Giugno 2013
Mantidi Lovers Italia Newsletters
MANTIDI LOVERS ITALIA NEWSLETTER
Eccoci! Anche questo mese siamo pronti a deliziarvi con una
Newsletter piena di consigli, novità e (speriamo) belle foto,
totalmente gratuita! Anche se con un leggero ritardo, non possiamo
che augurarvi una buona lettura.
Ilaria & William, Mantidi Lovers Italia.
Ilaria & William
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Ilaria Porcu & William Di Pietro
Giugno 2013
Mantidi Lovers Italia Newsletters
LE CHICCHE DEL MESE
Hierodula cfr. malaya
Tempo fa acquistammo una coppia subadulta di Hierodula, nata da un’ooteca proveniente
dalla Malesia. Allora erano classificate semplicemente come Hierodula sp. Non contenti
della descrizione alquanto
sommaria e piuttosto arrangiata,
volevamo far luce sulla loro reale
identità. Decidemmo quindi di
spedire gli adulti morti (di
vecchiaia) a Battiston, che, molto
pazientemente, li identificò come
assimilabili alla specie malaya
(Hierodula cfr. malaya), specie
pressoché assente in cattività e
poco conosciuta, descritta su un
solo maschio malese da Stal nel
1877. In attesa di ulteriori
conferme e considerata l’intricata
e lacunosa tassonomia di questo vastissimo genere che comprende oggi ben 110 specie
(secondo il Mantodea Species File Online), la denominazione di questi animali resta
speculativa. Nonostante ciò, le abbiamo riprodotte; sono mantidi piuttosto semplici da
allevare: due nebulizzate settimanali, temperature mai al di sotto dei 20 gradi notturni e 2325 diurni sono ottimali. Il carattere schivo e la colorazione iridescente, le rende adatte
anche ai neofiti. Per quanto riguarda la riproduzione, è necessario, come di consueto,
nutrire bene le femmine prima della copula, che potrà avvenire ad un mese dallo
sfarfallamento. Queste, inoltre, si mostrano alquanto timide, preferendo scappare piuttosto
che mangiare il partner. L’amplesso dura più di 10 ore, e le ooteche verranno deposte dopo
una settimana. La nostra femmina ne ha prodotte soltanto due, ma per colpa della diarrea
che l’ha stroncata: non escludiamo una maggiore prolificità. In ogni caso, dopo circa un
mese (T 23-25°C, umidità 50-70%), dalla prima sono nate circa 130 ninfe, mentre dalla
seconda una cinquantina. Queste, sono alquanto delicate, e senza nebulizzazioni quasi
giornaliere periscono a fiotti intrappolate nella muta. Per darvi un’idea, a noi, su 180 ne
rimasero soltanto 30! Attualmente, ne abbiamo una ventina che vorremo riprodurre una
volta adulte, sperando, col senno di poi, di non ripetere vecchi errori. Un’ultima nota
straordinaria è la capacità delle ooteche di schiudere in contenitori molto aerati, dove quelle
di altre specie si sono letteralmente seccate! Nel mio caso, le tenevo in un bicchiere con
coperchio in TNT, e nebulizzavo una volta ogni 5 giorni! Foto viste sul web di presunte
ooteche di H.malaya, spiegano parzialmente questo fatto: erano tutte deposte sulle parti
aeree delle piante. Foto: Hierodula cfr. malaya maschio adulto (Fonte: Mantidi Lovers Italia
– Copyright).
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Ilaria Porcu & William Di Pietro
Giugno 2013
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Miomantis caffra
Questa specie medio
piccola, è originaria del Sud
Africa, dove, secondo
alcune fonti, è terricola e
vive in ambienti semiaridi.
In Europa viene allevata in
modo discontinuo, mentre
in Italia, è pressochè
assente. Il corpo misura dai
3 ai 6 cm, ed è verde con
sfumature rosate.
L'allevamento non è
dissimile da quello di
M.binotata. Le ooteche,
tuttavia, sono bianche o
color sabbia, e misurano da
1 a 3 cm. Singolare è la sua
diffusione in Nuova Zelanda, avvenuta all'incirca nel 1980, quando uno studente trovò delle
ninfe nel suo giardino ad Auckland. Arrivate probabilmente sottoforma di ooteca attaccata
ad una pianta proveniente dal Sud Africa, si sono ambientate egregiamente, non risultando
però invasive. M.caffra, è accusata di limitare la diffusione a Nord dell'Isola della nativa
Orthodera novaezealandiae. Foto: Miomantis caffra Femmina adulta (Fonte: Bryce
McQuillan).
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Ilaria Porcu & William Di Pietro
Giugno 2013
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Appunti sull'allevamento e la riproduzione di Popa spurca crassa
Come ampiamente preannunciato sul forum e sul gruppo, si è schiusa in questi giorni
un'ooteca di Popa spurca crassa, deposta il 15 aprile 2013 dalla nostra femmina. E'
riassunta di seguito la nostra esperienza per quanto riguarda l'accoppiamento e la
riproduzione di questa bella specie.
Background:
Una delle ultime mantidi che avevamo provato ad accoppiare in quel periodo era una
femmina di Parasphendale affinis, sfarfallata con le ali divaricate. Quando il maschio provò
a coprirla, non reagì molto bene, provando a disarcionarlo ripetutamente. Analogamente a
quella Parasphendale, anche la Popa sfarfallò alquanto male, mettendo ali decisamente
stropicciate e poco aderenti al corpo. In più, avevamo già provato ad accoppiare l'altra
coppia di Popa, col triste risultato che la femmina aveva una fuoriuscita di emolinfa non si
sa come e da cosa provocata, e poco dopo morì.
25-3-2013, il fattaccio:
Dopo aver abbondantemente nutrito la femmina con 5/6 blatte settimanali, ho iniziato i
tentativi di accoppiamento. Purtroppo, non riuscivo a trovare il momento propizio della
giornata per far scattare l'amore tra i due partner. Finalmente, in data 25 marzo 2013, alle
ore 5:40 del mattino, sono riuscito a far scattare la scintilla. Mentre la femmina si gustava
distrattamente una camola della farina (Tenebrio molitor), il maschio le è saltato addosso,
anche se con qualche indugio; ciò varia comunque da individuo a individuo: l'altro maschio,
per esempio, notò la femmina da 60 cm di distanza e prese la rincorsa per andare a
fecondarla! Comunque, ho proceduto a sistemati in un box sterile con la parte frontale in
zanzariera di plastica. La copula, tuttavia, è iniziata verso le 20 di sera, e si è protratta fino
alle 23 circa. Il maschio non ha risentito affatto dell'accoppiamento; essendo stato più di 10
ore sulla compagna, era alquanto affamato e soprattutto disidratato. Da notare
(http://www.youtube.com/watch?v=-iBiXpGPpxE ) come la spermatofora sporga notevolmente
dalla piastra genitale femminile.
I consigli in questo passaggio sono i seguenti:
-Nutrire bene la femmina, lasciando max 3 prede alla volta nel contenitore, così da non
disturbarla particolarmente e conseguentemente causarne il digiuno.
-Distrarre la femmina con una preda prima di avvicinare il maschio; per accorciare i tempi,
sarà particolarmente comoda la somministrazione mediante pinzetta.
-Ricreare un ambiente accogliente per la femmina. Appena il maschio le salterà addosso,
questa, inizierà a correre e scalciare all'impazzata se non sarà a suo agio!
La prima ooteca:
In data 28-3-2013, la femmina ha deposto la sua prima ooteca. Purtroppo era appiccicata
al contenitore di plastica, ed ho quindi dovuto provvedere a spostarla. Deluso dalla colla a
caldo, ho cercato un metodo alternativo per fissarla nella stessa posizione/orientamento in
cui era stata deposta. Ecco quindi che l'ho spillata al bordo di un barattolino contenente
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rafia. Purtroppo, però, questo trattamento l'ha fatta completamente ammuffire. Non ho
capito se per colpa dell'ago sporco o semplicemente per aver bucato le uova, alla fine non
si è sviluppato niente.
La seconda ooteca:
Deluso ancora dalla prima ooteca, e credendo che fosse marcita perchè sterile, il 15-42013 arriva la seconda. Fortunatamente viene deposta sulla zanzariera, e si rivela alquanto
semplice spostarla insieme all'altra nel barattolino. Lo sviluppo ha inizio.
Consigli:
-Per incubare correttamente questa specie, è sufficiente inserire le ooteche in barattoli
contenenti rafia e chiusi ermeticamente, ai quali avrete applicato numerosi forellini con
l'aiuto di uno spillo.
-Inducete le femmine a deporre su TNT o zanzariera di plastica, sarà molto più comodo
spostare le ooteche!
La schiusa:
Come di consueto, quando perdi definitivamente le speranze, accadono belle cose
inaspettate. Il pomeriggio del 9-6-2013, si schiude la seconda ooteca. Effettivamente, le
zigrinature in corrispondenza delle uova, si erano fatte sempre più marcate. Nelle prime ore
nascono soltanto 6 ninfe, di cui una morta stecchita sul fondo del barattolino.
Successivamente, nel corso della notte, ne nascono altre tre. Decido immediatamente di
separarle, per evitare di trovarmi, a fine schiusa, con un lavoro colossale da gestire. Il 10
ne nascono altre 12, e due restano putroppo bloccate tra l'ooteca e l'esterno, allo stadio di
protoninfa. Infine, l'11 ne nasce un'altra. Le separo tutte volta per volta, e le nebulizzo
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Ilaria Porcu & William Di Pietro
Giugno 2013
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leggerissimamente ogni 2 giorni. Martedì 11 ho provato a somministrare qualche
Drosophila alle prime nate, e, su tutte, una sola ha gradto da subito il pasto. Niente fretta
per le altre, le do il giusto tempo per riassorbire il sacco vitellino (che a quanto mi ha detto
l'amico Valerio P. sono due giorni circa). Confronto ad altre specie, i neanidi di Popa sono
alquanto tranquilli, agevolando notevolmente l'operazione di separarle. Invece che correre
dappertutto, cercano di rifugiarsi sul fondo del barattolo.
Foto: Ninfe ad un giorno di vita di Popa spurca crassa (Fonte: Mantidi Lovers Italia Copyright).
I consigli per questo passaggio sono dunque i seguenti:
-Separate i nuovi nati in bicchierini da 0,2l, così modificati
http://mantidi.wix.com/mantidilovers#!fai-da-te/vstc6=bicchieri/vstc5=accessori.
All'interno ponete soltanto una striscia di Scottex bloccata dal coperchio.
-Garantite la giusta umidità per mutare, o ne perderete moltissimi nelle prime mute (questo
vale per ogni specie!)
-Nel nebulizzare, fate attenzione a non far cadere sul fondo gocce troppo grandi, che
intrappoleranno le mantidine.
-Non esagerate con le prede: 3 moscerini della frutta ogni 4 giorni, per i primi stadi, sono
ottimi; più prede disturberebbero eventuali insetti in muta!
24-6-2013, le prime morte:
In ogni schiusa che si
rispetti, c'è sempre ahimè
una percentuale di ninfe
che non sopravvive alle
prime mute. Ad oggi, 13
circa sono ancora in vita;
tra queste, alcuni individui
sono passati al secondo
stadio, mentre altri stanno
ancora dispiegando
l'addome, nella tipica forma
a bastoncino, e sono L1.
Sperando di non
pretendere troppo, ci
auguriamo un arresto della
mortalità!
Foto: Popa spurca crassa femmina adulta (Fonte: Mantidi Lovers Italia – Copyright).
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Ilaria Porcu & William Di Pietro
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Consigli pratici per la riproduzione di Humbertiella ceylonica
Backgroung
Acquistai 10 ninfe circa 6 mesi fa. Purtroppo non girava molto materiale sulla stabulazione
di questa bella mantide, e le poche informazioni si trovavano su siti stranieri. Ho già scritto
una scheda di allevamento, che consiglio caldamente di consultare; tuttavia, mi è sembrato
utile fornire un vademecum su quelle che sono le regole fondamentali da rispettare per una
corretta stabulazione/riproduzione. Ma vediamo queste regole:
Trattandosi pur sempre di mantidi, viene alquanto spontaneo provare a tenerle in bicchieri
modificati. Non c’è modo più rapido ed efficiente di ucciderle: sono insetti alquanto paurosi,
che tendono a saltare e scappare a gambe levate per ogni minima sciocchezza… Nello
spazio ristretto di un bicchiere, sbattono e cadono diverse volte, fino a ferirsi a morte. Ecco
quindi che, se non disponete di un terrario, la soluzione migliore è quella di isolarle nelle
scatolette di plastica in cui vendono i grilli. Sul fondo qualche pezzo di bark o un foglietto di
carta assorbente è tutto. Non preoccupatevi assolutamente se, in questi contenitori, non
hanno la giusta altezza per mutare, giacchè, essendo mantidi terricole, la effettueranno a
livello del suolo. Semmai, durante le mute, preoccupatevi di rimuovere tutte le prede, in
modo che non diano fastidio alle mantidi durante questo delicato processo. Due leggere
nebulizzate settimanali sono ottime: vivendo a stretto contatto con la corteccia/bark,
ricevono più umidità di quanto si pensi, e non abbisognano quindi di “piogge monsoniche”.
Per quanto riguarda il carattere, se ben nutrite, non sono aggressive. Per gli adulti, userei
piuttosto la parola approfittatrici. A causa degli innumerevoli errori di stabulazione,
sfarfallarono solo 3 ninfe su 10; fortunatamente si trattava di un maschio e due femmine.
Purtroppo però, l’ultima femmina, mutando, si ferì alle raptatorie, e l’altra già adulta la
mangiò (ecco perché approfittatrici). Stabulai la coppia adulta in un terrarietto di vetro da
15x20x20, con bark sul fondo ed un pezzetto di corteccia di sughero. Come cibo blatte a
profusione. Provai molte volte ad avvicinare il maschio alla femmina, ma quest ultimo si
mostrava alquanto pauroso. La femmina, d’altro canto, lo “Prendeva a pugni” invece di
mangiarlo. Un po’ deluso, un po’ amareggiato dal non poter controllare/dirigere la copula di
questa specie, smisi di seguire i partner, limitandomi a nutrirli e nebulizzarli. Un giorno
trovai la femmina nell’atto di divorare il maschio, ma, li per li, al posto di pensare ad un
eventuale accoppiamento, rimembrai la fine che fece l’altra femmina. Trovai così la prima
ooteca, mezza divorata dalle blatte. Non essendo sicuro dell’avvenuto accoppiamento, e
preso dall’ottimismo, cercai di salvare il salvabile: la misi in un bicchiere da mezzo litro, con
coperchio in tnt e carta assorbente umida sul fondo. Nonostante fosse attaccata per metà
al bark, ammuffì. Succese la stessa cosa alla seconda e alla terza. Credendole sterili,
lasciai le ultime tre nel terrario, in balia delle blatte: nonostante due vennero mangiucchiate
e non schiusero, la terza, in data 20/5/2013 liberò ben 7 ninfe. Queste, alla nascita,
misurano circa un millimetro, sono veloci e saltano dappertutto; insomma, sono impossibili
da catturare in un terrario biotopo; inoltre, iniziano quasi subito a nutrirsi. Le prede più
adatte sono Drosophila melanogaster e Collemboli. Purtroppo, ad oggi, non ne resta
nessuna. Tornando indietro, quindi, eviterei di: spostare le ooteche, usare blatte come cibo
vivo e mi procurerei i collemboli con più anticipo. Ipotizzo infatti che la femmina scelga di
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deporre in punti strategici, dove “sa” che non verranno mai allagate o comunque in punti
con un ricircolo d’aria adatto allo sviluppo delle uova. Spostandole, dovremo ricreare
esattamente la stessa condizione, col rischio di danneggiarle o semplicemente
seccare/soffocare gli embrioni. Quanto alle blatte, abbiamo visto che sono davvero
pericolose per le ooteche. Per questo, consiglio di avviare un piccolo allevamento di
Tisanuri, di cui le Humbertiella vanno davvero molto ghiotte.
Domenica 16 giugno 2013, un successo anticipato?
Nel pomeriggio, durante le normali operazioni di nebulizzazione, scorgo alcune ninfe.
Purtroppo andavo di fretta, e non ho ben compreso se fossero quelle vecchie uscite dai
nascondigli (improbabile), o nuovi nati. Erano in numero di 5-7, e già verso di sera non
trovai più nulla.
Martedì 18 giugno 2013, queste mantidi non smettono mai di stupire!
Abbiamo adibito il ripiano inferiore del nostro scaffale ai bicchieri contenenti tutte quelle
ooteche che, per muffa, freddo, o poca umidità, non hanno schiuso. Tra queste, ci sono
anche le prime 3-4 di Humbertiella ceylonica. Ogni tanto ci butto un occhio, sperando in un
qualche miracolo. Oggi, dall'alto, scorgo casualmente un puntino scuro in un bicchiere;
subito il me pessimista dice: “Sarà un'incrostazione di sporco”; il me ottimista, d'altro canto,
risponde: “Sono nate! Ma quali? Vediamo un
po'...”. Per una volta, il me ottimista aveva
ragione! Circa 25 ninfe di Humbertiella
ceylonica, sono uscite da un'ooteca
abbandonata a se stessa! Più che
abbandonata, oserei dire poco nebulizzata. Per
precauzione, non smetto mai completamente di
nebulizzare le ooteche considerate “morte”, ed
effettivamente faccio bene. Alla luce di questi
fatti, ho imparato una cosa nuova dalle ooteche
di Humbertiella: troppa umidità le uccide, e non
vanno quindi incubate come quelle delle mantidi
convenzionali. L'umidità che le lambisce, deve
infatti poter essere assorbita, o, al limite,
evaporare nel giro di qualche mezz'ora
massimo, pena la comparsa di muffe che le
divorano letteralmente! Deduco quindi che,
lasciate nel bark o nello scottex, l'importante è
garantire una buona aerazione, non inzupparle
costantemente e mantenerle ad almeno 25 gradi. La frequenza perfetta di nebulizzazione,
è di una volta ogni 3-4 giorni a 23-25°C, e, come già detto, evitando di affogarle in mini
pozzanghere! Non preoccupatevi quindi se, nel periodo compreso tra una spruzzata e
l'altra, le vedrete asciutte. La carta o il bark cederanno pian piano l'umidità necessaria.
Ecco dunque cosa abbiamo trovato oggi:
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Contenti di avere
un'ennesima
opportunità con
questa specie,
abbiamo
separato le 22
(25 meno tre
morti o
moribondi) ninfe
in gruppi da 8
circa in tre
scatolette per
grilli, con un
foglio di carta
assorbente
umida sul fondo.
Come si vede
nella foto, in due
delle tre scatole c'è del bark: il pezzetto a sinistra contiene l'ooteca “madre”, mentre quello
centrale l'ultima ooteca, deposta il 10 giugno. Attualmente stiamo nutrendo le ninfe a
collemboli, in attesa che crescano quanto basta per poter predare le Drosophila hydei.
FOTO: Scatoline contenenti ciascuna 8 ninfe circa di Humbertiella ceylonica (Fonte: Mantidi Lovers Italia Copyright)
Martedì 25-6-2013, i primi
morti:
Delle circa 19 ninfe nate, ad
oggi ne restano una decina.
Noto che vanno ghiotte di
collemboli, ed una ha provato
ad assaggiare le Drosophila
hydei. Speriamo si stabilizzino,
e che la mortalità diminuisca al
più presto! Per il momento è
tutto: vi lasciamo con una foto
della madre di tutte queste
ninfe, purtroppo passata a
miglior vita intorno al 20 giugno
2013; vi terremo sicuramente
aggiornati su come evolve la
situazione! FOTO:Due ninfe di
Humbertiella ceylonica (Fonte: Mantidi
Lovers Italia – Copyright).
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Humbertiella ceylonica femmina adulta (Copyright Mantidi Lovers Italia).
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Con l'arrivo della bella stagione, le scampagnate sono all'ordine del giorno. Ricordate
sempre, ovunque andiate, di essere VOI gli ospiti; comportatevi in modo responsabile e
non lasciate i vostri rifiuti in giro... Un sacchetto buttato in mare potrebbe essere ingerito da
una tartaruga, uccidendola. Una bottiglia lasciata sulla spiaggia si degraderà tra moltissimi
anni, e tante insieme possono deturpare un paesaggio mozzafiato. Non gettate l'olio usato
nello scarico del lavandino/water: un litro d'olio rende non più potabili 1000 litri d'acqua
dolce! Non raccogliete la sabbia/ghiaia dalle spiagge naturali. Pensate se tutti si
comportassero come voi, quale sarebbe il risultato? In definitiva, non uccidete flora o fauna
nostrana/europea... Oltre ad essere multabili (vedi Convenzione di Berna), darete prova di
grande inciviltà. Se vi entra qualcosa in casa fatelo uscire VIVO, senza ucciderlo per paure
infondate o semplice ignoranza. Insomma, cercate di lasciare immutate casa vostra e le
meraviglie che andrete a visitare. Che mondo volete lasciare ai vostri figli? Siate
responsabili! Detto questo, abbiamo deciso di scrivere un opuscolo portatile sulle mantidi
nostrane, disponibile GRATUITAMENTE al link sotto, per farvi conoscere e rispettare
meglio le mantidi italiane. I ringraziamenti sono tanti e li trovate nell'opuscolo stesso. E' la
prima edizione, e c'è molto da migliorare. Chiunque volesse contribuire a darci una mano
per renderlo migliore (con foto, informazioni, segnalazioni, etc), scriva pure a
[email protected]
LINK dell'Opuscolo: https://skydrive.live.com/?
cid=E95F142E9F30A989&id=E95F142E9F30A989%21184#!/view.aspx?
cid=E95F142E9F30A989&resid=E95F142E9F30A989%21259&app=WordPdf
Vi auguriamo una Buona Lettura, e Buone Vacanze
Ilaria & William
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