I dati sulla diffusione della lettura collocano il
nostro Paese in fondo alla classifica europea: sopravanziamo (di poco) Spagna,
Grecia e Portogallo, ma rimaniamo a grande distanza da Svezia,
Gran Bretagna, Germania, ecc.
La popolazione (dai 6 anni in su) che ha letto almeno un libro non scolastico
nel 2006 è progressivamente aumentata: nel 2000 erano poco più di 21 milioni
(38,6%), nel 2003 si raggiunge la soglia dei 23 milioni (40,2%), nel 2005 i
lettori sono il 42,3%, nel 2006 salgono al 44,1%, ovvero a 23.026.000 persone
(+1,8% rispetto al 2005), mentre nel 2007 scendono al 43,1% di una
popolazione di 55,8 milioni di italiani sopra i 6 anni di età 42,3%, nel 2006
salgono al 44,1%, ovvero a 23.026.000 persone (+1,8% rispetto al 2005),
mentre nel 2007 scendono al 43,1% di una popolazione di 55,8 milioni di
italiani sopra i 6 anni di età. (Fonte: Rapporto A.I.E. 2008)
deboli
Lettori
(49,5% nel 2000 e 6,2% nel 2007)
leggono da 1 a 3 libri l’anno.
medi
(38,4% nel 2000 e 40,4% nel 2007)
Lettori
leggono dai 4 agli 11 libri l’anno.
forti
Lettori
(12,1% nel 2000 e 13,3% nel 2007)
leggono oltre i 12 libri l’anno.
Libro = medium “di nicchia”.
“Il tentativo è quello di proporre ambiti, spazi, tempi e
modalità di crescita che non risentano a priori di un
discorso stereotipato in base a differenze di genere
codificate a vari livelli né di confini che possano precludere
ai bambini e alle bambine le possibilità di scelta
nel gioco e nelle relazioni.”
www.tempiespazi.it
“I pregiudizi sono profondamente radicati nel costume:
sfidano il tempo, le rettifiche, le smentite, perché presentano
un’utilità sociale. L’insicurezza umana ha bisogno di
certezze, ed essi ne forniscono. La loro stupefacente forza
risiede proprio nel fatto che non vengono ammanniti a
persone adulte che, per quanto condizionate e impoverite di
senso critico, potrebbero aver conservato abbastanza per
analizzarli e rifiutarli, ma vengono trasmessi come verità
indiscutibili fin dall’infanzia...
L’individuo li interiorizza suo malgrado.”
E. Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine
A. Turin, Rosaconfetto
In Spagna il leader Zapatero e la Ministra dell’Eguaglianza,
Bibiana Aidò, in accordo con il Sindacato degli insegnanti FeteUgt hanno lanciato la campagna “Educando nell’uguaglianza”
che, con 40.000 opuscoli distribuiti ai docenti di tutte le scuole
del paese, smonta la visione “maschilista” delle favole
tradizionali. Nella campagna viene proposta anche una nuova
fiaba, “la principessa differente”, contro gli stereotipi diffusi
dalle favole, che le relega al ruolo di personaggi passivi, in
attesa di un principe o di un uomo che affronterà imprese
titaniche per salvarle o, quel che è peggio, per restituire loro la
vita con la sola forza di un bacio.
La favola della Principessa Alba Aurora
Non molto tempo fa c’era una principessa che si chiamava
Alba Aurora, delicata e amabile, ma anche molto agile e
sportiva e a cui piaceva, tutti i sabati, scalare montagne o fare
camping in spiaggia. Un giorno il principe azzurro bussa alla
finestra di Alba Aurora, offrendole di riscattarla da un mago
malvagio o da un orco enorme. Alba Aurora risponde di non
conoscerne, e aggiunge che se ne avesse conosciuti, avrebbe
trovato da sola il modo di liberarsene. Il principe, tristissimo,
se ne sta per andare, quando Alba Aurora gli propone di
visitare la Muraglia Cinese in moto. Lui accetta entusiasta e la
ragazza gli prende un braccio, lo fa ballare, lo abbraccia.
Poi montarono in sella e diventarono buoni amici.
Dina Goldstein, www.fallenprincesses.com
Dina Goldstein, www.fallenprincesses.com
Dina Goldstein, www.fallenprincesses.com
NB: non esistono studi specifici
per la fascia 3-5
…solo per la fascia 6-10.
Apparentemente 3-5 è una fascia “fuori”
dalla lettura.
Invece ha in più l’aggiunta di una
esplicita mediazione adulta.
Gli studi italiani dagli anni Settanta al 2006
(da L.Lipperini, Ancora dalla parte delle bambine)
1973: Tilde Giani Gallino considera il libro di testo «diseducativo» e responsabile di
influenzare e condizionare i bambini alla discriminazione dei sessi. Dalla ricerca condotta
emerge che:
- il 72,8% dei racconti è dedicato alle figure maschili, 11,6% alle donne o alle bambine, il
15,6% ai racconti in cui compaiono entrambi i sessi
- il 74,95 delle illustrazioni riguarda rappresentazioni maschili, il 9,9% le rappresentazioni
femminili, il 15 ,2 % illustrazioni miste
1975: Maria Remiddi realizza una nuova indagine allo scopo di verificare in quale misura
le nuove professioni che la donna esercita siano presenti nei libri di testo. Scopre anche lei
un OCCULTAMENTO: su 180 illustrazioni, 115 uomini, 11 uomini e donne, solo 4
donne.
1978: Elena Gianini Belotti raccoglie ricerche che confermano questi risultati. In più,
sottolinea la differenza delle ambientazioni: i bambini, avventurosi e movimentati,
all’aperto (e gli adulti lavorano fuori casa ma anche “all’aria aperta”); le bambine al chiuso
(e le madri sono raffigurate in attività domestiche o extradomestiche in ambienti interni).
In più viene proposta una differenza “innata” che vede le femmine “tranquille, gentili,
educate, paurose, ordinate, pulite, affettuose” e i maschi “aggressivi, competitivi,
determinati, amanti del rischio, indipendenti, avventurosi”.
1986 La Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna
conduce una ricerca sui libri di testo della scuola elementare allo scopo di individuare in
essi stereotipi e pregiudizi sessisti.
Dal sondaggio (di Rosanna Pace) emerge che i bambini sono rappresentati il 72% di
volte contro il 28% delle bambine; i maschi adulti sono rappresentati il 65% di volte
contro il 35% delle donne adulte.
Impostazione “indifferente” rispetto a quanto è accaduto nel mondo, almeno negli ultimi
vent’anni: immagine di un Paese ad economia agricola, assenza della bambina e della
donna (se non come nonna, moglie, fata, ecc.), assenza di esemplificazioni articolate di
modelli maschili e femminili.
Mondo del lavoro: si oscilla fra uno spaccato incredibile (lampionaio, spaccalegna,
arrotino ambulante, lustrascarpe) a descrizioni più “moderne”, dove, però, l’unica donna
che si vede fa il mestiere di stirare, sia pure “in modo moderno”. Le altre sono
parrucchiere, bidelle, sarte e ovviamente non hanno nessun ruolo direttivo. Dei padri
invece si parla solo in funzione del loro lavoro e l’emotività è esclusivamente legata ad
esso.
In sostanza, relativamente alla struttura dei testi, ci si trova di fronte ad una generale
omogeneità. Tale omogeneità è ciò che conferma lo STEREOTIPO.
2003 e 2006: Adele Turin e Irene Biemmi
hanno effettuato analisi comparative di testi.
Guardiamo che cosa dicono.
link
http://www.comune.torino.it/quantedonne/strumenti.htm
http://www.comune.torino.it/quantedonne/documenti/guida_alla_decifrazione.pdf
www.unifi.it/.../Sessismo%20nei%20libri%20di%20testo%20Biemmi.pdf
…un breve passaggio linguistico
Link: www.lettere.unipd.it/static/docenti/673/linguaggio1.ppt
Il problema è che il maschile indica sia l’insieme (plurale di
maschi e femmine) sia il sottoinsieme (bambini maschi).
A un comando come “bambini alzatevi”, chi deve alzarsi?
Il linguaggio è una convenzione. Si tratta di vedere se
maschera altre convenzioni che vanno svelate.
Per bambine e bambini definirsi attraverso la lingua
“riassorbite/dimenticate” o “accentrati/soverchianti” (es. nel
plurale o nella concordanza) non può essere neutro.
“La lingua italiana, come molte altre, è basata su un principio
androcentrico: l’uomo è il parametro, intorno a cui ruota e si
organizza l’universo linguistico. Esempio paradigmatico: la
stessa parola uomo ha una doppia valenza, perché può
riferirsi sia al «maschio della specie» sia alla «specie stessa»,
mentre la parola donna si riferisce soltanto alla «femmina
della specie». Non si può non sentire il peso dell’ ambiguità
di massime come «l’ uomo è la misura di tutte le cose» in una
società patriarcale che ha sempre considerato la donna come
«altro», come «diverso».” A. Cavarero
OLTRE LA LINGUA:
CONTENUTO E IMMAGINI SPIA
o Sesso del/della protagonista
o Colori di copertina, ecc.
o Abiti (colore e comodità)
o Ambientazione (tempo)
o Ambientazione (esterno/interno).
o Rapporti con gli altri:
o Gestione della cura e delle necessità degli altri: aiutare e
comprendere, riflettere
o Processi di bildung (crescita, sviluppo, passaggio,
automiglioramento)
o Lavoro
o Spericolatezza, avventura, sport. Agire vs guardare.
Movimento vs immobilità
….attenzione agli animali mascherati!
T.Gainsborough, Blue boy e Pink boy
www.pinkstinks.com
Il manuale delle bambine, Giunti
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