verdetà Numero 44 BONUS DI 80 EURO IN BUSTA PAGA CNA PENSIONATI: “Ora il Governo pensi anche a noi” E’ l’appello lanciato a Renzi da Giancarlo Pallanti dopo le elezioni europee per ridare potere di acquisto alle pensioni. In Italia 2,2 milioni pensionati percepiscono un assegno al di sotto dei 500 euro al mese. Negli ultimi 15 anni pensioni erose del 30% del loro valore. di AGNESE TOMMASI hiuse le urne delle elezioni europee e dopo gli ottimi risultati del partito che guida il governo ora servono più che mai i fatti. Soprattutto a vantaggio e in aiuto di chi ha subito negli ultimi anni i colpi più duri dalla crisi: i pensionati italiani. Una platea di oltre 16 milioni di persone che però per metà circa (7,4 milioni) percepisce meno di 1000 euro al mese. Importo che scende sotto a una soglia più o meno di povertà, 500 euro al mese, per circa 2,2 milioni. A pensarla così è Giancarlo Pallanti, Presidente Nazionale di Cna Pensionati, che mette in fila i problemi e le necessità degli over 65, categoria che negli ultimi anni non ha chiesto nulla ma si è rimboccata le maniche svolgendo il ruolo di ammortizzatore sociale del paese. C D. Cosa succede Presidente Pallanti, i pensionati sono stanchi? R. Diciamo pure che stiamo perdendo la pazienza. E dire che negli ultimi 15 anni ne abbiamo avuta davvero tanta, considerando l’erosione subiGiancarlo Pallanti Pres. Naz.le Cna Pensionati ta dalla nostra pensione: ben il 30% del valore. Sono dati certi, elaborati dal Cupla, il Comitato unitario dei lavoratori autonomi di cui fa parte anche Cna. Un fatto, questo, di non poco conto considerando che nel frattempo abbiamo sostenuto il welfare italiano. D. Come? R. Intanto contribuendo direttamente ai bilanci familiari dei figli: pensiamo solo a tutte quelle famiglie 6 che con la crisi si sono trovate in difficoltà a causa di disoccupazione o riduzione salariale. In questo senso le pensioni, seppure erose nel loro potere d’acquisto, sono state usate da ammortizzatore sociale. Inoltre, i nonni sono diventati ormai baby sitter a tempo pieno, bancomat familiari in caso di urgenze o necessità improvvise, infermieri di altri anziani non autosufficienti presenti a casa. Ecco perché chiediamo che almeno il potere di acquisto delle pensioni venga tutelato. D. In che modo? R. Per cominciare si dovrebbe estendere il famoso bonus Irpef degli 80 euro in busta paga anche ai pensionati. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che succederà probabilmente il prossimo anno. Io direi che sarebbe urgente farlo subito, anche se tutti noi siamo ben coscienti della difficoltà del governo di reperire risorse dovendo rispettare i parametri di stabilità finanziaria che ci impone l’Unione europea. Tuttavia questo non è sufficiente ad aumentare il potere di acquisto delle pensioni anche in futuro. D. Cosa serve ancora? R. Servirebbe un meccanismo di rivalutazione automatica che tenga conto non solo della dinamica dei prezzi, con la definizione di un paniere specifico per gli anziani, ma che sia anche agganciato alla dinamica salariale. Inoltre, c’è il tema delle pensioni minime che non è più possibile non affrontare. D. Parliamo degli assegni sotto i 500 euro al mese? R. Esattamente. Esistono in Italia ben 2,2 milioni di BONUS DI 80 EURO IN BUSTA PAGA persone che campano, non si sa bene come, con importi simili. Non è esagerato dire che siamo al di sotto della soglia della povertà. Non che molti altri pensionati navighino nell’oro, basti pensare che oltre 7 milioni di essi percepiscono un assegno inferiore ai mille euro. In ogni caso per i pensionati al minimo occorre che i loro assegni siano adeguati, seppure gradatamente, al 60% del reddito medio nazionale ampliando la no tax area ad un importo pari a due volte quello del trattamento minimo stesso, ovvero circa 13 mila euro. D. Parliamo di tasse sulla casa. E’ in arrivo la nuova Tasi, cosa ne pensano i pensionati? R. Si tratta di un tema molto delicato per gli anziani. La legge varata recentemente dal Governo prevede la possibilità per i comuni di elevare dal 2,5 al 3,3 per mille l’aliquota Tasi (tassa per i servizi indivisibili) dovuta per le prime case non di lusso e fino all’11,4 per mille la somma delle aliquote Tasi e Imu dovute per le seconde abitazioni. L’importo della Tasi è legato molto alla dimensione della casa di proprietà e da questo punto di vista saranno quindi penalizzati gli anziani che restano in case grandi dopo che i figli hanno formato una propria famiglia. Non vedo perché questi ultimi debbano pagare l’imposta piena anche se il loro reddito è basso ed insufficiente per poter assolvere all’obbligo fiscale. Altro punto critico della normativa è quello relativo agli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo. In generale come Cupla proponiamo di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo se singoli o del triplo del trattamento minimo se in coppia, ed escludere dall’imposta sulla casa gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo. D. Altro argomento sensibile per gli over 65 è quello della sanità. Si parla molto dell’inadeguatezza del sistema sanitario nazionale che non riesce più a fare fronte ai bisogni degli an- Matteo Renzi, Presidente del Consiglio ziani, soprattutto al Sud. E’ d’accordo? R. Negli ultimi anni sono state sottratte molte risorse al sistema sanitario nazionale. Anche la legge si stabilità 2013 prevede ulteriori tagli (540 milioni per il 2015 e 610 milioni per il 2016). Diciamoci la verità: gli italiani hanno perso quella tranquillità che avevano di poter essere ben curati, e gratis, negli ospedali e dal proprio medico. Questo è un problema grosso per i pensionati che vanno incontro fatalmente al periodo della vita in cui le cure sanitarie di qualità e non onerose sono fondamentali. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e noi vogliamo mantenere un servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico. Quindi dobbiamo opporci ai tagli lineari in sanità, alla riduzione dei servizi e delle tutele pubbliche. D. Qual è il sistema sanitario a misura di anziano allora? R. Io credo che si dovrebbe restituire ai medici di base, come in passato, un ruolo primario seppure rivisitato in ottica moderna. Dobbiamo fare in modo che in tutte le regioni italiane ci sia a nostra disposizione un pool multidisciplinare di medici a cui rivolgersi: geriatri, psicologi e anche fisioterapisti. Dovremmo superare poi il regime provvisorio di intramoenia che, fino ad ora, ha tenuto conto più delle esigenze dei medici che quelle dei pazienti e, soprattutto, ha favorito l’aumento di liste d’attesa lunghissime che costringono, per urgenze, le persone a rivolgersi al privato per curarsi. 7