Rita Minello
L’approccio integrato di Gordon
I testi di riferimento
Rogers C., La terapia centrata sul cliente, Ed. Martinelli, Firenze, 1970
Gordon Th., Insegnanti efficaci. Il metodo Gordon: pratiche educative
per insegnanti genitori e studenti, Giunti Lisciani, Teramo, 1991
LA COMUNICAZIONE EFFICACE: L’EMPATIA
L'empatia nasce con Carl Rogers negli anni 5O. Rogers, psicologo
umanista, notò che tre erano le condizioni necessarie e sufficienti
per produrre un cambiamento positivo in una persona.
Cambiamento positivo significa che se una persona vive una
situazione di conflittualità, di confusione, di malessere, rispetto ad
una certa situazione, queste tre condizioni che ora vedremo, sono
capaci di far evolvere la persona verso il superamento della
difficoltà e quindi verso la crescita.
Per meglio definire l’empatia, possiamo operare una
prima chiarificazione rispetto al termine simpatia.
La simpatia è diretta alla struttura esterna di riferimento della persona,
alle sue caratteristiche esplicite.
Nella relazione simpatica si tende a formare categorie di persone, a
classificarle, a uniformarle; a valutarle in relazione alle proprie affinità, al
proprio modo di pensare; si attribuiscono agli altri le proprie emozioni e
sensazioni, come fossero un’estensione della propria personalità.
La simpatia, importante nelle dinamiche delle relazioni umane dove c’è
necessità di sentirsi emotivamente sostenuti anche se non si è compresi,
è in effetti una modalità relazionale discriminante, tendente
all’assimilazione o all’esclusione.
Rogers parla invece di considerazione positiva
incondizionata, dove le congruenze e le incongruenze del
cliente non sono discriminate ma accolte.
Empatia non è però sinonimo di distanza/vicinanza emotiva.
Non significa essere più buoni. Si può essere empatici e allo stesso
tempo mantenere la distanza.
L’empatia è inoltre diversa dal contagio emotivo; è un processo
che implica l’esercizio della propria volontà.
L’empatia è intelligenza percettiva, modalità relazionale cognitiva
di ordine sia verbale che non verbale.
Le tre condizioni:
•L'empatia: capacità di mettersi nei panni dell'altro, pensare e
sentire "come se" si fosse l'altro, mantenendo nel contempo il
contatto con se stesso e con le proprie emozioni.
•La congruenza: stato di accordo interno.
•L'accettazione positiva dell'altro: presuppone una visione
alterocentrica della vita, secondo la quale si dà per scontato che
ogni persona è diversa dall'altra
In proposito Rogers osservava:
Ponendo che ci sia
a) una minima volontà da parte di due persone di relazionarsi;
b) una capacità e una minima volontà di entrambi di ricevere informazioni
dall'altro;
c) un rapporto che esiste da un certo e per un certo periodo di tempo,
… allora si ipotizza come valida la seguente relazione:
Maggiore è la capacità di comunicazione in uno dei due individui, più la
relazione con l'altro che ne deriva assumerà una tendenza alla
comunicazione reciproca, che si caratterizzerà per una sempre maggiore
congruenza, una tendenza alla comprensione più adeguata delle informazioni
da parte di entrambi, un migliore adattamento psicologico, quindi un migliore
funzionamento di tutti e due e una soddisfazione reciproca per la relazione
intrattenuta.”
Empatia = struttura di accoglienza
L'ascolto empatico rappresenta quindi una struttura psicologica di
accoglienza, nel senso che l'empatia comporta il "sentire" e
"l'essere consapevole" delle proprie emozioni, (congruenza), ma
anche il "sentire " e "l'essere consapevole" delle emozioni dell'altro
(empatia in senso stretto). Questo processo determina la capacità
dell'io di relazionarsi e quindi è indice di maturità affettiva
(posizione alterocentrica).
Il processo alterocentrico rappresenta il presupposto per la
negoziazione dei reciproci punti di vista e quindi, di conseguenza,
della prevenzione dei conflitti.
PRIVILEGIARE LO STILE DI COMUNICAZIONE
ASSERTIVO
Lo stile di comunicazione ha a che fare con il modo in cui si
dicono le cose. Infatti se il "come" piace si ascolterà anche il
"che cosa".
Quando si comunica qualcosa è soprattutto importante dire ciò
che si vuole dire in modo chiaro e comprensibile all'altro ed
inoltre è importante esplicitare le proprie intenzioni in modo
rispettoso verso l'altro, nel senso che, ciò che viene detto non
deve sottintendere "manipolazioni".
Tre sono gli stili di comunicazione principali:
- lo stile AGGRESSIVO che è quello che sottintende una minaccia (Es. "Se non fa questo
lavoro non la mando in ferie"). Questo tipo di messaggio suscita nell'ascoltatore senso di
frustrazione, quindi aggressività, che il soggetto può "esplodere" cioè indirizzare verso
l'esterno, oppure "implodere", cioè rivolgere verso se stesso, con conseguenze di tipo
depressivo o psicosomatico.
- lo stile VITTIMISTICO è quello stile che il parlante adotta enfatizzando il proprio disagio
come conseguenza del comportamento dell'altro. (Es. "Se non fa questo lavoro io sarò
rovinato!"). Questo tipo di messaggio metacomunica ansia e pericolo e provoca come
conseguenza nell'ascoltatore o senso di colpa o rabbia-disappunto, se percepisce la
manipolazione.
- lo stile ASSERTIVO consiste nel dire le cose con chiarezza attraverso l'uso del messaggio in
prima persona. (Es. "Penso che sia necessario che lei faccia questo lavoro per poi poter
andare in ferie"). Il messaggio in questo caso è trasparente e dettato dalle esigenze della
realtà. Suscita senso di responsabilità, senza provocare sentimenti negativi.
Lo stile di comunicazione assertivo rappresenta uno strumento di gestione e di superamento
della resistenza al cambiamento, perché attraverso questo stile, il leader si pone in modo
deciso e responsabile e come tale, affidabile e rassicurante. Questo atteggiamento è
pertanto lenitivo rispetto all'ansia del dipendente.
Possiamo così sintetizzare i caratteri fondamentali della
pedagogia rogersiana:
qualsiasi insegnamento può diventare interessante se viene
proposto da “un insegnante che abbia appreso il modo corretto di
rapportarsi con gli studenti, instaurando una relazione di
reciproco rispetto
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Gli esseri umani sono dotati di una naturale tendenza a conoscere, a capire e ad
apprendere (motivazione cognitiva);
L’apprendimento è veramente significativo quando il “contenuto” è vissuto dallo
studente come rilevante per la soddisfazione dei suoi bisogni e la realizzazione delle
sue finalità personali;
L’apprendimento che implica un cambiamento nella percezione di sé e nei propri
atteggiamenti è avvertito come una minaccia e tende a suscitare resistenze;
Quando le minacce dall’esterno sono ridotte al minimo, l’apprendimento avviene più
facilmente ed efficacemente;
L’apprendimento significativo nasce dall’esperienza e dal fare: quando lo studente è
parte attiva del processo di insegnamento–apprendimento;
L’apprendimento auto-promosso e auto–gestito, quello che coinvolge il sentimento
oltre che l’intelletto, è più duraturo e pervasivo;
L’auto-valutazione e l’autocritica facilitano molto di più lo sviluppo dell’autonomia,
dell’auto-fiducia e della creatività che non la valutazione esterna;
L’apprendimento più utile nel contesto socio–culturale attuale è quello che riguarda il
processo stesso dell’apprendere: l’essere costantemente aperti all’esperienza e
integrare il processo del cambiamento
Il problema della disciplina
Come mantenere una relazione educativa “naturale” anche in condizioni
difficili?
Come praticare relazioni educative e dinamiche naturali ripensando gli
elementi procedurali, le condizioni dell’interazione, il ruolo dell’insegnante?
In altre parole:
Che deve fare l’educatore quando le difficoltà relazionali di uno o più
ragazzi si scontrano con le reali esigenze quotidiane della didattica e
dell’insegnamento?
Come relazionarsi per mantenere un’equilibrata disciplina, una sostanziale
attenzione di classe, un’accettabile motivazione allo studio anche in contesti
difficili?
Un modello per il rapporto insegnantestudente
C’è chi considera molti comportamenti degli studenti
intollerabili. Altri invece ne considerano accettabili una
grossa percentuale. La differenza tra questi due tipi di
insegnanti è importante.
Variabilità della linea di accettazione.
Pomeriggio Mattino
Tre fattori fanno salire o scendere la linea che separa i
comportamenti accettabili da quelli inaccettabili:
•cambiamenti in sé stessi (insegnanti);
•cambiamenti nell’altra persona (studenti)
•cambiamenti del contesto o nell’ambiente
E’ perciò di fondamentale importanza che l’insegnante
sappia porsi le domande:
-Questo comportamento chi danneggia?
-A chi impedisce di lavorare?
Se la risposta riguarda l’alunno si interviene usando l’ascolto
attivo.
Se la risposta riguarda l’insegnante si ricorre al messaggio-Io.
Saper identificare correttamente l’appartenenza del problema è
essenziale per scegliere l’applicazione della tecnica adatta a
risolvere le diverse situazioni che si vengono a determinare.
Le tecniche da attivare
Comportamenti
accettabili
Esprimono un problema per l’alunno
(ma non recano danno: isolarsi,
distrarsi, …)
Nessun
problema
Non esprimono né causano problemi:
è la situazione ideale per
l’insegnamento-apprendimento
Comportamenti
inaccettabili
Esprimono un problema per
l’insegnante (impediscono un lavoro
sereno)
Tecnica dell’ascolto
attivo
Tecnica del messaggioIo
LE BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE
Ci sono comportamenti umani e in particolare educativi che, mentre
in condizioni normali sono accettabili, in situazioni critiche possono
trasformarsi in "barriere", che non solo non sollevano la persona dal
suo disagio, ma anzi non di rado, l'aggravano. E' importante notare
che queste dodici reazioni tipiche sono barriere solo quando la
persona ha un problema. Quando il rapporto si muove nell'area non
problematica, molte di esse perdono quella qualità negativa e sono
anzi appropriate e costruttive( ad esempio fare domande, scherzare,
insegnare). Altre, come prendere in giro e canzonare sono sempre
rischiose, essendo spesso fonte di problemi per la persona.
LE BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE
1) Dirigere, dare ordini: Smetti di compiangerti...
Comunica una mancanza di accettazione o scarsa stima nei confronti della persona. Suscita resistenze e sfida.
2) Minacciare, ammonire: Non ti farai mai degli amici se... Devi smetterla di preoccuparti tanto, se no...
Comunica mancanza di accettazione. Può alimentare paura o sottomissione.Può suscitare risentimento, rabbia, disaffezione.
3) Predicare, moraleggiare: La vita non è tutta rose e fiori... Non dovresti reagire così.... La pazienza è una virtù che
dovresti imparare...
Fa sentire "in obbligo" e suscita sentimenti di colpa. Può alimentare nella persona un atteggiamento difensivo e indurla a trincerarsi
sulle sue posizioni. Provoca chiusura, disaffezione e contromoralismo.
4) Consigliare, offrire soluzioni: Io farei così... Perché non provi a comportarti diversamente?...
Può suggerire che la persona non è in grado di risolvere i suoi problemi. Le impedisce di ragionare sul problema, valutare le possibili
soluzioni e verificarle. Può alimentare la dipendenza o suscitare resistenze.
5) Discutere, cercare di persuadere: E' qui che ti sbagli... Il fatto è...Si, ma...
Suscita una posizione difensiva di contro-argomentazione; spesso induce la persona a "tapparsi le orecchie", a interrompere l'ascolto.
Può farla sentire inferiore, inadeguata.
6) Giudicare, criticare, condannare: Non sei ragionevole, sei soltanto pigro... Forse sei tu che hai cominciato...
Sottintende incompetenza, stupidità, sconsideratezza da parte della persona. Tronca la comunicazione perchè suscita timore del giudizio
negativo.
7) Elogiare, assecondare: Te la stai cavando egregiamente... Hai ragione quel lavoro è molto complicato...
Suggerisce grosse aspettative da parte dell'ascoltatore e la possibilità di una valutazione futura. Può essere recepito come
condiscendenza o come un tentativo manipolatorio di incoraggiare il comportamento desiderato dall'ascoltatore.
8) Interrogare, inquisire: "Perché... Che cosa... Come..."
Dato che, rispondere alle domande le espone a critiche, spesso le persone imparano a replicare con false risposte, elusioni, mezze
verità o bugie.
9) Cambiare argomento, fare del sarcasmo, chiudersi: "Parliamo di cose piacevoli... Vorresti rifare il mondo..."
Suggerisce che le difficoltà della vita vanno scansate, piuttosto che affrontate. Può sottintendere che i problemi della persona sono
irrilevanti, puerili o inesistenti: Blocca la sua apertura nel momento in cui sperimenta una difficoltà.
competenze prioritarie richieste in una valida relazione
formativa:
1. di ascolto attivo, ovvero quel comportamento relazionale
che considera l'ascolto come momento privilegiato per
facilitare la relazione con l'utente, aiutandolo ad esplorare gli
aspetti psicologici della propria comunicazione, a verbalizzare
i propri sentimenti e le emozioni.
2. di ascolto empatico. Ascolto empatico significa abbassare il
volume della propria soggettività, reprimere per qualche
istante le nostre attese, le nostre aspettative su quello che
l’interlocutore ci dirà, i nostri prorompenti modelli valutativi,
il nostro insindacabile giudizio, per offrire una maggiore
attenzione, entrare nell’ottica dell’altro, calarsi nel suo punto
di vista senza pregiudizi.
L'ideogramma cinese per "ASCOLTARE".
Componenti: l'orecchio, naturalmente, ma anche l'occhio per "vedere" l'atteggiamento, lo
sguardo del "tu", l'alterità che ci sta davanti, che non è lo specchio di me stesso, non è quello
che io vorrei l'altro fosse, ma è proprio "un altro". Infine vi è il cuore perché, parodiando "Il
piccolo principe“, si vede (e si sente) bene solo col cuore.
E tutto questo deve essere sempre presente (unitarietà) per "ascoltare" bene l'altro. Se
l'educazione e l'insegnamento è anche ascolto, forse questo ideogramma ha qualcosa da dirci.
Le competenze dell’insegnante che realizza ascolto
attivo e empatico
Competenze
personali
Consapevolezza di sé
Comporta la
conoscenza dei propri
stati interiori,
preferenze, risorse e
intuizioni
oConsapevolezza emotiva: riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti
oAutovalutazione accurata: conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti
oFiducia in se stessi: sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità
Padronanza di sé
Comporta la capacità
di dominare i propri
stati interiori, i propri
impulsi e le proprie
risorse
oAutocontrollo: dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi
oFidatezza: mantenimento di standard di onestà e integrità
oCoscienziosità: assunzione delle responsabilità per quanto attiene alla propria
prestazione
oAdattabilità: flessibilità nel gestire il cambiamento
oInnovazione: capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto
di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi
Motivazione
Comporta tendenze
emotive che guidano
o facilitano il
raggiungimento di
obiettivi
oSpinta alla realizzazione: impulso a migliorare o a soddisfare uno standard di
eccellenza
oImpegno: adeguamento agli obiettivi del gruppo o dell’organizzazione
oIniziativa: prontezza nel cogliere le occasioni
oOttimismo: costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi
Le competenze dell’insegnante che realizza ascolto
attivo e empatico
Competenze
sociali
Empatia
Comporta la
consapevolezza dei
sentimenti, delle
esigenze e degli
interessi altrui
oComprensione degli altri: percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui;
interesse attivo per le preoccupazioni degli altri
oAssistenza: anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze del
cliente
oPromozione dello sviluppo altrui: percezione delle esigenze di sviluppo degli altri
e capacità di mettere in risalto e potenziare le loro abilità
oSfruttamento della diversità: saper coltivare le opportunità offerte da persone di
diverso tipo
oConsapevolezza politica: saper leggere e interpretare le correnti emotive e i
rapporti di potere in un gruppo
Abilità sociali
Comportano abilità
nell’indurre risposte
desiderabili negli
altri
oInfluenza: impiego di tattiche di persuasione efficienti
oComunicazione: invio di messaggi chiari e convincenti
oLeadership: capacità di ispirare e guidare gruppi e persone
oCatalisi del cambiamento: capacità di iniziare o dirigere il cambiamento
oGestione del conflitto: capacità di negoziare e risolvere situazioni di disaccordo
oCostruzione di legami: capacità di favorire e alimentare relazioni utili
oCollaborazione e cooperazione: capacità di lavorare con altri verso obiettivi
comuni
oLavoro in team: capacità di creare una sinergia di gruppo nel perseguire obiettivi
comuni
Le competenze dell’insegnante che realizza ascolto
attivo e empatico
Comp
etenze
di
proce
dure
L’ascolto attivo
Comporta capacità di ascolto
empatico
oAscoltare la comunicazione complessiva: verbale e non verbale
oRi-definire nella propria esperienza interna quello che l’altro dice (utilizzo dell’empatia ed
analisi della domanda) mantenendo un atteggiamento di ‘sospensione’ e ‘provvisorietà’
oFormulare una risposta contestualizzata
L’ascolto differenziato
Comporta uso consapevole delle
modalità comunicative verbali e
non-verbali
oUno dei processi fondamentali dell’ascolto è il mantenimento dell’equilibrio tra le diverse
possibili tipologie dell’ascolto e le aree da esplorare
oChiarire qual è l’obiettivo dell’ascolto e attenersi al ‘contratto’
oDifferenziare tra contenuto, relazione e richiesta
oConsiderare le modalità (verbali e non verbali) utilizzate nella comunicazione e i
ocanali sensoriali
oLe tipologie d’ascolto
Procedure per esplorare le
comunicazioni dell’altro
Comporta capacità di
riformulazione contestualizzata
oChiarire: esaminare il contenuto (domande per specificare seguite da feedback)
oParafrasare: distinguere contenuto ed emozione
oRispecchiare le emozioni: livello minimo dell’empatia
oTematizzare: cogliere e riassumere il tema portante della comunicazione e comunicarlo all’altro
Procedure per orientare in senso
positivo le modalità di risposta
Comporta capacità di accettazione
e di riconoscimento di
atteggiamenti negativi
oAccettazione
oRifiuto
oSqualifica: è indirizzata ai contenuti delle proprie o altrui comunicazioni
oDisconferma: è indirizzata al soggetto
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