PARLAMENTO EUROPEO 2009 - 2014 Commissione per le petizioni 18.7.2011 COMUNICAZIONE AI MEMBRI Oggetto: 1. Petizione 1431/2009, presentata da Riccarda Nissen e Angelika Dahlin, cittadine tedesche, a nome di Netwzwerk Rafael e.V. e Terre des Femmes, su misure contro la mutilazione genitale femminile nell'UE Sintesi della petizione Le firmatarie chiedono che in tutta l'UE vengano attuate tre misure intese a impedire la mutilazione genitale femminile (MGF): a) sanzioni penali contro la mutilazione genitale femminile in tutti gli Stati membri; b) servizi di consulenza per le vittime e c) una formazione particolare per i professionisti che possono essere interessati dal problema dell'MGF (medici, ostetriche, insegnanti ecc.).. 2. Ricevibilità Dichiarata ricevibile il 14 gennaio 2010. La Commissione è stata invitata a fornire informazioni (articolo 202, paragrafo 6, del regolamento). 3. Risposta della Commissione, ricevuta il 22 aprile 2010 "La mutilazione genitale di ragazze e donne è un crimine di eccezionale brutalità che per nessun motivo deve essere accettato, né all'interno dell'Unione europea né nei paesi terzi. La mutilazione genitale femminile (MGF) è una grave violazione dei diritti fondamentali di ragazze e donne alla loro integrità fisica e mentale, con conseguenze sulla salute della vittima di portata disastrosa. L'MGF è una realtà che nell'UE riguarda gli affari dell'Unione sia interni che esteri. La Commissione è impegnata a far sì che sul territorio dell'Unione siano sempre disponibili CM\874105IT.doc IT PE441.109v01-00 Unita nella diversità IT finanziamenti dell'Unione tesi a promuovere progetti in Europa e nei paesi terzi volti a prevenire e a contribuire all'eradicazione dell'MGF, nonché a sostenere vittime e ragazze a rischio. In Europa lo strumento principale è il programma Daphne III a sostegno di organizzazioni non governative europee e di autorità pubbliche e istituzioni locali o regionali al fine di prevenire e contrastare la violenza contro minori, giovani e donne e di proteggere vittime e gruppi a rischio, anche dell'MGF. Dal 1997, anno di avvio del programma, Daphne ha cofinanziato 17 progetti incentrati su questo specifico problema contribuendo con circa 3 miliardi di euro di risorse europee. I progetti in questo ambito hanno comportato programmi dell'Unione di formazione e sostegno, azioni di sensibilizzazione, studiato la legislazione nazionale, raccolto dati e statistiche, sviluppato strumenti e migliori pratiche per operatori nonché raccomandato orientamenti politici destinati ai decisori nell'UE e ai governi nazionali. Per maggiori informazioni su questi progetti è possibile consultare il seguente sito web di Daphne Toolkit: http://ec.europa.eu/justice_home/daphnetoolkit La decisione n. 779/2007/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2007, che istituisce Daphne III, può essere reperita al seguente link: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2007:173:0019:0026:IT:PDF Per quanto riguarda l'asilo, la direttiva 2004/83/CE sulla qualifica di rifugiato1 garantisce che le donne che hanno il timore fondato di essere perseguitate, tra l'altro nella forma dell'MGF, sono ammissibili a beneficiare dello status di rifugiato. Nello specifico, la direttiva: • include esplicitamente nella definizione di atti di persecuzione gli atti specificamente diretti contro un sesso, • chiarisce che una persona può essere vittima di persecuzione da parte sia di agenti appartenenti all'organizzazione statale sia da parte di agenti non statali; pertanto una donna è ammissibile a beneficiare dello status di rifugiato anche qualora tema atti di persecuzione perpetrati ad opera di un soggetto privato, se tali atti sono deliberatamente tollerati dalle autorità, o se le autorità rifiutano, o si dimostrano incapaci, di offrire alla donna sufficiente protezione nella pratica (come in genere è il caso dell'MGF); nonché • stabilisce che, qualora un soggetto sia perseguitato perché membro di un determinato gruppo sociale, possano valere considerazioni di genere, sebbene non costituiscano di per sé stesse una presunzione di esistenza di tale gruppo. In conformità di tale disposizione, e a seconda delle circostanze nel paese di origine, le donne a rischio di MGF, o i genitori che hanno il timore fondato di persecuzioni perché rifiutano di acconsentire a sottoporre la propria figlia a tale pratica, possono formare un determinato gruppo sociale e, su questa base, ottenere lo status di rifugiato. È importante osservare che, conformemente alla direttiva 2004/83/CE e alla direttiva 2005/85/CE, la protezione è concessa esclusivamente caso per caso, a seguito di 1 Direttiva 2004/83/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, recante norme minime sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta, GU L 304 del 30.9.2004, pag. 12. PE441.109v01-00 IT 2/5 CM\874105IT.doc un'approfondita valutazione delle domande di asilo, tra cui la valutazione dell'attendibilità delle rivendicazioni, della situazione nel paese di origine e delle circostanze individuali dei richiedenti. La proposta della Commissione di un regolamento che istituisca un ufficio europeo di sostegno per l'asilo mira, tra l'altro, a rafforzare la qualità delle decisioni relative alle domande di asilo, comprese quelle che comportano aspetti di persecuzione basata sul genere. A tal fine, la proposta affida all'ufficio il compito di formare i giudici e le amministrazioni nazionali su temi correlati al trattamento delle domande di asilo presentate da soggetti vulnerabili con particolari esigenze. Nel quadro delle relazioni esterne dell'UE, la Commissione si accerta che in tutti i dialoghi programmatici con i paesi terzi emerga in modo inequivocabile con questi ultimi la sua posizione, promuovendo il rispetto per i diritti umani di ragazze e donne e condannando con forza soprattutto pratiche tradizionali dannose. Nella sua attività di assistenza esterna a paesi terzi, la Commissione adotta tre politiche per contrastare l'MGF: o Innanzitutto, la Commissione affronta le tematiche correlate alla responsabilizzazione delle donne, ai diritti umani e alla salute delle donne nell'ambito del dialogo politico e programmatico con i governi partner. o In secondo luogo, sostiene iniziative di difesa e di pressione nell'ottica di migliorare la legislazione nazionale e di sviluppare adeguate politiche nazionali a favore della promozione e della protezione dei diritti delle donne e del divieto di pratiche dannose. o In terzo luogo, la Commissione sostiene gli interventi di sviluppo delle capacità rivolti ai funzionari governativi nonché la difesa e la sensibilizzazione in tutti i settori della società. La Commissione intende potenziare le proprie azioni volte a contrastare la violenza contro donne e ragazze e a proteggere le vittime e i gruppi a rischio, e proporrà una strategia coerente di provvedimenti da adottare a livello di UE, nel quadro degli affari interni e delle relazioni esterne. La strategia sarà incentrata sull'eliminazione delle pratiche di MGF. Non è escluso che tale strategia possa contemplare proposte legislative affinché la mutilazione genitale femminile sia qualificata come reato, ma la Commissione deve ancora esaminare ulteriormente la situazione giuridica in Europa e verificare qualsiasi spiraglio possa offrire il trattato di Lisbona per poter legiferare in questo ambito. Per contribuire a questa analisi, il programma Daphne III sta attualmente conducendo uno studio giuridico sulle pratiche tradizionali dannose, tra cui l'MGF, finalizzato alla disamina della legislazione pertinente in tutti i 27 Stati membri allo scopo di individuare lacune e proporre norme minime. I risultati della ricerca saranno presentati nella primavera del 2010 e contempleranno un'analisi giuridica riguardo all'esigenza e alle possibilità di un'eventuale armonizzazione del diritto penale a livello UE nei confronti dell'MGF." 4. Risposta complementare della Commissione, ricevuta il 18 luglio 2011 (REV) "La violenza basata sul genere, tra cui la mutilazione genitale femminile (MGF), è una delle forme più diffuse e pervasive di violazione dei diritti umani profondamente radicata nella CM\874105IT.doc 3/5 PE441.109v01-00 IT ineguaglianza di genere tra uomini e donne. La Commissione è pertanto impegnata a rafforzare le proprie azioni in questo settore e l'MGF è un aspetto che suscita particolari preoccupazioni. Non sono disponibili statistiche esaustive sulla prevalenza dell'MGF nell'UE, ma secondo le stime almeno 500.000 donne e ragazze che vivono in Europa sono stato sottoposte a tale pratica. Alcuni Stati membri dispongono di cifre di prevalenza, che sono comunque delle stime non basate su dati raccolti ufficialmente. Gli approcci alla lotta all'MGF variano a seconda dello Stato membro. Alcuni Stati membri quali Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Italia, Svezia, Spagna e Regno Unito, hanno adottato una legislazione specifica che criminalizza l'MGF, mentre altri non hanno in alcun modo affrontato la questione nel quadro della propria normativa. In alcuni Stati membri, come nel caso della Francia, le azioni penali per atti di MGF sono registrate, mentre altri Stati membri si concentrano più su attività e interventi di prevenzione nelle comunità interessate da tale problema. La Commissione fornisce già un importante sostegno attraverso il programma Daphne III alle organizzazione di base attive nelle comunità di migranti nell'ottica di prevenire l'MGF che promuovono azioni di sensibilizzazione e un diverso atteggiamento sociale nei confronti di tale pratica. Sono stati erogati anche finanziamenti a vari progetti di ricerca in materia, il che ha contribuito a rafforzare la sensibilizzazione e la conoscenza del fenomeno in Europa. Progetti Daphne completati sono disponibili sul Daphne Toolkit all'indirizzo: http://ec.europa.eu/justice_home/daphnetoolkit/html/welcome/dpt_welcome_en.html L'opuscolo Daphne in materia riporta alcuni progetti che hanno sortito risultati positivi riguardo alle pratiche tradizionali nocive: http://ec.europa.eu/justice_home/daphnetoolkit/files/others/booklets/03_daphne_booklet_3_it. pdf La Commissione intende rafforzare il proprio intervento teso a eliminare l'MGF. Prendendo le mosse dal lavoro svolto in passato e a seguito dei risultati del recente studio sulle pratiche tradizionali nocive1, la Commissione affronta il problema in questione attraverso misure volte a prevenire l'MGF e a offrire sostegno alle vittime. In particolare, nel maggio 2011 la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte legislative sui diritti delle vittime volto a fornire un sostegno completo alle vittime di reati quali la violenza contro le donne e la pratica dell'MGF. La Commissione si occupa del fenomeno anche nell'ambito della sua assistenza esterna ai paesi terzi. In linea con le disposizioni dell'accordo di Cotonou e con il piano d'azione dell'UE adottato di recente in merito alla parità di genere e attribuzione di poteri e responsabilità alle donne nel quadro della cooperazione allo sviluppo, la Commissione ha sistematicamente sollevato la questione dell'MGF nel quadro del dialogo con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e 1 Studio sulle pratiche tradizionali nocive nell’Unione europea. Relazione finale. Conclusioni e raccomandazioni. Bruxelles 2010. Lo studio è stato condotto per incarico della DG Giustizia della Commissione europea. PE441.109v01-00 IT 4/5 CM\874105IT.doc del Pacifico. In tale contesto, la Commissione sottolinea la necessità della ratifica e della piena attuazione da parte degli Stati africani del protocollo addizionale sui diritti delle donne in Africa, e, di conseguenza, l'introduzione del divieto giuridico di praticare la mutilazione dei genitali femminili e la garanzia dell'effettiva attuazione della legislazione che vieta l'MGF. L'UE ha inoltre sostenuto diversi progetti importanti gestiti da ONG attive nel settore dei diritti umani in quest'area attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). Il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) è attualmente impegnato nella preparazione di una campagna, nell'ambito degli orientamenti dell'UE sui diritti umani sulla violenza contro le donne e le ragazze, tesa a richiamare l'attenzione sulla necessità di rafforzare gli interventi per eradicare questa pratica, soprattutto nel continente africano." CM\874105IT.doc 5/5 PE441.109v01-00 IT