Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Assessorato Regionale Territorio e Ambiente
Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente
Piano regionale di coordinamento per la tutela
della qualità dell’aria ambiente
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Luglio 2009
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
INDICE
1. Il Fenomeno della radioattività
pag.
3
2. La scoperta della radioattività e degli effetti del radon
pag.
4
3. Il Radon
pag.
5
4. Gli effetti del radon e delle radiazioni ionizzanti
pag.
6
5. L’accumulo di radon negli ambienti abitativi
pag.
7
6. Le possibili azioni di rimedio
pag.
9
7. Riferimenti normativi
pag. 11
8. Attività già svolta da ARPA SICILIA nell’ambito
delle misure per il radon
pag. 13
9. Piano regionale per il monitoraggio
delle concentrazioni di gas radon
pag. 19
9.1. Attività in corso a livello Nazionale e Regionale
pag. 19
9.2. Piano di monitoraggio regionale radon
pag. 23
10. Riferimenti bibliografici
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
pag. 35
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
1. Il Fenomeno della radioattività
In generale, con il termine radioattività si intende la trasformazione spontanea di un
elemento in un altro, con emissione di particelle materiali o di radiazione elettromagnetica ad una
frequenza (tipicamente di circa 1021 ÷ 1024 Hz) molto più alta rispetto ad esempio alla frequenza
della radiazione elettromagnetica della luce visibile o delle onde radio. Le particelle così emesse
hanno un’energia sufficiente a “strappare” gli elettroni dagli atomi, creando in tal modo quella che
viene definita una coppia di “ioni”: lo ione negativo (cioè l’elettrone strappato) e lo ione positivo
(cioè l’atomo che –essendo stato privato di un elettrone- rimane carico positivamente): per questo –
nel caso della radioattività- si parla di “radiazioni ionizzanti”, distinguendo così tale tipo di
radiazione da quelle elettromagnetiche visibili o da quelle delle onde radio che non hanno energia
sufficiente a produrre ionizzazione e che –pertanto- vengono dette “radiazioni non ionizzanti”.
Il fenomeno della radioattività può essere classificato in radioattività artificiale e
radioattività di origine naturale. La radioattività artificiale è conseguente alle attività antropiche (ad
esempio produzione di radioisotopi, esperimenti nucleari, attività conseguente all’impiego pacifico
dell’energia nucleare, attività di studio e ricerca, utilizzo di radionuclidi in radiodiagnostica); la
radioattività naturale proviene o dal cosmo (radionuclidi “cosmogenici”) o dalla terra stessa, esiste
sin dalla sua formazione e fa capo sostanzialmente a tre principali “serie”(*) di radionuclidi:
235
U
(serie dell’Attinio), 238 U (serie dell’Uranio), 232 Th (serie del Torio) cui si aggiunge il potassio (40 K).
All’interno di queste serie, si trova un particolare radionuclide, il RADON.
Rn (Actinon),
220
Rn (Radon) che sono, rispettivamente, membri della serie di decadimento di
235
Esistono tre “tipi” (isotopi) di Radon tutti radioattivi e instabili :
(Thoron) e
232
222
219
Rn
U,
Th e 238 U. Solitamente si rileva che il radionuclide 222 Rn è quello che ha maggiore influenza sulla
salute e, pertanto, è quello su cui viene principalmente concentrata l’attenzione a livello
radioprotezionistico, sia da parte della comunità scientifica, sia da parte della normativa vigente.
(*) una “serie” o “catena” di decadimento o “serie” radioattiva è un insieme di radionuclidi legati tra di loro da una sequenza di decadimenti che
conducono da un radionuclide ad un altro. L’ultimo elemento di una serie è un elemento stabile, non radioattivo. (Ad esempio, l’ultimo elemento della
serie di decadimento dell’238U è il 206Pb, cioè il piombo di utilizzo comune).
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2. La scoperta della radioattività e degli effetti del radon
La scoperta della radioattività deve le sue origini a Bequerel il quale, su suggerimento di
Poincaré, ricercava nei sali di uranio una relazione tra la fluorescenza ottica e i raggi X da poco
scoperti da Röntgen. Sebbene questa relazione non fu affatto trovata, quegli studi aprirono la strada
ad altri sviluppi: nel 1898, infatti, M. Curie notò che -sebbene la radioattività dei composti di uranio
puro fosse proporzionale al contenuto di uranio stesso- nei minerali da cui erano estratti i composti
dell’uranio, la radioattività risultava decisamente più alta di quanto ci si potesse aspettare in base al
contenuto di uranio. Questo la spinse ad effettuare un’analisi chimica degli elementi contenuti e
così scoprì che le proprietà chimiche degli atomi radioattivi cambiava nel tempo. Così, nel corso
degli anni sono state individuate diverse specie chimiche il cui nucleo ha la proprie tà di essere
instabile nel tempo: esso può restare così com’è per pochi minuti o secondi o anche per millenni ma
ad un certo punto si trasforma o, come si dice comunemente, “decade”. Questi nuclei che si
trasformano spontaneamente vengono chiamati Radioattivi.
La scoperta della radioattività, e in particolare della radioattività dovuta al radon, fu di
fondamentale importanza per comprendere la genesi di alcune patologie polmonari.
Per la prima volta l’evidenza di malattie polmonari nei lavoratori delle miniere fu rilevata da
Paracelso (Einsiedeln 1493 – 1541) il quale notò che i tra i lavoratori delle miniere d’argento dello
Schneeberg, in Sassonia, si riscontrava un alto tasso di mortalità.
Nel corso del tempo, con lo sviluppo delle attività minerarie i casi di morte andavano
aumentando ma fu solo nel 1879 che Haerting e Hesse, effettuando delle autopsie sui minatori
deceduti, identificarono come causa delle morti il cancro al polmone.
Tuttavia, fu proprio dopo la scoperta del radon da parte dei coniugi Curie (1898) e dopo
diversi studi di correlazione tra le coorti di minatori e le concentrazioni di radon che fu possibile
stabilire un nesso definito tra le concentrazioni di radon e le patologie tumorali riscontrate.
Ciò ha condotto, nel 1967, il Congresso Federale degli Stati Uniti a proporre delle
raccomandazioni per la sicurezza dei lavoratori in miniera e, più recentemente nel 1988,
l’Organizzazione Mondiale delle Sanità a classificare il radon in “classe 1” tra gli agenti
cancerogeni, cioè come agente sicuramente cancerogeno.
Da allora è stato un susseguirsi di studi e di attenzioni poste dalla comunità scientifica
internazionale e dagli Enti di ricerca e di normazione sulla problematica connessa alla possibile
presenza di concentrazioni di radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, finchè l’International
Commission on Radiological Protection (ICRP) emanò la pubblicazione n.65 riguardante appunto
la protezione dal Radon in ambienti di lavoro e in ambiti domestici.
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3. Il Radon
Da un punto di vista chimico, il radon è un gas “nobile” (come il “neon”) e, pertanto, è
chimicamente inerte oltre ad essere inodore ed incolore. Il Radon si trasforma rapidamente in una
serie di “discendenti” o “figli” (altri radionuclidi conseguenti alle emissioni radioattive del Radon)
a loro volta radioattivi e con tempi di dimezzamento inferiori a 30 minuti.
È ormai ampiamente accertato che il radon emana dal terreno, dalle fondamenta e in parte
dalle pareti delle abitazioni, contenenti materiali con tracce di Uranio più o meno abbondante,
quindi si mescola con l’aria ed aumenta la sua concentrazione in condizioni di scarsa ventilazione,
specie all’interno degli edifici. Elevate concentrazioni di radon possono essere trovate anche in
acque sotterranee. Questi fenomeni di accumulo suscitano particolare preoccupazione, se si tiene
conto del fatto che la popolazione dei paesi industrializzati trascorre circa l’80% del proprio tempo
in ambienti chiusi (casa, ufficio, luoghi di svago etc.), come si evince da numerose accurate
indagini condotte in varie nazioni compresa l’Italia (indagine nazionale dell’Istituto Superiore della
Sanità, 1994, Bochicchio F, Campos Venuti G. Nuccetelli C. Piermattei S. Risica S. Tommasino L.
Toni G. “Results of the representative Italian national survey on radon indoors”. Health Phys.
71(5): 741—748: 1996a.).
È stato stimato (UNSCEAR 1993) che il radon contribuisce per il 48 % circa alla dose annua
di radiazioni cui ogni individuo è esposto come mostrato in figura:
Interna
8.6%
Gamma
17.1%
Radon
48.3%
Cosmica
14.5%
Scarichi
< 0.1% Occupaziona
le
Medica
< 0.1%
11.2%
Fallout
0.3%
Prodotti
< 0.1%
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4. Gli effetti nocivi del radon e delle radiazioni ionizzanti
Gli effetti nocivi del radon sulla salute sono ormai ben noti e riguardano il cancro al polmone: è
stato stimato che il radon è responsabile di circa il 10 ÷ 20 % dei tumori al polmone nei paesi
occidentali (che corrispondono a circa 3000 casi di morti per tumore polmonare da radon ogni anno
in Italia), risultando secondo solo al fumo di sigarette.
È stato inoltre studiato che l’effetto cancerogeno del radon è maggiore nei soggetti fumatori che a parità di esposizione al radon rispetto ai non fumatori- hanno una probabilità maggiore di circa 25
volte di contrarre il cancro al polmone, in quanto i tessuti polmonari dei fumatori intrappolano con
estrema facilità le particelle di radon.
Infatti, una volta inalato, il radon in buona parte viene espirato senza interagire con l’organismo
ma in parte decade in altri radionuclidi a vita media molto breve (pochi minuti o frazioni di secondi)
che si depositano negli alveoli polmonari e da lì emettono particelle alfa o beta ad alta intensità che
possono provocare notevoli effetti nocivi.
Gli effetti nocivi del radon o meglio, come abbiamo visto, gli effetti nocivi dei figli del radon
(come del resto gli effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti in generale) si verificano perché la
ionizzazione provocata dalle radiazioni emesse, provoca la formazione di entità chimiche nuove a
volte molto reattive (radicali liberi) capaci di modificare il contenuto stesso della cellula.
Infatti la cellula umana contiene 46 cromosomi schematizzabili come catene di geni (DNA).
Le radiazioni ionizzanti sono in grado di rompere la catena del DNA: a seguito della rottura del
DNA si può ve rificare –schematicamente- una delle seguenti ipotesi:
a) La cellula danneggiata muore;
b) La cellula danneggiata attiva i propri meccanismi di riparazione e effettua una corretta
riparazione del danno al DNA ripristinando le corrette posizioni dei suoi componenti;
c) La cellula danneggiata effettua una riparazione errata e, a partire da tale riparazione, essa si
riproduce moltiplicando il codice genetico errato.
Per quanto riguarda più in generale gli effetti delle radiazioni ionizzanti sull’organismo umano,
si possono riassumere in maniera sintetica due tipologie: gli effetti di tipo “Somatico” che
riguardano danni rilevati sull’individuo esposto e che si esauriscono in esso e gli effetti “Genetici”
che riguardano i danni trasmessi dall’individuo esposto alla discendenza: in questo caso si ha la
prosecuzione del danno alle generazioni future.
A seconda della dose di radiazioni assorbite, inoltre, gli effetti possono essere di tipo
“deterministico” (cioè a partire da una certa dose molto elevata certamente si avrà un certo tipo di
danno all’individuo) o di tipo “casuale” (cioè, a dosi basse non c’è la certezza che si avrà un certo
tipo di danno ma –al tempo stesso- non c’è una dose minima, per bassa che sia, che non possa
determinare effetti eventualmente anche a lungo termine).
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L’accumulo del radon negli ambienti abitativi
5. L’accumulo di radon negli ambienti abitativi
L’emanazione del radon dai materiali avviene a causa dell’effetto di “rinculo” che si ha
dopo l’emissione, da parte del nucleo di radio, di una particella alfa e può portare appunto o
all’emissione del radon fuori dal materiale da cui è originato o all’intrappolamento del nucleo di
radon nello stesso materiale o, a seconda delle situazioni, alla sua diffusione e solubilizzazione in
acqua.
Poiché, come anticipato in precedenza, la maggior parte della popolazione dei paesi
industrializzati trascorre al chiuso il proprio tempo, è naturale analizzare le condizioni che possono
portare in tali ambienti all’accumulo del radon poiché maggiore è la concentrazione maggiore
probabilità c’è che il radon provochi effetti nocivi.
Dato che il meccanismo di emanazione è così delicato, esso è influenzato da una serie di fattori
quali la concentrazione di uranio nel materiale, la tipologia del materiale stesso, la stagionalità e, in
ultima analisi, anche le condizioni atmosferiche.
Prevalentemente il radon proviene dal sottosuolo ma può –seppure in minima parte- provenire
anche dai materiali da costruzione e, quindi, anche dalle pareti delle case. Oltre a ciò, è importante
evidenziare che ogni tipo di ventilazione presente all’interno di un edificio può influenzare la
distribuzione di radon nell’edificio stesso; anche le canalizzazioni idrauliche, la presenza di camini,
le intercapedini nelle pareti possono provocare una risalita di radon dai piani bassi ai piani più alti a
causa degli effetti di depressurizzazione. Grande attenzione, quindi, va posta all’intera struttura
dell’edificio. In alcuni casi elevate concentrazioni di radon si possono trovare disciolte nell’acqua
corrente (soprattutto se è attinta direttamente da pozzi).
La diffusione da materiali da costruzione è tipicamente invece meno rilevante rispetto alla
diffusione dal suolo almeno secondo quanto riferiscono gli studi dell’Unscear che riportano che il
contributo del contenuto di radon nelle abitazioni dovuto ai materiali da costruzione è mediamente
del 15- 20%.
In figura è riportato il contenuto di Radio226 in vari materiali utilizzati in edilizia (fonte
ENEA-G.Sciocchetti).
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6. Le possibili azioni di rimedio
Per quanto riguarda le azioni di rimedio in caso di abitazioni con elevate concentrazioni di radon,
esse devono essere valutate con estrema attenzione di volta in volta. Non esiste infatti un rimedio
unico in caso di abitazioni in cui si dovessero riscontrare concentrazioni elevate di gas radon.
Raramente può risultare sufficiente l’aerazione dei locali che si può ottenere semplicemente
aprendo le finestre dei locali stessi; più spesso questa semplice operazione può ottenere l’effetto
opposto come spiegato nel seguito.
In altri casi occorrono interventi particolari con sistemi di ventilazione forzata i cui effetti positivi
nel diminuire l’accumulo di radon negli ambienti chiusi sono stati effettivamente misurati:
Depressurizzazione forzata del sottosuolo in presenza di vuoto sanitario:
andamento della concentrazione di radon presso l’asilo nido oggetto
dell’intervento in presenza di ventole di aerazione accese e a ventole spente
(Fonte: ARPA FVG).
Tali operazioni di rimedio, tuttavia, vanno opportunamente verificate perché ci può pure essere il
rischio che un’errata ventilazione sortisca l’effetto opposto convogliando dentro i locali una
maggiore quantità di radon, essendo molte e varie le possibili vie di accesso del radon nelle
abitazioni
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Tipiche vie di accesso del radon nelle abitazioni (ARPA FVG).
In alcuni casi, infatti, un errato sistema di aerazione può addirittura provocare un effetto di
“risucchio” del radon dagli ambienti interrati –dove tende ad accumularsi- verso l’interno delle
abitazioni, come mostrato in figura.
Andamento di pressione in un edificio tipo ed
elementi
che
possono
provocare
depressurizzazione all’interno dell’abitazione
(ARPA FVG).
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7. Riferimenti normativi
- Raccomandazione 90/143/Euratom (emanata dall’Unione Europea, tutela la popolazione contro
l’esposizione a radon negli ambienti chiusi, e raccomanda i livelli di riferimento di 400 e 200
Bq/m3 rispettivamente per gli edifici esistenti e per quelli in fase di progettazione).
- D. Lgs. 230/95 (e s.m.i.: D.Lgs. 187/00, D.Lgs. 241/00, Avviso di rettifica ed errata corrige G.U.
23/3/01, D.Lgs. 257/01)
L’Italia non ha adottato norme particolari per i livelli di radon nelle abitazioni, a differenza
di diversi paesi europei. Tuttavia, nelle “Linee guida per la tutela e promozione della salute negli
ambienti confinati”, recepite con l’Accordo Stato-Regioni del 27 settembre 2001, si introduce la
necessità di predisporre un Piano Nazionale Radon comprendente, fra l’altro, una proposta per la
normativa di tutela dal radon negli ambienti di vita, le azioni di rimedio e di prevenzione per gli
edifici, e una regolamentazione dell’uso di particolari materiali da costruzione.
Metodi di misura del Radon
In questi ultimi anni notevoli sono stati i progressi nelle tecniche sperimentali per misurare
le concentrazioni di Radon. A seconda del campionamento dell’aria, tali tecniche vengono
classificate in “ passive” o “attive”.
Nel primo caso (tecniche passive) il gas viene a contatto con il sistema di rivelazione per
diffusione naturale. Con questi metodi è possibile determinare valori di concentrazione di Radon
mediati per periodi di misura che possono variare da un minimo di due giorni (“canestri di
carbone”) fino ad un tempo di un anno (“monitori di tracce a stato solido”).
Nelle tecniche attive, caratterizzate da varie metodiche sperimentali, il campionamento
dell’aria da esaminare avviene normalmente tramite aspirazione con pompe, e la misura delle
radiazioni emesse dal campione consente di risalire alla concentrazione del Radon presente.
Nel caso di indagini estese a numerosi campioni di locali, volte a stimare la concentrazione
media cui possono essere esposti gli individui, vengono adoperati i metodi passivi in modo da avere
informazioni mediate su tempi sufficientemente lunghi, anche in considerazione della grande
variabilità, nel tempo e nello spazio, osservata nei fenomeni di accumulo del Radon.
Nell’indagine in corso di sviluppo della quale si è parlato in precedenza, verrà fatto uso dei
dosimetri passivi del tipo “CR-39”. Tale scelta è conseguente al livello di affidabilità dell’indagine
che si vuole svolgere, dato che la tipologia di dosimetro considerato è
stato oggetto di
interconfronti presso organismi metrologici di rilievo (interconfronti internazionali organizzati
dall’HPA – UK, nazionali coordinati dall’APAT, …) e consente, tra l’altro, l’utilizzo di
strumentazione per indagini estese, con lettura automatica dei codici dei dosimetri stessi agevolando
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il lavoro degli operatori dei Dipartimenti ARPA di
Catania e Palermo e minimizzando così
eventuali errori materiali.
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8. Attività già svolta da ARPA SICILIA nell’ambito delle misure per il radon
Di seguito si riporta, sinteticamente, l’attività svolta in passato dai laboratori di ARPA Sicilia
negli anni precedenti:
1) campagne di misura
Concentrazione di radon in aria:
I. Campagna Nazionale (1997/1998) (n. posizionamenti c.a. 330) (*)
II. Campagna di misure a Trapani (1997/1998) (n. 25 siti)
III. Misure nelle scuole (v. figura sottosatante):
(febbraio 2003) n. 2 scuole a Misilmeri (PA): attività svolta con dosimetro attivo
(PRASSI). Valori riscontrati < MCR (MCR = 10 Bq/mc)
(gennaio-dicembre 2005) n. 1 scuola a Palermo: attività svolta con dosimetro attivo
(PRASSI). Valori riscontrati, considerando gli orari di permanenza nelle aule,
prevalentemente superiori a 400 Bq/mc. Il periodo di misura indicato non è stato
continuo: sono state effettuate misure in continuo per alcune settimane in periodi diversi
dell’anno, prima e dopo le azioni di rimedio suggerite.
In merito ai risultati trovati presso l’unico sito scolastico sul quale sono state effettuate
misurazioni, sono state effettuate delle comunicazioni al Dipartimento di prevenzione
della AUSL 6, al Dirigente scolastico e all’Assessorato Comunale all’edilizia scolastica
in merito alle prime attività di risanamento da potere porre in essere. È stata offerta
ampia disponibilità da parte di ARPA Sicilia , con altre misurazioni, a collaborare al
monitoraggio delle eventuali altre azioni di risanamento; è stata inviata, al Dirigente
scolastico, copia della documentazione redatta da APAT e da ARPA FVG in merito alle
operazioni di misura ed alle azioni di risanamento.
__________________________________________________________
(*): al tempo a cui ci si riferisce (1997-1998) il laboratorio partecipante afferiva ad AUSL 6 –PA.
Il transito ad ARPA Sicilia è avvenuto a partire dal maggio 2001.
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IV. giugno – novembre 2003: Misure in ambienti di lavoro di tipo ospedaliero (n. 5 presidi ambulatoriali/ospedalieri), su richiesta della Direzione
Sanitaria della Azienda USL 6 di Palermo (v. figura sottostante).
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V.
Concentrazione radon in acqua:
2003: partecipazione all’interconfronto promosso da ENEA-AIRP.
VI.
2006; 2007: Misure di concentrazione di radon in ambienti ipogei di
aree naturali protette (obiettivi assegnati da Assessorato Territorio e
Ambiente – Regione Siciliana). Per l’occasione è stata sviluppata una
collaborazione con la Provincia Regionale di Ragusa che è in corso di
attività.
VII.
Avvio programmazione attività di mappatura radon
(individuazione”radon prone areas” in Sicilia) in accordo alle
indicazioni del PNR: acquisizione strumentazione ; studio distribuzione
georeferenziata dei dosimetri.
VIII.
Attività di formazione, corsi…:
2003: nel mese di febbraio 2003, a Misilmeri (PA) nell’ambito di
una indagine per il monitoraggio estesa a diverse tipologie di
inquinanti , è stata illustrata la problematica connessa
all’accumulo di Radon in ambienti abitativi.
2007: nel mese di novembre 2007 ARPA Sicilia ha svolto attività di
divulgazione delle problematiche connesse all’accumulo di
Radon in ambienti abitativi, per “ADA Associazione per i
diritti degli anziani“ e “CE.S.V.O.P. (Centro Servizi
Volontariato Palermo)”;
2008: nel mese di ottobre 2008 si è svolta presso la Provincia di
Ragusa, una giornata studio sul radon, durante la quale sono
state presentate le attività in corso presso ARPA Sicilia
nonché il progetto pilota per il monitoraggio del radon in
provincia di Ragusa.
IX.
Attività di informazione della popolazione generale o di gruppi specifici
(opuscoli, numeri verde, assemblee, ecc…): relativamente alle attività
svolte, di cui al punto VIII, sono state lasciate, presso gli Enti
richiedenti la partecipazione, le diapositive delle presentazioni
effettuate. Le relazioni relative alla giornata di studio sul radon sono
pubblicate sul sito internet di ARPA Sicilia.
Da alcuni anni, ARPA Sicilia, in collaborazione con la Provincia Regionale di
Ragusa, e grazie al supporto operativo dei Dipartimenti Provinciali di Palermo e Ragusa,
sta conducendo un’attività di monitoraggio di radon in ambienti ipogei.
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Di seguito, è riportata la distribuzione geografica delle misure effettuate dal 2006.
Si evidenzia che i valori di tutte le misure, eccetto un caso (S.Angelo di Muxaro, nel quale
il valore medio di concentrazione si attesta intorno ai 600 Bq/m^3) risultano inferiori ai
500 Bq/m^3.
ARPA Sicilia - distribuzione punti di rilevazione
per misure di RADON in ambienti ipogei
Conza
Carburangeli
Provincia di Ragusa:
1) grotta dei funghi (n. 2
postazioni)
2) zona “Kroma – via
D’Annunzio”
3) zona “IBLA”
S. Ninfa
S. Angelo Muxaro
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Nel 2008, sono state effettuate alcune misure preliminari propedeutiche alla
realizzazione della prima mappatura completa regionale.
Complessivamente
sono
stati
posizionati
dosimetri
per
le
misure
di
concentrazione di radon in circa 140 siti (circa 80 siti del DAP di Catania e circa 70 siti
del DAP di Palermo), come illustrato nella figura seguente.
Di seguito sono riportate le distribuzioni in frequenza delle concentrazioni di radon
misurate dal Dipartimento ARPA di Catania che ha effettuato un primo screening di
misure di concentrazioni di radon su un intervallo temporale di tre mesi. I dati relativi alle
misure effettuate dal Dipartimento di Palermo saranno disponibili in seguito, poiché il
Dipartimento di Palermo ha effettuato un primo screening di misure di concentrazioni di
radon su un intervallo temporale di sei mesi.
Distribuzione in frequenza delle concentrazioni di radon misurate
dal Dipartimento ARPA di CATANIA
70
50
40
30
20
Classi (Bq/m^3)
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
950
850
750
650
550
450
350
250
0
150
10
50
(%)
osservazioni effettuate
60
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ARPA Sicilia - distribuzione dosimetri CR-39 per misure di
RADON - 2008
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9. Piano regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
9.1. Attività in corso a livello Nazionale e Regionale
Per ridurre il rischio di tumore polmonare associato all'esposizione al radon in
Italia, il Ccm ha affidato all'Iss-Dts l'avvio del Piano nazionale radon. Il progetto del Ccm
include alcune delle azioni previste dal PNR, selezionate in modo da permettere comunque
un avvio complessivo del piano. In particolare, il progetto PNR-Ccm prevede:
•
la valutazione dei rischi associati all'esposizione al radon
•
l'istituzione dell’archivio nazionale radon presso l'Iss
•
lo sviluppo delle indagini sulla distribuzioe territoriale della concentrazione di
radon negli edifici
•
la messa a punto e l'avvio di un piano di informazione della popolazione e di
gruppi specifici
•
la produzione di linee guida
•
la predisposizione di adeguamenti normativi.
Il progetto Pnr-Ccm rappresenta quindi il primo stadio di realizzazione del Pnr.
Inoltre nel titolo del progetto Ccm-Pnr è stata aggiunta la finalità sanitaria del piano nel
suo complesso, per esplicitarne sin dall'inizio l'obiettivo finale.
D’altra parte, se l’attenzione della popolazione alla possibile incidenza delle
concentrazioni di Radon sulla salute non è altissima, l’attenzione degli Organismi
Nazionali e Internazionali è invece sempre crescente, come dimostra il fatto che già, da
tempo, lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha individuato in classe I
(“agenti certamente cancerogeni per l’uomo”) sia l’isotopo 222 del Radon sia i suoi figli
(IARC Monographs; Vol. 78; 2001) e il Ministero della Salute Italiano considera la
necessità di valutare e ridurre –ove fosse il caso- le concentrazioni di radon negli ambienti
confinati: “In analogia ad altri paesi europei, è necessario attuare un programma
d’interventi a scala nazionale per ridurre l’esposizione al radon negli ambienti confinati,
che preveda, tra l’altro, a scopo preventivo norme costruttive specifiche anti-radon per le
nuove costruzioni, più stringenti nelle zone con maggiore presenza di radon, nonché norme
per la limitazione dell’emissione di radon (e radiazione gamma) dai materiali da
costruzione” [Ministero della Salute: Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, pag. 93].
Già da tempo indicazioni sulla tutela della popolazione dal “rischio radon” erano
previste dal precedente Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 e, infatti, sulla base di
questo, il Ministero della Salute e il CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
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Controllo delle Malattie) avevano dato avvio, con il Programma del 2004, al Progetto di
realizzazione del Piano Nazionale Radon la cui presentazione ufficiale è avvenuta nel mese
di Gennaio 2008 con il “Primo Convegno Nazionale”.
Il Piano Nazionale Radon (PNR) prevede un’attenta attività di monitoraggio e
“mappatura” del radon in Italia. Nell’ambito del PNR si inserisce il Piano Regionale di
monitoraggio del Radon, progetto di monitoraggio del Radon condotto da ARPA Sicilia
che prevede, complessivamente, il posizionamento di circa 6000 rivelatori a tracce
(“dosimetri”) in tutta la Regione.
Una bozza di come verrebbero distribuiti i rivelatori, secondo un criterio casuale“geografico” è illustrato nella figura sottostante:
Attualmente è in corso di sviluppo il primo passo di questa attività di monitoraggio
che prevede –come “progetto pilota” il monitoraggio nella Provincia di Ragusa, grazie ad
una serie di collaborazioni in atto con la Provincia Regionale di Ragusa.
A questo proposito si è tenuta, in data 24- marzo-2009, una conferenza di servizi
con i Comuni della Provincia Regionale di Ragusa, ai fini di programmare le azioni da
porre in essere per una buona riuscita del progetto.
Nella figura seguente, è illustrato il dettaglio della stima della distribuzione
geografica nella Provincia di Ragusa:
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Una prima stima di massima del numero di rivelatori da distribuire su territorio
della Provincia di Ragusa è riportato nella tabella sottostante:
COMUNE
(Provincia RG)
Acate
Chiaramonte
Comiso
Giarratana
n.
ABITANTI
7.64
8.128
30.002
3.24
STIMA NUMERO DI DOSIMETRI DA
POSIZIONARE
11
12
45
6
Ispica
Modica
Monterosso
Almo
Pozzallo
Ragusa
S. Croce
Camerina
Scicli
Vittoria
15.186
54.332
23
82
3.314
18.864
72.511
6
30
110
9.838
25.979
61.712
16
39
94
TOTALE
310.746
474
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Globalmente, si pensa di effettuare una distribuzione che tenga anche conto della
distribuzione della popolazione sul territorio siciliano. Come mostrato nel seguito:
160
700000
140
600000
120
500000
100
400000
80
300000
n.punti
n.abitanti
60
200000
40
100000
20
0
0
AG
CL
CT
EN
ME
PA
RG
SR
TP
Stima distribuzione numero di punti di misura per l’indagine sulle concentrazioni di radon in Sicilia.
I centri di riferimento per le radiazioni ionizzanti in ARPA Sicilia si trovano presso i
laboratori di Catania e Palermo che sono strutture egualmente ed idoneamente
attrezzate, grazie all’utilizzo dei fondi POR 20000-2006, per il monitoraggio ed il
controllo della radioattività da radon e da altri radionuclidi naturali ed artificiali.
ARPA Sicilia, inoltre, è inserita nel GdL nazionale "Indagini territoriali sulla
distribuzione della concentrazione di radon negli edifici" nato con lo scopo di redigere
un documento–guida per la realizzazione delle indagini sulla concentrazione di radon nel
territorio nazionale.
Il documento è in corso di lavorazione e si prevede che venga emesso entro il 2009.
Seguendo le indicazioni delle attività in corso di sviluppo presso il GdL di cui
sopra, si sta procedendo –presso la Provincia di Ragusa- all’estrazione casuale dei gruppi
familiari presso i quali ospitare i rivelatori. Tale procedura dovrà essere seguita per tutte le
altre province Siciliane, in modo da coprire tutto il territorio Siciliano.
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
9.2. Piano di monitoraggio regionale radon
Al fine di ottimizzare ed uniformare le procedure di estrazione, è stato messo a
punto, da ARPA Sicilia, un software di estrazione che utilizza una routine di estrazione
numeri casuali appositamente testata.
Di seguito è riportato un esempio di test effettuato da ARPA Sicilia sulla routine di
base.
Per l’estrazione casuale delle coordinate è stata utilizzata una routine Montecarlo
(Hill-Wichmann pseudorandom number generator da ' Wichmann, B.A. and I.D. Hill,
Algorithm AS 183: An Efficient and Portable ’ Pseudo-Random Number Generator,
Applied Statistics, 31, 188-190, 1982.) che è stata testata con un programma realizzato in
Visual Basic. Un esempio del test è riportato nella figura sottostante.
Di seguito, si riporta la stima indicativa del numero di dosimetri da posizionare per
ogni Comune delle nove Province Siciliane. A seconda delle situazioni, in alcuni casi potrà
essere considerata l’opportunità di accorpare per zone territoriali più estese i Comuni con
meno abitanti, ai fini di ottenere una rilevanza statisticamente significativa del campione
estratto (ad es. andranno accorpati i Comuni dove verrebbe posizionato un solo dosimetro).
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
COMUNE
Agrigento
Alessandria Rocca
Aragona
Bivona
Burgio
Calamonaci
Caltabellotta
Camastra
Cammarata
Campobello di Licata
Canicatti
Casteltermini
Castrofilippo
Cattolica Eraclea
Cianciana
Comitini
Favara
Grotte
Joppolo Giancaxio
Lampedusa
Licata
Lucca Sicula
Menfi
Montallegro
Montevago
Naro
Palma di Montechiaro
Porto Empedocle
Racalmuto
Raffadali
Ravanusa
Realmonte
Ribera
S. Angelo Muxaro
S. Biagio Platani
S. Elisabetta
S. Giovanni
S. Margherita di Belice
S. Stefano Quisquina
Sambuca di Sicilia
Sciacca
Siculiana
Villafranca Sicula
Acquaviva Platani
Bonpensiere
STIMA DEL NUMERO DI DOSIMETRI DA
PROVINCIA POSIZIONARE PER COMUNE
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
AG
CL
CL
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
20
16
21
15
23
4
23
4
49
14
20
17
2
29
6
5
25
6
5
3
63
1
17
4
20
50
24
9
15
6
12
3
21
13
9
6
3
35
18
57
31
4
2
3
8
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Butera
Caltanissetta
Campofranco
Delia
Gela
Marianopoli
Mazzarino
Mazzarino Dip
Mazzarino Dip.
Milena
Montedoro
Mussomeli
Niscemi
Resuttano
Resuttano Dip.
Riesi
S. Cataldo
S. Caterina Villarmosa
Serradifalco
Serradifalco Dip.
Sommatino
Sutera
Vallelunga Pratameno
Villalba
Aci Catena
Aci S. Antonio
Acireale
Adrano
Belpasso
Biancavilla
Bronte
Calatabiano
Caltagirone
Camporotondo Etneo
Castel di Iudica
Castiglione di Sicilia
Catania
Fiumefreddo
Giarre
Grammichele
Gravina di Catania
Licodia Eubea
Linguaglossa
Maletto
Maniace
Mascalucia
Mazzarrone
Militello in val di Catania
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CL
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
92
23
11
2
74
2
104
12
7
9
6
48
31
8
3
34
18
30
13
4
17
10
17
7
3
7
12
28
64
27
58
18
87
3
46
24
32
4
14
12
1
31
17
10
11
3
7
29
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Milo
Mineo
Mirabella Imbaccari
Misterbianco
Mascali
Motta S. Anastasia
Nicolosi
Palagonia
Paternò
Pedara
Piedimonte Etneo
Raddusa
Ragalna
Ramacca
Randazzo
Randazzo Dip.
Riposto
S. Agata li Battiati
S. Alfio
S. Cono
S. Giovanni la Punta
S. Gregorio
S. Maria di Licodia
S. Michele di Ganzaria
S. Pietro
S. Venerina
Scordia
Trecastagni
Tremestieri Etneo
Valverde
Viagrande
Vizzini
Zafferana Etnea
Agira
Aidone
Assoro
Assoro Dip.
Barrafranca
Calascibetta
Catenanuova
Centuripe
Cerami
Enna
Gagliano Castelferrato
Leonforte
Nicosia
Nissoria
Piazza Armerina
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
CT
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
7
102
1
14
12
12
20
19
54
9
8
7
12
79
51
10
3
1
10
7
2
1
7
19
1
9
9
8
1
1
3
37
34
60
23
15
8
17
19
7
68
24
18
12
13
60
15
47
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Piazza Armerina Dip.
Pietraperzia
Regalbuto
Sperlinga
Troina
Valguarnera
Villarosa
Acquedolci
Alcara li Fusi
Alì
Alì Terme
Antillo
Barcellona P. G.
Basicò
Brolo
Capizzi
Capo d'Orlando
Capri Leone
Caronia
Casalvecchio Siculo
Castel di Lucio
Castell'Umberto
Castelmola
Castroreale
Castroreale Terme
Cesarò
Condirò
Furnari
Falcone
Ficarra
Fiumedinisi
Floresta
Fondachelli Fantina
Forza d'Agro
Francavilla di Sicilia
Frazzanò
Furci Siculo
Gaggi
Galati Mamertino
Gallodoro
Gioiosa Marea
Graniti
Gualtieri Sicaminò
Itala
Leni
Letoianni
Librizzi
Limina
EN
EN
EN
EN
EN
EN
EN
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
7
16
36
4
34
1
25
2
9
4
2
10
14
5
1
25
1
2
52
7
10
1
2
7
4
64
2
6
2
5
7
15
9
3
12
2
4
2
12
2
7
3
2
2
3
3
6
2
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Lipari
Lipari Alicudi
Lipari Filicidi
Lipari Panarea
Lipari Vulcano
Longi
Moio Alcantara
Malvagia
Mandanici
Mazzarò S. Andrea
Messina
Milazzo
Militello Rosmarino
Mirto
Ristretta
Monforte S. Giorgio
Mongiuffi Melia
Montagnareale
Montalbano Elicona
Motta Calastra
Motta d' Affermo
Naso
Nizza di Sicilia
Novara di Sicilia
Oliveti
Pace del Mela
Pagliata
Patti
Pettineo
Piraino
Racchia
Reitano
Roccafiorita
Roccalumera
Roccavaldina
Roccella Valdemone
Rodì Milici
Rometta
S. Agata di Militello
S. Alessio Siculo
S. Angelo di Brolo
S. Domenica Vittoria
S. Filippo del Mela
S. Fratello
S. Lucia del Mela
S. Marco d'Alunzio
S. Pier Niceto
S. Pietro Patti
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
2
2
1
2
1
5
1
3
4
1
51
6
8
1
22
11
3
3
14
3
4
14
2
9
4
1
3
10
8
1
5
3
1
1
2
12
10
8
15
3
6
10
2
12
19
2
8
5
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
S. Salvatore di Fitalia
S. Stefano di Camastra
S. Teodoro
S. Teresa di Riva
Saponara
Scaletta Zanclea
Sinagra
Savoca
Spadafora
Taormina
Torregrotta
Torrenova
Tortorici
Tripi
Tusa
Ucria
Valdina
Venetico
Villafranca Tirrena
Alia
Alimena
Aliminusa
Altavilla Milicia
Altofonte
Bagheria
Baucina
Belmonte
Bisacquino
Bisacquino Dip.
Blufi
Bolognetta
Bompietro
Borgetto
Caccamo
Caltavuturo
Campofelice di Fitalia
Campofelice di Roccella
Campofiorito
Camporeale
Capaci
Carini
Castelbuono
Casteldaccia
Castellana Sicula
Castronuovo di Sicilia
Cefalù
Cefala Diana
Cerda
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
ME
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
3
4
3
1
9
1
5
1
2
5
2
4
26
13
13
13
1
1
3
23
29
3
5
9
2
9
3
10
1
7
6
9
4
62
46
5
6
1
10
1
12
29
4
29
57
20
3
14
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Chiusa Sclafani
Ciminna
Cinisi
Collesano
Contessa Entellina
Corleone
Ficarazzi
Gangi
Geraci
Giardinello
Giuliana
Godrano
Gratteri
Isnello
Isola delle Femmine
Lascari
Lercara Friddi
Marineo
Mezzojuso
Misilmeri
Monreale
Montelepre
Montemaggiore Belsito
Palazzo Adriano
Palermo
Partinico
Petralia Soprana
Petralia Soprana Dip
Petralia Sottana
Piana degli Albanesi
Polizzi Generosa
Pollina
Prizzi
Prizzi Dip.
Roccamena
Roccapalumba Dip.
Roccapalunba
S. Biagio
S. Cipirrello
S. Cristina Gela
Santa Flavia
S. Giuseppe Jato
S. Mauro Castelverde
Scafani Dip.
Sciara
Scillato
Sclafani Bagni
Sclafani Dip.
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
14
13
6
36
49
73
1
47
61
5
12
10
16
18
2
5
14
9
15
14
179
1
11
23
145
19
32
14
81
18
75
11
15
3
17
1
5
2
10
7
2
7
50
4
6
14
41
8
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Termini Imerese
Terrasini
Torretta
Trabia
Trappeto
Ustica
Valledolmo
Ventimiglia di Sicilia
Ventimiglia Dip.
Vicari
Villabate
Villafrati
Acate
Chiaramonte Gulfi
Comiso
Giarratana
Ispica
Modica
Monterosso Almo
Pozzallo
Ragusa
S. Croce Camerina
Scicli
Vittoria
Augusta
Augusta Dip.
Avola
Buccheri
Buscemi
Canicattini Bagni
Carlentini
Cassaro
Ferla
Floridia
Francofonte
Lentini
Melilli
Melilli Dip.
Noto
Pachino
Palazzolo Acreide
Portopalo di Capo Passero
Priolo Gargallo
Rosolini
Rosolini Dip.
Siracusa
Solarino
Sortino
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
PA
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
RG
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
SR
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
15
2
9
6
1
1
15
5
4
15
1
7
37
41
13
21
22
66
29
1
30
11
27
70
43
1
9
21
8
2
50
6
9
2
37
83
46
2
103
9
14
2
8
13
9
33
4
33
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
Alcamo
Buseto Palizzolo
Calatafimi
Campobello di Mazara
Castellammare
Castelvetrano
Custonaci
Erice
Favignana
Favignana Levanzo
Favignana Marettimo
Gibellina
Marsala
Mazara del Vallo
Paceco
Pantelleria
Partanna
Petrosino
Poggioreale
S. Ninfa
S. Vito
Salaparuta
Salemi
Trapani
Valderice
Vita
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
TP
26
11
41
12
28
51
12
4
7
2
2
18
68
113
11
12
43
16
15
24
7
25
69
24
8
2
In definitiva, le operazioni da condurre per la conduzione della campagna di
monitoraggio estesa delle concentrazioni di radon nel territorio siciliano, sono state
riassunte nello schema operativo seguente:
-
Operatività -
1
scelta punti
2
individuazione dettagliata punti - corrispondenza con le strade
3
contatti con gli Enti locali
4
pubblicazione informativa al pubblico
5
avvio contatti con i punti di misura
6
distribuzione elenco dei punti agli operatori di distribuzione
7
pianificazione calendario di distribuzione/ritiro
8
inizio operazioni di distribuzione
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
9
verifica e controllo delle operazioni di distribuzione
10
chiusura operazioni di distribuzione
11
Avvio operazioni di raccolta
12
monitoraggio operazioni di raccolta con convergenza ai punti di analisi
13
avvio operazioni di analisi
14
restituzione risultati
15
analisi dei risultati
16
stesura relazione di presentazione
17
pianificazione programma di presentazione
18
presentazione dei risultati
Per quanto riguarda la pianificazione e l’organizzazione dell’indagine , va detto che le
modalità di organizzazione dell’indagine devono essere finalizzate ad ottenere un
campione che sia il più possibile rappresentativo dell’intero territorio.
Per ogni attività da svolgere è stato individuato il soggetto preposto al fine del
raggiungimento dell’obiettivo che ci si prefigge di raggiungere, come illustrato nello
schema seguente:
Soggetto
attuatore
REGIONE
SICILIANA
+ ARPA
SICILIA:
PROVINCE:
Attività da svolgere
1) convocazione rappresentanti Province;
2) spiegazione piano di monitoraggio;
3) distribuzione software alle Province;
4) richiesta supporto per il contatto con i Comuni;
5) distribuzione programma estrazione casuale anagrafe famiglie;
6) invio lettere ai Comuni;
7) analisi dei dati.
1) contatto con i referenti dei Comuni per il piano di monitoraggio;
2) distribuzione software ricevuto ai referenti dei Comuni;
3) estrazione famiglie dalle anagrafi;
4) accertamento accoglienza dosimetri da parte delle famiglie estratte;
5) comunicazione alla Regione e ad ARPA dei nominativi estratti;
6) collocazione dosimetri e compilazione del questionario.
7) dopo 6 mesi recupero del dosimetro e restituzione dello stesso e del
questionario compilato ad ARPA Sicilia.
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
1) distribuzione software per estrazione casuale gruppi familiari;
2) predisposizione e distribuzione foglietti illustrativi;
3) formazione del personale referente individuato dalle Province e dai
Comuni;
4) distribuzione dei dosimetri alle Province, tramite i Dipartimenti
Provinciali.
5) analisi dei dosimetri;
ARPA Sicilia:
In tutto ciò ha fondamentale importanza la modalità di estrazione del campione
stesso, il contatto con i partecipanti e lo sviluppo di tutte le attività volte a promuovere la
comunicazione sulla problematica affrontata e, di conseguenza, ad ottenere il consenso alla
partecipazione da parte del campione.
Pertanto
va
considerata
indispensabile
l’informazione
alla
popolazione
(organizzazione di vere e proprie campagne informative attraverso i media) e,
parallelamente, il coinvolgimento graduale – da parte della Regione- delle Province e dei
Comuni. Tale attività condotta in sinergia da parte della Regione Siciliana e da parte di
ARPA Sicilia, andrà articolata in maniera da garantire la migliore copertura del territorio.
Va sottolineato infatti che risulta di fondamentale importanza, anche sulla base delle
esperienze di altre regioni, la possibilità di accesso alle anagrafi comunali informatizzate,
per l’estrazione casuale del campione e l’ufficialità con cui vengono condotte tutte le
operazioni, al fine di superare eventuali reticenze da parte della popolazione.
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
Piano Regionale per il monitoraggio delle concentrazioni di gas radon
10. Riferimenti Bibliografici
[1]
Bochicchio F, Campos Venuti G. Nuccetelli C. Piermattei S. Risica S. Tommasino
L. Toni G. “Results of the representative Italian national survey on radon
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rif. indirizzo internet: http://www. unscear.org/unscear/en/publications/2000_1.html
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http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/crthgr01.php)
[4]
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rif. indirizzo internet:
http://db.forme z.it/FontiNor.nsf/edc98cc539249bcac1256da500491c81/3360B412F
FBD72F7C125723D003B6C97/$file/PSN%202006-08%20TESTO.pdf
[5]
Ministero della Salute, “Piano Nazionale Radon” –
rif. indirizzo internet: http://www.iss.it/binary/tesa/cont/PNRtesto%20completo.1195145887.pdf
[6]
ARPA Friuli Venezia Giulia, rif. indirizzo internet:
http://www.arpa.fvg.it/index.php?id=229
[7]
ENEA – G. Sciocchetti - AAI - NT III.2 - Radon nell’Alto Lazio
ARPA SICILIA – STV – agenti Fisici
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Piano di monitoraggio regionale radon - ARTA