DISEGNO LETTERARIO
IL FUMETTO COME STRUMENTO EDUCATIVO
L’uomo imparò prima a disegnare e poi a scrivere, utilizzando le immagini stilizzate
delle cose e unendole ai suoni. “Il fumetto nasce quando l’uomo delle caverne, prima
ancora che venisse inventata la scrittura, tentava di riprodurre con disegni sulle pareti
di roccia, le pareti della sua dimora, quindi, le sue avventure di guerra e di caccia” 1.
L’idea di utilizzare le espressioni artistiche come mezzo di comunicazione ha dunque
origini antichissime e arriva fino ad oggi. Molto appropriata, dunque, l’affermazione
di Wells: “Il fumetto non è una novità!” 2, con riferimento al fatto che l’idea di narrare
una storia attraverso le immagini era caratteristica già degli antichi Greci e degli
egiziani. Saltando da un’epoca all’altra si può ricordare, con lo studioso Ernst H.
Gombrich3, l’affermazione di papa Gregorio Magno, il quale alla fine del ‘500 aveva
capito che: “La pittura può servire all’analfabeta quanto la scrittura a chi sa leggere”.
L’arte dunque come tramite per la diffusione, la spiegazione e l’interpretazione della
realtà. Senza dilungarci, sarà sufficiente ricordare che persino i grandi committenti e i
grandi artisti, non solo del Rinascimento italiano ma di tutte le epoche, si sono serviti
delle immagini per trasmettere i loro pensieri e stati d’animo, per arrivare con
l’immagine lì dove le parole non avrebbero potuto essere altrettanto efficaci. Basti
pensare al Giudizio Universale nella Cappella Sistina di Michelangelo, o all’Inferno
1
M. Guerrera, STORIA DEL FUMETTO, autori e personaggi dalle origini ai nostri giorni, ed.Newton
Compton, Roma 1995.
2
G. Wells, D. Mostyn, FUMETTI, ed.E. Elle, Trieste
3
E. H. Gombrich, LA STORIA DELL’ARTE, ed.Leonardo Arte, Milano, 1997
2
di Luca Signorelli nel duomo di Orvieto o a un Sabba di Goya, e avremo subito in
mente, efficace più di mille moniti e parole, la dannazione e la paura, l’angoscia
dell’uomo di fronte al nulla, al male.
Facendo un piccolo excursus storico sulle origini del fumetto moderno si deve risalire
all’Antico Egitto e ai papiri, con raffigurazioni simili a vere e proprie vignette: la
serie di figure sui muri, lette una dopo l’altra, narravano una storia ben precisa. Nel I
secolo a.C. arriviamo a Roma e alle Tabulae satiriche, specchio e denuncia dei mali
di una società corrotta. Tra l’altro la satira diverrà uno dei motivi dominanti del
fumetto moderno. Ma l’esempio migliore, per Wells 4, è datato 1066 d.C., quando i
Normanni invasero la Gran Bretagna. Il famoso arazzo di Bayeux 5 (fig.1) è un vero e
proprio racconto epico, fatto di figure e di parole, che a un
primo colpo d’occhio può sembrare una scena sola, ma che
in realtà è composto da tante raffigurazioni distinte. Nel
Medioevo, inoltre, era molto diffusa, anche grazie al già
citato Gregorio Magno, la cosiddetta Bibbia pauperum,
che narrava parabole e gesta di Gesù attraverso
Figura 1 - Arazzo di Bayeux
illustrazioni commentate da un versetto o da una
didascalia, in latino prima e poi in volgare. Tutto il Medioevo e parte del
Rinascimento conserveranno questa forma d’arte per narrare con la maggior
precisione possibile i fatti del Vecchio e del Nuovo Testamento: da Beato Angelico a
Botticelli. 6
Nel Settecento due pittori, l’inglese Hogarth e il francese Daumier, fecero diventare il
racconto per immagini una satira di costume, riprendendo la tradizione romana delle
Tabulae. Essi dipingono un mondo corrotto e quasi irreale in maniera brutale e
4
G. Wells, D. Mostyn, FUMETTI, op. cit.
L’Arazzo di Bayeux risale al 1066-1077, è un ricamo in fili di lana su tela di lino che illustra la conquista di
Guglielmo di Normandia, detto il conquistatore, raffigurandone i complessi artefatti: la preparazione alla
spedizione, la navigazione sulla Manica, lo sbarco, l’invasione e la vittoriosa battaglia di Hastings. L’arazzo
si trova a Bayeux presso il Musée de la Tapisserie.
6
Cfr. come esempi per tutti Lorenzo Lotto, LA CASTITA’ DI SUSANNA, olio su tavola firmato e datato
1517, Firenze, Galleria degli Uffizi; i disegni di Botticelli della DIVINA COMMEDIA, conservati al
Gabinetto dei Disegni e Stampe di Berlino; Albrecht Altdorfer, LA BATTAGLIA DI ISSO, 1528, Monaco,
Alte Pinakothek.
5
3
talvolta feroce, anticipando così uno dei filoni di maggior successo del fumetto
odierno.
I precursori veri e propri, secondo Guerrera, Fossati e Boschesi, sono stati alla fine
dell’Ottocento lo svizzero Rodolphe Töpffer e il tedesco Wilhem Busch, i quali
insieme ad un’intera équipe di disegnatori invasero le pagine dei maggiori giornali
europei con storie brevi, fatte di immagini e commenti, toccando quei temi che
saranno in seguito ripresi e sviluppati nei fumetti degli anni ‘50. Busch, poeta e
disegnatore, fu uno dei “Pochi grandi epigrammisti tedeschi, critico spietato del
meschino e tutto esteriore mondo borghese, umorista apparentemente infantile, in
realtà era un crudele satirico, il cui pessimismo disperava della perfettibilità del
genere umano e non aveva più alcuna fede. Il che lo accostava al filosofo
Schopenhauer” 7. Di Töpffer, figlio del caricaturista, pittore e professore universitario
ginevrino Wolfgang Adam e osannato per il suo talento persino da Goethe, si occupa
Manuela Busino Maschietto, nell’introduzione alla sua opera omnia: “Adesso che i
fumetti sono stati consacrati genere letterario e che persino nelle università se ne
studiano le tecniche, le tematiche e le filiazioni, era inevitabile che si andassero
ricercando gli iniziatori del genere e si discutesse su chi per primo inventò tal modo
di espressione […]. È chiaro che il ginevrino Rodolphe Töpffer occupa un posto di
primo piano nella storia delle origini del fumetto”8:.
Il fumetto ha quindi alle spalle un’eredità pesante, trattandosi di un
prodotto composito che nasce dall’incontro fra letteratura e
immagine artistica. Alinari e Fumagalli arrivano a definire il
fumetto, infatti, come un “disegno letterario” precisando che “Il
disegno ha assunto un valore nuovo rispetto al passato. Una volta
Figura 2 - Il
Vittorioso
serviva essenzialmente come preparazione a opere più elaborate;
oggi, invece, ha assunto un valore in sé”9. Secondo Vitzhum il
disegno odierno oscilla fra “romanticismo” e “classicismo”: ovvero tra chi esprime
7
F. Martini cit in M. Geurrera, STORIA DEL FUMETTO, op. cit
R. Töpffer, STORIA DEL SIGNOR VIEUX BOIS, ed. Garzanti, Milano, 1973
9
P. Alinari, P. Fumagalli, IL NOVECENTO, percorsi culturali, ed Loffredo, Napoli, 1991
8
4
un impulso immediato e chi invece vuole raggiungere una pura forma ideale, anche
se i due momenti non si escludono a vicenda, anzi molte volte si giustappongono.
Tornando al fumetto, il connubio tra arte e letteratura per molti autori, tra cui Eco, è
totale e si ha unendo il contenuto delle nuvolette – dette Ballons, in realtà
perfezionamento dei filatteri utilizzati in alcune pitture medievali – con l’immagine
disegnata: il risultato è la Vignetta. Tutto ciò non
ha impedito ai creatori di fumetti di dare a
quest’arte
delle
caratteristiche
proprie
e
assolutamente originali.
La nascita del fumetto, così come lo conosciamo
e lo leggiamo oggi, è avvenuta negli Stati Uniti
d’America nel 1895 sul New York World grazie a
una geniale intuizione di J. Pulitzer, che pensò di
incrementare il pubblico con un supplemento
domenicale illustrato e a colori per l’infanzia
contenente le storie di YELLOW KID (fig.3) di
Figura 3 - Yellow Kid
Richard Felton Outcauld.
Le tavole di Outcauld, denominate Down Hogan’s Alley nel quotidiano, hanno per
protagonisti dei disadattati abitanti di quartieri poveri e malfamati e ruotano attorno al
personaggio fisso, Yellow Kid appunto, un grottesco ragazzino, calvo con le orecchie
a sventola e vestito con un malandato camicione giallo.
Fu un tale successo che nel giro di pochi anni, nel 1907, dalle tavole domenicali si
passò alle strisce in bianco e nero giornaliere.
Una domanda a questo punto è d’obbligo: perché il fumetto ha raggiunto un tale
successo nel giro di un secolo? Tempi eccezionalmente brevi, se si pensa alle correnti
artistiche e letterarie del passato. Jean Mukarovsky sostiene quella che può sembrare
un’arte puramente ottica, come ad esempio la pittura o il disegno è in realtà, come nel
caso del fumetto, un insieme di codici di comunicazione: “La comunicazione
5
contenuta nell’opera è di solito inghiottita e nascosta dalla funzione pratica che
potrebbe rivestire, come nel caso di un’opera di architettura” 10. In altre parole,
unendo il codice letterario con quello artistico, si ottiene una sorta di decodificazione
della comunicazione, una semplificazione che ha sicuramente contribuito alla fortuna
del fumetto nel mondo. Concordano appieno con questa teoria anche Fumagalli e
Alinari: il fumetto “Consente un’economia della ricezione del messaggio. Il
messaggio del fumetto, infatti, interessa la vista, che si avvale del disegno, e la
lettura, che percorre le nuvolette, oppure l’ascolto nel caso che le parole dei
personaggi raffigurati siano diffuse in forma sonora, acustica, dai mass-media”11.
“Le tecniche di riproduzione delle immagini impiegate oggi dall’industria culturale
hanno permesso la diffusione su larga scala delle letterature dell’immagine,
specialmente in due forme che hanno incontrato un largo successo popolare: i
Comics, basati su sequenze di disegni, e i fotoromanzi, basati su sequenze di
fotogrammi.[…] I Comics nella loro forma moderna – vedi i precedenti nei racconti
iconografici su papiri o ceramiche greche – presentano tre caratteristiche:
A. Narrazione ottenuta mediante una successione di Vignette.
B. Permanenza di uno stesso protagonista in una Serie a pubblicazione periodica.
C. Presenza di Nuvolette che racchiudono il testo, ovvero il dialogo tra i
personaggi.”12
I fumetti quindi – per Gubern, Fumagalli e Alinari – si basano sull’integrazione di
due tipi di linguaggio differenti: quello iconico e quello verbale, che riproducono
sulla carta due informazioni abituali e fondamentali della comunicazione quotidiana
tra esseri umani: quella offerta dalla percezione visiva e quella derivante dai
messaggi orali. Il linguaggio iconico, inoltre, è caratterizzato dalla massima sinteticità
e percettività. I due linguaggi sono perfettamente fusi all’interno della vignetta.
Quest’ultima trae ispirazione e struttura dai mezzi cinematografici per inquadrare i
personaggi e gli schemi visivi: troviamo “inquadrature” tipiche come il primissimo
10
J. Mukarovsky, LA FUNZIONE, LA NORMA E IL VALORE ESTETICO COME FATTI SOCIALI, ed.
Einaudi, Torino, 1971
11
P. Alinari, P.Fumagalli, op. cit.
12
R. Gubern, IL FUMETTO, ed. De Agostini, Novara, 1976.
6
piano, il piano americano, il campo lungo e così via. Tullio De Mauro attribuisce alla
funzione comunicativa del linguaggio del fumetto una notevole efficacia: “Ha
un'escursione semantica notevole, dal baby talk e dalla interattività a formulazioni
elaborate come mostrano più esperienze (la serie americana "for Beginners" di
Writers and Readers Inc., in cui ci sono testi introduttivi per es. a Saussure o a Freud,
assai ben fatti, o i Manga giapponesi in cui c'è di tutto dalla storia patria alla filosofia
ecc.). I due linguaggi - iconico e verbale - coesistono nel fumetto, benché questo
dipenda molto anche dagli stili, assai variabili. La forza di Schulz ad esempio è una
accorta, callida iunctura diceva Orazio, di poche parole essenziali e straordinarie
immagini autosemantiche. Così le vignette di Altan. Altrove il fraseggio è più
elaborato. In generale la coesistenza pare potenzialmente felice” 13. Per Umberto Eco
non è un caso che i fumetti abbiano avuto un enorme successo: “Il fumetto è
commissionato dall’alto, funziona secondo tutte le meccaniche della persuasione
occulta, suppone nel fruitore un atteggiamento di evasione che stimola
immediatamente le velleità paternalistiche dei committenti. E gli autori per lo più si
adeguano: così il fumetto, per la maggior parte dei casi, riflette l’implicita pedagogia
di un sistema e funziona come rafforzamento occulto dei miti e dei valori vigenti” 14.
Anche Guerrera è d’accordo su questo punto, e sottolinea come soprattutto negli Stati
Uniti quella che inizialmente era solo un’appendice divertente e di veloce e non
impegnativa lettura, divenne poi un potente mezzo di persuasione, superiore a quello
del Romanzo d’Appendice, del quale aveva preso il posto come oggetto di piacevole
ricezione da parte del lettore.
13
Il prof. Tullio De Mauro è stato da me intervistato il 3/4/03 in occasione di una mia ricerca per la
Fondazione Bellonci-Roma, intitolata “L’immagine del Rinascimento italiano nel fumetto”, in corso di
pubblicazione in AAVV. Narrare la storia. Dal documento al racconto , prefaz. di Umberto Eco, Mondadori,
Milano.
14
U. Eco, APOCLITTICI E INTEGRATI, ed. Bompiani, Milano, 1965
7
Del resto, dalle caratteristiche etiche e psicologiche degli eroi
protagonisti dei Comics è derivata la loro utilizzazione politica:
in alcuni casi pienamente cosciente, in altri inconscia. L’elevata
delle
grandi
agenzie
di
distribuzione
americane
che
acquistavano i diritti d’autore per rifornire di fumetti le testate
Figura 4 - Jiggs and
Maggie
dei giornali. Questo sistema esigeva da un lato una
conformistica adesione all’etica dell’american way of life, ma dall’altro favoriva i
rapporti con l’industria cinematografica dei nascenti cartoni animati. Tra gli esempi
più famosi ricordiamo in America DENNIS THE MENACE, immagine e propaganda
della tipica famiglia americana middle class; LITTLE ORPHAN MAGGIE, un chiaro
supporto al maccartismo nazionalistico; JIGGS AND MAGGIE (fig.4), in Italia
Arcibaldo e Petronilla, come specchio del matriarcato americano e infine la figura di
PAPERON DE’ PAPERONI (fig.5), come simbolo dei vizi di un
capitalismo fondato sul culto del denaro e sullo sfruttamento dei
propri simili. In Giappone vennero utilizzati i fumetti di questo
genere durante la seconda guerra mondiale, per esporre le
ambizioni espansionistiche con LE AVVENTURE DI DANKISHI,
Figura 5 - Paperon de'
Paperoni
di Keizo Shimada. Per finire, nell’Italia fascista, visto il successo
strepitoso ottenuto dai supereroi americani dal 1934 al 1938, il
Minculpop proibì le pubblicazioni straniere (tranne Topolino, pare per intercessione
degli stessi figli del duce!) a favore di quelle italiane. Tra gli eroi autarchici più
popolari troviamo il mozzo TORE e il legionario ROMANO disegnato da Caesar per
Il Vittorioso (fig.2).
“Il fumetto – continua Eco - lungi dall’essere solo specchio del sistema, ci offre,
attraverso personalità geniali […] due escamotages”15:
a. Una satira precisa che coglie i contorni di una società industriale moderna
b. La capacità di dare vita attraverso l’assurdo a un mondo “puramente allusivo”: è il
caso di KRAZY KAT (fig. 7) di George Harriman.
15
Ibid.
8
L’esempio più evidente e significativo
è per Eco quello dei PEANUTS di
Charles M. Schulz, che il semiologo
definisce, consapevole di far storcere
il naso a qualcuno, un vero e proprio
poeta. CHARLIE BROWN (fig.6) è
Figura 6 - Charlie Brown
infatti un eroe del nostro tempo, è “un momento della Coscienza Universale”. La
poesia che Schulz fa scaturire dal gruppo di bambini che formano gli amici di Charlie
Brown “nasce dal fatto che in essi ritroviamo tutti i problemi, tutti i patemi degli
adulti che stanno dietro le quinte. […] Questi bambini ci toccano da vicino perché
sono dei mostri: sono le mostruose riduzioni infantili di tutte le nevrosi del moderno
cittadino della civiltà industriale” 16.
I Peanuts ci coinvolgono anche perché ci si accorge che se sono dei mostri è perché
la società, gli adulti, i loro genitori, li hanno resi tali. “Il mondo dei Peanuts è un
microcosmo, una piccola commedia umana sia per il lettore candido, che per quello
sofisticato”17. Schulz, come poeta dell’infanzia, mostra con pochi colpi di matita la
sua versione della condizione umana. Da qui la differenza tra un buon fumetto e un
cattivo fumetto: nel primo la ripetizione di situazioni dà vita a una serie infinita di
combinazioni in armonia con la struttura di base che mai sminuisce l’ispirazione,
mentre il cattivo fumetto è quello che annoia e dove la ripetizione è una
dimostrazione di povertà inventiva.
Ritenuto fino a poco tempo fa un prodotto per gli adolescenti,
il fumetto è diventato ormai un vero e proprio fenomeno di
massa, rappresentando per Guerrera la nuova mitologia della
Figura 7 - Krazy Kat
civiltà dell’immagine, e raggiungendo proporzioni tali da
interessare sociologi, letterati, antropologi e studiosi di ogni disciplina. Il fumetto
rivela così una natura polimorfa, adatta a tutti e buona per tutti. I ragazzi lo leggono
16
17
Ibid.
Ibid.
9
per divertirsi e per proiettarsi nelle avventure dei loro eroi preferiti, immaginando un
futuro carico di aspettative; gli adulti invece, oltre che per il piacere di una buona
lettura, comprano i fumetti anche per analizzare da vicino un fenomeno di massa
sempre più influente.
I fumetti sono dotati di una ricca casistica di situazioni, come una sorta di mitologia
moderna
li
lega
al
presente: un presente non
di cronaca – moltissimi
sono i fumetti che hanno
sfondo
storico
fantastico
–
o
ma
un
presente artistico valido
sempre e per tutte le
generazioni.
Per Fossati18 i fumetti
hanno
letteralmente
conquistato
degli
il
adulti
mondo
e
degli
adolescenti sia grazie ad
una
distribuzione
capillare
curata
dettagli
dalle
nei
grandi
agenzie americane, sia
grazie alla nascita di
numerose
Figura 8 - Il Corriere dei Piccoli
scuole
nazionali e internazionali
in
tutto
il
mondo.
“Naturalmente non sono mancate periodiche critiche – aggiunge lo studioso- da parte
18
F. Fossati, DIZIONARIO DEI FUMETTI, ed. A. Vallardi-Garzanti, Milano, 1996
10
di insegnanti e genitori, che hanno accusato le storie disegnate di essere diseducative
o peggio. Tranne rarissime eccezioni questo atteggiamento negativo è ormai
tramontato un po’ in tutto il mondo e i fumetti sono da tempo presi in considerazione
anche dalla cultura ufficiale” 19. A tale proposito è opportuno citare gli eventi che
hanno reso possibile l’elevazione del fumetto nelle sfere “alte” del sapere.
Già nel 1967 nelle prestigiose sale del museo del Louvre di Parigi, vi fu per la prima
volta in Europa una notevole esposizione di fumetti. All’Archivio Storico dell’Arte
Contemporanea della Biennale di Venezia sono conservate numerose tavole originali,
di autori non solo italiani, mentre il Metropolitan Museum di New York ha dedicato
più volte importanti mostre internazionali a disegnatori e a sceneggiatori di fumetti.
Nel 1974, a Greenwich, vicino New York, è stato inaugurato il primo museo al
mondo dedicato ai fumetti, mentre altri sono nati ad Angoulème e a Bruxelles, e a
Torino è stato aperto un vero e
proprio archivio storico.
Il fumetto, come tutto il resto
può o non può essere veicolo
educativo nella nostra società,
abituata alla comunicazione di
massa,
ai
messaggi
pubblicitari e non, veicolati
Figura 9 - Lupo Alberto
attraverso canali sempre più
multimediali.
Questo ci porta ad osservare un duplice scenario: infatti se da un lato ci si disabitua
alla lettura pura e semplice a discapito di una visione di insieme delle informazioni
che ci giungono, dall’altro si impone un affinamento delle capacità di “leggere il
mondo”; ma per far ciò, affinché si sviluppi questo senso critico, è necessario che
l’educazione si rinnovi, dia nuove possibilità di ampliamento di se stessa e del modo
19
Ibid.
11
di interpretarla e di applicarla.
Le interpretazioni di questa operazione di lettura e di rinnovamento dell’educazione
attraverso i canali mediatici sono state molteplici e influenzate di volta in volta da
premesse filosofiche, ideologiche o sociali.
In pedagogia si intende per educazione l’insieme delle
iniziative individuali e collettive che tendono ad
orientare in modo sistematico un individuo o una
collettività verso obiettivi prefissati, attraverso svariati
metodi.
A questo punto è necessario evidenziare come il nucleo
sia costituito da almeno tre elementi convergenti:
c. Una modifica del comportamento.
Figura 10 - Tipico esempio di
fumetto educativo
d. Un processo di integrazione sociale.
e. Una acquisizione di modelli culturali.
Nella sua applicazione pratica, questo processo presuppone la presenza di un
educatore professionale che sappia utilizzare gli strumenti che le scienze psicopedagogiche mettono a nostra disposizione. Ed è proprio fra questi strumenti
educativi che si colloca il fumetto. Il fumetto ha un preciso valore educativo e
pedagogico: può essere utilizzato come strumento di promozione attraverso cui
veicolare messaggi di valenza sociale, o essere utilizzato come mezzo espressivo per
stimolare l’immaginazione, la fantasia dei ragazzi o come supporto allo sviluppo di
percorsi formativi.
Per collaborare con i docenti alla crescita educativa e culturale dei giovani studenti, il
Ministero delle Finanze ha patrocinato un fumetto animato intitolato IL PIANETA
DEGLI EGOISTI, destinato a 8000 scuole medie inferiori di tutta Italia. Il fine del
fumetto è quello di spiegare ai ragazzi l’educazione fiscale. La storia è ambientata in
un ipotetico pianeta, appunto "Il pianeta degli egoisti", dove non esistono servizi
comuni e ognuno pensa solo a sé, con conseguenze negative sulla vita della
collettività.
12
I personaggi del fumetto spiegano agli extraterrestri che sulla Terra c'è, invece, un
sistema, quello fiscale, che consente di reperire le risorse necessarie per garantire i
servizi a tutta la comunità. Questa non è un’iniziativa unica, molti infatti sono stati i
quotidiani e gli organi governativi che hanno fatto uso dei fumetti per opuscoli
informativi ed educativi: ricordiamo il libretto del Ministero della Sanità sulla
prevenzione dell’Aids, con LUPO ALBERTO (fig. 9) di Silver come testimonial, o
quello con PAPERON DE’ PAPERONI che sul Sole 24Ore spiega l’economia ai più
piccoli.
Il famoso disegnatore Altan ha utilizzato più volte “il mondo di Pimpa”20, per scopi
educativi e pedagogici. Recentemente ha accettato di far incontrare la PIMPA (fig.
11) con un altro mondo, più difficile e insidioso, quello dei consumi. Per almeno tre
anni l'immagine della Pimpa sarà infatti legata alla nuova campagna di educazione ai
consumi di Coop. A CASA DELLA PIMPA - questo il nome dell'iniziativa - consisterà
in un'animazione comune a tutti i negozi Coop che svolgono attività di educazione
nelle scuole. Coinvolgerà i bambini fino ai sette anni - delle scuole materne e del
primo ciclo delle elementari - compresi nel primo dei tre programmi in cui è
suddiviso il piano di lavoro Coop da qui al Duemila. Nelle scuole, a tutti i livelli
(dalla materna alle superiori) inoltre si sono triplicate le iniziative di studio e ricerca
attraverso il fumetto o per lo studio del
fumetto stesso.
Ma il fumetto non è utilizzato solo come
mero strumento didattico ed educativo,
ma come vera e propria fonte di
ispirazione per grandi e piccini: una vera
“Educazione”
all’immagine.
Basti
Figura 11 - La Pimpa
pensare ad alcuni grandi registi, come Federico Fellini, che hanno ammesso di essersi
20
Pimpa è la cagnolina a pois rossi che Altan ha creato nel 1975.
13
ispirati ai fumetti per la tecnica narrativa di alcuni loro film. Ma anche artisti
contemporanei, come Roy Lichtenstein, hanno preso spunto dalle vignette per le loro
opere artistiche. Il fumetto ha ispirato persino alcuni letterati, ad esempio Dino
Buzzati che ha disegnato uno dei suoi libri, POEMA A FUMETTI, o anche il premio
Nobel Dario Fo, che utilizza disegni e vignette anche nelle opere teatrali; e nel 1992
Art Spiegelman ha vinto il premio Pulitzer con il fumetto a sfondo politico-sociale
MAUS.
In Italia, come del resto anche
in tutta Europa, si sta ora
assistendo
a
un
nuovo
fenomeno: la conquista del
mercato da parte del fumetto
giapponese,
Manga.
il
Uno
cosiddetto
stile
tutto
particolare, con le tematiche
più svariate, benché ancora
non apprezzato da molti. In
Giappone
l’educazione
attraverso il fumetto è una
naturale conseguenza dello
studio della scrittura. In una
società, infatti, abituata ad
esprimersi attraverso i Kanji –
o ideogrammi – la necessità di
disegnare
Figura 12 - Candy Candy
educando
e
di
educare disegnando è insita
nella natura stessa del popolo asiatico. I manga sono letti da tutti, sono utilizzati per
diffondere grandi classici della letteratura (fig.13), orientale e occidentale, che
altrimenti non verrebbero letti, sono utilizzati a scopi pubblicitari e così via. Forse un
14
occidentale non ha idea di quanto sia imponente la produzione di manga e il suo
utilizzo nel paese del sol levante.
Comunque sia, in questi ultimi anni sono state pubblicate molte edizioni
critiche – qualcuna anche relativa ai Manga – dedicate interamente al
fumetto: enciclopedie, dizionari, edizioni filologiche e ristampe
Figura 13 Romeo e
Giulietta
versione manga
anastatiche sempre più curate. Infine non è da sottovalutare il
fenomeno del collezionismo: sono triplicate le fiere di fumetti e
persino la prestigiosa casa d’aste inglese Christie’s ha venduto, a
partire dal 1992, numerose tavole originali di autori famosi.
Cinzia Giorgio
sceneggiatrice
Scarica

disegno letterario - della Scuola superiore dell`economia e delle