Distribuzione Gratuita “L’arcobaleno” Notiziario Trimestrale a c u r a dell’Associazione “Giacomo Cusmano” O.N.L.U.S. di A n g u i l l a r a S a b a z i a ( R M ) Associazione di Volontariato a sostegno nel limite del possibile della Comunità Psicoterapeutica G..Cusmano di Anguillara Sabazia e disponibile a richieste di carità da qualsiasi parte provengano, attraverso attività culturali, ricreative, sportive, assistenziali, turistiche e promozioni sociali. www.associazionecusmanoanguillara.net Dicembre 2013 - ANNO IX Nº 37 L’EDITORIALE o 'spettro' degli anni '80, ormai svincolato dall'immagine dell'uso per endovena e per questo meno impressionante, è ancora fra noi. E d entro il 2015 l'Italia assisterà a una crescita, seppur moderata, del numero di consumatori di eroina, soprattutto nella fascia più giovane della popolazione. Mentre è destinato a calare l'uso di cocaina, il cui prezzo è in calo, ma ancora troppo alto per un Paese nella morsa della crisi economica. È quanto rivela il bollettino previsionale sull'evoluzione dei fenomeni di abuso Prevo. Lab dell'Osservatorio Regionale Dipendenze (Ored) della Lombardia. La previsione matematica, effettuata con dati Ipsad sulla popolazione generale, indica che il numero dei consumatori di eroina, nel 2015, sarà di circa 300.000 individui, pari allo 0,75% della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni. "L'eroina spiega all'Adnkronos Salute il responsabile scientifico Prevo.Lab-Attività previsionali Ored Riccardo Gatti, psichiatra e direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano - risulta in crescita fra gli studenti e, almeno fino a oggi, questa sostanza non era mai arrivata nelle scuole. Invece le nostre previsioni dico- L no che vi farà il suo ingresso nelle sue due varietà, 'bianca' e 'brown', la prima più pura e di solito sniffata o fumata, la seconda anche iniettata in vena". Ciò che preoccupa è che per l'eroina la prevalenza di consumatori prevista nella popolazione studentesca è circa doppia di quella prevista nella popolazione generale. Un valore molto superiore a quelli relativi alle altre sostanze: per la cocaina e per i cannabinoidi, ad esempio, la prevalenza nella popolazione studentesca è solo il 38 e il 37% superiore rispetto a quella nella popolazione generale. Per il 2015, infine, il prezzo dell'eroina'bianca' conferma il cambio di tendenza manifestato negli ultimi 4 anni: è previsto in crescita del 7%. Il prezzo dell'eroina 'brown' prosegue, invece, nel suo trend ed è previsto in calo dell'11%, anche se negli ultimi 3 anni si è registrato un rallentamento di questa tendenza al ribasso. Passando alla cocaina, Prevo.Lab sostiene che nel prossimo triennio il numero dei consumatori resterà stabile, con un potenziale decremento nella fascia più giovane della popolazione. La previsione matematica su dati Ipsad indica che il numero dei consumatori, nel 2015, sarà di circa 700.000 individui, ossia l'1,75% della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni. Sempre entro 3 anni, il prezzo della cocaina si ridurrà però del 17%, coerentemente con il trend manifestato fino a ora. E in effetti, la cocaina - rileva l'analisi - è la sostanza che può maggiormente risentire della crisi economica, soprattutto perchè il suo prezzo continua a rimanere alto rispetto alle altre sostanze. È dunque probabile che, soprattutto per le giovani generazioni, la sostanza perda di interesse, subendo anche la concorrenza di numerosi altri prodotti di origine sintetica o di altre droghe di prezzo più accessibile. Infine, le droghe sintetiche: nel prossimo triennio il numero dei consumatori di droghe sinteti- segue a pag. 2 www.associazionecusmanoanguillara.net 2 segue da pag.1 Notizie dalla Redazione che registrerà un moderato aumento. La 'platea' di chi le usa, nel 2015, sarà di circa 250.000 individui (lo 0,65% circa della popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni). Infine, alcol e farmaci: per il primo, si segnala una tendenza alla precocizzazione dei consumi, possibile preludio di un consolidamento come sostanza d'abuso, prima, e generatrice di dipendenza, dopo. Inoltre, non vanno dimenticati i comportamenti a rischio con il consumo giornaliero di alcol non moderato e i dati relativi al fenomeno del 'binge drinking' soprattutto nella popolazione giovanile. Per i farmaci, è ragionevole attendersi un aumento dell'impiego improprio e anche un incremento di situazioni di dipendenza a essi collegate. Crisi e minore potere di spesa, maggiore propensione all'illecito, minori fattori protettivi e maggiori fattori di rischio, maggiore tolleranza sociale, minore contrasto per mancanza di budget pubblico e minore accesso ai servizi: questi gli aspetti che sembrano caratterizzare l'attuale congiuntura italiana nel suo complesso e, in particolare, il fenomeno del consumo di sostanze nella popolazione generale del nostro Paese. La situazione economica - rilevano gli autori dell'indagine obbliga le persone a fare i conti con il rapporto costi-benefici. I consumatori elaborano le proprie scelte di acquisto attraverso atteggiamenti e comportamenti decisamente meno istintivi e più critici rispetto all'epoca precedente alla crisi, anche quando si tratta di valutare consumi soltanto marginalmente incidenti sulle uscite. Ciò che conta è spendere bene. E attualmente 'bene' significa: neanche un centesimo in più del minimo necessario, per tutto ciò che serve ma non gratifica. Soltanto quando è possibile, a un Chiunque volesse aiutare la Comunità Psicoterapeutica G. Cusmano di Anguillara S. (RM) e le Suore della Congregazione Serve dei Poveri che la gestiscono con somme di denaro, generi alimentari, prodotti per l’igiene della casa, può farlo attraverso la nostra Associazione ( vedi dettagli sotto ) o direttamente presso la Comunità. Grazie per la Vostra generosità Numeri Utili: Comunità Psicoterapeutica G. Cusmano Via G.Cusmano, 00061 Anguillara S. RM) Accoglienza Comunità Reinserimento Suore : 069995201 : 0699900353 : 0699900991 : 069995751 livello di priorità inferiore, si considera la qualità desiderata come ulteriore orientamento d'acquisto. "Emergono 'competitor' inediti per le droghe - evidenzia Gatti - diversi e sovrapponibili, diretti e indiretti, che possono garantire soddisfazioni con modalità nuove o rivisitate: sostanze classiche e nuove, ma anche attori completamente differenti e dal notevole substrato emozionale-relazionale, come web e social network, gioco (d'azzardo e non), uso improprio di farmaci". La minore disponibilità di denaro è, oggi, compensata da una riduzione dei prezzi, della qualità e della purezza delle sostanze in circolazione, oltre che da una percezione di maggiore tolleranza sociale del consumo. Inoltre, la più semplice gestibilità degli effetti è consentita dall'abbassamento del principio attivo che rende l'uso di sostanze parallelo e compatibile con la vita quotidiana. In altri termini, l'accessibilità dei prezzi e la disponibilità dell'offerta sembrano aiutare a normalizzare l'accesso, avverte il rapporto. Fonte: iltempo.it/adnkronos Direttore: Sig. Francesco Pinna Vice Dir.: Sig. Tonino Ribaldi Per le Vostre donazioni alla nostra Associazione: Associazione Giacomo Cusmano “O.N.L.U.S.” di Anguillara Sabazia (RM) Cod. IBAN IT32I0605538880000000000398 Banca delle Marche, Via Anguillarese, 00061 Anguillara Sabazia Si rilascia ricevuta di donazione Telefonare al n.°.3405503725) Le donazioni si possono detrarre dalla Dichiarazione dei Redditi ai sensi dell’art 14 della L.14-5-2005) n. 80 Codice Fiscale: 972.924.605.87 Aiutare una persona che si conosce è un gesto grande, Aiutare una persona che non si conosce è un gesto immenso. “L’arcobaleno” Notiziario Trimestrale a cura dell’Associazione G. Cusmano “ONLUS” di Anguillara Sabazia (RM) Direttore Responsabile: Francesca Pistoia Editore:Associazione Giacomo Cusmano “ONLUS” di Anguillara S. (RM) Autorizzazione:Tribunale di Civitavecchia n.° 13/05 Sede legale: Via Goldoni 22, Tel. 3405503725 / Fax 069996070 Impaginazione e Grafica: Fava Roberto ( f.r. ) Redazione: Fava Roberto: Tel 3385270321 Distribuzione Gratuita e-mail: [email protected] - [email protected] SitoInternet: www.associazionecusmanoanguillara.net Notizie dalla Redazione 3 Mille di Zemas, Anguillara Annamaria Articoli Regalo, Anguillara Ottico del Lago, Anguillara Dettagli, Anguillara Tiffany di Luciano Lucchetti, Civita Castellana Maria Calzature, Anguillara Don Alvaro, Parroco S. Maria Assunta Anguillara Don Luigi, Parroco di Regina Pacis Anguillara Italo Ricci Parrucchiere, Anguillara Settimi Mobili, Anguillara Rossana Gioielli, Anguillara Supermercato Stefanelli Davide, Trevignano Supermercato Sisa, Anguillara Azienda Agricola Trevignano Vino di Trevignano Crystal Bar, di Anguillara Emozioni Moda, di Anguillara Abbigliamento Fiorucci 2, di Anguillara Parrucchiere Capriccio, Anguillara Cav. Tina Messina, Londra Maria e Sergio Tavolini, Torrita Tiberina Mario e Franca Leonardi , Nazzano Safarà - L'altro Gioiello a Roma -Via dell'Amba Aradam 23 Rione Monti (RM) Essepan S.R.l., Nazzano (RM) Gedas s.r.l., Nazzano (RM) Tutti i genitori dell'Assoc. Famiglie della Comunità Cusmano Il nutrito gruppo di Civitella San Paolo (RM) i cui nomi sono, Maria,Tilde,Silvia,Gina,Gabriella,Giannina,Clara,Tiziana e Letizia. icembre è normanlmente il D mese preferito per fare i tradizionali pranzi o cene di beneficenza tra appartenenti ad Associazioni o in favore di qualcuno. Quest’anno la nostra Associazione ha voluto anticipare il nostro tradizionale pranzo di beneficenza giunto alla X° Edizione, in favore della Comunità G. Cusmano a Domenica 1° Dicembre per nonavere sovrapposizioni con altri eventi e per poter permettere ai nostri sostenitori di poter partecipare anche altre manifestazioni. Come al solito Villa Clodia ha accolto gli oltre 220 invitati con la solita eleganza e raffinatezza nei suoi meravigliosi locali offrendoci un gustoso menù, molto apprezzato dai commensa- li. Al termine la spettacolare e ricca lotteria con oltre 100 premi messi in palio grazie agli sponsor (vedi lista sopra) che ci hanno permesso questo particolare momento di gaia spensieratezza. Grazie a tutti gli intervenuti e a tutti coloro che sono vicini. f.r. www.associazionecusmanoanguillara.net X° Edizione del Pranzo di Beneficenza gli “SPONSOR” 4 Notizie dalla Redazione La stanchezza in tutte le sue forme a stanchezza in tutte le sue forme fisica, mentale e spirituale - è, specialmente oggi, il più grande ostacolo alla capacità di vivere una vita piena, gratificante, serena e, possibilmente, gioiosa. La si può chiamare in vari modi, sovraffaticamento, stress, surmenage, anche tenendo conto dei fattori che la generano e dei possibili rimedi con i quali affrontarla. Fino a che punto è "normale" sentirsi stanchi, e come mai l'eccesso di lavoro, e quindi di fatica, non produce su soggetti diversi, effetti analoghi? E come accade che perfino il medesimo soggetto reagisca al superlavoro in modo differenziato, a seconda del genere di lavoro che si trova a dover svolgere? Si è notato, ad esempio, che un determinato soggetto può manifestare la tendenza a stancarsi facilmente in presenza di una data quantità di lavoro di un certo tipo; ma che, al contrario, può affrontare senza difficoltà un lavoro doppio o triplo, di diverso genere. La stanchezza è un termine vago e generale che si applica a numerose situazioni differenti, prodotte da molti fattori e caratterizzata da molteplici sintomi. Sappiamo che nella formazione della stanchezza intervengono influenze fisiologiche, psicologiche e sociologiche ma, dal punto di vista scientifico, non esiste nessuna definizione precisa della stanchezza… La stanchezza è stata descritta come una specie di appetito negativo per l'attività. Potremmo aggiungere che di solito l'appetito negativo è più marcato per il tipo specifico di attività che ha provocato la stanchezza e potrebbe darsi che esso non esista per altri tipi di attività. Dunque, se abbiamo capito bene, i medici sospettano che la stanchezza non sia una patologia "oggettiva", e che essa si produca in presenza di fattori che dipendono, almeno in una certa misura, non da circostanze esterne, ma dal modo in cui un determinato soggetto si pone di fronte a certi tipi di lavoro, piuttosto che a certi altri. Ecco, qui sta forse la chiave per accedere a una prima comprensione del fenomeno "stanchezza" e per individuare correttamente il concetto corrispondente. Ci si stanca più in fretta di un certo lavoro, quanto più esso riesce www.associazionecusmanoanguillara.net L sgradito; e gli effetti cumulativi della stanchezza nei suoi vari livelli - fisico, psicologico e spirituale - tendono a crescere in misura esponenziale per quei lavori e per quelle attività che il soggetto svolge con un senso di intima ripugnanza. Vorremmo aggiungere che la vita intera si può considerare, dal punto di vista della salute, come un grande, incessante lavoro che ci investe a trecentossessanta gradi; e che, se nel nostro inconscio - o, addirittura, nella nostra sfera cosciente - noi proviamo disgusto e noia nei confronti di essa, saremo vittime di uno stato di sovraffaticamento cronico, che si manifesterà anche con patologie importanti, ma generalmente elusive e inafferrabili. Non solo. Per poter diagnosticare uno stato di sovraffaticamento e di stanchezza generalizzata, bisogna prima avere le idee chiare su che cosa sia la persona umana. Se non riconosciamo, ad esempio, che essa è strutturata sui tre diversi livelli - fisico, mentale e spirituale non saremo neppure in grado di diagnosticare correttamente i suoi malanni, compreso il surmenage. Vi sono, ad esempio, degli individui (e perfino dei medici) che nella persona umana non vedono molto di più che una macchina da tenere in efficienza con una sana alimentazione, un sano movimento, e così via: il che è certamente giusto, ma insufficiente. Ve ne sono parecchi, poi, i quali ammettono, o almeno intuiscono, che la persona vive le proprie difficoltà così come, del resto, i propri successi anche a livello mentale, e si sforzano di tener conto della componente psicologica sia nella diagnosi, sia nella terapia dei vari disturbi, stanchezza com- presa. Ma se non sappiamo riconoscere che, nella persona umana, vi è anche un terzo livello, quello spirituale, allora non avremo nemmeno gli strumenti per comprendere quanto esso influisca sui primi due livelli e in che misura possa diventare un fattore decisivo per affrontare ed, eventualmente, combattere disturbi e malattie che colpiscono l'organismo. Siamo propensi a credere che la consapevolezza di questo terzo livello sia oggi poco diffusa, specialmente negli ambienti scientifici "ufficiali" e, quindi, nella medicina. Semplicemente, per la maggior parte dei medici, lo "spirito" non è una struttura rilevante della persona umana; o, se pure lo è, esso esula completamente dalla loro sfera di competenza: pertanto non lo prendono minimamente in considerazione, né come origine di certi disturbi, né come possibile alleato per combatterli. Lo ignorano, punto e basta. E che cosa direbbero, poi, tutti quei bravi medici e scienziati di formazione positivistica, se qualcun dicesse loro che, al di sopra di questo terzo livello, ce n'è un quarto, ancora più importante, benché non faccia parte della struttura originaria dell'organismo; e che questo quarto elemento, che possiamo chiamare Grazia, è di origine soprannaturale? Nondimeno, esso è presente e può esercitare un influsso determinante sul benessere dell'organismo. Se appena ci guardiamo intorno con un minimo di attenzione, non tarderemo ad accorgerci che la stanchezza cronica è una delle patologie attualmente più diffuse. Ciò deriva in parte dall'attivismo esasperato e dal produttivismo nevrotico, che è una delle piaghe specifiche della modernità; in parte da sbagliate abitudini alimentari, motorie, psicologiche, che ne sono l'inevitabile corollario; in parte, anche, da un erroneo atteggiamento spirituale, che consiste in una smodata aspettativa di gratificazioni, benessere e felicità, originata dalla creazione artificiale di sempre nuovi bisogni, elemento tipico del circuito consumistico. La "carica" del nostro organismo, che ci dà l'energia per procedere nelle nostre normali attività, è, in primo luogo, di natura spirituale. La conoscenza e il sapiente utilizzo di tale energia spirituale ci consente di riforsegue a pag.5 Notizie dalla Redazione nire sia il piano mentale, sia il piano fisico della nostra vita; mentre non è possibile il contrario. I piani inferiori, infatti, non possono alimentare i piani superiori: nessuna energia fisica sarà mai in grado di compensare un sovraffaticamento mentale o spirituale, e nessuna energia mentale potrà ricostituire, di per sé, le energie spirituali malamente dissipate. L'elemento centrale, da cui ogni riflessione in proposito deve prendere le mosse, è che ciascuno di noi possiede, in circostanze normali, un potenziale energetico spirituale, così come possiede un potenziale energetico fisico e mentale; e, subordinatamente a questo, che il potenziale energetico può fluire dai livelli superiori a quelli inferiori, interagendo nei diversi piani del corpo, della mente e dello spirito. Il logico corollario di quanto abbiamo detto sopra è che la regola numero uno per evitare l'insorgere del sovraffaticamento è la conservazione del proprio potenziale energetico, secondo l'antica ed aurea massima che prevenire è meglio che curare. Ma come si fa a evitare che il proprio potenziale energetico si disperda? O, meglio, come avviene che esso, di fatto, si disperde, generando forme di stanchezza persistenti e patologiche? A causa del dissennato attivismo di cui parlavamo prima, nella nostra società è un motivo di vanto il fatto di continuare a lavorare anche dopo l'insorgere della stanchezza o di altri sintomi patologici (febbre, mal di testa, ipertensione arteriosa, ecc.). Errore gravissimo: significa ignorare i messaggi di avvertimento che l'organismo ci manda, allo scopo di metterci in guardia. Sarebbe come se il capitano di una nave ignorasse i segnali radar che indicano la presenza di grossi icebergs davanti a lui, e proseguisse a tutta forza nella nebbia secondo la rotta stabilita. Quanto alle cause per cui la stanchezza insorge, esse possono essere le più varie, ma con un denominatore comune, che è poi quello cui accennavamo più sopra: un intimo rifiuto nei confronti del lavoro che stiamo compiendo. E si intenda la parola "lavoro" nel senso più ampio del termine: fino al caso limite (ma non poi così raro nella pratica) di coloro che provano un inconfessabile disgusto nei confronti della vita intera, percepita come un lavoro - o una serie ininterrotta di lavori - spossante ed estremamente sgradevole. Per convincersene, basta osservare i bambini. Per il bambino, il gioco è un "lavoro", nel senso che tende ad assorbire tutte le sue energie e a costituire l'elemento qualificante delle singole giornate, così come della vita nel suo complesso. Per il bambino, una vita senza gioco è impensabile, così come lo è, per l'adulto, una vita senza lavoro. Ora, quando il bambino è immerso nel gioco, egli continua a profondervi le sue migliori energie, anche dopo l'insorgere della stanchezza. E non lo fa per una sorta di senso del dovere. Il calciatore adulto continua a impegnarsi nella partita anche dopo l'insorgere della stanchezza, per un senso del dovere da compiere; ma il bambino continua a giocare, anche quando si sente mezzo morto di fatica, per il piacere del gioco in se stesso, a cui non vorrebbe rinunciare fino a quando non è sul punto di crollare, vinto dalla stanchezza. Ebbene, a questo punto si confronti il sonno del bambino che si è addormentato, esausto e sazio di giochi, con il sonno dell'adulto, che si è visto costretto a interrompere il proprio lavoro, perché non più in grado di fronteggiare il proprio senso di affaticamento. Il sonno del primo è profondo, senza residui; al risveglio, il bambino si alzerà perfettamente riposato e pronto a ricominciare il proprio tour de force. Il sonno dell'adulto sarà, invece, penoso e tribolato; anzi, non di rado tarderà a venire o non verrà affatto, e questo tanto più sicuramente, quanto maggiore sarà lo stato di affaticamento. Quando è eccessivamente stanco, l'adulto non riesce ad addormentarsi, pur provando un estremo bisogno di riposare; mentre il bambino, quando si è stancato oltre ogni limite in un giuoco appassionante, si addormenta di colpo, magari nelle braccia di un genitore, prima ancora di raggiungere il lettino. Quali conclusioni possiamo trarre da tutto ciò? Evidentemente, non è tanto la quantità di stanchezza che fa la differenza fra salute e malattia, ma la sua qualità. E qui non è possibile prescindere dalla 5 motivazione della propria attività lavorativa, dalla quale dipende il ritmo con cui ci stanchiamo, nonché quello con cui siamo in grado di ricostituire le energie spese mano a mano. Certo, sappiamo tutti benissimo che non è affatto semplice, specie nelle condizioni della società contemporanea, trovare un lavoro gratificante: solo una piccola minoranza di fortunati può aspirarvi. Per la maggior parte delle persone, è già tanto trovare un lavoro per mantenersi e mantenere la propria famiglia, qualunque esso sia. Eppure, a ben guardare, una possibilità di scelta ce l'abbiamo, sempre. Non sul genere di lavoro, ovviamente; ma sul modo in cui noi decidiamo di assumerlo, di farlo nostro, di viverlo. E questa è una regola che vale per tutte quelle circostanze che possono provocare l'insorgere dell'affaticamento fisico, mentale o spirituale. Prendiamo il caso di una persona che debba vivere, per cause indipendenti dalla sua volontà, in una città che non ama. La frustrazione e il sordo rancore che albergano in lei, la porteranno a ignorare sistematicamente gli aspetti positivi del luogo in cui si sente costretta a risiedere, rigirando di continuo il coltello nella piaga degli aspetti negativi. Oppure prendiamo il caso di in individuo che debba convivere con dei vicini di casa, o con dei colleghi di lavoro, che non gli piacciono. Rabbia e amarezza lo porteranno a esasperare la negatività dei propri rapporti umani, trascurando tutto ciò che potrebbe migliorarli. Noi non siamo afflitti dalle cose, diceva un filosofo antico, ma dall'idea delle cose che ci siamo fatta. Entro certi limiti, è possibile capovolgere la polarità delle nostre emozioni, attivando le vibrazioni positive in luogo di quelle negative e recuperando così, con uno sforzo meno gran- segue a pag.6 www.associazionecusmanoanguillara.net segue da pag.4 6 segue da pag.5 de di quel che si possa immaginare, il nostro potenziale energetico. Si tratta di una operazione alchemica ben nota agli iniziati della Tradizione; ma anche di una comune pratica di quanti conoscono le inesauribili risorse della meditazione e della preghiera e le insospettate riserve energetiche del nostro organismo fisico, psichico e spirituale, nonché della sua apertura potenziale al piano soprannaturale della Grazia. L'importante è ricordare che le cosiddette stanchezze locali (ad esempio muscolare, visiva, uditiva) non sono mai isolabili dal contesto complessivo dell'organismo, così come non si può isolare la stanchezza fisica da quella mentale e da quella spirituale. In condizioni normali - conducendo, cioè, un genere di vita sano, con una appropriata alimentazione e con l'esclusione del fumo, della caffeina e dei superalcolici - l'organismo possiede in se stesso la capacità di ricostituire il proprio potenziale energetico in modo naturale. Di fatto, ciò spesso non avviene, e non solo a causa di sbagliate abitudini alimentari, motorie, e simili. Il problema è, in buona sostanza, quello di individuare e preservare un equilibrio stabile fra la quantità di energia che dissipiamo continuamente, e quella che il nostro organismo tende naturalmente a ricostituire, sia mediante l'alimentazione, sia mediante il riposo ed il sonno. Per molte persone l'equilibro appare compromesso, ed esse vivono perennemente in uno stato di deficit energetico: consumano più energia di quanta possano permettersi. Torniamo a dire che il segreto fondamentale per prevenire o recuperare lo stato di affaticamento è il raggiungimento di una giusta condizione spirituale, nella quale riusciamo a giudicare con equanimità i fattori positivi e negativi della nostra vita (e del nostro lavoro), concentrando la nostra attenzione emotiva sui primi e distogliendola dai secondi. Ad esempio, vi sono persone le quali, dopo aver subito una grossa delusione sentimentale, continuano a tormentarsi col ricordo incessante del proprio dolore. Ciò costituisce un diuturno, enorme dispendio di energia vitale, che, a sua volta, innesca un circolo vizioso di pensieri negativi e di comportamenti rassegnati ed erronei. Queste persone non riconoscerebbero le cose positive che passano loro accanto, neppure se vi andassero a sbattere contro. Notizie dalla Redazione Come meravigliarsi se il loro atteggiamento esistenziale produce una crescente, insopportabile stanchezza, un sovraffaticamento cronico di tutto l'organismo? Ahimé, l'ignoranza e la pigrizia intellettuale, nelle quali viviamo immersi, spingono molti di noi a cercare una via d'uscita nell'assunzione di stimolanti (caffeina, alcolici, droghe di vario genere) o, peggio ancora, di psicofarmaci (ansiolitici, sonniferi, ecc.), presi senza misura né discernimento e, spesso, senza nemmeno aver consultato un buon medico. Come se l'eventuale scomparsa dei sintomi potesse risolvere i problemi, dei quali i sintomi sono un prezioso campanello d'allarme. Importante non è, ad esempio, dormire ogni notte per un determinato numero di ore; importante è predisporre un sonno benefico e ristoratore, che non ha nulla a che fare con il brutale stordimento ottenuto mediante mezzi artificiali di tipo chimico. E qui il discorso cade acconcio sull'utilizzo del tempo dedicato al riposo. Ogni individuo dispone di un certo tempo di riposo, sia nell'arco della giornata, sia nel corso dell'anno lavorativo. Certo, per molte persone si tratta di una entità piuttosto aleatoria, perché tutta una serie di impegni "privati", familiari in primo luogo, tende a ridurla fino ai minimi termini; al punto che, in certi casi, il tempo dedicato teoricamente al riposo finisce per diventare perfino più faticoso di quello lavorativo "ufficiale". E ciò è vero specialmente per le donne, sopraffatte dalle molteplici esigenze che vengono dalla fabbrica o dall'ufficio, dalla casa, dai figli. D'altra parte, si ricordi che il modo in cui decidiamo di vivere le cose dipende essenzialmente da noi; e che, se esiste una forte motivazione, anche le fatiche più gravose appaiono un poco più leggere. Ad esempio, una madre che abbia fortemente desiderato la nascita dei propri figli, risentirà meno la stanchezza di accudirli, di una donna che sia diventata madre per caso o con scarsa convinzione. Questa è una verità che ogni studente è in grado di verificare ogni giorno, infinite volte. Se gli insegnanti riescono a catturare l'attenzione dei propri studenti e a motivarli allo studio, questi ultimi non sentono facilmente l'insorgere della stanchezza (mentale, in questo caso); altrimenti, non ci sono vitamine che tengano. Quando c'è la motivazione, ossia un autentico interesse personale, le ore d studio passano in fretta; quando non c'è, divengono eterne, insopportabili. Siamo giunti alle soglie dell'ultima parte del nostro ragionamento. Viviamo in una società in cui, per una molteplicità di fattori che ora non possiamo riassumere (ma che abbiamo cercato di analizzare in tanti altri articoli), la maggior parte delle persone sono prese nella grave contraddizione fra una vita sostanzialmente inautentica da un lato, e un enorme potenziale di aspettativa dall'altro. Le due cose, spesso, vanno a braccetto: quanto più grande la frustrazione, tanto più smisurata l'aspettativa; quanto più ipertrofica l'aspettativa, tanto più sconfortante la frustrazione. Vivere una vita inautentica; svolgere il proprio lavoro con rabbia e senza amore; sopportare i propri familiari di malavoglia; detestare il vicinato, il quartiere, la città in cui si risiede; rimuginare le esperienze spiacevoli e dolorose del passato; aggiungere alla fatica del lavoro, la fatica di un tempo libero speso senza gioia e senza giudizio; mascherare la propria carenza di autostima dietro atteggiamenti aggressivi o esageratamente rinunciatari; chiudersi alla contemplazione della bellezza che ci circonda; soffermare l'attenzione soltanto sugli eventi negativi, personali e collettivi (cosa a cui le notizie del telegiornale e della stampa predispongono quotidianamente): tutte queste sono altrettante maniere per vivere male e, di conseguenza, per vivere in uno stato di perenne deficit energetico, a tutti i livelli dell'organismo. Dovremmo, quindi, recuperare la capacità di stupirci davanti alle cose, di vederle con gli occhi incantati del bambino che le ammira per la prima volta. Forse, allora, scopriremmo il segreto dei bambini: quello di non stancarci facilmente, pur immergendoci in pieno nelle nostre attività. E, quando insorge la richiesta imperiosa del riposo, scopriremmo l'arte di abbandonarci ad un sonno veramente riposante e rigeneratore, tale da metterci in condizione di riprendere la nostra vita, il mattino dopo, con rinnovato slancio e con giovanile entusiasmo. Notizie dalla Redazione 7 LETTERA DI UN GENITORE AL FIGLIO www.associazionecusmanoanguillara.net riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. e un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. S Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico, ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc. Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l'ho . fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Ti amo figlio mio. Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una Via Anguillarese, 24 D Anguillara Sabazia (RM) 328 4522086 339 6482168 06 83762461 e-mail: [email protected] Notizie dalla Redazione 8 Da Bucarest....... richieste di carità da qualsiasi parte provengano. Bene! Questa volta abbiamo potuto aiutare una scuola di infanzia che si trova in Romania e che è gestita dalle Suore della Congregazione Serve dei Poveri, devote di “Vincenzina Cusmano”, sorella del Beato Giacomo Cusmano. Da anni operano in questo paese prestando la loro opera in favore dei bambini più poveri. Ci hanno inviato questa lettera che vi proponiamo integralmente. Questa iniziativa come tutte le altre, Cari Amici, l’ abbiamo potuta fare grazie al Vostro sostegno e alla fiducia che riponete in noi. Gentile Signor Associati Amedeo e Vi ringraziamo di vero cuore, noi le Suore della Comunità di Bucarest insieme ai nostri bambini, per il grande dono che avete fatto alla nostra scuola dell'infanzia. Siamo strumenti di Dio e cerchiamo di far sorridere con la musica tutti i bambini, specialmente quelli disagiati e meno felici. Attraverso la musica vogliamo educare i bambini all' amore di Dio e dei fratelli. La pianola ci offre la possibilità di far scoprire ai bambini la bellezza della musica, e chi sa se un giorno nascerà " il secondo Mozart". Nel vostro gesto di generosità, vediamo la Carità del nostro amatissimo Beato Giacomo Cusmano che continua ad essere presente e si prende cura dei più bisognosi: " predicare la fede con la carità delle opere." Noi dobbiamo sentire nel cuore l'impulso della tenerezza e della misericordia, soccorrere la povertà, alleviare i dolori, asciu- gare le lacrime degli infelici, offrire al mondo lo spettacolo di quella carità che parte dal cuore di Dio. (B. Giacomo Cusmano) Ringraziamo ancor una volta Lei, e tutti gli associati che hanno contribuito a questo gesto gratuito di amore fraterno. Preghiamo il Signore, affinché benedica il vostro lavoro e renda fecondo il vostro apostolato, e vi conceda tutte le grazie necessarie. Con rispetto e riconscenza, Le suore e i bambini della scuola materna " VINCENZINA CUSMANO"BUCHAREST ROMANIA. www.associazionecusmanoanguillara.net ome recita un articolo del C nostro statuto, siamo disponibili nel limite del possibile a 9 Notizie dalle Famiglie www.associazionecusmanoanguillara.net La dipendenza affettiva Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo certamente amando troppo. " Robin Norwood" In una storia d'amore ci si dovrebbe sentire sufficientemente autonomi e liberi da poter fare quello che si desidera, senza sentirsi costretti a "obbedire" all'altro per la paura di essere lasciati. Invece in una storia che va male, ci si sente dipendente, debole e infelice. La dipendenza affettiva (Love Addiction) è una forma patologica di amore in cui l'oggetto della dipendenza non è una sostanza, bensì una persona. L'amore patologico si caratterizza per la presenza di un persistente bisogno di creare e mantenere un legame con l'altra persona fino ad arrivare al punto di soffocare la propria libertà e le proprie autonomie, i propri desideri, bisogni e interessi personali per dedicarsi totalmente all'altro, con una conseguente incapacità nel riconoscimento dei propri sentimenti ed emozioni e di quelli vissuti all'interno della relazione stessa. Si tratta Di un fenomeno che coinvolge una dinamica a due: a volte il partner del "dipendente affettivo" è un soggetto difficile, che maschera la propria dipendenza affettiva con una dipendenza da droga, alcol o gioco d'azzardo. In questo caso i problemi del compagno diventano la giustificazione per dedicarsi interamente all'altro bisognoso. Nella dipendenza affettiva così come nella tossicodipendenza, ciò che è sperimentato come amore diventa una droga. I sintomi della dipendenza sono gli stessi: il soggetto prova una sensazione di grande benessere e piacere quando sta con il partner, vivendo questa relazione in una modalità simbiotica, funzionale e ossessiva; il soggetto ha bisogno di"dosi" di tempo sempre maggiori da dedicare al partner a discapito della propria vita sociale e anche familiare; sente di esistere solo quando c'è l'altro che diviene la sua unica fonte di gratificazione, arrivando a pensare la propria vita senza l'altro come impossibile, nascondendosi dietro l'illusione di amare in modo completo, di "amare troppo" che conduce, inevitabilmente, a una ricaduta che rinforza, più di prima, il suo bisogno dell'altro nonostante le innumerevoli delusioni e risentimenti cui va incontro. Ma, da cosa ha origine un cuoredipendente? Diversi studi sull'attaccamento hanno dimostrato come alla base della dipendenza affettiva ci sia, spesso, una storia deludente d'incontri affettivi dalle prime relazioni con i genitori. Sappiamo il ruolo fondamentale che essi hanno per lo sviluppo armonico della personalità del bambino, per la formazione della sua identità e delle sue aspettative future rispetto al rapporto con il mondo esterno. Così, per esempio, un bambino che rappresenta se stesso come "degno di amore" e degli come rispondenti ai suoi bisogni, da adulto si comporterà di conseguenza, sicuro di ricevere amore e supporto nelle relazioni. Viceversa, i bambini che non hanno potuto sperimentare con i genitori una sensazione di sicurezza durante l'infanzia (ad esempio: un padre freddo e distaccato, una madre evitante, un modello educativo incoerente), oppure che hanno ricevuto il messaggio di "non essere degni d'amore o "che i loro bisogni non erano importanti" svilupperanno e accresceranno un senso di sfiducia personale, nelle proprie capacità e un disamore verso se stesse da cui potrà svilupparsi paura di non essere amata che, nelle relazioni affettive da adulta, porterà di solito la donna ad accettare qualsiasi cosa (sopraffazioni, violenze psicologiche e fisiche) dall'uomo che ha scelto, affinché si senta protetta e amata. Osservare che facciamo tutto per l'Altro senza ascoltare i nostri reali desideri, bisogni, riconoscere la propria dignità, può essere un punto di partenza per riconoscere la nostra dipendenza affettiva. A tale proposito per un approfondimento, non possono non citare il libro di Robin Norwood (1970) dal titolo "Donne che amano troppo" psicoterapeuta che per prima ha iniziato ad affrontare la tematica sulle dipendenze affettive. Dott.ssa Daniela Azzarelli 10 Notizie dalla Redazione PROGETTO PROPEDEUTICO: Genitori: Prevenzione e Informazione norme soddisfazione per la nostra Associazione quella di essere stati selezionati al 74° posto su 200 progetti approvati dall'Amministrazione Provinciale di Roma per un bando pubblico denominato "Prevenzione Mille 2012 - Bando della Fraternità". Il bando prevede la concessione di un contributo mirato al raggiungimento di obiettivi legati al miglioramento della qualità della vita sociale e di relazione dei cittadini con interventi finalizzati a favorire iniziative di prevenzione e di azione nel settore dell'emarginazione. Da anni la nostra Associazione si dedica a queste problematiche specialmente nelle persone del nostro Presidente Sig. Amedeo Corso e Sua moglie Anna, Teresa, Franco che settimanalmente presso la Comunità Psicoterapeutica G.Cusmano di Anguillara S. (RM), conducono dei gruppi frequentati da genitori o familiari che hanno un congiunto caduto nelle trappole delle tossicodipendenze, oppure con la divulgazione di questo notiziario in cui cerchiamo di informare i lettori sulle stesse problematiche, quindi l'aver visto riconosciuto il nostro operato da questo importante Ente Pubblico come utile alla collettività ci onora e ci sprona a continuare su questo percorso. Informare la cittadinanza e sostenere la Comunità è il nostro obiettivo primario e lo facciamo continuamente con il nostro volontariato puro, sensa se e senza ma. Cogliamo l'occasione tramite le pagine di questo notiziario per ringraziare di cuore il Consigliere Provinciale Dott. Emiliano Minnucci sempre sensibile ai problemi sociali che affliggono il territorio in cui vive e che ci ha spronato a presentare questa nostra candidatura al Bando, conoscendo il nostro impegno sul territorio di Anguillara e paesi limitrofi e come detto sopra per la particolare problematica da noi trattata. www.associazionecusmanoanguillara.net E f.r. ASSOCIAZIONE GIACOMO CUSMANO O.N.L.U.S. di Anguillara Sabazia (RM) Sede: Via Carlo Goldoni n.° 20 00061 - Anguillara Sabazia (RM) Punto Operativo: Via Giacomo Cusmano n.° 28 00061 Anguillara Sabazia (RM) Tel: 3405503725 e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] Alcool Droga Disperazione Notizie dalla Redazione 11 Scopo del Progetto e Organizzazione Aiutarli a diventare attenti osservatori attraverso i cambiamenti e le abitudini che assumono i fami liari durante l'uso di sostanze alteranti; - Promuovere gruppi di genitori e incontri su tematiche relative ai costumi adolescenziali e di conseguenza ai loro comportamenti; - Indirizzare i richiedenti presso strutture adeguate alla risoluzione del problema; - Relazionarsi con i figli, imparare ad ascoltare, dare la possibilità di esprimersi all'interno della famiglia, rispettando i tempi di ognuno, promuovere l'autostima nei propri figli; - I genitori vanno aiutati a capire come e perché il figlio appare tanto forte da poter tranquillamente autodistruggersi e distruggere tutte le persone che gli vogliono bene.?E' la loro debolezza che da la forza al figlio, è la loro paura che lo fa diventare insicuro ed incapace di praticare quei comportamenti che il senso comune suggerirebbe essere più appropriati e non si rendono conto che questa confusione diventa terreno favorevole sul quale il figlio coltiva i suoi giochi per evitare di cambiare; - Promuovere e divulgare l'opuscolo : "Tossicodipendenze??? Parliamone ", promosso dall'Associazione G.Cusmano ONLUS di Anguillara Sabazia (RM) Luogo degli incontri e partecipazione -Nel punto informativo, sarà presente una figura qualificata per accogliere richieste e fornire supporto per indirizzare i richiedenti ad intraprendere un percorso riabilitativo; -Il Punto Operativo del Progetto, sarà presso la Comunità Psicoterapeutica G.Cusmano, sita in Via G. Cusmano n.° 28, 00061 Anguillara S. (RM); -Gli incontri si terranno tutti i lunedì dalle 17:00 alle 19:00, presso il Punto Operativo, per tutta la durata del progetto (sei mesi) a partire dal 9 Settembre 2013; -Gli incontri sono rivolti agli abitanti del Comune di Anguillara S. e zone limitrofe; -Gli incontri sono aperti a tutti i genitori o familiari che vorranno approfondire le problematiche legate alle tossicodipendenze, alcolismo o altro; -Gli incontri sono aperti a tutti i genitori o familiari che vivono la problematiche tossico dipendenza alcolismo o altro in famiglia; -Gli incontri sono completamenti gratuiti; -Gli incontri saranno suddivisi in 1 incontro settimanale della durata di 2 ore ciascuno per la durata del progetto (sei mesi); -I Genitori o familiari saranno seguiti dalla supervisione di un Tutor con esperienze su problematica legata alla tossicodipendenza o alcolismo. Metodologia usata per l'applicazione del Progetto: Gli incontri saranno condotti da un Tutor con esperienze maturate su problematiche legate alla Tossicodipendenza o alcolismo, applicando il metodo del "Progetto Uomo". I soggetti vengono identificati non come delinquenti, un ammalati, colpevoli, vittime: sono piuttosto persone fragili da fortificare senza pietismi, persone da accompagnare senza compromessi, impauriti da sostenere e incoraggiare, persone senza valori da rimotivare. Il Programma Terapeutico fa leva sulle responsabilità e sulla forza personale, senza trascurare il fattore psicologico, relazionale, sociale, economico. Il valore del gruppo ha un'importanza decisiva sia perché scienza ed esperienza dimostrano che certe resistenze del tossicodipendente possono essere vinte soltanto dalla decisione di un insieme organico ed omogeneo di amici, sia perché la vita comunitaria è formazione di una personalità adulta ed equilibrata. Questo percorso trova l'espressione più concreta nella Comunità definita Terapeutica perché oltre ad offrire al giovane in difficoltà la permanenza in un ambiente alternativo a quello sociale di origine, mette a sua disposizione un consistente aiuto, attraverso precise tecniche psicologiche che lo aiutano a conoscere e superare i motivi del proprio disagio esistenziale. La famiglia ha un compito primario nel nostro intervento, sia per il contributo che le è chiesto alla riabilitazione del congiunto, sia per il cammino che essa stessa è tenuta a fare. www.associazionecusmanoanguillara.net Lo scopo del progetto che l'Associazione G.Cusmano Onlus di Anguillara Sabazia (RM), sarà quello di informare e formare quei genitori o familiari sui rischi dell'uso e dell'abuso delle sostanze o comportamentali che portano a dipendenze da parte di figli o familiari, istituendo come punto informativo incontri su appuntamento al numero telefonico dell'Associazione G.Cusmano o altro per la durata del progetto (sei mesi) e la formazione di corsi mirati sempre per la durata del progetto (sei mesi), proponendo quegli strumenti necessari per aiutare nel modo giusto la persona in difficoltà: www.associazionecusmanoanguillara.net I nostri SPONSOR che permettono la PUBBLICAZIONE DI QUESTO GIORNALINO