La rivista per i clienti della Suva, n. 2 // maggio 2015 benefit Combattivo Un infortunio ha segnato la vita di Pascal Berger. Ma lui non si è voluto arrendere al suo destino e ha lottato. Pagina 4 //////////////////// Moderno Lo smartphone ci aiuta a tenere lontane le zecche. Grazie a un’apposita app è possibile prevenirne i morsi. Pagina 11 //////////////////// Esemplare Anche in volo si può inciampare e finire a gambe all’aria. Una compagnia aerea sensibilizza i collaboratori su questi rischi. Pagina 18 //////////////////// Numero del trimestre Lottare e non mollare mai 1000 750 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 Quindici anni fa un SMS divenne inaspettatamente famoso in Svizzera. Il testo recitava più o meno così: «Credi nell’impossibile e l’impossibile diverrà possibile». Con queste parole l’allora allenatore della Nazionale di hockey su ghiaccio incitò la sua squadra che poco dopo, contro ogni aspettativa, sconfisse la fortissima squadra russa in un importante incontro del Campionato mondiale. Vi starete chiedendo perché vi racconto tutto questo. Perché anche Pascal Berger, dopo un grave infortunio sul lavoro, ha creduto nell’impossibile. Avrebbe dovuto arrendersi all’idea di vivere sulla sedia a rotelle, e invece ha lottato, ha tenuto duro senza mai gettare la spugna. E come nell’hockey anche per lui è stato tutto gioco di squadra: grazie non solo alla sua famiglia, ma anche al suo datore di lavoro, oggi Berger è di nuovo in grado di camminare e persino di sciare. Quello che sembrava impossibile è diventato possibile. In questa edizione di «benefit» raccontiamo la sua storia. Non mi resta che augurarvi buona lettura. Pascal Mathis caporedattore «benefit» //////////////////// 18 750 franchi all’ora: è quanto la Suva risparmia grazie al controllo accurato delle fatture. La verifica permette di riconoscere ad esempio fatture con prestazioni conteggiate due volte e quindi di bloccarle. Il risparmio è di 450 000 franchi al giorno ossia di 160 milioni di franchi l’anno. 2 // Suva – benefit 2/2015 Sommario // 04 // 10 // 18 ATTUALITÀ 04 Lottare per la vita, ma con il sorriso Secondo i medici Pascal Berger avrebbe trascorso la vita in carrozzina. Ma così non è stato. Grazie anche a una buona dose di umorismo, alla volontà di ferro e al sostegno del contesto familiare e sociale. 14 E siamo a quota 1000! — 14 Meno infortunati grazie al test sul calcio — 15 Revisione LAINF: il punto della situazione — ATTUALITÀ 10 Aria pulita nelle centrali idroelettriche — 11 La app che previene i morsi di zecca Oltre agli abiti adatti e alla vaccinazione adesso c’è anche una app per proteggersi dalle zecche. La app determina il rischio in base alla zona in cui ci si trova. — 12 Piccolo strumento, grande efficacia Meno infortuni grazie all’attività fisica — 13 15 Bellikon ora con il label di Swiss Olympic 16 CONCORSO 18 COMPLIMENTI // NOTE A MARGINE La compagnia aerea Swiss fa di tutto per prevenire le cadute in piano tra i propri dipendenti. Il tema è trattato anche nei corsi di formazione per il personale. Nuovi simboli di pericolo 20 RITRATTO — 13 Novità: SunetLight — 17 IMPARARE DAGLI ERRORI — 12 15 Assistance: ora anche tramite app 22 NUOVE PUBBLICAZIONI — Suva – benefit 2/2015 // 3 Reportage Alla fine Pascal Berger ha avuto ragione: oggi cammina sulle proprie gambe. 4 // Suva – benefit 2/2015 Reportage Lottare per la vita, ma con il sorriso www.suva.ch/reintegro Paraplegia: questa è stata la diagnosi per Pascal Berger dopo un infortunio sul lavoro. «Io tornerò a camminare» è stata la sua risposta. E così è stato. Il suo datore di lavoro ha svolto una funzione fondamentale perché tornasse a vivere una vita normale. Testo: Daniel Schriber // Foto: Jonas Kuhn «Non camminerai mai più». Una frase dura, sconvolgente, che ti lascia impietrito. Pascal Berger se l’è sentita ripetere più volte, ma non ha mai voluto accettarla. Per sua fortuna. Flashback. Lunedì 27 giugno 2011. È una splendida giornata di sole. Il modo migliore di cominciare la settimana, anche per Pascal Berger. Il capo montatore sta lavorando vicino all’uscita dell’autostrada Berna-Bümpliz. Tra qualche mese verrà aperto lo svincolo «Propeller». Berger fa il ponteggiatore, un mestiere che lo appassiona. Insieme a due colleghi e un gruista, in mattinata Berger movimenta delle travi d’acciaio. Colossi lunghi 14 metri e pesanti 2 tonnellate. Che cosa sia successo esattamente, Berger non lo ricorda. Si presume che una trave d’acciaio si sia mossa per le vibrazioni provocate dal passaggio di un camion. All’improvviso uno schianto e l’urlo di Berger. Quando avverte il dolore sordo alla schiena capisce subito che è successo qualcosa di grave. Dopo la diagnosi un vuoto emotivo In quel momento Berger non prova dolore. Solo molto tempo dopo scoprirà di aver avuto molta fortuna a non morire per la forte emorragia interna. «Ricordo soltanto che mi si era addormentato il braccio… ». Qualche minuto più tardi: ambulanza, primi soccorsi, Inselspital di Berna. E dopo, il buio assoluto. Quando riprende coscienza, oltre 24 ore più tardi, Berger ha già subìto un lungo e complicato intervento alla schiena. È imbottito di antidolorifici che può autoiniettarsi premendo ogni dieci minuti un piccolo pulsante. Al suo capezzale la moglie e Non vedono l’ora di tornare Dopo un infortunio molti sentono la mancanza del proprio lavoro e della loro vita abituale. E noi possiamo aiutarli standogli vicino, senza abbandonarli al loro destino. Tutti possono dare una mano: familiari, amici, conoscenti, colleghi di lavoro e medici. Proprio su questo aspetto è incentrata la nuova campagna che la Suva lancerà in questi giorni. Spot televisivi, banner o inserzioni come quella riportata a pagina 24 sottolineano quanto sia importante il sostegno e la solidarietà del contesto familiare e sociale dell’infortunato. Mettetevi alla prova e risolvete il nostro quiz su Facebook. Per saperne di più: www.suva.ch/ reintegro e www.facebook.com/suvasvizzera. // mpf Suva – benefit 2/2015 // 5 Reportage L’unico segno lasciato dal grave infortunio: la cicatrice. 6 // Suva – benefit 2/2015 Reportage le bimbe di 7 e 3 anni. Non avevano mai visto il loro papà così debole e inerme. Il corpo di Berger è paralizzato dai fianchi in giù. È proprio in questo ospedale che il ponteggiatore si sente dire per la prima volta: «Non camminerai mai più». Poi succede qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: Berger precipita in un profondo vuoto emotivo. «Una simile diagnosi è un duro colpo, ti mette al tappeto». Fatica e gratificazione Come tutti i paraplegici, anche Berger dopo la permanenza in ospedale deve andare al Centro di Nottwil. «Non camminerai mai più». Ecco di nuovo quella frase maledetta! Ma Berger, il combattente, quello che «non molla mai», non ci sta. Con caparbietà si ripete continuamente queste parole: «Non m’importa quanto tempo dovrò restare qui dentro, ma una cosa è certa: io di qui me ne vado con le mie gambe!». E da quel momento inizia a lottare. Dopo dieci giorni, con molta fatica e sudore, riesce a piegare il ginocchio, seppur di poco. Prima il destro e poi anche il sinistro. Più ci prova, più fa progressi. Dopo tre settimane comincia a camminare tenendosi alle parallele. «Sembravo un robot, ma camminavo». Quasi ogni giorno una nuova conquista. Berger, che di solito risponde in modo scanzonato, si fa serio. Parla di «momenti indescrivibili». Trascorre quattro mesi e mezzo a Nottwil dove conosce tanti altri pazienti. «Molti erano messi molto peggio di me». Ben presto Berger smette di lamentarsi e, anzi, si ritiene fortunato. Il 7 ottobre 2011 torna a casa. Sulle proprie gambe! L’umorismo è il miglior antidoto Marzo 2015. Pascal Berger siede in un caffè a Lyss, a pochi minuti dal suo posto di lavoro alla xBau AG. Il viso illuminato dal sole. Gli chiedo se l’infortunio lo ha cambiato. «Sono rimasto quello di sempre» risponde con un sorriso da monello. Le battute e la voglia di scherzare lo hanno aiutato nei periodi difficili in ospedale, a Nottwil e durante la riabilitazione. «Senza una buona dose di umorismo non ce l’avrei fatta». La parola all’esperto Nell’intervista con «benefit», Peter Diermann, caposettore Prestazioni assicurative, spiega come la Suva aiuta gli infortunati a reinserirsi nel mondo lavorativo. Che cosa fa concretamente la Suva per il reinserimento degli infortunati? Chi ha subìto un infortunio grave viene assistito in modo globale. La Suva mette in atto tempestivamente le misure per la riabilitazione professionale a stretto contatto con il datore di lavoro e l’assicurazione invalidità (AI). Assiste inoltre gli infortunati che non hanno diritto alla riformazione professionale dell’AI cercando aziende disposte a offrire loro un addestramento o una formazione empirica per trovare un nuovo impiego. Favorire il rientro in azienda in tempi rapidi non serve solo a ridurre i costi? È un’affermazione che sentiamo spesso. Occorre considerare però che tanto più a lungo si resta lontani dal lavoro, quanto più difficile diventa reinserirsi nella quotidianità lavorativa. Anche l’azienda e i colleghi di lavoro traggono benefici dal rientro in azienda della persona infortunata. Certo, la Suva cerca di contenere eventuali versamenti di rendite. Ma a beneficiare di queste economie non è la Suva, bensì le aziende sotto forma di premi più bassi. Quale vantaggio traggono gli infortunati a ritornare a lavorare il prima possibile? Molti assicurati costretti ad assentarsi per lungo tempo dal lavoro dicono che si «sentono in gabbia» a non lavorare. Tornare in azienda offre loro nuove prospettive e li aiuta a ritrovare i ritmi di vita quotidiani. Si sentono apprezzati dal contesto professionale e questo aumenta la loro autostima. Tutti fattori che incidono positivamente sulla guarigione. // mpf Suva – benefit 2/2015 // 7 Reportage Meglio riprendere a tempo parziale Dopo un infortunio, i medici certificano spesso un’incapacità al lavoro pari al 100 per cento e l’assenza termina quando il paziente si ristabilisce del tutto. Eppure, molte persone sarebbero in grado di lavorare parzialmente già durante la convalescenza. In molti casi si adotta la politica del «tutto o niente» perché è difficile definire con precisione come si svolge l’attività lavorativa quotidiana delle persone infortunate. Ad esempio, occorre appurare se il lavoro vada svolto in piedi o seduti, se sia necessario sollevare carichi pesanti o se sia possibile dedicarsi temporaneamente ad altre attività. Spesso, tuttavia, il reinserimento graduale sarebbe una soluzione migliore per gli infortunati. Il rientro al lavoro risulta meno traumatico e il processo di guarigione prosegue in maniera più piacevole se la persona è integrata nel suo contesto abituale. Anche i lavori poco faticosi offerti dall’azienda sono spesso una buona alternativa per entrambe le parti. Per maggiori informazioni: www.suva.ch/reintegro. // mpf Oggi non solo riesce a camminare, ma persino a sciare. Ovviamente con qualche limitazione. Ad esempio, deve stare attento alla schiena. Sollevare pesi? Al massimo 5 chili. Ciò significa che a soli 44 anni non potrà mai più lavorare come ponteggiatore. «Questo mi fa rabbia» dice scrollando le spalle. Era il lavoro dei suoi sogni. «Ma devo arrendermi alla realtà». Berger continua a lavorare per il suo vecchio datore di lavoro. Ha seguito un corso di riqualificazione come costruttore e responsabile degli apprendisti. In estate frequenterà un corso per diventare assistente alla sicurezza e quindi sarà di nuovo sui cantieri. Berger è molto grato al suo datore di lavoro. «L’azienda mi è sempre stata vicino». Sostegno da parte del datore di lavoro Alexander Lehmann, membro della direzione della xBau AG, definisce l’infortunio di Pascal Berger un evento traumatico che lo ha toccato profondamente. Lehmann ha sempre avuto rapporti amichevoli e non soltanto professionali con il suo collaboratore di lunga data. Lehmann si ricorda perfettamente di quando è andato a trovarlo la prima volta in ospedale. È stato pochi giorni dopo l’infortunio. «Il primo impatto è stato di paura» ammette. Che cosa era successo al capo montatore così forte, attivo e prestante? Berger giaceva immobile in un letto d’ospedale. Ma, al pari dell’infortunato, 8 // Suva – benefit 2/2015 anche il superiore ha subito ritrovato l’ottimismo. Lehmann ne era certo: «se c’è qualcuno in grado di lasciare questo posto sulle proprie gambe, questo è lui». Anche gli altri membri della direzione della xBau AG non hanno mai dubitato che Berger avrebbe fatto ritorno in azienda. «È nostro dovere essere vicini ai nostri collaboratori quando si trovano ad attraversare situazioni difficili». Tatto e sensibilità Anche Brigitte Jaeggi loda la collaborazione con la xBau AG. Jaeggi ha seguito il caso in qualità di case manager della Suva. La sua funzione è quella di fare da tramite tra l’assicurazione infortuni, l’AI, il datore di lavoro, l’infortunato e altre persone che svolgono un ruolo importante nel caso. Il case management non si occupa in primis della persona infortunata, ma di gestire la situazione eccezionale in cui viene a trovarsi. Sembra un compito molto impegnativo, ed in effetti lo è. «Questo lavoro richiede molta sensibilità e tatto» sottolinea Jaeggi. «Un simile evento rappresenta una grandissima sfida per le persone coinvolte». La xBau AG l’ha affrontata in modo eccellente. «Dal primo giorno l’azienda ha fatto il possibile per aiutare Berger a far ritorno al suo posto di lavoro» afferma Jaeggi. A questo si aggiungono la famiglia e gli amici che hanno sempre sostenuto Berger. «E soprattutto Pascal ha avuto la volontà di farcela». Tutto questo ha fatto sì che il reinserimento professionale sia riuscito perfettamente. Pascal Berger ritorna spesso con la mente all’infortunio, anche se ormai è passato qualche anno. «Soprattutto quando sento dolore alla schiena». Cerca di vivere la sua vita come faceva prima dell’infortunio: con dinamismo, energia e ottimismo. E non vuole assolutamente più sentire quella maledetta frase. Reportage Nonostante il grave infortunio non ha mai perso la voglia di sorridere: Pascal Berger. Suva – benefit 2/2015 // 9 Attualità Aria pulita nelle centrali idroelettriche www.suva.ch/waswo/44097.i Nelle centrali idroelettriche il radon accumulato può rappresentare un rischio per la salute dei lavoratori. Per ridurre al minimo tale rischio bisogna limitare il tempo di permanenza nei locali e adottare alcune misure di protezione, come nel caso di una centrale basilese. Il radon è un gas nobile radioattivo presente in natura. La sua caratteristica è di essere invisibile, insapore e inodore. Questo gas nobile può penetrare nelle centrali idroelettriche tramite l’acqua sorgiva e le falde freatiche. Una parte del radon è disciolto nell’acqua che però si può bere senza problemi. Il radon diventa pericoloso per la salute se inalato. La maggior parte delle centrali idroelettriche sono a tenuta stagna e quindi il radon vi rimane imprigionato. E proprio qui sta il pericolo per i lavoratori che operano all’interno degli stabilimenti. Il problema è stato riconosciuto dalla società basilese IWB che nella zona «Lange Erlen» gestisce 13 pozzi freatici e tratta l’acqua potabile. In fondo si sapeva che il radon era presente in questa zona, tuttavia i responsabili volevano sapere esattamente in quale concentrazione e per questo hanno incaricato il laboratorio cantonale di Basilea città di effettuare delle misurazioni. Valori elevati di radon Il laboratorio cantonale ha dotato tutti gli impianti e il personale di dosimetri per misurare l’esposizione al radon. Ecco un commento di Andreas Rickenbacher, responsabile della gestione e della manutenzione degli impianti: «In alcuni edifici abbiamo riscontrato un elevato tenore di radon. Dato che il personale rimane solo poche ore alla settimana in quei locali, le dosi annuali calcolate erano al di sotto dei limiti attualmente consentiti». Nonostante questo, la società ha comunque deciso di ridurre il tenore di radon nei locali, afferma Andreas Rickenbacher. L’IWB ha deciso di adottare una misura di ventilazione permanente: i lavori di risanamento sono già iniziati al pozzo 8, quello con un tenore di radon particolarmente alto. Qui le condotte e la pompa sono state sostituite e il pozzo sigillato completamente. Ora questo pozzo viene alimentato da aria fresca tramite un sistema di tubi a tenuta stagna dotati di un semplice filtro per l’aria. «Il tubo per l’apporto di aria e il tubo di sfiato saranno portati direttamente al di fuori del pozzo, così il radon presente nell’aria del pozzo sarà evacuato all’esterno e non si accumulerà più all’interno dei locali» spiega Andreas Rickenbacher. Quest’anno altri pozzi freatici saranno sottoposti agli stessi lavori di risanamento. Tra l’altro, va anche detto che la Suva è sensibile a questo problema e che per avere un quadro generale della situazione in Svizzera quest’anno intende avviare una serie di misurazioni a livello nazionale. // dkf Efficace: un sistema di tubi immette aria fresca nel pozzo freatico. // Dominik Wunderli 10 // Suva – benefit 2/2015 Attualità La app che previene i morsi di zecca www.itunes.com/apps/Zecke www.suva.ch/waswo-i/44051 www.suva.ch/dossier-zecche Farsi vaccinare e indossare indumenti adatti non sono più gli unici modi di prevenire i morsi di zecca. Adesso si può utilizzare anche una app. Il nuovo programma interattivo utilizza varie fonti di dati per determinare il rischio di zecche nel luogo in cui ci si trova. La app è anche utile in caso di morso di zecca. Fatti e cifre La Suva e altri assicuratori LAINF registrano annualmente 9 700 casi di morsi di zecca (media 2009 – 2013). I costi si aggirano intorno ai 7,7 milioni di franchi l’anno. I morsi di zecca si verificano perlopiù nel tempo libero, ad esempio durante le passeggiate, i viaggi oppure durante i lavori di giardinaggio. I casi riscontrati sul lavoro sono relativamente rari e rappresentano meno di un decimo del totale. // mpf Minuscola e perfida: una zecca ripresa al microscopio // zVg Sono piccole e aspettano solo di poter mordere le persone e succhiarne il sangue: parliamo delle zecche. Per loro è arrivata l’alta stagione. Quindi, tutti quelli che si intrattengono volentieri nei boschi o ai margini dei boschi devono prestare particolare attenzione. Il sottobosco è la zona preferita da questi animaletti che raggiungono i 4 millimetri di grandezza. Adesso è disponibile una app per prevenire i morsi di zecca. L’applicazione per smartphone della Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) utilizza diverse fonti d’informazione per determinare il rischio di zecche. Il video mostra come togliere una zecca Il luogo in cui si trova l’utente dello smartphone influisce notevolmente sulla determinazione del rischio. Questa informazione abbinata ai dati statistici della Confederazione indica se la persona si trova in una zona a rischio o no. «Inoltre, l’app usa i dati meteorologici» spiega Werner Tischhauser, collaboratore scientifico della ZHAW. Anche questi dati fornisco- no informazioni sulla presenza di zecche. «Infatti, le temperature intorno ai 20 °C e i luoghi con elevata umidità dell’aria offrono un biotopo ideale per questi insetti». La app informa anche come proteggersi efficacemente dalle zecche, ossia indossando pantaloni lunghi e indumenti con maniche lunghe oppure infilando i calzoni nei calzini. Inoltre sugli indumenti chiari è più facile scoprire la presenza di una zecca. Indolore ma non sempre innocuo Un breve video mostra come rimuovere dalla pelle la zecca con una pinzetta. In tale evenienza è utile usare il diario della app. Qui si annota il giorno in cui si è stati morsi. In seguito la app chiede regolarmente all’utente se presenta sintomi di una malattia. Anche se la zecca è stata tolta, non significa che non si è stati infettati. «Se l’utente presenta un sintomo tra quelli indicati dalla app, è opportuno consultare un medico» spiega Tischhauser. I morsi di zecca sono pericolosi, perché sono indolori, ma talvolta hanno con- seguenze insidiose. In Svizzera si può contrarre soprattutto la meningoencefalite primaverile-estiva (TBE). Questa infezione virale, che si manifesta inizialmente con sintomi simili all’influenza, può causare la meningite, contro la quale ci si può però proteggere con una vaccinazione. Per la borreliosi di Lyme non esiste invece una vaccinazione profilattica. Questa affezione batterica causa infiammazioni della pelle, delle articolazioni, del cuore e del sistema nervoso. Fortunatamente può essere trattata con antibiotici. // mpf La app della ZHAW è gratuita e si può scaricare al link indicato. Per ora è disponibile solo in tedesco e francese e solo per iPhone e iPad. Suva – benefit 2/2015 // 11 Attualità Piccolo strumento, grande efficacia www.suva.ch/minirullo La Suva ha messo a punto un nuovo programma dedicato al movimento e incentrato su un piccolo rullo verde: il minirullo. Uno strumento intelligente per rilassare e rigenerare i muscoli, ma utile anche per rinforzarli, allungarli e attivarli prima di fare sport. I nostri muscoli sono rivestiti e tenuti insieme dalle fasce muscolari, un tessuto connettivo molto sensibile al dolore che può irrigidirsi e ispessirsi per mancanza di movimento, lesioni, iperaffaticamento e stress psichico. Massaggiare i muscoli con il minirullo è un modo molto efficace per prevenire l’irrigidimento muscolare e sciogliere le aderenze fasciali. Questo strumento è adatto sia per i professionisti che per i profani dello sport. Il programma di esercizi e il minirullo sono disponibili su www.suva.ch/minirullo. // rmu Meno infortuni grazie all’attività fisica www.suva.ch/corse Svolgere attività fisica favorisce il benessere, fa bene alla salute, riduce il rischio di infortunio e migliora la resistenza allo stress. Per questo motivo la Suva propone varie misure con cui incoraggiare le persone a muoversi in modo sano. Anche quest’anno la Suva agisce come partner per la prevenzione in diverse gare di podismo. Correre è una delle discipline sportive più popolari in Svizzera perché si può praticare dove e quando si vuole e non comporta spese eccessive. La Suva sponsorizza le manifestazioni popolari dedicate alla corsa fino alla categoria semimaratona. Prima delle gare più importanti, gli iscritti possono fare riscaldamento sotto la guida di un esperto della Suva, così da affrontare la corsa nel migliore dei modi. Motivare gli «sportivi da poltrona» La Suva presta un’attenzione particolare alle corse aziendali. A questo scopo ha organizzato dei corsi gratuiti di una giornata per formare dei coach, i quali a loro volta si prestano ad allenare altre persone in azienda in vista di una corsa. 12 // Suva – benefit 2/2015 La Suva cerca inoltre di spingere gli «sportivi da poltrona» a mettere in pratica i loro propositi di fare più attività fisica. In giugno inizierà il coaching dedicato a tutti coloro che si propongono di fare più moto nella propria quotidianità. Durante le quattro giornate di workshop, Thomas Mullis della ditta Vikmotion mostrerà come motivare sé stessi a fare più attività fisica nella vita quotidiana. Gli sportivi interessati e tutti coloro che intendono diventarlo possono iscriversi all’indirizzo su indicato. // rmu Attualità Nuovi simboli di pericolo www.suva.ch/ghs-i www.infochim.ch Conoscete già i nuovi simboli di pericolo internazionali per i prodotti chimici? Se non li conoscete, è tempo di informarsi: il 1 ° giugno scadrà il periodo transitorio per il passaggio dalla vecchia simbologia su sfondo arancione alla nuova e a partire da quella data tutti i prodotti immessi sul mercato svizzero dovranno recare una nuova simbologia su sfondo bianco. Se la novità più evidente riguarda proprio i simboli, non meno importanti sono le indicazioni concrete riguardanti i pericoli e le misure di sicurezza da rispettare. Ricordiamo che sia nella nuova che nella vecchia etichettatura (consentita fino al 2017) quello che bisogna leggere attentamente è il testo stampato in piccolo. // afe Assistance: ora anche tramite app www.suva.ch/assistance-i Le vacanze all’estero sono un’esperienza entusiasmante: si conosce la cultura, il paesaggio, la lingua locale e naturalmente si evade dalla routine quotidiana del lavoro. Che fare però se questo sogno di quiete e relax si trasforma in un incubo? Come procedere in caso di infortunio all’estero? Anche per chi parla la lingua del posto, un infortunio è comunque fonte di stress. In questi casi viene in soccorso degli assicurati Assistance di SuvaCare, che oggi integra la sua offerta anche con un’app. Con un semplice clic si accede in qualsiasi momento a informazioni e funzioni importanti. Un tasto SOS collega lo smartphone direttamente con la hotline Assistance o altri numeri d’emergenza. Oltre a utili consigli su come comportarsi nelle situazioni di difficoltà, l’app fornisce anche varie informazioni sulle prestazioni della Suva e consente di compilare e inviare una notifica d’infortunio. E se è passato un po’ di tempo dall’ultimo corso di primo soccorso, con l’app si possono ripassare le misure immediate salvavita, preferibilmente prima di un infortunio. sulenza tramite una hotline telefonica disponibile 24 ore su 24. Assistance inoltre anticipa le spese mediche e ospedaliere e, all’occorrenza, organizza il trasferimento in un’altra clinica o il rientro a casa. Basta una telefonata per ottenere l’aiuto necessario. Per le spese di cura si applicano le stesse condizioni valide in Svizzera. Le spese supplementari, ad esempio per il trattamento in una costosa clinica privata, sono infatti a carico della persona assicurata. La Suva si avvale della rete globale di EuropAssistance, la nota azienda internazionale specializzata nell’immediata organizzazione e realizzazione di misure di pronto intervento. // p8n Tanti servizi per gli assicurati Suva Molti non sanno che chi si assicura in Svizzera contro gli infortuni non professionali gode automaticamente della copertura assicurativa anche per brevi soggiorni all’estero. Gli assicurati della Suva possono contare sul servizio Assistance che offre assistenza medica, tutela e con- Come contattare Assisstance: Hotline 24h: +41 848 724 144 Scarica l’app: www.suva.ch/assistance-i Suva – benefit 2/2015 // 13 Attualità E siamo a quota 1000! www.charta-sicurezza.ch Nei primi mesi del 2015 la Charta della sicurezza ha battuto un record importante: la ditta Les Fils de Léon Sarrasin SA di Martigny è stata la millesima azienda a sottoscrivere questo documento. In segno di ringraziamento, i rappresentanti della Suva le hanno consegnato, a titolo simbolico, una copia della Charta in formato gigante. I sostenitori della Charta si impegnano a garantire il rispetto delle regole di sicurezza, a sospendere i lavori in caso di pericolo e a riprenderli solo dopo aver ripristinato la sicurezza. La Charta è stata ideata nel 2011 dalla Suva in collaborazione con le associazioni dei datori di lavoro, i progettisti e i sindacati, allo scopo di ridurre gli infortuni gravi sul lavoro. Le aziende interessate ad aderirvi possono farlo all’indirizzo sopra indicato. // mpf Meni infortunati grazie al test sul calcio www.suva.ch/test-sul-calcio Che cosa se ne fa il Basilea di un attaccante, la nazionale femminile di un mediano di fascia o la squadra di quarta lega di un difensore centrale fortissimi? Nulla, se sono infortunati. Gli allenatori vogliono avere in squadra giocatori in forma e, soprattutto, sani. Obiettivo condiviso anche dall’Associazione Svizzera di Football (ASF), che infatti ha deciso di integrare il test sul calcio della Suva nella formazione degli allenatori al posto del programma di prevenzione Sport Basics. Ad ogni allenatore una busta «È ovvio che un allenatore voglia fare ricorso a ogni mezzo per ridurre al minimo il rischio d’infortunio» afferma Yves Débonnaire, responsabile della formazione allenatori dell’ASF. Perciò, a partire da quest’anno, ciascun allenatore riceve una busta con tutto il materiale informativo che spiega come svolgere al meglio il test sul calcio e come impiegarlo per portare la squadra al successo. Con il test sul calcio lanciato lo scorso anno, la Suva intende ridurre il numero degli infortuni (ben 45 000) che ogni anno 14 // Suva – benefit 2/2015 si verificano sui campi di calcio. Il test comprende una cinquantina di domande su diversi ambiti quali: allenamento, condizione fisica o stile di vita. Dal risultato si può dedurre quanto è elevato è il rischio d’infortunio del singolo giocatore. Secondo le prime analisi, il 77 per cento dei partecipanti presenta un rischio elevato. Il motivo va cercato nel fatto che molti trascurano gli elementi preventivi nell’allenamento, come gli esercizi di rafforzamento o di flessibilità. «Gli allenatori possono dare un contributo prezioso» sottolinea Gassmann. «Affinché vi siano meno infortuni sia tra i professionisti che tra i dilettanti». // mpf Attualità Revisione LAINF: il punto della situazione Novità: SunetLight www.suva.ch/revisione-lainf Per le piccole e medie aziende che notificano alla Suva solo pochi infortuni e malattie professionali è disponibile il nuovo strumento SunetLight. Esso permette di notificare gli infortuni in modo semplice e rapido via Internet e di inviare alla Suva anche documenti, ad esempio il certificato medico. SunetLight sostituisce SunetWeb che è stato da poco disattivato. SunetPlus, il prodotto con più funzioni, non ha subito cambiamenti e rimane come sempre disponibile. // mpf Lo scorso settembre il Consiglio federale ha licenziato e sottoposto al Parlamento il messaggio aggiuntivo concernente la revisione della LAINF. Le parti sociali, l’Associazione Svizzera d’Assicurazioni e la Suva sostengono il progetto. L’oggetto è dapprima approdato alla commissione del Consiglio nazionale. Per la Suva la revisione assume particolare importanza poiché chiarisce diversi aspetti tecnici, fra cui ad esempio la durata dell’assicurazione. I casi speciali, come l’inizio del lavoro nel fine settimana, hanno spesso creato problemi di interpretazione. La revisione prevede che l’assicurazione cominci il giorno in cui inizia il rapporto di lavoro o sussiste per prima volta il diritto al salario. Essa ridefinisce inoltre il versamento delle rendite dell’assicurazione infortuni in età AVS. Le modifiche non sono tuttavia limitate agli obblighi: la legge precisa infatti anche le ulteriori attività accessorie che la Suva è autorizzata a svolgere. Oltre ai compiti che è tenuta ad assumere, la Suva può operare in quattro ambiti ben definiti: può gestire cliniche di riabilitazione, occuparsi della gestione di infortuni per conto terzi, sviluppare e vendere prodotti per la sicurezza sul lavoro. Le suddette attività accessorie non sono nuove e sono strettamente correlate ai compiti principali della Suva, come dimostra il fatto che l’azienda già oggi gestisce due cliniche di riabilitazione e sviluppa prodotti per la sicurezza sul lavoro. La Suva può così allargare la propria attività di prevenzione e riabilitazione, rispondendo nel contempo a un’esigenza ampiamente condivisa. Con il messaggio aggiuntivo del Consiglio federale si vogliono ora sancire questi compiti per legge. // sug www.suva.ch/sunet Impressum Editore: Suva, casella postale, 6002 Lucerna Tel. 041 419 51 11, fax 041 419 58 28 www.suva.ch/it; benefi[email protected] Redazione: Pascal Mathis (mpf) Produzione: Irma Steinmann Hanno collaborato a questa edizione: Karin Diodà (dkf), Alois Felber (afe), Nadia Gendre (gnc), Robert Hartmann (hat), Cécile Hertling (her), Stefan Kühnis (stk), Pedro Lenz, Regula Müller (rmu), Nora Pfund (p8n), Daniel Schriber (scd), Takashi Sugimoto (sug) Traduzione: Claudia Cesetti, Francesco Di Lena, Marco Guasso, Roland Koller, Silvia Trevisan Fotografie: Keren Bisaz, Alma Johanns, Jonas Kuhn, Dominik Wunderli Bellikon ora con il label di Swiss Olympic www.rehabellikon.ch Da quasi un anno i pazienti della Rehaklinik Bellikon appassionati di sport possono rivolgersi al nuovo reparto di «Medicina sportiva e riabilitazione». I programmi di terapia e allenamento personalizzati servono a migliorare la condizione fisica e le abilità del paziente che incidono positivamente sulla guarigione, sulla riabilitazione e sul reinserimento socio-professionale. Swiss Olympic ha conferito alla Rehaklinik Bellikon la certificazione di «Sport Medical Base». La Clinica riafferma così il suo valore di clinica di riferimento per la medicina dello sport. Anche la seconda clinica di riabilitazione Suva, la CRR di Sion, ha motivo di essere orgogliosa: ha nuovamente ottenuto il label di «Swiss Olympic Medical Center», il quale certifica che la Clinica offre i propri servizi e le proprie competenze a livello sovraregionale. // p8n Illustrazione: Barbara Hahn Per ordinazioni o cambi di indirizzo: Suva, Servizio clienti, casella postale, 6002 Lucerna e-mail: [email protected] www.suva.ch/waswo-i Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. «benefit» è pubblicato quattro volte l’anno. La rivista è prodotta a impatto zero sul clima: www.myclimate.org. Il modello Suva I quattro pilastri della Suva • La Suva è più che un’assicurazione perché coniuga prevenzione, assicurazione e riabilitazione. • La Suva è gestita dalle parti sociali: i rap- presentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e della Confederazione siedono nel Consiglio di amministrazione. Questa composizione paritetica permette di trovare soluzioni condivise ed efficaci. • Gli utili della Suva ritornano agli assicurati sotto forma di riduzioni di premio. • La Suva si autofinanzia e non gode di sussidi. Suva – benefit 2/2015 // 15 Concorso Testate le vostre conoscenze Il vostro grill a gas è ermetico e sicuro? www.suva.ch/concorso www.suva.ch/waswo-i/55347 www.grillgaz.ch/it/sicuro Risposta: Domanda: Cosa dovete fare prima della stagione delle grigliate per non compromettere la vostra sicurezza? A Acquistare bombole di gas ben piene per evitare che la festa finisca in modo brusco. 1° premio: grill «Montreux 570G» di Outdoorchef B Controllare il tubo del gas e sostituirlo se presenta crepe. C Pulire accuratamente il grill per non rovinare il sapore della carne. Con l’arrivo della bella stagione inizia anche il periodo delle grigliate all’aperto. Negli ultimi anni è cresciuta la popolarità dei grill a gas, i quali vanno tuttavia utilizzati con la dovuta prudenza. Bisogna sapere che i grill a gas acquistati all’estero possono essere molto pericolosi: i regolatori di pressione in uso all’estero non sono infatti compatibili con le bombole abitualmente impiegate in Svizzera, in quanto i diversi sistemi di guarnizione non consentono di stringere saldamente il raccordo. È pertanto possibile che fuoriesca del gas e che una scintilla anche piccolissima provochi un incendio. Soluzione dell’ultima edizione www.suva.ch/prodotti-di-sicurezza 2° premio: fotocamera Instax «mini black» di Fuji A circa 10 000 articoli B circa 20 000 articoli C oltre 30 000 articoli 3° premio: spazzolino a ultrasuoni di Oral-B Termine di partecipazione: 26 giugno 2015 16 // Suva – benefit 2/2015 Quanti articoli sono disponibili complessivamente sul mercato virtuale Sapros? 4°–10° premio: due buoni per il cinema La risposta esatta è la C. Sapros, l’emporio virtuale per i prodotti legati alla sicurezza e alla salute, ospita più di 30 000 articoli di una sessantina di offerenti. I prodotti in vendita devono soddisfare i requisiti di legge in materia di sicurezza e tutela della salute. I vincitori sono stati informati per iscritto. I loro nomi sono pubblicati su www.suva.ch/concorso. Imparare dagli errori Autista colpito a morte da un pallet www.suva.ch/esempi-infortuni www.suva.ch/regole Durante un’operazione di scarico merci una catasta con sopra un pallet si ribalta, cade oltre la sponda del camion e colpisce in pieno l’autista alla testa. Come è potuto succedere? La parola all’esperto Daniel von Allmen, specialista per la sicurezza alla Suva, spiega la dinamica di questo infortunio. Quando si usano i carrelli elevatori quali sono gli infortuni più ricorrenti? Gli infortuni più frequenti e gravi sono quelli in cui una terza persona è coinvolta, ad esempio a causa del ribaltamento del carico. Il carico, in posizione precaria, cade e colpisce l’autista. Le cause principali di questi infortuni sono riconducibili a una manovra errata del carrellista e all’uso improprio del mezzo. Un carrellista sta scaricando della merce da un camion. L’ultima catasta è però troppo lontana dal bordo e quindi impossibile da sollevare completamente. Per questo motivo il carrellista cerca di avvicinarla a sé con la punta delle forche. Ma i vari spostamenti indotti dalle forche sbilanciano la catasta, in cima alla quale è posizionato un pallet, senza alcun fissaggio, con sopra una tubatura metallica. Il pallet finisce per cadere oltre la sponda del camion. L’autista, che si trova proprio dietro al veicolo e non è visibile al carrellista, viene colpito violentemente e muore sul colpo. un pallet di 200 kg, senza alcun fissaggio. Questo carico non era stato messo in sicurezza. Infine, l’autista del camion e il carrellista non si erano messi d’accordo su come scaricare la merce. Se lo avessero fatto, l’autista non si sarebbe messo dietro la sponda del camion e questa tragedia non sarebbe mai avvenuta. // dkf Come si possono evitare questi infortuni? La regola fondamentale è far manovrare i carrelli elevatori solo da persone che hanno acquisito una specifica formazione in materia. Anche il datore di lavoro deve conoscere le regole di sicurezza e garantire che siano sempre rispettate in azienda. La pubblicazione Suva «Nove regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori» può aiutare i datori di lavoro a far rispettare le regole di sicurezza. Perché i lavoratori tendono a non rispettare queste regole? Far rispettare le regole Si è soliti sottovalutare la pericolosità di questi mezzi. Nella pratica quotidiana Carico non agganciato correttamente L’infortunio è avvenuto perché il carrello elevatore non è stato manovrato correttamente. Il carrellista avrebbe dovuto avvicinare al bordo la catasta di merci con un carrello portacarichi. Invece, ha sollevato la catasta lateralmente, senza riuscire ad agganciare correttamente il carico. Per di più, in cima alla catasta era appoggiato Molti degli infortuni occorsi con i carrelli elevatori sono imputabili al mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte dei carrellisti. Per questo è importante che i superiori impongano queste regole. Nel caso in questione sono state violate due regole vitali, ossia: «Utilizziamo i carrelli elevatori conformemente alle istruzioni». subentra la routine e le regole da rispettare passano quasi in secondo piano. Un altro motivo è che i superiori non intervengono in caso di trasgressione. Non vigilano sul rispetto delle regole di sicurezza oppure capita addirittura che non conoscano le regole basilari. Suva – benefit 2/2015 // 17 Complimenti Per non finire a gambe in aria www.suva.ch/inciampare A terra o in aria, durante il lavoro o nel tempo libero: gli oltre 8000 collaboratori di Swiss passano gran parte della giornata in piedi. E per non finire a gambe all’aria, la compagnia di volo analizza i rischi di caduta in piano per gli assistenti di volo, i piloti, il personale di terra e quello amministrativo. Il personale di bordo di Swiss è il più esposto al rischio di caduta in piano. Qualche giorno dopo la abbondante nevicata tra Natale e Capodanno scorso, un tecnico della Swiss è scivolato e si è fratturato la gamba in ben due punti. Per Oliver Aegerter della Swiss è stato uno dei peggiori infortuni mai visti. Anche a lui è già capitato di cadere: mentre correva per prendere il bus in una giornata di pioggia battente è scivolato sulle assi in un cantiere. «Mi sono procurato una ferita lacero-contusa e avevo il viso insanguinato. Ma nella sfortuna sono stato fortunato perché la ferita ha sfiorato l’occhio» racconta. Aegerter è head of occcupational safety & health presso le Swiss International Air Lines. Come in molte altre aziende, anche alla Swiss le cadute in piano sono la causa principale degli infortuni professionali e non.«Che capiti sul lavoro o nel tempo libero, un dipendente che si fa male è uno in meno sul lavoro» dice Aegerter. Perciò Swiss ha lanciato una campagna di sensibilizzazione. Ben presto si è reso conto che chi aveva già subito una caduta in piano era più interessato all’argomento. Le trappole Le trappole che provocano cadute in piano sono diverse a seconda che si tratti di assistenti di volo, di piloti, del 18 // Suva – benefit 2/2015 personale di terra o di quello amministrativo. Negli uffici si tratta soprattutto di pavimenti scivolosi o di cavi lasciati in giro. Il personale di terra invece lavora spesso all’aperto ed è esposto alle condizioni meteo. Prima di salire a bordo, i piloti fanno un giro di ispezione intorno al velivolo. Le scarpe che indossano non sempre sono adatte alle condizioni invernali e spesso intorno all’aereo c’è molto materiale in cui inciampare. Gli assistenti di volo sono quelli più esposti a cadute: le scarpe a tacco, le cabine oscurate, i piedi dei passeggeri o le riviste buttate a terra. «Anche la scaletta per salire a bordo è pericolosa. È molto ripida e se si afferra il bagaglio con entrambe le mani non è possibile tenersi al corrimano. Una caduta dalla scaletta può finire molto male» dice Aegerter. La campagna Aegerter sa che le persone sportive e con una buona condizione fisica sono meno soggette a cadute e, se capita loro di cadere, si fanno comunque meno male. Quindi cerca di motivare i dipendenti a fare sport tramite la gestione della salute in azienda. «La maggior parte dei nostri dipendenti ha un buon senso dell’equilibrio e pratica attivamente dello sport» dice Aegerter. Complimenti // Note a margine Il monitore Per preparare la campagna si è rivolto anche alla Suva. «Abbiamo ricevuto supporto, know-how e materiale informativo. All’estero ci invidiano per questa collaborazione» dice Aegerter. Infine sono state attuate molte iniziative, ad esempio: articoli nella rivista per i dipendenti, poster, road show con omaggi, una esposizione nell’Operations Center e un concorso sulle cadute in piano. «Poniamo l’attenzione sugli infortuni professionali», dice, «ma ci aspettiamo ripercussioni positive anche sugli infortuni nel tempo libero». Riuscire a raggiungere i 3600 assistenti di volo e i 1200 piloti è stata una vera impresa. Arrivano da casa, si preparano al volo e poco dopo sono già decollati. Perciò Aegerter ha sfruttato il poco tempo che la crew dedica ai preparativi per spiegare loro lo scopo della campagna. «Ci auguriamo che durante i lunghi voli notturni se ne parli in cabina di pilotaggio e in quella passeggeri». Qualche giorno fa ho scambiato due parole con un muratore. Ha una piccola ditta che svolge lavori di ristrutturazione, riparazioni e consulenza edile. Spesso beviamo il caffè nello stesso bar. L’ultima volta che l’ho incontrato stava leggendo un libro di esercizi ginnici. Per provocarlo, gli ho chiesto se intendeva cominciare una carriera come monitore. Senza rispondermi mi ha mostrato alcune illustrazioni e spiegato che tutte le mattine, prima di iniziare il lavoro, faceva degli esercizi insieme ai suoi dipendenti. «Ginnastica prima di lavorare? Ma sarete stanchi ancora prima di cominciare!» mi è sfuggito di bocca. «È vero il contrario» ha risposto. «Fare gli esercizi prima di lavorare non ti stanca, ma ti rende più flessibile. Tu continua a fare le tue battute. Erano in molti a prendermi in giro perché faccio degli esercizi di ginnastica sul cantiere. Ma hanno smesso dopo avervi partecipato». Ha bevuto un sorso del suo cappuccino e ha aggiunto: «Da quando facciamo ginnastica, non ci è più Gli effetti Finora le iniziative non hanno prodotto risultati tangibili. Anzi, il numero delle cadute in piano è leggermente aumentato. Per cambiare la cultura della sicurezza serve del tempo. Aegerter si augura che a generare l’effetto maggiore sia l’integrazione del tema nei training tecnici, nei welcome day per i nuovi dipendenti e nei corsi di aggiornamento del personale di bordo, il gruppo più numeroso e più difficile da contattare e che è anche quello più esposto al rischio di caduta. I corsi di aggiornamento sono iniziati solo in dicembre ed Aegerter si dice convinto che incideranno moltissimo sui comportamenti. «Proiettiamo anche il film sulle cadute della Suva che colpisce molto a livello emotivo. Infatti, dopo averlo visto, la gente è diversa. Evidentemente le emozioni riescono a smuovere qualcosa». capitato di cadere. E in pratica nessuno ha più subito dolorose slogature». «Non ci credo» ho detto mentre con movimenti un po’ impacciati mi alzavo dalla sedia per andare a prendere una brioche al bar. «Da come ti muovi mi sembri proprio un vecchio. Ti presto il mio libro di esercizi» mi ha detto. «Vanno bene anche per chi non è muratore. Anzi, un po’ di esercizi ti farebbero proprio bene, visto che non ti muovi mai». Quindi ha posato i soldi del caffè sul banco, ha salutato e se ne è andato. L’ho guardato allontanarsi e ho pensato che un giorno avrei messo a punto un programma di esercizi personalizzato. Potrei intitolarlo “ginnastica mattutina per scrittori imbranati”. E nel riflettere ho ordinato un altro caffè e una seconda brioche. Testo: Stefan Kühnis // Foto: zVg Pedro Lenz è poeta, scrittore e giornalista e vive a Berna. Da giovane ha svolto un apprendistato come muratore. Se anche la vostra azienda è interessata a prevenire le cadute in piano, rimandiamo al sito: www.suva.ch/moduliperlaprevenzione Suva – benefit 2/2015 // 19 Ritratto Un sostengo fondamentale nella sua vita: Sophie Egger e i suoi cani. 20 // Suva – benefit 2/2015 Ritratto E alla fine spunta anche un sorriso... Vittima di un grave infortunio nel 2009, Sophie Egger ha passato momenti bruttissimi. Bloccata per mesi in un letto di ospedale, ha dovuto reimparare a camminare e cambiare lavoro. La sua storia suscita ammirazione e rispetto. Testo: Nadia Gendre // Foto: Keren Bisaz «E alla fine spunta anche un sorriso… » afferma un paziente incrociando Sophie Egger nella hall della Clinique romande de réadaptation (CRR) di Sion. Lei abbozza un sorriso amichevole e gli sussurra all’orecchio che ha appena fatto un’ecografia. Incinta del suo primo figlio, la futura mamma è raggiante. I suoi occhi chiari mostrano una gioia incontenibile. Sì, ora va tutto bene! Sophie possiede quell’energia tipica di chi ha superato una prova difficile e anche quel giusto grado di empatia per i pazienti che abitualmente incontra nell’ufficio preposto alla pianificazione delle cure ambulatoriali alla CRR. Lei sa bene cosa stanno passando, perché anche lei è stata in questa clinica. A questo punto della sua vita, la volontà di uscirne è più forte della sofferenza. Perché, a volte, il dolore resta. Bisogna saperci convivere, come Sophie, che spesso ha dolori alle gambe. «Non mi rendevo conto di quanto la mia vita sarebbe cambiata» Il suo equilibrio è precario e in inverno ha paura di cadere. Sedersi con un tailleur o piegare le ginocchia correttamente le è ormai impossibile. E se vuole restare in piedi, Sophie deve muoversi. Ogni giorno va a lavorare in bici da Hérémence, dove abita con il marito Sebastian, agricoltore, e suoi cani di razza Beauceron. La passione per i cani l’ha spinta a mettere in piedi un allevamento e a dare corsi di dressage. Il suo sogno? Comprare una tenuta dove sistemarli assieme agli animali della sua fattoria. Una svolta tragica Il 15 giungo 2009 Sophie Egger è nella sua auto e sta imboccando una strada secondaria a St-Triphon quando un’altra vettura le viene addosso. L’impatto è violentissimo. Cosciente, non sente alcun dolore, ma si accorge che la sua caviglia è disarticolata e che le dita dei piedi sono girati in malo modo. Strano. Pensa subito che si tratta di una cosa grave. Ma in quel momento la sua unica preoccupazione è sapere chi darà da mangiare ai cani, visto che è nubile. Viene trasportata in elicottero al CHUV. Morale: otto interventi chirurgici in nove mesi per recuperare l’uso delle gambe. «Il primo mese ricevevo visite ogni giorno. Non ho voluto vedere subito mia madre, perché non volevo che piangesse davanti a me» racconta la giovane donna ricordando quel periodo. Un passo alla volta Trasferita alla CRR, i suoi primi spostamenti sono in carrozzina. Ma c’è un problema: il fissatore esterno sulla gamba destra e il gesso a sinistra le impediscono di indossare la biancheria intima. Passa da una seduta all’altra con un telo sulle gambe, fino al giorno in cui una suora le confeziona uno slip su misura con una chiusura laterale in velcro. «Sentirsi vestita...che sensazione stupenda! » sorride la giovane. Nei primi mesi, Sophie si isola ed è arrabbiata con il destino. Passa da una terapia all’altra e pedala più di 12 ore sulla sua bici Kinetec, sulla quale addirittura fa colazione. Molto più dei farmaci, è la sua tenacia a farle superare la sofferenza nel percorrere pochi metri con le stampelle e nel piegare la gamba di un grado in più. Cerca di aggrapparsi ai momenti di svago, come le uscite con i pazienti. «Ogni tanto dovevamo pur distrarci, noi ossa rotte» dice sorridendo. Ritorno alla vita attiva Riprendere il lavoro come panettiera-pasticciera alla Jowa è impossibile perché troppo faticoso. Sophie è costretta a cambiare mestiere. «Non mi rendevo conto di quanto la mia vita sarebbe cambiata» ci confida. Nicola Robertini, il suo case manager alla Suva, l’assiste nelle pratiche amministrative. «Le sue telefonate e le sue visite mi hanno aiutata tantissimo». È lui che convince Richard Délétroz, responsabile della gestione dei pazienti alla CRR, ad assumerla come impiegata di commercio. Sophie impara a usare il computer, uno strumento che non aveva mai utilizzato prima di allora, e nel 2014 ottiene un certificato che le permette di avere un contratto di lavoro al 60 %. Oggi Sophie guida un’auto con cambio automatico e porta delle calzature adeguate al suo handicap. Non può più camminare o montare a cavallo come prima. Prima o poi le sue ginocchia avranno bisogno di una protesi, ma per questo c’è ancora tempo. Pur covando un sentimento di ingiustizia, cerca di godere al massimo della vita sapendo che può cambiare in qualsiasi momento. «Qualsiasi cosa capiti, si rimane sempre gli stessi. In tutto quello che facciamo possiamo trovare qualcosa che ci piace e ci rende felici». Suva – benefit 2/2015 // 21 Nuove pubblicazioni Per ordinare direttamente su Internet www.suva.ch/benefit-cedola-ordinazione Ordinando le nostre pubblicazioni con la cedola di ordinazione online è possibile contare su tempi di spedizione più rapidi. Newsletter | e-paper www.suva.ch/newsletter-i Regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori Imparare dagli errori www.suva.ch/benefit-i Nove regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori Vi invitiamo ad iscrivervi alla nostra newsletter che vi informa ogni mese su argomenti d’attualità, campagne, nuove offerte e servizi. Grazie alla versione e-paper potrete ricevere direttamente nella vostra casella di posta l’ultima edizione di «benefit». In che modo la Suva promuove la sicurezza sul lavoro in Svizzera? La risposta si trova nel nuovo video di animazione «La prevenzione sul lavoro» che spiega come la Suva rispetta il mandato conferitole dalla legge per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Il video è suddiviso in tre parti: 1. comunicazione, 2. formazione, 3. controllo e consulenza. Ogni singola parte dura 3 minuti, mentre il video completo dura 7 minuti. La prevenzione sul lavoro: www.suva.ch/podcast-i 22 // Suva – benefit 2/2015 Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi dieci anni 30 persone hanno perso la vita a seguito di un infortunio con il carrello elevatore. 247 sono rimaste invalide. Questo è uno dei motivi per cui la Suva, in collaborazione con le associazioni del settore logistica e le scuole per carrellisti, ha messo a punto le «Nove regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori». I superiori, sia che abbiano il ruolo di direttori di stabilimento, capigruppo o addetti alla sicurezza, sono i portavoce più credibili delle regole di sicurezza e quindi anche le persone più indicate per far conoscere le «regole vitali» con l’aiuto del nuovo vademecum. Volete rendere più efficaci i vostri corsi di formazione sulla sicurezza? Abbiamo quello che cercate: presentazioni con esempi di infortunio ispirati a episodi reali. Il nuovo esempio realizzato dalla Suva è perfetto in combinazione con le «Regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori». I punti cruciali sono sempre gli stessi: quale regola vitale non è stata rispettata? Come si possono evitare episodi simili nella nostra azienda? Infortunio con il carrello elevatore: autista travolto da un pallet // www.suva.ch/waswo-i/13058 Altri esempi di infortunio: www.suva.ch/ esempi-infortuni Nove regole vitali per l’utilizzo di carrelli elevatori // Vademecum: codice 88830.i Pieghevole per i lavoratori: codice 84067.i Informazioni utili sull’amianto per le imprese di riciclaggio www.suva.ch/regole Questa pagina web elenca tutte le regole vitali pubblicate finora dalla Suva e dà la possibilità di scaricarle, di ordinare la versione cartacea e di svolgere i programmi didattici online. Se una «regola vitale» non viene rispettata, bisogna dire STOP, sospendere i lavori e riprenderli solo dopo aver eliminato il pericolo. Nelle imprese di riciclaggio e presso i punti di raccolta si può incorrere, durante Nuove pubblicazioni la presa in consegna e il trattamento di rifiuti e prodotti usati, in materiali contenenti amianto. Il più delle volte sono materiali contaminati che vengono alla luce durante lavori di ristrutturazione, riparazione e demolizione. Troppo spesso, però, questi materiali finiscono per errore nel processo di riciclaggio. L’opuscolo della Suva si rivolge ai titolari delle aziende, ai superiori e agli addetti alla sicurezza e spiega in quali casi si corre il rischio di entrare in contatto con le fibre di amianto, quali misure di protezione adottare e quando è il caso di rivolgersi a uno specialista per la bonifica. Da appendere in azienda STOP in caso di pericolo! Se una regola vitale non viene rispettata, hai il diritto e il dovere di sospendere i lavori e di riprenderli solo dopo aver eliminato il pericolo. /regole www.suva.ch Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51 Ordinazioni online: www.suva.ch/waswo-i Codice 55344.i 03/2015 55344_dfi.indd 3 Alla Suva trovate caschi per bici, occhiali da sole e accessori di prima qualità e belli da vedere. Sfogliate il nostro assortimento di prodotti dedicato a voi e ai vostri cari. 25.02.2015 06:59:11 Prezioso in caso di infortunio: il casco per bici Biking 2015. Caschi, occhiali, accessori // 32 pagine A5 // codice 88127.i 77256.i Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire correttamente. Informazioni utili per le imprese di riciclaggio // 44 pagine, 105 x 210 mm // codice 84065.i Biking 2015 77256.indd 3 Offerta speciale per l’estate: set occhiali da sole protettivi Suvasol® Contrasto sistematico alle frodi assicurative 12.12.2014 10:55:56 STOP in caso di pericolo! // Manifestino A4 // codice 55344.i Prezioso in caso di infortunio: il casco per bici // Manifestino A4 // codice 55345.i // Manifesto F4 // codice 77256.i // Cartolina A6 // codice 77259.i Gestione dei casi al passo coi tempi Chi trascorre diverse ore all’aperto ha bisogno di un buon paio di occhiali da sole. Da 20 anni gli occhiali da sole Suvasol®, grazie all’elevata qualità del loro filtro solare, garantiscono una protezione ottimale da tutti i raggi nocivi, senza tuttavia alterare la percezione dei colori; un aspetto molto importante soprattutto quando si guida. 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Le somme risparmiate vanno a beneficio di tutti gli assicurati. www.suva.ch/frode Contrasto sistematico alle frodi Esempio reale: una sofferenza difficile da dimostrare // Scheda tematica, 2 pagine (solo in pdf) // codice 3841.i Esempio reale: un favore tra amici // Scheda tematica, 1 pagina (solo in pdf) // codice 3842.i Esempio reale: un incidente d’auto mai avvenuto // Scheda tematica, 1 pagina (solo in pdf) // codice 3843.i Gestione dei casi e riabilitazione globale I provvedimenti adottati dalla Suva per contenere i costi d’infortunio: i fatti e i numeri 2014 La Suva si impegna costantemente per offrire agli infortunati la migliore riabilitazione possibile. A trarne beneficio non sono solo i lavoratori che possono contare su tempi di guarigione ridotti, ma anche i datori di lavoro che hanno meno spese per assenza e meno lavoro burocratico. Quali risultati ha ottenuto la Suva lo scorso anno lo rivela la nuova edizione dell’opuscolo «Gestione dei casi e riabilitazione globale». Gestione dei casi e riabilitazione globale // Opuscolo 2934.i (aggiornato) Suva – benefit 2/2015 // 23 I tuoi colleghi infortunati non vedono l’ora di riprendere il lavoro. Aiutali a tornare alla vita lavorativa. Molti infortunati non vedono l’ora di ritornare a una vita normale. Noi li aiutiamo fornendo consulenza, prestazioni assicurative, assistenza traumatologica e riabilitazione. Aiutali anche tu a guarire prima, restando al loro fianco. Per maggiori informazioni: www.suva.ch/reintegro