CRA: Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti
Italiani (SCCAI)
AMBIENTE: RICERCA CRA PER MITIGARE CAMBIAMENTO CLIMA IN ALLEVAMENTI
ROMA (ITALPRESS) - Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CRA), attraverso il CRAINEA, ha coordinato la ricerca "Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani (SCCAI)". Il progetto finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e svolto in collaborazione con il Centro Ricerche
Produzioni Animali (CRPA) - e' finalizzato all'analisi di diverse opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto
serra da applicare in alcune produzioni zootecniche e potrebbe costituire una prima, concreta risposta alle politiche sul
clima a livello internazionale, dal protocollo di Kyoto a Rio+20 e - a livello europeo - dal pacchetto "Clima ed energia
2020" alla nuova Politica agricola comunitaria. Lo studio ha quantificato l'impronta carbonica delle principali filiere
zootecniche italiane, cioe': bovino da latte per la produzione di latte alimentare, bovino da latte per la produzione di
formaggio Parmigiano-Reggiano, bovino da carne (allevamenti da ingrasso), suino pesante, pollo da carne, gallina
ovaiola. Per ciascuna filiera sono state individuate delle "aziende tipo", definendone le principali caratteristiche:
localizzazione, dimensione aziendale, produttivita', modalita' di stabulazione e di gestione degli effluenti, superfici
aziendali, rotazioni colturali, quota di autosufficienza nella produzione degli alimenti. Poi, e' stata presa un'unita' di
prodotto di riferimento, ossia: 1 kg di latte per le aziende bovine da latte, 1 kg di carne (peso vivo) per le aziende bovine,
suinicole e avicole, 1 kg di uova intere per le aziende avicole da uova. (ITALPRESS) - (SEGUE). ads/com 28-Apr-15
12:25 NNNN
AMBIENTE: RICERCA CRA PER MITIGARE CAMBIAMENTO CLIMA IN ALLEVAMENTI-2-L'analisi del ciclo produttivo si e'
fermata "al cancello dell'azienda" (cosiddetto approccio "from cradle to farm gate"), escludendo i processi che
avvengono a valle dell'azienda agricola, in quanto l'allevatore non ha possibilita' di incidere su di essi. I risultati
evidenziano come l'elemento piu' determinante nel ridurre l'impronta carbonica sia la elevata produttivita' aziendale, un
esito facilmente comprensibile dal momento che questa e' rapportata all'unita' di prodotto. In generale, e' emerso che
l'adozione di tecniche e pratiche piu' efficienti e' la chiave per la riduzione dell'impronta del carbonio delle produzioni
agrozootecniche: dalla riduzione delle emissioni enteriche (ruminanti) a quella dell'apporto proteico della razione; dalla
gestione delle deiezioni all'ottimizzazione delle fertilizzazioni, dalle misure per la produzione e il risparmio di energia a
quelle per il sequestro del Carbonio. Il progetto, infine, prevede azioni di trasferimento dei risultati agli allevatori, sia
attraverso l'opuscolo informativo "Emissioni di gas serra degli allevamenti italiani. Quali scenari?", sia attraverso incontri
formativi sul territorio con gli allevatori. Il primo si e' tenuto proprio oggi a Reggio Emilia. "Per rendere sostenibile
l'agricoltura reale - afferma il subcommissario straordinario CRAMichele Pisante - l'innovazione e la diffusione della
conoscenza tra gli operatori del settore offrono l'opportunita' di illustrare le nuove strategie per la mitigazione e
l'adattamento ai cambiamenti climatici, in sinergia con gli obiettivi di tutela ambientale e salvaguardia della biodiversita',
senza trascurare il benessere degli agricoltori attraverso idonee forme di sostegno economico". (ITALPRESS). ads/com
28-Apr-15 12:25 NNNN
CRA, AL VIA INCONTRI FORMATIVI CON ALLEVATORI
PER MITIGARE CAMBIAMENTO CLIMATICO
3332 - 28:04:15/12:05 - roma, (agra press) - un comunicato stampa del cra
(consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) rende noto
che si e' svolto oggi a reggio emilia il primo di una serie di incontri formativi con
gli allevatori nell'ambito della ricerca "scenari di cambiamenti climatici per gli
allevamenti italiani (sccai)", progetto finanziato dal mipaaf e finalizzato all'analisi di
diverse opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare
in alcune produzioni zootecniche. il progetto "potrebbe costituire una prima,
concreta risposta alle politiche sul clima a livello internazionale, dal protocollo di
kyoto a rio+20 e dal pacchetto 'clima ed energia 2020' alla nuova politica agricola
comunitaria", spiega il cra, informando che lo studio "ha quantificato l'impronta
carbonica delle principali filiere zootecniche italiane, cioe': bovino da latte per la
produzione di latte alimentare, bovino da latte per la produzione di formaggio
parmigiano-reggiano, bovino da carne (allevamenti da ingrasso), suino pesante,
pollo da carne, gallina ovaiola". "per rendere sostenibile l'agricoltura reale afferma il subcommissario straordinario del cra michele pisante - l'innovazione e
la diffusione della conoscenza tra gli operatori del settore offrono l'opportunita' di
illustrare le nuove strategie per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti
climatici, in sinergia con gli obiettivi di tutela ambientale e salvaguardia della
biodiversita', senza trascurare il benessere degli agricoltori attraverso idonee
forme di sostegno economico". (ab)
LA RICERCA DEL CRA PER MITIGARE IL
CAMBIAMENTO CLIMATICO ANCHE NEGLI
ALLEVAMENTI
Pubblicato il 28/04/2015 at 13:34
Il CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), attraverso il CRA-INEA,
ha coordinato la ricerca “Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani (SCCAI)”. Il
progetto – finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e svolto in
collaborazione con il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) – è finalizzato all’analisi di diverse
opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare in alcune produzioni
zootecniche e potrebbe costituire una prima, concreta risposta alle politiche sul clima a livello
internazionale, dal protocollo di Kyoto a Rio+20 e – a livello europeo – dal pacchetto “Clima ed energia
2020” alla nuova Politica agricola comunitaria (II pilastro sviluppo rurale).
Lo studio ha quantificato l’impronta carbonica delle principali filiere zootecniche italiane, cioè: bovino da
latte per la produzione di latte alimentare, bovino da latte per la produzione di formaggio ParmigianoReggiano, bovino da carne (allevamenti da ingrasso), suino pesante, pollo da carne, gallina ovaiola.
Per ciascuna filiera sono state individuate delle “aziende tipo”, definendone le principali caratteristiche:
localizzazione, dimensione aziendale, produttività, modalità di stabulazione e di gestione degli effluenti,
superfici aziendali, rotazioni colturali, quota di autosufficienza nella produzione degli alimenti. Poi, è
stata presa un’unità di prodotto di riferimento, ossia: 1 kg di latte per le aziende bovine da latte, 1 kg di
carne (peso vivo) per le aziende bovine, suinicole e avicole, 1 kg di uova intere per le aziende avicole
da uova. L’analisi del ciclo produttivo si è fermata “al cancello dell’azienda” (cosiddetto approccio “from
cradle to farm gate”), escludendo i processi che avvengono a valle dell’azienda agricola, in quanto
l’allevatore non ha possibilità di incidere su di essi. I risultati evidenziano come l’elemento più
determinante nel ridurre l’impronta carbonica sia la elevata produttività aziendale, un esito facilmente
comprensibile dal momento che questa è rapportata all’unità di prodotto. In generale, è emerso che
l’adozione di tecniche e pratiche più efficienti è la chiave per la riduzione dell’impronta del carbonio
delle produzioni agrozootecniche: dalla riduzione delle emissioni enteriche (ruminanti) a quella
dell’apporto proteico della razione; dalla gestione delle deiezioni all’ottimizzazione delle fertilizzazioni,
dalle misure per la produzione e il risparmio di energia a quelle per il sequestro del Carbonio.
Il progetto, infine, prevede azioni di trasferimento dei risultati agli allevatori, sia attraverso l’opuscolo
informativo “Emissioni di gas serra degli allevamenti italiani. Quali scenari?”, sia attraverso incontri
formativi sul territorio con gli allevatori. Il primo si è tenuto proprio oggi a Reggio Emilia.
“Per rendere sostenibile l’agricoltura reale – afferma il subcommissario straordinario CRA Michele
Pisante – l’innovazione e la diffusione della conoscenza tra gli operatori del settore offrono l’opportunità
di illustrare le nuove strategie per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, in sinergia
con gli obiettivi di tutela ambientale e salvaguardia della biodiversità, senza trascurare il benessere
degli agricoltori attraverso idonee forme di sostegno economico”.
Ridurre le emissioni di gas anche negli
allevamenti zootecnici
Il CRA propone azioni concrete per gli operatori del settore
Il CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), attraverso il CRAINEA, ha coordinato la ricerca “Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani (SCCAI)”.
Il progetto – finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e svolto in
collaborazione con il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) – è finalizzato all’analisi di diverse opzioni
di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare in alcune produzioni zootecniche e potrebbe
costituire una prima, concreta risposta alle politiche sul clima a livello internazionale, dal protocollo di Kyoto
a Rio+20 e – a livello europeo – dal pacchetto “Clima ed energia 2020” alla nuova Politica agricola
comunitaria (II pilastro sviluppo rurale).
Lo studio ha quantificato l’impronta carbonica delle principali filiere zootecniche italiane:

bovino da latte per la produzione di latte alimentare;

bovino da latte per la produzione di formaggio Parmigiano-Reggiano;

bovino da carne (allevamenti da ingrasso);

suino pesante;

pollo da carne;

gallina ovaiola.
Per ciascuna filiera sono state individuate delle “aziende tipo”, definendone le principali caratteristiche:
localizzazione, dimensione aziendale, produttività, modalità di stabulazione e di gestione degli effluenti,
superfici aziendali, rotazioni colturali, quota di autosufficienza nella produzione degli alimenti. Poi, è stata
presa un’unità di prodotto di riferimento, ossia: 1 kg di latte per le aziende bovine da latte, 1 kg di carne (peso
vivo) per le aziende bovine, suinicole e avicole, 1 kg di uova intere per le aziende avicole da uova.
L’analisi del ciclo produttivo si è fermata “al cancello dell’azienda” (cosiddetto approccio “from cradle to farm
gate”), escludendo i processi che avvengono a valle dell’azienda agricola, in quanto l’allevatore non ha
possibilità di incidere su di essi. I risultati evidenziano come l’elemento più determinante nel ridurre
l’impronta carbonica sia la elevata produttività aziendale, un esito facilmente comprensibile dal omento che
questa è rapportata all’unità di prodotto.
In generale, è emerso che l’adozione di tecniche e pratiche più efficienti è la chiave per la riduzione
dell’impronta del carbonio delle produzioni agrozootecniche: dalla riduzione delle emissioni enteriche
(ruminanti) a quella dell’apporto proteico della razione; dalla gestione delle deiezioni all’ottimizzazione
delle fertilizzazioni, dalle misure per la produzione e il risparmio di energia a quelle per il sequestro del
Carbonio.
Il progetto, infine, prevede azioni di trasferimento dei risultati agli allevatori, sia attraverso l’opuscolo
informativo “Emissioni di gas serra degli allevamenti italiani. Quali scenari?”, sia attraverso incontri
formativi sul territorio con gli allevatori. Il primo si è tenuto proprio oggi a Reggio Emilia.
“Per rendere sostenibile l’agricoltura reale – afferma il subcommissario straordinario CRA Michele
Pisante – l’innovazione e la diffusione della conoscenza tra gli operatori del settore offrono l’opportunità
di illustrare le nuove strategie per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, in sinergia
con gli obiettivi di tutela ambientale e salvaguardia della biodiversità, senza trascurare il benessere degli
agricoltori attraverso idonee forme di sostegno economico”.
Giuseppe Morello
Economia
La ricerca del CRA per mitigare il
cambiamento climatico anche negli
allevamenti: azioni concrete per gli
operatori
La ricerca del CRA per mitigare il cambiamento climatico anche negli
allevamenti: azioni concrete per gli operatori
di com/esp - 29 aprile 2015 12:34fonte ilVelino/AGV NEWSRoma
Il CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), attraverso il CRA-INEA,
ha coordinato la ricerca “Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani (SCCAI)”. Il
progetto - finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e svolto in
collaborazione con il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) - è finalizzato all’analisi di diverse
opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare in alcune produzioni
zootecniche e potrebbe costituire una prima, concreta risposta alle politiche sul clima a livello
internazionale, dal protocollo di Kyoto a Rio+20 e - a livello europeo - dal pacchetto “Clima ed energia
2020” alla nuova Politica agricola comunitaria (II pilastro sviluppo rurale). Lo studio ha quantificato
l’impronta carbonica delle principali filiere zootecniche italiane, cioè: bovino da latte per la produzione di
latte alimentare, bovino da latte per la produzione di formaggio Parmigiano-Reggiano, bovino da carne
(allevamenti da ingrasso), suino pesante, pollo da carne, gallina ovaiola. Per ciascuna filiera sono state
individuate delle “aziende tipo”, definendone le principali caratteristiche: localizzazione, dimensione
aziendale, produttività, modalità di stabulazione e di gestione degli effluenti, superfici aziendali,
rotazioni colturali, quota di autosufficienza nella produzione degli alimenti. Poi, è stata presa un’unità di
prodotto di riferimento, ossia: 1 kg di latte per le aziende bovine da latte, 1 kg di carne (peso vivo) per le
aziende bovine, suinicole e avicole, 1 kg di uova intere per le aziende avicole da uova. L’analisi del ciclo
produttivo si è fermata “al cancello dell’azienda” (cosiddetto approccio “from cradle to farm gate”),
escludendo i processi che avvengono a valle dell’azienda agricola, in quanto l’allevatore non ha
possibilità di incidere su di essi.
I risultati evidenziano come l’elemento più determinante nel ridurre l’impronta carbonica sia la elevata
produttività aziendale, un esito facilmente comprensibile dal momento che questa è rapportata all’unità
di prodotto. In generale, è emerso che l’adozione di tecniche e pratiche più efficienti è la chiave per la
riduzione dell’impronta del carbonio delle produzioni agrozootecniche: dalla riduzione delle emissioni
enteriche (ruminanti) a quella dell’apporto proteico della razione; dalla gestione delle deiezioni
all’ottimizzazione delle fertilizzazioni, dalle misure per la produzione e il risparmio di energia a quelle
per il sequestro del Carbonio. Il progetto, infine, prevede azioni di trasferimento dei risultati agli
allevatori,
sia attraverso l’opuscolo informativo “Emissioni di gas serra degli allevamenti italiani. Quali scenari?”,
sia attraverso incontri formativi sul territorio con gli allevatori. Il primo si è tenuto proprio oggi a Reggio
Emilia. “Per rendere sostenibile l’agricoltura reale – afferma il subcommissario straordinario CRA
Michele Pisante - l’innovazione e la diffusione della conoscenza tra gli operatori del settore offrono
l’opportunità di illustrare le nuove strategie per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici,
in sinergia con gli obiettivi di tutela ambientale e salvaguardia della biodiversità, senza trascurare il
benessere degli agricoltori attraverso idonee forme di sostegno economico”.
Allevamenti e cambiamento climatico: si comincia da
Reggio
Nell’ambito del progetto di ricerca “Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani
(SCCAI)”, finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il CRA-INEA ha
analizzato le diverse opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare in alcune
produzioni zootecniche. Il progetto di ricerca esplora le principali politiche sul clima applicate
all’agricoltura, il possibile contributo della zootecnia agli obiettivi di mitigazione delle emissioni e le
potenzialità di valorizzazione per le aziende, comprese le certificazioni di ridotto impatto ambientale.
Tra gli obiettivi principali del progetto vi è la divulgazione presso gli operatori del settore zootecnico dei
risultati tecnici della ricerca, in particolare sulle opzioni di mitigazione nelle diverse produzioni
analizzate: bovino da latte per la produzione di latte alimentare, bovino da latte per la produzione di
formaggio Parmigiano-Reggiano, bovino da carne (allevamenti da ingrasso), suino pesante, pollo da
carne e gallina ovaiola.
Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, sta organizzando quindi questi
incontri per divulgare i risultati dello studio, con la collaborazione delle Associazioni degli agricoltori.
L’incontro di martedì 28 aprile si tiene alle 10.30 presso Dinamica, in via Gualerzi 30 in Zona Fiera a
Mancasale, è organizzato dalla Cia reggiana ed è il primo in assoluto di questi incontri.
Il programma prevede un saluto della Cia di Reggio Emilia, quindi l’intervento introduttivo del subcommissario Michele Pisante, del CRA-INEA; seguiranno le relazioni: Gli obiettivi del progetto “Scenari
di cambiamenti climatici per gli allevamenti italiani” e inquadramento nelle politiche europee e nazionali
sul clima e altre azioni comunitarie (BAT) Antonella Pontrandolfi, Consiglio per la ricerca in agricoltura e
l’analisi dell’economia agraria; I risultati della ricerca: azioni di mitigazione e opportunità per le aziende,
Laura Valli, Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA di Reggio E.). Infine è prevista la discussione
con gli allevatori.
Ambiente: Ricerca CRA per mitigare
cambiamento clima in allevamenti
Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CRA), attraverso il CRAINEA, ha coordinato la ricerca "Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti Italiani
(SCCAI)". Il progetto - finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e
svolto in collaborazione con il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) - e' finalizzato all'analisi
di diverse opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra da applicare in alcune
produzioni zootecniche e potrebbe costituire una prima, concreta risposta alle politiche sul clima a
livello internazionale, dal protocollo di Kyoto a Rio+20 e - a livello europeo - dal pacchetto "Clima
ed energia 2020" alla nuova Politica agricola comunitaria. Lo studio ha quantificato l'impronta
carbonica delle principali filiere zootecniche italiane, cioe': bovino da latte per la produzione di latte
alimentare, bovino da latte per la produzione di formaggio Parmigiano-Reggiano, bovino da carne
(allevamenti da ingrasso), suino pesante, pollo da carne, gallina ovaiola. Per ciascuna filiera sono
state individuate delle "aziende tipo", definendone le principali caratteristiche: localizzazione,
dimensione aziendale, produttivita', modalita' di stabulazione e di gestione degli effluenti, superfici
aziendali, rotazioni colturali, quota di autosufficienza nella produzione degli alimenti. Poi, e' stata
presa un'unita' di prodotto di riferimento, ossia: 1 kg di latte per le aziende bovine da latte, 1 kg di
carne (peso vivo) per le aziende bovine, suinicole e avicole, 1 kg di uova intere per le aziende
avicole da uova. L'analisi del ciclo produttivo si e' fermata "al cancello dell'azienda" (cosiddetto
approccio "from cradle to farm gate"), escludendo i processi che avvengono a valle dell'azienda
agricola, in quanto l'allevatore non ha possibilita' di incidere su di essi. I risultati evidenziano come
l'elemento piu' determinante nel ridurre l'impronta carbonica sia la elevata produttivita' aziendale,
un esito facilmente comprensibile dal momento che questa e' rapportata all'unita' di prodotto. In
generale, e' emerso che l'adozione di tecniche e pratiche piu' efficienti e' la chiave per la riduzione
dell'impronta del carbonio delle produzioni agrozootecniche: dalla riduzione delle emissioni
enteriche (ruminanti) a quella dell'apporto proteico della razione; dalla gestione delle deiezioni
all'ottimizzazione delle fertilizzazioni, dalle misure per la produzione e il risparmio di energia a
quelle per il sequestro del Carbonio. Il progetto, infine, prevede azioni di trasferimento dei risultati
agli allevatori, sia attraverso l'opuscolo informativo "Emissioni di gas serra degli allevamenti italiani.
Quali scenari?", sia attraverso incontri formativi sul territorio con gli allevatori. Il primo si e' tenuto
proprio oggi a Reggio Emilia. "Per rendere sostenibile l'agricoltura reale - afferma il
subcommissario straordinario CRA Michele Pisante - l'innovazione e la diffusione della
conoscenza tra gli operatori del settore offrono l'opportunita' di illustrare le nuove strategie per la
mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, in sinergia con gli obiettivi di tutela
ambientale e salvaguardia della biodiversita', senza trascurare il benessere degli agricoltori
attraverso idonee forme di sostegno economico".
CONVEGNO
SCENARI DI CAMBIAMENTI CLIMATICI
PER GLI ALLEVAMENTI ITALIANI, PROSPETTIVE E POTENZIALITÀ
4 Giugno 2015
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
Sala Conferenze
Via Nazionale 82, Roma
Nell’ambito del progetto di ricerca “Scenari di Cambiamenti Climatici per gli Allevamenti
Italiani (SCCAI)”, finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il
CRA-INEA ha analizzato le diverse opzioni di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto
serra da applicare in alcune produzioni zootecniche.
Il progetto esplora le principali politiche sul clima applicate all’agricoltura, il possibile
contributo della zootecnia agli obiettivi di mitigazione delle emissioni e le potenzialità di
valorizzazione per le aziende, comprese le certificazioni di ridotto impatto ambientale. Tra
gli obiettivi principali, vi è la divulgazione presso gli operatori del settore zootecnico dei
risultati della ricerca, in particolare sulle opzioni di mitigazione nelle diverse produzioni
analizzate.
A tal fine, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, in cui
sono confluiti il CRA e l’INEA, ha programmato e svolto diversi incontri tecnici sul territorio
nazionale coinvolgendo nell’attività informativa direttamente le Associazioni di categoria,
cui è stato chiesto di partecipare con i loro associati e di intervenire nel programma dei
lavori.
Il presente incontro rappresenta il momento conclusivo del progetto, durante il quale si intende discutere i
principali risultati dello studio, riportare le riflessioni emerse nel corso degli incontri con gli operatori, trarre
spunti per la definizione delle politiche e valutare la domanda di ricerca da sviluppare nel settore.
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