L’enjambement a.s. 2014/2015 CLASSE 3A Scuola Media E.Fermi Reggio Emilia Capo Redattore: Alice Bonaretti - Vice-Direttore: Emanuele Caruso - Grafica: Leonardo Fazio, Sebastian Tudor La scrittrice dell’ultima pagina: Arianna Acerbi info@ [email protected] революция Guerriglieri ma non solo di Andrei Grinciuc e Francesco Roffia Oggi vi presentiamo Ernesto Guevara de la Serna, più noto come Che Guevara o semplicemente El Che. È stato un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico argentino. È nato il 14 giugno 1928 e insieme a Fidel Castro (Fidel Alejandro Castro Ruz, rivoluzionario e politico comunista cubano) organizzò la rivoluzione a Cuba. Abbiamo scelto questo personaggio, perché era una persona che ha organizzato una rivoluzione in America con l’appoggio dell’ Unione Sovietica e perché ha fatto cose eroiche e storiche. In questo articolo si parla di eroi rivoluzionari, ma le rivoluzioni non sono solo in campo storico/politico. Si può considerare rivoluzione tutto ciò che porta ad un cambiamento, per questo, come secondo eroe rivoluzionario, vogliamo ricordare Steven Paul Jobs. Nato il 24 febbraio 1955 a San Francisco, Jobs conseguì il diploma all’Istituto Homestead di Cupertino (California) nel 1972, e nel 1974, insieme all’amico, Steve Wozniack, iniziò a lavorare come programmatore di video-games all’Atari (famosa società nordamericana specializzata nell’informatica). Successivamente, i due decisero di mettersi in proprio e quindi il 1° aprile 1976 fondarono la “Apple Computer” che aveva come sede il garage dei genitori di Jobs. Inizialmente la società non ebbe molto successo ed il primo computer chiamato “Apple I” (formato da una scheda madre a cui si dovevano collegare tastiera, monitor e quant’altro) portò un guadagno di circa 50000 dollari. Questo però attirò l’attenzione di un industriale (Mike Markkula) che comprò un terzo della Apple com- GIOVANI RIVOLUZIONARI di Manuel D’Alterio e Claudio Lomartire Oggi vorremmo parlarvi di un gruppo di giovani ragazzi che si sono opposti alle idee di Hitler e della Germania nazista; il nome di questo gruppo era “La Rosa Bianca”. Il gruppo attivo dal 1942 al 1943, era composto da cinque studenti: Hans Scholl e sua sorella Sophie, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf e tutti frequentavano l’università di Monaco. I ragazzi avevano anche partecipato alla guerra, che confermò le loro idee antinaziste per via dei disumani trattamenti riservati agli ebrei e agli altri gruppi considerati inferiori. Loro divulgavano le loro idee tramite alcuni volantini, ideati e realizzati da loro stessi, che spedivano a delle famiglie trovate a caso sull’elenco telefonico. I ragazzi della “Rosa Bianca” stamparono e diffusero sei volantini prima di essere intercettati dalla polizia e un settimo opuscolo venne preparato ma mai distribuito, perché venne trovato dalla polizia tedesca. Il sesto volantino venne distribuito proprio nell’università frequentata dai ragazzi e Sophie, salendo in cima alle scale dell’atrio, gettò gli ultimi volantini rimasti sulla folla sottostante; con questa azione che può sembrare folle, ma molto coraggiosa, finisce il periodo di attività della Rosa Bianca, in quanto Christoph Probst, Sophie e Hans Scholl vengono catturati, processati e condannati alla pena capitale in pochissimo tempo e anche agli altri membri dell’organizzazione venne riservata la stessa sorte. puter a 250000 dollari. Poi fu prodotto il secondo computer, l’Apple II, che riscosse molto successo. Le vendite sfiorarono il milione di dollari. Il nuovo computer era invece una “scatola” compatta, con tastiera incorporata. Questo fu il primo vero personal computer, che portò ad una serie di scoperte e innovazioni che, a loro volta, portarono ai computer che abbiamo oggi. Con questo abbiamo dimostrato che per “rivoluzionario” si può intendere anche chi rivoluziona il nostro quotidiano e non solo chi prova a cambiare il sistema con una guerra o un colpo di stato. Numero 1 bimestrale 02/15 Rivoluzione, secondo il pensiero di chi scrive, ha una connotazione positiva: questa parola si usa per indicare qualcosa che cambia, qualcosa che si evolve. Quindi un rivoluzionario è una persona che pensa a qualcosa di nuovo o a qualcosa di migliore. Le idee di un rivoluzionario, la maggior parte delle volte, vengono ignorate o peggio ancora derise e, solo dopo anni, se ne capisce l’importanza, perché spesso queste persone sono troppo innovative per la loro epoca: questo non vale solo per le idee ma anche per i diversi modi di esprimersi come l’arte, la pittura, la scrittura… ecc. Ne è un esempio uno dei principali artisti dell’impressionismo, che stiamo studiando: Claude Monet. Oggi famosissimo, al suo tempo, invece, veniva trattato come un rifiuto; lui è una di quelle persone che io definirei rivoluzionarie, perché ha continuato a dipingere, come anche altri artisti, nonostante venisse screditato. Solo oggi se ne riconosce la grandezza. Un altro esempio, questa volta in ambito politico, è Mazzini che nell’ottocento aveva un’idea di nazione unita e liberale, che non venne presa in considerazione e su cui però oggi si basa la nostra costituzione. Quindi anche se l’importanza dei rivoluzionari nella loro epoca viene sottovalutata e rivalutata nel presente, noi dobbiamo sempre pensare che, senza di loro, niente cambierebbe e tutto resterebbe così com’era nel passato. Alice Bonaretti JUNGE REVOLUTIONÄRE Heute wollen wir von einer Gruppe von Jungen sprechen die gegen den Ideen Hitler und Nazi-Deutschland waren der Name dieser Gruppe war “Die Weißen Rose„. Die Gruppe ( die 1942-1943 aktiv war ) bestand von Fünf Studenten. Hans Scholl und seine Schwester Sophie, Christoph Probst, Willi Graf und Alexander Schmore. Alle Studenten an der Universität von München. Die Männer nahmen auch an dem Krieg Teil der ihre Anti-Nazi-Ideen aufgrund der unmenschlichen Behandlung von Juden und anderen Gruppen bestätigt. Sie verbreiteten ihre Ideen durch einige selbst entwickelte und hergestellt Flugblatter. Die Jungen der Weißen Rose druckten und verteilten sechs Flugblatter bevor sie von der Polizei abgefangen wurden eine siebter Pamphlet wurde vorbereitet, aber nie verteilt, da sie von der deutschen Polizei gefunden wurden das sechste Flugblatt wurde nur an der Universität von den Jungen und Sophie Scholl das verteilt , sie kletterten sie Treppe von der Halle und warfen die letzte verbleibende Flugblatter auf die unten stehende Menschenmenge; Mit dieser Aktion, die verrückt, aber auch sehr mutig klingt, endete die Tätigkeit der Weißen Rose; Christoph Probst, Sophie und Hans Scholl wurden ergreifen versucht und zum Tod in Kurzester Zeit verurteilt. Auch anderen Mitgliedern der Organisation wurde das gleiche Schicksal gegeben werden. 1 THE CRUNCH In campo economico tiene banco la crisi greca. di Andrea Simonazzi e Nicole Lusetti Come ben sapete la Grecia nel 2012 si è indebitata con l’Unione Europea per circa 240 miliardi di euro, da restituire entro aprile 2015. Il declino greco è iniziato nel 2004 dalle Olimpiadi , il cui bilancio è risultato rosso. Nel 2008 è iniziata la crisi mondiale e i paesi europei che ne hanno risentito di più sono Portogallo, Italia/Irlanda, Grecia e Spagna (i cosiddetti “PIGS”). La Grecia ha fatto, e sta ancora facendo, molti sacrifici: ha abbassato gli stipendi agli statali, ha aumentato le tasse e ha dimezzato le spese pubbliche. Lo scorso 25 gennaio alle elezioni parlamentari, ha vinto Tsipras (esponente del centro-sinistra), succedendo al governo Samaras (centro-destra) con il 36% dei voti. Tsipras è stato eletto perché ha promesso ai greci la fine dei sacrifici imposti dalla Troika. La Troika è una commissione formata dai rappresentanti della Commissione Europea della Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. La Troika si occupa di salvare i paesi europei con ampio debito pubblico. L’Unione Europea ha minacciato la Grecia tagliandola fuori dai BOND (acquisiti dalla Unione Europea) per ridurre il debito pubblico, se non seguirà il piano dei Troika. Il più alto debito d’Europa è quello italiano di 2160 miliardi (ma nel 2015 si dovrebbe abbassare del 5%) mentre quello greco è di 310 miliardi. Il vero problema della Grecia è la disoccupazione al 27,5%, circa il triplo della media europea (8,9%) e in particolare quella giovanile è addirittura del 57%. Un altro grande problema della Grecia è che se non segue le regole dettate dall’Unione Europea e uscirà dall’Euro, l’UE interromperà i rapporti economici l’intervista a cura di Susanna Mazza e Mariana Ruda Abbiamo intervistato Benedetta Negri, italiana andata a vivere a El Salvador che si trova in America centrale. È venuta per spiegarci com’è la situazione e la vita quotidiana da quelle parti. Abbiamo compreso che c’è molta criminalità, ma sopratutto molta povertà. La maggior parte dei bambini non va a scuola per problemi economici e di trasporto. Le“maras” sono delle bande criminali che girano per le strade per derubare 2 le persone, alcune volte arrivano ad ucciderle. Ma, grazie al lavoro che svolgono le persone come Benedetta, i bambini riescono a imparare a leggere e a scrivere e anche a divertirsi insieme. D: perché sei voluta andare in El salvador? R: All’inizio sono partita perché avevo giá degli amici che vivevano lí, e sentendo i racconti che facevano della Guardería e del lavoro coi bambini mi é venuta la voglia e la curiositá di conoscere il lavoro e quello che stavano facendo. D: come ti sei trovata i primi giorni? R: l’America latina é una realtá diversa dall’Italia o dall’Europa, come avete visto dalle foto o dal video che vi ho fatto vedere quando sono venuta a scuola. Ci sono tantissimi bambini che non vanno a scuola perché devono lavorare, stanno tutto il giorno ai semafori a lavare i vetri delle macchine o chiedere ai passanti dei soldi per mangiare.... C’é tanta povertá e all’inizio vorresti cercare di aiutare tutti quelli che incontri. Peró, purtroppo, non é possibile, quindi col lavoro della Guardería si é iniziato giá da tanti anni a togliere molti bambini dalla strada, insegnando a leggere, scrivere e alcuni ragazzi adesso stanno studiando all’universitá! D: hai mai pensato di ritornare in Italia subito? R: No... D: come ti hanno accolto i bambini della Guarderia e i loro genitori? R: I bambini sono sempre felicissimi di venire alla Guardería e soprattutto sono sempre molto contenti di conoscere amici nuovi. Tutte le volte quando finisce la Guardería dicono sempre: “Torni anche domani vero?”. Anche quando gli abbiamo dato e letto tutte le lettere che voi avete scritto, hanno fatto tantissime domande: volevano sapere chi eravate, quanti anni avevate, dove studiate, come mai conoscevate la Guardería...allora ho raccontato loro di quando sono venuta a scuola da voi e di tutto quello di cui abbiamo parlato, e gli ho detto che adesso hanno dei nuovi amici alla Fermi! Anche i genitori sono molto contenti, perché riconoscono che il lavoro che si fa é molto importante per i loro figli. D: hai avuto paura, i primi giorni, delle bande criminali? R: C’é sempre un pó di paura, bisogna stare attenti a non andare nei posti dove si sa che le bande vivono e si muovono.. D: quel è stato il primo cibo che hai assaggiato? R: Il primo cibo che ho assaggiato é un piatto tipico con uova, fagioli, aguacate e formaggio. D: quale è stato quello più buono? R: Le pupusas.... D: quanto tempo ci hai messo a imparare la lingua? R: Ho fatto presto a impararla, se no nessuno mi capiva... D: Ai bambini hai mai fatto assaggiare dei cibi italiani? R:Una volta al mese facciamo la settimana della nutrizione, e il venerdí di questa settimana facciamo un pranzo alla guarderia per tutti i bambini e ogni mese cerchiamo di cucinare qualcosa di diverso. In febbraio per esempio é venuta una amica dal Giappone e ha cucinato giapponese per i bambini, poi sono venuti degli amici dall’Italia e abbiamo fatto cucina italiana...gli abbiamo fatto anche una torta! Lettera a un professore di Asia Vacondio Caro professore, le scrivo dall’altra parte. Ricapitolando: lei è un professore di matematica, ha un contatto diretto con i ragazzi, che definisce “una confusione totale”. Lei vuole risposte, anche per come comportarsi con i giovani d’oggi. Io cercherò di rispondere a tutte le sue domande, essendo anch’io in questo periodo critico dell’adolescenza. Esigo che lei mi stia ad ascoltare perché, se si distrae, non capirà più di tanto. “Una confusione totale” mi suona come un’offesa. Noi non lo siamo. Personalmente io non credo che resisterebbe alla nostra età. Troppo grandi per essere bambini, troppo piccoli per essere adulti. E’ una buona posizione? Lascio a lei la risposta. Come mi ha spiegato, i suoi studenti li trova svogliati e sempre con la risata pronta. Non si è accorto che molti di loro si nascondono dietro quella risata? Forse perché non si sentono “abbastanza”. Ora le sarà passata per la testa l’idea che diciamo delle cavolate. Sto cercando d’avere un gergo “sofisticato”, ma sono pur sempre una quattordicenne e non devo scusarmi per questo. Non si possono sentire “abbastanza” per vari motivi. Uno di questi, al giorno d’oggi, per le ragazze, ma non solo, sono i canoni di bellezza che appaiono nelle pubblicità. “Se sei magra/o, avrai tanti amici e riceverai attenzione da tutti”. Ma vede come siamo ridotti? O anche lei è cieco? Se sei qualche chilo in più, non sei perfetta/o e ciò significa che non vai bene. Ecco perché i ragazzi cadono in fondo. Penso che questa sia ignoranza allo stato puro. Non dilungo il discorso perché se no sarebbe un macello. Un altro motivo è il fatto che i ragazzi non vengono mai ascoltati. Arrivano a casa e molti vengono criticati per quello che fanno. A scuola sei un numero. Se sei un “otto” non c’è di che preoccuparsi. Ma se sei un “cinque”? Automaticamente lo sei anche a casa. Perché? Perché verrai criticato per il tuo basso impegno. E non ti faranno esporre il tuo pensiero su quel voto; quel voto che in fondo non t’appartiene. Le persone pretendono così tanto da noi, che a volte dimenticano d’esserci passati anche loro. Che poi, professore, la vostra adolescenza non c’entra niente con la nostra, la quale è più complicata. Forse perché anche la società è andata in basso. Poi, ovvio, alcuni problemi persistono da sempre: i litigi, le delusioni amorose ecc. Voi eravate più liberi. Potevate andare in giro senza problemi. Ora questa libertà non data, la giustificate con le persone pervertite che ci sono in giro. Ma mi scusi, anche quando lei era giovane ce n’erano. Sì, forse di meno, ma eravate a “rischio” anche voi giovani d’allora. Quindi mi viene da pensare, che quella che usate voi “adulti” sia una scusa. Pensi, i ragazzi non possono nemmeno amare liberamente. A me personalmente piace il genere maschile. Ma se non fosse così? Verrei anch’io presa in giro? Naturalmente sì. Mi scusi, ma l’amore è amore e io non trovo alcuna differenza tra uomini e uomini, donne con donne. Ma sa, qua pure i politici sono ignoranti. In sintesi, noi siamo quel che siamo. Non siamo tutti svogliati, molti sono solo stanchi. Stanchi di vivere dietro le sbarre. Abbiamo anche noi dei valori, e mi creda non sono superficiali. Siamo maleducati? Sì, alcuni forse sì; altri invece si sono stancati di seguire determinate regole. Vogliono sbagliare? Li lasci sbagliare. A volte “sbagliare” serve, professore. Mi raccomando, se non ha capito la mia risposta alle sue domande, si concentri e la rilegga tre volte, se necessario. Siamo una confusione totale? Beh allora siamo una confusione bellissima. Arrivederci professore. www.internet.it di Giovanni Boni e Luca Ruozzi Noi tutti conosciamo internet, però non sappiamo come sia nato. In questo articolo vi spiegheremo in due righe la sua storia e la sua evoluzione: • Lo sviluppo dei calcolatori elettronici e l’uso strategico della loro potenza di calcolo rende indispensabile la realizzazione di un metodo veloce e sicuro di scambio di dati tra calcolatori distribuiti sul territorio nazionale a grandi distanze tra loro. Nel 1969 nasce la prima rete: ARPANET • 1971 Nasce @ usato nel primo programma di posta elettronica per ARPANET, le reti per lo scambio di dati tra calcolatori • 1984 L’Europa aggiorna la sua rete al protocollo e nasce la rete delle reti: nasce il World Wide Web • 1991 nasce WWW e HTML • 1995 Internet Explorer: prima pagina web creata • Nel 1998 nasce Google che presto si afferma come motore di ricerca più usato • Il nuovo millennio porta ad una ulteriore evoluzione del Web: il Web 2.0. La prima versione del Web, il Web 1.0, quello degli anni ‘90, è “statico”, con poca interazione con l’utente. Il Web 2.0 permette invece uno spiccato livello di interazione tra il sito e l’utente mediante blog, forum, chat e sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, ecc.. Internet è stata una grande invenzione, però in questi ultimi anni con la creazione dei blog, chat e forum le persone si creano il loro “io online” e passano sempre più tempo sul computer. CINEMA The Great Debaters di Samuel Di Marzo e Francesca Pontone (Il potere della parola) USA 2007, drammatico, diretto e interpretato da Denzel Washington, durata 127 minuti « Ma il mio avversario sostiene che non è ancora arrivato il giorno in cui bianchi e neri vadano nello stesso college, dividano la stessa università, entrino nella stessa classe. Beh mi potreste cortesemente dire quando arriverà quel giorno? Arriverà domani? Arriverà la prossima settimana? Tra un centinaio di anni? Mai? No! Il tempo per la giustizia, il tempo per la libertà e il tempo per l’uguaglianza è ogni giorno, ogni giorno è adesso. » (Samantha Booke al discorso contro l’università di Oklahoma). Il film, ambientato nel 1935, è basato sulla storia vera di Melvin B. Tolson, un professore del Wiley College, stato del Texas. Il professor Tolson, dopo un’accurata selezione (si parte da 360 studenti per poi sceglierne 45 e arrivare alla fine a soli 4), sceglie i componenti del gruppo dei “debaters”. Sono Henry Lowe (che lo stesso professore ha salvato qualche giorno prima da un possibile omicidio in una rissa), Samantha Booke (unica, e prima, donna a partecipare all’esperienza), James Farmer Jr. (quattordicenne, figlio dell’illustre James Farmer) e infine Hamilton Burgess. Con loro forma la prima squadra della scuola, nella quale la ragazza e il più giovane del gruppo saranno le due riserve. Sia il piccolo James Farmer che Henry si innamorano di Samantha, ma lei ricambia i sentimenti del ragazzo più grande causando un notevole disagio nel più giovane del gruppo. Gli allenamenti al dibattito cominciano. Il professor Tolson, che un giorno viene coinvolto in un dibattito con i suoi allievi, fa sfoggio della sua cultura citando Willy Lynch, schiavista, da cui deriva il termine linciaggio. La prima sfida degli studenti è contro un college famoso, il Paul Quinn College, composto da soli neri. In questo dibattito, citando la locuzione latina “solitudinem faciunt, pacem appellant” riescono ad ottenere la prima vittoria. Si susseguono molte altre vittorie e si arriva infine alla sfida con l’università di Oklahoma. A questo punto, però, Hamilton Burgess lascia il gruppo, per paura di possibili ritorsioni. Samantha sostituisce Hamilton, e, nel suo primo dibattito ufficiale, racconta del sergente Crocker (l’ultimo soldato ad essere ucciso il 13 maggio 1865 nella guerra civile), di Henry Johnson e Needham Roberts, tutti eroi afroamericani. Samantha termina ribattendo all’avversario (secondo il quale non era ancora il tempo in cui neri e bianchi potessero studiare negli stessi college) che il tempo per l’eguaglianza dei diritti deve essere sempre ‘oggi’. Dopo altri sforzi e altri dibattiti sulla discriminazione razziale, la squadra di Tolson riesce a confrontarsi, tra le tante, con la squadra di Harvard, e vince grazie all’ultimo discorso tenuto dal più giovane del gruppo. La Rivoluzione Ludica di Emanuele Caruso e Sebastian Florin Tudor L’ uscita della nuove console PS4 e XBOX ONE ha rivoluzionato il concetto di gioco e pian piano sta raggiungendo prestazioni che pochi anni fa era possibile raggiungere solo con l’immaginazione. Anche i nuovi videogiochi sorprendono le aspettative dei gamers, essendo molto più realistici e coinvolgenti di come ci si aspettava. Noi vi spiegheremo tutte le evoluzioni che le console e, di conseguenza i videogames hanno compiuto col passare del tempo. La prima console è la Magnavox Odissey presentata per la prima volta nel 1971, il gioco per essa più diffuso è “pong”, esso consisteva nel muovere una stanghetta e colpire una pallina facendola rimbalzare e rimandandola indietro; lo scopo del gioco era fare in modo che l’avversario o il computer non riuscissero a prendere la pallina. Dopo ciò venne l’Atari, la prima società che produsse console domestiche. L’ Atari 2600, è stata la console più venduta dall’ Atari, con oltre 30 milioni di pezzi (più dell’XBOX o della play station 4 e l’XBOX ONE assieme) e il gioco più venduto per essa è stato PAC-MAN (7 milioni di pezzi). La console considerata da tutti la più importante nella storia del retrogaming è il Commodore 64 (abbreviazioni diffuse: “C64”, “C-64”, “C= 64”, “CBM 64”, “64”) esso è principalmente un home-computer, presentato mondialmente il 6 giugno 1982 e in Italia il 17 settembre 1982. E’ stato commercializzato dal agosto 1982 fino a quando non andò fuori produzione nel 1993. Se guardiamo il processore del C64 e uno qualsiasi del mercato attuale notiamo che la differenza di velocità di trasmissione dati (che, a grani linee, possiamo intendere come potenzavelocità del computer) è altissima, al minimo è di 500/1000 volte, ma, può addirittura arrivare ad essere 4000 volte più veloce, se lo compariamo con i processori più potenti di adesso (ciò per farvi capire quanto velocemente si sono evoluti i computer.) Avanzando nel tempo, nel 1989 la Nintendo realizzò il famosissimo Game boy Advance, i suoi giochi più famosi furono la prima generazione Pokemon, The Legend of Zelda e il conosciutissimo Super Mario. Nel 1994 la Sony lanciò una console che avrebbe rivoluzionato il mondo video ludico: la play station 1! Il gioco più diffuso per essa era il primo Gran Turismo con oltre 10,95 milioni di giocatori. La Sony a quei tempi non poteva sapere che la concorrenza della Microsoft era dietro l’angolo,appunto essa creò la Xbox che è stata messa in vendita il 15 novembre 2001 nel Nord America, il 22 febbraio 2002 in Giappone e il 14 marzo in Europa e Australia.La Xbox ebbe un successo minore ma inaudito,oltre 8,49 milioni di copie del suo gioco più diffuso,”Halo 2”.Ancora oggi la Sony e la Microsoft sono in un’accanita concorrenza. Dipendo, da chi dipendo? di Alessia Mineo Rispetto al passato, quando l’uso di sostanze veniva considerato un comportamento “deviato”, oggi si riscontra una sorta di “normalizzazione del consumo”che porta giovani e meno giovani a ritenere “ normale” l’uso di sostanze. Gli operatori hanno messo in particolare evidenza il pericolo di assumere “mix” di diverse sostanze. Alcol, droghe, psicofarmaci, ecc. Essi sono i “passatempi” dei giovani adolescenti di oggi. Nella società attuale i ragazzi vengono bombardati da stimoli, input, informazioni con una frequenza velocissima ed é difficile non andare fuori di testa cercando di stare dietro a tutto questo. Adulti e giovani si sentono come sospesi in un universo immaginario. L’abuso di alcol, droghe stimolanti e l’uso di queste sostanze nasce proprio da questo voler fuggire dal mondo. Lo sballo a tutti i costi viene ricercato continuamente per riuscire a non pensare. LA DIPENDENZA DAL CELLULARE Come la televisione ed il computer, anche il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico di crescente utilizzo che, come dimostrano recenti studi, é anche un oggetto verso il quale si può sviluppare una vera e propria dipendenza. Con la crescita del numero e dei modelli di cellulari, si assiste infatti all’incremento di casi di quella che é già diventata una “malattia sociale”, che e’ stata definita “telefonino – dipendenza”. Una delle principali funzioni psicologiche del cellulare é quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni. Gli adolescenti sono spesso esempio dell’utilizzo del telefonino come strumento di difesa per affrontare le insicurezze nella comunicazione; i genitori invece trovano nel telefonino una risposta al proprio bisogno di restare costantemente presenti nella vita dei propri figli. I rischi dell’abuso di queste funzioni sono maggiori nei ragazzi, in quanto l’età evolutiva é il momento dell’apprendimento delle modalità di contatto sociale reale e delle capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni. 3 Talking Fashion Abbigliamento: uno stress di Agata Bottazzi e AssiaTaroum La decisione più difficile per i ragazzi d’oggi? L’abbigliamento di tutti i giorni! La prima suddivisione è tra femmine e maschi… Le ragazze di solito si vestono con colori neutri cioè beige, bianco, panna, marrone, etc. oppure i colori accesi per esempio fucsia, giallo, verde, azzurro e arancione. Ma la nostra vera passione sono le scarpe, di tutti i tipi: con i tacchi, le All Star , le Adidas, gli stivali, le ballerine, i sandali dei romani, le Dottor Marten’s alte oppure basse (spesso di colore nero). Poi vengono i cosiddetti “completi”, realizzati con pantaloni stretti ma abbastanza comodi e spesso con i risvoltini alla fine(per le femmine). Invece i maschi si mettono le calze lunghe al di sotto del ginocchio di vario tipo come le calze dei Simpson oppure con il simbolo della marijuana, giocatori di basket etc. e con un paio di jeans sopra, con molti risvoltini, per fare vedere le calze. Infine una maglietta lunga a monospalla di vario genere o maglie di giocatori americani di basket. Alla fine ci sono i capelli, che in questo periodo vengono sempre legati con una treccia semplice, una treccia a lisca di pesce, sciolti oppure tagliati molto corti: uno stile un po’ maschile ma con un ciuffo, per fare in modo che risulti più femminile. Se poi noi femmine vogliamo essere al massimo splendore ci possiamo anche truccare, ma in ogni luogo in modo diverso: a scuola matita o mascara; per uscire matita, ombretto, mascara e lucidalabbra; con le amiche come si desidera. Se vogliamo essere coordinate anche con le unghie ci possiamo dare lo smalto: di questi tempi i colori accesi sono in gran voga tra le ragazze di 11-13 anni, mentre quelli più spenti vanno forte tra le adolescenti di 14-20 anni. I maschi, invece, si dividono in due gruppi: i ragazzi di 11-13 anni e quelli di 14-20 anni. Il primo gruppo si veste con capi d’abbigliamento molto comodi: tuta o jeans, T-shirt e felpa, scarpe da ginnastica (soprattutto All Star). I capelli nella maggior parte dei casi non vengono proprio pettinati, ma solo “smossi”. Il secondo gruppo si veste con magliette a V e dei maglioni (cardigan di solito) e i pantaloni rimboccati alla fine,facendo intravedere le caviglie oppure le calze. I capelli vengono pettinati con un ciuffo, spesso di taglio corto. Le scarpe più gettonate sono Adidas,mocassini di camoscio o Dottor Marten’s. Poi ci sono delle persone che hanno degli stili diversi di abbigliamento, “privi di emozioni” per loro stessa affermazione: sono i dark, i punk e gli emo. Hanno la pelle chiarissima e il loro colore preferito è il nero. Ci sono anche quei giovani che vorrebbero tornare a vestirsi come negli anni ’60-’70 e si vestono con i jeans a zampa di elefante e camicie (di solito i maschi) e con pantaloni e camicie colorate con fantasie e un cerchietto sopra la fronte (generalmente le femmine). Infine ci sono i cosiddetti fairy, che sono dei ragazzi che vestono con colori esplosivi (nel senso di molto sgargianti). LIBRI di Alessia Albertini e Siryia Scognamiglio In questo numero de L’enjambement, dato il tema, vi proponiamo diversi libri che hanno in comune un cambiamento, l’inizio di una cosa nuova. Il tema della rivoluzione ha molti significati diversi e in questi libri si può notare la vastità di questo tema. La rivoluzione russa di Wood Anthony L’autore inizia la sua esposizione del 1917 richiamando innanzitutto il contesto dove la rivoluzione ebbe luogo; egli mostra le condizioni dell’impero zarista all’inizio del secolo e mostra anche i tentativi di riforma dall’alto che furono fatti dallo zar Nicola II e misura l’impatto che ebbero sulla Russia la rivoluzione del 1905 e la prima guerra mondiale. Nella seconda parte Wood parla anche della rivoluzione, della caduta della zar e dei primi governi provvisori, sino alla presa del potere da parte dei bolscevichi. Infine Wood riassume le conseguenze immediate della rivoluzione bolsce vica e l’uscita dalla prima guerra mondiale HEAT: la sfida 4 di Leonardo Fazio e Alice Garlassi H.E.A.T. è l’acronimo di High Energy Aerobic Training, in italiano Allenamento Aerobico ad Alta Energia. Si tratta di un nuovo sistema di allenamento sviluppato da due allenatori italiani in grado di fare rivivere in palestra il gusto delle passeggiate in montagna, quando la possibilità di fare attività all’aperto è resa impossibile a causa del maltempo o del freddo eccessivo. L’High Energy Aerobic Training si pratica quindi al chiuso, in gruppo, con l’ausilio di una base musicale. Tutto il lavoro si svolge su un tappeto di nuova concezione denominato Maxerrunner appositamente sviluppato per questo tipo di attività. La macchina non è alimentata a corrente elettrica, l’unica energia usata è quella cinetica prodotta dal lavoro umano. È infatti l’utilizzatore che a seconda del passo decide il tipo di sforzo, compresa l’inclinazione. Si inizia piano per arrivare ad un ritmo più veloce con inclinazioni della pedana sino a 40° MUSICA di Thomas Tinterri CD senz’anima? La musica del nuovo secolo è caratterizzata da una rivoluzione , quella digitale , quella di Internet, dell’MP3 e da un declino, quello del supporto fisico tradizionale. Questa rivoluzione e questo declino hanno finito per cambiare profondamente lo scenario conosciuto, la percezione della musica e del mercato musicale, nonché la produzione e la creatività. La rivoluzione digitale sta travolgendo il mercato discografico . Nessun altro mercato è stato modificato così profondamente dall’avvento di Internet e dall’elettronica. Il mercato della musica, per come l’abbiamo fino ad oggi conosciuto, ha imboccato la strada del declino, segnato dal crollo delle vendite dei CD e LP. La musica è dovunque: nelle radio che diffondono migliaia di canzoni, nelle televisioni, nella pubblicità, dove è diventata spesso predominante. E poi nei supermercati, negli ascensori, nei negozi e nelle automobili, creando una sorta di colonna sonora costante che spesso diventa irriconoscibile melodia, ritmo senza senso o rumore di fondo. La musica perde valore, costantemente, inesorabilmente, si trasforma in prodotto da catena di montaggio, con gruppi musicali tutti uguali, boyband prodotte a tavolino e giovani stelline che sono spesso vestite soltanto di qualche microfono. E più perde valore, più si trasforma in un oggetto di consumo, meno trova acquirenti, persone disposte a spendere soldi per comprare i dischi. Il disco, da quando si è trasformato in CD, ha perso gran parte del fascino che aveva avuto negli anni precedenti. Da oggetto di culto in vinile da conservare gelosamente, da collezionare, è diventato un piccolo pezzo di plastica, freddo e senza anima, che non contiene più qualcosa che valga la pena di conservare a lungo. La rivoluzione comincia da noi di Kirshnamurti Jiddu Molto bello, fin dal titolo: sono davvero disposte le persone a rivoluzionare loro stesse ? però sanno cosa vuol dire cambiare ? Kirshnamuti propone all'essere umano di fermarsi ad osservare il funzionare della propria mente. Il cambiamento non può essere mai frutto di se stessi e non può essere provocato da un atto di volontà nè dall'ambizione di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è. Non è qualcosa che si possa spiegare e comprendere a parole, è qualcosa attraverso cui bisogna passare, la propria esperienza e l'unica chiave è quella della consapevolezza. (...) Ma glielo dovetti dire. Andai a casa sua e decisi di parlarle. Dopo lunghe settimane di assenza, la rividi. Era bella come sempre, forse anche di più. La riguardai negli occhi prima di andarmene, come se fosse stata l’ultima volta. “E se avessi voglia di abbracciarti?” dissi sospirando. “E se ne avessi voglia anche io?” aggiunse lei. Le sorrisi, quasi con le lacrime agli occhi e la avvolsi in un abbraccio. Furono gli ultimi dieci minuti più belli della mia vita. Le baciai lentamente le labbra e sentii tutto il tempo volare via, come se avessi lottato tanto, ma non abbastanza. Era un lunedì mattina quando partii. Dopo essere stato tutta la notte con gli occhi sgranati e pieni di lacrime a fissare il vuoto, ero privo di forze. Preparai il trolley con i vestiti e il necessario per andarmene. Poi mi fermai davanti allo specchio. Mi guardai da capo a piedi e una goccia salata mi rigò il viso. Che cosa avevo fatto per meritarmi tutto ciò? Forse davvero mio padre non mi voleva. Se doveva trovare il modo per mandarmi via e non farmi più tornare, l’aveva trovato. Guidando la valigia fino alla porta di ingresso, salutai mia madre che mi strinse a lei e scoppiò in un pianto soffocante; mio padre prese il bagaglio e lo condusse alla macchina sbuffando. Dopo qualche ora facevo già parte della United States Army. Continua...