ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? COMITATO PROMOTORE Progetto PartecipaSalute Paola Mosconi, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Roberto Satolli, Agenzia di Giornalismo Scientifico Zadig, Milano Alessandro Liberati. Centro Cochrane Italiano, Milano Sistema Nazionale Linee Guida Alfonso Mele, Epidemiologia Clinica e Linee Guida-CNESPS, Istituto Superiore di Sanità, Roma Serena Donati, Salute delle donne e dell’età evolutiva-CNESPS, Istituto Superiore di Sanità, Roma COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO Alberto Donzelli, ASL Città di Milano, Milano Maria Font, Dialogo sui farmaci, Verona Brunello Gorini, Federazione Italiana Medici di Famiglia, Treviso Luisa Ronchi, ASL Città di Milano, Movimento Consumatori, Milano Carlo Schweiger, Divisione di Cardiologia Riabilitativa, Rho (Mi) Ludovica Tagliabue, Altroconsumo, Milano Paolo Zola, Cattedra Ginecologia Oncologica, Ospedale Mauriziano, Torino CENTRO DI COORDINAMENTO Paola Mosconi, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Cinzia Colombo, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Gianna Costa, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Il presente progetto ha ricevuto il sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino Milano, luglio 2007 1 Background e razionale Negli ultimi anni la pubblicazione e l'analisi dei risultati di grandi trial clinici internazionali sulla terapia ormonale sostitutiva (TOS) ha generato in Italia un ventaglio di posizioni e di raccomandazioni, espresse da diverse istituzioni o società scientifiche, spesso in disaccordo tra loro e talvolta in contrasto con i dati della letteratura. Anche associazioni di cittadini/pazienti e gruppi organizzati per promuovere la salute femminile hanno prodotto materiale divulgativo, i cui messaggi sono spesso in contraddizione rispetto alle conoscenze disponibili. E' probabile perciò che la singola donna riceva oggi informazioni contrastanti sui benefici e sui rischi della TOS sia dalla consultazione del proprio medico di famiglia e dei vari specialisti ospedalieri ed extra ospedalieri, sia dai messaggi divulgativi ad essa dedicati. Ciò può rendere difficile il diritto di compiere scelte consapevoli per la propria salute. Per fare il punto delle prove disponibili riguardo all’uso della TOS, per conoscere i bisogni informativi delle donne e per valutare la qualità dell’informazione rivolta ai medici e soprattutto alla popolazione femminile, il progetto PartecipaSalute e il Sistema nazionale linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità stanno promuovendo una Conferenza di consenso dal titolo ―Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva?‖. Analisi cronologica della letteratura sulla terapia ormonale sostitutiva I primi studi di tipo osservazionale sulla terapia ormonale sostitutiva a lungo termine, pur con alcune contraddizioni, nell’insieme deponevano per un evidente e marcato beneficio della terapia estrogenica sostitutiva dopo la menopausa. A seconda dei casi, era stata osservata una riduzione di infarti miocardici dal 40% al 70% ed anche una minore mortalità cardiovascolare, in assenza di chiari effetti preventivi sull’ictus (tuttavia occasionalmente segnalati). I benefici apparivano limitati al periodo di assunzione della TOS. L’altro effetto favorevole era la riduzione dell’osteoporosi e quindi delle fratture osteoporotiche, che risultavano complessivamente dimezzate. Accanto ai benefici si evidenziarono anche i rischi: essenzialmente un incremento di incidenza del carcinoma mammario, che nei diversi studi risultava variare tra il 30% e il 60% in dipendenza principalmente della durata della TOS1,2 e dell’età della donna. Trattamenti di durata inferiore ai 5 anni, specie nelle donne fino a 55 anni di età, mostravano comunque rischi molto contenuti e spesso non significativi, inoltre il rischio tendeva ad annullarsi alla sospensione della terapia. La TOS nelle donne non isterectomizzate richiede comunque l’associazione di un progestinico per bilanciare il rischio di carcinoma endometriale3 e quindi gli effetti degli estrogeni risultavano difficilmente separabili da quelli del progestinico. Diversi studi sembravano tuttavia confermare che l’aggiunta del progestinico non aveva un impatto negativo di rilievo sulla protezione cardiovascolare4,5. La possibile prevenzione del rischio cardiovascolare, e di entità così rilevante, portò alla diffusione della TOS in tutto il mondo occidentale, sia pure con grandi differenze tra un paese e l’altro e allo sviluppo di enormi interessi professionali e commerciali, realizzando così uno degli interventi su persone sane di più ampia portata di tutta la storia della medicina. Poche voci dissonanti emergevano nel ricordare che la possibilità di un errore di selezione non poteva essere esclusa6 e che la valutazione del bilancio rischio-beneficio avrebbe dovuto essere comunque fatta sulla base delle incidenze relative dei tumori mammari e della cardiopatia ischemica. Un’incertezza particolare riguardava paesi come l’Italia, dove il carcinoma mammario è un rischio di entità analoga a quello di cardiopatia coronarica e la TOS poteva risultare più dannosa che utile, perché anche ammettendo il massimo beneficio ipotizzabile sull’infarto, l’incremento dei tumori mammari lo avrebbe bilanciato o superato7. In Italia in realtà le donne trattate sono sempre state una percentuale relativamente bassa e solo eccezionalmente i trattamenti si prolungavano oltre i 2-3 anni. Le migliori linee guida prevedevano la raccomandazione di informare le donne sulle incertezze esistenti, rimettendo a loro la decisione8 e facendo così della decisione della donna informata la strategia portante. 2 Una metanalisi pubblicata su Annals of Internal Medicine contemporaneamente allo studio WHI (il primo trial randomizzato conclusosi nel 2002), ha infine rivisto tutti gli studi osservazionali precedenti, in base ai quali si erano accumulati gli indizi di efficacia preventiva della TOS in ambito cardiovascolare9. La metanalisi, che non includeva lo studio WHI pubblicato solo due settimane prima, dimostrò che in effetti i risultati della TOS sul rischio vascolare erano nulli, inficiati proprio da quell’errore di selezione che molti avevano ritenuto insufficiente a spiegare la riduzione di cardiopatia ischemica osservata nelle donne che assumevano estrogeni a lungo termine. Secondo questa metanalisi, non si era tenuto nel dovuto conto in particolare l’effetto delle diverse condizioni socioeconomiche e del diverso grado di istruzione delle donne trattate, che erano quindi a rischio notevolmente più basso già in partenza, e non per effetto degli estrogeni. La terapia veniva più facilmente proposta a donne in buona salute, e più frequentemente sospesa in caso di insorgenza di malattia, cosa che determina un apparente e ingannevole vantaggio delle utilizzatrici correnti di estrogeni rispetto a coloro che li avevano assunti in passato (errore con conseguenze gravi se nelle conclusioni degli studi le precedenti utilizzatrici vengono abbinate alle non utilizzatrici). Inoltre le donne che assumevano estrogeni avevano uno stile di vita diverso e più sano, erano più magre e avevano una maggiore probabilità, rispetto alle non trattate, di ricevere cure mediche per gli eventuali fattori di rischio vascolare di cui fossero portatrici o che fossero insorti nel corso del trattamento. Infatti nella metanalisi si evidenzia una lieve riduzione di mortalità vascolare a fronte di un lieve aumento di incidenza di cardiopatie e ictus. Un editoriale apparso sulla stessa rivista s’intitolava ―Come abbiamo potuto sbagliarci così?‖10. Il Million Women Study Si tratta di un monitoraggio osservazionale su oltre un milione di donne (la metà circa assumeva estrogeni) condotto in Gran Bretagna in donne di 50-64 anni, seguite tra il 1996 e il 2001, che ha riguardato il carcinoma mammario11. In questo studio l’incidenza del tumore risulta aumentata del 66% nelle donne che assumevano estrogeni (non in quelle che li avevano assunti in passato), e la mortalità specifica è aumentata del 22%, smentendo che i tumori insorgenti durante la TOS siano gravati da minore mortalità. L’aumento di incidenza riguarda gli estrogeni orali da soli (+30%), gli estroprogestinici (+100%) e il tibolone (+45%) ed è in tutti i casi statisticamente significativo. Riguardo alle modalità di somministrazione l’aumento di incidenza è distribuito così: +32% per gli orali, +24% per i transdermici e +65% per gli impianti (in Italia pochissimo usati). Da notare che il Million Women è uno studio osservazionale e non un trial, quindi i dati che ne derivano sono da prendere con cautela. Tuttavia le dimensioni dello studio sono ragguardevoli e i problemi metodologici non sono perciò di sufficiente rassicurazione. Secondo gli autori, nel Regno Unito in 10 anni e nelle donne tra 50 e 64 anni, si sono avuti 20.000 tumori del seno indotti dagli estrogeni, 2.000 in più all'anno. Lo studio randomizzato HERS Il primo vero segnale di allarme sulla terapia ormonale sostitutiva derivò nel 1998 dallo studio HERS12. Si tratta di un trial clinico randomizzato condotto in donne affette da cardiopatia ischemica, sottoposte a TOS o trattamento con placebo. Il razionale dello studio sta nel fatto che in soggetti a rischio maggiore di un determinato evento (in questo caso un nuovo infarto o la morte da causa cardiovascolare) dovrebbe essere più facile verificare l'effetto protettivo di un trattamento efficace. L’HERS è stato effettuato su 2.763 donne cardiopatiche di età media 67 anni. Lo studio venne pubblicato nel 1998 dopo un follow up di 4.6 anni e nel 2002 dopo 6.8 anni. Dopo 4.6 anni non fu evidenziato alcun effetto protettivo degli estrogeni sull’infarto e sulla mortalità per cardiopatia ischemica, che tendevano anzi ad aumentare nel primo anno di trattamento, sia pure in modo non statisticamente significativo. Delle due pubblicazioni relative al follow up prolungato a 6.8 anni, il primo lavoro13 prende in esame gli esiti cardiovascolari e i risultati confermano che la TOS non può essere praticata a scopo preventivo nelle donne cardiopatiche. Non si riducono infatti gli infarti, gli ictus, gli interventi di rivascolarizzazione, i ricoveri per angina instabile o scompenso, né la mortalità vascolare e tali risultati non si modificano tenendo conto di possibili variabili confondenti e dell’uso di statine. Da notare che il risultato negativo si è manifestato nonostante il miglioramento, verosimilmente dovuto 3 agli estrogeni, del quadro lipidico, che ha fatto rilevare una riduzione del 25% del colesterolo LDL e un aumento del 10% dell’HDL nelle donne che assumevano estrogeni. Il secondo lavoro prende invece in esame esiti non cardiovascolari (mortalità totale, interventi di chirurgia biliare, eventi tromboembolici venosi, tumori e fratture)14 e ne risulta che il tromboembolismo venoso e la chirurgia biliare aumentano complessivamente e in modo significativo, mentre non si osserva un aumento di tumori né una riduzione di fratture (per questi due ultimi esiti lo studio era comunque di dimensioni troppo limitate per osservare differenze). La mortalità totale aumenta nelle donne cardiopatiche trattate con estroprogestinici, ma non in modo statisticamente significativo. Lo studio randomizzato WHI A distanza di due sole settimane dalla pubblicazione degli ultimi due lavori HERS, giungono nel 2002 i risultati dello studio WHI, Women’s Health Iniziative15. Si tratta di uno studio randomizzato, effettuato su 16.608 donne in buona salute di 50-79 anni di età. La durata prevista dello studio era di circa 8 anni, al termine dei quali si sarebbero tratte le conclusioni confrontando gli effetti nei due gruppi di donne. Lo studio è stato invece interrotto in anticipo, non appena è divenuto chiaro che gli svantaggi prevalevano sui benefici e la sua prosecuzione non avrebbe più potuto modificare i risultati. Nei circa 5 anni precedenti all’interruzione del WHI, gli eventi principali avuti nelle donne che assumevano estrogeni e progesterone sono stati: aumento del 29% di cardiopatie coronariche, pari a circa 7 casi in più/anno su 10.000 donne aumento del 26% di tumori del seno, pari a circa 8 casi in più/anno su 10.000 donne aumento del 41% di ictus cerebrale, pari a circa 8 casi in più/anno su 10.000 donne aumento del 113% di tromboembolie polmonari, pari a circa 8 casi in più/anno su 10.000 donne I vantaggi sono stati invece: diminuzione del 34% delle fratture dell’anca, pari a circa 5 casi in meno/anno su 10.000 donne diminuzione del 37% dei tumori del colon, pari a circa 6 casi in meno/anno su 10.000 donne Non sono state osservate differenze significative di mortalità nei due gruppi di donne. Dall’esame dei dati, i valori espressi in percentuale possono dare un’impressione preoccupante, ma i numeri assoluti per 10.000 donne chiariscono che si tratta di rischi modesti e non è quindi giustificato un allarmismo (per la singola donna, ma sul piano della popolazione il discorso cambia completamente). Nel complesso si ha, nell’arco di 5 anni, un effetto avverso grave all’incirca ogni 100 donne di 60 anni, e ogni 1.000 donne di 50 anni16. Tuttavia è innegabile che ci si trova di fronte all’opposto di quanto si sperava di poter dimostrare: la terapia a base di estrogeni associati a progestinici, pur riducendo le fratture e i tumori del colon, nel complesso presenta più rischi che benefici. I rischi rilevati nel WHI sono modesti per la singola donna che assume la TOS, ma sono stati anche mitigati da: interruzione precoce dello studio per motivi ―etici‖, quando cioè un maggior danno appariva assai probabile con la prosecuzione del trial; analisi secondo il metodo dell’intenzione di trattare, che tende a minimizzare gli effetti della terapia perché computa come se fossero state regolarmente trattate anche le donne che in realtà non l’hanno assunta per tutta la durata o nelle dosi previste (il 42% delle donne che dovevano assumere estrogeni e progestinico hanno interrotto l’assunzione nel corso dello studio, contro il 38% di quelle che assumevano placebo). I risultati della ricerca non sono applicabili a trattamenti di breve durata effettuati per ridurre i sintomi della menopausa, né ai trattamenti effettuati a donne più giovani di 50 anni, ad esempio per una menopausa precoce: in questi casi i vantaggi possono essere superiori ai rischi. Il braccio del WHI nelle donne isterectomizzate, in trattamento estrogenico senza l’aggiunta del progestinico, documenta invece un aumento degli ictus cerebrali (circa il 40%) e conferma la riduzione delle fratture senza nessun effetto significativo sugli altri esiti (tumori mammari, cardiopatia ischemica e tromboembolie)17. Il dato sembrerebbe indicare che la componente di maggiore rilievo negativo nella TOS sia il progestinico. Ma se è vero che vi sono meno danni, il bilancio di un aumento di ictus contro una riduzione di fratture è poco appetibile nelle donne isterectomizzate, mentre nelle non isterectomizzate è impossibile utilizzare il solo estrogeno (salvo che per periodi molto brevi). 4 Tabella 1 Risultati complessivi dello studio WHI Oggetto e referenza bibliografica Eventi maggiori complessivi Writing Group for the Women's Health Initiative Investigators. Risks and Benefits of Estrogen Plus Progestin in Healthy Postmenopausal Women: Principal Results From the Women's Health Initiative Randomized Controlled Trial. JAMA 2002;288:321-33. Eventi cardiovascolari The Women’s Health Initiative Investigators. Estrogen plus Progestin and the Risk of Coronary Heart Disease. N Engl J Med 2003;349:523-34. Ictus cerebrale The Women's Health Initiative: A Randomized Trial. Effect of Estrogen Plus Progestin on Stroke in Postmenopausal Women. JAMA 2003;289:2673-84. Women's Health Initiative Steering Committee. Effects of conjugated equine estrogen in postmenopausal women with hysterectomy: the Women’s Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2004;291:1704-12. Trombosi venosa profonda Women's Health Initiative Investigators. Estrogen plus progestin and risk of venous thrombosis. JAMA 2004;292:1573-80 Fratture ossee The Women's Health Initiative Investigators. Effects of Estrogen Plus Progestin on Risk of Fracture and Bone Mineral Density. JAMA 2003;290:1729-38 Qualità della vita The Women’s Health Initiative Investigators. Effects of Estrogen plus Progestin on Health-Related Quality of Life. N Engl J Med 2003;348:1839-54. The Women’s Health Initiative Investigators. Effects of Coniugated Equine Estrogen on Health-Related Quality of Life in Postmenopausal Women With Hysterectomy. Arch Intern Med 2005; 165: 1976-86. Demenza e deterioramento cognitivo minore The Women's Health Initiative Memory Study: A Randomized Controlled Trial. Estrogen Plus Progestin and the Incidence of Dementia and Mild Cognitive Impairment in Postmenopausal Women. JAMA 2003;289:2651-62. Funzioni cognitive globali The Women's Health Initiative Memory Study: A Randomized Controlled Trial. Effect of Estrogen Plus Progestin on Global Cognitive Function in Postmenopausal Women. JAMA 2003;289:2663-72. Incidenza di tumori mammari, stadio e diagnosi The Women's Health Initiative Investigators. The Women's Health Initiative Randomized Trial. Influence of Estrogen Plus Progestin on Breast Cancer and Mammography in Healthy Postmenopausal Women. JAMA 2003;289:324353. Tumori ginecologici e manovre diagnostiche The Women's Health Initiative Investigators. Effects of Estrogen Plus Progestin on Gynecologic Cancers and Associated Diagnostic Procedures: The Women's Health Initiative Randomized Trial. JAMA 2003;290:1739-1748. Tumori del colon The Women’s Health Initiative Investigators. Estrogen plus Progestin and Colorectal Cancer in Postmenopausal Women. N Engl J Med 2004;350:991-1004. Sintomi Ockene JK et al. Symptom Experience After Discontinuing Use of Estrogen Plus Progestin. JAMA 2005; 294:183-93. Conclusioni degli studi Dati statisticamente significativi: cardiopatia ischemica +29%; carcinoma mammario +26%; ictus cerebrale +41%; embolie polmonari +113%; cancro colorettale -37%; fratture dell’anca -34%. Complessivamente i rischi dell’uso di estrogeni combinati a progestinici eccedono i benefici nell’arco di 5 anni, in donne sane in menopausa. La mortalità complessiva non varia. Il profilo rischio-beneficio non risponde a quanto richiesto per una valido trattamento di prevenzione primaria di patologie croniche, e i risultati indicano che la terapia non deve essere iniziata o continuata per la prevenzione cardiovascolare. Gli estrogeni associati a progestinico non conferiscono una protezione cardiaca e possono aumentare il rischio di cardiopatia ischemica nelle donne dopo la menopausa in buona salute, specialmente nel primo anno di trattamento. Questa terapia non deve essere prescritta per la prevenzione cardiovascolare. Gli estrogeni associati a progestinico aumentano il rischio di ictus nelle donne in buona salute dopo la menopausa. L’incremento del rischio attribuibile agli estroprogestinici risulta presente in tutti i sottogruppi esaminati. Medesimo risultato nel braccio delle isterectomizzate in sola terapia estrogenica Gli estrogeni associati a progestinico si associano ad un raddoppio del rischio di trombosi venosa profonda, e aumentano il rischio associato ad età, sovrappeso, obesità e fattore V di Leiden. Gli estrogeni associati a progestinico aumentano la densità ossea e riducono il rischio di fratture (11,1% vs 8,6%) nelle donne in buona salute dopo la menopausa. La riduzione del rischio si manifesta in tutti i sottogruppi di donne esaminate. Se si considerano globalmente gli effetti della terapia ormonale su altri importanti esiti patologici, non c’è un beneficio netto neppure in donne ad alto rischio di fratture. Nessun significativo effetto sulla percezione di salute in generale, vitalità, salute mentale, sintomi di depressione, soddisfazione sessuale. In questo studio, gli estrogeni associati a progestinico non hanno un effetto significativo sulla qualità della vita correlata alla salute. Nelle donne in postmenopausa con precedente isterectomia, gli estrogeni equini coniugati non hanno alcun effetto clinicamente significativo sulla qualità della vita. Gli estrogeni associati a progestinico aumentano il rischio di probabile demenza nelle donne in postmenopausa di 65 anni o più. Inoltre non prevengono il declino cognitivo minore (si tratta di 23 casi/anno in più di probabile demenza ogni 10.000 donne di >65 anni) Tra le donne in menopausa di 65 anni o più, gli estrogeni associati a progestinico non migliorano le funzioni cognitive rispetto al placebo. La maggioranza delle donne non ha in questo ambito effetti avversi rilevanti rispetto al placebo, ma un piccolo gruppo di donne subisce un declino cognitivo clinicamente significativo. Gli estrogeni associati a progestinico in un tempo relativamente breve aumentano l’incidenza di carcinoma mammario, che viene diagnosticato ad uno stadio più avanzato rispetto alle donne che assumevano placebo, inoltre aumentano la percentuale di donne con mammografie anormali. Questi risultati suggeriscono che la terapia estroprogestinica può stimolare lo sviluppo di tumori mammari e nasconderne la diagnosi. La terapia con estrogeni associati a progestinico può aumentare il rischio di tumore ovarico, mentre non differisce dal placebo l’incidenza di tumori endometriali. L’accettabilità è ulteriormente ridotta dal carico di biopsie endometriali per accertare la causa di sanguinamenti uterini (il 33% delle donne trattate contro il 6% del gruppo placebo). 248 donne trattate sono state isterectomizzate, contro 183 del gruppo placebo. Gli estrogeni associati a progestinico in 5 anni si associano ad una riduzione del rischio di cancro del colon-retto del 37%. Tuttavia questi tumori vengono diagnosticati ad uno stadio più avanzato rispetto alle donne che non assumono estrogeni e progestinici (diffusione ai linfonodi regionali o metastasi a distanza nel 76% dei casi contro il 48%), forse perché sanguinamenti rettali sono scambiati per vaginali. Più della metà delle donne con sintomi vasomotori al momento della randomizzazione nello studio WHI riportano la presenza degli stessi sintomi dopo l'interruzione del trattamento. 5 HERS e WHI sono stati giudicati di importanza storica non solo per aver messo fine all’incertezza sull’effettivo valore della terapia sostitutiva, ma anche e soprattutto per aver riproposto la fallacia delle deduzioni provenienti da studi osservazionali, non randomizzati e non sperimentali, anche quando la loro mole è davvero notevole ed anche quando in apparenza nessun errore di selezione sembra così rilevante da poter giustificare risultati univocamente e fortemente favorevoli. Le conclusioni sul ridotto rischio vascolare derivavano verosimilmente dalla selezione di donne a basso rischio, con stili di vita migliori e maggiore attenzione alla salute. Già in passato si erano fatti inviti alla cautela per questi motivi, ma negli ultimi anni la terapia ormonale sostitutiva era divenuta una proposta di routine offerta a pressoché tutte le donne, indipendentemente da qualsiasi valutazione del rischio, dall’età e dai disturbi della menopausa, tanto che negli USA oltre un terzo delle donne assumeva estrogeni dopo la menopausa. Le critiche allo studio WHI Lo studio WHI è stato criticato in Italia, soprattutto dai ginecologi, principalmente perché includeva donne in media più anziane di quelle che normalmente assumono estrogeni associati a progestinici per la menopausa nel nostro Paese e inoltre perché vi sarebbe stata una maggiore presenza di donne a rischio vascolare. La tabella 2 riassume le principali critiche che sono state fatte (spesso sulla stampa divulgativa diretta al pubblico) e le risposte che possono essere date a ciascuna di esse sulla base della letteratura esaminata. Le obiezioni relative all’età e al rischio vascolare hanno ricevuto risposta: è vero che nello studio WHI l’età di inclusione andava da 50 a 79 anni (in media era di 63 anni), però l’analisi dei dati dello studio dimostra che i risultati, in termini di rischio relativo, sono indipendenti dall’età delle donne, dal peso, dalla pressione arteriosa, dal diabete e dalle diverse altre situazioni considerate, anche se in termini assoluti sono evidentemente diversi. Peraltro, ammettendo l’obiezione, si dovrebbe presumere che nelle donne più giovani anche i vantaggi sulle fratture da osteoporosi e sulla prevenzione dei tumori del colon sarebbero in assoluto minori, perché si tratta di patologie a rischio fortemente crescente con l’età e non comuni nei primi anni della menopausa. Tabella 2 Principali critiche avanzate in Italia allo studio WHI Obiezioni al WHI I rischi emersi nel WHI non si applicano alle donne italiane che si trattano in età più giovane Molte donne erano a rischio cardiovascolare (trattate con statine, ASA, spesso in sovrappeso) e non sarebbero state trattate in Italia Il vantaggio sulle fratture è stato trascurato I dati del WHI non si possono applicare al trattamento con estrogeni transdermici (sono stati usati estrogeni coniugati per via orale) Non si è osservata alcuna differenza di mortalità Non si è tenuto conto della qualità della vita delle donne trattate Gli estrogeni possono rallentare il declino cognitivo I dati non si applicano a donne isterectomizzate che vengono trattate solo con estrogeni Le donne trattate con estrogeni vengono sorvegliate meglio delle altre rispetto al rischio mammario, e i tumori mammari che insorgono durante la terapia ormonale sono meno aggressivi Osservazioni Nello studio WHI non si è rilevata dalle analisi statistiche nessuna interazione tra età ed effetti avversi della terapia ormonale sostitutiva Le donne incluse nello studio erano considerate “in buona salute”. Non si è rilevata dalle analisi statistiche nessuna interazione tra pressione arteriosa, diabete, peso corporeo ed effetti avversi della TOS. L’assunzione di terapie (statine, ipotensivi, aspirina) negli USA è molto più ampia che da noi e riduce il rischio vascolare. Si tratta di una frattura di femore in meno ogni 2.000 donne trattate per un anno. Nelle donne più giovani tale vantaggio è verosimilmente inesistente. La riduzione delle fratture osteoporotiche richiede comunque trattamenti di durata molto lunga (>8-10 anni) e si perde nell’età in cui le fratture sono più comuni. Si tratta di un’illazione, peraltro smentita dai dati osservazionali del Million Women Study, in cui il rischio mammario si manifesta con tutti i prodotti a base di estrogeni (anche se sembra minore con quelli transdermici) Lo studio è stato interrotto anticipatamente per motivi etici quando è divenuto chiaro che i rischi superavano i benefici e un vantaggio con l’uso degli estrogeni non era più ipotizzabile. Gli eventi osservati sono comunque importanti Analisi successive alla pubblicazione dei primi dati del WHI, hanno dimostrato che la qualità della vita, correlata a patologie o meno, non migliora affatto con gli estrogeni, salvo nelle donne con sintomi climaterici, per le quali l’utilità della terapia è indiscussa. Risultato analogo nello studio HERS Analisi successive alla pubblicazione dei primi dati del WHI, hanno dimostrato che l’incidenza di demenza aumenta in modo statisticamente significativo, e il declino cognitivo minore non è influenzato (salvo in una piccola minoranza di donne in cui peggiora) Il primo studio WHI ha considerato solo il trattamento combinato, ma anche il trial parallelo nelle donne isterectomizzate e trattate solo con estrogeni è stato poi interrotto anticipatamente per un profilo cardiovascolare negativo (maggiore incidenza di ictus) nelle donne trattate Nello studio WHI, il monitoraggio non differiva nel gruppo trattato e in quello placebo. E’ provato che la terapia estrogenica rende più difficile la diagnosi di neoplasia mammaria, che non viene scoperta con la mammografica in fase così precoce come nelle donne non trattate, e non ha una prognosi migliore. 6 Pubblicazioni successive del WHI I moltissimi dati prodotti dal WHI sono stati oggetto di pubblicazioni successive alla prima, che hanno esaminato più in dettaglio il rischio di ictus, quello di fratture, di demenza, di deterioramento cognitivo minore, di tumori mammari, la qualità della vita, il rischio di essere sottoposte a procedure invasive per sospetta neoplasia uterina, e così via. All’inizio da questi numerosi ulteriori lavori (la tabella a pagina 5 ne riassume alcuni tra i più significativi) è emerso un profilo di rischio della terapia sostitutiva ancora peggiore di quello iniziale. Più recentemente sono state pubblicate analisi secondarie sui dati dello studio WHI, dalle quali emerge un profilo meno negativo per quanto riguarda il rischio cardiovascolare se la terapia ormonale sostitutiva è iniziata precocemente dopo l'esordio della menopausa 18 . Queste analisi hanno portato alcuni commentatori a proporre una ―timing hypothesis‖, cioè l'ipotesi che gli estrogeni siano protettivi solo prima che i danni dell'aterosclerosi si siano instaurati. Sempre nel 2007, inoltre, sono stati pubblicati dati sul calo d'incidenza dei tumori della mammella, come conseguenza del minor uso della terapia ormonale sostitutiva dopo la pubblicazione e la divulgazione del WHI19 e dati sull'aumentato rischio di cancro all'ovaio per le donne che usano la TOS 20. La gestione delle controversie e le conferenze di consenso Controversie e variabilità nella pratica clinica, pur essendo costanti sul piano storico e geografico, sono universalmente considerate dannose per la credibilità della medicina e di chi la esercita. I medici hanno sempre cercato modi opportuni per gestire le controversie al letto del malato, sui giornali scientifici, nelle aule universitarie, nelle sale congressuali. Negli ultimi cinquant’anni il processo attraverso cui si evolve il consenso medico sulle questioni controverse si è però notevolmente complicato e arricchito, soprattutto grazie alla nascita e alla diffusione della sperimentazione clinica. Sino a che le divergenze erano fondate soprattutto su opinioni, sostenute da esperienza e acume clinico, il consenso si fondava su un criterio gerarchico ("il maestro ha sempre ragione"), mentre la divergenza prendeva la forma di una dialettica tra scuole di pensiero. Negli ultimi decenni, lo sviluppo della sperimentazione clinica mette in crisi quel modello, sostituendo la forza delle prove a quella delle opinioni. Non conta più chi sostiene qualcosa, ma in base a quali elementi lo afferma: lo studente può sfidare il professore (almeno in teoria) e all’ideologia delle scuole si sostituisce l’empirismo dei dati sperimentali. I quali a loro volta sono sempre provvisori e rivedibili, via via che nuove prove sperimentali si aggiungono: per fare fronte al compito di un'integrazione e revisione permanente dei dati si sono sviluppati strumenti come le metanalisi e le revisioni sistematiche e istituzioni come la collaborazione Cochrane e i giornali di pubblicazione secondaria. I dati empirici inoltre sono sempre parziali e spesso non univoci rispetto alle decisioni cliniche che dovrebbero indirizzare. Nel tentativo di raggiungere la massima uniformità di orientamento, quindi, si sono messi a punto altri strumenti, come le linee guida e le conferenze di consenso21. Il metodo delle conferenze di consenso, inizialmente messo a punto dai National Institutes of Health (NIH) statunitense e successivamente ripreso e utilizzato con modifiche e aggiustamenti sia da agenzie di technology assessment di vari paesi sia da società scientifiche e singoli gruppi professionali, consiste nella stesura di raccomandazioni da parte di una giuria al termine di una presentazione e consultazione di esperti che sintetizzano le conoscenze scientifiche su un dato argomento22,23. La giuria, composta da specialisti e non specialisti (solitamente coordinata da un presidente non esperto del settore) ascolta le relazioni di esperti su domande o aspetti controversi della malattia o della procedura in questione. I risultati prodotti da gruppi di lavoro definiti dal comitato promotore, quali l'analisi critica della letteratura assieme ad altri aspetti come la informazione disponibile o l’opinione di gruppi target, permette alla giuria un confronto tra prove disponibili e pareri o relazioni degli esperti. La presentazione di questi risultati si svolge pubblicamente alla presenza di esperti, di rappresentanti di cittadini e/o pazienti e della comunità scientifica per consentire un dibattito pubblico. Al termine la giuria si riunisce e, a porte chiuse, definisce le risposte sui quesiti principali per una presentazione pubblica. 7 I limiti principali di questo approccio sono: la limitatezza del numero dei quesiti affrontabili; la mancanza, spesso, di una revisione sistematica delle prove disponibili; il peso dato al parere degli esperti; il tempo generalmente limitato per la redazione di raccomandazioni da parte della giuria. A questi limiti, che sono stati ampiamente e ripetutamente analizzati nella letteratura specializzata, si è tentato di porre rimedio negli ultimi anni strutturando in modo più rigoroso sia la scelta dei temi, sia le modalità di preparazione della Conferenza di consenso. Pur non esistendo una rassegna aggiornata dei diversi metodi utilizzati a livello internazionale24, oggi nella programmazione delle conferenze di consenso si dà più spazio al lavoro preliminare e si commissionano documenti preparatori, talvolta anche nel formato di revisioni sistematiche di letteratura. Inoltre, a Conferenza di consenso conclusa, si lascia più tempo per ricevere commenti da parte di tutte le parti interessate alle deliberazioni della giuria. In Italia, sebbene il modello prevalente di Conferenza di consenso sia ancora quello un po' veloce e implicito quanto a regole di organizzazione e realizzazione, vi sono stati alcuni esempi di iniziative organizzate secondo regole e metodi codificati, come per esempio le conferenze di consenso del Consiglio nazionale delle ricerche sul "Follow up nel tumore alla mammella"25 oppure la recente Conferenza di consenso sulla "Riabilitazione del traumatizzato cranico"26, come pure la Conferenza di consenso dell'Istituto Superiore di Sanità sulla "Gestione intraospedaliera del personale HBsAg o anti-HCV positivo"27. Temi della Conferenza di consenso Per la realizzazione della Conferenza di consenso sulla TOS sono stati identificati dal Comitato Promotore alcuni temi/domande di interesse da discutere e quindi da sottoporre ai Gruppi di lavoro e alla Giuria. Quali vantaggi produce la TOS su: sintomi del climaterio, qualità della vita, soddisfazione sessuale, umore, altre misure di benessere fisico e psichico? Quali svantaggi produce la TOS su: tumori femminili, infarti, ictus, trombosi ed embolie, incontinenza urinaria, memoria e capacità mentali? La TOS può essere usata per la prevenzione di malattie tipiche della terza età? In quali donne è consigliabile iniziare una TOS? Quanto deve durare la terapia e quando deve essere interrotta? Quando agli estrogeni deve essere associato il progestinico e perché? E' vero che i cerotti o alcuni nuovi prodotti sono più sicuri delle vecchie pillole? Quali farmaci o rimedi di diversa natura si possono consigliare in alternativa alla TOS? Quali sono i temi per cui vi è maggior rischio di variabilità e di incoerenza dell'informazione fornita alle donne sulla TOS? Quali provvedimenti possono essere consigliati per ridurre variabilità e incoerenza? Quali aree di incertezza meritano un approfondimento con future ricerche? Inoltre, la Conferenza di consenso sulla TOS potrà dare spunti per costruire un modello di informazione per il pubblico sull’uso appropriato dei farmaci. Le domande a cui la Giuria dovrà rispondere La Giuria, sulla base del materiale prodotto dai gruppi di lavoro e della discussione svolta durante la Conferenza di consenso, dovrà elaborare un documento conclusivo per rispondere alle seguenti domande: ● Per quali scopi si può consigliare la TOS, a quali donne, per quanto tempo? ● Quali aspetti della menopausa possono essere divulgati come problemi di salute? ● Su quali alternative, soprattutto non farmacologiche, è utile maggior informazione: - per i sintomi - per la prevenzione cardiovascolare 8 ● ● ● - per la prevenzione delle fratture - per la prevenzione di tumori Per quali quesiti è utile maggiore ricerca? Quali bisogni informativi hanno le donne? Come si può interpretare criticamente l’informazione su questo tema? Quali rischi comporta una cattiva informazione rivolta al pubblico e ai medici? Come evitarli? Iter della Conferenza di consenso Di seguito sono riportate le tappe della Conferenza di consenso il cui Centro di coordinamento ha sede presso l'Istituto Mario Negri. Il Comitato Promotore (CP) promuove la Conferenza di consenso (CC) e ha responsabilità di ideazione, programmazione e organizzazione; propone i temi delle domande della CC e identifica i gruppi di lavoro che vengono discussi con il Comitato Tecnico-Scientifico. Svolge inoltre il supporto metodologico ai gruppi di lavoro. La Giuria è multidisciplinare ed è nominata dal CP in accordo con il Comitato TecnicoScientifico. Il Presidente della giuria, in accordo alla metodologia della CC, è un non esperto del settore. Ogni componente deve dichiarare il proprio potenziale conflitto di interessi come da allegato 1. Compiti della Giuria sono: - redigere un regolamento di discussione, nel quale siano definite a priori la metodologia e le procedure che la Giuria applicherà al proprio interno, compresa la composizione del Comitato di Scrittura - leggere e valutare con gli altri componenti della Giuria i documenti prodotti dai gruppi di lavoro e consegnati un mese prima della celebrazione della CC - assistere alla discussione pubblica di tali documenti al momento della celebrazione della CC - discutere e scrivere la bozza del documento di consenso da presentare alla fine della riunione di celebrazione della CC - stilare, entro quaranta giorni dalla conclusione della CC, il documento finale da pubblicare. • Per raccogliere i dati da presentare alla Giuria, il CP costituirà due gruppi di lavoro – uno clinico, l’altro sull’informazione – e condurrà un’indagine ad hoc su conoscenze, attitudini e pratiche della popolazione femminile. Di seguito i gruppi di lavoro con i rispettivi obiettivi e componenti, e una breve descrizione dell’indagine. GRUPPO DI LAVORO CLINICO (GLC) Questo gruppo di lavoro dovrà fornire il quadro delle prove disponibili a proposito di: 1. Quali sono gli effetti sintomatici della TOS su: disturbi del climaterio qualità della vita soddisfazione sessuale tono dell'umore 2. Quali sono gli effetti preventivi della TOS su: accidenti cardiovascolari demenza incontinenza urinaria fratture delle ossa tumore dell'intestino 3. Quali sono i rischi/svantaggi della TOS su: tumore del seno, tumore del corpo dell’utero cardiovascolare 4. Per quali donne è consigliabile la TOS, quando e per quanto tempo 5. Vi sono differenze di efficacia e sicurezza per le diverse associazioni di ormoni, le formulazioni e le vie di somministrazione? 9 Quali trattamenti alternativi alla TOS (farmacologici e non) sono disponibili a fini: sintomatici preventivi 7. Quali aree di incertezza meritano approfondimenti di ricerca. 8. Se e come i conflitti di interesse hanno influenzato i risultati degli studi: analisi degli studi pubblicati negli ultimi cinque anni con valutazione della presenza della dichiarazione dei conflitti di interesse e della eventuale correlazione tra conflitti di interesse e conclusioni degli studi. GRUPPO DI LAVORO INFORMAZIONE Questo gruppo di lavoro si strutturerà in due sezioni che dovranno fare una revisione narrativa delle informazioni relative a: 1. menopausa: in cosa consiste? come si manifesta? è una malattia? 2. terapia ormonale sostitutiva: che cosa è? per quali scopi è stata proposta (sintomatici e preventivi)? vantaggi e svantaggi/rischi e benefici (informazione prima e dopo studio WHI) 3. risultati dello studio WHI (dall’estate 2002): quali vantaggi e svantaggi produce la TOS in campo preventivo? quando la si può usare e per quanto tempo? 4. studi e analisi successive: a quali tipi di donne e a quali tipi di TOS si applicano i risultati del WHI? quali alternative (farmaci e altro) sono disponibili per gli scopi sintomatici e preventivi? quale ricerca è ancora necessaria per rispondere alle domande? quali conflitti di interesse emergono nelle fonti di informazione? Sezione Consumer (GLCon), composto anche da rappresentanti dell’associazionismo, che condurrà una revisione narrativa delle informazioni fornite al pubblico femminile tramite opuscoli e note informative, compresi siti internet dedicati, prodotti da associazioni di volontariato, istituti di ricerca, aziende farmaceutiche o parafarmaceutiche, ecc. Sezione Media (GLM), composto da giornalisti, che dovrà produrre una revisione narrativa delle informazioni fornite da un campione selezionato di testate divulgative e medicospecialistiche dirette alla popolazione e ai medici/operatori sanitari. L'analisi riguarderà le informazioni diffuse, prima e dopo l'estate del 2002 e reperite negli archivi storici delle riviste selezionate. 6. INDAGINE AD HOC SU CONOSCENZE, ATTITUDINI E PRATICHE L’indagine su un campione rappresentativo di donne (età 40-60 anni) sarà condotta tramite una intervista vis-à-vis su conoscenze, attitudini-preferenze e pratiche rispetto alla menopausa e alla terapia ormonale sostitutiva. L’indagine sarà svolta in diverse ASL del territorio nazionale grazie alla collaborazione degli operatori dei consultori familiari. Vedi dettaglio sul protocollo di lavoro a pagina 13. Il CP diffonde, tramite siti e altri strumenti (ad esempio lettera di invito ad hoc), un Bando di interesse - rivolto a società scientifiche, associazioni sanitario-scientifiche, associazioni di cittadini & pazienti (elenco a pagina 13), istituzioni del Servizio sanitario ai livelli nazionale e regionali, aziende farmaceutiche eccetera – invitando tutti gli aventi causa a manifestare il proprio interesse per l'iniziativa, a produrre documentazione per i gruppi di lavoro, nonché a proporre la propria partecipazione alle giornate di celebrazione della CC (incontro e discussione pubblica). I gruppi di lavoro saranno disponibili per una audizione di coloro che risponderanno al Bando di interesse. Celebrazione della CC: il CP organizzerà due giornate di incontro e discussione pubblica nel corso delle quali verranno presentati e discussi i documenti dei gruppi di lavoro e dell’indagine nonché dato spazio alla pubblica discussione. Al termine della CC quando sarà disponibile il documento di consenso finale, sarà attivata un’intensa campagna di divulgazione dei risultati che coprirà sia la stampa medica specialistica con diffusione in lingua inglese, sia la stampa divulgativa italiana specialistica e laica. 10 Tempistica e operatività Fase di preparazione: il CP attraverso riunioni e audio conferenze e il coinvolgimento del Gruppo di studio mette a punto il protocollo del progetto e ne studia la fattibilità, valutando altresì possibili altri sostenitori. Il progetto si articolerà con la tempistica sotto riportata. Mesi Aprile-Maggio-Giugno 07 Riunioni, audio conferenze di preparazione tra CP e Comitato di studio Messa a punto del Bando di Interesse (CP) Creazione sul sito www.partecipasalute.it, www.pnlg.it e www.epicentro.iss.it/default.asp di una directory di presentazione e aggiornamento del progetto (CP) Mese Giugno 07 Riunione con CP e comitato di studio Nomina della Giuria (CP) Mesi Luglio 07 Identificazione delle domande, creazione dei gruppi di lavoro (CP; Comitato studio, Giuria) Mesi Settembre 07-Gennaio 08 Lavoro nei gruppi, raccolta e analisi dati (GL) Discussione regolamento di lavoro/valutazione (Giuria) Mese Marzo 08 Consegna dei documenti alla giuria (via posta) Mese Aprile 08 o Maggio 08 [ipotesi da verificare 16-17 maggio 2008] Celebrazione della Conferenza di consenso attraverso un convegno di due giorni, sede Torino Presentazione risultati preliminari della giuria in una conferenza stampa Mese Luglio 08 Definizione del documento finale della CC (Giuria) Definizione strategia di pubblicazione e disseminazione delle raccomandazioni (CP, Giuria, GL) Attività post Conferenza di consenso Programma per la diffusione e promozione delle raccomandazione della CC Si prevedono due differenti modalità di diffusione dei risultati: A. con coinvolgimento di gruppi di giornalisti fin dall’avvio dei lavori della CC, conferenza stampa di presentazione dei risultati della CC, diffusione sulla stampa, pubblicazioni su siti internet, pubblicazione a livello scientifico, coinvolgimento delle associazioni di donne. B. attraverso la preparazione di materiale informativo sull’uso della terapia ormonale sostitutiva da distribuire in accordo a specifici contatti con ASL o altri interlocutori: in generale alla popolazione femminile, a tutte le donne in età 40-60 anni che si sottopongono a pap-test, mammografia o colonscopia nell’ambito delle attività di screening organizzato, nelle farmacie, nei servizi territoriali, nei punti nascita, nelle scuole ecc. Programmi di monitoraggio dell’impatto della CC In considerazione dei tempi di svolgimento del progetto, del budget disponibile, delle difficoltà registrate in letteratura per misurare l’effetto prima-dopo in tempi brevi dei risultati ottenuti da una CC e delle difficoltà di fare interventi di formazione sulla popolazione misurabili in termini di variazioni delle prescrizioni, il Comitato Promotore propone che la valutazione dell’impatto sia misurata attraverso l’informazione che si rende disponibile per il pubblico. Si propone pertanto un’analisi dell’impatto sui mezzi di informazione: saranno valutati tutti gli articoli pubblicati dopo CC sulla stampa per il pubblico in generale (quotidiani, giornali di salute, giornali femminili in accordo elenco Eco della Stampa) e su una selezione della stampa medicodivulgativa. Il CP valuterà inoltre la fattibilità di organizzare nelle ASL partecipanti alla indagine CAP un programma di promozione ad hoc con una seconda indagine volta a rilevare l’impatto dell’intervento. 11 Protocollo dell’indagine su conoscenze, attitudini, pratiche L’obiettivo consiste nel rilevare conoscenze, atteggiamenti e comportamenti sulla menopausa intervistando donne di età compresa tra 40 e 60 anni. L’indagine sarà coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Comitato promotore. Lo studio, di tipo trasversale, riguarda campioni probabilistici di donne di età compresa tra 40 e 60 anni residenti in 7 ASL di 6 regioni distribuite sull’intero territorio nazionale. Le ASL non sono state selezionate con metodi di campionamento, ma si basano sulla loro adesione volontaria al progetto di ricerca. Il campione non si può pertanto considerare rappresentativo dell’intera realtà nazionale. Al fine di poter raggiungere una precisione sufficiente delle stime (precisione del 7% su prevalenze del 50%) è stato previsto un campione di circa 200 soggetti per ASL che permetterà ad ogni referente di ricavare dalla ricerca un quadro rappresentativo della propria realtà locale. Le ASL potenzialmente interessate a partecipare al progetto sono: ASL 4 Enna (Sicilia); ASL 5 Collegno - Torino (Piemonte); ASL (Marche); ASL RMH (Lazio); ASL Pescara (Abruzzo); ASL 2 Perugia (Umbria). La selezione del campione verrà effettuata con estrazione sistematica a partire dalle liste anagrafiche di popolazione o, in caso di indisponibilità delle stesse, dalle liste delle assistite. Le interviste verranno effettuate al domicilio delle donne campionate da parte del personale dei consultori familiari (ostetriche, assistenti sanitarie, assistenti sociali) delle ASL aderenti all’indagine. Le intervistatrici seguiranno un corso di formazione sulla metodologia delle indagini campionarie con particolare riferimento alle visite domiciliari e alla somministrazione dei questionari, alla menopausa e alla TOS. Il questionario coprirà gli aspetti di conoscenza, atteggiamento e comportamento relativi alla menopausa e alla TOS. Le domande saranno chiuse e pre-codificate e il tempo medio di somministrazione sarà di circa 20 minuti. La raccolta dei dati inizierà ad ottobre 2007 e richiederà circa 4 mesi, tutti i questionari verranno quindi inviati all’Istituto Superiore di Sanità dove si procederà alla codifica, all’inserimento dei dati su supporto magnetico e ai normali controlli di qualità prima di procedere all’analisi dei dati. Elenco società scientifiche e associazioni sanitarie e di consumatori/pazienti I presidenti delle seguenti società e associazioni saranno contattati e invitati attraverso il Bando di interesse a manifestare il proprio interesse per l'iniziativa, a produrre documentazione per i gruppi di lavoro e a partecipare alla celebrazione della Conferenza. Ginecologici consultoriali (AGICO), Ginecologici extraospedalieri (AGEO), Ginecologi ospedalieri (AOGOI), Ginecologi universitari (AGUI), Società di Ginecologia della Terza Età (SIGITE), Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Società Italiana di Oncologia Ginecologica (SIOG), Società della Menopausa (SIM), Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO), Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), Società Italiana di Psicologia, Associazione Italiana di Oncologica Medica (AIOM), Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri (ANCE), Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), Federazione Italiana di Cardiologia (FIC) Società Italiana di Cardiologia (SIC), Società Italiana di Reumatologia (SIR), Società Italiana di Neurologia (SIN) Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, Società Italiana di Statistica Medica ed Epidemiologia Clinica, Società Italiana di Ecografia Ostetrico-Ginecologia, Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), Cerchi, Andria, Syrio. Elenco associazioni cittadini & pazienti Forum italiano di EUROPADONNA (e le associazioni ad essa federate), Onda, Federconsumatori, Tribunale per i diritti del malato, Altroconsumo, Vita di donna, Casa Internazionale della Donna. 12 1 Steinberg KK, Thacker SB, Smith SJ, Stroup DF, Zack MM, Flanders WE et al. A meta-analysis of the effect of estrogen replacement therapy on the risk of breast cancer. JAMA 1991; 265: 1985-90. 2 Colditz GA, Hankinson SE, Hunter DJ, Willet WC, Manson JE, Stampfer MJ. The use of estrogens and progestins and the risk of breast cancer in postmenopausal women. N Engl J Med 1995; 323: 589-93. 3 Grady D, Gebretsadik T, Kerlikowske K, Ernster V, Petitti D. Hormone replacement therapy and endometrial cancer risk: a meta-analysis. Obstet Gynecol 1995; 85: 304-13. 4 Falkeborn M, Persson I, Adami HO, Bergström R, Eaker E,Mohsen HLR, et al. The risk of acute myocardial infarction after oestrogen and oestrogen-progestogen replacement. Br J Obst Gynecol 1992; 99: 821-8. 5 Nabulsi AA, Folsom AR, White A, Patsch W, Heiss G, Wu KK, et al. Association of hormone-replacement therapy with various cardiovascular risk factors in postmenopausal women. N Engl J Med 1993; 328: 1069-75. 6 Posthuma WFM, Westendorp RGJ, Vandenbroucke JP. Cardioprotective effect of hormone replacement therapy in postmenopausal women: is the evidence biased? BMJ 1994; 308: 1268-9. 7 Panico e coll. Terapia ormonale sostitutiva e malattie cardiovascolari: popolazioni differenti, rischi differenti. Ann Ist Sup Sanità 1997: 33(2): 203-6. 8 American College of Physicians: guidelines for counselling postmenopausal women about preventive hormone therapy. Ann Int Med 1992; 117: 1038-41. 9 Humphrey LL, Chan BKS, Sox HC. Postmenopausal hormone replacement therapy and the primary prevention of cardiovascular disease. Ann Intern Med 2002; 137: 273-84. 10 Laine C. Postmenopausal hormone replacement therapy: how could we have been so wrong? Ann Intern Med 2002; 137: 290. 11 Million Women Study Collaborators. Breast cancer and hormone-replacement therapy in the Million Women Study. The Lancet 2003; 362: 419–27. 12 Hulley S, Grady D, Bush T, Furberg C, Herrington D, Riggs B, Vittinghoff E, for the Heart and Estrogen/progestin Replacement Study Research Group. Randomized trial of estrogen plus progestin for secondary prevention of coronary heart disease in postmenopausal women. JAMA 1998; 280: 605-13. 13 Grady D, Herrington D, Bittner V, Blumenthal R, Davidson M, Hlatky M, Hsia J, Hulley S, Herd A, Khan S, Newby LK, Waters D, Vittinghoff E, Wenger N, for the HERS Research Group. Cardiovascular disease outcomes during 6.8 years of hormone therapy: heart and estrogen/progestin replacement study follow-up (HERS II). JAMA 2002; 288: 49-57. 14 Hulley S, Furberg C, Barrett-Connor E, Cauley J, Grady D, Haskell W, Knopp R, Lowery M, Satterfield S, Schrott H, Vittinghoff E, Hunninghake D, for the HERS Research Group. Noncardiovascular disease outcomes during 6.8 years of hormone therapy: heart and estrogen/progestin replacement study follow-up (HERS II). JAMA 2002; 288: 58-64. 15 Writing Group for the Women’s Health Initiative Investigators. Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results from the Women's Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2002; 288: 321-33. 16 Grady D. Postmenopausal Hormones — Therapy for symptoms only. N Engl J Med 2003; 348: 1835-7. 17 The Women’s Health Initiative Steering Committee. Effects of conjugated equine estrogen in postmenopausal women with hysterectomy: the Women’s Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2004; 291: 1701-12. 18 Rossouw JE et al. Postmenopausal hormone therapy and risk of cardiovascular disease by age and years since menopause. JAMA 2007; 297: 1465-77. 19 Ravdin PM, Cronin KA, Howlader N, Berg CD, Chlebowski RT, Feuer EJ, Edwards BK, and Berry DA. The decrease in breast-cancer Incidence in 2003 in the United States. N Engl J Med 2007; 356: 1670-74. 20 Beral V. Million Women Study Collaborators. Ovarian cancer and hormone replacement therapy in the Million Women Study. The Lancet 2007; 369:1703-10. 21 Istituto Superiore di Sanità. Manuale Metodologico – Come produrre, diffondere e aggiornare raccomandazioni per la pratica clinica. Programma Nazionale Linee Guida 2002: 18-9. 22 Fink A, Kosecoff J, Chassin M, Brcok RH. Consensus methods: characteristics and guidelines for use. American Journal of Public Health 1984; 74: 979-83. 23 Agence Nationale d'Accréditation et d'Evaluation en Santé. Les Conférences de consensus. Base méthodologique pour leur réalisation en France. Paris: ANDEM, 1990. 24 Wortman PM, Smyth JM, Langenbrunner JC, Yeaton WH. Consensus among experts and research synthesis. A comparison of methods. Int J Technol Assess Health Care 1998; 14: 09-22. 25 Consensus Conference on "Follow-up of Breast Cancer Patients". Ann Oncol 1995; 6 Suppl 2: 69-70. 26 Consensus Conference. Modalità di trattamento riabilitativo del traumatizzato-cranio-encefalico in fase acuta, criteri di trasferibilità in strutture riabilitative e indicazioni a percorsi appropriati. Giornale Italiano Medicina Riabilitativa 2001; 15(1) special issue. 27 Consensus Conference. Malattie infettive. Gestione intraospedaliera del personale HBsAg o anti-HCV positivo. Istituto Superiore di Sanità. Roma, 28-29 ottobre 1999. Disponibile sul sito: http://www.pnig.it/LG/003cons/2000cons.htm Visitato il 9 luglio 2007. 13