Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:41 Pagina 1 LA VOCE DELL’ANTONIANO ROGAZIONISTA “Io l’amo i miei bambini” Padre Annibale Maria Di Francia CENTRO EDUCATIVO PER RAGAZZI POVERI E CON DISAGIO 35134 Padova - Via Tiziano Minio, 15 • C/C Postale 6361 Periodico d’Informazione Religiosa e Culturale ANNO LVI N. 3 - MAGGIO 2006 Contiene inserto redazionale Direttore Responsabile Vito Magno Stampa Litografia “Cristo Re” Morlupo - Roma Poste Italiane S.P.A. Spediz. Abbon. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa Legge 5.8.81 n. 416 Art. 11 Reg. Tribunale di Padova n.793 del 5 dicembre 1983 Con approvazione ecclesiastica Associato USPI Una copia: Euro 0,13 IL 1° MAGGIO UN SOGNO INCOMPIUTO METTERE AL CENTRO DELL’ECONOMIA Il capitale Uomo pontefici allargano l’orizzonte ai più gravi problemi contemporanei: la destinazione universale dei beni della terra e dell’economia globale, l’eliminazione della fame, scandalo il più vergognoso del nostro tempo. Benedetto XVI ripropone quasi in ogni incontro pubblico queste e consimili vergogne, con voce accorata, a nome di tutti quelli che soffrono e non sanno che cosa sono i diritti, tanto meno assaporano la gioia di essere al centro dell’economia: quest’economia che qualcuno, con cinica provocazione, ha definito “la vocazione dell’interesse”. No, l’interesse che non tien conto del capitale uomo è uno sporco affare. L. D. C. Maria, una contemplativa N on so di economia. So di storia, quanto basta per registrare il sogno generoso dei nostri antenati, europei e americani su tutti, allorché diedero avvio alla I e II Internazionale: due tappe memorabili del movimento dei lavoratori, i cui aneliti si condensano nella Festa del 1° Maggio. A quel movimento e alla festa di maggio la Chiesa guardò dapprima con sospetto, tenendosi ai margini. In parte per un puntiglio storico, che aveva radici nella rivoluzione francese e nell’età napoleonica, da cui era uscita ferita e umiliata. D’altra parte, si sentiva interlocutrice scomoda. Marxisti e socialisti ipotizzavano, all’epoca, una società vivamente contrastante con la fede. Ma dal 1891, con l’enciclica Rerum novarum di Leone XIII, la Chiesa prese posizione. Quel documento diede forma al cristianesimo sociale, come lo definirono Pastore e Spadolini. Dove stava la novità? L’enciclica proponeva un principio rivoluzionario: al centro di tutto c’è il capitale uomo. Il movimento dei lavoratori non doveva fermarsi al pane e al lavoro, non ai soli diritti delle braccia sfruttate dai padroni. Doveva mettere nel cuore dell’azienda l’uomo in quanto tale. È lui il vero capitale. Questo è molto diverso dal dire: riduciamo le ore di lavoro e diamo agli operai fabbriche igienicamente a posto, riconosciamo loro uno stipendio che copra le esigenze familiari e non solo quelle personali. Qualcuno potrà aggiungere che papa Leone smascherò il liberalismo ottocentesco tutto sbilanciato sull’interesse dei capitalisti e che, in pari tempo, diede una stoccata storica al mito della lotta di classe e del collettivismo marxista. È vero, ma tutto ciò si dice sinteticamente: la Chiesa pose l’uomo al centro, e lo pose come fine e non come mezzo. Quell’enciclica non fu voce nel deserto. Ad essa seguì un fermento di presenze cattoliche e cristiane nel mondo del lavoro che andò via via crescendo per non più esaurirsi fino a noi. La Chiesa non solo umanizzò l’economia, ma le impresse una svolta, segnò una specie di strada maestra. L’economia successiva guarderà ad essa come al tracciato sul quale si misura uno sviluppo sostenibile, tenendo d’occhio il primato della persona umana. Il magistero ha gradualmente integrata la sua dottrina sociale, e l’ha fatto riprendendo l’enciclica leoniana, come si fa con un discorso scritto a parecchie mani. Tali furono le encicliche Quadragesimo anno (1931), Populorum progressio (1967), Sollicitudo rei socialis (1987), per finire con la Centesimus annus (1991) di Giovanni Paolo II. Entro uno schema che si concentra sull’uomo, i È semplice: quando giungiamo le mani e chiudiamo gli occhi, per concentrarci in preghiera, facciamo i contemplativi. Siamo solo alle porte della contemplazione, sia ben chiaro, ma basta per mettere un occhio nel mistero. Maria era una mamma. Ogni mamma è una contemplativa. Comincia a esserlo quando intuisce il palpito di una vita che si accende sotto il suo cuore. E resta pensosa, vorrei dire adorante. La Madre di Gesù è stata una contemplativa, molto più di ogni mamma. Evidente. Aveva davanti a sè il Figlio di Dio, che era anche il suo Bambino. Il Vangelo dice che Maria conservava nel suo cuore e meditava tutte le vicende di quel Figlio: che intanto cresceva in sapienza e grazia, che attraversava la fase dell’adolescenza, che si presentava al mondo predicando il Regno, insegnando e sanando gli infermi. La contemplazione di Maria si approfondisce poi nelle ore del dolore. Non perde mai la speranza. Sta sotto la croce. Sta nell’attesa dello Spirito consolatore durante i giorni dopo la risurrezione. La scorgiamo in preghiera, maestra di contemplazione, la contemplazione che ci è necessaria, perchè è la fase in cui gettiamo uno scandaglio nelle profondità del mistero e ci esponiamo a uno scroscio più vivo di grazia. È fuori posto parlare oggi di contemplazione a gente tutta presa dall’azione? I maestri di spirito rispondono che è un’azione vuota: le manca la radice solida, la contemplazione. Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:41 Pagina 2 2 La Voce dell’Antoniano Rogazionista L’adolescente Annibale: sua madre lo bocciò perché troppo sognatore AVEVA TUTTI I TORTI? LEGGETE “SOLITUDINE” E GIUDICATE S u Annibale Di Francia poeta do solo un cenno, presentando il componimento “Solitudine” e il contesto ambientale in cui egli lo scrisse. Era il settembre 1869, anno decisivo per lui. Lo ritenevano poeta e letterato. “Fin dall’età di 9 anni - attesta - cominciai a scribacchiare versi”. A 18 anni, nel 1869, già dava alle stampe otto poesie, un opuscolo di 32 pagine. Il componimento “Solitudine” non fu incluso in questa raccolta, e non ne sappiamo il motivo. Al momento della stampa l’aveva già scritto. Probabilmente non l’aveva ben corretto. Conobbe, sua madre Anna Toscano, “Solitudine”? Forse sì. E forse le 17 strofe sognanti In Famiglia GIÙ IL CAPPELLO: PASSANO “I BAMBINI DEL MERCATINO!” Sentite che cosa sono capaci di fare. Diamogli subito la parola I bambini del mercatino del componimento rafforzarono in lei la convinzione, che espresse poi l’8 dicembre 1869. Le cose andarono così. All’alba, lui e il fratello minore Francesco si allontanarono alla chetichella da casa e puntarono su San Francesco dell’Immacolata, una bellissima chiesa messinese. Il tempio era già pieno di gente. Era festa e si apriva a Roma il Concilio Vaticano I. Davanti all’altare della Vergine, i due sciolsero certi fagotti che s’erano portati da casa e ne trassero le tuniche, le indossarono, promisero fedeltà e perenne amore alla Madre del Signore. In quel tempo, Annibale poeta scriveva: “Nei versi miei ti canterò Regina, Santa, Immortale”. Tornati in famiglia, li accoglie la mamma visibilmente contrariata. Perchè avevano agito senza di lei? E chi li aveva consigliati? I suoi occhi si fissavano specialmente su Annibale: “Sei troppo sognatore. Francesco prete, può anche tentare; ma tu con le tue fantasticherie per la testa...”. Fu questa la sostanza della sua ramanzina. Una mamma può anche sbagliarsi, specie quando vuole misurarsi col mistero della grazia. La vocazione di Annibale era vera, lui scriverà che fu irresistibile, certissima, irrevocabile. Fatto sta che, di lì a poco, Francesco smise l’abito. Le preghiere di Annibale lo riportarono agli antichi propositi. Diventò sacerdote di alto profilo. Mamma Anna era a conoscenza di “Solitudine”? Noi pensiamo di sì, e che anche da esso trasse quel giudizio severo sul figlio. Il componimento precede, abbiamo detto, di tre mesi la scelta vocazionale. In esso Annibale esalta la Carissimo p. Direttore, siamo un gruppo di bambini di Onore (Bergamo) e frequentiamo le Scuole Elementari, all’inizio di luglio scorso abbiamo formato un mercatino di giocattoli e cose varie. Poi è venuta l’idea di farlo per beneficenza e tramite una persona che vi conosce abbiamo deciso di offrire tutto ai vostri ragazzi dell’Istituto. Tutti i pomeriggi stando insieme sul piazzale delle Scuole Elementari abbiamo ricavato una somma consistente. Il totale raggiunto è di euro cinquecento. Noi l’abbiamo fatto col cuore e pieni di entusiasmo: litigando e facendo nuovamente pace. Da questa magnifica esperienza, abbiamo capito che, facendo del bene, si fa del bene anche a noi stessi! I bambini del mercatino: Giulio, Luca, Manuela, Stefania, Matteo, Chantal, Michela, Stefano, Elisa, Laura, Sharon, Ivan, Francesco, Michael, Fabio, Angela, Mirko, Michele. Noi bambini vogliamo esprimere un ringraziamento particolare a Francesca di Milano. Con affetto Un ragazzo di nome Annibale: lo storico lo sorprende così... “A 17 anni Annibale pubblica una poesia all’Immacolata e davanti a lei piange quelli che chiama i suoi errori. L’immagine della Madonna avrà acceso nel giovane studente la fiamma dell’amore divino, perchè lo si vedeva aggirarsi nelle chiese di Messina, dove stava esposto quotidianamente il Divinissimo, in forma di Quarantore, secondo la bella tradizione della nostra città. Egli stava lunghe ore davanti a Gesù Sacramentato, sfogando con sospiri e gemiti il suo cuore. Sente in sè un grande amore alla solitudine, e volge i suoi passi alla Chiesa dei Frati Minori, intitolata a Maria SS. di Porto Salvo, lungo la incantevole nostra marina. Egli si aggira tra gli androni del Convento, ormai deserto, a contemplare i ritratti di quei Padri che un giorno rifulsero per pietà e per scienza, e pare lo invitino a meditare sulla vanità delle cose terrene e a lasciare il mondo... Era senza dubbio la voce del Signore, la quale, lenta, ma profonda, si faceva sentire nell’intimo dell’animo”. F. VITALE, pp. 34-35 passim quiete di un luogo solitario, appartato dalla città e dal frastuono. “Santa è la quiete”, scrive, ed intanto la cerca, simile a un “esule” che anela a mettere il piede nella sua patria ideale. Non la tranquilla pace in se stessa egli desidera, né la campagna-rifugio degli ozi letterari. Si trascina appresso l’anima. E l’anima è quella di un ragazzo che sogna le cose belle. Il suo cuore era impastato di preghiera, di aneliti santi. Preghiera e sogno sono fratelli! La realtà verrà dopo, quando l’apostolo di Messina si sentirà solo in mezzo al vasto campo di opere e di miserie da lenire. Ma per adesso, anche noi, lasciamolo sognare. Non le belle fanciulle gli attraversano la mente, non gli amori terreni battono al suo cuore. Mamma Anna non l’aveva compreso. Peraltro, egli resterà sempre un po’ sognatore e un po’ profeta di un mondo carezzato dalla luce di Dio. Tornando a “Solitudine”, Annibale si riferiva a un luogo geografico preciso, identificabile in Contrada Guardia, stupenda balconata collinare sullo Stretto, a pochi chilometri da Messina. Ebbene, nel 1920, all’età di 69 anni, egli comprò lì un vasto terreno come residenza estiva degli orfani. Vi saliva spesso a riposare e meditare. Guarda caso, l’ultima strofe del nostro si apre con una sorta di profezia: “E qui morrò...”. Il 9 maggio del 1927 volle essere trasportato su quella collina. Lì volò al cielo all’alba del 1° giugno successivo. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 La Voce dell’Antoniano Rogazionista 11:41 Pagina 3 3 DOCUMENTO Il Papa al Parlamento italiano, a tre anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II BENEDETTO XVI CON LO STATO COLLABORAZIONE SINCERA I l 14 novembre 2002 Karol Wojtyla entrò nel Parlamento italiano. Mai prima era accaduto. Il carisma di quel Papa e il contesto politico sereno di allora, favorirono l’incontro. Tre anni dopo, il Parlamento ha voluto ricordare. Per l’occasione, è toccato al presidente Azeglio Ciampi, tirare il cordone della bandiera, che copriva la targa commemorativa, apposta nell’Aula di Montecitorio. Essa, in lettere d’oro dichiara: “La Chiesa, in Italia e in ogni Paese, come pure nei diversi Consessi internazionali, non intende rivendicare per sé alcun privilegio, ma soltanto avere la possibilità di adempiere la propria missione, nel rispetto della legittima laicità dello Stato. Questa, del resto, se bene intesa, non è in contrasto con il messaggio cristiano, ma piuttosto è ad essa debitrice, come ben sanno gli studiosi della storia delle civiltà”. “Il 14 novembre incontrando in quest’aula deputati e senatori, presenti il presidente della Repubblica e le massime autorità istituzionali, SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II, invocata la benedizione divina sull’amata Italia, fece auspicio di nuovi e fecondi traguardi di pace nel solco dei valori di civiltà della nazione per una umanità senza confini”. Il presidente e i deputati della XIV Legislatura 14 Novembre 2005 Oggi si parla da taluni di ingerenza della Chiesa nella politica, si va dicendo che è in pericolo la laicità dello Stato. È un polverone, confonde le cose e rende male a quanto la Chiesa fa per la collettività. Qui diamo alcuni brani del Messaggio, rivolto da Benedetto XVI al Parlamento a mezzo del Presidente della Camera dei Deputati. All’On. Pier Ferdinando Casini Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana “... Ho appreso con vivo compiacimento, Signor Presidente, che l’avvenimento, nel suo terzo anniversario, sarà commemorato con una targa, collocata nella medesima Aula, e sono lieto di assicurare per l’occasione la mia spirituale partecipazione. In effetti, la visita del mio amato Predecessore al Parlamento italiano non aveva precedenti e potè realizzarsi con l’affermarsi di una visione serena delle relazioni fra Chiesa e Stato, nella consapevolezza – a cui fece cenno il Pontefice nella sua allocuzione- degli ‘impulsi altamente positivi’ che da tali relazioni hanno tratto, nel corso del tempo, sia la Chiesa che la Nazione italiana”. Il Messaggio assicura l’impegno della Chiesa a mantenere una sincera collaborazione con lo Stato: Non di ingerenza, ma di contributo al bene della persona si deve parlare quando la Chiesa, oggi come ai tempi di Karol Wojtyla, difende i diritti fondamentali. Tali sono: “La formazione della persona umana, la cultura, la famiglia, la scuola, una piena e dignitosa occupazione, con una sollecita attenzione per i più deboli e per le antiche e nuove povertà”. Quello che tre anni fa disse al Parlamento il suo Predecessore, Benedetto XVI lo ripete oggi: “Un’Italia fiduciosa di sé e internamente coesa costituisce una grande ricchezza per le altre Nazioni d’Europa e del mondo. Tale coesione presuppone un centro, un nucleo di significato e di valore intorno al quale possano convergere le diverse posizioni ideologiche e politiche. Questo centro non può essere che la persona umana, con i valori inerenti alla sua dignità individuale e sociale, che la Chiesa, per mandato di Cristo, desidera ardentemente servire. Il mio auspicio è che la Santa Sede e lo Stato italiano sappiano cooperare sempre più in tale nobile impegno/.../. Dal Vaticano, 18 ottobre 2005 MISSIONI ROGAZIONISTE Riconoscimenti e nuove realizzazioni in Albania un po’ di spazio all’Albania, D edichiamo scusandoci di dover tralasciare le altre missioni rogazioniste, che si estendono ai diversi continenti, dalle Americhe all’Asia, passando per l’Africa, oggi più che mai sulle prime pagine per lo scandalo dell’abbandono e degli scarsi aiuti internazionali. Ci è cara anche l’Albania, dove i confratelli si adoperano da una quindicina d’anni, specialmente nel settore dei minori. Proprio alcuni mesi fa, la loro opera ha avuto un riconoscimento incoraggiante della Santa Sede con la nomina del Padre Ottavio Vitale alla dignità vescovile. Nel frattempo le opere missionarie in Albania hanno conosciuto un nuovo impulso con le seguenti realizzazioni. È stato dato avvio ai lavori della Scuola Professionale “Annibale Di Francia” nella città di Lezhe. La superficie edificabile è di mq 1400 e darà la possibilità di conseguire diplomi a una notevole popolazione di ragazzi diversamente tagliati fuori dallo studio. A Barbulloj, che è un piccolo villaggio albanese, privo di strutture educative, è stata inaugurata il 15 movembre 2005 la Scuola della Pace “Annibale M. Di Francia”. Già 240 alunni la frequentano e altri ancora si aggiungeranno quando si potranno realizzare altri locali. Queste belle opere sono state possibili grazie alle raccolte delle giornate missionarie rogazioniste, all’intervento della Caritas Austria Renovabis, all’Ambasciata Giapponese. Noi sollecitiamo sempre la solidarietà per le missioni dei figli di Sant’Annibale. Anche la fraternità antoniana collegata al nostro Istituto di Padova fa la sua parte. La preghiera degli innocenti ricompensi la generosità di tanti benefattori e benefattrici. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:42 Pagina 4 4 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Rispondo brevemente ai quesiti, poi allargherò un po’ il discorso. Il terz’ordine francescano fu creato dal Poverello d’Assisi per i laici, anche sposati, che intendono vivere lo spirito della regola del Santo. È dunque un ordine laico. Vi può entrare chiunque voglia vivere seguendo le orme di San Francesco. E ora allarghiamo un po’ l’orizzonte. Di “terz’ordini”, detti anche terziari, ne esistono diversi e non solo quello francescano. Col termine si intende un’associazione religiosa composta da fedeli che non potendo entrare per circostanze particolari in uno dei grandi ordini, primo ordine (maschile), secondo ordine (femminile), seguono una terza regola, approvata dalla Santa Sede, pur continuando a svolgere la loro attività nel mondo (terziari secolari) o in comunità (terziari regolari). I terziari non fanno voti, possono anche essere coniugati; sotto l’abito usuale portano uno scapolare, ma non hanno un indumento specifico che li differenzi; in genere, si occupano di opere di carità. Il più noto dei terz’ordini è quello francescano, seguono l’agostiniano, il carmelitano, il servita, il domenicano. Il terz’ordine fu un’idea geniale di San Francesco. Prima di lui c’erano le corporazioni laicali che conosciamo sotto il nome di confraternite. Le confraternite ebbero origine, secondo alcuni storici, ai tempi di Carlo Magno in Francia, e cioè nel secolo VIII. Esse sorsero per promuovere la vita cristiana per mezzo di speciali forme di culto e di carità. Proprio a una manciata di chilometri da Assisi, e appena un po’ prima di lui, era nato a Perugia il movimento dei flagellanti o disciplinati, poi diffusosi in tutti i paesi d’Europa. La storia di queste aggregazioni pie è ricca di testimonianze per il Vangelo, sebbene non mancassero forme intemperanti che richiesero l’intervento delle autorità ecclesiastiche. La fisionomia dei terz’ordini è diversa rispetto alle confraternite, diciamo che è più coinvolgente, perchè entra in ogni spazio della vita, fa del laico nel mondo un testimone e un evangelizzatore. Egli, grazie alla sua condizione secolare, depone nel sociale semi di fede e calore di carità. La novità dei terz’ordini attirò persone di ogni ceto sociale, umili e potenti, portando un lievito fresco che concorse a rivitalizzare la Chiesa e la società cristiana. Il successo fu oltre le aspettative. Leggiamo che Dante Alighieri, padre della civiltà italiana, volle morire con lo scapolare di terziario. CARITA’ SENZA CONFINI bambini ESCLUSIVO • una domanda • una domanda • Cos’è il terzo ordine francescano? È un ordine laico? Chi vi può accedere, vi sono requisiti indispensabili? R. Piccione Ditelo alla mamma, ma anche alle maestre, e... si capisce, portate i più bei fiori alla Madonna: è Maggio, bambini! Mamma Canto per te, fiore di bontà. I tuoi occhi brillano come stelle, sprigionano grazia. Ti guardo, avvinto dal sorriso. Colgo il tuo profumo, il tuo fascino. Maggio La primavera esplode a Maggio in tutto il suo splendore. Sfarzo di luci offre la natura in festa. Il mondo appare più bello: anche l’uomo si sente più buono. Attorno agli altari i fedeli onorano Maria con fiori e pensieri sublimi. Esulta la vita e canta la sua felicità. Nicola Bottari LA CARTOLINA Derecho Robert anni 17 Robert è nato a Balagtas, uno sperduto villaggio nell’isola di Leyte (Filippine). I genitori erano contadini, ma la grama economia li indusse a migrare verso la grande città di Manila. Robert, ottavo di dodici figli, aveva allora solo cinque anni e ricorda che quella decisione dei genitori fu l’inizio di una penosa via crucis per tutta la famiglia. Nessuno dei figli ha potuto finire le elementari, solo Robert ci è riuscito grazie a un istituto per ragazzi di strada, gestito dalla Caritas Manila. Essendo molto dotato, la Caritas lo presentò, dopo le elementari, al St. Anthony’s Boys Village dei nostri confratelli di Silang (Filippine). Ora il ragazzo frequenta le ultime classi delle superiori ed è prossimo al conseguimento del diploma. Gli piace l’informatica. Aiutiamo Robert a farcela, la vita è stata dura per lui, ma adesso deve realizzarsi e dare una mano anche agli altri familiari. In questo antico disegno, la Basilica del Santo crea una suggestiva scenografia sullo sfondo dell’Orto Botanico di Padova. La città veneta fu per secoli, in Italia e in Europa, all’avanguardia nello studio della natura e di altre scienze. Qui venne laureata in filosofia la prima donna. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:42 Pagina 5 5 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Spazio Aperto ME NE VADO A VIVERE IN MONTAGNA H o atteso maggio, ho immaginato una primavera di luce, come quand’ero bambino. Ingenuo, ho fatto male ad aggrapparmi, mente e cuore, al vecchio proverbio: “Aprile dolce dormire, gli uccelli cantano e gli alberi fioriscono”. Quali uccelli? Dici le rondini migratrici? Abbiamo capito che, per il 60-70 per cento, non tornano. Non torneranno più. Il nido sotto la tettoia è vuoto. Nel mio paese, ricordo, le rondini sfrecciavano, s’inseguivano frenetiche, stridevano tra le case per poi trovare la fuga verso il cielo. Va bene, mi accontenterò degli alberi, della vegetazione che, a dispetto degli inquinanti, spunta ancora. È il vizio della vita, che sempre vuole sprigionarsi dalle zolle morte. Però, che vegetazione stentata! I rami, ne vedo alcuni rinsecchiti; se palpo le foglioline appena nate, ne sento tra le dita la sofferenza che si manifesta in quella indefinibile patina appiccicosa. Povere foglie malate, l’aria infetta ne addenta le delicate nervature prima ancora di vederle crescere in pienezza. Intanto si è allungata la serie delle giornate belle. Una volta erano desiderate. Oggi, quando si susseguono a catena, si trasformano in un incubo. Significa che l’aria ristagna e s’infittisce di polveri erogate dalle nostre combustioni. Si va a targhe alterne, e la nostra stessa vita diventa subalterna a quel che vogliono l’ossido di piombo e l’anidride carbonica. Dove sono gli agi conquistati, che ce ne facciamo della tecnologia? Non voglio una casa stracolma di aggeggi, Schegge ✔ L’uomo comune esige dagli altri, l’uomo eccezionale esige da se stesso. Marco Aurelio ✔ Il naufragio peggiore è quello di chi non ha nemmeno lasciato il porto. Amir Klink ✔ La solitudine è quando nessuno viene a farti visita. È quando tu non hai nessuno da visitare. Zero Hora ✔ Il nostro nemico più temibile è un nostro ex amico che conosce le nostre debolezze. Fernando Guimaraes ✔ Non riesco a capire perché le sentenze portano tutte la firma di uno straniero e mai di un italiano. Dario Marciani avanti: toglietemi anche il frigorifero. Meglio tornare, come i miei nonni, a fare la spesa ogni giorno che sentirmi privato dell’ossigeno per i miei polmoni. Purtroppo, non la pensano come me tanti altri. A cominciare da quelli che per fare i cento metri per lo shop vanno a prendere l’auto nel garage a mezzo chilometro lontano! Me ne andrò in montagna. Appena vincerò un gruzzolo di euro a uno dei tanti telequiz, prenoterò una settimana sulle Dolomiti. Conosco un paesino che è un amore, si trova nel Trentino. Ci andavo da giovane. Ci tornerò. E se la fortuna mi avrà aiutato a vincere una somma di quelle che ti trasformano una vita, ci resterò in dimora stabile. Tanto, sono pensionato. Lassù ritroverò l’aria, il miscuglio di ossigeno, di azoto e uno scampolo di qualche gas nobile e raro, da non confondersi con quelli che mi friccicano la gola per le strade di città. Lassù, a 1000 metri, riavrò, come nel maggio della mia infanzia, l’aria tirata a lucido dal vento, il suo tuffo di salute nei polmoni, gli spifferi che spolverano gli occhi. E fatemi sognare... Osvaldo Villafranca Guarire con le erbe FIENO GRECO Integratore in associazione con Ginseng, Pappa Reale e Lievito I principali componenti di questa soluzione in flaconcini sono: Fieno Greco: ai suoi semi si riconoscono proprietà ricostituenti, adipogene, toniche-nervose e la capacità di attivare la vitalità dell’organismo. Pappa Reale: costituisce una miscela energetica. Lievito: aumenta la resistenza allo stress. Ginseng: tonico e stimolante aiuta a mantenere la resistenza fisica e mentale. INDICAZIONI TRADIZIONALI • Stanchezza • Preparazione a gare ed esami • Astenia sessuale DOSI CONSIGLIATE 2 - 3 flaconcini al dì PUNTI E SPUNTI Dove andate per luoghi scoscesi? Ritornate, o prevaricatori (Is 46, 8); stringetevi a Lui che vi ha creati. Tenetevi a Lui e avrete stabilità; riposate in Lui e avrete riposo. Dove andate, dove andate per luoghi scoscesi? Il bene che voi amate viene da Lui, e quanto si rapporta a Lui è buono, è dolce; ma può giustamente diventare amaro, se si abbandona Lui e si ama disordinatamente quello che procede da Lui. Dove tende questo vostro ostinato camminare per strade difficili e tortuose? Non è là dove cercate il riposo. Cercate pure quello che cercate; ma esso non è là dove lo cercate. Cercate la felicità della vita nelle regioni della morte: non è là. Come potrebbe esservi vita felice dove non si trova nemmeno la vita? Egli, la nostra vita, è disceso quaggiù; si è preso la nostra morte, la uccise nella sovrabbondanza della vita... S. AGOSTINO, Le confesioni, IV, cap. 12 Mamma t’ha dato quel volto. Sorridere tocca a te A una certa età, ha osservato acutamente uno scrittore, ciascuno è responsabile della faccia che ha. Ho sempre guardato i volti delle persone. Peccato che non so tracciare una sola linea sul foglio di disegno. Renderei le sfumature dei tanti visi umani osservati. Mi servirebbe come lezione. Mamma t’ha dato il volto, ma la vita te l’ha sbozzato e modificato. Certe facce d’angelo le ha modulate l’esercizio della virtù. Altre le ha deturpate il vizio. Ci sono occhi che esprimono aggressività, altri che mettono paura. Facce e occhi di santi, così dolci che sembrano essersi rifatti il look con una pennellata della grazia. Ricordate Padre Pio? Dico quello usuale, non quello fulminante, quando lo zelo di Dio gli accendeva di fuoco gli occhi. Per venire alle vostre esperienze dirette, chi sa quante volte avete puntato su quel tale confessore, che vi accoglieva con un fare umile, un volto rassicurante. Conosco una signorina di 50 anni. Bella, elegante. Essendomi parente, le ho chiesto parecchie volte perchè non si è sposata. Nessuno l’ha guardata con vero amore. Mi sembra di capire che a quella bellezza mancava il sorriso. Ti avvicineresti a un bel cespo di rose cui manchi il fiore? Dio ci ha dato un volto, tocca a noi sorridere. Intendo quel sorriso che sale dall’anima. Il ridere banale è luce falsa, non illumina e non riscalda. Fu lo scrittore Albert Camus, ora che mi viene in mente, a dire che siamo responsabili della faccia che ci siamo fatta a una certa età. Su una rivista ho letto che quindici minuti quotidiani di allegria allungano la vita. Sarà vero? Di sicuro, mettono un filo d’oro nella trama a volte ombrosa della giornata. Flavia Sartori ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:42 Pagina 6 6 La Voce dell’Antoniano Rogazionista ABBIAMO Letto Tagli e ritagli a cura di L. D.C. Ora Asha va a scuola La scuola è negata a 100 milioni di bambini nel mondo. Ma Asha a scuola c’era andata, aveva frequentato le elementari nel quartiere romano Boccea, una periferia a rischio dove la scuola e la strada si contendono i minori. Asha è una bambina di famiglia indù, emigrata dall’India, dove l’obbligo scolastico imposto dalla legge italiana è cosa di un altro pianeta. Così, finite le elementari, la bimba era destinata alla strada. È stato solo per l’insistenza dei volontari dell’associazione San Filippo Neri che i genitori di lei hanno cambiato idea. Oggi Asha è una delle migliori alle medie. Nel quartiere Boccea venti volontari della San Filippo Neri gestiscono un doposcuola per aiutare chi fa più fatica, specie stranieri di origine asiatica, africana, sudamericana. Giorgio Paolucci, Avvenire Medici a scuola dal robot! Questo è il robot che ci piace. È nato a servizio della sanità e farà molto bene la sua parte per salvare tante vite umane. Dunque, non più un paziente vero ma un robot con funzioni di paziente con patologie gravi come quelle cardiovascolari che sono responsabili del 44% di tutti i decessi. Si chiama “Sam” ed è un sofisticato computer ingegneristico di ultima generazione che formerà ben 15 mila medici di famiglia a partire da novembre, quando già 250 medici inizieranno il corso. Il robot, che riproduce l’anatomia e la fisiopatologia del corpo umano riconosce i farmaci e il dosaggio. Fonte: Ansa Le preoccupazioni degli italiani Prezzi: il pranzo è salato - I prezzi in aumento, famiglie sempre Ai confini della fantasia: il robot si moltiplica, cioè... S più impoverite. Gli italiani hanno cominciato a spendere di meno, innescando una spirale negativa per il commercio e la produzione. Lavoro: troppi precari - Precarietà fa rima con povertà e insicurezza. I precari sono 1 milione e 700 mila. Le lavoratrici 2 milioni e 800 mila. Un giovane può essere assunto con 48 formule... precarie. Stipendi: la busta leggera - L’Istat parla di retribuzioni cresciute del 3% su base annua. I sindacati contestano. Uno dei motivi: quando i contratti si rinnovano, cioè dopo 16-18 mesi dalla scadenza, i lavoratori si ritrovano a tirare avanti col vecchio stipendio. È un affannoso inseguimento ai rincari. Stangata benzina-gasolio: + 900 euro - Il 47,8% degli italiani ha dichiarato che la propria situazione economica è sensibilmente peggiorata rispetto all’anno precedente. Il primo responsabile è il petrolio: un prezzo triplicato negli ultimi 5 anni. L’aumento ha pesato, nel solo 2005, per circa 900 euro sul bilancio medio d’ogni famiglia. Incalcolabile poi la ricaduta sull’intera produzione. Troppo allarmismo sui bambini, motivo di stress per le mamme e i papà. Si corre al medico, si scomoda lo psicologo... Diciamocelo francamente: il ritratto dei bambini, non solo italiani ma dell’intero emisfero nord del mondo, è piuttosto bruttino e preoccupante. Ma ecco apparire il sereno: a sgombrare un po’ di nubi sull’infanzia ci guadagniamo tutti. Una indagine Istat ci assicura che i nostri piccoli non sono quei maniaci del computer e della tv che si vuol far credere. I loro reali stili di vita, i gusti, i passatempi sono abbastanza normali. Amano palloni e macchinine, le bambine coccolano le bambole. E poi, visti da vicino, questi bambini mostrano infiniti interessi: i libri, lo sport, il cinema, il teatro, i concerti di musica, sia rock che classica. Le personcine problematiche, stressate e depresse che costantemente vengono presentate dagli esperti, che fine hanno fatto? È malata l’infanzia o la società? I bambini hanno problemi, ma del tutto normali. Tranquilli, genitori! Altiero Scicchitano, La Stampa SCIENZA E DINTORNI tiamo parlando di un robot che sa fare un po’ di tutto. Genera perfino robotini simili a sé. Spaventarsi o subire il fascino di un oggetto così? Né spavento nè stupore. Semplicemente una domanda: a che serve? Questo inquietante robot è stato presentato tempo fa dalla rivista scientifica Nature a un folto gruppo di giornalisti incuriositi più che mai. A qualcuno di essi, mentre lo fotografava, è uscito detto: “È vivo?”. Non aveva tutti i torti, perché quell’oggetto è stato il primo robot che riesca a replicarsi da solo, senza alcun intervento esterno. La fonte da cui attingo la notizia dice senza peli sulla lingua: “sa fare i figli”, espressione che urta la mia sensibilità di uomo, dico di uomo vero. Spero che anche voi siate del medesimo parere. Questo robot è stato inventato da due signori americani della Brandeis University. Diversamente dai modelli precedenti, è un robot che cresce, si organizza, programma la sua “vita”, la moltiplica anche. E lo fa dopo aver provato centinaia di soluzioni diverse, finchè trova quella più “giusta”. E senza che i suoi creatori intervengano, zac, mette fuori qualche altro esemplare di “vita artificiale”. Come se di artificiale non avessimo già tutto: dentro di noi protesi, cuori meccanici e chi più ne sa più ne metta (e di questi siamo grati agli inventori); fuori di noi telecomandi per tutti gli usi e mille aggeggi qualche volta utili, per lo più discutibili e offensivi della nostra creatività. I bambini sono bambini! Dove la scienza può arrivare Elena Polenchi A cura di Ugo Seris F acile, cari lettori. Da una parte una dichiarazione che mette paura, quella del biologo Richard Darwin: “La scienza può rispondere benissimo a tutte le domande. Intendo dire che le domande a cui la religione dà risposte non sono vere domande”. Dall’altra parte Albert Einstein: “La più bella e profonda emozione che possiamo avere è il senso del mistero. Sta qui il senso di ogni arte e di ogni vera scienza”. Dietro la frase di Darwin si nasconde l’idea che l’uomo e tutto il resto è pura materia. Dietro il pensiero di Einstein c’è la fede in un “progetto intelligente” che rimanda a Dio. L’uomo di Darwin è un’entità puramente biologica. L’uomo di Einstein è profondamente spirituale. La sua spiritualità lo avvicina a Dio e costituisce la sua dignità. Egli pone domande a Dio, con la certezza che Egli gli sa rispondere. Se alcune cose non comprendiamo, non è perché Dio non parli chiaro, ma è perché alla nostra mente limitata neppure Dio può svelare tutto il mistero. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 Padova 3 Maggio 2006 ok 24.5.2006 11:43 Pagina 7 7 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Mauro e Daniele Milone Felice e Francesco ILLUMINATE I NOSTRI PASSI Monica Suriani Joseph e Frankie Acosta Gabriella e Benedetto Gambino Nipotina di A. Mucci Nipotino di A. Mucci Giorgia Semeraro Francesca Magnone Ludovica Palermo Peter N. Altieri Luca e Marco Cepparo Matteo Pedone Benedici il Signore, anima mia RICORDATELO CON NOI COSÌ Rev.mo Padre, gradirei che venisse pubblicata la foto di mio fratello Francesco (v. in L’Angolo del Suffragio), deceduto improvvisamente per arresto cardiaco. Mio fratello era molto bravo ed io non riesco ancora a rassegnarmi, nonostante chiedo ogni giorno al Signore che mi aiuti a superare un po’ questo stato d’animo angoscioso. Le accludo la lettera dell’Arcivescovo di Bari. Sicura che lei e la comunità lo ricorderete nel pio suffragio, la saluto cordialmente anche da parte di mio marito Benedetto. Laudonia Tatò Borraccino, Barletta Gentile Signora, a lei, a tutte le altre persone che piangono un affetto perduto, ripetiamo le parole che Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari, le ha scritto a conforto per il ritorno di suo fratello alla Casa del Padre: “Il vuoto che Franco ha lasciato, sia nella sua famiglia che nella Chiesa, alla quale aveva dedicato gran parte del suo impegno civile e religioso, è grande. Solo il Signore che lo ha voluto accanto a sè, saprà colmarlo”. IO PREGO OGNI GIORNO Con le mie preghiere quotidiane mi sento sempre più vicina al Signore e a S. Antonio al quale mi raccomando. Chiedo anche a voi di pregare per me, ne ho tanto bisogno, ne hanno bisogno i miei figli Piera e Charlie con le loro famiglie e i miei quattro nipotini. Io poi sono stata sottoposta a due interventi al cuore e, fiduciosa nel Signore che opera per l’intercessione di Sant’Antonio, ho superato tutto bene. Mandatemi un libretto con la novena al Santo. E grazie. Maria Gambino SARÀ IN PARADISO HA SOFFERTO IN TERRA Caro Padre, sono qui a ricordarvi di pre- gare per me, soprattutto per i miei figli che sono sempre in pericolo. Il 21 maggio ‘05 la mia cara mamma Santa Campanini Franzini ci ha lasciati e spero tanto che sia già in Paradiso, perché in terra ha sofferto tanto. Pubblicate la sua foto (v. Angolo del Suffragio) sul vostro giornale che leggo sempre tanto volentieri perchè si fa sempre più interessante. Raccomandateci tutti a S. Antonio e a S. Annibale. Mara Franzini e famiglia, San Giorgio/MN LA FEDE MI DÀ GIOIA Leggo tanti episodi, persone che ricevono grazie, e ne resto commossa. Mi piace leggere quando alla grazia ricevuta per guarigione, per operazione riuscita bene si associa la gioia del cuore. Nella mia piccola esperienza (sono una donna di soli 36 anni), vivo la fede come gioia. Certe volte guardo i miei bambini, sorrido e loro sorridono, rido e ridono, canto e loro accennano a modo Salmo 104 loro una melodia. Poi penso che il Signore fa lo stesso con noi. Sentirmi nel cono di luce degli occhi di Dio mi riempie il cuore di santa allegria. Non mi mancano motivi per addolorarmi, ma li accolgo con ottimismo. Forse tutto questo mi capita perchè ho un carattere predisposto. Sarà, ma dentro di me so che è la fede a sostenermi. Una volta sul vostro giornale ho letto la risposta che avete dato a uno che chiedeva pressappoco: “A che serve la fede?”. Io non avrei saputo rispondere con argomenti dotti. So che a me la fede serve e che senza di essa sarei perduta. Quanto vorrei che queste mie parole malamente buttate giù arrivassero al cuore di chi è in sofferenza e non riesce a sprigionare un po’ di ottimismo. Siamo figli di un Padre che ci veglia con immenso amore. Si dirà che tanta gente non crede. È vero, ma guardate: si leccano le ferite e sentono il morso di un’infinita malinconia. Stefania Baldi L’ANGOLO DEL SUFFRAGIO L’eterno riposo dona loro, o Signore! Giuseppe Pugliese Santa Campanini Franzini Pasquale Rotunno Giuseppe Perrotta Giuseppe Di Miceli Mario Verrecchia Marito di Varriano Maddalena Michele Miglionico Francesco Di Pippa Francesco Tatò Per la legge sulla privacy, pubblichiamo solo foto su richiesta scritta, e non più di una. Scrivete chiaro e incollate bene le buste. LA DIREZIONE Padova 3 Maggio 2006 ok 11:43 Pagina 8 Riceviamo & Rispondiamo La Voce dell’Antoniano Rogazionista a cura di Flos FESTE IN FAMIGLIA È un segno d’amore, dategli voce Caro Flos, invio questa poesia, in omaggio al Santuario rupestre del Santo di Padova di Capo Milazzo (ME). Spero che questo segno d’amore verso S. Antonio possa essere pubblicato: Lasciasti la tua terra, la tua gente, forse col corpo ma mai con la mente. Spinto dalla fede, viaggiasti, o giovane Fernando. Dove sei, o Lisbona, amata terra di Portogallo? Sollecitato dalle parole del Santo di Assisi per terra e per mare viaggiasti. Un dì Dio Padre volle provarti. Volle naufragio, e così fu! Spossato e stanco, le acque del mare ti portarono in una baia ricca di scogli. In cima ad una rupe scoscesa vedesti un antro. Ti arrampicasti sin lassù, e lì un uomo ti diede pane per la tua fame ed acqua per la tua sete. Trovasti in Milazzo rifugio e luogo di preghiera, e lodando il Signore quel luogo consacrasti. Lo indicano vagamente “lungo le coste della Sicilia”. L’ipotesi è che il fatto avvenne sulla spiaggia di Mazzarò, presso Taormina. Nessuno ci dirà mai la verità. Mancano i documenti scritti. C’è però, a favore di Milazzo, una tradizione che, da tempo immemorabile, indica la “baia di S. Antonio”. I nomi non nascono a caso. “Il Santo è stato qui”, ripete da sempre la gente. Essa ritiene un affronto non tanto alla storia, ma alla sua gente, negare ciò. La forza della tradizione colma in qualche modo il silenzio della storia. Il nostro autore conclude: “Conta in simili casi più quello che resta nel cuore della gente e che si continua a tramandare. Ecco perchè dinanzi a questo mare mi sorprendo ad essere d’accordo con quelli di Milazzo che mi parlano ancora del “Santo naufrago”, della grotta dell’eremita, della chiesetta scavata nella roccia viva”. Quello che l’autore chiama eremita, il Sig. Piccione identifica con un generico uomo che soccorse Antonio naufrago e gli offrì un primo rifugio nella sua grotta. Ma di questo mi riprometto di poter raccontare nel prossimo numero. NEL 50° DI MATRIMONIO felicissimi auguri a... Gino Giovagnoli e Pesciaioli Linda G., da Rigoli di Gualdo Tadino/PG, sotto lo sguardo della Madonna la Madre del bell’Amore il 1 Settembre 2005 Sembra proprio dire “Sì” Rino Piccione,Milazzo/ME Milazzo? Andiamo ad appurare... L’accostamento S. Antonio-Milazzo m’incuriosisce. Il naufragio della primavera 1221 non scaraventò il naviglio di Antonio tra Catania e Siracusa? Sono andato a frugare e ho trovato una conferma sull’approdo a Milazzo, di cui fa cenno anche il Sig. Piccione nella sua poesia. È un libro di D. Orati, Storie antoniane nelle regioni italiane, Edizioni CECC, Padova, 1992. Ci arrampichiamo idealmente con l’autore del libro su uno sperone quasi a strapiombo sul mare. Sotto di noi, un mare stupendamente azzurro viene a bagnare la sottile striscia di terra di Capo Milazzo, con un moto leggero, quasi carezzevole, disegnando nella costa rocciosa un arco di poca ampiezza. Una piccola insenatura, che le carte nautiche indicano come la “baia di S. Antonio”. Certo è che il nostro narratore, il suddetto Orati, apre l’avventura siciliana di S. Antonio proprio qui, a Milazzo. È voce di popolo, precisa, che il Santo vi naufragò con l’imbarcazione che lo riportava dal Marocco verso il Portogallo. È risaputo che egli fu colpito da febbre malarica, mentre era sul suolo magrebino e s’accingeva a predicare Gesù Cristo a quella gente. Così fu costretto a un precipitoso ritorno in patria, trasformatosi in un drastico cambiamento di rotta a causa di una tempesta. I cronisti del tempo non hanno lasciato memoria scritta del punto esatto dove avvenne quel disastroso approdo. Antonio e Maria Chiovetta, da Montelair/USA, insieme a parenti ed amici il 14 Luglio 2005. AvvisI Potete aiutare i nostri bambini anche con bonifico bancario: di seguito vi comunichiamo le coordinate: Vi mando l’Annunciazione del beato Angelico. Sono un padre domenicano di Firenze, ma non dimoro nel celebre Convento di San Marco. In esso, in ogni cella dei suoi confratelli, il domenicano beato Angelico (sec. XV) dipinse un episodio della vita di Gesù e della Madonna. Nel corridoio nord del celebre Convento, oggi Museo di San Marco, c’è questa Annunciazione. È un affresco, vi passavano davanti ogni giorno i frati quando si ritiravano per il riposo. Il tema dell’annuncio dell’Angelo a Maria era assai caro ai domenicani. Il “Sì” della Vergine era al centro delle loro meditazioni. Del resto, dalla loro spiritualità marcatamente mariana si è sviluppata la devozione del Rosario e, oltre ad essa, altre forme devozionali alla Madonna. Mi piace, mandandovi questa immagine-chiave di nostra fede, promuovere un pensiero filiale dei tanti amici antoniani verso tanta Madre in questo mese di maggio. Ricordo loro che Sant’Antonio fu uno dei più grandi scrittori mariani del Duecento. Chiamava Maria “capolavoro di Dio” e a lei rivolgeva ogni giorno la preghiera “O gloriosa Signora”. Con quest’invocazione, a quanto narrano, si spense il 13 giugno 1231. BANCA ANTONVENETA COORDINATE BANCARIE EUROPEE (IBAN) COORDINATE BANCARIE NAZIONALI (BBAN) PAESE CHECK CIN ABI CAB CONTO IT 97 U 05040 12193 00000000569L BIC - BANK IDENTIFIER CODE ANTBIT 21203 Quando richiedete la celebrazione di Sante Messe ed esprimete un’eventuale intenzione particolare, vi preghiamo di scriverla nello spazio riservato alla causale del versamento sui c/c postali. I M P O RTA N T E Preghiamo i benefattori delle Americhe, Canada, Australia ed Europa di inserire nelle buste soltanto assegni bancari o personali, mai banconote anche se l’offerta è piccolissima, esclusivamente intestati a: «Istituto Antoniano dei Rogazionisti o Istituto Antoniano Maschile». Chiudere bene la busta e sigillarla. La Direzione ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI NOSTRI LETTORI In conformità alla legge 675/1996 sulla privacy, attestiamo che i nominativi e gli indirizzi dei nostri benefattori sono da noi utilizzati esclusivamente per l’invio del nostro periodico LA VOCE e della relativa corrispondenza. Chi lo desidera, potrà sempre richiederci per iscritto modifiche o cancellazione del proprio nominativo. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI VIA TIZIANO MINIO, 15 • 35134 PADOVA • TEL. 049.60.52.00 • FAX 049.60.50.09 • C/C POSTALE 6361 www.orfanotrofio.cjb.net • E-mail: [email protected] 06.030 8 24.5.2006