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Archivio settimanale
Dal 26-09-2014 al 02-10-2014
2014-40
COMUNICATI
- Calvizie e lozioni. Ci salveranno le staminali?
http://salute.aduc.it/comunicato/calvizie+lozioni+ci+salveranno+staminali_22534.php
- Contraccezione e informazione. La solita tragedia. E sarebbe facile rimediarvi...
http://salute.aduc.it/comunicato/contraccezione+informazione+solita+tragedia+sarebbe_22528.php
- Lo zucchero fa male?
http://salute.aduc.it/comunicato/zucchero+fa+male_22518.php
ARTICOLI
- Cannabis. Coltivava sette piante per uso personale, assolto perché il fatto non sussiste
http://salute.aduc.it/articolo/cannabis+coltivava+sette+piante+uso+personale_22514.php
LETTERE
- infortunio in itinere
http://salute.aduc.it/lettera/infortunio+itinere_267025.php
NOTIZIE
- USA/Cannabis terapeutica. Per il 92% dei pazienti funziona
http://salute.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+92+dei+pazienti+funziona_130166.php
- ITALIA/Gli italiani e la fecondazione assistita. Censis
http://salute.aduc.it/notizia/italiani+fecondazione+assistita+censis_130163.php
- GRAN BRETAGNA/Droga e prostituzione sono lo 0,5% del PIL
http://salute.aduc.it/notizia/droga+prostituzione+sono+pil_130162.php
- ITALIA/Sindaco di Roma: mai usate droghe, ma ....
http://salute.aduc.it/notizia/sindaco+roma+mai+usate+droghe+ma_130160.php
- ITALIA/Contraccezione. Solo il 16% delle donne e' ben informato
http://salute.aduc.it/notizia/contraccezione+solo+16+donne+ben+informato_130159.php
- MESSICO/Staminali. Trial per due bimbi italiani affetti da paralisi cerebrale
http://salute.aduc.it/notizia/staminali+trial+due+bimbi+italiani+affetti+paralisi_130154.php
- AUSTRALIA/Eutanasia. Medico attivista indagato per 20 suicidi
http://salute.aduc.it/notizia/eutanasia+medico+attivista+indagato+20+suicidi_130153.php
- USA/Staminali placenta per curare sclerosi multipla
http://salute.aduc.it/notizia/staminali+placenta+curare+sclerosi+multipla_130151.php
- GERMANIA/Staminali. La cuccuma stimola la crescita di quelle cerebrali
http://salute.aduc.it/notizia/staminali+cuccuma+stimola+crescita+quelle+cerebrali_130148.php
- ITALIA/Cannabis terapeutica. Farmindustria: in Italia e' scarsa la cultura della terapia del dolore
http://salute.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+farmindustria+italia+scarsa_130145.php
- ITALIA/Cannabis terapeutica. Ordine Medici Toscana: pronti ad ampliarne uso
http://salute.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+ordine+medici+toscana+pronti_130144.php
- ITALIA/Cannabis terapeutica. Sel: rivedere regolamento Regione Toscana
http://salute.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+sel+rivedere+regolamento_130143.php
------------------------------------------COMUNICATI
02-10-2014 12:51 Calvizie e lozioni. Ci salveranno le staminali?
E' arrivato l'autunno e insieme alle foglie sembra che devono
cadere anche i capelli, sicche' in questo periodo la pubblicita' dello lozioni anticalvizie e' piu' insistente.
Servono?
"Lasciate ogne speranza, voi ch'intrade". Ci siamo permessi di citare il Sommo Poeta (sperando di essere
perdonati) per affrontare un tema che interessa il 48% dei maschi: la calvizie. "Intrare" nel club dei calvi
significa lasciare ogni speranza di uscirne. Come abbiamo detto, se la caduta delle foglie e' collegata ad un
aumento della perdita dei capelli in autunno il problema si ripropone: sono efficaci i prodotti contro la caduta
dei capelli e per la loro ricrescita? Non ci risulta che un calvo abbia riacquistato la capigliatura utilizzando i
vari prodotti in commercio e il motivo e' semplice: non e' possibile. La perdita dei capelli ha diverse
motivazioni, dalla componente genetica, all'eta', alla produzione ormonale, allo stress, ad una cattiva
alimentazione ad un'alterazione della funzionalita' epiteliale. Se in qualche modo e' possibile limitare i danni
dovuti a situazioni contingenti (stress, alimentazione, ecc.), ben diverso e' il caso di situazioni legate a fattori
come l'eta' o le caratteristiche genetiche. In commercio, oltre a shampoo, lozioni o balsami, vi sono anche
prodotti farmaceutici, come il minoxidil e il finasteride, che danno qualche risultato ma che devono essere
usati per lunghissimi periodi o per sempre. Un gruppo di ricercatori dell’università della Columbia (Stati Uniti)
e dell’università di Durham (Gran Bretagna) hanno pubblicato uno studio, su Proceedings of the National
Academy of Science, che offre qualche speranza, futura, ai calvi: l'uso di cellule staminali. Vedremo.
Primo Mastrantoni
30-09-2014 14:35 Contraccezione e informazione. La solita tragedia. E sarebbe facile rimediarvi...
In occasione del congresso della Sigo (Societa' italiana di
ginecologia e ostetricia) sono stati diffusi i dati sulla contraccezione femminile ormonale e, per l'ennesima
volta, appaiono molto limitati: solo il 16% delle donne si ritiene ben informato in materia.
Siccome il contraltare all'informazione sulla contraccezione e' spesso l'aborto (legale e clandestino), la
questione non e' di poco conto, sia per la salute della donna che per i costi della sanita' pubblica... li' dove
medici non-obiettori impediscono che un semplice intervento non si trasformi in un dramma umano e
sanitario.
Ma perche' ci dobbiamo sempre ritrovare con questi numeri percentuali? Certo, l'Italia e' un Paese dove vige
il condizionamento della Chiesa romana cattolica, ma anche questa negli ultimi anni, a parte i discorsi piu' o
meno ufficiali, non ha mai fatto ferro e fuoco contro l'informazione sui contraccettivi, salvo poi, la stessa
Chiesa, ritrovarsi a combattere acerrimamente contro il ricorso all'aborto, come se questo non accadesse
perche' c'e' carenza sul piano dell'informazione a monte.
Inoltre, non e' che abbiamo avuto negli ultimi anni ministri dell'Istruzione e Governi particolarmente -in modo
ufficiale- bacchettoni in materia; ma, nonostante questo, qualcuno ha mai sentito parlare o legiferare per
l'informazione e l'educazione sessuale nelle scuole? Niente di niente. Solo qualche fugace discorso in
qualche dotto convegno accademico.
Eppure non ci vuole chissa' quale cultura libertina in materia di sesso per ritenere che certi comportamenti
individuali -sul proprio corpo, nella fattispecie- sono frutto di una lenta e continua assunzione di
consapevolezza e abitudine. E invece: nulla!! I bambini continuano ad apprendere le “cose del sesso” dal
marasma della comunicazione globale, piu' attenta al lucro che non all'informazione/educazione dei propri
utenti; i falsi miti -legati al sesso- di potenza, rispetto e primato continuano ad essere alimentati e restano
sempre motivo di conflitti individuali. Non crediamo che una informazione/educazione possa radicalmente
cambiare la situazione, ma sicuramente alimenterebbe meno danni, piu' serenita' e piu' felicita' che non
come avviene oggi.
Il problema, quindi, e' tutto in quello striminzito 16%, a cui c'e' da aggiungere le altre percentuali che
riguardano i maschi.
Chiediamo conforto in chi ha poteri legislativi ed esecutivi. Ci sembrava, per finire, che l'attuale ministro della
Scuola, almeno ufficialmente, non sia proprio una bacchettona.... o non lo e' solo a parole? O ci sbagliamo?
Vincenzo Donvito
29-09-2014 12:18 Lo zucchero fa male?
Lo zucchero fa male? Si', se preso in eccesso. E' un continuo
sentire e leggere che lo zucchero fa male (per semplicita' indichiamo con zucchero il saccarosio, quello
comunemente presente nelle nostre cucine, anche se e' corretto definire zucchero un qualsiasi glucide).
L'eccessiva assunzione di zucchero, abbinata a inattivita' fisica, puo' portare a iperglicemia e obesita'.
Parliamo di eccesso di assunzione che e' facile riscontrare in molti prodotti, dalle bibite alle merendine, ecc.,
ed e' facile abbondare. Per evitare dosaggi eccessivi si puo' evitare di aggiungere zucchero a prodotti gia'
"zuccherati": pane, pasta, latte e frutta. Demonizzare lo zucchero, in quanto tale, come va di moda dire, non
ha fondamento. Sono gli eccessi che sono dannosi.
Primo Mastrantoni
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ARTICOLI
27-09-2014 07:49 Cannabis. Coltivava sette piante per uso personale, assolto perché il fatto non
sussiste
Il fronte giurisprudenziale in materia di coltivazione si è arricchito di un
nuova sentenza assolutoria.
Il GUP presso il Tribunale di Ravenna, ieri mattina ha infatti assolto un mio assistito M.C. - imputato di avere
coltivato 7 piantine (2 delle quali alte 30 cm e 5 alte oltre un metro) e di avere detenuto alcuni grammi di
marijuana - con formula piena, affermando che il fatto non sussiste per quanto concerne la coltivazione e
che il fatto non costituisce reato per quel che riguarda la detenzione.
La particolarità del caso - al di là del numero delle piante (almeno 5 potevano avere rilevanza, anche se le
altre più piccole contenevano anch'esse presenze di THC ma in termini irrilevanti) - consiste nella
circostanza che ho contestato da sempre le modalità con le quali era stata effettuata la perizia tossicologica
sulle principali 5 piante.
Il laboratorio di analisi dei Carabinieri di Bologna, incaricato dell'indagine peritale, aveva - infatti - analizzato
una sola delle 5 piante (a campione) ed aveva (impropriamente) ritenuto di potere moltiplicare per 5 il
risultato ottenuto dalla verifica di quel campione - il quale peraltro presentava una percentuale di THC pari
allo 0,60% ed un quantitativo assoluto non particolarmente elevato -.
Tale modo di procedere all'analisi (oltre che le relative conclusioni) è stato vivamente contestato dallo
scrivente.
Ogni pianta, infatti, come sostengo da tempo, deve formare oggetto di un esame autonomo, perché ciascun
vegetale (anche se seminato nello stesso periodo) presenta dei caratteri organolettici e strutturali differenti.
L'accertamento deve, pertanto, fornirci un quadro individuale, si che si possa comprendere quali e quante
piante rilevano ai fini coltivativi.
Se posso fare un esempio, in presenza di 5 mele provenienti dal medesimo albero, non sarebbe corretto
sottoporre a verifica (ponderale, di maturazione etc.) una sola per poi sostenere che anche le altre
presentano lo stesso peso e le stesse caratteristiche.
E' stato fatto, poi, osservare che la percentuale di THC (0,60%) rinvenuta si poneva, comunque, certamente
al limite di soglia minima per dedurre che si trattasse di cannabis idonea a produrre effetti stupefacenti,
piuttosto che di canapa ad uso industriale.
Dunque un altro dubbio e non di poco conto.
Al di là di queste osservazioni procedurali, è stata sottolineata anche l'importanza dell'assenza - nella
condotta coltivativa dichiaratamente finalizzata, per ammissione dell'imputato, al consumo personale - di un
livello di offensività tale da violare l'art. 73 dpr 309/90.
Nella specie, poi, la rudimentalità dell'azione poteva ragionevolmente far ravvisare quella che da tempo è
stata definita coltivazione domestica, in antitesi con quella forma di coltivazione agraria che presuppone un
governo del territorio ed un uso di tecniche sofisticate.
Da ultimo la volontà del singolo di coltivare per sè, appare indice sintomatico di una scelta di abbandonare la
frequentazione del mercato illecito.
Con la caduta della domanda, anche l'offerta criminale subisce naturalmente una contrazione.
Allo stato, non sono note le motivazioni che verranno depositate entro 30 giorni, ma vi è da ritenere che esse
non si discosteranno dagli argomenti sin qui esposti.
Ammetto un'altra bella soddisfazione professionale, ma sono, soprattutto, lieto, perché M.C. è una persona
per bene, incensurata, con un'attività lavorativa fiorente, un mero consumatore che ha coltivato; l'esatto
opposto del prototipo del criminale.
Carlo Alberto Zaina
------------------------------------------LETTERE
29-09-2014 00:00 infortunio in itinere
circa un anno fa (giugno 2013) sono caduta mentre mi recavo al lavoro procurandomi una "distorsione" al
ginocchio sx.Nel pomeriggio,viste le condizioni, sono stata accompagnata al CTO di Firenze. Dopo una
radiografia sono stata dimessa con referto di distorsione e l'apertura di infortunio in itinere presso
INAIL.Dopo circa 15 gg, nonostante il ginocchio fosse in condizioni disastrose e molto dolorante il medico
INAIL mi ha rimesso ala lavoro. Perdurando il grande dolore ho eseguito una RSM al ginocchio a mie spese.
Il risultato è stato "frattura composta del piatto tibiale". Ho riaperto l'infortunio presso INAIL, durato fino a fine
novembre 2013. Il ginocchio è rimasto malmesso, gonfio, dolorante e giorni fa l'ortopedico a cui mi sono
rivolta, viste le condizioni, mi ha consigliato di ripetere urgentemente una RSM. Vorrei un consiglio per
un'eventuale denuncia verso l'ospedale e il medico dell'INAIL. Entrambi avevano accertato una semplice
distorsione e si erano rifiutati di eseguire ulteriori accertamenti.
Grazie
Patrizia, da Bagno A Ripoli (FI)
Risposta:
Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
In mancanza di disponibilita', dovra' proseguire in giudizio. Questa la nostra scheda sul Giudice di Pace:
http://sosonline.aduc.it/scheda/giudice+pace_15959.php
------------------------------------------NOTIZIE
02-10-2014 17:58 USA/Cannabis terapeutica. Per il 92% dei pazienti funziona
Marijuana davvero 'terapeutica' per il 92% dei malati che l'ha provata per
dolore cronico, artrite, emicrania e malesseri provocati dal cancro: funziona e fa sentire meglio. E' quanto
evidenzia un sondaggio condotto attraverso il California Behavioral Risk Factor Surveillance System, su un
gruppo di 7.525 adulti, intervistati dal Public Health Institute in partnership con i Centers for Diseases Control
and Prevention. Nonostante sia utilizzata in 23 Stati, sulla marijuana medica regna ancora in tutto il mondo e
anche negli Stati Uniti un notevole scetticismo, scrive il 'Washington Post'. Già il 'New England Journal of
Medicine' aveva pubblicato un'indagine secondo cui quasi 8 medici su 10 dicono di approvare l'uso della
marijuana medica. Ora, lo studio californiano di ampio respiro certifica anche l'apprezzamento dei pazienti.
I ricercatori hanno scoperto che, in totale, il 5% per cento degli adulti nello Stato del Sole ha dichiarato di
aver usato marijuana per un "grave condizione medica". I risultati dello studio, scrivono gli autori
"sostengono l'idea che la marijuana medica non viene utilizzata esclusivamente da un gruppo specifico di
malati: si notano tassi di impiego simili tra uomini e donne, persone adulte e giovani adulti, che però sono i
più propensi a usarla". Piccole differenze nel consumo di marijuana medica anche fra etnie diverse, anche
se gli autori sottolineano che "la differenza assoluta è di meno di tre punti percentuali, e non ha molta
importanza in termini pratici".
01-10-2014 13:12 ITALIA/Gli italiani e la fecondazione assistita. Censis
Italiani divisi sulla procreazione eterologa. La maggioranza degli italiani è favorevole alla inseminazione
omologa in vivo (l'85% del totale) e alla fecondazione omologa in vitro (73%). Le opinioni si dividono però
sulla inseminazione/fecondazione eterologa. È d'accordo con l'uso di gameti esterni alla coppia il 40% degli
italiani (tra i cattolici praticanti la percentuale scende al 30% e sale al 65% tra i non credenti). Il 35% è
favorevole alla diagnosi pre-impianto (il 29% tra i cattolici praticanti). Solo il 14% concorda con la possibilità
di ricorrere alla maternità surrogata (il cosiddetto 'utero in affitto'). E appena il 9,5% è favorevole alla
possibilità di scegliere in anticipo il sesso del nascituro. È quanto emerge da una ricerca del Censis
realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Solo l'11% del campione afferma di sapere che in Italia
esiste una legge che regola la materia (la n. 40 del 2004). Questa piccola percentuale ne dà un giudizio nel
complesso non positivo, soprattutto per l'applicazione differenziata sul territorio nazionale (ogni Regione si
sta muovendo per conto proprio) e per le limitazioni poste alle coppie. La maggioranza ritiene che dovrebbe
essere modificata. Sono ormai tanti gli italiani che ammettono la possibilità di avere figli anche al di fuori
della coppia eterosessuale tradizionale. Per il 46% è legittimo per i single, per il 29% è giusto anche per le
coppie omosessuali. In questo giudizio la fede religiosa ha un'influenza limitata: è d'accordo il 43% dei
cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo.
Dell'infertilità il 45% degli italiani ammette di saperne poco e un ulteriore 15% afferma di non essere per nulla
informato. Tra chi invece dichiara di conoscere il problema (il 40%), il 16% è stato coinvolto in maniera
diretta, perché il problema ha riguardato una persona vicina (9%) oppure direttamente lui o il partner (7%).
Forti incertezze si registrano sulle possibili cause dell'infertilità. La metà degli intervistati sa che non esiste
una prevalenza di cause maschili o femminili, ma il 33% ritiene che nella maggior parte dei casi l'infertilità sia
legata alla presenza di problemi in entrambi i partner. Tra le cause, la più citata è quella più generica: lo
stress (31%). Seguono quelle che riguardano le donne: problemi o anomalie strutturali (21%), problemi
ormonali e ovulatori (15%). L'11% cita genericamente problemi che riguardano l'uomo e il 6% difetti del
liquido seminale. Ma il 23% non è in grado di fornire nessuna risposta. Nell'immaginario collettivo degli
italiani il professionista d'elezione a cui rivolgersi per affrontare i problemi di infertilità rimane il ginecologo,
citato dal 63% del campione, mentre solo il 3% segnala l'andrologo o l'urologo. Più elevata è la quota di
intervistati che ritengono che gli italiani siano poco o per nulla informati sulle metodiche per la procreazione
medicalmente assistita (81%).
Le coppie con problemi di infertilità devono affrontare non poche difficoltà, tra cui oggi sono ritenute
prevalenti quelle economiche (67%), come per le coppie senza problemi che vogliono un figlio. Per l'80% del
campione la crisi è un deterrente specifico anche per le coppie che devono ricorrere alla procreazione
medicalmente assistita. Ma ci sono difficoltà anche sul piano delle informazioni, perché spesso non si sa a
chi rivolgersi (42%), che si accompagnano alle difficoltà emotive (42%), come la chiusura in se stessi rispetto
a un problema che rimane ancora difficile da comunicare e condividere. L'indagine sulla fertilità/infertilità in
Italia è stata presentata oggi a Roma da Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa, e Ketty Vaccaro,
responsabile del settore Welfare e sanità del Censis, e discussa, tra gli altri, da Emilia Grazia De Biasi,
presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Teresa Petrangolini, consigliere della
Commissione Sanità della Regione Lazio e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
01-10-2014 12:38 GRAN BRETAGNA/Droga e prostituzione sono lo 0,5% del PIL
Il traffico di droga e la prostituzione hanno contribuito con 8,5 miliardi di sterline (10,9 miliardi di euro)
all'economia britannica lo scorso anno. Lo ha reso noto l'Ufficio nazionale di statistica, calcolando che le due
attivita' illegali rappresentavano lo 0,5% del prodotto interno lordo nel 2013. Il dato e' stato calcolato in base
alle nuove regole dell'Unione europea, mentre altre attivita' illegali come il contrabbando di alcol e tabacco
erano gia' prese in considerazione. Il tasso di crescita rispetto al 2012 e' rimasto tuttavia invariato all'1,7%.
L'agenzia di statistica europea Eurostat ha concesso agli stati membri fino alla fine di settembre per
modificare le modalita' di calcolo del pil. Francia e Svezia hanno entrambe rifiutato di inserire la prostituzione
nei dati.
30-09-2014 16:01 ITALIA/Sindaco di Roma: mai usate droghe, ma ....
"Se ho mai fatto uso di droghe? Sono fortemente attirato da qualunque sostanza stupefacente, ma non ne
ho mai utilizzata nessuna, perchè ho paura da un punto di vista medico". È netto il sindaco di Roma, Ignazio
Marino, ospite in diretta a "Un giorno da Pecora" in onda su Radio 2, rivelando però un interrogativo che si è
posto: "Mi sono molto interrogato, quando abbiamo avuto in città i Rolling Stones, vedendo il batterista, a
quasi 75 anni, suonare senza interruzione con un'energia incredibile. Diventa poi difficile spiegare ai tuoi figli
che non devono utilizzare sostanze", ha aggiunto.
30-09-2014 14:02 ITALIA/Contraccezione. Solo il 16% delle donne e' ben informato
Solo il 16% delle italiane dichiara di sentirsi ben informato sui
sistemi anticoncezionali disponibili in Italia, dove si registra una delle piu' basse percentuali di utilizzo di
contraccezione ormonale. Fa eccezione la Sardegna, che detiene il primato nazionale di uso di sistemi
ormonali, come la pillola, scelti da oltre il 30% delle sarde. Un dato che spiega il contenuto numero di
mamme adolescenti - 220 con meno di 19 anni nel 2013 - e di aborti, 2.157. Ma quest'estate a settembre, in
tutta Italia, e' aumentato del 30% il numero di visite dai ginecologi, in boom che la Sigo, la Societa' italiana di
ginecologia e ostetricia che a Cagliari tiene in questi giorni l'89esimo congresso nazionale, spiega con la
paura di una gravidanza indesiderata o di malattie sessualmente trasmesse e anche con la richiesta di
contraccezione "'smart".
"Quest'anno registriamo due fenomeni: una consueta impennata di richieste d'intervento per le 'disattenzioni'
estive, soprattutto per le under 30; ma in questi mesi le donne stanno richiedendo in misura massiccia
Jaydess, il sistema contraccettivo intrauterino piu' piccolo al mondo", spiega da Cagliari Paolo Scollo,
presidente della Sigo. "La crescita e' del 70% ogni mese a partire da fine maggio, cioe' da quando e'
disponibile anche in Italia". La Sigo ha promosso un opuscolo "Fai la scelta giusta con la
contraccezionesmart!" rivolto alle donne di tutte le eta' che sara' distribuito in tutti i consultori e reparti di
ginecologia della penisola. In occasione del congresso la societa' rilancia le attivita' di "Scegli Tu", progetto di
educazione dei giovani verso comportamenti sessuali responsabili. "Per raggiungere il maggior numero
possibile di persone", spiega Scollo, "abbiamo deciso di andare in un luogo da loro molto frequentato: la
Rete. Su www.sceglitu.it la Sito mette a disposizione i propri esperti che risponderanno online alle domande
e ai dubbi di ragazzi e genitori. Abbiamo attivato, infine, una sezione dedicata ai nuovi metodi:
www.contraccezionesmart.it. "Il 20% delle italiane non ha mai parlato di contraccezione con il proprio
ginecologo, preferendogli interlocutori non qualificati come partner, amiche e parenti", sottolinea Valeria
Dubini, consigliere nazionale della Sigo. "Una su quattro e' disposta a cambiare il metodo che utilizza, se
quello nuovo presenta meno rischi rispetto al precedente".
30-09-2014 10:54 MESSICO/Staminali. Trial per due bimbi italiani affetti da paralisi cerebrale
In occasione della giornata mondiale della paralisi cerebrale infantile, che si celebra mercoledì, nuove
speranze arrivano dalle cellule staminali: due bambini italiani - un maschietto di 4 anni e una ragazzina di 8 affetti da paralisi cerebrale infantile ed inseriti da giugno in un trial clinico di soli 18 pazienti dell'ospedale
universitario di Monterrey, in Messico, stanno rispondendo bene alle cure, anche se una valutazione
completa potrà essere fatta solamente dopo la Fase 2 dello studio che terminerà nel 2016 e che verrà
ampliato a 60 pazienti. "La Fase 1 si è positivamente conclusa: i risultati, che sono stati pubblicati su
Cytotherapy, la rivista della International Society for Cellular Therapy, hanno confermato la validità del
trattamento in termini di sicurezza. Inoltre, sulla base dello screening BDI (Battelle Developmental Inventory)
si è osservato un aumento medio di 4,7 mesi dell'età evolutiva, in tutte le aree di valutazione, sia motoria che
cognitiva, suggerendo un possibile aumento della funzione neurologica" precisa Veronica Albertini, direttore
scientifico di SSCB, la banca svizzera delle cellule staminali con sede a Lugano che ha fatto da tramite tra le
famiglie e i ricercatori messicani. La paralisi cerebrale infantile è una patologia che ha un'incidenza di 2-3
casi su 1.000 nati vivi ed è la causa più frequente di disabilità motoria nell'infanzia. Racchiude diverse
sindromi cliniche caratterizzate da un disturbo generalmente associato a una lesione del cervello in fase di
maturazione determinata, nella maggioranza dei casi, a un deficit di ossigeno durante la fase perinatale. La
paralisi cerebrale provoca danni permanenti al cervello in quasi il 50% dei neonati che la subiscono e che
sopravvivono ad essa.
29-09-2014 18:03 AUSTRALIA/Eutanasia. Medico attivista indagato per 20 suicidi
Il medico e attivista pro-eutanasia di lunga data Philip Nitschke è sotto indagine
della polizia in ognuno degli stati d'Australia per il suo possibile ruolo in quasi 20 decessi negli ultimi tre anni,
apparentemente tutti suicidi. Tutti i casi investigati comportavano l'uso di uno di due metodi di suicidio
promossi da Nitschke e dall'organizzazione Exit International da lui fondata e diretta: il farmaco letale
Nembutal, di solito importato illegalmente dalla Cina o dall'America Latina, o un congegno per inalare azoto.
Nitschke, che lo scorso luglio è stato sospeso dall'ordine dei medici, ha detto che gli attacchi nei suoi
confronti "vengono da ogni parte", ma che sono "i rischi del mestiere". "Gestisco un'organizzazione il cui
scopo è assicurare che le persone abbiano accesso a una morte pacifica nel tempo che loro scelgono", ha
detto. "Quindi non c'è da sorprendersi se molti dei nostri membri colgono tale opportunità". La sospensione
dell'ordine dei medici è stata decisa usando i poteri di emergenza per "proteggere la salute e la sicurezza del
pubblico" dopo che Nitschke aveva ammesso in un'intervista tv di aver sostenuto un uomo di 45 anni nella
decisione di uccidersi, pur sapendo che non soffriva di alcuna malattia fisica. L'uomo era in depressione
dopo la morte della moglie, caduta dall'alto di un precipizio in un parco nazionale.
29-09-2014 13:38 USA/Staminali placenta per curare sclerosi multipla
Una iniezione di cellule estratte dalla placenta potrebbe aprire le porte a nuovi trattamenti
contro la sclerosi multipla: infatti in un primo studio clinico cellule staminali derivate da tessuto placentare
umano sono state somministrate a 16 pazienti dimostrando per ora la sicurezza e la tollerabilità della
procedura. Coordinato da Fred Lublin docente della Icahn School of Medicine a Mount Sinai, lo studio getta
le basi per nuovi trial clinici per dimostrare l'efficacia di questa terapia. Secondo quanto riferito sulla rivista
Multiple Sclerosis and Related Disorders, già a partire da questo primo esperimento clinico sono emersi
buoni segnali che queste cellule derivate dalla placenta - chiamate PDA-001 - possano effettivamente
riparare i danni a carico del sistema nervoso tipici della malattia. La sclerosi multipla è una patologia
autoimmune che attacca il sistema nervoso: i nervi, o meglio la guaina isolante che permette loro di
trasmettere i segnali nervosi, sono attaccati da una reazione immunitaria impropria sferrata dall'organismo.
Gli attacchi possono essere molteplici e quindi i danni divenire progressivamente sempre più invalidanti. Gli
esperti pensano che le staminali estratte dalla placenta e coltivate in provetta possano proteggere i nervi e
favorirne la riparazione. In questa prima fase sperimentale i medici hanno somministrato le PDA-001 in due
dosi diverse a parte dei 16 pazienti e poi hanno monitorato il decorso della malattia dell'intero gruppo per
tutto l'anno a seguire. Ebbene questa 'terapia' è risultata per ora sicura e ben tollerata, priva di effetti
collaterali. Inoltre i soggetti trattati non sono andati incontro a peggioramenti o ricadute nell'anno di
osservazione. Serviranno ovviamente novi test per valutare l'efficacia terapeutica si detta cura cellulare.
28-09-2014 12:19 GERMANIA/Staminali. La cuccuma stimola la crescita di quelle cerebrali
Mangiare cuccuma puo'
proteggere il cervello. La raccomandazione e' ancora un po' tirata per i capelli, ma alcuni ricercatori
dell'Istituto di Neuroscienze e di medicina a Julich, in Germania, fa ben sperare che la spezia possa servire
un giorno a produrre dei farmaci per curare i malati di Alzheimer o prevenire i danni cerebrali vascolari.
L'entusiasmo non e' un eccesso di ottimismo ma frutto di un nuovo studio sugli effetti del turmerone, un
componente naturale della cuccuma, e messo in atto su dei topi da laboratorio. I roditori hanno ricevuto una
iniezione di questa molecola per poi poter analizzarne gli effetti nel cervello. Le parti del cervello implicate
nella crescita delle cellule nervose sono diventate piu' attive dopo questa iniezione. Secondo i ricercatori, la
cuccuma potrebbe anche stimolare la proliferazione dei neuroni.
In un altro esperimento, alcune cellule staminali neurali sono state immerse in dell'acqua contenente estratti
di turmerone. Piu' la concentrazione di cuccuma era rilevante, piu' le cellule staminali si sviluppavano
rapidamente. Le cellule erano anche capaci di trasformarsi in qualunque cellula cerebrale, cosa che lascia
supporre che la cuccuma giocherebbe un ruolo nella riparazione cellulare dopo una malattia o una ferita.
“E' possibile che le cellule del cervello possano ripararsi piu' rapidamente grazie all'effetto della cuccuma”,
dicono gli autori dello studio pubblicato sulla rivista “Stem Cell Research and Therapy”.
Per saperne di piu' occorreranno altre ricerche con test su cellule staminali umane.
La cuccuma e' stata gia' raccomandata da dei ricercatori per le sue proprieta' preventive contro il cancro al
colon.
27-09-2014 11:01 ITALIA/Cannabis terapeutica. Farmindustria: in Italia e' scarsa la cultura della
terapia del dolore
"Quello che auspico è che in Italia passi la cultura del trattamento del dolore come c'è
negli altri Paesi". Lo ha detto il presidente di Farmaindustria Massimo Scaccabarozzi, a margine di un
incontro nella sede della Regione Toscana, rispondendo ai giornalisti sui farmaci cannabinoidi e la cannabis
terapeutica. Sulla terapia del dolore, e l'uso di farmaci a base di oppiacei e di cannabis, "in Italia - ha
aggiunto - il problema nostro è culturale perché pur essendoci farmaci come quelli a base di oppiacei, siamo
agli ultimissimi posti per il trattamento del dolore. Questo è ingiustificabile per una popolazione evoluta come
siamo noi". Sul fronte della cannabis, per il presidente di Farmaindustria "non penso si apra per noi una
nuova fetta di mercato, nel senso che la produzione avverrà per questo tipo di farmaco presso il laboratorio
farmaceutico militare di Firenze da quello che ho letto".
27-09-2014 10:53 ITALIA/Cannabis terapeutica. Ordine Medici Toscana: pronti ad ampliarne uso
"Come ho detto all'assessore regionale Marroni in qualita' di vice-presidente del
Consiglio sanitario regionale sono disposto a rimettere in piedi un gruppo, anche domani mattina" per
estendere l'uso della cannabis terapeutica ad altri usi oltre a quelli gia' contemplati in Toscana. A dirlo e' il
presidente della Federazione regionale toscana degli Ordini dei Medici, nonche' presidente dell'Ordine
fiorentino, Antonio Panti che e' anche numero 2 del Consiglio regionale della sanita', a margine di un
incontro tenuto a palazzo Panciatichi per fare il punto sull'uso della cannabis terapeutica. Di recente e'
arrivato il via libera all'istituto chimico militare di Firenze per la produzione di farmaci cannabinoidi per il
servizio sanitario nazionale. "Con l'immissione in commercio del Sativex"- ricorda Panti-, ci si "limita ad una
sola indicazione mentre noi abbiamo preferito darne quattro. Il problema e' che questa discussione e' un po'
viziata dalla solita componente ideologica, come tutte le discussioni di questo tipo che si fanno in Italia. Se
noi consideriamo la cannabis esattamente come l'Aspirina o il cortisone dobbiamo prescriverlo quando c'e'
letteratura di sostegno che consenta l'indicazione. Il medico puo' prescrivere un farmaco sulla base
dell'indicazione della scheda tecnica. Nella scheda tecnica della cannabis ce n'e' una sola- prosegue Panti-,
il dolore, la spasticita' muscolare per la sclerosi multipla. Noi abbiamo inserito altre tre indicazioni". Fra
questi, il dolore oncologico e il dolore neuropatico resistenti alle terapie.
Sull'uso dei farmaci e dunque anche nel caso di utilizzo farmacologico della cannabis, "il medico- ricorda
Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei medici della Toscana- puo' prescrivere al di fuori della scheda
tecnica, si chiama off label, quando c'e' pero' almeno uno studio in tutto il mondo che dia un minimo di
sostanza scientifica a questa descrizione. In certi casi, secondo tutta l'esame della letteratura che abbiamo
fatto in consiglio sanitario regionale non ci sono questi studi, pero', come ho detto all'assessore regionale
come vice-presidente del consiglio sanitario regionale, sono disposto a rimettere in piedi un gruppo anche
domani mattina perche' la scienza si evolve continuamente". Il piu' recente parere del consiglio sanitario e' di
tre anni fa, ha ricordato il presidente dell'Ordine dei medici. "Se nel frattempo e' uscito qualcosa di nuovo che
ci e' sfuggito lo prenderemo senz'altro in considerazione. Pero' ad allora, al di la' di queste considerazioni, di
scientificamente accertato non c'e' altro".
27-09-2014 10:50 ITALIA/Cannabis terapeutica. Sel: rivedere regolamento Regione Toscana
In Toscana "abbiamo prodotto una legge importante" sulla cannabis terapeutica "poi
però il regolamento che ne è uscito fuori, ha forse smarrito lo spirito della norma, e da più parti, da parte dei
malati, per intenderci, ci viene detto essere addirittura peggiorativo della situazione precedente. Questo non
lo possiamo accettare, e ormai da tempo abbiamo chiesto al presidente Rossi di cambiare questo
regolamento". Lo ha detto, spiega una nota, il consigliere regionale Mauro Romanelli (Gruppo misto in
quota Sel), in occasione di un convegno sulla cannabis terapeutica da lui organizzato in Consiglio regionale.
A questo obiettivo, ha aggiunto, "stiamo lavorando in queste settimane, in stretto contatto con gli Uffici della
Giunta. In particolare, noi rileviamo che il regolamento che è stato emesso dà una centralità eccessiva al
parere, estremamente restrittivo, del Consiglio sanitario regionale, e non ricorda a sufficienza la libertà del
medico. Così come ci pare che non applichi in maniera esplicita l'articolo 5 della legge, che impone alle Asl
di coadiuvare i pazienti non ricoverati a reperire il farmaco dall'estero". Per Romanelli "la Toscana deve
tornare in prima fila, come è stata in questi anni approvando una legge innovativa sulla cannabis terapeutica,
e come in qualche modo ci impone anche la scelta del Governo, che ci onora e ci carica appunto di
responsabilità, di produrre cannabis all'Istituto farmaceutico militare".
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