Il Suicidio – SOS PSICHE il Suicidio Domande & risposte, prevenzione, informazioni Serie di AUTO-AIUTO -1- SOS PSICHE – Il Suicidio Prima edizione: ottobre 2001 © 1997-2001 SOS PSICHE - Disegni e testo non possono essere duplicati se non sotto espressa autorizzazione scritta ottenuta da SOS PSICHE. Traduzione a cura della associazione fondatrice del Comitato per SOSPSICHE DIAPSI PIEMONTE. L'opuscolo non è in vendita, costituisce documento interno delle Associazioni promotrici ed è distribuito gratuitamente in forma cartacea ai soci. L'invio gratuito è subordinato al pagamento della quota sociale e/o all'avvio di campagne informative, di sensibilizzazione o promozionali. Il documento non è disponibile per essere reimesso nella rete Internet se non su espressa autorizzazione del Comitato per SOS PSICHE. -2- Il Suicidio – SOS PSICHE PARTE I – DOMANDE E RISPOSTE (FAQ) Cosa fareste se qualcuno vi dicesse che pensa al suicidio? Dovreste prenderlo molto sul serio , senza volerlo giudicare, e aiutarlo a trovare uno specialista per una diagnosi e una possibilità di cura. Si pensa al suicidio quando non si hanno più speranze e non si intravvedono alternative risolutorie. E’ un comportamento spesso legato a stati depressivi o abuso di alcool e di droga e può derivare anche da stati particolarmente stressanti (incarcerazioni e lutti gravi). Non si devono lasciare mai sole persone che si ritiene potrebbero autolesionarsi. Ci si potrebbe trovare nella situazione di dover prendere provvedimenti di emergenza. E’ poi da evitare quanto possibile alla persona in crisi l’accesso ad armi o ad altri mezzi letali. Quali sono le forme più comuni di suicidio? Le armi da fuoco causano il 60% dei suicidi, l’ 80% dei quali è commesso da maschi bianchi. Al secondo posto si trova l’impiccagione per gli uomini e l’avvelenamento da farmaci e da overdose per le donne. La presenza di armi in casa è risultato essere fattore di rischio indipendente ma -3- SOS PSICHE – Il Suicidio addizionale per il suicidio, per cui , in presenza di persona a concreto rischio, ci si deve assicurare che tali armi vengano rimosse. Perché gli uomini si suicidano più delle donne? Il suicidio negli uomini è quattro volte maggiore che nelle donne, tra le quali per contro i tentativi sono molto più numerosi e per le quali si ha una più alta percentuale di stato depressivo. Svariate sono le ragioni: a) il suicidio è legato a comportamenti aggressivi più comuni negli uomini , riferibili a differenze biologiche identificabili proprio nella “suicidabilità” b) metodi diversi di suicidio. Le donne, ovunque nel mondo, si avvelenano più degli uomini. In paesi dove si reperiscono veleni altamente letali e/o le cure scarseggiano, il salvataggio è raro e di conseguenza i suicidi di donne superano quelli di maschi. Si deve approfondire l’esame di fattori socio-culturali per poter proteggere le donne dal commettere suicidio e per trovare il modo di aiutare gli uomini a riconoscere il loro stato e intraprendere le cure alternative al ricorso al suicidio. -4- Il Suicidio – SOS PSICHE Chi è a più alto rischio di suicidio negli Usa? Si pensa comunemente che la percentuale di rischio sia maggiore tra i giovani mentre in realtà sono gli anziani quelli più a rischio e in particolare i maschi bianchi e tra questi gli ultrasessantacinquenni (il rischio cresce con l’età). Tra i maschi bianchi ottantacinquenni e oltre la percentuale di suicidi è talvolta superiore alla media generale. Questo perché i maschi bianchi sono più deliberati nelle loro decisioni, usano armi da fuoco sicure e non parlano dei loro progetti. Si dà anche il caso che nei più anziani manchi la volontà di curarsi e di sopravvivere. Più del 70% degli anziani vittime di suicidio sono stati in cura dallo psichiatra solo nel mese stesso del decesso e molti di loro erano affetti da malattie depressive non riconosciute. Ciò ha portato a intensificare le ricerche volte a migliorare la capacità del medico di diagnosticare per tempo e curare la depressione negli anziani. Esistono programmi scolastici che possono prevenire il fenomeno tra i giovani? Nonostante esistano programmi di prevenzione nelle scuole, manca tuttavia una valutazione sulla loro efficacia. Molti di questi programmi tendono ad abbattere il tabù del parlare di suicidio e a incoraggiare i giovani bisognosi di aiuto a chiederlo. Ma di nessuno si è provata l’efficacia. In realtà, si son riscontrati effetti negativi non voluti, poiché nel descrivere il suicidio e i relativi fattori di rischio alcuni -5- SOS PSICHE – Il Suicidio curricula possono involontariamente suggerire che il suicidio sia un’opzione per molti giovani , nei quali già sono presenti alcuni dei fattori di rischio, e in tal senso lo “rendono normale”, il che è esattamente l’opposto del messaggio che si vuole mandare. Gli sforzi per la prevenzione devono essere aumentati e scientificamente testati con la massima attenzione.Dato l’enorme sforzo e gli altissimi costi di attuazione dei programmi, si dovrebbe avere la certezza della loro efficacia ancor prima della loro messa in atto. Esistono varie forme di prevenzione, con effetti meno negativi e più probabilità di riuscita: una è quella di promuovere un sistematico, globale monitoraggio della salute mentale nei bambini in età scolare per evitare rischi precoci di depressione, abusi di droga e aggressività; altra è l’individuazione di soggetti inclini al suicidio mediante test personali e riservati sulla depressione, l’abuso di stupefacenti e l’intenzione di suicidio. Ove si osservi nell’adolescente la presenza di una di queste ipotesi, allora si procederà ad una ulteriore valutazione fatta da specialisti e seguita dall’indicazione delle cure ritenute necessarie. Un adeguato trattamento del disordine mentale nell’adolescente, sia esso propenso o no al suicidio, porta importanti benefici per la famiglia, per i coetanei e anche per la ricerca nel settore. Gli adolescenti omosessuali sono ad alto rischio di suicidio? Per quanto attiene al suicidio concretamente attuato non esistono statistiche a livello nazionale sulla percentuale -6- Il Suicidio – SOS PSICHE riguardante gay, lesbiche o bisessuali (GLB). L’atto di morte non prende in considerazione l’inclinazione sessuale e per stabilire se la percentuale sia più alta fra queste categorie bisognerebbe sapere in quale proporzione i cittadini US si considerano gay, lesbiche o bisessuali. L’inclinazione sessuale è una caratteristica personale che però spesso si sceglie di tacere e che di conseguenza, anche in casi in cui vengano esaminati , sotto l’aspetto psicologico e in fase di autopsia, i fattori di rischio che hanno provocato il suicidio, difficilmente si riesce a stabilire . E questo poi diventa un problema negli adolescenti ,i quali possono essere riservati e molto incerti sui loro orientamenti sessuali. Da studi fatti , in caso di accertato orientamento sessuale, il rischio di suicidio per gay o lesbiche non è risultato superiore a quello degli eterosessuali, una volta presi in considerazione i disordini mentali e l’abuso di sostanze tossiche. Circa invece i tentativi di suicidio, parecchi studi a livello statale e federale riportano che nello scorso anno la percentuale di studenti di scuola media superiore omosessuali o bisessuali con propositi o tentativi di suicidio è stata superiore a quella degli eterosessuali. Non essendoci però completo accordo sul modo di misurare i tentativi di suicidio fra adolescenti, o l’inclinazione sessuale, è chiaro che i dati sono discutibili. Concordano nondimeno sulla necessità di fornire l’aiuto necessario agli adolescenti gay, lesbiche e bisessuali perché crescano in salute e in equilibrio, malgrado gli ostacoli che dovranno affrontare. Non essendo i programmi di prevenzione scolastica risultati efficaci per l’adolescente in generale, se non addirittura deleteri per quelli molto vulnerabili, non stupisce che non -7- SOS PSICHE – Il Suicidio lo siano neppure per gli omosessuali. Poiché i giovani non dovrebbero essere esposti a programmi che non funzionano, e che addirittura possono aumentare il rischio, è chiaramente necessario approfondire la ricerca per produrre programmi efficaci e sicuri. Gli adolescenti Afro Americani sono a serio rischio di suicidio? Storicamente, la percentuale è inferiore a quella dei bianchi americani. Tuttavia, all’inizio degli anni 80 la percentuale nei maschi afro americani cominciò a crescere più velocemente di quella dei bianchi. Attualmente la tendenza è per un decremento in entrambi i gruppi etnici, ma gli esperti delle politiche della salute sono preoccupati per l’aumento di suicidi da arma da fuoco fra tutti gli adolescenti maschi. Il suicidio può essere messo in relazione con l’impulsività? L’impulsività è un sintomo di molti disordini mentali e perciò è stato collegato anche al suicidio in quanto correlato a specifici comportamenti e ad uso di droga. Disordini mentali di questo tipo si riscontrano in giovani donne con personalità ai limiti del normale , giovani maschi difficili , maschi adulti dal comportamento antisociale e maschi di mezza età alcolisti o drogati. -8- Il Suicidio – SOS PSICHE L’impulsività sembra invece non influenzare i suicidi anziani. L’impulsività è stata correlata anche a comportamento violento sfociante in omicidio e suicidio. Comunque, anche senza aggressività, è considerata fattore di rischio. Esiste un rischio “razionale”? Alcuni gruppi di appoggio sostengono che il suicidio, incluso il suicidio assistito, può essere una decisione razionale . Altri sostengono che non lo sia e che sia piuttosto la conseguenza di depressione, ansia e timore di essere di peso. L’osservazione di malati terminali dice che pochi pensano di rinunciare a vivere e se lo fanno è a seguito di depressione. Inoltre è più accettato il suicidio assistito di anziani malati o disabili che non quello di giovani malati o disabili. Per ora esiste una ricerca limitata sulla frequenza delle intenzioni suicide e della depressione nei malati terminali , sul loro pensare al suicidio assistito, sulle loro caratteristiche personali, sul contesto in cui è maturata la depressione, sullo stress in ambito familiare o altro determinanti l’intenzione suicida . E neppure è chiaro quali effetti possano avere sul preferire il suicidio alla vita l’assistenza sociale, la disponibilità di cure o il lenimento dei dolori. Il dibattito potrà essere ripreso quando si avranno maggiori dati a disposizione. -9- SOS PSICHE – Il Suicidio Quali fattori biologici aumentano il rischio di suicidio? Gli studiosi ritengono che sia la depressione che il suicidio siano da collegarsi a una diminuzione di serotonina nel cervello, trovata infatti in basso tasso, 5-HIAA in individui che avevano tentato il suicidio e in regioni cerebrali di suicidi studiate post mortem. Si migliora la comprensione della biologia del comportamento suicida intensificando le cure. Pare che i ricettori di serotonina aumentino l’ attività in individui con depressione maggiore e inclini al suicidio, il che spiega perché farmaci desensibilizzanti o riducenti tali ricettori (quali gli inibitori SSRIs) siano risultati inefficaci nella cura per la depressione. Si sta ora cercando di capire fino a che punto farmaci quali gli inibitori SSRIs possano ridurre la propensione al suicidio. Il rischio di suicidio può essere ereditario? Ci sono sempre più prove che fattori genetici contribuiscano in questo senso. Le malattie psichiatriche maggiori, quali disordine bipolare, depressione maggiore,schizofrenia, alcoolismo, abuso di droghe e certi disturbi della personalità, presenti nella famiglia, aumentano il rischio di suicidio.Ciò non vuol dire che un comportamento suicida sia inevitabile in individui con una storia familiare alle spalle; semplicemente essi possono essere più vulnerabili e perciò in questi casi vanno adottate - 10 - Il Suicidio – SOS PSICHE misure che riducano il rischio, quali la valutazione e la cura al primo segnale di malattia mentale. La depressione aumenta il rischio di suicidio? Quantunque la maggioranza dei depressi non arrivi al suicidio, una depressione maggiore aumenta il rischio. Recenti dati su individui depressi seguiti per lunghi periodi di tempo indicano che il 2% di quelli curati fuori da strutture ospedaliere commettono suicidio. La percentuale raddoppia (4%) per quelli curati in degenza ospedaliera. I depressi curati in degenza ospedaliera in seguito a intenzioni o tentativi di suicidio si suicidano in percentuale tre volte maggiore (6%) rispetto a quelli curati fuori dalla struttura. Nel rischio di sui cidio, impressionante è anche lo scarto tra uomini e donne con storie di depressione: 7% di suicidi negli uomini e 1% nelle donne. Altro utile parametro di studio sul rischio di suicidio e depressione è l’esaminare la vita dei suicidi e lo stabilire la proporzione dei depressi fra di essi. Risulta che circa il 60% dei suicidi abbia sofferto di alterazioni di umore (depressione maggiore, disordine bipolare, distimia). Nei suicidi in giovane età si riscontrano spesso disordini dovuti ad abuso di droga, oltre che a depressione. - 11 - SOS PSICHE – Il Suicidio L’abuso di alcool e di stupefacenti aumenta il rischio di suicidio? Recenti indagini condotte su scala nazionale hanno chiarito la relazione tra abuso di alcool e di droghe e il comportamento suicida. Un riesame della legge sul limite minino di età fissato per assunzione di alcolici e il numero di suicidi fra giovani tra 18 e 20 anni ha messo in evidenza come un limite più basso si associ ad una più alta percentuale di suicidi. Un altro studio ha rilevato come individui che avevano tentato il suicidio erano anche inclini a stati depressivi e molti anche soffrivano di disordini causati da abuso di alcool e droga. Una indagine sui decessi causati da ferite non provocate da incidenti stradali, associate a intossicazioni da alcool rileva come più del 20% fossero suicidi. E’ stato anche notato che l’uso e abuso di droghe nei suicidi giovani è più frequente che in suicidi anziani. In particolari gruppi etnici, quali gli Indiani d’America e i Nativi dell’Alaska, i fattori principali di rischio di suicidio sono la depressione e problemi derivanti da uso o abuso di alcool e droga. Nei drogati si riscontrano in più altri fattori di rischio quali , spesso, problemi sociali e finanziari, oltre alla depressione. L’uso e abuso di sostanze può essere comune tra i soggetti impulsivi e tra quanti abbiano comportamenti ad alto rischio sfocianti in autolesionismo. Per fortuna si sta incrementando efficacemente la prevenzione per ridurre il rischio di uso e abuso di sostanze nei giovani e già esistono trattamenti sicuri per questi problemi che i ricercatori stano attualmente testando sui individui che hanno tentato il suicidio. - 12 - Il Suicidio – SOS PSICHE Cosa significa “contagio da suicidio” e cosa si può fare per prevenirlo? E’ l’esposizione al suicidio o al comportamento suicida nel nucleo familiare, nell’ambito della classe sociale di appartenenza o attraverso l’informazione mediatica e può avere come risultato un aumento degli atti suicidi o di comportamento suicida. Si è notato che l’esposizione diretta o indiretta aumenta il comportamento suicida negli individui a rischio specie fra gli adolescenti e i giovani. Il rischio di contagio prodotto dall’informazione mediatica si può ridurre quando essa si limiti al puro resoconto del fatto; se ripetuta e commentata può aumentare il pericolo del contagio. Il suicidio è il risultato di vari complessi fattori, e pertanto i media non dovrebbero dar notizia, ad esempio, di recenti fatti negativi nella vita del suicida e tanto meno divulgare descrizioni dettagliate dei metodi usati, e ciò per evitare il ripetersi del fatto; e neppure dovrebbero glorificare la vittima e ciò per evitare che il suicidio possa essere inteso come il mezzo più efficace per attirare l’attenzione dei media stessi. Andrebbero anche forniti agli individui a rischio i numeri telefonici di soccorso e i contatti di emergenza. Il rischio si può anche minimizzare sottoponendo a valutazione medico-psichiatrica i membri della famiglia, del gruppo sociale, degli amici e dei colleghi della vittima. Le persone giudicate a rischio di suicidio verrebbero allora indirizzate a servizi di salute mentale per ulteriori cure. - 13 - SOS PSICHE – Il Suicidio E' possibile prevederlo? Al momento non esistono ricette efficaci. Vi sono fattori che individuano soggetti a più alto rischio, i quali peraltro raramente arriveranno al suicidio. Fra questi si annoverano malattie mentali, abuso di stupefacenti, precedenti tentativi di suicidio, precedenti storie familiari, storie di abusi sessuali subiti, tendenze impulsive o aggressive. Il suicidio è un evento relativamente raro ed è perciò difficile prevedere quanti, con dette caratteristiche, - 14 - Il Suicidio – SOS PSICHE commetteranno l’atto di suicidarsi. PARTE II – INFORMAZIONI Il suicidio è un comportamento complesso normalmente dovuto a una combinazione di fattori. Quasi tutti i suicidi soffrono di disordini mentali diagnosticabili o disordini da abuso di stupefacenti o di entrambi, e la maggior parte soffre di depressione. Studi in merito indicano che i migliori risultati nella prevenzione dei suicidi si otterranno mediante individuazione precoce e successivo trattamento di depressioni e altre malattie mentali. La maggior parte dei depressi non si uccide. Il suicidio è considerato una possibile complicazione della depressione in presenza di altri fattori, in quanto le intenzioni e il comportamento suicida possono essere sintomi di peggioramento grave della depressione, sintomi che rispondono però bene alle cure e che si possono anche evitare se si interviene subito. Qualsiasi avvisaglia deve però essere attentamente considerata e subito valutata clinicamente. Fattori di rischio E’ importante notare che molti individui presentano fattori di rischio e non per questo però si suicidano. • Uno o più eventi di disordine mentale diagnosticabile o da abuso di stupefacenti - 15 - SOS PSICHE – Il Suicidio • • • • • • • • • Impulsività Avversità Storia familiare di disordine mentale o abuso di stupefacenti Storia familiare di suicidio Violenza nel nucleo familiare, incluso abuso fisico o sessuale Precedente tentativo di suicidio Armi presenti in casa Incarcerazione Esposizione ad altrui comportamento suicida, inclusi membri della famiglia, del propri o ambiente, informazione attraverso stampa o cinema Come prestare aiuto Non è vero che se una persona parla di suicidio poi lo metta in atto. I potenziali suicidi tengono convinti discorsi del genere ed è molto importante tenerne seriamente conto ed aiutarli nella ricerca di una adeguata valutazione clinica del loro stato di salute mentale, e conseguente trattamento. La persona in crisi può non essere consapevole di aver bisogno di aiuto o può non riuscire a trovarlo da sola. Può anche aver bisogno che gli si ricordi che può accedere a cure efficaci per la depressione, dalle quali molti possono trarre beneficio. Programmi di prevenzione I programmi di prevenzione con maggiori probabilità di successo sono quelli focalizzati sulla identificazione e - 16 - Il Suicidio – SOS PSICHE cura delle malattie mentali e da abuso di stupefacenti provocate da stress e sul controllo di comportamenti aggressivi. Tutti i programmi vanno comunque precedentemente testati per stabilirne l’efficacia e la sicurezza. - 17 - SOS PSICHE – Il Suicidio PARTE III - STATISTICHE NEGLI USA Il suicidio è un tragico e potenzialmente preventivabile problema di salute pubblica. Nel 1997 si pose all’ottavo posto fra le cause di morte: 10,6 persone su 100.000 morirono per suicidio. In totale, si ebbero circa 31.000 suicidi, cioè l’ 1,3% dei decessi. Circa 500.000 persone tentarono il suicidio nel 1996. Il numero dei suicidi e dei tentati suicidi la dice lunga sulla necessità di una prevenzione mirata. I fattori di rischio variano con l’età, il genere, il gruppo etnico e possono variare nel tempo. Spesso ci si trova in presenza di più di un fattore. Più del 90% dei suicidi soffrono si depressione o di altra malattia mentale diagnosticata o di disordini per abuso di stupefacenti. In più la ricerca ha appurato che alterazioni nei neurotrasmettitori quali la serotonina sono associate al rischio di suicidio. Si è notata diminuzione dei livelli di tali sostanze in pazienti in depressione, con disordini dovuti ad impulsività, storie di violenti tentativi di suicidio, e anche post-mortem nel cervello dei suicidi. Avversità abbinate a depressione possono portare al suicidio, anche se non è la normale risposta allo stress. Molti presentano più fattori di rischio ma non si suicidano. Ulteriori fattori sono storie familiari di disordini mentali o abuso di stupefacenti, precedenti tentativi, violenza in ambito familiare anche sessuale, armi presenti in casa, incarcerazione, esposizione a comportamenti suicidi di altre persone, inclusi famigliari, membri del proprio ambiente e informazione mediatica. - 18 - Il Suicidio – SOS PSICHE Differenze nei generi Gli uomini commettono suicidio quattro volte più delle donne le quali peraltro tentano il suicidio due o tre volte più dei primi. L’arma da fuoco è la più usata da entrambi i sessi e nel 1997 è stata la causa del 58% del totale dei suicidi. Il 72% della totalità dei suicidi e il 79% di quelli perpetrati con arma da fuoco venne commesso da bianchi. La percentuale più alta si ebbe negli anziani ultra ottantacinquenni.- 65 per 100.000 persone. Bambini, adolescenti e giovani La percentuale dei suicidi in giovane età è drammaticamente aumentata negli ultimi decenni. Nel 1997 il suicidio era la terza causa di morte in età tra i 15 e i 18 anni – 11,4 su 100.000 persone – dopo le morti accidentali e l’omicidio, ed anche la terza in età tra i 10 e 14 anni, con 303 morti su 19.097,000 . Tra gli adolescenti trai 15 e i 19 i suicidi erano 1802 su 19.146.000. Il rapporto tra maschi e femmine era di 4 a 1. Tra i 20 e 24 anni erano 2384 su 17.488.000 con rapporto tra maschi e femmine di circa 6 a 1. Tentati suicidi I tentativi di suicidio sono 8 rispetto a 1 commesso e la percentuale è più elevata fra le donne e i giovani e meno fra uomini e anziani. In questi casi i fattori di rischio negli adulti includono la depressione, l’abuso di alcool , l’uso di cocaina, la separazione o divorzio; nei giovani la depressione, l’alcool o disturbi dovuti a uso di stupefacenti, abuso sessuale o fisico, comportamento aggressivo o - 19 - SOS PSICHE – Il Suicidio distruttivo. La maggior parte dei tentativi di suicidio sono espressione di estrema angoscia. Il potenziale suicida non deve essere lasciato solo e necessita di cure immediate. Prevenzione I programmi di prevenzione necessitano di valutazione scientifica che ne comprovi la validità. Gli interventi preventivi , per avere effetti duraturi, devono essere complessi e intensivi. I programmi informativi nelle scuole, focalizzati solo sul suicidio non sono stati correttamente valutati in quanto ad efficacia; analisi fatte dicono che addirittura possono aumentare lo stato di angoscia nei giovani più vulnerabili. Potranno essere efficaci a lungo termine se meglio strutturati e focalizzanti il suicidio come parte della salute mentale nel suo complesso. Diagnosi precoce e cura appropriata costituiscono una valida prevenzione. Per esempio, considerato che la più parte dei suicidi anziani – 70% - sono stati per la prima volta visitati dallo psichiatra un mese prima del suicidio, ne deriva che il potenziare la diagnosi precoce e le cure in strutture cliniche può essere di grande aiuto. I ricercatori del NIMH che si prefiggono questo obiettivo stanno studiando l’efficacia di un intervento educativo sulla depressione da fornire ai medici di primo intervento e ai loro pazienti anziani. Il o la potenziale suicida non deve essere lasciato solo. Il numero da chiamare in momenti di emergenza è il 911. E’ anche importante limitare l’accesso del malato alle armi da fuoco, ai medicinali o ad altri mezzi che possono rivelarsi letali. - 20 - Il Suicidio – SOS PSICHE PARTE IV : DEPRESSIONE E SUICIDIO La depressione maggiore, causa significativa di suicidio negli anziani, è una largamente sottovalutata e poco curata malattia. Da molti studi risulta infatti che i suicidi anziani si sono sottoposti a visita medica per la prima volta poco prima del suicidio: il 20% lo stesso giorno, il 40% una settimana prima e il 70% un mese prima. Da qui l’urgenza della diagnosi e del trattamento adeguato come mezzo per ridurre il rischio. Prendendo in esame solo il 13% della popolazione degli USA, la percentuale di suicidi in età oltre i 65 anni era nel 1997 era del 19% su tutti i decessi per suicidio. La percentuale più alta è fra gli americani bianchi ultraottanticinquenni: 64,9 su 100.000 nel 97, circa 6 volte la media nazionale US di 10.6 per 100.000. Si stima che il 6% di americani ultrasessantacinquenni , in un anno,soffra di depressione diagnosticabile (disordini da depressione maggiore, disordini bipolari, disordini distimici). In confronto ad altri normali disturbi emozionali – tristezza, stati di cattivo umore, angoscia - la depressione può essere estrema e persistente e può interferire significativamente con le funzioni e le capacità dell’individuo. Disturbi distimici o sintomi depressivi, non totalmente corrispondenti ai criteri diagnostici del disturbo, sono comuni tra gli anziani e sono associati a un aumento del rischio di depressione maggiore. In ogni caso, la depressione non è legata normalmente all’invecchiamento. Si presenta spesso con altre malattie quali disturbi cardiovascolari, infarto, diabete e cancro. Poiché molti - 21 - SOS PSICHE – Il Suicidio anziani devono fronteggiare queste malattie, così come difficoltà economiche, i medici, spesso equivocando, concludono che la depressione è una conseguenza di tali problemi, attitudine questa spesso condivisa dagli stessi pazienti. Questi fattori possono anche contribuire a fare diagnosi incomplete e di conseguenza a non curare sufficientemente la malattia. Tanto il medico che il paziente possono avere difficoltà nell’identificare i segnali della depressione. Ricerca e trattamento Moderne tecnologie impiegate nel settore hanno messo in evidenza come, nella depressione, i circuiti neurali non funzionino bene e i neurotrasmettitori siano sbilanciati. La ricerca genetica indica che la vulnerabilità alla depressione risulta dall’influenza di geni multipli che agiscono di concerto con fattori ambientali. Gli studi sulla chimica del cervello e sui meccanismi di azione di antidepressivi sono sempre più di aiuto per l’ottimizzazione dei trattamenti. Gli antidepressivi vengono largamente assunti. Ne esistono alcuni che influenzano la funzione di certi neurotrasmettitori , in primo luogo serotonina e “norepinephrine” (nel testo), note come monoamine. Gli antidepressivi triciclici (TCAs) e gli inibitori “monoamine oxidase” – MAOIs (nel testo) interessano invece simultaneamente l’attività di entrambi questi neurotrasmettitori. Il loro svantaggio è che sono difficilmente tollerabili causa effetti collaterali e, nel caso dei MAOIs, causa restrizioni mediche o dietetiche.Farmaci più nuovi, quali gli inibitori ad - 22 - Il Suicidio – SOS PSICHE assorbimento serotinico selettivo (nel testo: selective serotinin reuptake inhibitors – SSRIs ) hanno minori effetti collaterali e consentono di curare meglio il paziente, anche se anziano. Entrambi le generazioni di farmaci alleviano efficacemente la depressione, quantunque alcuni pazienti rispondano ad una sola di esse. Anche certa psicoterapia può servire : quella conoscitiva del comportamento (nel testo: cognitive-behavioral therapy CBT ) e quella interpersonale sono particolarmente utili. Circa l’ 80% dei depressi anziani ottengono miglioramenti da cure combinate di farmaci e psicoterapia. Infatti recenti ricerche hanno confermato che la combinazione antidepressivipsicoterapia riduce efficacemente la reiterazione degli episodi depressivi negli anziani. In pazienti sottoposti a terapia interpersonale combinata con l’antidepressivo “nortriptyline” (un triciclico) le recidive , in un periodo di tre anni di cure, sono state molto inferiori che in pazienti sottoposti solo a terapia o all’assunzione di soli antidepressivi Sempre per l’età avanzata, proseguono gli studi sull’efficacia dei SSRIs e di specifiche psicoterapie a breve termine, e i cui risultati forniranno dati preziosi per il decorso clinico e le cure; ulteriori ricerche saranno necessarie per stabilire il ruolo dei fattori ormonali nello sviluppo della depressione e per verificare se una terapia con estrogeni o androgeni possa essere utile. - 23 - SOS PSICHE – Il Suicidio LA VERA PREVENZIONE: UNA CAMPAGNA NEGLI STATI UNITI LETTERA DAL “SURGEON GENERAL” - U.S. DEPARTMENT OF HEALTH AND HUMAN SERVICES – Il suicidio è un serio problema di salute pubblica, al nono posto nel 1996, anno delle statistiche più recenti, nelle cause di mortalità negli USA, con circa 31.000 decessi , il 50% in più degli omicidi (circa 20.000). Molti stentano a credere che in America si possa morire più per suicidio che per omicidio.Annualmente 500.000 persone vengono sottoposte a trattamenti di emergenza in seguito a tentato suicidio.Il comportamento suicida è tipico in presenza di disturbi mentali o da abuso di stupefacenti. E’ un trauma enorme per milioni di americani che perdono un proprio caro. A livello nazionale lo si deve considerare un grosso problema di salute pubblica e si devono porre in atto strategie tese a evitarlo e a rimuoverne le cause. Nel 1996 la World Health Organisation (WHO) riconoscendo la sempre maggiore gravità del problema, ha raccomandato ai paesi membri di incentrare l’attenzione sul suicidio. Il documento, Prevenzione del suicidio: linee guida per la formulazione e l’amento delle strategie nazionali, propugnava la creazione di una partnership pubblico/privata per trovare una strategia a livello nazionale, che prevedeva agenzie nel US Department of Health and Human Services, compresi i - 24 - Il Suicidio – SOS PSICHE Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la Health Resources and Services Administration (HRSA), l’ Indian Health Service (IHS), il National Institute of Mental Health (NIMH), l’Ufficio della Chirurgia Generale e la Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA) e il Suicide Prevention Advocacy Network (SOAN), una ramificata organizzazione di appoggio per gli scampati al suicidio (persone molto vicine a chi avesse commesso suicidio), per persone che hanno tentato il suicidio, attivisti di comunità e clinici di malattie mentali. Questo sforzo collaborativo fu aiutato dalla sponsorizzazione di una conferenza nazionale sulla prevenzione del suicidio, tenuta a Reno, Nevada, nell’ottobre 1998. Parteciparono ricercatori, clinici, politici, scampati al suicidio, attivisti e leaders di comunità. Venne svolta una accurata analisi su quanto vi sia di noto e ignoto sul suicidio e la potenziale risposta a un modello di sanità pubblica che ne enfatizzi la prevenzione. Questo appello all’azione dal Surgeon General introduce una proposta di piano sul come trattare il suicidio – Informazione, Intervento e Metodologia, o AIM ( Aareness, Interventio and Methodology) – scaturita dalle deliberazioni condivise dai partecipanti alla conferenza. L’ AIM parte da 15 raccomandazioni supportate dal consenso e dai fatti provati presentati alla conferenza di Reno. Riconoscendo che il disordine mentale e da abuso di stupefacenti costituisce il rischio più grave , le raccomandazioni suggeriscono di avvicinarsi alla prevenzione del suicidio e del comportamento suicida - 25 - SOS PSICHE – Il Suicidio ponendo il problema dei disordini mentali e da abuso di stupefacenti sullo stesso piano degli altri problemi di salute pubblica, e di trattarli congiuntamente. Tali raccomandazioni, così come sono concepite, sono passi essenziali verso una completa Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio. Altri elementi essenziali saranno una politica di salute pubblica, obiettivi da preporsi, monitoraggio e progressiva valutazione degli stessi, e risorse a disposizione dei gruppi e agenzie preposti alla realizzazione delle raccomandazioni. Il Paese ha bisogno di realizzare queste raccomandazioni veramente cruciali e di appoggiare gli sforzi tesi a ottimizzare le basi scientifiche della prevenzione del suicidio. Molta persone, da responsabili della salute pubblica e esperti in malattie mentali, a avvocati e scampati al suicidio hanno lavorato insieme per sviluppare e proporre AIM agli americani. AIM pianifica corsi di prevenzione oggi così come vuole essere in futuro la base per una più globale Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio. Insieme sono una componente importante di una più allargata iniziativa per migliorare la salute pubblica del paese. Io appoggio il lavoro in corso necessario a completare una Strategia Nazionale perché credo che un tale approccio coordinato e basato su prove sia il miglior modo di impiegare le nostre risorse per prevenire il suicidio in America. Però anche il piano progettato nel migliore dei modi non si realizza se c’è un aiuto sostanzioso. Per rendere operativo AIM ciascuno di noi , sia a livello federale, o di stato o locale, deve tradurre queste raccomandazioni in programmi che si adattino bene alle nostre rispettive comunità. Dobbiamo agire ora. Non - 26 - Il Suicidio – SOS PSICHE possiamo cambiare il passato, ma insieme possiamo dare un volto nuovo al futuro. David Satcher, M:D:, Ph.D. Assistant Secretary for Health and Surgeon General Il suicidio come problema di salute pubblica. In media 85 americani al giorno si suicidano. Quantunque le donne tentino più sovente il suicidio, il numero dei maschi che ne muoiono risulta quadruplicato. L’arma da fuoco è il mezzo più usato da uomini e donne e causa il 59% dei decessi. In passato le percentuali di suicidio sulla generalità della popolazione sono state abbastanza stabili. Negli ultimi vent’anni, da 12,1 per 100.000 persone nel 1976 era scesa nel 1996 a 10,8 per 100.000. Tuttavvia le percentuali per età, genere, gruppo etnico sono sostanzialmente cambiate. Tra il 1952 e il 1996 la percentuale fra gli adolescenti e i giovani è quasi triplicata. Fra il 1980 e il 1996 la percentuale di suicidi in età tra i 15 e 19 anni è aumentata del 14% e tra i 10 e 14 anni del 100%. Nella fascia tra i 15 e i 19 anni i suicidi da arma da fuoco sono aumentati dal 1980 del 96%. Tra i giovani di 15-19 anni il suicidio è al terzo posto nelle cause di morte, preceduto solo da morte causata da ferite accidentali e omicidio. I teenagers e i giovani muoiono più per suicidio che per cancro, malattie cardiovascolari, AIDS, difetti di nascita, infarti, polmonite e influenza e malattie polmonari croniche. Negli ultimi dieci anni il numero di suicidi tra bambini è drammaticamente aumentato: è al momento la quarta causa di morte tra bambini dai 10 ai 14 anni. Il suicidio resta un serissimo problema anche per l’età - 27 - SOS PSICHE – Il Suicidio avanzata: la percentuale aumenta con l’età ed è più alta tra gli americani bianchi maschi ultrasessantacinquenni. Le vittime anziane da suicidio, più che le giovani, sono vissute sole, sono rimaste vedove, e hanno avuto malattie. E più che i giovani, gli anziani si sono rivolti per curarsi allo specialista poco prima di suicidarsi, e ciò vuol dire una opportunità mancata per la prevenzione. Anche altri gruppi di popolazione hanno specifiche necessità di prevenzione. In molte comunità di Indiani d’America e di Eschimesi si sono avuti per molto tempo alte percentuali di suicidio. Tra il 1980 e il 1996 la percentuale di suicidi tra i Negri d’America tra i 15 e i 19 anni è aumentata del 105 per cento e quasi il 100% di aumento è attribuibile all’uso di arma da fuoco. Si accetta normalmente la tesi che non tutte le morti che sono in realtà suicidi sono riferite come tali. Per esempio, morti classificate come omicidi o incidenti, in cui l’individuo può essersi esposto intenzionalmente al pericolo, non sono incluse nelle statistiche dei suicidi.Considerando una tragedia la perdita della vita, il suicidio suscita in molti di noi complesse e spiacevoli reazioni. Troppo spesso si biasimano le vittime e si stigmatizzano i comportamenti della famiglia e degli amici ancora viventi. Tali reazioni aumentano solo la pena dei sopravvissuti, ne aumentano l’isolamento e la tendenza a tacere sul suicidio avvenuto. Sfortunatamente, segretezza e silenzio riducono le possibilità di avere esaurienti informazioni sul suicida – informazioni che potrebbero - 28 - Il Suicidio – SOS PSICHE servire a prevenire altri suicidi. Metodologia - Raccomandazioni per una Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio Lo sviluppo di una Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio dovrebbe portare a una riduzione significativamente sostanziosa e misurabile dei comportamenti suicidi. Le azioni da attuare, presentate in questo documento, sono state considerate prioritarie fra le varie raccomandazioni proposte attraverso una collaborazione pubblico-privata di organizzazioni non governative, agenzie federali o di stati, associazioni, fondazioni e specialisti della salute pubblica e della salute mentale. Prima della conferenza di Reno, esperti del settore hanno valutato ricerche, studi, programmi, politiche e interventi per prevenire il suicidio, effettuati su cinque gruppi di popolazione statunitense noti per essere ad alto rischio di suicidio. I più a rischio sono risultati essere i giovani, gruppi specifici di popolazione, individui con disturbi mentali o da abuso di stupefacenti, e gli anziani. Dopo ulteriore riesame, si sono scelte le raccomandazioni per la prevenzione e gli esperti sono stati incaricati di ponderare attentamente la concretezza dei dati a disposizione, le probabilità che un intervento può avere nel ridurre il suicidio, le reali possibilità di applicazione e il calcolo del tempo necessario perché vengano messe in atto e producano dei risultati. Furono anche incaricati di esaminare le possibili implicazioni etiche e culturali. La relazione degli esperti venne presentata a Reno. Una importante - 29 - SOS PSICHE – Il Suicidio sezione della conferenza ebbe il compito di lavorare su queste raccomandazioni ed esprimere un giudizio su ciascuna di esse. Il panel copriva diverse aree di specializzazione e comprendeva ricercatori, scampati al suicidio, individui che avevano tentato il suicidio, responsabili istituzionali della salute pubblica, volontari di comunità, medici, educatori, utenti di servizi di salute mentale, associazioni di sostegno non profit. Un supporto economico configurante lo stato socioeconomico della conferenza permise che non fossero esclusi anche partecipanti a pagamento. I Regional Health Administrators del Servizio di Salute Pubblica degli US affiancarono più di 400 partecipanti nel mettere a punto le raccomandazioni. Al panel degli esperti pervennero, nel corso dei lavori di delibera,circa 700 commenti scritti.Le raccomandazioni furono redatte dopo rigoroso riesame delle ricerche sul suicidio e sulla prevenzione del medesimo. La ricerca sul suicidio si basa essenzialmente sull’identificazione dei rischi, che sono in particolare disordini mentali e abuso di stupefacenti, è meno sviluppata nella definizione della prevenzione, e soltanto all’inizio nell’analisi dell’interazione fra rischio e fattori protettivi. Si sono associati certi trattamenti per disordini mentali e abuso di stupefacenti con la diminuzione del comportamento suicida. Ci vorranno ovviamente ulteriori ricerche per verificare se questi trattamenti daranno i medesimi benefici se applicati ad altri, al di fuori del piccolo gruppo di popolazione studiata. Le raccomandazioni sviluppate nel panel includono iniziative passate e presenti, programmi, interventi. Altre, - 30 - Il Suicidio – SOS PSICHE in base a dati certi, formulano pragmatiche proposte di applicazione, proposte che gli esperti nella prevenzione del suicidio ritengono abbiano il maggior potenziale di efficacia. Alla fine della conferenza, il panel degli esperti ha presentato 81 raccomandazioni, da prendere in esame per poi poterle inserire nella Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio. Queste raccomandazioni sono state inserite nel sito Web SPAN per ulteriori riflessioni e pubblici commenti. Le risposte pervenute considerano prioritarie le raccomandazioni con criteri di fattibilità, chiarezza, necessità e possibilità di impiego. Quelle considerate prioritarie in assoluto e che hanno avuto il più largo supporto sono state pubblicate perché possano servire come base essenziale per un programma di azioni sulla prevenzione del suicidio. Conclusioni AIM per prevenire il suicidio Questo Surgeon General’s Call to Action introduce un primo programma per la riduzione dei suicidi e delle pesanti conseguenze dovute a disordini mentali e da abuso di stupefacenti negli Stati Uniti. Basate su dati certi e considerate prioritarie dagli esperti, le 15 raccomandazioni sotto elencate serviranno come base per un’azione immediata, e soprannominate Awareness, Intervention - 31 - SOS PSICHE – Il Suicidio and Methodology o AIM – Informazione, Intervento e Metodologia. Awareness /Informazione:Informazione capillare nella popolazione sul suicidio e i fattori di rischio Intervention/Intervento: intensificazione di servizi e programmi , sia per la popolazione , sia dal punto di vista clinico Methodology/Metodologia: avanzamento nella scienza della prevenzione del suicidio Informazione n rendere la popolazione consapevole del fatto che il suicidio è un problema di salute pubblica e, come tale, molti suicidi si possono prevenire. Usare una appropriata informazione tecnologica perchè il pubblico e gli addetti alla salute pubblica siano informati sul suicidio e i suoi fattori di rischio nonché sui metodi preventivi. n Far conoscere alle comunità, ed accrescerle, le ricerche sui programmi di prevenzione e la stima e il trattamento dei disordini mentali e da abuso di stupefacenti. n Sviluppare strategie per ridurre lo stigma nei confronti di malattie mentali, abuso di stupefacenti, comportamento suicida, indicando i - 32 - Il Suicidio – SOS PSICHE mezzi per affrontare tali problemi. Intervento n Estendere la collaborazione tra pubblico e privato per completare la Strategia Nazionale per la Prevenzione del Suicidio n Migliorare la capacità di chi eroga le prime cure di riconoscere e trattare la depressione, l’abuso di stupefacenti, e altre malattie mentali maggiori legate al rischio di suicidio. Indirizzare maggiormente verso cure specialistiche quando necessario. n Eliminare le discriminazioni nei programmi di assicurazione pubblica e privata circa la fornitura di cure per disordini mentali e da abuso di sostanze, e incentivare la cura di pazienti in cui coesistano sia i disordini mentali, sia quelli da abuso di stupefacenti. n Istituire corsi per la formazione di professionisti in salute generale, salute mentale, abuso di stupefacenti (inclusi clero, insegnanti , addetti in istituti di correzione, lavoratori in campo sociale) sul suicidio, sui rischi, il modo di individuarli, le cure, la gestione dei casi, gli interventi eventuali. n Sviluppare e aumentare programmi di formazione per i famigliari di individui a rischio e per cittadini a contatto col pubblico, e che possono prestare aiuto, sul come riconoscere, rispondere e comportarsi con persone che manifestano rischi di suicidio e al contempo soffrono di disordini - 33 - SOS PSICHE – Il Suicidio mentali o da abuso di stupefacenti. I suddetti cittadini possono essere, tra gli altri, educatori, allenatori sportivi, capi di comunità religiose. n Sviluppare e aumentare programmi di salvaguardia in corsi per giovani, per riconoscere gli stati di angoscia negli adolescenti, intervenire in stati di crisi e coinvolgere il proprio stesso ambiente nella ricerca e reperimento di aiuto. n Incrementare le risorse di cura facendo in modo che le scuole e i posti di lavoro siano anche punti di riferimento dove siano a disposizione servizi di salute fisica e mentale, si seguano programmi di trattamento per abuso di stupefacenti e si dia aiuto a quanti hanno avuto una persona cara che si è suicidata n Promuovere una collaborazione pubblico-privata coi mezzi d’informazione perchè nei notiziari e programmi di varia attualità si diano equilibrate ed esatte informazioni sui suicidi, e rischi connessi, comprese malattie mentali e disordini da abuso di stupefacenti, ed informazioni sul come accedere a trattamento di prevenzione. Metodologia: Avanzamento della scienza di prevenzione del suicidio n Approfondire la ricerca per capire il rischio e i fattori protettivi relativi al suicidio, la loro interazione, i loro effetti sul suicida o sul comportamento suicida. In più aumentare la ricerca su programmi di prevenzione effettiva, - 34 - Il Suicidio – SOS PSICHE trattamenti clinici del possibile suicida e specifici interventi. n Sviluppare strategie scientifiche addizionali per valutare gli interventi di prevenzione e garantire che questi parametri di valutazione siano presenti in tutti i programmi di prevenzione. n Stabilire dei meccanismi di collaborazione interattiva fra istituzioni federali, regionali e statali di salute pubblica per incrementare il sistema di monitoraggio sul suicidio e il comportamento suicida e promuoverne una terminologia standard. n Incoraggiare lo sviluppo e la valutazione di nuove tecnologie di prevenzione , comprese misure di sicurezza per le armi da fuoco, per ridurre un facile accesso a mezzi letali. Discussione Fattori di rischio e protettivi. I fattori di rischio e quelli protettivi e le loro interazioni formano la base empirica per la prevenzione del suicidio. I fattori di rischio sono associati a un potenziale maggiore per il suicidio e il comportamento suicida, mentre i fattori protettivi sono associati a un potenziale ridotto per il suicidio. L’età, il genere, l’etnia, le differenze culturali consentono di capire i diversi ruoli che giocano i fattori di rischio e quelli protettivi. Tali fattori inglobano caratteristiche culturali, genetiche, neurobiologiche, psicologiche, sociali di individui e gruppi, nonché fattori - 35 - SOS PSICHE – Il Suicidio ambientali quali il facile accesso alle armi da fuoco. Questa larga base di dati empirici offre buone prospettive sulla possibilità di cambiare o modificare quanto non funziona nella prevenzione del suicidio. Buoni progressi si sono avuti nella comprensione del suicidio, dei disordini mentali o da abuso di stupefacenti e nel perfezionamento degli interventi di cura. Per esempio, una maggior comprensione di sistemi cerebrali regolati da neurotrasmettitori si spera potrà servire per capire le cause biologiche della depressione, i disordini da ansia, l’impulsività, l’aggressività e i comportamenti violenti. C’è tuttavia ancora molto da imparare sui fattori comuni di rischio per disordini mentali e da abuso di stupefacenti, suicidio e altre forme di violenza intenzionale incluso l’omicidio, le violenze domestiche, l’abuso sui bambini. Basi scientifiche ed empiriche allargate saranno certo molto utili per rendere più efficaci gli interventi per tali dannosi comportamenti. I passi avanti fatti in neurobiologia e nelle scienze del comportamento e la loro applicazione efficace nei trattamenti di disordini mentali e da abuso di stupefacenti hanno generato molte speranze. Una comprensione pubblica più allargata della scienza del cervello e del comportamento può ridurre lo stigma legato alla ricerca di aiuto per disordini mentali o da abuso di stupefacenti e di conseguenza ridurre il rischio di comportamento suicida. Fattori di rischio Comprendere i fattori di rischio può essere d’aiuto nello sfatare il mito che il suicidio sia un’azione casuale o sia il - 36 - Il Suicidio – SOS PSICHE risultato solo di stress. Alcune persone sono particolarmente vulnerabili al suicidio o a intenzionali autolesioni in quanto soffrono di più d’un disordine mentale, ad esempio di depressione unita ad abuso di alcool. Possono anche essere molto impulsive e/o aggressive e usare mezzi assolutamente letali per tentare il suicidio. Come detto, l’importanza di certi fattori di rischio e la loro combinazione varia con l’età, il genere e l’etnia. L’impatto di alcuni di questi può venir ridotto da interventi (per esempio, trattamenti efficaci per malattie depressive). Quelli invece che non possono essere cambiati (come precedenti tentativi di suicidio)possono allertare sull’aumento del pericolo durante periodi di ricorrenza di un disordine mentale o da abuso di stupefacenti o in seguito a stati di grave stress. I fattori di rischio includono: n Precedente tentativo di suicidio n Disordini mentali – in particolare dell’umore, come depressione e disordine bipolare n Disordini concomitanti mentali, da abuso di alcool e da abuso di stupefacenti n Storia familiare di suicidio n Disperazione n Tendenze impulsive e/o aggressive n Barriere frapposte all’accesso a trattamento clinico n Perdite di lavoro, finanziarie, di relazioni amichevoli e sociali - 37 - SOS PSICHE – Il Suicidio n Malattia fisica n Facile accesso a mezzi letali, in special modo ad armi n Non volontà di cercare aiuto a causa della stigma nei confronti della malattia mentale, dei disordini da abuso di stupefacenti e/o delle intenzioni suicide n Influenza di persone determinanti – famigliari, celebrità, compagni morti per suicidio – sia attraverso diretto contatto personale che attraverso impropria informazione mediatica n Credenze religiose e culturali – per esempio, che il suicidio sia una nobile soluzione di un dilemma personale n Epidemie locali di suicidi che hanno una influenza contagiosa n Isolamento, sensazione di venire emarginato ed escluso Alcune liste di segnali di avvertimento di suicidio sono state create per identificare e aumentare i riferimenti a persone a rischio. Tuttavia, questi segnali non sono necessariamente fattori di rischio e possono riferirsi a comuni comportamenti fra persone disturbate e non specifici del suicidio.Queste liste, se applicate su larga scale, per esempio in seminari nelle scuole, possono essere controproducenti. Infatti, una conoscenza non accurata ed attenta del suicidio ed elenchi troppo comprensivi possono farlo considerare come una possibile soluzione ad ordinarie afflizioni o suggerire che intenzioni e comportamenti - 38 - Il Suicidio – SOS PSICHE suicidi siano risposte normali allo stress. Non si deve assolutamente normalizzare, glorificare o drammatizzare un comportamento suicida, riferendone i metodi di attuazione o descrivendolo come una incomprensibile soluzione a un evento di vita traumatizzante. Il trattare il fenomeno in maniera sbagliata potrebbe potenzialmente aumentare il rischio di comportamento suicida in persone vulnerabili, in particolare fra i giovani. Fattori protettivi Possono includere disposizioni genetiche o neurobiologiche dell’individuo, caratteristiche attitudinali e comportamentali, situazioni ambientali.Nella prevenzione del suicidio il loro rafforzamento è altrettanto essenziale quanto la riduzione del rischio. Poichè una resistenza positiva al suicidio non è permanente, i programmi di supporto contro il suicidio andrebbero sostenuti e portati avanti. I fattori protettivi includono: • Effettiva e mirata osservazione clinica verso disordini mentali,fisici e da abuso di stupefacenti • Accesso agevole a tutti gli interventi clinici e al supporto per chi cerca aiuto • Limitazione dell’accesso a mezzi di suicidio letali • Supporto da parte della famiglia e della comunità • Supporto derivante dall’interazione tra cure - 39 - SOS PSICHE – Il Suicidio mediche e salute mentale L’imparare a risolvere i problemi, a pianare i conflitti, e il gestire le dispute in modo non violento • Credenze culturali e religiose che scoraggino il suicidio e rafforzino l’istinto di sopravvivenza I succitati fattori di rischio che portano al suicidio e di fattori protettivi che salvaguardano dal medesimo sono l’impostazione concettuale delle raccomandazioni per la prevenzione sviluppate e presentate in questo documento e nel National Strategy for Suicide Prevention ora in preparazione. • Identificazione e classificazione del rischio Sfortunatamente è difficile identificare particolari individui ad altissimo rischio di suicidio o tentativo di suicidio . Le misure di controllo sulla popolazione in generale a rischio mancano della precisione necessaria per identificare in anticipo solo quanti eventualmente morirebbero per suicidio. E visto che un tale controllo non è fattibile, è molto importante che i programmi di prevenzione raggiungano quanta più popolazione possibile e nel contempo si prefiggano lo scopo di focalizzare i sottogruppi più piccoli, ad alto rischio, che possono venire identificati . All’interno di questi sottogruppi, è importante attuare programmi di controllo per particolari disordini, quale la depressione, associati al suicidio, al fine di identificare e indirizzare - 40 - Il Suicidio – SOS PSICHE l’individuo a cure altamente efficaci in grado di diminuire il loro rischio. Spesso la prevenzione è diretta principalmente a intensificare le cure cliniche in chi già ha manifestato intenzioni o ha già tentato il suicidio. La prevenzione deve anche però prefiggersi di ridurre l’inclinazione al suicidio prima che individui vulnerabili raggiungano il punto critico di pericolo. Se il suicidio negli SU verrà considerato problema di salute pubblica, i benefici derivanti dagli sforzi e dalle risorse spese per la prevenzione verranno massimizzati. Salute pubblica Il suicidio è un problema di salute pubblica che richiede di essere affrontato sulla base della prevenzione. Congiuntamente all’approccio medico clinico specifico, che esplora i moventi e le condizioni di salute che possono portare al suicidio, il coinvolgimento degli organi della salute pubblica è senz’altro positivo in quanto identifica e aiuta la comprensione di modelli di suicidio e di comportamento suicida nella popolazione o in gruppi di essa, può circostanziare il problema, identificarne i fattori di rischio e le cause, e sviluppare interventi testati in quanto ad efficacia e applicarli su larga scala a svariati tipi di comunità. Anche se questa descrizione suggerisce una progressione lineare dal primo passo all’ultimo, in realtà i passi avvengono simultaneamente e sono dipendenti l’uno - 41 - SOS PSICHE – Il Suicidio dall’altro. Per esempio, il sistema di raccolta delle informazione per definire l’esatta natura del problema suicidio può servire anche nella valutazione dei programmi. Allo stesso modo, informazioni derivanti dalla valutazione dei programmi possono portare a nuovi promettenti interventi. Gli organi di salute pubblica usano per tradizione questo modello a fronte di epidemie o malattie infettive. Negli ultimi decenni questo modello è anche servito per altri problemi ugualmente complessi e ardui da prevenire, come le malattie croniche e le lesioni. Coinvolgere la salute pubblica nella prevenzione al suicidio — Definizione del problema Prima fase è la raccolta di informazioni sugli incidenti, al di là del semplice conteggio. Quindi informazioni sulle persone coinvolte, sulle circostanze dell’incidente, sugli eventi che possono averlo causato, sull’adeguatezza dell’aiuto e delle cure ricevute e sulla gravità e i costi delle ferite. Questa fase copre il chi, il che cosa, il come, dove, quando e i quanti relativi al problema esaminato. —Identificazioni delle cause e dei fattori protettivi La seconda fase focalizza il perché. Indica i fattori di rischio quali la depressione, l’uso di alcool e altre droghe, lutti, perdita di lavoro. Definisce gruppi a più alto rischio di suicidio. Restano comunque molti interrogativi sulla matrice interattiva di rischio e i fattori protettivi nel suicidio - 42 - Il Suicidio – SOS PSICHE e nel comportamento suicida e, cosa più importante, come tali interazioni possano venir modificate. —Sviluppo e sperimentazione degli interventi La fase successiva verte sul come affrontare e trattare le cause e i fattori di rischio identificati. Testare l’efficacia di ogni intervento è un punto critico per arrivare a dichiarare che le strategie sono sicure,etiche e realizzabili. Test pilota che rivelano differenze fra età particolari, genere, gruppi etnici e culturali possono essere d’aiuto per determinare la strategia di prevenzione adatta. —Incrementare gli interventi L’ultima fase è quella di sviluppare gli interventi risultati efficaci nella prevenzione del suicidio e del comportamento suicida, e i mezzi per andare avanti nella valutazione dell’efficacia di un intervento sono la raccolta di dati. Ciò è essenziale, in quanto un intervento rivelatosi efficace in un esperimento clinico o in uno studio accademico può avere esiti diversi in altre applicazioni. Le valutazioni in corso sono la base per perfezionare ed estendere programmi di prevenzione validi. Altra importante componente di questa fase è la determinazione costi-efficacia dell’intervento. Ciò garantisce che grossi benefici siano ottenibili con risorse limitate. Considerato lo sviluppo e l’aumento degli interventi di prevenzione, le comunità devono prendere in considerazione molti fattori chiave. Gli interventi hanno maggiori possibilità di successo se coinvolgono una varietà di servizi e fornitori. Ciò sottintende che capi comunità si coalizzino attraverso settori diversi, quali il sistema della - 43 - SOS PSICHE – Il Suicidio sanità pubblica, quello della salute mentale, della distribuzione farmaceutica, scuole, servizi sociali, gruppi civici . Gli interventi devono venir adattati in modo da sostenere e riflettere le esperienze dei sopravvissuti e gli standards, le culture , il valore di specifiche comunità, nonché trarre vantaggio dalla partecipazione multietnica e culturale di diversi segmenti della comunità. La Strategia Nazionale della Prevenzione del Suicidio dovrà riconoscere ed affermare il valore, la dignità e l’importanza di ognuno. Chiunque sia interessato alla prevenzione del suicidio si assume la responsabilità di favorire il cambiamento e di eliminare le condizioni sociali e le attitudini che spesso contribuiscono al suicidio. Lo sviluppo decisivo della Strategia Nazionale della Prevenzione del Suicidio e il successo delle fasi indicate per la realizzazione risiedono in ultima analisi proprio negli individui, nelle comunità, nelle istituzioni e nei politici dell’intera nazione. Come realizzare AIM nelle Comunità Gli stati e le comunità locali devono per prima cosa definire e descrivere localmente il problema del suicidio e fattori di rischio relativi e misurarne l’importanza. Poi identificarne le cause e le condizioni. Quindi intervenire a livello di comunità per sopperire alle necessità individuate mediante l’attento esame delle cause. La valutazione dell’efficacia del progetto permette il perfezionamento degli interventi e può estenderne i benefici anche al altre situazioni. La seguente descrizione delle attività di prevenzione effettuate dalla comunità può servire da - 44 - Il Suicidio – SOS PSICHE modello: Età giovanile Riconoscendo l’aumento in percentuale di abuso di sostanze e suicidio fra i giovani, il direttore della sanità pubblica statale e il Regional Health Administrator riunirono i rispettivi delegati di settore per formare una coalizione statale per la prevenzione del suicidio, abuso di sostanze e depressione. I membri della coalizione appartenevano a svariati settori della comunità, quali sopravvissuti al suicidio, educatori, servizi sociali, comunità di fede, mondo degli affari, cooperative statali, docenti di psicologia, psichiatri per l’infanzia, PTA, esperti di trattamenti per abuso di sostanze, pubblici ufficiali, e il sistema giudiziario dei minori. La coalizione si dotò anche di un consiglio consultivo. Dopo aver raccolto materiale sulle dimensioni del fenomeno di abuso di stupefacenti, depressione e suicidio e verificato la scarsezza dei controlli nelle scuole, dei punti di riferimento, e dei piani di crisi, la coalizione diede vita a un comitato di studio interdisciplinare per mettere a punto un modello di piano di prevenzione del suicidio, che venne preso in esame e approvato da una cospicua e varia gamma di organizzazioni pubbliche e professionali. Un partner della comunità industriale fornì i fondi per la distribuzione del piano unitamente a una guida sul come identificare i giovani ad alto rischio . Avendo le scuole adottato e realizzato il piano a livello locale, vennero eseguite ulteriori indagini per determinarne i modelli d’uso, l’adattabilità e l’impatto su abuso di stupefacenti, depressione e comportamento suicida per l’applicazione - 45 - SOS PSICHE – Il Suicidio in comunità a livello nazionale. In base a dati valutativi, venne poi revisionato per includere più indicazioni per poter lavorare anche con i mezzi informativi al fine di desensazionalizzare i servizi sui suicidi e promuovere campagne contro l’uso di stupefacenti e incoraggiare i giovani a cercare la cura sia per la depressione che per l’abuso di stupefacenti. Età avanzata La percentuale dei suicidi è molto alta tra gli anziani e le vittime più anziane hanno ricevuto per la prima volta cure specialistiche solo poche settimane prima del suicidio, e per quello che era il loro primo episodio di media e leggera depressione. Considerato che la depressione clinica è una malattia largamente trattabile, ma che il trattamento non viene ancora adeguatamente propinato durante le prime sedute,uno stato con una vasta popolazione anziana mise insieme un gruppo di medici e legali che progettarono e supportarono un progetto pilota che prevedeva, in loco,oltre al controllo della depressione, all’inizio della cura anche l’assistenza di una infermiera o di assistenti sociali specializzati .Questi specialisti in loco si accertarono che quei pazienti anziani, risultati affetti da depressione, ricevessero il trattamento appropriato e che fossero poi seguiti dallo specialista, quindi valutarono i progressi del paziente per far sì che i trattamenti successivi potessero essere adattati in modo tale da aumentarne l’efficacia. I risultati ottenuti dai pazienti del progetto pilota furono comparati con quelli di pazienti che - 46 - Il Suicidio – SOS PSICHE avevano ricevuto le cure primarie usuali. Questa valutazione mise in evidenza i vantaggi del programma i cui benefici vennero estesi ad altri istituti dello stato. Avanzamento della Strategia Nazionale di Prevenzione del Suicidio Le 15 raccomandazioni (AIM) proposte dal Surgeon General’s Call to Action propongono uno sforzo collaborativo a livello nazionale per ridurre i comportamenti suicidi e per prevenire morti premature per suicidio. La struttura concettuale di AIM include l’analisi del rischio del suicidio e dei fattori protettivi e pone l’accento sui benefici derivanti da trattamenti efficaci di disordini mentali e da abuso di stupefacenti. Una completa Strategia Nazionale di Prevenzione del Suicidio dovrebbe includere questi elementi nonché una politica governativa di appoggio, obiettivi strategici misurabili, mezzi di monitoraggio e di valutazione dei progressi, aiuti dalle autorità e risorse per attuarla. Per ottenere successi nella prevenzione si deve favorire una collaborazione,sensibilizzata su quella che deve essere considerata priorità della sanità pubblica , tra una larga gamma di agenzie, istituzioni, gruppi, e rappresentanze nazionali. Successivamente i partners pubblici e privati devono dare informazione che la migliorata individuazione del rischio e il trattamento dei disordini mentali e da abuso di stupefacenti - 47 - SOS PSICHE – Il Suicidio rappresentano un passo importante per la prevenzione del suicidio. I partners devono garantire la disponibilità di guide basate su esperimenti , ad uso delle comunità, per favorire l’effettivo approccio alla prevenzione. Allo stesso tempo devono fare la massima attenzione perché inavvertitamente non si crei il pericolo di rendere affascinante il suicidio , e vigilare affinché ciò non avvenga. L’avanzare della ricerca, delle politiche e dei programmi di prevenzione possono allargare il numero di iniziative e interventi che possono venire inglobati nella Strategia. Si deve continuare a lavorare per ottenere obiettivi misurabili, per fornire meccanismi per il loro rilevamento , e si devono sviluppare i mezzi per comunicare i progressi significativi fatti nel prevenire il suicidio e le autolesioni. Conclusioni Si possono notare, dato l’intero territorio statunitense, differenze significative nella prevenzione del suicidio e del comportamento suicida. Le raccomandazioni di AIM forniscono un piano di massima e sollecitano una azione immediata. Programmi e attività portati avanti e valutati oggi suggeriranno altre raccomandazioni per efficaci iniziative di prevenzione in futuro . Un lavoro di gruppo locale, statale e a livello federale, inteso a completare e a perfezionare la Strategia Nazionale di Prevenzione del Suicidio è una importante tappa per affrontare il problema maggiore di salute pubblica – il suicidio – negli Stati Uniti. - 48 - Il Suicidio – SOS PSICHE Riferimenti Bibliografici 1. Peters KD, Kochanek KD, Murphy SL. Deaths: final data for 1996. In: CDC. National vital statistics reports, vol. 47, no. 9. Hyattsville, Maryland: National Center for Health Statistics, 1998. 2. McCraig LF, Strussman BJ. National Hospital Ambulatory Care Survey: 1996. In: CDC. Emergency department summary. Advance Data from Vital and Health Statistics, no. 293. Hyattsville, Maryland: National Center for Health Statistics, 1997. 3. Conwell Y, Brent D. Suicide and aging I: patterns of psychiatric diagnosis. Int Psychogeriatr 1995;7:149-64. 4. Harris EC, Barraclough BB. Suicide as an outcome for mental disorders. Br J Psychiatry 1997; 170:205-28. 5. Murray CJL, Lopez, AD. 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Support for the National Conference on Suicide Prevention in Reno, Nevada, 1998, was provided in part by the Centers for Disease Control and Prevention (National Center for Injury Prevention and Control), the Health Resources and Services Administration, the National Institute of Mental Health, and the Substance Abuse and Mental Health Services Administration (Center for Mental Health Services). Written by Lucy Davidson, MD, EdS; Lloyd Potter, PhD, MPH; and Virginia Ross, PhD. In collaboration with Virginia Trotter Betts, MSN, JD, RN, FAAN; Alex Crosby, MD, MPH; CDR Robert DeMartino, MD; Rodney Hammond, PhD; Kay Jamison, PhD; Jane Pearson, PhD; RADM Darrel Regier, MD, Elsie Weyrauch, RN; and Gerald Weyrauch, MBA. Office of the Surgeon General scientific review and editing of this document was provided by: RADM Susan J. Blumenthal, MD, MPA. Members of the Conference Expert Panel: Morton M. Silverman, MD (Chairperson); Alex Crosby, MD, MPH; Laurie Flynn; Dequincy A. Lezine; Jim Moore; Jane Pearson, PhD; Leslie Scallet, JD; David Shaffer, MD; Scot Simpson; Susan Soule, MA; Karl F. Weyrauch, MD, MPH. - 54 - Il Suicidio – SOS PSICHE Grazie per il tuo contributo a SOS PSICHE, con il quale è stato possibile reperire informazioni e stampare questo opuscolo. Sostieni le nostre attività e partecipa alle riunioni contattando l'associazione a te più vicina. - 55 - SOS PSICHE – Il Suicidio Il Comitato Promotore di Questo opuscolo fa è stato allestito e distribuito dal Comitato promotore composto da alcune associazioni per la salute mentale, che operano in Italia dagli anni ’80. La partecipazione al Comitato è sempre aperta; ci sono alcuni contatti in corso per coinvolgere altre associazioni a carattere nazionale e locale. Le associazioni hanno raccolto l’eredità e le finalità di un precedente sito avviato nel 1994, che è stato il primo sito Europeo per la salute mentale gestito autonomamente dalle famiglie. Il servizio ha come finalità principale quella di fornire una corretta informazione sulla prevenzione e cura delle malattie mentali, pubblicando indirizzi utili sulle strutture di ricovero e segnalando le associazioni di familiari esistenti in Italia. L’obiettivo principale di questo sito è di raccogliere il maggior numero di informazioni da mettere a disposizione dei familiari, cittadini e pazienti. Le associazioni promotrici offrono la propria esperienza e disponibilità offrendo spazio web alle associazioni di familiari che si identificano con le nostre finalità. Il Comitato Promotore ha steso uno Statuto che regola la partecipazione alle iniziative, a disposizione degli interessati. - 56 -