La diagnosi dei tumori della mammella Indice Associazione ADOCM Crisalide via XX Settembre, 16 47900 Rimini Tel. 0541 787077 email: [email protected] sito: www.tumorealseno.it Prefazione La diagnosi dei tumori della mammella La conoscenza offre serenità, in ogni epoca della vita Come eseguire l’autoesame del seno Esame clinico Che cos’è la mammografia “Dottore, ho veramente bisogno di sottopormi ad una mammografia?” Le domande che certamente ti poni Ecografia mammografica Duttogalattografia Risonanza Magnetica Esame citologico Esame microistologico, Agobiopsia o Biopsia Percutanea Accertamenti suggeriti in donne asintomatiche Schema orientativo di iter diagnostico in senologia Bibliografia pagina 3 5 6 10 12 14 18 19 24 24 25 27 28 29 30 32 1 Prefazione I dati statistici diretti al controllo dello stato di salute della popolazione hanno evidenziato, negli ultimi anni, una realtà che ad una prima lettura può apparire paradossale: da un lato il prolungamento della vita media dell’essere umano, dall’altro l’aumento delle patologie anche gravi. Non è semplice approfondire e sintetizzare in maniera esaustiva la complessità di questo fenomeno. Certamente però rilevanza determinante a migliorare lo stato di salute e una buona qualità di vita lo si deve ai successi della scienza, che mette a disposizione della medicina i risultati della ricerca, e a un’adeguata organizzazione sanitaria in grado di ottimizzare gli strumenti disponibili: più efficiente è l’organizzazione, più soddisfacenti sono i risultati ottenuti. In particolare, la scoperta del DNA e la sua mappatura hanno dato un impulso significativo alla comprensione del funzionamento dei geni, consentendo la messa a punto di farmaci sempre più efficaci e mirati che permettono di combattere le malattie anche nelle loro forme più gravi, con il risultato di ottenere la guarigione o comunque prolungare la vita garantendone una buona qualità. Inoltre, la moderna tecnologia ha messo a punto strumenti sofisticati che consentono di studiare ed analizzare le parti del corpo, anche quelle più interne e nascoste, in grado di evidenziare con tempestività le patologie anche nella loro fase iniziale. Tutto ciò, da un lato aumenta la sicurezza del paziente che, sensibilizzato anche dalla diffusione della cultura della prevenzione e dal bisogno di farsi soggetto attivo nel percorso diagnostico-terapeutico, è sempre più disponibile a sottoporsi a controlli ed esami di prevenzione e di indagine delle patologie, dall’altro però rischia di innescare impulsi di panico, di angoscia, di rifiuto. Infatti, la velocità dell’innovazione tecnologica immette sul mercato macchinari sempre più innovativi che il paziente non ha il tempo di metabolizzare e non entrano facilmente a far parte dell’esperienza vissuta. Si tratta spesso di macchinari di grandi 2 3 dimensioni, accompagnati in taluni casi da segnali di pericolo e di morte, che emettono luci e suoni insoliti. Non è raro che il paziente si trovi solo di fronte ad essi, e questo favorisce l’insorgere di paure ataviche, che lo portano a non considerarli congegni amici, ma strumenti alieni e di tortura. Noi dell’associazione ADOCM Crisalide ci siamo fatte carico di questo problema a sostegno delle donne operate di carcinoma mammario. Convinte come siamo sempre state e come continuiamo ad essere che la conoscenza è il presupposto necessario per affrontare con serenità tutto il percorso diagnostico-terapeutico della malattia, dalla diagnosi al recupero e alla guarigione, ci siamo rivolte ai medici specialisti di radiologia dell’ospedale “Infermi “ di Rimini per chiedere un aiuto a realizzare un opuscolo descrittivo-informativo. In particolare il nostro ringraziamento va alla Dottoressa Rosita Impagnatiello e al Dottor Sandro Quaranta che, dimostrando profonda sensibilità e pazienza, si sono fatti carico del problema di alleviare il disagio emotivo delle donne ed hanno saputo descrivere in maniera semplice ma esaustiva l’uso e la finalità dei principali strumenti diagnostici in dotazione dell’ospedale di Rimini. La diagnosi nei tumori della mammella Allo stato attuale delle conoscenze acquisite si può affermare che la terapia è tanto più efficace, quanto più è precoce la diagnosi di tumore della mammella. L’accuratezza della diagnosi dipende dall’esperienza degli operatori e dalla possibilità di utilizzare in modo correttamente integrato le diverse tecniche diagnostiche. In questo opuscolo abbiamo cercato di descrivere in modo semplice e speriamo esaustivo le metodiche diagnostiche che quotidianamente vengono utilizzate da noi radiologi-senologi presso il Dipartimento di Radiologia Medica, Diagnostica-Interventistica dell’Ospedale “Infermi” di Rimini. Dr.sa Rosita Impagnatiello dirigente medico primo livello Unità Operativa di Radiologia Azienda USL Rimini Dr. Sandro Quaranta responsabile screening mammografico Azienda USL Rimini Coordinatrice di ADOCM Crisalide 4 5 La conoscenza offre serenità, in ogni epoca della vita La prevenzione del tumore della mammella Non esiste la vera prevenzione; infatti, le cause esatte del cancro della mammella sono molteplici e non ancora chiaramente identificate. La mammografia rimane il metodo più accurato per effettuare una diagnosi precoce del tumore della mammella; in tal modo è possibile rendere più efficace la terapia e prevenire conseguenze molto negative. Il carcinoma della mammella è la prima causa di mortalità nella donna. Solo in Italia, ogni anno si registrano circa 30.000 nuovi casi e oltre 12.000 donne muoiono. Studi clinici condotti negli Stati Uniti, in Svezia ed in Olanda, hanno dimostrato che la diagnosi precoce e la conseguente cura tempestiva consentono di diminuire il tasso di mortalità. È dunque fondamentale conoscere i segni clinici che possono far sospettare la presenza di un carcinoma della mammella, ricordando che l’età è importante: > La comparsa di un nodulo di piccolissime dimensioni o di aree di maggior consistenza; > Una modifica della forma o delle dimensioni del seno; > Secrezioni dal capezzolo, ematiche o sierose abbondanti non correlate alla gravidanza. Qualora si manifesti uno di questi segni clinici, occorre consultare un medico e sottoporsi ad idonei test diagnostici ma senza eccessiva preoccupazione: in molti casi questi segni non sono causati da un tumore. Per tutte le donne, anche in assenza di segni clinici, le raccomandazioni degli specialisti sono le seguenti: > Le donne con più di 20 anni dovrebbero eseguire con regolare periodicità l’autoesame; > Le donne oltre i 40 anni dovrebbero sottoporsi a mammografia almeno ogni anno; > Le donne con 2 o più familiari affetti da tumore della mammella, dovrebbero consultare il proprio medico per valutare la necessità di sottoporsi a test diagnostici particolari e con intervalli differenti e comunque anticipare la prima mammografia a 35 anni. Segui queste raccomandazioni e i consigli del tuo medico. Il carcinoma della mammella si sviluppa molto lentamente ed impiega anche 2 anni prima di raggiungere le dimensioni di 1 cm: con un po’ di attenzione puoi scoprirlo in fase precoce. Più il tumore è piccolo e ben localizzato, più le possibilità di guarigione sono alte. Un carcinoma della mammella, curato precocemente, prima che vengano colpiti i linfonodi ascellari, può essere guarito. La mammografia non è un lusso, può salvarti la vita! 6 7 Perché occorre esaminare le mammelle periodicamente? Il tumore del seno è purtroppo, ancora oggi, generalmente scoperto dalla donna stessa, poiché la pratica della mammografia periodica non è ancora molto diffusa. Imparare a controllarsi da sole può quindi essere d’aiuto. Ricorda comunque che l’autoesame può darti tranquillità e aiuto ma non sicurezza. Quando occorre procedere all’autoesame del seno? Esegui l’autoesame del seno con periodicità almeno trimestrale, una settimana circa dopo il ciclo mestruale, quando la mammella è meno sensibile e meno gonfia. Dopo la menopausa aiutati con il calendario (es. 1° giorno del 1°, 3°, 6°, 9° mese). Che cosa fare se si riscontra qual cosa di sospetto? Se nel corso dell’autoesame del seno scopri un nodulo, un infossamento o una secrezione dal capezzolo, consulta il tuo medico. Non farti però prendere dal panico in quanto la maggior parte dei noduli non è di origine tumorale; tuttavia, solo il medico è in grado di suggerirti come giungere alla diagnosi corretta. 8 9 Come eseguire l’autoesame del seno? Se effettuato regolarmente, l’autoesame periodico permette di conoscere meglio l’aspetto “normale” delle proprie mammelle, evita allarmismi e può dare anche un buon contributo alla diagnosi; non bisogna infatti dimenticare che ancora oggi molte donne non si sottopongono con regolarità alla mammografia. Sotto la doccia Sotto la doccia o nella vasca da bagno le mani scivolano più facilmente sulla pelle insaponata e l’individuazione di piccole irregolarità superficiali è più facile. Ricorda però che l’autopalpazione sotto la doccia è solo una fase dell’autoesame che poi va completato sia davanti allo specchio sia in posizione sdraiata. Davanti allo specchio Esamina le mammelle tenendo le braccia lungo il corpo e poi sollevando le braccia sopra il capo. Ricorda che solo raramente le due mammelle sono completamente identiche. Cerca di individuare qualsiasi cambiamento della forma nel tempo, piccoli rigonfiamenti o retrazioni cutanee, così come eventuali alterazioni del capezzolo. Poi, appoggia le mani sui fianchi e premi con forza verso il basso per tendere i muscoli pettorali. Eseguendo l’osservazione con regolarità, è possibile ricordare il proprio aspetto normale ed acquisire fiducia in se stesse. 10 In posizione sdraiata Per esaminare la mammella destra, metti un cuscino sotto la spalla destra e la mano destra dietro la testa. Con la mano sinistra e le dita tese, premi delicatamente sulla mammella descrivendo cerchi concentrici, come se dovessi seguire il quadrante di un orologio. Descrivi prima il cerchio esterno. Inizia la palpazione considerando il riferimento della parte superiore della mammella destra come un quadrante immaginario dell’orologio corrispondente alle ore 12. Fai scivolare le dita verso l’ora 1 e così di seguito fino a tornare alle ore 12. La presenza di tessuti più duri nella zona inferiore è assolutamente normale. Per descrivere un nuovo cerchio concentrico, sposta le dita verso il capezzolo, di un centimetro e mezzo circa, ed esamina allo stesso modo tutta la mammella, compreso il capezzolo. Per un esame completo occorre descrivere circa cinque cerchi. Ripeti questa procedura per la mammella dell’altro lato, posizionando il cuscino sotto la spalla sinistra e mettendo la mano sinistra dietro la testa. Cerca di memorizzare la struttura al tatto. Infine, premi delicatamente la base di ciascun capezzolo tra il pollice e l’indice. Non dimenticare la parte della mammella verso la clavicola e quella verso l’ascella. In caso di secrezioni, di riscontro di un nodulo o di una zona più dura, consulta il medico. 11 Esame clinico È parte integrante degli accertamenti diagnostici e può considerarsi l’esame di base in senologia clinica. È rivolto a tutte le donne sia in età fertile (in questo caso deve essere eseguito nei primi giorni successivi al flusso mestruale) che in menopausa; è inoltre l'occasione per il medico di famiglia e il medico specialista di affrontare con la donna il problema del tumore al seno. Consiste in una prima fase che è l’ispezione: le mammelle vengono osservate sia anteriormente che lateralmente, per volume, forma, analizzando i profili per evidenziare eventuali salienze o retrazioni; i capezzoli e le areole vengono osservati per aspetto, colore e posizione. La seconda fase è la palpazione delle mammelle e dei linfonodi regionali; viene anche effettuata una delicata spremitura dei capezzoli al fine di rilevare eventuali secrezioni. A causa della sua scarsa specificità e della bassa sensibilità per lesioni di piccole dimensioni, l’esame clinico non risulta da solo utile per la diagnosi precoce dei tumori. La mammografia Mammografia e screening del carcinoma della mammella La mammografia è una semplice radiografia del seno che permette di individuare la presenza sia di lesioni benigne sia di tumori in uno stadio iniziale, quando sono troppo piccoli per poter essere scoperti con la palpazione. L’esame viene eseguito mediante un mammografo, un’apparecchiatura appositamente progettata per visualizzare la struttura della mammella e che utilizza i raggi X. 12 13 Che cos’è la mammografia? Oggi esistono due tipi di mammografia: > La mammografia convenzionale che utilizza le tradizionali pellicole radiografiche. Si tratta del metodo generalmente utilizzato nei centri di radiologia. > La mammografia digitale ad ampio campo che utilizza mammografi con un rivelatore digitale al posto della tradizionale pellicola. Quest’ultima generazione di mammografi offre immagini di altissima qualità a bassa dose di radiazioni, permettendo una più facile percezione della presenza di piccole lesioni grazie alla possibilità di elaborazione delle immagini (ingrandimento elettronico, manipolazione del contrasto, inversione, etc.), sfruttandone le enormi potenzialità, quali la percezione assistita mediante computer. Per eseguire una mammografia è necessario comprimere la mammella con un apposito compressore in modo da ottenere immagini ben definite e ricche di informazioni. La compressione garantisce quindi una diagnosi di qualità e consente di esplorare tutte le strutture della mammella con dosi di radiazioni basse. La compressione della mammella avviene in modo delicato e graduale in modo che l’esame sia perfettamente tollerato. Questa compressione non lascia segni, anche se talora può causare un leggero disagio, ma non provoca alcun danno. L’esperienza del radiologo è importante, ma solo immagini di buona qualità possono essere correttamente interpretate. La mammografia non è pericolosa Da oltre 35 anni, milioni di donne si sottopongono ad un esame mammografico. Come per qualsiasi radiografia, esso comporta un’esposizione ai raggi X, ma la dose di radiazione somministrata è estremamente bassa. Nel tempo le apparecchiature hanno subito progressi notevoli e gli Organismi Nazionali ed Internazionali hanno stabilito regole sempre più precise sui criteri di qualità riguardanti sia la strumentazione usata per l’esame mammografico, sia il processo diagnostico, sia il programma di screening nella sua completezza (dalla pianificazione alla terapia ed al controllo dei risultati). Tal regole vengono scrupolosamente applicate ed i risultati sono continuamente controllati nei Centri qualificati e di Eccellenza che hanno cura della tua salute. La mammografia è accurata La mammografia è il metodo più affidabile per effettuare la scoperta di un tumore molto tempo prima di quanto possa permettere la semplice palpazione. Dagli anni ’60, l’accuratezza diagnostica della mammografia e dell’ecografia continua a migliorare ed oggi si ritiene che solo il 10% - 15% dei tumori presenti non vengano scoperti da queste metodiche. 14 15 E se il risultato della mammografia è positivo… Non bisogna spaventarsi della diagnosi, ma è necessario pensare alla prognosi. Oggi, sempre più donne affette da tumore alla mammella guariscono dopo la semplice asportazione di una piccola parte della mammella. Questi risultati sono possibili grazie alla mammografia ma anche grazie ai progressi della chirurgia, della radioterapia e della chemioterapia. È importante parlare serenamente con il medico del trattamento da seguire, comprendere bene le indicazioni e metterle in pratica scrupolosamente. Come proteggersi? Segui le raccomandazioni già ricordate: ti risparmieranno molte inquietudini. La mammografia non è un lusso: può salvarti la vita! Nessuno ha voglia di pensare al cancro. Tuttavia, ecco due buone ragioni per non dimenticarlo: > In Italia, 1 donna su 10 sviluppa un cancro della mammella nel corso della vita, pari a circa 32.000 nuovi casi all’anno. > Il cancro della mammella rappresenta il 28% delle patologie tumorali femminili, con oltre 12.000 decessi all’anno solo in Italia. > Ma ricorda soprattutto che una donna affetta da tumore della mammella guarisce nel 90% dei casi se il tumore è individuato precocemente. 16 Più il tumore è piccolo e ben localizzato, più le possibilità di guarigione sono favorevoli: la mammografia riesce ad evidenziarlo addirittura in fase in cui non è ancora infiltrante (mettendo in evidenza per esempio delle microcalcificazioni). Il tumore al seno può essere vinto. Se la malattia viene diagnosticata in fase precoce, prima che vengano invasi i linfonodi ascellari, la percentuale di successo del trattamento e quindi di guarigione può passare dal 60% a oltre il 90% dei casi. È questo il motivo per cui un numero sempre crescente di medici suggerisce alle donne di sottoporsi periodicamente all’esame mammografico. 17 Poiché la diagnosi precoce di lesioni non palpabili è il presupposto principale per la cura e la guarigione, nell’età a maggior rischio, e cioè almeno dai 40-45 anni in poi, una donna dovrebbe sottoporsi alla mammografia con periodicità annuale. Tuttavia, è opportuno anticipare l’esame in caso di presenza, nella propria famiglia, di numerosi casi di tumore alla mammella, al colon o alle ovaie e a qualunque età in presenza di un nodulo con caratteristiche dubbie. Le domande che certamente ti poni Dottore, ho veramente bisogno di sottopormi ad una mammografia? Molte donne esitano ancora a sottoporsi ad una mammografia ed inventano mille scuse per evitarla… Le statistiche sul tumore della mammella indicano che è in netto incremento. Tuttavia, la mortalità da tumore della mammella si è ridotta grazie all’esecuzione abituale dell’autoesame, di visite senologiche, della mammografia. Quando un tumore alla mammella viene individuato precocemente, nel 95% dei casi la donna è ancora in vita dopo dieci anni. Se invece la scoperta del tumore avviene in fase più avanzata, le percentuali di guarigione e di sopravvivenza diminuiscono drasticamente. > Non vi è alcun caso di tumore al seno nella mia famiglia. Non ho dunque alcun motivo per inquietarmi. Nel 70% dei casi il tumore della mammella è un evento sporadico in una famiglia. Qualsiasi donna può essere colpita da un tumore alla mammella. Le donne che ricorrono a questo genere di argomento aggravano il rischio di decesso in caso di un tumore al seno, poiché è poco probabile che esso venga individuato precocemente. > Sottoporsi alla mammografia è doloroso. Sono convinta che la compressione del seno provochi la malattia. È indispensabile comprimere il seno per effettuare un esame mammografico di qualità. La compressione facilita la visibilità delle strutture mammarie e permette anche di ridurre la dose di radiazioni somministrate. La compressione non altera in alcun modo il tessuto mammario e la maggior parte delle donne che si sono sottoposte alla mammografia non prova alcun dolore anche perché la mammella resta compressa solo per un brevissimo periodo di tempo. Le donne con mammelle particolarmente sensibili o molto tese 18 19 (come può accadere in fase premestruale) possono avvertire un leggero fastidio. In ogni caso la compressione della mammella non è causa di alcun danno. > Se la compressione non provoca il tumore al seno, che cosa succede con le radiazioni da raggi X? I progressi compiuti nel campo della mammografia hanno permesso di ridurre notevolmente la dose somministrata e la quantità di radiazioni non è tale da far aumentare l’incidenza dei tumori. Con i nuovi mammografi digitali la possibilità di rischio è quasi annullata. > Ho una protesi mammaria. Mi è stato detto che è inutile che mi sottoponga ad una mammografia. Anche le donne che sono portatrici di protesi, salvo casi particolari, possono sottoporsi ad esami mammografici. Naturalmente va utilizzata una procedura particolare e può essere necessario acquisire immagini supplementari con un’ecografia o una risonanza magnetica. > Non ho tempo. Il mio lavoro, la mia famiglia sono più importanti. “Perdere” qualche ora per sottoporsi a questo genere d’esame può salvarti la vita; trascurarlo, invece, può mettere in pericolo la tua esistenza. Se la tua famiglia è la tua preoccupazione principale, devi rimanere in buona salute per essere in grado di continuare ad occupartene. Anche se presti molta importanza alla tua carriera, converrai che per avere successo è indispensabile essere in buona salute. > Ho una mastopatia fibrocistica e non riesco ad effettuare né l’autoesame del seno né la mammografia. Mi hanno detto 20 che il tessuto mammario è troppo denso per eseguire una mammografia in condizioni ottimali. La presenza di cisti nel seno è un evento talmente comune da essere considerato “la norma”, non va intesa come malattia, né aumenta la probabilità di ammalarsi di tumore. Tieni conto che la presenza di cisti alla mammella è frequente dai 45 anni in poi, cioè nel periodo premenopausale. In presenza di molte cisti, comunque, l’autopalpazione è più difficile, ma se la donna la esegue periodicamente si abitua ai propri noduli. Anche l’interpretazione della mammografia è più difficile, ma i recenti progressi tecnologici, soprattutto se si usa la tecnica digitale, permettono di ottenere eccellenti risultati. In questi casi l’aiuto della ecografia è particolarmente importante. 21 > Ogni anno effettuo una radiografia del torace. Se avessi un tumore al seno, suppongo che sarebbe individuato. Ciò è impossibile. La mammografia è un esame che richiede speciali apparecchiature dedicate solo all’esame della mammella. Le apparecchiature, le pellicole e le procedure utilizzate per le radiografie del torace sono di natura completamente diversa. I tumori della mammella, in sintesi, non si vedono sulla radiografia del torace. > Alla mia età non ho più bisogno di sottopormi ad una mammografia. Sono troppo anziana per rischiare di essere colpita da un tumore al seno. E poi bisogna ben morire di qualcosa… Non è così; il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella aumenta con l’età e quindi, più si è anziane, più si rischia di esserne colpite. Se il tumore è individuato precocemente, le percentuali di sopravvivenza sono elevate, indipendentemente dall’età. È vero che prima o poi dobbiamo morire! Ma perché morire di una malattia da cui si può guarire? > I tempi di attesa sono troppo lunghi e ciò mi rende ansiosa. In realtà, se scopri di avere un nodulo ed il tuo medico chiede una mammografia con urgenza, non c’è attesa. L’attesa riguarda solo i normali controlli preventivi in assenza di sintomatologia ed è la conseguenza del fatto che il numero di donne che richiedono la mammografia è in continuo aumento e che quindi i centri specializzati 22 di mammografia sono sempre più carichi di lavoro. Ma non essere impaziente; vale la pena di “programmare per tempo” una mammografia di qualità eseguita in Centri di Eccellenza ed interpretata da professionisti competenti. È in gioco la tua vita, non metterla nelle mani di chiunque! > Ho già subito diverse biopsie chirurgiche. Sino ad ora sono stati individuati solo tumori benigni e sono sicura che in futuro le cose non cambieranno. Oggi, grazie ai progressi compiuti nel campo della mammografia e degli altri test diagnostici, non è più necessario procedere ad una biopsia per ottenere la diagnosi accurata di ogni anomalia. > Ho effettuato una mammografia e tutto andava bene. Perché ripeterla? Perché la mammografia non dà immunità e perché alcuni tumori, non rilevati dalla mammografia anche se presenti, vengono scoperti da quella successiva ancora in tempo utile per curarsi. Sottoporsi periodicamente alla mammografia consente di accertare che il tessuto mammario continui a non presentare alcuna anomalia e che nessuna anomalia dubbia si sviluppi fino a provocare danni irreversibili. > Ho un seno molto piccolo. Se avessi qualcosa, sono sicura che me ne accorgerei. La dimensione del seno non ha alcun legame con lo sviluppo o meno di un tumore né con la sua percezione. Un nodulo è naturalmente più facile da individuare con le mani in una mammella di piccole dimensioni ma non sempre è così. La mammografia consente di rivelare un eventuale tumore prima che si possa apprezzare con le mani anche in una mammella piccola. 23 Ma non c’è soltanto la mammografia: per la prevenzione, diagnosi precoce e cura del tumore alla mammella sono ora disponibili anche altre metodiche. Ecografia mammografica In genere l’ecografia è un esame complementare alla mammografia. In alcuni casi, e soprattutto con apparecchi di ultima generazione l’ecografia è un’alternativa ideale alla mammografia: nelle mammelle dense giovanili e no, nella localizzazione pre-operatoria di lesioni non palpabili, in noduli insorti in sede di protesi mammaria. Molte lesioni benigne, tipiche della giovane età vengono diagnosticate con esame ecografico. Deve essere usato uno strumento “dedicato” alla senologia con sonde specifiche. La ricerca nel campo degli ultrasuoni sta facendo passi da gigante e renderà l’ecografia un esame sempre più accurato nella diagnosi delle lesioni della mammella. Duttogalattografia Consiste nella esecuzione di una mammografia dopo introduzione nel dotto secernente, del capezzolo interessato, di liquido di contrasto radiopaco. Consente di evidenziare alterazioni del dotto ad esempio se al suo interno è presente un piccolo tumore benigno o maligno: tuttavia non sempre tale metodica permette una sicura diagnosi differenziale tra lesioni benigne e lesioni maligne. La secrezione non è sempre sintomo di tumore maligno: quando compare o spontaneamente o dopo “spremitura del capezzolo” la donna deve rivolgersi al suo medico curante o al medico specialista. Può essere di diverso tipo ed è particolarmente sospetta se monolaterale e soprattutto monoorifiziale; in particolare la duttogalattografia è indicata in tutti i casi di secrezione ematica o siero ematica o in presenza di esame citologico del secreto sospetto. Si tratta comunque di un esame delicato e può risultare fastidioso. 24 Risonanza Magnetica (RM) Lo studio RM della mammella deve essere eseguito con apparecchiature adeguate e dedicate; indispensabile è l’impiego di mezzo di contrasto paramagnetico iniettato per via endovenosa. Anche se poco frequenti non possono essere escluse reazioni allergiche o shock anafilattico: sono pertanto prontamente disponibili presidi e medicamenti che l’esperienza ha dimostrato efficaci. Nelle pazienti con precedenti di allergia il medico radiologo tiene sotto stretta sorveglianza la paziente durante l'indagine e per tutto il tempo ritenuto idoneo, considerando le condizioni generali della paziente. Le controindicazioni all’uso del mezzo di contrasto in RM sono: ipersensibilità accertata al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; grave insufficienza renale. Le controindicazioni assolute all’esecuzione dell’indagine sono: presenza di pace-maker, impianti cocleari, neuro stimolatori, materiale protesico (è importante indicare il tipo e la data di impianto). In ogni caso quando viene proposto alla paziente l’approfondimento con RM è cura del medico radiologo informare la paziente su tutto quello che riguarda l’indagine al fine di tranquillizzarla e soprattutto per darle consapevolezza. 25 Indicazioni Esame Citologico È importante sottolineare che allo stato attuale la RM è da considerarsi tecnica da impiegare solo a integrazione della Mammografia e dell’Ecografia. Le indicazioni principali sono: ● studio di donne a rischio genetico elevato/rischio familiare; ● ricerca di carcinoma primitivo occulto, quando gli esami tradizionali sono negativi; ● bilancio pre-operatorio: stadiazione locale in caso di carcinoma mammario diagnosticato con metodiche tradizionali; ● monitoraggio delle lesioni mammarie trattate con chemioterapia neoadiuvante pre-chirurgica; ● follow-up della mammella sottoposta a chirurgia conservativa e/o a radioterapia; ● valutazione delle protesi mammarie (integrità, dislocazione, migrazione di silicone). In questi casi non è impiegato il mezzo di contrasto; ● valutazione di mammelle di difficile interpretazione (ad esempio mammelle radiologicamente dense o con protesi) alle tecniche tradizionali e discrepanza tra differenti approcci diagnostici; ● guida a prelievi cito/istologici di lesioni evidenziabili solo con RM. La RM non ha efficacia diagnostica in presenza di fatti infiammatori (esempio mastite). È un esame delle cellule che si trovano nelle secrezioni, nel liquido delle cisti, negli ago aspirati, al fine di evidenziarne eventuali anomalie. Viene eseguito su: ● secrezioni dal capezzolo; ● contenuto agoaspirato di cisti; ● lesioni erosive del capezzolo; ● agoaspirato di noduli solidi palpabili o non palpabili (CPcitologia per cutanea). L’agoaspirazione si avvale dell’uso di aghi sottili, l’anestesia locale non è generalmente usata in quanto è una metodica non particolarmente dolorosa. Le complicanze sono irrilevanti (infezione, emorragia) ed estremamente rare. Il rischio di insemenzamento (diffusione) di cellule maligne lungo il tragitto del prelievo è teorico, non è descritto in letteratura, così anche a distanza non è dimostrato da studi clinici controllati. Timing Le stimolazioni ormonali possono condizionare in modo significativo il quadro RM, pertanto è preferibile eseguire l’esame nelle donne in età fertile nella seconda/terza settimana del ciclo mestruale, e, nelle donne in menopausa, dopo uno o due mesi dalla sospensione di un’eventuale terapia ormonale sostitutiva. La RM inoltre andrebbe eseguita ad almeno 6 mesi dall’intervento chirurgico e a 12 mesi dal termine della radioterapia. È consigliabile che la RM, se possibile, preceda manovre di agoapirazione o di agobiopsia. 26 27 Esame Microistologico, Agobiopsia o Biopsia Percutanea (BP) È indicato in presenza di alterazioni dubbie o sospette con citologia non diagnostica, al fine di ottenere una diagnosi preoperatoria definitiva ed informare meglio la paziente sul tipo di intervento chirurgico da effettuare. Il prelievo su lesioni palpabili e non palpabili avviene con aghi di grosso calibro e quindi richiede accorgimenti metodologici particolari consenso informato, anamnesi accurata per patologie dell’emocoagulazione o allergie all’anestetico locale, incisione cutanea, radiografia campioni). Occasionalmente, nonostante l’anestesia locale, la donna durante l’indagine può avvertire un momentaneo dolore, dovuto alla stimolazione di qualche piccolo nervo; questa eventualità è poco frequente e non prevedibile. Infezione, emorragie, puntura della pleura e passaggio di aria nel cavo pleurico sono evenienza veramente rare; comunque si tratta di lesioni ben curabili e non sono mai stati osservati danni permanenti. Nei giorni successivi alla biopsia possono esserci modesti fastidi nella sede della biopsia con presenza di ematoma che comunque si riassorbe nel giro di alcuni giorni. Oggi sono disponibili diverse metodologie di agobiopsia: es. prelievi multipli con ago di grosso calibro con aspirazione (Mammotome® sotto guida ecografica e stereotassicamammografica): i prelievi di frammenti di tessuto mediante ago permette l’analisi istologica della lesione, la conoscenza di una sua eventuale invasività, con un basso grado di errore e inadeguatezza. In sintesi: se vi è l’indicazione al prelievo con ago, la metodica da usare in prima istanza per ottenere ulteriori informazioni diagnostiche dovrebbe essere nella maggior parte dei casi la citologia percutanea (agoaspirato), meno invasiva e meno costosa; l’agobiopsia è indicata in casi selezionati, rimasti senza risposta diagnostica, o in presenza di microcalcificazioni dubbie o quando siano necessarie informazioni che la citologia non può dare; 28 l’alternativa all’agobiopsia è la biopsia chirurgica (intervento). Ribadiamo che qualora si renda necessario il ricorso a una procedura interventistica quale l’agobiopsia il medico radiologo effettua un’accurata anamnesi e informa la paziente sulla procedura e sulle eventuali complicanze/rischi. Accertamenti suggeriti in donne asintomatiche* ● <40 anni: nessun controllo preventivo programmato, salvo che si tratti di donne ad alto rischio. Il primo test consigliato è comunque l’esame clinico. ● 40-49 anni: il test diagnostico con finalità ”preventiva” è la mammografia con periodicità di 12-18 mesi; l’esame clinico ed ecografico possono validamente integrare l’esame mammografico. ● ≥50 anni: va raccomandata la partecipazione a programmi di screening mammografico o, in assenza di questi, il controllo periodico clinico annuale e mammografico (spontaneo) entro i 24 mesi. * Da "I tumori della mammella", Foncam 29 Schema orientativo di iter diagnostico in senologia * A) Donne sintomatiche <40 anni B) Donne sintomatiche >40 anni ESAME CLINICO negativo stop ESAME CLINICO E MAMMOGRAFIA benigno dubbio-sospetto eventuali esami complementari (eco, mammo, cito) ecografia e/o mammografia e/o citologia benigno benigno sospetto positivo stop** negativo stop benigno dubbio sospetto positivo eventuali esami complementari (eco, cito) ecografia citologica citologia biopsia percutanea conferma istologica benigno benigno stop** Biopsia percutanea conferma istologica * Da "I tumori della mammella", Foncam ** Programmare eventuali controlli in rapporto al tipo di patologia 30 ** Programmare eventuali controlli in rapporto al tipo di patologia 31 Bibliografia: American Cancer Society - Guidelines for Clinical Cancer Prevention, 2002 European Code Against Cancer and scientific justification: third version. Annals of Oncology 14/7, 2003 European guidelines for quality assurance in mammography screening. Third edition, 2001 F.O.N.Ca.M. - I tumori della mammella – Linee guida, 2001 Si ringraziano: Dipartimento di Radiologia Medica, Diagnostica ed Interventistica dell’Azienda USL di Rimini 31 32