LA VOCE DELL’ANTONIANO ROGAZIONISTA “Io l’amo i miei bambini” Sant’Annibale Maria Di Francia ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI Via Tiziano Minio, 15 - 35134 PADOVA Periodico d’Informazione Religiosa e Culturale ANNO LVII N. 7 - AGOSTO/SETTEMBRE 2007 Contiene inserto redazionale Direttore Responsabile Vito Magno Stampa Litografia “Cristo Re” Morlupo - Roma Poste Italiane S.P.A. Spediz. Abbon. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa Legge 5.8.81 n. 416 Art. 11 Reg. Tribunale di Padova n.793 del 5 dicembre 1983 Con approvazione ecclesiastica Associato USPI Una copia: Euro 0,13 Mezz’agosto, nella notte affacciate l’anima sul cielo UNA DONNA VESTITA DI SOLE S arà perché da bambini facevamo un triduo di preghiere e canti in preparazione alla festa della Madonna Assunta. Sarà per quel digiuno della vigilia e per quella notte di mezz’agosto con l’anima affacciata alle balconate del cielo. Certo è che non c’è frastuono di mezz’agosto che mi impedisca una fuga verso l’alto, dove il Concilio Vaticano II vede e addita ai credenti una grande figura: “Assunta in cielo, Maria brilla come segno di sicura speranza” (Lumen gentium, 68). Quella dell’Assunzione di Maria è la festa mariana più antica e più universale. Non sappiamo se sia stata collocata il 15 agosto in sostituzione delle “ferie augustane” celebrate dai pagani, ma è probabile. Il culto della Vergine Assunta è documentato già sotto l’imperatore d’Oriente Maurizio, che regnò tra il 582 e il 602 d. C. Il Sacramentario di Bobbio, di quell’epoca, chiama questa festività “Dormitio Virginis”, vale a dire la Vergine che s’addormenta nel Cristo Signore e che, come lui, sale al cielo in anima e corpo. Qualche anno fa abbiamo dato spazio, su queste pagine, alle memorie mariane che si visitano a Efeso, sulla costa turca affacciata sul Mare Egeo. Tra l’altro, c’è una chiesina che sarebbe stata la casa della Madre di Gesù. Ci vanno pellegrini sia i cristiani che i musulmani. Il luogo è lontano dai rumori, il silenzio accresce l’impressione e crea un’atmosfera di mistero. Pare di udire ancora la difesa del “privilegio” per il quale la Madre di Dio non conobbe l’onta della morte. Una difesa che si coglie negli scritti, ad esempio, di san Germano, vescovo di Costantinopoli nell’alto medioevo: “La morte non si vanterà di te, o Maria: tu hai portato nel tuo seno la Vita. Tu sei stata mio tabernacolo. Non lo infrangerà la miseria della caduta apportatrice di morte”. Guardiamo Maria che parte dalla terra, ma non si separa dai suoi figli. Le due preghiere alla Madonna più comuni segnalano la nostra condizione di pellegrini. La patria è là, dove la Madre ci ha preceduti. Così suggelliamo la festa dell’Assunta con una rinnovata professione di fede: “Credo la risurrezione dei corpi e la vita del mondo che verrà”. Bartolomeo Della Gatta - Madonna dell’Assunzione (Cortona - Museo Diocesano) FIGLI CHE PARTONO, MADRI CHE ATTENDONO l 27 e 28 agosto festeggiamo una madre e un figlio. Si I chiamano santa Monica e sant’Agostino. Nel calendario cristiano è raro incontrare madre e figlio affiancati. Ma si deve ricordare che Monica e Agostino si legarono anima e corpo in un unico cammino di ricerca di ciò che è vero, bello, onesto. Ciascuno a suo modo, per precisare. I figli partono, in senso materiale e morale, allontanandosi dai sani insegnamenti della famiglia. Ogni figlio è un po’ figliol prodigo e, come per quello della parabola, viene per lui il giorno della solitudine, dello smarrimento. A. Prà Nostalgia di ritorno. Nelle Confessioni, Agostino riporta i giorni della sua giovinezza traviata (siamo verso il 372 nell’attuale Algeria). Un abisso di errori che fanno accapponare la pelle a un peccatore incallito. La buona Monica pregava e piangeva, ma senza frutto: Agostino perseverava “avvolto e travolto da quelle tenebre”, come lui stesso scrive. Un giorno la madre si decise a parlarne al vescovo. Questi ebbe a darle una risposta, che è rimasta emblematica per tutte le madri-coraggio: “Vattene pure tranquilla; il figlio di tante lacrime non può andar perduto” (Confessioni 1. III, C.12). Buone Vacanze lia a Te e alla tua Famig La Comunità Antoniana-Rogazionista 2 La Voce dell’Antoniano Rogazionista E La La famiglia cristiana, dove Dio è di casa e il diavolo sta alla porta ENTRIAMO UN MOMENTO IN QUELLA DI SANT’ANNIBALE cco il bambino Annibale Maria Di Francia. Ricordate la bella pagina del numero scorso? Dal 1848 al 1953 in casa Di Francia si forma la nidiata: quattro birbe di figlioli, teneri e vivaci. Ebbero la fortuna di essere accolti in una famiglia intrisa di profondi affetti e di sincera fede. Non diremo che era una famiglia ideale. Anche perché non crediamo alle famiglie perfette. È certo: papà Francesco era onesto, serio, colto, aperto alla società. Esprimeva le idee politiche, tenendole alla larga dall’anticlericalismo; sentiva la passione per la cultura letteraria, tanto che diresse un giornale. Quale “difetto”, in lui? L’essersi piegato al cenno della morte a 31 anni. Annibalino ne aveva uno e mezzo. Di papà Francesco guarderà un ritratto sulla parete. Il padre veste da Vice Console Pontificio, lo sguardo rivolto a chi guarda. Scomparve presto, ma il Dna di lui, il gusto della poesia discesero “per li rami” nel piccolo Annibale e furono la base di natura su cui la grazia sbozzerà la figura di un uomo colto e santo. La madre? È scontato dire che fu cristiana tutta d’un pezzo. L’atmosfera familiare la crea la donna, e in casa Di Francia fu lei a stabilire un’armonia di sentimenti, di gesti, di comportamenti. Vedova a 23 anni, mamma Anna Toscano superò se stessa, con quattro cuccioli appiccicati alla gonna, il patrimonio da tutelare contro gli assalti di parenti vicini e lontani, che d’un tratto cominciarono a volteggiarle intorno. I beni del marchese Francesco Di Francia facevano gola. I figlioletti non capivano, ma carpivano sul volto della mamma la malinconia. Se potessimo guardare Giovanni, Caterina, Annibale e Francesco, vedremmo le loro fronti infantili sfiorate dall’ombra. Non saranno mai più dei bimbi spensierati. Tuttavia, l’esperienza di “orfanelli” inciderà nelle profondità delle loro anime e farà di essi personalità delicate, capaci di vibrare come corde d’arpa. La buona donna non poteva reggere la situazione, collocò dunque i bambini presso parenti, in attesa di riprenderli appena risolte le questioni di eredità e il pasticciaccio delle carte bollate. Il più sfortunato fu Annibale. Fu consegnato a una vecchia zia, blindata nella sua solitudine. L’anziana portava impresse rughe di tristezza, e l’angusto appartamento rinforzava lo squallore. L’anima del bambino era invece assetata di luce. A sera, al barlume di una lucerna, la zia ruminava vecchie favole. Annibale stringeva nelle manine un giocattolo di pezza, ascoltava di streghe e briganti, ai quali la donna aggiungeva di suo finali tristi e paurose. Non si spegne la gioia di un bimbo. Annibale restò segnato, si porterà dentro una paura invincibile per i luoghi oscuri. Per un fruscio di foglie o di passi nella notte, tremava. Soffrirà nel sonno incubi e vedrà figure minacciose avventarglisi contro. Perciò suggerirà agli educatori di raccontare vicende che regalino sempre un sorriso liberatorio al bambino, specie se orfanello. Nel 1954 il colera si portò via la zia e Annibalino potè tornare in famiglia. Dai tre ai sette anni è il tratto più bello della sua infanzia. La mamma, i fratellini, il contatto con zii e cugini sciolsero in luce le nebbie. Poi venne la scuola. Lui era di intelligenza precoce. La mamma sentì come dovere per lei di capitalizzare doti tanto promettenti per lo studio. Affidò dunque il bambino ai Padri cistercensi, i quali tenevano in Messina un collegio molto noto e apprezzato. Nuovo congedo, nuovo strappo dagli affetti più cari. Passa davanti a noi una piccola tunica bianca, il cappuccetto sul capo, una striscia di stoffa nera sul petto e una cintura ai fianchi. Con questa tenera immagine da monachetto guardiamo l’ultima volta Annibale, per rivederlo a 15 anni di nuovo in famiglia dopo il compimento delle elementari e del corso ginnasiale. ffidiamo a S. Antonio i bambini dei nostri benefattori sparsi in tante aree geografiche del mondo. I bambini sono la parte migliore di noi, il segno che Dio ci vuole ancora bene e sparge vita e gioia per le nostre case. A L.D.C. Per saperne di più: L.D.C., Padre Annibale Di Francia È un’agile biografia popolare, Ed. Messaggero, Padova, 2007. Richiedetela al nostro Istituto o alle librerie cattoliche. La Vita di S. Antonio raccontata dai contemporanei Puntata 26 I I miracoli Prologo • A lode di Dio…, allo scopo di eccitare la devozione dei fedeli, abbiamo pensato utile riportare, in forma succinta ma secondo ineccepibile veridicità, i miracoli che furono letti alla presenza del signore papa Gregorio IX, ascoltandoli tutto il popolo. Rattrappiti • Il giorno in cui il corpo del beatissimo Antonio fu sepolto con onore nella chiesa della santa Madre di Dio Maria, una donna di nome Cunizza, gravemente inferma da un anno, reggendosi con le stampelle, riuscì a trascinarsi fin là. Nella sua spalla essendosi sviluppata una gobba mostruosa, essa era così miseramente curvata, da non potere in alcun modo camminare senza il sostegno delle grucce. Prostrata in orazione per breve tempo dinanzi al sepolcro del beato Antonio, la spalla le si spianò, la gibbosità scomparve, e la donna ormai dritta, lasciate le stampelle, tornò a casa. Nota storica • L’Assidua, da cui riprendiamo i miracoli, fu scritta da anonimo francescano nel 1232, in occasione della canonizzazione del Santo. Il biografo è bene informato dei fatti: confratello di S. Antonio, l’aveva molto probabilmente seguito nelle vicende del ministero. Ciò detto, egli dichiara di voler “eccitare la devozione dei fedeli”, e con questa intenzione apre una lunga sezione della biografia sui fatti straordinari. Questi hanno per luogo privilegiato la “Tomba del Santo”, sistemata nella chiesa di Santa Maria, che diventerà poi l’attuale Basilica del Santo. I miracoli vengono esposti dall’Assidua per quadri clinici. Si comincia con i Rattrappiti (vi sono narrati 19 episodi), per passare ai Paralitici, ai Ciechi e Sordomuti, ai Naufraghi e ad altre categorie. In Famiglia Nella foto: due gemellini, pronipoti di Maria Lombardo/Canada. Li affida a S. Antonio e S. Annibale, “il padre di tutti i bambini del mondo”, scrive la cara bisnonna. Il Signore sorride a tanta fede e sicuramente benedice. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 82 Sc de ri fo tic In ri si G m le nista La Voce dell’Antoniano Rogazionista 3 DOCUMENTO Punti forti per i laici dall’Esortazione Apostolica di Benedetto XVI sull’Eucaristia ANDARE ALL’EUCARISTIA, TRASFORMARE LA VITA Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nel movimento di missione che, prendendo avvio dal cuore stesso di Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini. Pertanto, è parte costitutiva della forma eucaristica dell’esistenza cristiana la tensione missionaria. I 82. Eucaristia e trasformazione morale Scoprendo la bellezza della forma eucaristica dell’esistenza cristiana siamo portati anche a riflettere sulle energie morali che da tale forma vengono attivate a sostegno dell’autentica libertà propria dei figli di Dio. Intendo con ciò riprendere una tematica… riguardo al legame forma eucaristica dell’esistenza e trasformazione morale. Il Papa Giovanni Paolo II aveva affermato che la vita morale “possiede il valore di “culto spirituale”, attinto e alimentato da quella inesauribile sorgente di santità e di glorificazione di Dio che sono i Sacramenti, in specie l’Eucaristia/…/. In definitiva, nel “culto” stesso, nella comunione eucaristica è contenuto l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri. Un’Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata. Questo richiamo…è la felice scoperta del dinamismo dell’amore nel cuore di chi accoglie il dono del Signore, si abbandona a Lui e trova la vera libertà. 84. Eucaristia e missione /…/Noi dobbiamo poter dire ai nostri fratelli con convinzione: “Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1 Gv 1, 3). Veramente non c’è niente di più bello che incontrare e comunicare Cristo a tutti. /…/. Non possiamo accostarci alla 85. Eucaristia e testimonianza Rendere testimonianza con la nostra vita. Lo stupore per il dono che Dio ci ha fatto in Cristo imprime alla nostra esistenza un dinamismo nuovo impegnandoci ad essere testimoni del suo amore. Diventiamo testimoni quando, attraverso le nostre azioni, parole e modo di essere, un Altro appare e si comunica. Si può dire che la testimonianza è il mezzo con cui la verità dell’amore di Dio raggiunge l’uomo nella storia, invitandolo ad accogliere liberamente questa novità radicale. Nella testimonianza Dio si espone, per così dire, al rischio della libertà dell’uomo. Gesù stesso è il testimone fedele e verace, è venuto per rendere testimonianza all verità. In quest’ordine di riflessioni mi preme riprendere un concetto caro ai primi cristiani, ma che colpisce anche noi, cristiani di oggi: la testimonianza fino al dono di se stessi fino al martirio, è stata considerata nella storia della Chiesa il culmine del nuovo culto spirituale/…/. Il cristiano che offre la sua vita nel martirio entra nella piena comunione con la Pasqua di Gesù Cristo e così diviene egli stesso con Lui Eucaristia. Anche quando non ci viene richiesta questa prova suprema, tuttavia il culto gradito a Dio postula intimamente questa disponibilità e trova la sua realizzazione nella lieta e convinta testimonianza, di fronte al mondo, di una vita cristiana coerente negli ambiti dove il Signore ci chiama ad annunciarlo. Benedetto XVI, Sacramentum caritatis 22.02.2007 “PROGETTO CURITIBA” La promettente missione brasiliana ha 30 anni N MISSIONI ROGAZIONISTE ei l Papa l’ha firmata il 22 febbraio, nella commemorazione della Cattedra di San Pietro. Titolo ufficiale in latino: Sacramentum caritatis. In italiano possiamo chiamarla Esortazione sull’Eucaristia. Si collega all’Enciclica Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo II, cioè l’Eucaristia da cui prende forma e vigore la comunità dei credenti. I due documenti possono leggersi integralmente sugli opuscoli tascabili, che si trovano in tutte le librerie cattoliche. Oggi non possiamo parlare per sentito dire. Essere laici significa partecipare alla Chiesa ed entrare nella sua dinamica. Il mondo ci interpella, ci porge domande e dubbi ai quali opponiamo balbettamenti. È un aspetto del nostro smarrimento mentale fra tanti strombazzamenti della società secolarizzata. Qui ci limitiamo a riportare pochi brani dell’Esortazione, che invitano a fare dell’Eucaristia un lievito di trasformazione della vita personale e sociale. Il cristiano che va all’Eucaristia e torna sulle strade senza sentirsi uomo nuovo, è una desolante scimmiottatura della fede. ell’anno in corso i Rogazionisti celebrano 30 anni di presenza nella città di Curitiba, che è una metropoli con parecchi milioni di abitanti sulla costa a sud di San Paolo. Nel 1977 alcuni nostri confratelli assunsero la parrocchia di S. Antonio di Padova nel quartiere Uberaba. In seguito è stato inaugurato il Seminario rogazionista “Giovanni Paolo II”, oggi con un confortante numero di adolescenti che intendono seguire le orme di Sant’Annibale. Una seconda parrocchia assunsero i nostri missionari nel 1993 e di altre attività ancora si son fatti carico man mano che le emergenze di una popolazione molto povera lo richiedevano. La disuguaglianza sociale è la piaga del Brasile, ben nota a tutti. Entrare nei dettagli ci porterebbe lontano. Diciamo che i missionari si distendono su una rete di attività le più varie, conferendo alla loro presenza evangelizzatrice un’ampiezza che prende tutto l’uomo e tutta la sua sofferenza. Se il “Progetto Curitiba” punta a dare un laboratorio ai ragazzi, un ambulatorio alle mamme e ai bambini, una scuola ai ragazzi di strada, un luogo di aggregazione culturale ai giovani, questo significa che lo Stato non arriva e diventa provvidenziale il dono della vita che gli”Operai della messe” fanno di sé. Ricordiamo che da laggiù non ci chiedono poi tanto: 18 mila euro per la chiesina di S. Annibale e i locali annessi; 90 mila euro per il Centro di convivenza sociale, comprensivo di diversi locali. Pensate: vogliono realizzare un forno pubblico, un laboratorio di cucito, struture per attività artigianali… ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 4 La Voce dell’Antoniano Rogazionista La voglia di provocare La famiglia? Imparassimo almeno a stimarla come gli antichi romani, i cosiddetti pagani… Katia Marano, Rivoltella/BS Parli per provocazione? Mica tanto, se pensi alla sacralità della famiglia al tempo dell’antica Roma. All’epoca, i figli venivano spinti al matrimonio e alla procreazione, e i genitori prendevano molto seriamente il loro impegno di educatori della prole. Quelli lì neppure si sognavano di pretendere come diritto la legalizzazione delle unioni gay, dei Pacs e dei Dico sui quali stiamo sprecando fiumi di parole, mentre dovremmo star zitti per la vergogna. Ma, si dice, sono situazioni risolte nei maggiori Paesi europei con apposite leggi! Solo noi italiani siamo onesti, bravi e sapienti? Così si stracciò le vesti in una delle trasmissioni Annozero, marzo 2007, l’imbonitore che tutti conosciamo. Quanto sia ridicolo collocare in cima alla classifica del progresso parlamenti che sanciscono come diritti quelli che sono autentici delitti contro natura, lo lascio giudicare a te, cara Katia, e a ogni persona di coscienza ben educata. Ho letto che nell’Unione Sovietica ci fu un tempo di apertura sulla faccenda dei matrimoni: leggi permissive che però si rivelarono funeste per la società, sicchè quelli che le avevano promulgate si affrettarono ad abrogarle. Tornando alla famiglia romana, è ammirevole l’opera di moralizzazione, voluta con impegno dall’imperatore Augusto, morto il 14 dell’era cristiana. Egli si oppose ai comportamenti licenziosi della sua stessa figlia Giulia e non perdonò al poeta Ovidio di avere istigato la gioventù alla trasgressione sessuale in pubblicazioni come L’arte di amare. Gli insegnamenti del poeta minavano la famiglia ed erano un attentato alla società che su essa si basava. Ovidio scasò da Roma, esiliato nel remoto Mar Nero, nè valsero suppliche e lacrime. Ci rimase e ci morì di crepacuore. E’ penoso metterci a confronto con una civiltà che non ebbe la luce del Vangelo e ritrovarci tuttavia perdenti: né i romani, né Augusto e tantomeno il licenzioso Ovidio conobbero gli insegnamenti di Gesù. Eppure, bastò ascoltare la voce della natura per non degenerare, come si vede oggi, sull’amore, sul ruolo della famiglia, sulla innocenza dei bambini. La nostra civiltà, che si fregia del titolo di post-moderna, in realtà sta compiendo scelte che minano non solo la famiglia ma la humanitas in quanto tale. Ci stiamo disumanizzando. Quando diremo basta? Il buon Dante, quando si poneva di fronte a certe cadute morali, parlava senza mezzi termini di matta bestialità. Proprio dove oggi frange impazzite e parlamenti compiacenti parlano di grandi diritti e di supremi progressi. CARITA’ SENZA CONFINI bambini ESCLUSIVO • una domanda • una domanda • La sapete quella dell’asino... vigliacco? Si racconta che il leone era malato a morte. Il toro seppe la notizia, corse alla tana del moribondo e, per vendicarsi di tante offese ricevute, gli appioppò un paio di cornate furiose. Vennero poi il cinghiale, il cervo, il rinoceronte e tutti gli altri animali. Voi capite bene che ciascuno di essi aveva dei conti aperti col re della foresta. Così ciascuno si sfogò contro il disgraziato. Ultimo arrivò l’asino. Egli si ricordò di un’umiliazione ricevuta un giorno in tribunale, dove come giudice sedeva proprio il leone. Era accaduto, infatti, che la volpe era stata accusata di aver fatto fuori una mezza dozzina di polli e fu assolta. Assoluzione piena anche al lupo, che aveva sbranato due agnelli e messo scompiglio nel gregge. “Va bene -aveva sentenziato il leone- son cose perdonabili, perché animali carnivori come la volpe e il lupo devono pur mangiare qualcuno per sopravvivere…”. Invece, l’asino che era stato accusato di aver acciuffato un morso d’erba sulla siepe fu condannato e bastonato… Ecco perché, ora che il leone era steso sul giaciglio di morte, l’asino salutò il re degli animali con un sonoro raglio per canzonarlo, poi gli voltò la schiena e lasciò partire un calcio da far paura. “Questa è l’offesa peggiore -ruggì il leone- perché c’è il danno e la beffa e perché mi viene da una bestia spregevole”. Non sappiamo come finì. Certo è che da allora in poi si ripete il proverbio “dare il calcio dell’asino”, che significa insultare vigliaccamente chi non si può difendere, mentre quand’era in alto tutti lo rispettavano. Vocabolarietto Appioppò: assestò, cioè gli diede con violenza. Scompiglio: disordine e confusione. Aveva sbranato: aveva fatto a pezzi e mangiato… Tribunale: luogo dove si esercita la giustizia per condannare o assolvere la persona dall’accusa di una colpa. LA CARTOLINA Il Parco Regionale del Matese Tison Mark Oliver • di 14 anni Nato Pasay City - Filippine Mark Oliver Tison è l’unico figlio di Mary Ann. Suo marito, Robert, ha abbandonato la famiglia quando la moglie cadde ammalata. Attualmente la mamma di Mark vive a Pazay City con la nonna materna. La casetta è fatta di materiali recuperati, come pezzi di legno, ferro vecchio e materiali di plasitca. La zona è una delle tante baraccopoli della periferia di Metro Manila. Il ragazzo ha potuto compiere il ciclo delle scuole elementari in maniera avventurosa. Per lui, con la madre ammalatasi intanto di bronchite con complicazioni, il proseguimento degli studi appariva impossibile. Furono i Rogazionisti di Padre Annibale, del St. Anthony’s Boys Village di Silang, a fargli proseguire le scuole. È un ragazzo bravo, sorridente, molto abile in materie scientifiche e in matematica. Sarà in quella direzione la sua specializzazione. Con l’aiuto dei nostri amici e benefattori italiani. Si stende, tra le province di Caserta e Benevento. È un mondo tutto da scoprire, tra borghi (foto: Borgo di Prata Sannita), sentieri e agriturismi. Da nord si prende l’autostrada A1 Mi-Na e si esce a Caianello, seguendo poi le indicazioni; da sud l’uscita della A1 è Caserta Nord, da dove si prosegue per Caiazzo e Alife fino a Piedimonte. Piedimonte (CE) è il paese più grande del Parco e suo accesso naturale. Vi è un Museo Civico, chiese d’epoca e il palazzo ducale dei Gaetani d’Aragona. Interessante è anche Cerreto Sannita (BN), con il Museo della Ceramica, antico artigianato locale. Un diverso approccio al territorio l’offrono i 100 itinerari a piedi tra boschi e paesaggi incantevoli. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 La nista 5 La Voce dell’Antoniano Rogazionista PUNTI E SPUNTI Spazio Aperto Le opinioni dei lettori Sotto l’ombrellone pensieri stravaganti... In questa immensa babele di chiacchiere Il profeta inascoltato T eo anti uomini lasciano credere di essere alfieri di un verbo progressista e fautori di libertà, facendosi banditori di un evoluzionismo genetico relativo alla razza umana, che sarebbe il risultato di una lunga serie di fasi evolutive. In realtà costoro nascondono una mentalità classista e intollerante sotto la maschera di un laicismo anticlericale e massonico. Difatti serti giornali e certe TV sono la prova evidente della “guerra” aperta o nascosta, che si muove contro il Cristianesimo e la Chiesa, quando citano personaggi della gerarchia cattolica e lo stesso Papa soltanto per metterli in cattiva luce o per ripetere notizie scandalistiche poco accertabili. Tanti strumenti di comunicazione sociale gettano continuamente in faccia ai lettori o ai telespettatori le informazioni più strane e inutili, lasciando poco o niente spazio a uomini rappresentativi della Chiesa, con il pretesto che quelli hanno il loro pulpito e gli basta per i loro sermoni domenicali. Tanti laicisti vorrebbero che i cristiani tornassero alle catacombe, per aver campo libero di imbottire le coscienze e manipolarle per loro uso e consumo. Nella loro subdola ipocrisia (non però tanto subdola) ritengono che i massmedia non siano strumenti adatti a trasmettere verità religiose, ma solo fatti mondani, per escludere sempre più il Papa e altri personaggi qualificati del mondo cattolico da ogni intervento nel campo etico e socio-politico. Per quanti hanno la coda di paglia voglio ricordare che nessuno ha retto lo scontro con il personaggio chiamato Cristo: sono caduti imperi e imperatori, dittature e dittatori, ideologie e ideologi farneticanti. Contro di Lui e i suoi seguaci sono stati usati gli strumenti più crudeli, le sevizie più feroci, le accuse più infamanti, la critica più sottile: tutti sono scomparsi nei meandri della storia: Egli rimane. Fin dal suo apparire la perfidia del potere cercò di eliminarlo nella strage degli innocenti: Egli sopravvisse. L’hanno annoverato e confuso tra i filosofi, che sono tutti scomparsi. Sono stati escogitati i metodi più sofisticati per cancellarlo dalla storia, della quale è sorgente e motore. Egli camminava e cammina ancora per le strade del mondo, guarendo e risuscitando i morti. Nella loro cecità gli uomini ricorrono alle fattucchiere e agli stregoni a pagamento: Egli dona gratis la gioia ora e la caparra di una felicità futura. Chi Lo cerca, trova la perla più preziosa: altri godono nel letame degli armenti. Una miriade di uomini e donne, in tutti i tempi, hanno scelto la povertà e hanno scoperto ineffabili ricchezze. Il Cristianesimo nella sua storia ha superato prove ben più critiche delle attuali, ma tanti omuncoli non hanno ancora capito che la Chiesa si batte, pur con mezzi umani e in una realtà terrena, per un regno che non è di questo mondo, ma che deve iniziare in questo mondo. Giovanni Migliore, da Siracusa Schegge ✔ Chi lancia un insulto lo scrive sulla sabbia, ma per chi lo riceve è inciso nel bronzo. Giovanni Guareschi, 1908-1968 ✔ Talvolta la maggioranza significa semplicemente che tutti gli stupidi stanno dalla stessa parte. ✔ Laggiù all’orizzonte sulle acque amare, deserte, naviga certe sere Dio con una sua barchetta; invisibile passerà accanto a te che nuoti disperato e ti toccherà con la sua mano. Guarire con le erbe Le piante amiche del sonno Vino di zagara: fai macerare per una settimana g 40 di fior d’arancio amaro e 4 chiodi di garofano in un litro di vino rosso robusto, aggiungi tre cucchiai di miele e filtra in una bottiglia di vetro scuro. Un bicchierino e poi a letto! Il Signore stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque, mi portò al largo, mi liberò perché mi vuole bene. Bagno sedativo: versa nell’acqua calda del bagno tre cucchiai di estratti glicolici: uno di foglie di asperula odorosa, uno di sommità di passiflora, uno di fiori d’arancio amaro. Rilassati per 20 minuti. Bibbia, Salmo 18 (Fonte: Natural style, luglio 03) Dino Buzzati, 1906-1972 ✔ R iflessioni stravaganti, sotto l’ombrellone nel vuoto della controra, davanti al borbottio del mare. Mi tornava in mente una bellissima pagina del Vangelo: proprio lì, nel luogo sacro alla baldoria collettiva dell’estate. Mi rimbalzavano davanti le quattro condizioni della felicità, proclamate da Gesù. Che coraggio ha mostrato Gesù, quando ha sfidato l’umanità con la sua logica paradossale, così stridente rispetto al comune sentire. Mio Signore, per un momento, non so perché, mi vedevo davanti il centurione romano scendere dal Golgota battendosi il petto e confessando che tu eri il Figlio di Dio. Proprio quando non facevi miracoli, lui ti credeva. Le tue parole erano sublimi, valevano per lui più dell’acqua cambiata in vino, più degli storpi risanati, più di Lazzaro risuscitato. Anche il senzadio Andrè Gide dirà, nel Novecento, che se avesse dovuto credere nella tua divinità, l’avrebbe fatto non per i miracoli, bensì per i sovrumani insegnamenti che hai lasciato all’umanità. Nessun uomo ne sarebbe capace. Tu sei Dio! La sera, col tam-tam della discoteca in sottofondo, aprii il Vangelo, Luca c. 6. Lessi: “Beati voi poveri… Beati voi affamati… Beati voi che piangete… Beati quando vi odieranno…”. Alle quattro promesse di felicità seguono altrettanti ammonimenti: “Guai a voi, ricchi… Guai a voi sazi… Guai a voi che ridete… Guai quando diranno bene di voi…”. In poche parole, Gesù proclama beati gli infelici e infelici i beati. Navighiamo nel gran mare del tempo e dello spazio, ma la dimora è nel futuro, nella dimensione eterna. Esuli, pellegrini, attraversiamo il ponte, solo un pazzo ci si accasa. Occorre raggiungere la sponda solida. L’autosufficienza con cui gli uomini cercano le proprie sicurezze nei mezzi umani e negli agi presenti si rivela fallimentare. O Gesù, chi può obiettare? Tu sei il maestro, il solo che può parlare di felicità. Ci disturbano invece quei quattro guai, condannano le ingannevoli ricchezze, il consumismo indecente, le stranezze di un’esistenza troppo sazia e troppo sicura di sé. C’è in questo un’eccessiva presunzione di poterci salvare anche così. O Gesù, questi guai non ci volevano nel bel mezzo del benessere. Io e quelli della mia generazione abbiamo avuto un’infanzia sbattuta, la guerra e la fame. Ma forse farnetichiamo, come i passeggeri della nave che pretendono di afferrare il timone al capitano. Tu punti a sponde certe, tu ci dici che l’unica carta nautica per la traversata è quella delle Beatitudini. D.C. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 6 La Voce dell’Antoniano Rogazionista ABBIAMO Letto Tagli e ritagli a cura di L. D.C. C’era tutto il male del mondo, e Dio Giulio Bedeschi (Arzignano/ Vicenza 1915 - Verona 1990), medico e scrittore, ha raccontato la sua esperienza durante la ritirata di Russia in Centomila gavette di ghiaccio (1963). Il brano che segue è tratto da un’intervista di Giuseppe Greco, pubblicata su Gente nel 1982. “Per me”, dice Giulio Bedeschi “Dio non è un problema. Comunque, se avevo dei conti da regolare con lui, questi conti li ho saldati una notte di trentasette anni fa, sulla riva ghiacciata del Don, dove pareva che si fosse concentrato tutto il male del mondo. Quella notte, e proprio nelle condizioni più disperanti che si possano immaginare, toccai il vertice di ogni esperienza religiosa, e cioè la rivelazione diretta di Dio: una luce che investì la mia anima, creandole intorno come un cerchio magico in cui tutto il mio essere si rifugiò, isolandosi in un ineffabile sotto di grazia”. “Parli come uno che ha vissuto un’esperienza mistica, di sapore quasi medievale, piuttosto che come un uomo che ha spe- SCIENZA E DINTORNI I Giulio Badeschi rimentato l’inferno della campagna di Russia”. “Ti racconto soltanto la “mia” verità di credente”, risponde Bedeschi. “Io sono nato in una famiglia cattolica, e a differenza di ciò che è capitato purtroppo a Katia Ricciarelli, ho avuto la fortuna di incontrare solo ottimi esecutori della legge di Dio. Perciò non ho avuto i traumi, che hanno portato la bravissima cantante ad allontanarsi dalla nostra religione. L’esperienza del male l’ho fatta anch’io e come. Però ne ho tratto un insegnamento molto diverso…”. Ritaglio da Gente, 1982, intervista a Giulio Bedeschi Donne protagoniste nel futuro del Terzo Mondo Il futuro di tanti Paesi in via di sviluppo è donna. In tali Paesi la donna non è soltanto maggioranza numerica, ma è al centro delle dinamiche che muovono l’economia e la società. Solo che il suo ruolo continua ad essere sottovalutato un po’ dovunque. L’Italia è invece abbastanza sensibile al problema: attraverso la Farnesina, il Ministero degli Esteri ha avviato iniziative di sostegno alle piccole imprese del Sudafrica con programmi di microcredito, mentre un altro progetto è stato messo in cantiere nell’America Latina. Lo scopo è di avviare le donne all’utilizzo di internet e del commercio elettronico. Altri progetti di sviluppo imprenditoriale e artigianale per le donne afghane sono stati patrocinati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Andrea D’Agostino, Avvenire La ragazza afghana che si finse uomo Il caso non va enfatizzato, ma preso semplicemente come indicazione dei diritti negati al mondo femminile. La ragazza afghana è un caso limite, ma anche nei nostri Paesi più avanzati si parla di pari opportunità e si auspica una maggiore attenzione per la donna. Il 22 novembre scorso una ragazza afghana di 21 anni si è sottoposta a un’operazione delicata, presso l’Ospedale clinico di Barcellona. Si è trattato di ricostruirle il viso sfigurato da una bomba e restituirle l’identità femminile. Dieci anni fa, infatti, si era finta uomo per poter lavorare nel suo Paese. L’occasione fu la morte di suo fratello in un’azione di guerra. Ella, che aveva bisogno di occuparsi per vivere, ne profittò adottando l’identità di lui e vestendo come un uomo. Ingannò i telebani, che, come si sa, proibiscono alle donne di lavorare fuori casa. Da nota dell’ Ansa Vacanze e ritorno: ma ora insorgono i disagi dell’insonnia! n vacanza estiva è più facile, cambiando le abitudini, soffrire di un’insonnia di tipo situazionale, in conseguenza della ridotta capacità dell’organismo ad adattarsi a condizioni ambientali modificate. Possono pregiudicare il riposo delle banalità come un cuscino e letto d’albergo poco confortevoli o la permanenza ad alta quota (oltre i 1500 metri). Nel passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale, poi, l’accorciarsi della durata del giorno influisce sulla psiche, così come influisce la ripresa della vita quotidiana dopo le ferie. In tanti si ritrovano svegli a fissare il soffitto, incapaci di addormentarsi, pagando le conseguenze delle serate estive, trascorse a chiacchierare tra amici, a ballare fino a notte fonda. Il ciclo sonno-veglia è stato alterato e il corpo si è abituato al bisogno di dormire di mattina più che durante la notte. Occorre attendere un congruo tempo per recuperare i ritmi abituali e programmare nuovamente le giornate in funzione degli impegni. In poche settimane, tornati dalle vacanze, il problema si risolve. Se i disagi dell’insonnia permangono, con il fenomeno di risvegli precoci e ripetuti durante la notte, essi sono generalmente il sintomo di patologie organiche. Lo psichiatra Claudio Petrella tira in causa diverse alterazioni fisiche, come l’iperfunzione della tiroide, cardiopatie allo stato latente, reflusso gastroesofageo. Ma anche malattie respiratorie, stati depressivi o psico- La si, di cui l’individuo non può avere ancora consapevolezza. I disturbi dell’insonnia hanno in queste patologie le cause più frequenti, il che rende molto opportuna una visita medica specialistica, che consentirà l’elaborazione di un piano terapeutico mirato alla cura della patologia responsabile del modificarsi del ciclo sonno-veglia. Non si deve fare allarmismo, certo. Infatti, è da tener presente che il sonno si modifica con l’età a partire dall’adolescenza, riducendosi molto lentamente in durata e facendo registrare, intorno ai 65 anni, una significativa diminuzione dei tempi necessari all’organismo per riposare. Nella popolazione mondiale, gli insonni rappresentano il venti per cento. Essi tendono a caricare di ansia il momento di mettersi a letto per dormire, e la paura di restar svegli innesca un circolo vizioso in cui è la fissazione sul problema a determinare automaticamente il ripresentarsi dei disturbi. Il professor Petrella asserisce: “La componente ansiosa è un fattore altamente scatenante dell’insonnia ed è un tipico comportamento delle persone sensibili o insicure…”. Le preoccupazioni di lavoro, di famiglia inducono in simili soggetti stress e stati depressivi. Il rimedio per avere un riposo più tranquillo è allora la pratica di tecniche che aiutino l’individuo a rilassarsi e a staccare la spina di collegamento con gli affanni quotidiani. Lasciare alla porta, insomma, il mondo esterno. Ugo Seris ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 U C te e p n L ca Er co p si U In Lu be A n q Fr co in lu nista David Durbano sa Luigi Fedele ILLUMINATE I NOSTRI PASSI Inviateci foto dei bambini e vostre, indicando espressamente che ne volete la pubblicazione. Filippo Benedetti Daniela Parco Stefania Callegari Antonio Onorati Benedici il Signore, anima mia UNA PRECE PER ANDREA Cari Padri rogazionisti, è da tanto tempo che leggo il vostro giornale e seguo la vostra opera di bene. Vi prego di pubblicare la foto di mio nipote Andrea Rotella (foto in L’Angolo…), che è venuto a mancare il 5 ottobre 2006 per un virus. Era un angelo del Signore: lo raccomando alle vostre preghiere e al pio suffragio di tante persone sensibili della fraternità antoniana. I nonni Gagliano Giuseppe e Ivani Prisca, Genova ORA IL BAMBINO HA 6 ANNI Vorrei farmi un viaggio per sciogliere i miei voti sulla tomba di S. Antonio a Padova, ma le forze sono deboli, 79 anni si sentono. Pregate per noi anziani, siamo tanti, tutti da sempre affezionati alla fraternità antoniana che opera molto bene nel mondo. Intanto invio la foto del mio nipotino David Durbano (in Illumina…). Lo deponeste appena neonato ai piedi del Santo, ora è cresciuto, ha 6 anni e lo vedete ben messo in salute e pieno di gioia. Ringrazio S. Antonio e mando un caloroso abbraccio ai bambini antoniani. UNA RICHIESTA URGENTE Invio la foto di mio marito, Fedele Luigi (v. Illumina…), lui non sta bene, ed io, da anni devota di S. Antonio, trovo sempre conforto nella fede e mi sento più serena quando ricevo il giornalino qui in Francia. Pregate per mio marito, con la speranza che la voce degli innocenti porti un po’ di gioia e di luce nella mia vita. IN MEMORIA Mio fratello ha lasciato in me e nei parenti tutti un gran vuoto. Giuseppe Marando (in L’Angolo…), nato a Gioiosa Jonica, è deceduto in Argentina. Addio, caro fratello, riposa in pace. Maria Fedele, Hyèrès/FR Luigi Marando, Gioiosa Jonica/RC Maria Marinelli, Montrèal/CAN UNA RARISSIMA MALATTIA Caro Padre, di nuovo vi scrivo per chiedervi di pregare e far pregare S. Antonio per la guarigione di Stefania Callegari (foto in Illumina… ) , af fetta da una rarissima malattia. Noi siamo una famiglia da tempo immemorabile devota a S. Antonio, affezionata alla vostra opera da ben 47 anni. Noi vi siamo debitori della fede che alimentate in noi, della preghiera che elevate al Signore con cuore puro e ardente amore. Vi chiedo di spedire mensilmente il giornale alla mia nipotina, così comincia ad affezionarsi a S. Antonio e a continuare questa bellissima tradizione di famiglia. Ne avrà conforto e luce nella vita. I nonni Maria e Giuseppe Cantisani/USA PER DIRE GRAZIE Mio figlio si è trovato in una situazione molto delicata. Adolescente di soli 15 anni, frequentando le scuole superiori, è entrato in un Salmo 104 giro di amicizie per nulla rassicuranti ed ha cominciato ad assumere piccole droghe. Quando me ne sono resa conto, ho provato uno smarrimento che si può solo immaginare. Ho chiesto a S. Annibale, che era cuore di tenerezza per i bambini più soli al mondo, un grande coraggio e uno slancio materno sostenuto dalla giusta lucidità mentale che il caso richiedeva. Purtroppo per me, lo confesso piangendo, sono separata da mio marito, e oggi avverto quanto pesa la mancanza della figura paterna su mio figlio. Per farla breve, ho trovato in una professoressa di religione un valido aiuto. È stata lei a dialogare con mio figlio, mentre da parte mia pregavo S. Annibale e facevo del mio meglio. Mi ritengo fortunata, il ragazzo ha superato il brutto momento, nel frattempo è passato in un’altra sezione di scolari e spero che tutto vada per il meglio. Vanda Gela, Agrigento SUFFRAGIO L’ANGOLO DEL ma me al za ma iù roIl zotadi ona tà ater alo a, si ndo eire 7 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Felicita Chiroli Antonino Giaccone Giovanni Rotondi L’eterno riposo dona loro, o Signore! Andrea Rotella Inviateci foto dei defunti, affidandoli al pio suffragio e alla prece della fraternità antoniana. Defunto padre di T. Ventura Giuseppe Marando Salvatore Catalfo Per la legge sulla privacy, pubblichiamo solo foto su richiesta scritta, e non più di una. Scrivete chiaro e incollate bene le buste. Riceviamo & Rispondiamo Come aiutare chi assiste i malati di Alzheimer? C’è in Italia mezzo milione di persone colpite dall’Alzheimer. Il sofferente è al centro di tutte le attenzioni. Però ci si dimentica che c’è anche un esercito di eroi silenziosi: i familiari che accudiscono i propri cari, accumulando dolore e stress. Questo può superare i livelli di guardia e risultare dannoso sia per il paziente sia per chi l’accudisce. Caro Flos, ti chiedo qualche consiglio. Amelia Cerro, Recco/GE Chi assiste un malato di Alzheimer deve curare anche se stesso. Anche per essere in grado di giovare all’infermo. Cara Amelia, non sono uno specialista in materia, però ho sotto gli occhi alcuni consigli, compilati dall’American Alzheimer Association. Li riassumo. Colui che assiste il malato deve riflettere se è giunto a sentimenti di collera verso la persona sofferente, se è scontento del trattamento che i servizi sanitari offrono. Ancora, chi assiste il malato valuti se avverte con dolore eccessivo l’isolamento sociale, l’allontanamento dagli amici e da quelle attività una volta considerate piacevoli. Valuti inoltre se affiora un livello di depressione e di spossatezza che impedisce di portare a termine le faccende quotidiane. Se una o più di queste condizioni ricorrono regolarmente, avverte l’American Alzheimer Association, è importante consultare un medico e imparare, anzitutto, ad avere cura di se stessi. Cara Amelia, tu sai che la situazione di tuo marito non può migliorare, però l’aggravamento della lucidità mentale può essere arrestato. Oggi, per aiutare il malato di Alzheimer, alla terapia farmacologica si associa una riabilitazione di tipo cognitivo e un trattamento fisioterapico. È evidente che bisogna consigliarsi con il fisioterapista. Ma una persona cara, come è una moglie, può sempre avere in riserva un po’ di cuore e di tenerezza come mezzi riabilitativi. La Voce dell’Antoniano Rogazionista a cura di Flos FESTE IN FAMIGLIA Umorismo e preghiera Felice 62° di Matrimonio Ho detto al mio insegnante di italiano che noi cristiani siamo dei musi lunghi. Lui mi ha risposto invece che l’umorismo è cristiano. È vero? M. Intreccialagli, Cassino/FR È vero, a patto che uno sia cristiano verace. Hai mai letto alcune pagine su Padre Pio da Pietrelcina? Ci sono episodi che ti fanno sbellicare dal ridere. Eppure, aveva sul corpo quelle certe piaghe che sai… Sant’Annibale, il fondatore dei Rogazionisti, uomo austero, usciva spesso in battute sfiziose che mettevano allegria nei momenti più difficili. Devo parlarti di San Francesco, il poeta della perfetta letizia? Il cristiano attinge alle sorgenti della gioia, il Risorto. Capito? Leggiti questa preghiera, scritta da San Tommaso Moro, martire delle bizze stupide di Enrico VIII nel Cinquecento: “Signore, dammi una buona digestione e naturalmente qualcosa da digerire. Dammi la salute del corpo, con il buonumore necessario per mantenerla…”. E sì che mantenne l’umorismo: fin sul patibolo, quando si rivolse al boia e gli consigliò come calare il colpo. Incredibile. Italo e Giselda D’Alessio con 62 anni di Matrimonio Nutley - New Jersey (USA) Felice 50° di Matrimonio Maria Luisa Ronda e Virgilio Barozzi nel loro 50° anniversario di matrimonio (Milano) Rocco e Rachelina D’Amario nel loro 50° anniversario di matrimonio (CANADA) Felice 25° di Matrimonio A caccia di vento A caccia di vento nell’inutile sforzo di capire il senso del tutto in questo mondo e sussulti provare d’Amore sulla via, una traccia di Dio che annunci l’aurora or che scende il tramonto e l’orizzonte assottiglia la speranza. Or Tu, Signore, aiutami a pregare perchè la luce illumini il cammino e l’anima respiri la fede. Domenico Milone Margaret e Nick Mangelli nel loro 25° di Matrimonio, con i loro bambini Jonathan e Natasha. AvvisI Potete aiutare i nostri bambini anche con bonifico bancario: di seguito vi comunichiamo le coordinate: BANCA ANTONVENETA COORDINATE BANCARIE EUROPEE (IBAN) COORDINATE BANCARIE NAZIONALI (BBAN) PAESE CHECK CIN ABI CAB CONTO IT 97 U 05040 12193 00000000569L BIC - BANK IDENTIFIER CODE ANTBIT 21203 Quando richiedete la celebrazione di Sante Messe ed esprimete un’eventuale intenzione particolare, vi preghiamo di scriverla nello spazio riservato alla causale del versamento sui c/c postali. IMPORTANTE Preghiamo i benefattori delle Americhe, Canada, Australia ed Europa di inserire nelle buste soltanto assegni bancari o personali, mai banconote anche se l’offerta è piccolissima, esclusivamente intestati a: «Istituto Antoniano dei Rogazionisti o Istituto Antoniano Maschile». Chiudere bene la busta e sigillarla. La Direzione ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI VIA TIZIANO MINIO, 15 • 35134 PADOVA • TEL. 049.60.52.00 • FAX 049.60.50.09 • C/C POSTALE 6361 ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA•• E-mail: TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 www.orfanotrofio.cjb.net [email protected] 07.188 8