“INCONTRIAMO GLI ESPERTI” 2° INCONTRO DI AGGIORNAMENTI IN O.R.L. Le emorragie delle VADS A.C.O. S. Filippo Neri, Roma L.R. D’Ottavi 21 e 22 ottobre 2011 Grottaferrata Park Hotel Villa Grazioli Via Umberto Pavoni, 19 Fisiopatologia dell’emostasi L’emostasi è determinata da una serie di reazioni cellulari e biochimiche , sinergiche e sequenziali , che hanno lo scopo di riparare le lesioni vasali e arrestare la perdita di sangue dai vasi (emorragia). 3 meccanismi: •immediato: vasocostrizione attiva-adesione piastrinica. •intermedio: aggregazione piastrinica, formazione del trombo e del coagulo di fibrina. •ritardato: lisi del coagulo e reazione cellulare riparativa Fisiopatologia dell’emostasi Arresto dell’emorragia Occlusione della breccia vascolare fibrina elementi figurati del sangue vasocostrizione. Pressione esterna = Pressione interna formazione esterna di ematoma caduta della pressione all’interno del vaso come in caso di shock. manifestazioni cliniche dell’emorragia volume di sangue perduto velocità con cui si verifica la perdita Grado Rid.Vol.ematico Fisiopatologia lieve 0-20% Vasocostr.periferica moderata 20-40% - Irrorazione visceri grave >40% - Irrorazione cuore e cervello una perdita < 500 ml. raramente è causa di sintomi a meno che non si tratti di pazienti anziani o anemici manifestazioni cliniche dell’emorragia perdita rapida > 20% della volemia ipotensione ortostatica sincope confusione mentale, irrequietezza nausea sudorazione sete oliguria -anuria manifestazioni cliniche dell’emorragia perdita rapida > 40% della volemia shock emorragico marcata ipotensione tachicardia cute pallida e fredda oligo-anuria depressione neurologica (coma) Centralizzazione del circolo L’organismo tenta di proteggere i parenchimi nobili: ENCEFALO CUORE SURRENE meccanismi fisiopatologici Shock ipovolemico: Volemia Reazione adrenergica Ritorno venoso Vasocostrizione art . e ven.periferica P. riempimento cardiaca V. Eiezione Sistolica Gettata Cardiaca Frequenza cardiaca Meccanismi di compenso efficaci fino a riduzione volemia del 20% VALUTAZIONE INIZIALE • Valutazione della severità del sanguinamento • Supporto emodinamico • Localizzazione delle sede • Diagnosi e trattamento della specifica lesione (trattamento eziologico) Anamnesi Precedenti episodi di emorragia Malattia conosciuta Neoplasie note Precedenti interventi Uso di farmaci Importanti co-morbidità Emotrasfusione Hb ≥ 10 % Hb < 7 % non richiesta richiesta Hb 7-10 %: – Condizioni emodinamiche – Comorbidità (malattie cardiovascolari,diabete) – Sintomi – Importanza del sanguinamento Maltz GS.Gastroenterol Clin N Am 2000 Emorragie delle VADS P.Sistemica Traumatiche Chirurgiche Neoplastiche immediate tardive Fattori Sistemici - Coagulopatie Trombocitopenia (10 -20000 plt: emorragie spontanee) Disfunzioni piastriniche Deficit di fattori della coagulazione Malattie sistemiche (Uremia) Indotte da farmaci (Coumadin / antiaggreganti, ASA) Emofilia M. di Von Willebrand Epatopatie Deficit Vit.C e K Tumori ematologici- CID- S.paraneoplastiche Emorragie VADS emottisi l’escreato è composto per la maggior parte da sangue emoftoe l’escreato è screziato di sangue - bronchiectasie - neoplasie - embolia polmonare - vasculiti - tubercolosi - farmaci La morte per emottisi è provocata da asfissia (non da dissanguamento) Emorragie VADS Ematemesi - emissione di sangue rosso vivo con il vomito (ematemesi propriamente detta) parzialmente digerito dai succhi gastrici (vomito caffeano) Il colore varia dal rosso vivo al nerastro,tempo di permanenza del sangue a contatto con HCl e della trasformazione di Hb in ematina Emorragie chirurgiche IMMEDIATE stillicidio ematico inadeguata causticazione imperfetta legatura dei vasi picco ipertensivo post-operatorio TARDIVE (tra la 1 e la 6 settimana) infezioni necrosi dei lembi cutanei fistole faringo-cutanee sequele ed esiti di radioterapia post operatoria. Anatomia vascolare della loggia tonsillare A.Faringea A.Palatina ascendente M.Costrittore Faringe A.Carotide ext. Arteria linguale 17-22mm m.Stilo glosso m.Stilo faringeo Rami arteriolari polari Asse V.Giugulo carotideo Emorragia post-tonsillectomia ? Dissezione a caldo Dissezione a freddo Dissezioni miste Altre tecniche (dolore postoperatorio) Emorragia e Tonsillectomia Negli adulti nel gruppo operato “a caldo”, con la DTC una frequenza significativamente più elevata di episodi emorragici Nei bambini, nessuna differenze in relazione agli episodi emorragici, riconducibile alla tecnica usata. 337casi : 145 con tecnica “a freddo”; 192 con tecnica “a caldo” Michael et al. 2004 Emorragia e Tonsillectomia “The use of techniques such as diathermy and coblation increased postoperative haemorrhage” (National Prospective Tonsillectomy Audit – NPTA – 2004) Incidenza significativamente più alta delle emorragie nei soggetti in cui è stata impiegata la coblazione. (Lancet: vol. 366, pag. 808; 2005 16) Emorragia e Tonsillectomia DTC < sanguinamento durante l’intervento < tempo dell’intervento emorragia >2-3 % su dissezione “a freddo” innalzamento reale del numero degli episodi dell’1-2%. Hilton “Lancet” 2004 Emorragia e Tonsillectomia In relazione al numero delle emorragie postoperatorie non vi sono differenze significative fra le tecniche chirurgiche considerate se si esclude la coblazione Brown - Comparative Audit Committee ENT-UK 2006 Analoghe conclusioni in uno studio su1133 soggetti in 5 anni Walker e Gillies, 2007 Indagini random relative a due gruppi di P. operati con dissezione “a freddo” ed emostasi attuata mediante DTC monopolare o bipolare versus P. con una dissezione/emostasi assicurata dalla DTC, monopolare o bipolare non hanno rilevato differenze significative. Pinder e Hilton cochrane 2008 Emorragia e Tonsillectomia Dissezione su un piano avascolare (capsula – fascia faringo basilare) Incidenza emorragia 0,5% al 15%-20% (Bipolare,Coblator,a freddo e lacci emostatici,Co2) = Età e Sesso Emorragie precoci > età infantile Emorragie tardive > età adulta Emorragia e Tonsillectomia Emorragia precoce Contrazione antalgica emostatica del CSF Azione dei farmaci sedativi e antispastici Distacco accidentale dei lacci emostatici (intensa salivazione - premedicare con atropina ) Emorragia tardiva Distacco delle escare 10gg -12 gg Traumi della deglutizione Patologia della coagulazione Anatomia vascolare nasosinusale Carotide esterna (++) (Splancnocranio) Arteria mascellare interna A.alveolare posteriore A.Infraorbitaria A. Canale pterigoideo A.palatina discendente A. sfenopalatina A. labiale superiore A.labiale inferiore A.angolare Arteria faciale Carotide interna (Neurocranio) Arteria oftalmica Arteria etmoidale anteriore (A.nasale dorsale - lobulo) Arteria etmoidale posteriore encefalo Emorragia nasosinusale I quattro settori dell’irrorazione arteriosa del setto nasale Apporti arteriosi al “Locus Valsalvae” Plesso di Kesselbach -A.Etmoidale ant ( oftalm.) -A.Labiale sup (faciale) -A.Sfenopalatina (masc.int) -A.Palatina magg. (masc.int.) Plesso di Woodruff AA:Faringee e Nasali post dell’A.Sfenopalatina (masc.int.) Epistassi Incidenza sulla popolazione 60 % Età 0/10 e >60 picco bimodale Maschi > Femmine Distribuzione stagionale > periodo invernale Epistassi Idiopatiche Sintomatiche Valutare 3 fattori: Sede d’insorgenza Causa (generale o locale) Entità Patologia locale Generale Epistassi Vascolari Cause sistemiche Coagulopatie M.Granulomatose M.Ematologiche CID S.Paraneoplastiche Carenze Vitaminiche Insufficienza epatica/renale Epistassi Trauma acuto o cronico Infiammazione locale Fattori Locali Rinosinusite Congestione e fragilità delle mucose Neoplasie Danno jatrogeno Secchezza mucose L’epistassi interessa il tratto anteriore nel 90 – 95% Fattori Locali - Trauma Stropicciamento Grattamento Fratture nasali - lacerazione della mucosa Intubazione naso-gastrica/naso-tracheale Trauma ai seni p., orbite, orecchio medio, base cranica Barotrauma (immersioni subacquee) Fattori Locali - Altro Corpi estranei Parassiti intranasali Perforazione settale (granulazioni sanguinanti dai margini) Cause chimiche (cocaina, spray nasali, ammoniaca, etc.) Emorragie traumatiche maxillo facciali Infortuni della strada Infortuni sul lavoro Infortuni sportivi Aggressioni Infortuni accidentali Classe I - Traumi fronto nasali Classe II - Traumi zigomat. orbitari Classe III – Traumi maxilloocclusali Classe III m – Con frattura mandibola Classe IV – Traumi laringo tracheali III° sup III° medio III° inf. 50% di epistassi fratture complesse maxillo facciali (Wiesembaugh,1970) 24% shock emorragico epistassi e sanguinamento endorale(Sakamoto,1988) Fattori Locali - Danno Jatrogeno Chirurgia endoscopica nasale (a. etmoidali e sfenopalatina!) Chirurgia turbinati inf. Rinoplastica Ricostruzione nasale Abuso di vasocostrittori (perforazione del setto) Ematoma del setto drenaggio tempestivo, tamponi nasale; ritardo comporta l'evoluzione in ascesso con rammollimento e colliquazione della cartilagine del setto e con perdita di sostegno del dorso nasale che causa il cosiddetto "naso a sella". Tamponamento anteriore Inserimento progressivo di strisce di garza jodoformica (10 cm. ) a livello del pavimento della fossa nasale fino in rinofaringe.Rimozione in 3a-4a giornata. Merocel (1 o 2 per fossa nasale); rimozione in 2a-3a giornata. Tabotamp o Gelfoam nelle discrasie ematiche; riassorbibili non necessitano stamponamento Tamponamento antero-posteriore Cateteri nasali tipo “BIVONA” o “EPISTAT” 2 palloncini di silicone ( anteriore e coanale) gonfiabili con H20 evitano l’adesione alle pareti, sono meno traumatici pressione graduabile rinforzo al tamponamento in Merocel. Strumentario FESS Complicanze arteriose ARTERIA ETMOIDALE ANTERIORE ARTERIA ETMOIDALE POSTERIORE (Incostante e agenesica nel 12,5% Chiu T.C.2006) ARTERIA SFENO PALATINA CAROTIDE INTERNA ARTERIA ETMOIDALE ANTERIORE Legatura endoscopica a. sfenopalatina Incisione verticale muco-periostea 7-8mm anteriormente al margine posteriore del turbinato medio (tra il turbinato m. e i.) branca settale e laterale Creazione di un flap tra il fascio neurovascolare e il Foramen ;Legatura mediante clip di titanio Riposizionamento del flap Complicanze: 0-13% Varianti osteologiche del F.S.P. Classe I 35% al di sopra coda TM Classe II 56% sotto la cresta etmoidale dell’osso palatino Classe III 9% due forami separati nel meato superiore e nel medio Waering ePadgham 1998 Legatura endoscopica a. sfenopalatina (Lee H.Y. 2002) Tipo I 60% Tipo II exeresi generose = compromissione vitalità 1 caso di Necrosi del T.I Moorthy e coll.2003 Legatura a. mascellare interna Transantrale (accesso di Caldwell-Luc) (Controindicazioni Ipoplasia ,età ped.,neoplasie,fratture) Micro- dissezione e legatura (clips vascolari ) AMI , a.palatina disc. e sfenopalatina Tasso di recidiva del 10-15% Complicanze nel 25-30% dei casi (algie dentali,lesioni ganglio sfenopalatino e n.vidiano ,fistola oroantrale) (bordo anteriore montante mandibola) Intraorale Complicanze:trisma,lesioni n.alveolare,infezioni spazio infratemporale Emorragie nasosinusale Neoplastiche Sintomi nasosinusali Epistassi neoplastica spesso drammatica Ostruzione,Iposmia ,Rinolalia Ipo/anestesia(V°),i poacusia/autofonia Sintomi Orbitari Diplopia,proptosi Epifora ,visus Sintomi Neurologici Cefalea,rinoliquorrea,S paralitiche anteriori e Posteriori,S.comiziali Emorragie da neoplasia Processo fisiologico vasculogenesi e angiogenesi Vascular endhotelial Growth Factor Fibroblast growth factor-2 Trasforming growth factor- beta Hepatocyta growth factor Switch angiogenico sovraregolazione del VEGF La vascolarizzazione tumorale presenta anomalie strutturali e Funzionali profilo irregolare ,diametro dilatato,tortuosità ed elevata permeabilità con tendenza all’emorragia Legatura a. carotide esterna Intervento effettuato in diverse condizioni Ferite traumatiche gravi del distretto cervico-facciale Emorragie da lesioni vascolari per tumori maligni estesi della testa e del collo Lesioni accidentali di un’arteria proveniente dall’arteria carotide esterna Infiltrazione neoplastica dell’arteria carotide esterna da neoplasie della ghiandola parotide ovvero da adenopatie metastatiche latero-cervicali Interventi chirurgici sul distretto cervico-facciale Incisione cutanea, di circa 7 cm, lungo il margine anteriore del m.SCM, dall’angolo della mandibola fino al limite inferiore della laringe, con punto centrale in corrispondenza dell’osso ioide Individuazione del fascio vascolo-nervoso del collo con l’ausilio dei divaricatori Isolamento della vena giugulare interna ed esposizione dell’arteria carotide comune nel suo punto di biforcazione Legatura dell’arteria carotide esterna subito al di sopra dell’origine dell’a. tiroidea superiore Emostasi e posizionamento del drenaggio di Redon Legatura dell’a.carotide esterna Triangolo Carotico di Farabeuf Posteriormente: v. giugulare interna Anteriormente: ramo venoso tireolinguofacciale Superiormente: nervo ipoglosso Legatura a linguale Triangoli di Beclard e di Pirogoff Embolizzazione arteriosa Angiografia selettiva (emorragie cervico cefaliche): Afferenze vascolari dal circolo controlaterale Anamnesi positiva per TIA Alterazioni Anatomiche della Carotide(paresi,paralisi ecc) Alterazioni vascolari del circolo oculare con amaurosi transitoria Embolizzazione (sfere di polivinile alcolico 150-590 m) Visualizzazione ed embolizzazione diretta sito emorragico Controllo emorragie posteriori cavità nasali 90% Disordini sistemici dell’emostasi(Rendu Osler) possibile in A.L. Complicanze 0,1% (danni cerebro vascolari da embolizz. C.I.) non utilizzabile nelle epistassi ant.,allergie al m.c.,ateromatosi grave,anastomosi C.E./C.I. Emorragia post-tiroidectomia I vasi maggiori devono essere legati man mano che vengono individuati: vena tiroidea media, vene tiroidee ime, vasi tiroidei superiori, arteria tiroidea inferiore, arteria laringea inferiore. TC spirale 3D che mostra il circolo arterioso tiroideo Emorragia post-tiroidectomia Complicanza più temibile: ematoma cervicale compressivo: il sangue tende a raccogliersi in uno spazio in corrispondenza della linea mediana del collo, sotto i muscoli retti anteriori. Segue ostruzione completa della via aerea, anossia e arresto cardio-respiratorio. Deve essere drenato immediatamente a letto del paziente, ovunque egli si trovi! Rottura post-operatoria della carotide esterna Trombosi dei vasa vasorum avventiziali da eccessivo scollamento sub-avventiziale per presenza di adenopatie metastatiche aderenti. Persistenza e recidiva neoplastica Svuotamento radicale (privazione muscolo s.c.m) Radioterapia preoperatoria Necrosi dei lembi cutanei cervicali Tipi di emostasi Emostasi preventiva pre-operatoria: apposizione di lacci o bende. Serve a rendere esangue il campo operatorio.Non può essere protratta oltre 30-45 minuti Emostasi temporanea: compressione diretta del vaso o mediante controllo più a monte dell’afferenza principale. Emostasi preventiva intra-operatoria temporanea: pinze atraumatiche vascolari, dette angiostati, la porzione distale e quella prossimale del vaso rispetto al segmento sul quale bisogna intervenire; Emostasi preventiva intra-operatoria definitiva: la struttura che deve essere asportata viene privata dell'apporto di sangue ricercando e bloccando i vasi afferenti. Questi vasi verranno sezionati dopo averli chiusi tra due lacci o tra due pinze emostatiche. Alternative all’emostasi chirurgica classica Clips metalliche adoperate particolarmente in neurochirurgia ed in chirurgia mini-invasiva; Cauterio: strumento la cui punta veniva portata ad incandescenza e che è ormai abbandonato perché ad effetto non dosabile; Pezze o garze imbevute di soluzione fisiologica calda tenute per qualche minuto su ampie superfici cruentate e che presentano emorragie diffuse non controllabili diversamente; Pezze o garze zaffate con forza nel sito emorragico che danno emostasi per compressione e che vengono tenute a dimora per qualche tempo, ore, ma anche giorni, dopo di che vengono rimosse; Spugne di fibrina o collanti biologici per dominare emorragie in zone difficilmente raggiungibili o in organi parenchimatosi. Tecniche di emostasi elettrocoagulazione coagulazione laser coagulazione ultrasonica Argon plasma(APC) Coagulazione applicazione ai tessuti per mezzo di gas argon ionizzato (plasma di argon).Utilizzato per la emostasi dei superficiali, emorragie diffuse e la devitalizzazione dei tessuti. Studi sperimentali hanno dimostrato la superiorità di APC su l’elettrocoagulazione standard e per la sua efficienza e traumatizzazione limitata dei tessuti. Ligasure Agisce attraverso la fusione del collagene e dell’elastina della parete intimale del vaso creando una sintesi permanente. Si può così ottenere sintesi di vasi arteriosi, venosi o strati di tessuto in maniera affidabile, consistente e permanente. Il meccanismo di sintesi utilizza una combinazione di pressione, fornita dallo strumento e radio frequenza per realizzare un effettivo cambiamento della natura delle pareti dei vasi. Sistema di emostasi («Arista») Polvere riassorbibile di polisaccaride emisferico microporoso Realizza un’emostasi in pochi secondi Non tiene conto dello stato coagulativo del paziente Ogni particella quando viene applicata sulla ferita sanguinante funge da setaccio molecolare che assorbe immediatamente i liquidi dal sangue ad alta velocità. Le emisfere creano un’impalcatura per la formazione di una rete fibrinica tenace entro pochi secondi. Sistema emostatico Microstruttura del sistema «Arista» Applicazione della polvere emostatica Grazie per l’attenzione