QUOTIDIANO Gioacchino D’Alò, B. U. Oncology Director di Takeda Cambia il linfoma di Hodgkin «Ora ci sono ottime terapie» GIOIA TAGLIENTE Da due anni responsabile della Oncology Business Unit di Takeda Italia, medico di formazione, Gioacchino D’Alò ha percorso tutta la sua carriera nel settore medico dell’industria farmaceutica “fino a quando mi hanno offerto, vista la mia naturale propensione per il business, di dirigere una struttura che continua ad occuparsi di aspetti scientifici ma che cura anche quelli commerciali – precisa D’Alò – Insomma, una visione a tutto tondo del mondo oncologico, non soltanto sul versante della ricerca ma anche su quello della commercializzazione dei farmaci che sviluppiamo in casa Takeda”. Perché è considerato ‘raro’ un tumore come il linfoma? Perché in Italia si registrano 2000/2500 casi annui, con un’osservazione leggermente maggiore nel sesso maschile e con due picchi; nei giovani fra i 20/30 anni e poi negli anziani al di sopra dei 65/70 anni di età. Ed essendo una malattia che interessa anche se non soprattutto i giovani riveste un interesse ancora maggiore per i costi sociali diretti e indiretti legati alla patologia. A che punto sono le ricerche in questo settore? Devo fare una premessa: il linfoma di Hodgkin è un tumore ‘curabile’. Significa che dal momento in cui viene diagnosticato si entra nella prima fase terapeutica con una chemioterapia ben validata e circa l’80% dei soggetti riesce a guarire. Ovviamente ci sono dei pazienti che vengono dichiarati ‘guariti’, o per lo meno il periodo di osservazione privo da malattia si di cellule staminali autologhe, prese dallo stesso soggetto. Circa il 50% di questi pazienti dopo il trapianto autologo va incontro ad una nuova recidiva, e proprio per questi soggetti Takeda ha sviluppato brentuximab vedotin, un farmaco attualmente in commercio in Italia e rimborsato per uso ospedaliero. I risultati ottenuti in questi pazienti che orè protratmai non avevato per un no grandi altertempo sufnative terapeuficientetiche perché anmente lungo che il trapianto per dire che il Gioacchino D’Alò di cellule stamipaziente è fuori dalla nali non aveva dato l’esito malattia ma che poi, ahimè, sperato, sono veramente ricadono. E quando c’è la re- convincenti: nel 70% dei casi cidiva significa che la malat- è stata ottenuta una risposta tia sta riprendendo e spesso terapeutica mentre prima i in quel caso l’esito è infausto: risultati delle chemioterapie di solito entro un anno, un tradizionali erano assai meno anno e mezzo dalla recidiva. buoni. Addirittura un piccolo In questo caso che succede, gruppo di circa 10 pazienti come ci si comporta? che ha ricevuto dopo recidiva Si interviene con i farmaci soltanto il nostro farmaco, ma si cerca soprattutto di in- continua ad essere ‘senza tervenire con una terapia malattia’ a distanza di 4 anni molto particolare, il trapianto dall’inizio della terapia. Parla il presidente della Federspev Michele Poerio Sanità: stop agli sprechi e non tagli alle pensioni ANDREA SERMONTI I medici, i farmacisti e i veterinari pensionati si ribellano: basta tagliare le nostre pensioni! «Un tema caldo ormai da diversi anni - dice Michele Poerio, presidente nazionale degli oltre 20 mila iscritti della Federazione Pensionati Sanitari e Vedove (Federspev) - perché le pensioni sono state considerate da tutti i governi ‘trasversalmente’, senza distinzione di colore politico, un vero e proprio ‘bancomat’ per coprire le esigenze crescenti della spesa pubblica». È infatti molto facile intervenire sui soldi dei pensionati: basta un taglio anche minimo percentuale che lo Stato incassa fior di milioni senza alcun costo. «Quello che è veramente allucinante è considerare come ‘pensioni ‘doro’ quelle di 2 o 3 mila euro lorde mensili - spiega Poerio - al netto si tratta di poco più di 1200/1300 euro per le prime e circa 2100 per le seconde. Considerare ‘d’oro’ questo tipo di pensioni è a dir poco demenziale: quelle veramente d’oro sono altre, ma il ricavo effettivo del taglio sarebbe minimo se non insignificante: un deputato con 5 anni matura lo stesso, se non di più, di un medico che ha lavorato 40 anni. Per cui i nostri ministri – da Tremonti in poi, senza esclusioni – Michele Poerio hanno pensato di penalizzare questo ‘livello’ di pensioni, che possono dare un contributo notevole. Pensare di penalizzare, come ha proposto il consigliere economico Yoram Gutgeld al premier Matteo Renzi, tutte le pensioni superiori a 3mila euro lordi significherebbe ricavare circa 3miliardi Prevenzione cardiovascolare «Risparmiare in farmacia» Migliorare la salute delle persone, salvare vite e nel contempo abbattere i costi: è l’obiettivo di ogni sistema sanitario, tanto più in un momento in cui si parla di tagli e spending review. Un’ipotesi di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, accompagnata da un miglioramento della qualità di vita delle persone attraverso l’adozione di stili di vita più sani e una riduzione della mortalità, potrebbe essere il risultato di un programma nazionale di prevenzione del rischio cardiovascolare promosso nelle farmacie, in base allo studio condotto dal prof. Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Cattolica di Roma presentato al Senato in collaborazione con la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) e l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con il contributo non condizionato di Apoteca Natura. Lo studio preliminare ha preso in esame il potenziale impatto economico della campagna nazionale di prevenzione cardiovascolare ‘Ci sta a cuore il tuo cuore’ iniziata due anni fa in oltre 500 farmacie italiane da Apoteca Natura, in collaborazione con SIMG e AMD, che ha coinvolto 46.097 persone, valutate in base alla Carta del Rischio Cardiovascolare dell’Istituto Superiore di Sanità, per definire la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore nei successivi 10 anni, ed al test FINDRISC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per definire la probabilità di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. (I. SER.) Per il 40 per cento delle donne Menopausa, desiderio addio Non vivono la menopausa come una malattia ma la considerano una fase che genera grandi cambiamenti nella vita femminile (51%), alla quale tuttavia ci si può preparare (50%). Si dichiarano informate sull’argomento ma vorrebbero ricevere più supporto per viverla al meglio. Osteoporosi (60%), vampate (58%) e aumento di peso (50%) gli effetti più temuti, mentre tra i problemi più frequenti vi sono le difficoltà nella vita intima, legate prevalentemente al calo del desiderio (38%) e a problematiche vaginali quali secchezza o irritazioni (28%). Questo, in sintesi, l’identikit delle italiane che traspare dai risultati di un’indagine svolta da O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, grazie al contributo di Fidia Farmaceutici, su un campione di 626 donne di età compresa fra i 45 e i 65 anni. E proprio per fornire un utile strumento di prevenzione a chi sta attraversando la meno- pausa, o si accinge a farlo, l’Osservatorio ha realizzato un opuscolo informativo, scaricabile dal sito www.ondaosservatorio.it. Secondo la survey, il 46% delle intervistate dichiara di possedere un livello elevato di conoscenza sul tema e i principali canali informativi sono le figure medico-sanitarie, in particolare il ginecologo, fonte primaria per il 54% del campione. Per le donne che già si trovano in menopausa conta molto il vissuto diretto (oltre il 70%), mentre chi ne è ancora lontana si affida più all’esperienza altrui (66%) e all’informazione promossa dai media (35%). (F. MAR.) Consulenza dermatologica ‘doc’ Al via ‘Psoriasi360.it’ DOVE ANDARE A RISPARMIARE SECONDO LA FEDERSPEV Riduzione del numero delle ASL almeno della metà Introduzione di costi standard e acquisti centralizzati Riconvenzione dei piccoli ospedali in RSA e riabilitativi di euro dai pensionati. Io sto portando avanti con tutti i nostri pensionati una battaglia contro questi interventi - tuona il presidente della FEDERSPEV - convinto come sono che esistano ben altri settori dove intervenire». In primis proprio nella sanità, indubbiamente. Faccio un esempio concreto - aggiunge Poerio - solo con l’ap- plicazione dei costi standard, centralizzando e uniformando gli acquisti si potrebbero ricavare dai 5 ai 7 miliardi annui. E si tratta di problemi che vediamo ovunque, e non solo nella tanto vituperata Sicilia: in una Asl del Piemonte, ad esempio, un farmaco è stato acquistato a 12 euro, in un’altra lo stesso prodotto a 30 euro. Per tutti i pazienti con psoriasi un nuovo servizio gratuito che prevede la possibilità di prenotare una consulenza telefonica con uno specialista dermatologo, fino a 48 ore prima dell’orario desiderato con un massimo di 30 giorni di anticipo. E si può trovare risposta e ‘conforto’ per tutti i problemi e le domande che affliggono i pazienti con psoriasi sul nuovo portale www.psoriasi360.it di Janssen Italia, nato con lo scopo di fornire ai pazienti con psoriasi informazioni sulla patologia, grazie al contributo di specialisti dermatologi. Oltre agli aspetti clinici e diagnostici, vengono affrontate tematiche legate allo stile di vita, allo stigma che accompagna la patologia e ai problemi che ne derivano nei rapporti sociali. Il sito è ricco di funzioni utili al paziente: dal motore di ricerca del centro Psoriasi più vicino, ai test per comprendere la gravità della propria condizione. Inoltre, nella sezione “Chiedi all’esperto” è possibile ottenere via email il parere di uno specialista sui propri dubbi e problemi connessi alla psoriasi. Ora il portale Psoriasi360 si arricchisce di un nuovo servizio, totalmente gratuito, che permette di prenotare un consulto telefonico di 15 minuti con uno specialista dermatologo, fino a 48 ore prima dell’orario desiderato con un massimo di 30 giorni di anticipo. (E. SER.) Redazione: [email protected]