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Sui media che hanno come paradigma e punto di riferimento delle
società lo sviluppo e il PIL, non si
fa che ripetere in modo martellante
che l’Italia, se non fa certe riforme
e certi investimenti, è destinata a
scivolare verso perniciose derive.
Ma di quale sviluppo si parla? Ed è
il PIL il metro con cui, innanzitutto,
si misura la vita di una persona, di
una famiglia, di una classe di scuola, della qualità medica di un ospedale, del vivere e del
morire?
Il fattore finanziario ed
economico è senz’altro
importante in una società globalizzata e
complessa come è
quella odierna. Non
dobbiamo però perdere di vista quel sano
realismo che ci obbliga
a riconoscere la centralità e il primato
dell’uomo.
amo e come lo amo”.
È dall’uomo che bisogna ripartire, non dai
PIL.
Non è forse la presa di
coscienza di una Europa ingrippata che ha
spinto anche Martin
Schulz, presidente della assemblea europea ad invitare
Papa Francesco a Strasburgo il
prossimo 25 novembre a scuotere
i parlamentari dei 28 Paesi sulla identità e sul ruolo della Europa nel
mondo? Il vescovo di Roma, proprio qualche giorno fa, incontrando
la Comunità di S. Egidio in Trastevere, ha parlato della “cultura dello
scarto”:
pensiamo soltanto alla quota di
crescita dei bambini in Europa …
E si scartano gli anziani con atteggiamenti dietro ai quali c’è una eutanasia nascosta. Non servono e,
Se l’umano è educato
da maestri e testimoni di vita vera
anche il PIL cresce! Non viceversa. Se non si restituisce l’uomo alla coscienza della sua dignità, della sua vocazione e del suo destino
eterno non ci sarà progetto effimero che lo affascinerà fino al sacrificio e al dono di sé.
Per saper fare - ha affermato il
grande filosofo Jean Luc Marion,
accademico di Francia e docente
sulla cattedra che fu del grandissimo Paul Ricoeur a Chicago - occorre sapere chi si è. “E per sapere chi sono occorre sapere ciò che
)
Da questo punto di vista mi sembrano indizi carichi di incoraggianti
auspici tre notizie da cui sono stato
colpito in quest’ ultima settimana:
l’assassinio delle tre suore saveriane in Burundi. Dopo aver raggiunto
l’età del pensionamento, anziché
rientrare in Italia per godersi un riposo meritato, hanno scelto di restare lì per amore a Gesù e per
continuare a farLo incontrare attraverso una presenza di servizio
e di condivisione. Una
mano assassina ha illusoriamente pensato
di poter far sparire il
punto di luce rappresentato da Colui che
ha reso imitabile quel
“nessuno ha un amore
più grande di chi dà la
vita per i propri fratelli” (Gv 15).
quello che non serve, si scarta …
Oggi si scartano anche i giovani.
75 milioni di giovani dai 25 anni in
giù sono né: né lavoro, né studio…
L’Europa è stanca; non sa più cosa fare. Dobbiamo aiutarla a ringiovanire, a trovare le sue radici. È
vero.
Ha rinnegato le sue radici. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle”.
Nella Commissione Lavoro del Senato italiano, sul disegno di legge
chiamato “Jobs act” i senatori hanno votato all’unanimità la proposta
che prevede che i colleghi di lavoro di un genitore con figli in grave
difficoltà possano regalargli i loro
giorni di ferie o di permessi non
goduti per consentirgli di continuare l’assistenza domestica senza ricadute negative sulla sua posizione lavorativa.
Queste tre notizie, pur su crinali diversi, dicono un’unica verità: il
punto di partenza o di ripartenza
per dare speranza alla vita del singolo, di un gruppo, di una nazione
o di un continente non è mai
“fuori” (strutture, sistemi, istituzioni) ma “dentro”.
Il segreto della Novità che “rinnova
la faccia della terra” è dentro il
cuore dell’uomo.
La Chiesa, esperta in umanità in
quanto madre di Dio fattosi uomo,
iniziatore di una progenie di figli e
discepoli suoi, attraverso la voce
del nostro Arcivescovo Scola, ci invita a ripartire dalla scelta di educare il nostro e altrui cuore.
La Comunità educante è già
all’opera.
Opuscolo religioso stampato in 2000 copie - scaricabile in formato pdf dal sito www.parrocchiadiprecotto.org
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