con vari spunti, con dure e ripetute accuse al Sindaco e alla maggioranza e tra le righe, cosa che ha incusso un po’ di perplessità, l’esistenza di un presunto burattinaio oscuro che muove i fili sulla classe dirigente celichese. Dopo il breve intervento di Michele Pascuzzo, totalmente contrario alle parole di Perri, il Sindaco ha ripreso nuovamente la parola ritenendo che il documento, e quindi le accuse, siano state eccessive, soprattutto quelle mosse verso la sua persona. E’ stata poi la volta di Mimmo Campanaro, che ha dichiarato che neanche la minoranza sarebbe stata capace di muovere accuse così dure verso il Sindaco e la maggioranza. Campanaro ha continuato criticando, ancora una volta, il primo cittadino per aver respinto le dimissioni dell’Assessore Renato Falbo, visto i passati avvenimenti che avevano posto dubbi sulla legittimità del mantenimento della delega. L’ intervento successivo è stato quello del nuovo Vice-Sindaco Vincenzo Perrone che ha affermato che il documento, esposto dal suo predecessore dimissionario, doveva essere presentato prima in sede di assemblea di circolo allo scopo di cercare in qualche modo il dialogo. A prendere la parola è stato poi l’assessore Falcone che ha giudicato offensive le accuse di Perri dichiarando che tutto quello che è avvenuto è stata solo una “commedia” messa in atto dallo stesso Perri. La discussione sull’argomento è continuata ancora per molto e la parola è passata prima a Michele Pantusa, poi a Michele Scrivano ed infine nuovamente a Perri. Il primo ha dichiarato che il gruppo di maggioranza dall’inizio della vicenda ha cercato di trovare una soluzione per cucire lo strappo cercando di non fare esplodere la cosa. Tentativo di ricucita che, tuttavia, era in contrapposizione a quanto apparso su un comunicato stampa del circolo PD che lasciava intendere inequivocabilmente che le dimissioni, se non arrivate spontaneamente, sarebbero state esatte dal Sindaco. Spinoso l’intervento di Scrivano il quale ha sostenuto che, secondo alcune parole pronunciate da Piero Pantusa (uno dei “dirigenti” del circolo PD), qualche giorno prima della consegna delle dimissioni e della riunione del circolo PD sull’accaduto era stato già deciso che le deleghe di Perri sarebbero state ritirate. Questo ha lasciato intendere che in realtà la presa delle decisioni a riguardo non ha coinvolto pienamente tutti i frequentatori del circolo. Da ciò è scaturito il conclusivo intervento di Perri che ha, secondo lui stesso, avuto conferma dei suoi presentimenti sul fatto che la sua estromissione dall’ amministrazione è avvenuta anche in seguito alla pressione di persone estranee alla maggioranza eletta dai cittadini, come appunto Piero Pantusa. Dopo un duro confronto che ha lasciato trapelare anche qualcosa di “strano” si è passati al 3° punto all’o.d.g.: l’adeguamento del regolamento comunale sul funzionamento del Consiglio Comunale. Tale aggiornamento ha conferito, in pratica, maggior “poteri” al Presidente del Consiglio Comunale sul funzionamento, appunto, del Consiglio stesso. Dopo bisticci vari, più da bar che da l'assemblea pubblica rappresentativa del Comune, si è passati all’approvazione che ha visto 14 voti favorevoli e 1 contrario. Il 4° e il 5° punto all’o.d.g. hanno riguardato lo scioglimento della convenzione del servizio associato di segreteria comunale con il Comune di Zumpano e la conseguente stipula di questa con il Comune di Pedace. Questo con motivazioni a quanto pare “molto personali”. Per l’ approvazione, 11 voti favorevoli e 4 contrari. Argomento del 6° punto all’o.d.g. è stato il regolamento per la disciplina della videosorveglianza nel territorio comunale e la sua conseguente approvazione che è stata unanime. Al momento sono state istallate due telecamere, una nei pressi del comune e l’altra in prossimità dell’ex scuola media, che a breve verranno messe in funzione. Il 7° punto all’o.d.g. ha trattato la dismissione della società Kelic s.r.l. nata per gestire il “famoso” ospizio, costruito più o meno 25 anni fa e mai terminato del tutto, che ora riversa in uno stato di completo abbandono e degrado. Per la legge 122/2010 (art.14 c.32), infatti, i comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti non possono costituire società miste. Entro il 31 dicembre 2011 (data prorogata al 2013 con il Decreto Milleproroghe) i comuni devono mettere in liquidazione le società già costituite o devono cederne le partecipazioni. Si è dato quindi mandato al Sindaco di avviare i contatti con i soggetti privati partecipanti alla società per avviare le procedure di liquidazione. Nell’8° punto all’o.d.g. è stata approvata la modifica dell’art.10 del regolamento comunale sulla TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Gli istituti scolastici non dovranno più provvedere a pagare la tassa, che verrà corrisposta direttamente dal ministero della pubblica istruzione. Infine con il 9° punto all’o.d.g., alienazione reliquati terreni, approvato all’unanimità, si è chiuso, alle 22.59, un Consiglio molto animato, durato esattamente 3 ore. Simone Vitelli L’Antagonista Pagina 5 L’Antagonista al Consiglio straordinario sui 150 anni dell’Unità d’Italia Per onorare il 150esimo dell’Unità d’Italia, si è riunito il primo Consiglio Comunale del 2011. Un unico punto all’ordine del giorno: l’Unità d’Italia. Giusta la decisione di organizzare per l’evento un Consiglio straordinario. Il presidente Pisano, ha aperto il Consiglio spiegando alcuni punti importanti e storici sull’Unità e su aspetti che caratterizzano il volto del sud oggi come allora. Ha parlato di alcune eccezioni che sono presenti in Calabria, rispondendo all’intervento del pubblico: tre centri sanitari. Un duro colpo per chi sostiene la sempre presente malasanità e un imponente buco di 1,7 miliardi di euro, debito della sola regione Calabria. Di seguito il Sindaco Corrado ha esposto una chiara posizione nei confronti di tutti coloro che rinnegano l’Unità, affermando in maniera palese la via distorta della Lega e del suo federalismo; e il consigliere Michele Scrivano dell’opposizione, che ha sottolineato l’importanza di uno stato laico, ammonendo l’ Amministrazione per aver coinvolto ai festeggiamenti dell’Unità la Chiesa, citando Cavour: “Chiesa libera in Stato libero”. Ha anche preso posizione in favore della Calabria “Borbonica”, facendo notare l’enorme ricchezza del sud a quei tempi (falso il mito che vorrebbe le linee ferroviarie di Re Ferdinando II addirittura più lunghe di quelle attuali, fonti Svimez). Sul finire poi, con il consenso del Sindaco si è proposta l’istituzione di una borsa di studio per i giovani laureati che preparino tesi sull’argomento relativo all’Unità d’Italia, destinata a laureandi dell’università di Cosenza. Un intervento riflessivo e con spunti positivi. A seguire l’assessore Falcone, che ha letto su un libro il ruolo della Calabria nel Risorgimento, annoverando le vittime e i beni che allora perse la Calabria per favorire l’Unità. Si è riflettuto su una sola parte della storia e il filone del Consiglio ha perso punti sul reale avvenimento storico e di chi realmente condizionò quell’epoca. Si è parlato tanto del ruolo che la Calabria ebbe in quel dell’unione, ma nella realtà dei fatti fu anche chiaro il non volere di molti conterranei di allora, che favorirono apertamente il Regno delle due Sicilie. Brutta l’interpretazione di molti, sia tra consiglieri, che tra coloro che sono interventi nel pubblico riguardo al “Brigantaggio”, definendolo “Un movimento di liberazione del sud insieme a Garibaldi”. Sbagliatissimo, perché i briganti presero corpo come movimento per la guerriglia a favore del Re di Napoli nel cosiddetto esercito della Santa fede ed essendo contadini, richiedevano maggiori privilegi. Questi non arrivarono con l’Unione dell’Italia anzi, sotto Vittorio Emanuele II, si videro anche togliere i terreni dai più abbienti continuando sanguinosamente la loro battaglia. Dunque non possiamo definirli eroi della liberazione e non dobbiamo innalzarli alla gloria, perché erano dei fuorilegge. E’ come dire che la ’ndrangheta è un movimento per il rilancio del sud. I briganti successivamente furono perseguiti dalla legge, uccisi o condannati a molti anni di galera. Ritornando all’intervento dell’Assessore Falcone, tra i morti che lui contava leggendo sul testo (che non specificava la causa del perché furono uccisi quei Calabresi) probabilmente vi erano anche questi, non semplici cittadini che inevitabilmente in ogni guerra perdono la vita, ma dei fuorilegge che uccidevano e rubavano. Decisamente timido l’intervento del capo gruppo del Pd Michele Pantusa che, comunque, nel dire ha fatto intendere l’importanza dell’Unità e dell’assenza di posizione del Presidente regionale Scopelliti, per quanto riguarda il federalismo. Un solo intervento dei più giovani al consiglio, che sono quattro: Michele, Elisa, Agostino e Michele. Da giovane celichese vorrei spronarli a far percepire, all’interno dei luoghi di decisione, qual è la posizione di noi altri, più indifesi e sempre meno ascoltati, il mio messaggio va a voi, augurandomi che la vostra voce possa seguire e rispecchiare quella dei giovani. Teso l’intervento del consigliere Perri (ultimo intervento della seduta) ex Vice Sindaco, che addirittura richiama il pubblico al silenzio. Un monologo il suo: 18 minuti di intervento dove non sono mancati probabili doppi sensi diretti verso la sua maggioranza, visto il trambusto dei giorni scorsi e il suo “isolamento” da questa. Un buon eloquio: ripercorre le tappe storiche, gli avvenimenti, i personaggi, fino a decifrare la politica contemporanea. Ultimi scrosci di una seduta tra le più tranquille, si chiudono i lavori, la segretaria aggiunge le ultime postille sul verbale, poi tutti a prendere un dolcino e un po’ di spumante. Il segnale di questo consiglio mi conforta: ancora qui si respira il patriottismo a differenza di altri luoghi. Mario Scalise Pagina 6 L’Antagonista Io ho paura del nucleare Ci sono accadimenti, nella storia degli uomini, che da tutti, a torto o a ragione, vengono definiti epocali. L’immane tragedia che l’11 marzo scorso ha colpito il Giappone, la nazione tecnologicamente più avanzata del nostro pianeta, è certamente annoverabile tra questi. Il fortissimo terremoto, al quale è seguito uno tsunami, ha seminato morte e devastazione nelle terre del “sol levante”. In momenti come questi si rimane dapprima assorti in un’ angosciata “ammirazione” della violenta potenza della natura, successivamente però ci si rende conto di come l’uomo riesca, con le sue mani, a creare disastri ancora peggiori. Infatti, il terremoto di 8.9 gradi della scala Richter, uno dei più forti mai registrati nella storia dell’umanità, di per se aveva causato pochi danni alle infrastrutture nipponiche, ottimamente costruite e per questo capaci di reggere egregiamente alle tremende sollecitazioni imposte dal movimento del sottosuolo. Certamente l’onda anomala aveva seminato molte più morti, spazzando via e ricoprendo di fango case, villaggi e vite umane. Quello che però, purtroppo per molti anni ancora, causerà tragedie più grandi, è il danneggiamento di quattro reattori nucleari nella cittadina di Fukushima. Qui la fuoriuscita di materiale radioattivo, causato dalla parziale fusione del nocciolo dei reattori, ha disperso e continua a disperdere nell’aria e nell’acqua circostante radiazioni letali per l’uomo e dannosissime per l’ambiente. Affinché una situazione del genere si possa ricondurre in condizioni di normalità e quelle terre possano ritornare ad essere abitate dall’uomo, occorreranno secoli, se non addirittura millenni. Ora, dopo tutto quello che tv e giornali ci propinano ormai quotidianamente su questa sciagura, mi chiedo con quale faccia i nostri governati, ancora oggi, si affannano a volerci vendere l’idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone e che un disastro del genere non potrebbe accadere nella nostra terra. Vorrei far notare loro che il terremoto dell’Aquila, se si fosse verificato in Giappone, non avrebbe causato neanche la rottura di un cornicione. Da noi invece purtroppo ha ucciso 312 persone e causato l’evacuazione di un’ intera città. Poi ci assicurano che le nuove centrali sono tecnologicamente molto più progredite e quindi super sicure, addirittura qualche sciagurato si avventura ad affermare che le centrali di terza generazione sono a “rischio zero”, ignorando il fatto che il rischio zero è un concetto puramente teorico. Il rischio zero è possibile solo eliminando l’attività che causa il rischio, cioè si ha rischio zero che in una centrale nucleare qualcosa vada storto, solo se non si costruisce la centrale stessa. E poi magari sarà anche vero che queste centrali offrano molte più garanzie in termini di sicurezza rispetto a quelle di Fukushima, ma tutte le centrali nucleari sono “macchine” estremamente complesse e tanto maggiore è la complessità di un meccanismo, tanto più esso è fragile e basta che un semplice ingranaggio si inceppi perché nulla funzioni più come prima. Nel caso specifico, infatti, la struttura dei reattori (per così dire il guscio delle centrali) aveva retto bene sia al terremoto che al susseguente tsunami. Ciò che ha ceduto è stato forse l’impianto più semplice e collaudato, ossia il sistema di refrigerazione dei reattori e questo è comunque bastato a scatenare l’ apocalisse. Con questo concetto voglio dire che l’imponderabile è sempre dietro l’ angolo e non ci si può illudere di dominare totalmente le forze della natura. Chi ci assicura che in Italia, paese ad elevato rischio sismico come il Giappone, non possa avvenire (speriamo mai avvenga) qualcosa di altrettanto sconvolgente. E poi, nel paese nel quale le mafie riescono a condizionare gli appalti in maniera così spregevole da costruire scuole con materiale tossico e autostrade con cemento depotenziato, siamo sicuri che una centrale, sicurissima sulla carta, lo sia altrettanto nella realtà? E come verrebbero gestite le scorie radioattive? I nostri politici, continuano in questi giorni a mostrare una sicumera che non si capisce bene da dove provenga e continuano a petulare, come un disco rotto, che non bisogna prendere decisioni sull’onda dell’emotività e non ci si deve far guidare dalla paura, come se la paura fosse un sentimento triste e vile. La paura è un’intensa emozione che scaturisce dalla percezione di un pericolo e che ha come obiettivo la sopravvivenza al pericolo stesso. La paura è uno di quegli istinti che ci ha permesso di fare le scelte migliori per assicurarci la sopravvivenza. Io non ho alcuna difficoltà ad ammettere di avere PAURA delle centrali nucleari e delle tremende sofferenze che possono scaturire dall’esposizione alle radiazioni. Un altro discorso che viene portato avanti da questi nuclearisti prezzolati è la questione della presunta economicità dell’energia prodotta dall’atomo e che quindi, in nome della competitività globale, il nucleare è una scelta obbligata. Questi presunti esperti si riempiono la bocca di affermazioni del tipo “il kilowattora prodotto dall’atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti”. Ma ciò è di una falsità clamorosa! Si saprà il reale costo del kilowattora nucleare solo quando sarà reso inattivo il primo fusto di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30 mila anni! Nel frattempo dovremo continuare a spendere fiumi di denaro per “sorvegliare” queste pericolosissime sostanze. E poi occorrerà considerare i costi sociali ed economici di un eventuale incidente, come quelli di Chernobyl, di Fukushima e dei tanti altri tenuti nascosti dalle società, spesso private, che gestiscono queste centrali. Allora io mi chiedo perché mai nel nostro paese, che potremmo definire senza temere di essere smentiti, gli emirati arabi delle rinnovabili, si vuole intraprendere la strada, fortunatamente abbandonata grazie al referendum del 1987, dell’energia nucleare ed affossare, con un semplice decreto, le rinnovabili che, al di la di ogni più rosea previsione, stavano finalmente diventando uno spicchio importante della “torta energetica” del nostro paese? “A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca”, disse tempo fa il cattolicissimo on. Giulio Andreotti! Ed a me viene solo da pensare male in questo caso e cioè che la potenza corruttrice del denaro pervade le nostre classi dirigenti fino a fargli andare in tilt il buon senso! Attorno alla costruzione di nuove centrali nucleari girano cifre di svariati miliardi di euro. E le potentissime lobby nucleari non si fanno alcuno scrupolo a pagare per indirizzare opinioni e pareri di esperti del settore (o sedicenti tali) e politici. Come se ciò non bastasse, stanno cercando in tutti i modi di fuorviare anche l’opinione pubblica italiana mediante massicce campagne pubblicitarie fintamente imparziali. Evidentemente investire risorse nelle rinnovabili e nella ricerca per farle diventare sempre più performanti e meno costose, non porta alcun beneficio economico nelle tasche di chi governa. Pagina 7 L’Antagonista Questa è infatti la forma di energia più democratica (nel senso letterale del termine). Nessuna lobby comanda il settore che ad oggi è formato da più di 180.000 piccoli produttori di cui quasi 150.000 sono persone fisiche che si autoproducono l’energia che consumano ed immettono in rete, quindi condividono, il loro surplus di produzione. La strada delle rinnovabili è la strada maestra per lo smarcamento dalle fonti fossili per la produzione di energia. La Germania si è posta come obiettivo l’autosufficienza energetica mediante fonti rinnovabili entro il 2050 e sono sicuro che i tedeschi centreranno questo obiettivo. Verrebbe da chiedersi: se può riuscirci la Germania, baciata da un sole piuttosto palliduccio, perché non dovremmo riuscirci in Italia? Una scelta del genere porterebbe enormi vantaggi in termini di rispetto dell’ambiente e di crescita economica. Non bisogna infatti dimenticare che questo settore, in questi anni di dura crisi, ha rappresentato l’unico segmento economico in forte crescita, nel quale hanno trovato occupazione, ad oggi, circa 120.000 persone con un’età media di 35 anni. Ci si chiede a questo punto cosa possiamo fare in tutto questo noi singoli cittadini inermi. VOTARE E CONVINCERE A VOTARE SI al referendum di Giugno sul Nucleare quante più persone possibile sarebbe un buon inizio!! Andrea Granieri Il sondaggio Ogni mese sarà presente su Facebook (profilo L’Antagonista) un nuovo tema su cui ogni cittadino celichese potrà votare e scrivere la propria opinione. Ecco il tema di questo numero: “Sareste favorevoli alla creazione del comune unico della Presila? (il nostro piccolo referendum). ” VOTANTI: 82. “Si”: 26. “No”: 56. Le buone notizie che ci sfuggono La Cina vuole inquinare meno La Cina è il Paese più responsabile dell’inquinamento da gas serra e quello che negli ultimi anni ha subito il maggior numero di eco-disastri. Ma oggi ci sono segni di cambiamento. Un sondaggio ha rivelato che l’80% dei cinesi considera il problema ambientale una priorità assoluta. Le manifestazioni di protesta contro l’inquinamento sono in forte crescita. E si corre ai ripari. La Cina è il maggior produttore di bici elettriche, fabbrica il 30% dei pannelli solari del mondo e la produzione di energia eolica dal 2008 al 2011 è raddoppiata ogni anno. Pronto? Che monumento è? Entro il 2012 su tutto il territorio italiano sarà possibile, digitando un numero di telefono (48255) e poi un codice rintracciabile su speciali pannelli installati sul luogo, avere brevi informazioni video e audio su tutti i monumenti del nostro Paese. Il servizio “Teleguide”, realizzato in collaborazione da Telecom Italia e MP Mirabilia (con il patrocinio del Ministero del Turismo), è già attivo nelle città di Lecce e Bari. Ai giovani piacciono i libri I libri e la lettura in generale sono in crisi? Non è detto, soprattutto se si guardano i dati sulle vendite dei libri (stabili nonostante la crisi economica) e i risultati di un’indagine Nielsen (società di sondaggi) secondo cui la lettura è del 4% più diffusa tra i giovani fino ai 16 anni di quanto non lo fosse dieci anni fa per i ragazzi della stessa età. La lettura di libri per intrattenimento viene, secondo l’ indagine, dopo cinema, computer e radio, ma prima di discoteca, concerti e sport. Alessandro Venneri La Pillola Nuova apertura A Celico, in Via Roma, è stata aperta una nuova sala giochi. Si spera possa avere maggior fortuna in un territorio dove le attività sembrano scomparire. In bocca al lupo!!! Siamo in rete Pubblicato il nostro primo video “A Celico: dipende dai punti di vista”. Il video è disponibile sul nostro canale YouTube. L’Antagonista Pagina 8 Metà Africa, metà Europa Chi lascerebbe il proprio Paese, il posto in cui è nato, le sue radici, quello che è il suo mondo, i suoi affetti, il suo culto, la sua lingua così dalla sera alla mattina, senza motivo? Tutti siamo pronti a puntare il dito contro, ma analizziamo a fondo le varie motivazioni del “fenomeno” immigrazione. Esse possono essere di carattere economico, quindi un modo per sfuggire alla povertà del proprio paese, per ricercare migliori condizioni di vita (pensiamo a tutti gli italiani emigrati nelle Americhe o in Germania a far fortuna); di carattere politico, quindi dittature, persecuzioni, oppressioni, guerre, genocidi, pulizia etnica; di tipo religioso (impossibilità di praticare il proprio culto religioso); disastri naturali (tsunami, alluvioni, terremoti, carestie); per istruzione (per frequentare una scuola e conseguire un titolo di studio o garantire ai propri figli un’istruzione più approfondita, apprendere una lingua straniera) e altre tipologie meno comuni. Tuttavia, come diceva Einstein, “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. Siamo abituati, infatti, ad associare il termine “straniero” a quello di “criminale”, o vederlo come colui che approfitta della situazione e ci fa le scarpe, perché il “diverso” spaventa, ma forse sarebbe meglio essere meno superficiali, andare oltre e avvalersi del fatto che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Non metto in dubbio che l’immigrazione è un fenomeno capace di cambiare il volto di una società, però se in meglio o in peggio sta a “noi” (a chi di dovere) deciderlo, regolamentandola e controllandola, non dimentichiamo che gli “immigrati” sono uomini in carne ed ossa, con la voglia di rendersi utili o di diventare un problema, in base ai trattamenti riservati. Voglio dire che se REDAZIONE: un Paese si fa carico di “immigrati” deve garantire loro quantomeno umane condizioni di vita, sia dal punto di vista del lavoro (salari discreti, sicurezza e diritti che non siano precari) sia da quello dell’alloggio (acquisto e affitto “possibili”, no alle condizioni malsane e al sovraffollamento), perché facendo altrimenti è ovvio che questa gente, vedendo le proprie aspettative, irrealizzabili, sino ad arrivare quasi allo schiavismo (pensiamo alla criminalità organizzata, che gestisce i flussi migratori, che enfatizza le speranze degli immigrati, promettendogli quasi un mondo idilliaco e poi li sfrutta), disperata, commette crimini, reati. Ovviamente, però, pensiamo pure che se diamo una particolare assistenza agli immigrati, bisogna prima di tutto garantirla a chi prima di loro vive in quel Paese, evitando conflitti sociali ed economici, soprattutto tra le classi deboli del posto e quelle immigrate (“guerra tra poveri”); bisognerebbe poi “stanziarli” meglio su un territorio, insomma equilibrare la cosa: non si possono collocare 10.000 persone tutte in un paesino circoscritto!!! Meditiamo poi sul fatto che un immigrato, una volta ottenuti alcuni diritti (la libertà personale, di inviolabilità del domicilio, di espressione, di religione, di tutela giudiziaria, di istruzione per i minori), ha anche dei doveri: rispettare innanzitutto le leggi del Paese che lo ospita, solo così si potrà conquistare l’ultimo diritto, il più importante, quello di cittadinanza e quindi la pienezza del diritto a circolare e soggiornare in ogni parte del territorio e del diritto di associazione; la possibilità di ottenere politiche di sostegno sociale allargate; la possibilità di determinare (con il voto) gli indirizzi e le regole della comunità. Alla domanda gli immigrati tolgono Dario Lucio Amelio, Antonio Arnone, Gilda Pucci, Mario Scalise, Simone Vitelli. COLLABORATORI: Maria Concetta Arnone, Gabriele Polillo, Alessandro Venneri. UN GRAZIE A: Andrea Granieri lavoro agli Italiani? Ritengo che se da un lato una certa dose di concorrenza può stimolare gli Italiani a non sedersi sugli allori del “posto sicuro” e a curare, dunque, la propria formazione e la propria crescita professionale, dall’altro credo pure che l'importante è che si tratti di una concorrenza di proporzioni complessivamente assorbibili da quelle che sono le “regole” di mercato, altrimenti è rubare: penso ai negozi “cinesi” aperti 24 ore su 24, feste comprese. L’importazione di prodotti cinesi, accessibili a più “categorie” di clienti per i loro bassi costi, non credo favorisca la crescita dell’economia italiana, ma anzi credo che se con una mano si da con l’altra si ruba, perché la scomparsa del “Made in Italy” toglie il posto di lavoro a molti italiani nelle industrie, a profitto delle multinazionali che investono in Cina con la collaborazione del governo cinese. Inoltre il prodotto cinese è il frutto del più crudele sfruttamento umano: il lavoro forzato. Questi prodotti sono il risultato di lavoro non protetto, non sindacalizzato e forzato. Dobbiamo renderci conto che molti macchinari, vestiti, manufatti e strumenti sono prodotti nei campi di concentramento cinesi, chiamati “LAOGAI”, dove milioni di persone sono costrette a lavorare in condizioni disumane. Non guardiamo però all’immigrazione solo in negativo, se sana essa contribuisce alla crescita di un Paese, dovuta all’impiego degli stranieri in settori in cui c’è carenza e alle nuove idee, ai nuovi cervelli, ai nuovi entusiasmi, che essi portano con sé. Avere a che fare con il “diverso” è, soprattutto, un arricchimento culturale: l'interscambio se fecondo è la soluzione a diverse dinamiche. Gilda Pucci SCRIVI SU L’ANTAGONISTA Hai un fatto da raccontare, una storia, un problema da condividere, una denuncia da fare? Cosa di Celico funziona bene e cosa funziona male? 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