“Io l’amo
i miei bambini”
Sant’Annibale Maria Di Francia
LA VOCE
DELL’ANTONIANO ROGAZIONISTA
ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI
Via Tiziano Minio, 15 - 35134 PADOVA
Forse non l’abbiamo capito
Riprendiamoci il Natale
L
MERAVIGLIA DI
asciamo perdere quelli che commercializzano le nostre feste.
Fanno il loro mestiere, perché
non credono e hanno promosso
a idolo il danaro e il ventre. A
noi tocca dare testimonianza e convincere i
lontani a mettersi in cammino verso la Notte
che infiammò il mondo.
Ma, siamo sicuri di aver capito il Natale? C’è
un indizio: la capacità di meravigliarci di
fronte al Bambino deposto nella grotta, alla
Madre china su di lui, a Giuseppe pensoso
nell’ombra.
“Il Verbo di Dio si fece uomo e abitò tra noi”,
proclama Giovanni. Il quale inquadra gli uomini e ne vede l’indifferenza, l’ incapacità di
rendersi conto della meraviglia operata dal Signore. Quel Bambino è la luce, ma che gli uomini preferiscono annegare nelle tenebre.
Nel racconto della nascita di Gesù rimbalza
il verbo apparire, riferito alla gioiosa epifania della Notte santa. La liturgia del Natale
ripete quel verbo, perché la nostra mente svagata si scuota, perché gli occhi sedotti dal
cenone e dalle mille lucenti distrazioni vengano costretti alla meraviglia. Apparve la grazia del Salvatore, apparvero gli angeli ai
pastori, apparve una stella nella Notte…
Il Natale è l’apparizione più straordinaria.
Molte volte e in molti modi Dio si manifestò,
apparve ai profeti nei momenti cruciali della
M
Pinturicchio • Adorazione - Roma S. Maria del Popolo
storia: uomini santi, che si fecero mediatori
del disegno divino di salvezza presso il popo-
Ma non posso crederci,
diceva lui
ese di ottobre, una pensione di
Abano. Acciaccati da reumi e
contorni, ci lasciamo rimodellare
la schiena con sostanziose spalmate di
fango. Un signore mi tiene sott’occhio.
Cosa vuole? Mi punta con insistenza.
Capisco che vuole parlarmi. Non del più e del meno, ma di
un suo problema. Dialoghiamo. Lui si dichiara agnositco,
più o meno un senza Dio. Senza Dio, e come fai a vivere?
Quello mi spalanca due occhi lucenti: emozione o che
altro? Non vive tranquillo. Eppure, a dispetto delle sue stesse parole in contrario, sembra aperto al mistero. Il dialogo
si fa lungo e intrigante. Il punto più delicato è quando lui
mi dice bello e rotondo: “Ma questa storia del Figlio di Dio
Periodico d’Informazione
Religiosa e Culturale
ANNO LVIII
N. 1 - GENNAIO 2008
Contiene inserto redazionale
Direttore Responsabile Vito Magno
Stampa Litografia “Cristo Re”
Morlupo - Roma
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del 5 dicembre 1983
Con approvazione ecclesiastica
Associato USPI
Una copia: Euro 0,13
DIO
lo eletto. Nell’Incarnazione, di cui il Natale è
il momento conclusivo, apparve il Salvatore.
Al Bambino che giace povero rispondono gli
umili e i semplici, per vedere la sua gloria
(Natale, Messa della Vigilia) e adorarlo Dio
tra noi, Emanuele.
Per conoscere e riconoscere Gesù è necessario lo sguardo lungo della fede, unito alla
consapevolezza che non c’è in nessun altro
salvezza e, infine, che di quella salvezza tutti
abbiamo bisogno. Egli è il termine di una
lunga storia, che affonda nei millenni e ha l’inizio nella promessa di Dio ai progenitori
infedeli nell’Eden. Quel Bambino è il termine
della storia personale di ciascun uomo, di
tutti gli uomini che si sentono poveri di Dio
e di conseguenza incapaci di prendere l’anima nelle mani e lanciarla nel cammino della
speranza.
Infine, quel Bambino parla. Già parla? Certo.
Parla di tante cose, tutte nostre, tutte convergenti al nostro bene e alla nostra felicità. Ci
parla dell’amore di Dio, del disegno della
Santissima Trinità di ricapitolare tutto il
cosmo nel Figlio divino. Avvicinandoci a Lui,
dunque, abbiamo tutto da guadagnare mentre
tenendoci lontani con sussiego abbiamo tutto
da perdere.
Amici lettori, era tanto tempo che volevo dire
a me e a voi queste cose. Io sono innamorato
di Gesù. E voi pure! Non è così?
che scende nel mondo non me la date a
bere”. Dice proprio “a bere”. Sorrido, ho
età e sono vaccinato. Mi rendo conto di
trovarmi davanti a uno che cerca quel Dio
che a parole si ingegna a tenere alla larga.
Non ricordo con quale espressione risposi. Forse una citazione di Andrè Gide, noto romanziere ateo
del primo Novecento. “Ah, lo conosco – mi fa – un mio
vecchio idolo”. Gli recito Gide: “Se dovessi credere nella
divinità di Gesù, non lo farei per i miracoli che ha operato,
ma per gli altissimi insegnamenti che ha lasciato al mondo”.
Ce ne saliamo in camera che è l’una di notte. Il giorno dopo
l’uomo torna. “Questa notte quel Gide sembrava frugarmi
dentro”. Un ateo per maestro di fede? È possibile.
2
La Voce dell’Antoniano Rogazionista
Non Napoli, ma Padova
S. ANNIBALE E LA NATIVITÀ-PRESEPIO DI GIOTTO
NELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
A
nnibale Maria Di Francia ebbe
dimestichezza sia con Napoli (sua madre veniva da lì)
sia con Padova, la sua città elettiva per via di
Sant’Antonio, patrono delle sue
Opere.
Nelle dimore napoletane, passò
spesso per via S. Gregorio
Armeno, la vetrina dei presepi,
e vide, nel Museo di San Martino, il Presepe Cuciniello, il
più celebre tra quelli del Settecento.
E, quanto a Padova, come non
pensare il nostro Santo, innamorato del Bambino, davanti
alla Natività di Giotto, nella
Cappella degli Scrovegni? Ci
passava ogni volta, scendendo
alla stazione ferroviaria e percorrendo un chilometro, sul percorso
che lo portava alla Basilica del Santo,
dove andava a inginocchiarsi per impetrare grazie per i benefattori e pane per gli
orfanelli di Messina.
Uno come lui, colto e sensibile, avrà almeno qualche volta soddisfatto il desiderio di
porsi davanti alla Natività più alta della pittura europea agli inizi dell’epoca moderna.
Entriamo idealmente con lui, andiamo a
guardare.
Giotto dipinse il ciclo degli Scrovegni agli
inizi del Trecento. Intorno alle pareti dell’unica navata, ad altezza d’uomo, si srotola la
vita di Maria e quella di Gesù. La Natività
attira subito il nostro sguardo. Nell’ideare il
dipinto, Giotto ebbe presente un testo di
San Bonaventura, le cosiddette Meditationes o Meditazioni. Era una sorta di prontuario devozionale, ispiratore della riflessione sui misteri della vita di Cristo e della
Vergine.
Le Meditazioni suggerivano di contemplare
la Natività, e dunque il Presepe, attraverso
D
Giotto - Padova • Cappella degli Scrovegni
La nascita di Gesù e l’annuncio ai pastori.
tre scene successive: l’annuncio degli angeli,
l’adorazione di Maria, l’arrivo dei pastori.
Questa scenografia modulare era una traduzione immediata del mistero per la gente illetterata. La pittura di Giotto si offriva a una
facile lettura, era un “visibile parlare”, una
sorta di “Bibbia dei poveri”.
Lo schema della Natività-Presepio, suggerito
dalle Meditazioni, si ritrova nelle laudi o
canti sacri popolari del Duecento. Ecco come
una lauda umbra cantava, allora, l’evento:
“Pastore, voi che vegghiate – sopra la gregge en questa regione, – i vostri occhi levate,
– che l’agnolo so’ de l’eternale magione; –
ambasceria ve fone – e a voi evangelizzo el
a Harper Woods-Michigan/USA
Mrs. Genevieve Capaldi
ci invita idealmente a questa
festa…tricolore tutta italiana.
La Genevieve è di Cassino (FR), a 18 anni,
nel 1936, partì per l’America,
portandosi dentro la fede, l’amore
e un pezzetto della sua terra.
Per ricordarla ha formato il gruppo
folckloristico delle Campagnole di Cassino
Vestono alla ciociara, ma con i colori
della Patria: il bianco, il rosso e il verde.
A pagina 4 dedichiamo loro e a tanti
italiani lontani una foto
di Montecassino con preghiera
a San Benedetto.
gaudio fino, – che nato è il Gesuino – figliol
de Dio per noi salvare mandato” (Galli G.,
Laude inedite dei disciplinati umbri…,
BG 1910).
Un’aria di famiglia caratterizza sia la
lauda sia il dipinto di Giotto. Vi si
ritrovano i gesti dell’amore materno e l’innocenza del Bimbo, la
malinconia di quel riparo solitario, che vorrebbe raffigurare la
grotta. E c’è, nei pochi personaggi delle tre scene, il legame
delle amicizie della povera
gente. Giotto ha conosciuto il
presepio nella vita quotidiana,
molto prima di confrontarsi
con il tema sacro, e l’ha reso
come momento spirituale dell’intimità casalinga. La Sacra
Famiglia è un gruppo di tre poverelli, colti dal freddo e dal buio
della notte. Solo lo sguardo intenso
della Madre augusta (la Madre di Dio
che celebriamo ad ogni apertura dell’anno) rivolta al Figlio eleva a dignità
più che umana l’evento. I pastori erano
poveri, ma mai avevano visto una povertà
come quella. Nulla potendo offrire, essi si
tolgono i mantelli e li porgono alla Vergine.
Questo particolare, tuttavia, è presente nella
Natività giottesca di Assisi (Basilica Inferiore). Una lauda spiega: “Toglie (=prendi)
nostri mantegli – e non te fare schifa, o
Matre santa; – vestire de poverelli – che
stanno en selva con la grege tanta; – el tuo
Figlio amanta, – che non s’alida la sua
carne pura…” ( Galli, Ivi).
S. Annibale scrisse alcune pagine spirituali
tra le sue più intense, contemplando il Presepio. Inseguì l’ideale dell’innocenza e della
semplicità, e gli fu modello il Bambin Gesù,
la sua Madre santa, “umile ed alta”, Giuseppe il giusto che, anche nell’oscurità del
mistero, scruta lontano e con fede s’abbandona in Dio.
In Famiglia
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La Voce dell’Antoniano Rogazionista
3
DOCUMENTO
FINCHÈ SIAMO VIVI RESTIAMO PERSONE
Un dibattito che le scelte audaci della scienza ogni tanto rilanciano
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L
a Chiesa risponde che mai è lecito interrompere nutrimento e
idratazione del malato in stato
vegetativo. Diversi documenti
del Magistero, a partire da papa
Pio XII (1939-1958), spiegano che verso
malati e morenti c’è sempre l’obbligo morale
di mettere in atto le cure necessarie per conservare salute e vita. Giovanni Paolo II, in un
intervento del 2004, ribadì che anche nello
stato vegetativo non mutano il valore intrinseco e la personale dignità di ogni essere
umano.
In seguito all’intervento di Giovanni Paolo II,
la Conferenza episcopale statunitense rivolse
alcune domande circa l’alimentazione e l’idratazione artificale, sembrando che potessero omettersi senza obbligo di coscienza.
Il 15 settembre scorso è stato pubblicato il
testo della Congregazione per la dottrina
della fede: “Risposte a quesiti della Conferenza episcopale statunitense circa l’alimentazione e l’idratazione artificiale”.
Primo quesito
È moralmente obbligatoria la somministrazione di cibo e acqua (per vie naturali oppure artificiali) al paziente in “stato
vegetativo…?”
Risposta
Sì. La somministrazione di cibo e
acqua, anche per vie artificiali, è in linea di
principio un mezzo ordinario e proporzionato
di conservazione della vita. Essa è quindi
obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità pro-
comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali.
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, nel
corso dell’Udienza concessa al sottoscritto
cardinale, ha approvato le presenti Risposte,
decise nella Sessione ordinaria di questa Congregazione per la dottrina della fede, e ne ha
ordinato la pubblicazione.
William cardinale Levada, prefetto
Angelo Amato, S.D.B., segretario
pria, che consiste nel procurare l’idratazione e
il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all’inanizione e alla disidratazione.
Secondo quesito
Se il nutrimento e l’idratazione vengono forniti per vie artificiali a un paziente in
“stato vegetativo permanente”, possono essere interrotti quando medici competenti giudicano con certezza morale che il paziente non
recupererà mai la coscienza?
Risposta
No. Un paziente in “stato vegetativo
permanente” è una persona, con la sua dignità
umana fondamentale, alla quale sono perciò
dovute le cure ordinarie e proporzionate, che
DA SAPERE
Coma • Stato di assenza della coscienza, dovuto a un danno di varia natura subìto dalla corteccia cerebrale. Il paziente è totalmente incapace di relazioni con l’ambiente, con gli occhi
chiusi. Può evolvere verso tre condizioni: la
piena ripresa, lo stato vegetativo, la morte.
Stato vegetativo • Stato simile al precedente,
ma caratterizzato precisamente dalla’apertua
degli occhi, che sono il segnale di un alternarsi
di sonno e veglia. Il paziente respira e ha un
battito cardiaco spontaneo. La prognosi è indefinita, ma anche in caso di ripresa della
coscienza restano postumi più o meno gravi.
Morte cerebrale • Totale assenza di ogni attività cerebrale, segnalata da encefalogramma
piatto, da assenza di respiro e di battito cardiaco autonomi, per i quali è indispensabile l’ausilio di macchine per ventilazione assistita e
circolazione sanguigna. La ripresa del soggetto non è più possibile perché il cervello è
totalmente distrutto in tutte le sue parti: encefalo, corteccia e tronco.
L’Epifania “Giornata dei bambini delle missioni rogazioniste”
IL “PROGETTO SIDEIA”
IN FASE DI ARRIVO
MISSIONI
ROGAZIONISTE
liol
G.,
…,
IL “PROGETTO CURITIBA”:
POSSIAMO FARCELA...
icorderete che lagR
giù, nello Stato di
Papua Nuova Guinea,
ell’anno 2007 è stato al
N
centro della solidarietà
antoniana il “Progetto Curiti-
sull’isola di Sideia,
c’erano oltre 50 ragazzi poveri della zona e
delle isole vicine privi
di scuola. La missione
rogazionista lanciò un appello e noi, insieme
ad altri centri rogazionisti italiani, lo raccogliemmo. Spesa occorrente per costruire la
scuola e gli ambienti per i ragazzi: euro
76.000,00. Per la Giornata Missionaria
Rogazionista, il 6 gennaio, si sono raccolti
euro 30.163,72. Di questi, 2.800,00 da coloro
che frequentano il nostsro Istituto e un’altra
somma da amici e benefattori. A tutti diciamo grazie. Buon lavoro ai Missionari che
con amore lavorano a Sideia.
ba”, così denominato dalla
metropoli sud-brasliana con tre
milioni di abitanti e molta
povertà. Da trent’anni, i Rogazionisti svolgono il ministero in una favela o baraccopoli della periferia. Ora si stanno attivando per realizzare i locali annessi alla chiesa di Sant’Annibale: sale di
riunione, di catechismo, di gioco per i bambini. Un
impegno più coraggioso è la costruzione di un Centro
sociale, che sarà laboratorio di formazione al lavoro per
gli adolescenti della zona, diversamente abbandonati per
le strade. Costo dei locali annessi alla chiesa: euro
18.000,00. Costo del Centro sociale: euro 96.000,00.
Non possiamo ancora quantificare la vostra risposta,
cari amici e benefattori. Siamo a metà strada, sicuri di
farcela.
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4
La Voce dell’Antoniano Rogazionista
Magia e Talismani
Prego, ho fede e mi rivolgo a Dio spesso. Solo per mettere il
naso nel mio futuro e avere fortuna consulto alcune volte
maghi e porto talismani. Che male c’è?
Simona, Recco/GE
Le tue parole, cara Simona, dicono con
chiarezza che metti insieme fede e magia
senza avere alcuna intenzione di tradire il
tuo rapporto con Dio. Ma, sei in errore.
Il comandamento, Non avrai altro Dio fuori
che me, pone Dio quale signore assoluto
delle creature. Da lui scende ogni dono di
natura e di grazia, con lui abbiamo un legame unico e singolare.
Un abisso divide la fede dalle pratiche
magiche. Tu siedi davanti alla sfera di cristallo, resti incantata tra luci e abbigliamenti
studiati ad arte per creare un’atmosfera di mistero. Quale mistero?
La magia non ha alcun fondamento scientifico, anche se si tramanda
dalle oscure epoche della preistoria. La tendenza a interrogare gli
astri, a leggere il futuro sbirciando le interiora degli uccelli o la direzione del loro volo, nacque quando l’uomo primitivo non conosceva
la natura e, esposto com’era a molti pericoli, immaginò di poter captare la simpatia delle cose attraverso riti magici. Di quelle credenze e
di quelle pratiche sono giunte a noi favole, racconti, testimonianze.
La natura segue il suo corso. È da ingenui volerla piegare con una
sfera di cristiallo e formule. Non insisto, semmai cito un brano dall’autorevole Catechismo della Chiesa Cattolica, dal momento che sei
cristiana e dici di non voler tradire la tua fede:
“Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il
giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia
nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo (n. 2115). Tutte le
forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che svelino l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia/…/ sono in contraddizione con l’onore e il rispetto che
dobbiamo a Dio solo” (n. 2116).
Il Catechismo ha poi parole ancor più severe contro la magia e la
stregoneria: queste, poiché pretendono “di sottomettere le potenze
occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo sono gravemente contrarie alla virtù della religione” (n. 2117).
Allora? La magia è superstizione e la superstizione è la deviazione
del sentimento religioso. Pensaci, Simona.
CARITA’ SENZA CONFINI
Reyes Ryan • di 18 anni
Nato a Brgy Santol
Silang (Filippine)
Ryan è il quinto dei nove figli avuti da
Simona e Rodolfo Reyes. Il padre lavora saltuariamente presso una coltivazione di caffè, abbastanza lontano
dalla famiglia. Il carico dei nove figli
ha pesato tutto sulla madre, ma la
famiglia era unita, i più grandicelli in
casa aiutavano i più piccoli e tutti
tiravano avanti così. Finire le scuole
elementari è stato, per Ryan, un’impresa. Racconta che soleva
andare a scuola a piedi e senza aver preso nulla per colazione. Si
arrangiava: un morso qua, uno là dai compagni e, dopo le lezioni,
qualcosa per le strade facendo il lavavetri ai semafori. La sua
entrata nel St. Anthony’s Boys Village dei Rogazionisti, a Silang, è
stata provvidenziale. Ci è arrivato tardi, e per questo alla sua età è
ancora ai primi anni delle Scuole Superiori. Ma ce la farà lo stesso.
Il diploma in meccanica sarà l’arma buona per vincere la sua battaglia. Aiutiamolo, amici!
bambini
ESCLUSIVO
• una domanda • una domanda •
La
Oh, che meraviglia,
maestra...
La signorina Veronica era la prima
volta che insegnava nelle elementari. Aveva una bella voce e sapeva
tenere interessati i bambini. La
guardavano assorti, coi nasini in
su, mentre spiegava.
Un giorno, nel libro di lettura c’era
descritta l’origine del mondo. Ma
le parole erano scientifiche, i piccoli apparivano disorientati.
“Signorina, che barba…, non capisco niente!”.
Parlava un bimbetto tanto piccolo,
che appena si vedeva la testolina
spuntare dal banco.
La maestra sorrise, dentro di sé diede ragione all’alunno. Anche per
lei non era facile immaginarsi come comparvero i cieli, la terra, i
mari, fino all’ultimo fiorellino sul campo.
Ebbe allora un’intuizione e disse.
“Seguitemi alla lavagna…”.
I piccoli sgranarono gli occhi sulla lavagna e videro…
Videro la mano della maestra disegnare sulla lavagna vuota un disco
luminoso con tanti raggi.
“Quello è il sole!”. A dirlo fu proprio il piccoletto che appena spuntava dal banco.
“Bravo! Il sole non c’era, e ora eccolo lì!”.
Poi Veronica fece apparire l’uno dietro l’altro la luna, le stelle, la
terra, il mare, i fiori.
“Bambini, sulla lavagna non c’era nulla e ora c’è il mondo…”
“Oh, che meraviglia…”.
“Sono le meraviglie del Signore. La mia mano ha disegnato sulla
lavagna, ma solo Dio ha potuto creare tutte le cose. Quello che Dio
vuole, subito appare…”.
I bambini capirono e, insieme alla maestra, intonarono un canto al
Signore che ha creato i cieli e la terra. Fu anche una bella lezione di
ecologia, non vi pare?
Vocabolarietto
Assorti : attenti, come fuori di sé per la meraviglia.
Sgranarono: spalancarono gli occhi.
Ecologia: è lo studio dell’uomo nel suo ambiente; insegna a rispettare la natura e gli animali.
LA CARTOLINA
Montecassino
veduta generale
A San Benedetto
O Glorioso patriarca san
Benedetto, o padre di tanti
popoli, legislatore di tante
genti, guarda dai cieli con
occhio benigno tutta la civiltà cristiana, che per tanti
titoli ti appartiene. Benedici
ancora l’Europa, di cui
Paolo VI ti ha proclamato
Patrono, quest’Europa che tanto ti deve e che oggi così poco ti
ascolta e ti segue. Benedici i figli che dall’Italia tua patria e dagli
altri Paesi del Vecchio Continente hanno attraversato gli oceani col
cuore in preghiera e le mani decise alla fatica e al sacrificio. Fa’ che
in ogni parte del mondo portino semi di fede e messaggi di pace.
Dalla preghiera e dal lavoro, che tu insegnasti nella tua epoca devastata dalle guerre, possano nascere vantaggi materiali e spirituali per
tutti. Su noi, sulle nostre famiglie, sulla Chiesa stendi la tua mano
benedicente. Amen. (Questa e altre preghiere sono nel libretto stampato a Montecassino: Preghiere ai santi Benedetto e Scolastica).
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La Voce dell’Antoniano Rogazionista
Spazio Aperto
PUNTI E SPUNTI
Le opinioni dei lettori
Grazie, Victor Hugo!
È la notizia-shock 2007
Certe volte, nei libri di
scuola, i personaggi del
passato vengono resi un
po’ appiattiti e troppo etichettati. Senonchè, in
ogni uomo ci sono le sfumature, c’è la sensibilità,
e quella di Victor Hugo
(nato nel 1802, morto a
Parigi nel 1885) era
romantica, aperta al
mistero dell’universo.
Basta pensare al romanzo
I miserabili (1862), universalmente noto, segnato da
forti venature di fede. Una coscienza dunque religiosa,
anche se non organicamente allineata alla Rivelazione.
Sia come sia, godiamo insieme la commovente preghiera che segue, vero inno alla fiducia in Dio.
Non c’è dubbio:
C’
è del marcio nei Paesi anglosassoni. Da quelle parti venne la
pecora Dolly, da lì l’idea orribile di un
partito politico dei pedofili, da lì altre
novità che ci
fanno accapponare la pelle.
Il 6 settembre
scorso, appariva al
Tg2 delle ore 13
monsignor Elio
Sgreccia, Presidente della Commissione Pontificia di Bioetica. Le
sue parole crucciate erano rafforzate dal cerchio di due
occhi che ti entravano dentro come
laser. Disse: “Siamo a una delle peggiori
aberrazioni, un colpo mortale alla nostra
umanità. L’esperimento sugli embrionichimera è un attentato all’uomo”.
Capimmo confusamente. Era la notizia-shock dell’anno, al di là della
nostra immaginazione. Tra giornali e
televisione, entrammo poi nelle segrete
cose: si trattava della creazione di
embrioni interspecie, di embrioni un
po’ umani, un po’ animali. Embrioni
ibridi, insomma, anche se l’espressione
non rende l’ horror dell’operazione
effettuata in Inghilterra.
Non c’è, da quelle parti, qualcuno che
vigila e mette un freno alle fantasie
spericolate degli scienziati? C’è, si
chiama Hfea, cioè Autority per la fertilizzazione umana e l’embriologia. Purtroppo, l’Hfea ha dato il via libera alla
tta-
sperimentazione. Non lo doveva fare,
non lo poteva fare. Figuratevi: non era
chiaro se dava il consenso alla produzione di un embrione definibile umano
o a un embrione
definibile animale. Quale leggerezza! Gli scienziati spiegavano,
a propria difesa,
dicendo che solo
allo 0,1 per cento
entrava l’elemento animale, il 99,9
per cento era
umano, carne
nostra. Irritata la reazione degli onesti,
in Italia e nel mondo. Ironizzava Eugenia Roccella: “ Forse in Gran Bretagna,
per definirsi uomini basta che sia
umana la maggior parte del patrimonio
genetico dell’embrione, come fosse un
pacchetto azionario di cui si detiene il
51 per cento?”.
La coscienza si ribella. Ma, mentre a
noi vengono i brividi, agli sperimentatori provengono grossi interessi. Nel
mondo anglosassone dicono business is
business: gli affari sono affari! Le promesse di guarire l’Alzheimer e altre
malattie sono lo specchietto per le allodole. Persone bene informate dicono
che gli embrioni-chimera immetterebbero virus di origine animale nell’embrione umano e scatenerebbero imprevedibili malattie. Il condizionale non è
d’obbligo, lo usiamo per cautela.
Marino Valdipiana, Varese
Vengo a Te
Io vengo a Te, Signore,
professando che tu sei
buono, misericordioso, indulgente e dolce,
o Dio vivente!
Io so che tu solo sai ciò che fai,
e che l’uomo non è che un giunco
in balia del vento:
io dico che il sepolcro che si chiude sui morti
apre il Cielo;
e ciò che noi quaggiù crediamo la fine
non è che l’inizio…
Io professo in ginocchio che tu solo,
Padre celeste,
possiedi l’infinito, la realtà, l’assoluto;
io professo che tu sei buono, che tu sei giusto
che il mio cuore ha sanguinato
perché Dio l’ha voluto.
Victor Hugo (1802 - 1885)
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( a cura di P.Gio)
BENEDETTO XVI, Gesú di Nazaret (pp. 21-27)
I
l capitolo 18 del Deuteronomio che bolla come abominio agli
occhi di Dio tutte le pratiche per impadronirsi del futuro, oppone
alla divinazione l’altra strada di Israele – la via della fede – e lo fa
sotto forma di promessa: Il Signore tuo Dio, susciterà per te, in mezzo
a te […] un profeta pari a me: a lui darete ascolto (Dt 18,15).
Per il momento la promessa sembra soltanto l’annuncio dell’istituzione del profetismo in Israele e si ha l’impressione che al profeta venga
affidata l’interpretazione del presente e del futuro.
La conclusione del Libro del Deuteronomio torna ancora una volta
sulla promessa imprimendole una svolta sorprendente che va molto
oltre l’istituzione del profetismo e in questo modo dà anche il vero
senso alla figura del profeta. Vi si dice: Non è più sorto in Israele un
profeta come Mosè – lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia
(34,10). E allora diventa chiaro che quelle parole non erano riferite
semplicemente all’istituzione della casta dei profeti che, del resto, già
esisteva, ma a un’altra cosa di portata molto superiore: era l’annuncio
di un nuovo Mosè.
Ciò che distingueva Mosè era l’aver comunicato con il Signore faccia
a faccia. Il punto decisivo è che aveva parlato con Dio come con un
amico: solo da lì poteva venire la Legge che doveva indicare a Israele
la strada attraverso la storia. E ora appare evidente che il profeta non è
la variante ebraica dell’indovino, come effettivamente venne da molti
considerato Il suo significato è completamente diverso: non ha lo
scopo di comunicare gli avvenimenti di
domani o di dopodomani e così mettersi al servizio della curiosità o del bisogno di sicurezza degli uomini. Egli ci
mostra il volto di Dio e in questo
modo ci indica la strada che dobbiamo
prendere.
La vera caratteristica del profeta sarà
che parlerà con Dio faccia a faccia,
come un amico tratta con l’amico. Il
suo tratto distintivo sarà l’accesso
immediato a Dio, così da poter
comunicare la volontà e la parola di
Dio di prima mano, senza falsificazioni.
In Gesù si è compiuta la promessa del nuovo profeta. In Lui si è
realizzato pienamente quanto in Mosè era solo imperfetto: Egli vive al
cospetto di Dio, non solo come amico ma come figlio; vive in profonda unità con il Padre. L’insegnamento di Gesù non proviene da un
apprendimento umano, qualunque possa essere. Viene dall’immediato
contatto con il Padre, dal dialogo faccia a faccia, dalla visione di Colui
che è nel seno del Padre. È la parola del Figlio.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno
del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1, 18).
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La Voce dell’Antoniano Rogazionista
ABBIAMO
Letto
Tagli e ritagli a cura di L. D. C.
Dare un senso al lavoro
È incompleto ricordare che il lavoro è sudore. Bisogna ricordare contemporaneamente che il lavoro è
bello perché il lavoro è creare, dà gioia perché dà la
dignità di partecipare all’opera della creazione. Dio
ha dato agli uomini la libertà perché costruissero e
completassero la sua opera, a sua immagine; il lavorare è questa gioia mescolata al sudore della fatica.
E poi c’è un’altra cosa molto bella: si parla di globalizzazione e di sostenibilità dello sviluppo; due slogan, due parole che esprimono aspetti importanti
dell’affrontare il problema del lavoro e della società
oggi. Da un lato l’idea che la terra è una, è un globo,
Un tesoro semplice da riscoprire
L’origine del Rosario è di epoca
medievale, anche se l’uso della
corona-conta preghiere ha le sue
origini in epoca molto più antica,
all’Alto Medioevo, V-VII sec. d. C.,
ovvero agli anacoreti orientali; in occidente la prima diffusione è dovuta a S. Beda
il Venerabile (673-735 d. C.), che lo consigliava specie in soccorso dei fratelli che non conoscendo il latino, sostituivano la recita dei 150
salmi con quella dei 150 “Paternostri”, divisi in
tre cinquantine, per i tre momenti della giornata.
La storiografia cristiana, attuale, lo inquadra
nel seno dello spirito cavalleresco, ovvero ne
identifica la nascita in Terrasanta al tempo dell
Crociate (XI-XIII sec. d. C.): “In un secolo in
cui è ancora vivo lo spirito cavalleresco, il
saluto dell’arcangelo Gabriele è anche l’omag-
SCIENZA E DINTORNI
L
sotto la responsabilità di ciascuno e di tutti; dall’altro l’idea che
è necessario pensare all’azione dell’uomo sulla terra in termini
di sostenibilità. Gli uomini che lavorano hanno tra le mani
un’eredità, una serie di doni: un dono originale che è la terra,
dono di Dio agli uomini; e un altro dono che è il capitale e la
tecnologia. Eredità che l’uomo riceve dalle generazioni precedenti e che è chiamato a passare alle
generazioni successive. Ripeto questa cosa perché
non è così scontata; spesso si sente dire che le nuove
generazioni non sanno più cosa vuol dire lavorare/…/. Mi era capitato l’anno scorso di andare a fare
una conferenza a Udine, e la gente di Udine diceva:
“Qui da noi si lavora tanto, 12 ore – 14 ore al giorno, ma il senso di perché lavorare non c’è”. Con
buona pace di tutti lavorare per fare i soldi è una
patologia. Quello di cui rimane traccia fra le generazioni, è il gusto del lavoro inteso in senso pieno,
rotondo.
Simona Beretta, in Democrazia Sociale,
del Centro “G. Toniolo” Padova 2006
(adattamento redazionale)
gio del cavaliere che si prostra dinanzi
alla dama del cuore” (A. D’Amato).
All’inizio del XII sec. infatti si
diffonde in occidente “la pratica
dell’Ave Maria”, che comprendeva
solo la prima parte (saluto dell’angelo e benedizione di Elisabetta). Ma
già dal secolo VII l’antifona offertoriale della IV domenica d’avvento aveva una
particolare accentuazione mariana nella pietà
cristiana da essere eguagliata e accostata nei
monasteri e tra la gente a quella del Pater/.../.
Nel corso del XIV-XV sec., epoca in cui si
diffonde il “Santa Maria”, seconda parte della
preghiera mariana, prende corpo e credito –
specie ad opera del domenicano bretone Alano
de la Roche – la leggenda secondo cui dopo
aver avuto “in visione” la Vergine, San Domenico istituisce il Rosario.
Fausto Mariano Antonucci,
Il Rosario – Tesoro semplice da riscoprire…,
Bastogi Editrice italiana, Foggia, 2006
Schegge
✔ Il tempo è l’unica cosa che ci è
data in egual misura: ci sono sulla
Terra oltre 6 miliardi di persone, e
ciascuna di loro ogni giorno dispone
di 24 ore.
The Saint John Telegraph Journal
!
✔ Nessuno nasce sotto cattiva stella, sono invece molti coloro che
guardano male il cielo!
Dalai Lama
!
✔ Guardate un bambino, guardate i
soli occhi che vi fissano e sicuramente vi amano.
Dostoevskij
I Maya: la sacralità
del tempo e un calendario sofisticato
A cura di Ugo Seris
a civiltà dei Maya si sviluppò dal 1800 a.
C. e raggiunse l’apice tra il 250-850 d.
C. Essi non furono un popolo pacifico,
come a lungo si è creduto (v. foto:
Cattura e uccisione di un nemico), né
vissero in villaggi sparsi, dediti alla
coltivazione di granoturco, fagioli, zucche e patate. I templi e le piramidi, di cui restano impressionanti rovine, non erano soltanto centri isolati di
cerimonie e santuari, intorno ad essi si distendevano grandi città.
L’area dei Maya va dal Messico al Guatemala e ad altre
regioni dell’America Centrale. E’ una civiltà che sbalordisce. Sta avvenendo quel che nell’Ottocento si è
verificato per la civiltà degli antichi Egizi. I Maya
stupiscono man mano che si entra nei loro misteri.
Il tempo era sacro, inoltre pensavano che la storia non fosse altro che un ciclico ripetersi di
eventi. Inventarono sofisticati calendari per
misurare lo scorrere di giorni, mesi e anni e poter
così presagire carestie, siccità e altri fenomeni.
Scrutavano i cieli e determinavano i movimenti di
astri e pianeti. La posizione di Venere comunicava
La
eventi luttuosi, le fasi lunari indicavano il da farsi nei
campi e le eclissi solari li intimorivano e inducevano a
sacrifici umani agli dei.
Il calendario dei Maya stupisce (v. foto: Calendario
astrale). Lo scorrere dei giorni era qualcosa di sacro,
e infatti utilizzarono due calendari, l’uno dei quali
per le sole ricorrenze rituali.
L’altro calendario, quello civile, era formato di 365
giorni, era diviso in 18 mesi di 20 giorni ciascuno e si
concludeva infine con 5 giorni infausti che venivano
chiamati uayeb. Tralasciando dettagli, un vero rompicapo, diciamo che i Maya hanno preso come data iniziale del
tempo il 13 di agosto del 3114 prima di Cristo, quando
essi stessi ancora non esistevano. Da quel giorno,
hanno contato uno per uno tutti i giorni che sono passati fino alla data che veniva precisata come terminale. Con calcoli meticolosi, i Maya compilavano tavole di previsione delle eclissi e altre che fornivano le
diverse posizioni del pianeta Venere e degli astri. La
precisione delle loro previsioni è sbalorditiva: l’errore
è di un solo giorno in circa 6 mila anni.
Storia a parte, c’è anche una morale: per noi il tempo è
denaro, per loro era dono del cielo.
ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361
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La Voce dell’Antoniano Rogazionista
Olivia Marie
Charlie, Domenico
e Cristina dai nonni
Il piccolo Michele con
nonna Silvia Di Pietro
Maria Tarzia
Maria e i figli
Matthew e Michael
Alessia Paglia
Luca Palombo
ILLUMINATE
I NOSTRI PASSI
Isabel, nipote
di Amedeo Tallarico
Dillan Buffa
Julia Ferruggia
Dylan Ricci
Giovanni e
Rocchina Liscio
Lorenzo Cali
Figlia e nipotini
di Regina Palella
USA
Samuele Sticozzi
Pronipoti
di Genevieve
Capaldi - USA
Nicholas
Benedici il Signore, anima mia
QUANTI DOTTORI...
Pregate per me e mia moglie, per i
figli, i nipoti che sono la nostra gioia.
Io e mia moglie (v. Illuminate) siamo
in età avanzata, gli aciacchi ci mettono
in movimento da un dottore all’altro.
Ma ci rivolgiamo soprattutto al Signore, alla Madonna, a S. Antonio e S.
Annibale, che sono…i veri specialisti
in materia di sofferenza. Il Cielo ci
aiuti.
Giovanni e Rocchina Liscio
NOTIZIA INASPETTATA...
Sono nonna di 6 nipoti, 2 femmine e
4 maschi. A uno di loro, Nicholas (v.
Illuminate…), dopo accertamenti, nel
giorno della sua prima Comunione (20
maggio 2007) è stato diagnosticata
una malattia molto seria e avanzata.
Data la sua età solo un miracolo lo
potrebbe salvare. Stiamo tutti soffrendo per questo. Ci sostiene solo la
fede. Fate pregare i bambini antoniani.
Vi ringrazio e, come S. Annibale diceva, “io l’amo i miei bambini”.
Nonna dal Canada
mio figlio in età adolescenziale con tanti
problemi, pregate per mio marito e
tutta la famiglia. Grazie.
Imelda Palumbo, Usa
UNA PRECE PER DAVIDE
GUARITA DA MALATTIA
Ringrazio S. Antonio di Padova per
aver ricevuto la grazia della mia guarigione da una brutta malattia. Sciolgo il
voto e invio l’offerta del pane per i
piccoli. Pregate per la mia famiglia.
Antonia Augello, Usa
LA FORZA DELLA PREGHIERA
Caro Padre, invio qualcosa per il pane ai
bambini. Mi rivolgo a loro e a voi, pregate S. Antonio e S. Annibale per le
nostre intenzioni. Per mio figlio
Pasquale, soprattutto, perché ha affrontato varie operazioni alla gola e ora sta
meglio per grazia del Signore e dei suoi
santi. Pregate anche per Anthony, l’altro
Cari Padri Rogazionisti, da tempo conosco le vostre opere di bene, e sono
devoto al Santo. Vi prego di pubblicare,
nell’Angolo del Suffragio, la foto di mio
nipote Davide Colosimo (v. L’Angolo
del Suffragio), venuto a mancare lo scorso 20 giugno 2007 a 33 anni, per una
disgrazia aerea, in Canada. Volare era la
sua missione, e ora è lassù a volare come
un Angelo del Signore. Non dimenticherò mai, perciò lo raccomando a voi e
alla fraternità antoniana. Una prece.
Addio Davide!
Gli zii Tony Giuse e Daniela, Genova
UNA BIMBA, PREGATE PER LEI
Vi raccomando una bimba di 11 mesi,
figlia di mia nipote. Questa bimba si
Salmo 104
chiama Giulia Feruggia (v. Illuminate…), nata con un problema al cuore
e altre anomalie serie. I genitori si
disperano, presentiamo i loro voti al
Signore che, per l’intercessione dei
santi Antonio e Annibale li conforti e
ascolti.
Maria Mastrandrea, Canada
SIETE NEL MIO CUORE
Cari Padri, io vi porto nel mio cuore da
una vita, sento un affetto sincero e
profondo per quel che fate. Nella mia
famiglia si respira tanta fede, ciò non
vuol dire che non ci siano problemi.
Ho conosciuto un ragazzo di 29 anni,
del Marocco, di religione musulmana.
Questo per me è un impedimento insuperabile, sono troppo cattolica.
Pregate per me e per le mie sorelle, per
la famiglia. Grazie. Vi voglio tanto
bene.
Tarzia Maria, Siderno M./RC
SUFFRAGIO
L’ANGOLO DEL
nista
L’eterno riposo
dona loro,
o Signore!
Guido Cuffoni
Maria
Spaventa
Davide
Colosimo
Antonio De Chiara
Cira Stellato
Angelo Antonio
Furci
Padre di Germana
G. Gavita
Lucia
Turturro
Mamma di Germana
G. Gavita
Antonio
Germano
Ida Cimicata Turi
Per la legge sulla privacy, pubblichiamo solo foto su richiesta scritta, e non più di una. Scrivete chiaro e incollate bene le buste.
Riceviamo & Rispondiamo
Un fine cultore
del “sacro”
Così fan tutti.
E che vuol dire?
Mi chiamo Fausto Mariano Antonucci, nato a San Severo/FG nel
1976. Le invio alcune mie recenti
pubblicazioni a carattere teologico-religioso. Chiedo di darne notizia sul suo periodico, di pubblicizzarle e di recensirle se lo riterrà
opportuno. Ringrazio e ossequio.
L’eutanasia? Siccome si pratica furtivamente in tutti gli ospedali del
mondo, legalizziamola. L’assurdo
ritornello sbrigativo è segno di
povertà morale e spirituale/…/.
F.M. Antonucci
Stimatissmo Fausto, le facciamo i
nostri complimenti per le sue
pubblicazioni, frutto di intense
ricerche e di sincera passione, in
cui si rivela il suo spirito di comunione ecclesiale. Noi, qui, non
abbiamo spazi né rientriamo nelle
finalità che lei probabilmente ci
attribuisce. Comunque, a parziale
risarcimento, inseriamo in Abbiamo letto (pag. 6) una sua riflessione sul Rosario. Ci voglia sempre
bene e auguri per le sue preziose
attività.
Coerenza
(Struggenti ricordi)
Scegliesti la domenica, quaggiù –
per giungere alla Voce del Signore: - oh, mamma, quanta coerenza,
tu! – Tu, che ai Suoi giorni sempre
donasti fede e amore: - Rosario di
domeniche – per te fu allor la vita,
- e agli anni qua vissuti, (pianura e
un po’ salita) – sempre una luce
hai dato! – Un lungo filo d’oro,
mamma, - che brilla silenzioso –
fra me e il tuo passato… - Or
coglimi, se puoi, - da quel Giardino un fiore, - che scenda a illuminare - il tempo mio oscurato!
Anna Rosa Visani,
Castel Bolognese/RA
Leggenda
Con me, nonna, Vittoria, sarebbero felici i nipotini nel vedere pubblicata “Leggenda”, riferita al
Natale. Potrebbe piacere anche ai
piccoli lettori di “Esclusivo Bambini”, la rubrichina a pagina 4
della Voce. Cordiali saluti.
Vittoria Cozzi, Roma
Lasciamoci per ora così, cara
signora Vittoria. Lei se ne meraviglierà, però la rubrichina dei bambini era già allestita al ricevimento della sua lettera. La legittima
gioia sua e dei cari nipotini è però
soltanto rimandata. Promesso…
La Voce dell’Antoniano Rogazionista
a cura
di Flos
FESTE IN FAMIGLIA
Felice 60° di Matrimonio
Giovanni Migliore,
Siracusa
Condividiamo appieno le sue
osservazioni così puntuali e ci
duole che esorbitino rispetto ai
nostri spazi angusti. Quella legge
194 sull’aborto, da lei evocata, va
rivista, lascia troppi casi nei quali
ogni donna è diventata arbitra di
vita e di morte. “Non contenti di
questa strage legale degli innocenti - osserva lei - si vuole ora arrivare a quella di qualunque età, di
tutti gli altri ritenuti un peso inutile per sé, per la famiglia e per la
società”. Al di là di questi e altri
casi di svendita della vita e dei
valori, preoccupa il fatto che vengano contrabbandati come diritti
quelli che da ogni coscienza ben
educata sono ritenuti abominevoli
delitti.
Auguri a Lucia La Corte e marito - (GB)
Sposi felici
A Daniela e Maurizio Minniti
Sinceri Auguri - (CANADA)
Nella festa di Sant’Antonio
Mamma Lucia
Caro Flos, il ricordo della mamma
(v. in L’Angolo…) fa poeti i figli.
Eccomi anch’io... poeta. Del componimento puoi pubblicare anche
una sola frase e sarò felice.
Turturro Nicola,
Bisceglie/BA
“Lucia, luce per illuminare il
nostro buio cammino in terra. –
La tua candida voce parla nei
sogni come maestra e guida… Grazie, mamma Lucia…- Notavo
le tue lacrime nel dolore, il male
che trionfava in te. - Amaro il
distacco dai figli, non facile il
divin Volere. - Ultime tue parole:
volerci bene tra noi…”.
Regina Palella e famiglia - USA
AvvisI
Potete aiutare i nostri bambini anche con bonifico bancario:
di seguito vi comunichiamo le coordinate:
BANCA ANTONVENETA
COORDINATE BANCARIE EUROPEE (IBAN)
COORDINATE BANCARIE NAZIONALI (BBAN)
PAESE
CHECK
CIN
ABI
CAB
CONTO
IT
97
U
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BIC - BANK IDENTIFIER CODE
ANTBIT 21203
Quando richiedete la celebrazione di Sante Messe ed esprimete un’eventuale intenzione particolare, vi preghiamo di
scriverla nello spazio riservato alla causale del versamento
sui c/c postali, o con lettera a parte. Non scrivete sul retro.
IMPORTANTE
Preghiamo i benefattori delle Americhe, Canada, Australia ed
Europa di inserire nelle buste soltanto assegni bancari o personali,
mai banconote anche se l’offerta è piccolissima, esclusivamente
intestati a: «Istituto Antoniano dei Rogazionisti o Istituto Antoniano Maschile». Chiudere bene la busta e sigillarla.
La Direzione
ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI
VIA TIZIANO MINIO, 15 • 35134 PADOVA • TEL. 049.60.52.00 • FAX 049.60.50.09 • C/C POSTALE 6361
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(2008_01) n 1 di gennaio 2008