Solvente
Definizione
Ciò che permette di portare una
sostanza (soluto) in soluzione, in
cui è presente in elevata quantità.
Solvente industriale
Definizione
Liquido in grado di formare
un’unica fase con altre sostanze
organiche senza reagire
chimicamente con esse
Solventi industriali
Caratteristiche generali:
– liquidi
– organici
– lipofili
– volatili
Solventi industriali
Esposizione professionale
– via inalatoria
– transcutanea
Solventi industriali
Utilizzo:
– estrarre
– applicare
– trattare
– sciogliere
– fluidificare
Solventi industriali:
classi chimiche
• Idrocarburi
–
–
–
–
alifatici
aliciclici
aromatici
clorurati
• Alcoli
• Glicoli
• Chetoni
• Esteri
• Eteri
Solventi industriali:
effetti acuti
• Irritanti:
– mucose, vie aeree, cute
• Neurotossici SNC:
– ~anestetici
Solventi industriali:
effetti cronici
Classe
chimica
Effetti specifici
Usi industriali
Polineuropatia
Collanti,
carburanti,
pulitura a secco
Anemia aplastica
Leucemia
Benzine
Xilene,
Toluene
Tossicità vestibolare
Vernici, inchiostri,
collanti
Stirene
Effetti neuroendocrini Materie plastiche
e comportamentali,
asma
I. ALIFATICI
n-Esano
I. AROMATICI
Benzene
Solventi industriali:
effetti cronici
Classe chimica
Effetti specifici
Usi industriali
I. CLORURATI
Tricloroetilene Epatotossici (?),
Sgrassanti, gomme,
Tetracloroetilene nefrotossici (?),
pulitura a secco
cardiotossici
Sospetti cancerogeni
Cloruro di
metilene
Metabolizzato a CO
Svernicianti
Tetracloruro di C Tossicità epatica e
Estintori
renale, tumori epatici
Solventi industriali:
effetti cronici
Classe
chimica
ALCOLI
Metilico
Effetti specifici Usi industriali
Neuropatia
ottica
GLICOLI
Etilenglicole Nefrotossico
CHETONI
MBK
Sintesi chimiche
Vernici, inchiostri
Polineuropatia Diluenti, resine,
collanti
Solventi industriali:
cancerogeni
Nome
Classificazione
ACGIH
Acrilonitrile
A3
Benzene
A1
Idrazina
A3
Tetracloruro di C
A2
Tetracloroetilene
A3
Cloruro di metilene
A3
SOSTANZE PERICOLOSE
Questi agenti dovranno essere dotati dell'etichetta e della
scheda di sicurezza, alla quale deve poter aver accesso il
lavoratore
Secondo il DM 4 aprile 1997 il fabbricante, l’importatore ed il distributore che immettono sul
mercato una sostanza pericolosa devono fornire gratuitamente al destinatario della sostanza
stessa una scheda informativa di sicurezza in occasione o anteriormente alla prima
fornitura.
ETICHETTA
Deve contenere:
– Nome chimico
– Simboli di tossicità /
nocività (T, Xi, C, F, ...)
– Frasi di rischio (R)
– Consigli di sicurezza (S)
PERICOLI FISICO CHIMICI (RISCHI PER LA
SICUREZZA secondo le linee guida ISPELS)
Sono i rischi dovuti a sostanze:
• Esplosive:
Possono esplodere,
deflagrare anche senza l’azione
atmosferico (simbolo E)
detonare o
dell’ossigeno
• Comburenti: A contatto con altre sostanze,
soprattutto se infiammabili, provocano una forte
reazione esotermica (simbolo O)
• Infiammabili (simbolo F)
• Facilmente infiammabili (simbolo F)
• Estremamente infiammabili (simbolo F+)
PERICOLI FISICO CHIMICI (RISCHI PER LA SALUTE
secondo le linee guida ISPELS)
Possono produrre effetti:
• Corrosivi:
Possono
esercitare
un’azione distruttiva nel contatto
con tessuti vivi (simbolo C)
• Irritanti: Pur non essendo corrosivi,
possono produrre al contatto diretto,
prolungato o ripetuto con la pelle o
le
mucose
una
reazione
infiammatoria (simbolo Xi)
• Sensibilizzanti:
gli
effetti
consistono in dermatiti e forme
asmatiche (simbolo Xn)
Possono produrre effetti specifici sulla salute:
•
•
•
Cancerogenicità: per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea
possono produrre il cancro o aumentarne la frequenza (simbolo T)
Mutagenicità: per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea
possono aumentare la frequenza delle mutazioni a livello di materiale
genetico (simbolo T)
Tossicità per la riproduzione: Per inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo possono provocare o rendere più frequenti
effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o
delle capacità riproduttive maschili o femminili.
PERICOLI ECOTOSSICOLOGICI
La
classificazione
“PERICOLOSO
PER
L’AMBIENTE” è intesa come un avvertimento dei possibili
danni che la sostanza può provocare nell’ambiente, tenendo
presente sia i danni immediati che quelli differiti per una o più
componenti ambientali (simbolo N)
SCHEDA DI SICUREZZA
Informazioni sul prodotto (16 voci), fornite dal
venditore e a disposizione dell’utilizzatore
1 Identificazione chimica del prodotto
(nome, CAS, formula) e della società
2 Composizione, informazioni sugli
ingredienti
3 Identificazione dei pericoli
4 Misure di primo soccorso
5 Misure antincendio
6 Misure in caso di fuoriuscita
accidentale
7 Manipolazione e stoccaggio
8 Controllo dell’esposizione protezione
individuale
9 Proprietà chimiche e fisiche
10 Stabilita e reattività
11 Informazioni tossicologiche
12 Informazioni ecologiche
13 Modalità di smaltimento
14 Informazioni sul trasporto
15 Informazioni su regolamentazione
16 Altre informazioni
Esempio frasi di rischio
contenute nell'allegato III del decreto del Ministro della sanità 28 aprile 1997
R1 Esplosivo allo stato secco.
…………………………………
R10 Infiammabile.
R11 Facilmente infiammabile.
R12 Altamente infiammabile.
………………………………….
R45 Può provocare il cancro.
R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
R47 Può provocare malformazione congenite.
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione
prolungata.
R49 Può provocare il cancro per inalazione.
R36 Irritante per gli occhi
R37 Irritante per le vie respiratorie
R38 Irritante per la pelle
R42 può provocare sensibilizzazione per inalazione
R43 può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
Benzene
C 6H 6
Esposizione a benzene
Naturale:
- incendi boschivi
- infiltrazioni greggio
Antropogenica:
- processi industriali
- emissioni autoveicoli
- fumo di sigaretta
Evoluzione storica dell'esposizione
professionale a benzene
Livelli (mg/m3)
Industria
Anni '60
Calzaturifici
Rotocalcografia
Gomma
100 - 2000
30 - 3500
64 - 80
Anni 70-80
Calzaturifici
Rotocalcografia
Gomma
2 - 40
0.1 - 2
0.1 - 2
Anni '90
< 0.1
Rischio benzene
Popolazione generale
- Fumo di sigaretta (attivo/passivo)
- Combustione
- Prodotti di consumo
- Materiali costruzione, arredi
- Aria esterna
Professionale
- Distribuzione e trasporto carburanti
- Industria petrolchimica, chimica,
farmaceutica
- Meccanici
- Vigili urbani
Concentrazioni ambientali di benzene in varie occupazioni
Legislazione
Legge 245/63:
- limitazione uso benzene e suoi omologhi
- contenuto benzene nelle miscele di solventi <2%
DLgs 66/2000:
- limite di 3.25 mg/m3 (1 ppm) di benzene in aria ambiente di lavoro;
Decreto del Ministero dell'Ambiente del 25/11/94 per gli ambienti di vita:
- limite di 10 mg/m3 dal 1 gennaio 1999
Patologia da benzene
Acuta:
- irritante
- neurotossico
Cronica:
- mielotossico
- genotossico
- cancerogeno
Esposizione a benzene e rischio
teorico di leucemia negli Stati Uniti
Attività/
esposizione
Introduzione/
die (mg)
Casi/
anno(a)
Occupazionale
10000
10
Fumo
1800
500
Fumo passivo
50
50
Aria esterna
120
150
Guida automobili
40
40
Rifornimento di
benzina
Altre attività
10
5
150
200
Totale
(a)= rischio unitario di 8x10-6 (mg m-3)-1 da Wallace et al, 1989
960
Vie metaboliche del benzene e metaboliti ad escrezione urinaria
Monitoraggio biologico
Metabolita
BEI
(ACGIH)
Prelievo
Benzene-S
n.d.
Benzene-U
n.d.
Ac. S-Fenilmercapturico-U
25 mg/g creat.
f.t.
Ac. t,t-muconico-U
500 mg/g creat.
f.t.
Mielotossicità del benzene
Metaboliti tossici del benzene (chinone epossido)
Arresto mitosi in metafase
Citopenia periferica:
anemia
leucopenia
trombocitopenia
Pancitopenia
Aplasia midollare
Polimorfismi di Citocromo (PYP2E1), glutation transferasi (GSH) e
chinone reductasi (QR) nella sucettibilità all’emotossicità del benzene
Diagnosi di emopatia da benzene
- Esposizione
- Emocromo
- Mielogramma
Cancerogenesi da benzene
-Leucemia acuta (AML)
emocitoblastica
mieloblastica
leucopenica
- Leucemie croniche (?)
Livelli di esposizione ed effetti del
benzene
Effetto
Dose (ppm)
Emotossicità
50-100
Genotossicità
1-10
Cancerogenicità
??????
1.5
basse dosi
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