focus ffocus di Gennaro Rocco* * Presidente Collegio Ipasvi di Roma, Direttore corso di laurea in infermieristica Idi-Irccs Roma La testimonianza degli infermieri Colleghi di speranza Laver affiancato, nellambito del Congresso Anmirs, ad argomenti di più stretta pertinenza tecnico-scientifica le questioni e le problematiche inerenti alla solidarietà umana e al dialogo interreligioso testimonia, una volta di più, limpegno dellospedalità religiosa sul fronte di una sanità intesa nel senso più completo del termine. La presenza a questo con- Impegno ospedaliero N. 1 - GENNAIO FEBBRAIO 2003 20 fronto della professione infermieristica vuole sottolineare come la necessità di testimoniare solidarietà indipendentemente dal credo religioso, dalla razza e dalla cultura, sia dei medici, ma anche di tutti gli altri operatori sanitari. Degli infermieri in particolare. Nei modelli organizzativi della sanità moderna e nella stessa realtà quotidiana dei nostri ospedali, la gestione dei rapporti relazionali con gli utenti è principalmente nelle mani degli infermieri. Rapporti attinenti non solo allaspetto assistenziale in senso ristretto, ma anche e soprattutto a quello interpersonale, di comunicazione profonda con la persona malata. Ne discende limpegno costante a raccogliere e rispondere anche ai bisogni diversi da quelli strettamente correlati alla cura, diversi ma non per questo meno importanti e anzi determinanti per il successo della terapia. Insomma: la cura della salute e non solo della malattia è la mission primaria per la professione infermieristica. Lo è a maggior ragione nelle strutture sanitarie che offrono un servizio particolare, più completo, a chi si trova in una condizione di sofferenza: gli ospedali religiosi, appunto. Gli infermieri sono chiamati oggi a testimoniare in prima persona la sensibilità verso questi bisogni, ma anche ad agire e ad operare affinché nellorganizzazione del sistema sanitario e dei servizi sia posta al centro la persona in quanto tale; non la patologia, ma luomo malato. Su questo aspetto della professione gli infermieri italiani stanno compiendo un grande sforzo organizzativo e prima ancora culturale. È un percorso complesso, caratterizzato certamente da problemi e manchevolezze, ma che, specie negli ultimi anni, fa registrare sostanziali progressi, anche in virtù di una figura professionale profondamente mutata sul pia- f no normativo e su quello della formazione. Gli infermieri italiani (lo hanno fatto da ultimo nel congresso nazionale della Federazione Ipasvi celebrato proprio a Roma nel settembre scorso) rivendicano orgogliosamente un profilo di crescita professionale che forse, in questi ultimi anni, non ha pari in Italia. E non si tratta di un orgoglio vanesio, fine a se stesso. Deriva piuttosto da una condizione lavorativa che si rivela nellattività di ogni giorno, costretta a misurarsi costantemente con lattualità sociale del nostro Paese e dunque in continua evoluzione. Si analizzano qui due aspetti salienti della domanda di salute che arrivano oggi dalla popolazione: quella riferita alle persone anziane e quella determinata dal processo di immigrazione. È evidente che, su questo doppio binario, la sanità deve indirizzare la sua riorganizzazione. Nei prossimi anni sarà fondamentale rispondere più adeguatamente ai bisogni di salute di una popolazione anziana e multietnica; uno scenario operativo complesso con cui tutti noi presto dovremo confrontarci. In questa chiave, il binomio rappresentato dagli elementi tecnici e da quelli etici dellassistenza sarà cruciale, determinante: sempre insieme, a completarsi in unofferta di cura globale, che non distingua laspetto fisiopatologico da quello spirituale della persona. È levoluzione demografica stessa che ci impone questo atteggiamento, se è vero che proprio gli anziani e gli immigrati manifestano la necessità più stringente di solidarietà umana e di dialogo interculturale. Gli infermieri stanno lavorando in questa direzione con numerose iniziative di sensibilizzazione e informazione della categoria. Forti anche di unesperienza internazionale consolidata che vede gli infermieri italiani in prima fila nel campo dellassistenza alle genti colpite da calamità, epidemie, guerre, nei Paesi del Terzo e Quarto mondo, nelle missioni religiose, nelle organizzazioni di volontariato, stanno ad esempio elaborando un opuscolo informativo da distribuire a tutti gli infermieri, che fo- calizza la necessità di erogare lassistenza rispettando gli usi, i costumi, i principi alimentari e le esigenze spirituali degli immigrati. Aspetti, questi, a cui occorre dedicare la massima attenzione, a cominciare dalla ritualità dei diversi credo religiosi: dagli orari delle preghiere alla percezione del concetto di privacy, molto variegata in relazione alla cultura di provenienza. Tutti verifichiamo con i nostri occhi che tanti ospedali sono in realtà organizzati più sulla base delle esigenze della stessa struttura che non sulle necessità dellutente. Il tempo che viviamo ci impone di cambiare, di rovesciare la prospettiva. Ci vuole dunque uno sforzo ulteriore anche sulla revisione dei modelli organizzativi delle nostre strutture sanitarie, di Impegno ospedaliero N. 1 - GENNAIO FEBBRAIO 2003 21 ffocus ...presenza della figura infermieristica nel novero degli ordini professionali... Impegno ospedaliero N. 1 - GENNAIO FEBBRAIO 2003 22 focus quelle religiose in particolare. Lospedalità religiosa può e deve sfruttare in questa direzione il vantaggio che le deriva dalla sua stessa storia, dai principi di solidarietà e di spiritualità che la ispirano e che ne compongono lessenza. Può rappresentare, perciò, una forza trainante nei confronti di altre strutture sanitarie, laiche, pubbliche e private, e costituire per queste un riferimento preciso, un modello virtuoso da imitare. Ecco che, per la sanità religiosa il peso della responsabilità sociale raddoppia. Ma non per questo spaventa i suoi operatori, per i quali lobiettivo della cura globale della persona è alla base di una scelta professionale che è di per sé una scelta di vita. La nuova figura dellinfermiere tracciata dallattuale quadro normativo è centrale in un sistema come quello fin qui accennato.A questa è affidata una grande potestà autoorganizzativa e la prerogativa di stabilire processi di assistenza in completa autonomia. Processi che devono ispirarsi ai valori fondanti delletica e della deontologia professionale. Il punto è: come farlo? La proposta che gli infermieri si sentono avanzare è necessariamente diversificata e multidisciplinare. Coinvolge tutta la professione infermieristica, dai suoi organi istitu- zionali rappresentativi alle unità operative, ai colleghi impegnati nella formazione e nellattività di ricerca. Gli strumenti su cui stiamo lavorando sono dunque diversi, con lintento di aprire un dibattito fruttuoso nella nostra professione. Siamo agevolati in questo dallo spirito con cui i giovani si avvicinano alla scienza infermieristica, con aspettative certamente nuove e assai diverse rispetto al passato. Fondamentale diviene allora la testimonianza diretta e personale nei luoghi di lavoro. E poi linvestimento nella formazione di base, specialistica e nellaggiornamento continuo. In questo campo abbiamo già capitalizzato una buona esperienza. I centri di formazione convenzionati con le università dei nostri ospedali religiosi puntano proprio a trasmettere quei valori universali non nuovi per la nostra professione, ma certamente rinnovati nella forza: quelli della solidarietà e della fratellanza. Il successo ottenuto dai master e dai corsi post laurea fin qui attivati in materie come letica del management in sanità testimonia che la direzione intrapresa è quella giusta per veicolare i valori in questione ai colleghi già in servizio. Un ruolo chiave in questo processo di trasmissione dei valori è recitato dalle associazioni di operatori sanitari, e in particolare di infermieri, in primo luogo di quelle cattoliche. Infine, gli enti istituzionali con cui occorre avviare una nuova stagione di rapporti e di collaborazione. La presenza della figura infermieristica nel novero degli ordini professionali e un suo maggiore coinvolgimento nelle scelte di politica sanitaria possono agevolare fortemente questo interscambio, nel segno comune dei valori universali della cristianità. La legge attribuisce oggi nuove responsabilità agli infermieri, con una libertà di agire ben più ampia che in passato. Daltronde, è quanto gli infermieri italiani hanno rivendicato per molti anni, nel nome di una crescita professionale completa e adeguata ai tempi. Ora che questa è a portata di mano, non abbiamo più alibi per tirarci indietro.