LA VOCE DELLA TUA PARROCCHIA
“S. Maria della Pace”
Frati Minori Cappuccini di Palermo
Giornalino non commerciabile N° 22/ anno VIII, 07/10/2012
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A Cinquant’anni dal Concilio Vaticano II
Ero adolescente quando l’evento del Secolo iniziava per volontà di uno dei più
grandi uomini dell’Umanità: Giovanni XXIII, da tutti ricordato “Papa buono”.
Indimenticabile 11 ottobre 1962, dedicato dalla liturgia alla Madre di Dio. Sotto i
porticati di Piazza San Pietro in Roma sfilò, interminabile quanto variegato, il corteo di
oltre tremilacinquecento tra vescovi, cardinali, patriarchi e rappresentanti di tutte le fedi
e Confessioni, convocati di diritto o invitati a presenziare.
Doveva essere il Concilio non solo dei Credenti in Cristo, richiesti di risposte
all’altezza delle aspettative degli uomini di quel tempo e di quello a venire, ma anche
dell’intera Umanità, appena emersa dalla più immane tragedia che la Storia recente
registri: la Seconda Guerra mondiale, con l’orribile peso di oltre cinquanta milioni di
morti e delle infinite sofferenze e offese alla dignità dell’Uomo.
La Chiesa di Cristo, che non era restata indifferente (come avrebbe potuto?), si
voleva interrogare sulla sua missione nel Mondo disegnato dalla spartizione di Yalta
(1945), che aveva fatalmente consegnato alla dittatura stalinista, non meno chiodata e
soprattutto più duratura di quella nazista, pressoché la metà del Globo. Si era in piena
“guerra fredda”.
Pio XII, che del periodo bellico e di quello immediatamente successivo era stato
testimone e protagonista, aveva, in più modi, tentato, pur nella solitudine del suo ruolo e
soprattutto della maniera di interpretarlo, a stimolare, con interventi di alto contenuto
spirituale, le coscienze alla ripresa, senza tuttavia aperture significative al dialogo con i
nuovi profeti e maestri di teologia che invocavano un radicale cambiamento di
prospettiva per una Chiesa più libera e sensibile alle emergenze della nuova Società. A
raccogliere tali ansie fu il patriarca di Venezia Angelo
Giuseppe Roncalli, eletto al Soglio pontificio il 28
ottobre 1958 con l’auspicio, malcelato dai suoi
elettori, che fosse “papa di transizione” perché
anziano e per l’apparente innocua bonomia. Prese il
nome che fu di un antipapa del XV secolo: Giovanni
XXIII.
Si pose a cardine della svolta, “epocale” per
metodo e contenuto, della Cristianità, alla quale
apportò la sua lunga esperienza di “Pastore” e di
“Nunzio apostolico” presso le regioni dell’Europa dell’Est e la personale indole umana,
conciliante e disponibile al dialogo. Fin da subito fece stupire il Mondo, con la sua bontà.
Le visite alle carceri e agli ospedali, gli incontri con ogni ceto di persona, scevri da
protocolli di circostanza, e soprattutto il suo
sorriso rasserenante fecero ben sperare e non
deluse.
Sbalordì l’annuncio del Concilio, il 25
gennaio del 1959 in quel di “San Paolo fuori le
mura” a Roma. Ne diede notizia, senza previa
consultazione dei Cardinali e dopo una notte
insonne «nella quale - raccontò - avevo udito la
voce dello Spirito, che mi invogliava al grande
passo».
Le reazioni furono contrapposte. La minoranza manifestò contrarietà e, in vario
modo, continua a opporre resistenza a tutt’oggi; la maggioranza fu euforica.
Per i preparativi vennero consultati vescovi e fedeli. La data scelta per l’inizio
volutamente coincise con la stessa (11 ottobre) che nel 431 aveva visto proclamare a
Efeso, da un altro memorando Concilio, la “Theotokos”: Maria “Madre di Dio”. La
grande Assise vaticana veniva in tal modo posta idealmente sotto la protezione della
Vergine.
Quel giorno del 1962 Roma fu “caput Mundi”, e non solo di quello ecclesiastico,
visto che tutto il Mondo con curiosità o con speranza si interessò all’evento. Vennero
cooptati studiosi di ogni area, mentre protagonisti furono i Vescovi, convocati per
rispondere al duplice quesito: «Cosa la Chiesa dice di se stessa, e cosa il Mondo pensa di
essa?».
Due soprattutto furono i Documenti approvati nel corso del Concilio, basilari per
la produzione di quelli successivi. Il primo, relativo alla struttura “di comunione” e
“della missione” della Chiesa tra gli uomini, fu chiamato“Lumen Gentium” secondo
l’uso ecclesiastico di identificare un documento utilizzando le prime due parole
dell’incipit. L’altro, dal titolo anch’esso emblematico “Gaudium et spes”, riguarda i
rapporti tra Chiesa e Mondo contemporaneo,
Il nuovo identikit di Chiesa risulta non più assimilabile ai
paradigmi mondani di potere o logiche societarie. “Modello”,
originante e specchio di continuo confronto, è la Santa Trinità. A
definire la Comunità di Cristo sono le categorie di Chiesa
“sacramento, segno e strumento di salvezza”. Le immagini,
evocate ad esprimerne il mistero sono quelle bibliche di “Popolo
di Dio” in cammino verso la pienezza del Regno; di “Corpo di
Cristo” con tutte le implicazioni eucaristiche che il modello
comporta, e la relazionalità “nuziale” di Cristo e della Chiesa. I
comportamenti “esodiali” scaturiscono dalla “Iniziazione
cristiana” (Battesimo/Cresima ed Eucaristia), comune identità e
uguaglianza dei membri, nei quali lo Spirito Santo innesta l’altra sua opera: la diversità
e complementarietà dei doni e dei carismi, dalle mille sfaccettature, funzionali ad
abbellire la Sposa per le Nozze con Cristo/Sposo. Gli stessi “gradi gerarchici” non vanno
compresi come espressione di privilegi o di superiorità ma dell’evangelico servizio. Il
“Sacerdozio regale” proprio del Popolo di Dio, “soggetto” di celebrazione liturgica e
non più emarginato a semplice uditorio, è garantito nella sua apostolicità e universalità
dal “Sacerdozio ministeriale”, che qualifica la Comunità. La “Chiesa locale”, radunata
attorno alla Eucaristia presieduta dal Vescovo “pastoreliturgo-maestro”, è epifania della Chiesa universale sul
territorio. Valgono per la sua completezza i principi di
autonomia e sussidiarietà, più adatti alle relazioni
interpersonali e al dialogo interecumenico tra le Chiese. I
Sinodi, conferenze permanenti, furono introdotti da Paolo VI,
altro grande protagonista del Concilio, per mantenere nelle
Chiese l’atteggiamento vigile e disponibile alle novità.
La “Gaudium et Spes” rilegge la Storia degli uomini
contemporanei verso cui la Chiesa sa di essere inviata. E’
tuttavia “nuovo” lo stile del confronto, non più dogmatico ma
dialogante e nel reciproco riconoscimento degli interlocutori,
consapevoli di essere portatori di sinergie funzionali alla verità. Particolare attenzione
viene concessa alle discipline umanistiche, a quelle che riguardano l’Uomo nelle sue
esigenze fondamentali di libertà, di dignità e di pienezza di vita che sono i valori
inalienabili della Umanità, di cui la Chiesa, a ragione, «si dichiara esperta» (Paolo VI
all’ONU il 4 ottobre 1964).
Nel solco della Tradizione, il Concilio collocò la Sacra Scrittura, anche
visibilmente, al centro delle sue scelte, e il documento relativo,“Dei Verbum”, fu
rivoluzionario nell’individuare i “generi letterari” per la sua comprensione. Fu
riconosciuta “Norma” normante la stessa “Tradizione”, espressa dai Concili e dal
Magistero.
Molto dei contenuti del Vaticano II è stato assimilato. Personalmente non saprei
immaginarmi in una Chiesa che del Concilio sconfessasse i valori portanti. Ancora
tuttavia c’è molto da accogliere, per non disperdere l’opera del Verbo e del suo Spirito.
Il modello di “Comunione”, se non si frantuma nei protagonismi evangelicamente
sconfessabili; il ruolo dei laici, se non si lascia tentare dal clericalismo; l’impegno del
servizio se non ambisce potere e privilegi, che il Mondo non approva in chi è chiamato a
testimoniare “le Beatitudini”, rimangono priorità per l’assunto del Messaggio destinato
a divenire evangelica “diaconia” a favore degli uomini.
In tal modo si invererà una Chiesa attenta ai poveri e autorevole nel denunciare
gli abusi contro la Terra, in crisi nel suo ecosistema, e le ingiustizie contro i più affamati
del Mondo, terzo o quarto che sia; una Chiesa profetica e lungimirante nell’orientare
oltre l’ignoranza e l’emarginazione nelle quali sono lasciate languire intere popolazioni;
una Chiesa, che si proponga, in definitiva, “Eucaristia”, ossia dono d’amore all’Umanità
e a tutti “i costruttori della Pace”, non senza giustizia. Una Chiesa dialogante, che
rifugga dalla tentazione dei facili dogmatismi e scomuniche e senza certezze che non
siano quelle della libertà del Vangelo.
Il Cinquantesimo anniversario del Concilio non ne dichiara esaurita la missione.
Tutt’altro. Nei molteplici Documenti si propone valido riferimento, senza alternative, di
modelli di vita e identità cristiana ed ecclesiale. E’ il Dono, purtroppo non ancora da tutti
sufficientemente compreso, dello Spirito alla Chiesa e al Mondo.
A noi meritarlo.
Fra’ Domenico Spatola
7 Ottobre 1959
Lasciai casa:
era grembo di Madre.
Cambiai sicurezza
con destino insicuro
mentre di luce fu fascino
tanto, ai miei occhi
o di sogno chimera,
che, a sera di vita,
libertà ancor vedo…
lontana,
e affanno di duro cammino
percorrendo
con passo più incerto,
abbandono riscopro a finale
e riparo a dolore
tra tue braccia, o Signore.
Fra’ Domenico Spatola
AVVISI E NOTIZIE
Programma del Corso prematrimoniale: dall’08/10 al 24/10/2012 alle ore 21,00
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Lunedì 08/10/2012: «Presentazione del programma e dei partecipanti al corso con consegna della
carpetta con gli opuscoli, le dispense e gli schemi delle lezioni». A cura di fra’ Domenico Spatola, parroco
Martedì 09/10/ 2012 «Aspetti medici e ginecologici del Matrimonio». Relatore Dott. Michele Citarda
Mercoledì 10/10/2012, «La vita in Cristo». Relatrice prof.ssa Marilina Graziano, teologa
Giovedì 11/10/2012, «Dinamiche psicologiche della vita di Coppia e ciclo della vita». Rel. Dott.ssa
Rossana Carmagnani.
Lunedì 15/10/2012, «Rapporti genitori e figli». Relatore Dott.ssa Angela Spatola
Martedì 16/10/2012, «Aspetti giuridici del Matrimonio». Relatore Dott.ssa Irene Tiano, esperta in diritto
matrimoniale
Mercoledì 17/10/2012, «Riflessioni sulla Coppia: il rispetto dei Valori fondamentali dei diritti umani
nella costruzione del rapporto fra la Donna e l’Uomo». Relatori Dott.ssa Zaira Donarelli e Dott. Gianluca Lo
Coco, psicologi.
Giovedì 18/10/2012, «Temi e aspetti etici e morali del Matrimonio alla luce della fede e della morale
cattolica». Relatore prof.ssa Anna Pia Viola,
Lunedì, 22/10/2012, «Testimonianza di vita matrimoniale e di relazione con i figli». Relazionano i coniugi
Claudia e Giuseppe Cancilla
Martedì 23/10/2012, «Teologia e Liturgia del Matrimonio». Relatore fra’ Domenico Spatola, ecclesiologo e
dottore in teologia.
Mercoledì 24/10/2012, alle ore 21,00 nella chiesa parrocchiale durante la solenne celebrazione della
santa Messa dedicata ai fidanzati, ai genitori e ai testimoni delle loro future nozze, verranno consegnati
gli attestati della partecipazione.
È raccomandata la puntualità e non sono tollerate assenze, in quanto ogni lezione è unica e, nel contesto,
indispensabile all’approfondimento della scelta di vita che i fidanzati cristiani vorranno progettare.
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La Voce della tua Parrocchia 07 Ottobre 2012