PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM LA VOCE DELL’ANTONIANO ROGAZIONISTA “Io l’amo i miei bambini” Padre Annibale Maria Di Francia ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI Via Tiziano Minio, 15 - 35134 PADOVA Periodico d’Informazione Religiosa e Culturale ANNO LVI N. 7 - OTTOBRE 2006 Contiene inserto redazionale Direttore Responsabile Vito Magno Stampa Litografia “Cristo Re” Morlupo - Roma Poste Italiane S.P.A. Spediz. Abbon. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa Legge 5.8.81 n. 416 Art. 11 Reg. Tribunale di Padova n.793 del 5 dicembre 1983 Con approvazione ecclesiastica Associato USPI Una copia: Euro 0,13 Le parole scomode sono quelle che più ci fanno crescere C osì parlò il card. Ruini un freddo mattino di marzo. E subito gli schieramenti levarono il grido di protesta: lesa laicità dello Stato, vergognosa ingerenza! È noto: molte nostre parole non salgono dalla coscienza. Vengono da altra fonte, che non è quella per la quale ci definiamo umani. L’accanimento prende di mira Ruini, ogni qualvolta apre bocca, perchè lui certe idee le fa emergere dalla coscienza. Tali quelle di persona e di famiglia. La parola che non nasce come espressione del meglio che c’è in noi, fa paura. La luce della parola si misura infatti dalla fedeltà alla verità. Più se ne allontana più si tira addosso la notte. Oggi la parola non è più il parto della coscienza. La gestazione della parola avviene nel grembo della cieca passionalità, del libertinismo, che è la rovinosa deformazione della libertà. Ci siamo lasciati alle spalle i veleni della campagna elettorale di aprile, ma ci resta nelle fauci il sapore acre di quella poco degna vetrina delle parole. Le hanno usate come esca. E il modo ancor ci offende. Le democrazie moderne danno a volte l’impressione di una grande farsa, dove gli equilibri delle gloriose democrazie storiche sono irrisi e stracciati. Un esempio, l’uso che si fa della maggioranza. Questa non può intendersi separata dai valori civili, da una qualche verità che faccia da punto di approdo. La maggioranza è diventata un feticcio, così che il consenso del 50 più uno per cento è ritenuto (quando fa comodo) come sommo bene comune. Ma si dà il caso che le maggioranze siano largamente manovrate. Se in Gran Bretagna la legge sul “suicidio assistito” (obbrobrio!) è sostenuta dall’ 87 per cento dei cittadini, ciò non significa che è una legge - verità. Per fortuna, non tutte le parole nascono inquinate dalle passioni, dagli interessi e dai bizzarri straniamenti della ragione. Ci sono voci calibrate sul registro della coscienza, una coscienza educata e ben formata. È da queste coscienze che vengono parole di speranza. Parole anche scomode, che tuttavia riportano in onore i valori genuini della nostra comune natura. Verità di tutti, verità per tutti. Non dunque “norme peculiari della morale cattolica”, diceva Benedetto XVI il 12 gennaio, ma “verità elementari che riguardano la nostra comune umanità”. Fa riflettere il seguente dato: la Chiesa, nella crisi delle società occidentali, mette a volte il segnalibro alla Bibbia e apre l’altro volume, dove sono depositati i valori della nostra specie. Sennonchè, neppure a parlare in nome della ragione si raccolgono consensi scontati. Che cosa significa ciò? Che la società moderna non vuol saperne né di fede né di ragione? Ci rifiutiamo di crederlo. Almeno per la gente comune. La ragione impazzita abita in alto, nel jet-set del potere, quello culturale e quello politico. E’ lì che sbarrano la strada alle parole scomode, quali il rispetto della persona, l’idea pulita dell’amore, la santità della famiglia. Dire queste cose a fronte alta non è delitto contro lo Stato laico. Al quale può fare solo bene se qualcuno ricorda che il matrimonio è, per natura e per costituzione, tra tra uomo e donna. Se poi è in vista la caverna preistorica, perché non accogliere parole scomode, che ci aiutano a crescere? D.C. OTTOBRE 1943: L’ARMA DEBOLE SUL ROMBO DEI QUADRIMOTORI... icordo d’infanzia. La sirena sbatteva sulle case impaurite l’urlo straziante. Si correva ai rifugi, e già nel cielo apparivano i corrieri della morte, quadrimotori pronti ad allegerire il carico seminando lutti e lacrime. In una cantina, trasformata in ricovero, mi accucciavo accanto a mia madre. Era buio, e nel buio udivo intonare il rosario. Un coro sommesso e dolce. Non in chiesa, ma in quella trappola da topi dove potevamo rimanere sepolti, appresi l’Ave Maria. In latino, s’intende, chè in italiano ci avevano pensato in famiglia. Quando ho studiato, ho capito il latinorum storpiato delle nostre donne laggiù. E non mi è venuto da ridere. R Storpiature care, accette alla Madre celeste, che accoglie tutti i linguaggi dei figli! Gli aerei passarono, abbatterono vite innocenti. Una stele al camposanto ne scandisce i nomi sul marmo slavato dal tempo. Li rileggo, mi prende un nodo alla gola. Nonno, ti commuovi? Lui non sa… Emozioni di oggi: perché allora, nella cantina-rifugio, mi prendeva una grande speranza. A suo modo, la voce sommessa delle donne, arma debole affidata ai grani di una corona, vinceva l’urlo della morte. Leggere avviso IMPORTANTE a pag. 5 PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM 2 La Voce dell’Antoniano Rogazionista La Vide le folle e ne ebbe compassione IL VANGELO SECONDO SANT’ANNIBALE MARIA Q uest’ottobre missionario lancia messaggi. C’è gente assetata di Dio. Frammenti o semi di verità se ne trovano dappertutto. Tuttavia i semi non sono la verità, la lampadina non è il sole! Cosa è la verità? Ho trovato una definizione nel diario di un’umile donna: “Gesù è la mia verità!”. A questo Gesù guardano chi sa quante creature umane. Il caso di quell’afgano che, nello scorso marzo, si è convertito al cristianesimo ed è incappato poi nella sharia islamica con tanto di condanna a morte che, sdegnato il mondo, dice quanta fame di Vangelo c’è in giro. Entro questo contesto si colloca il messaggio di Sant’Annibale. Il quale colse, del Vangelo, una pagina toccante, certo la più attuale. La citiamo per intero? Eccola, da Matteo 9, 35-38: La Vita di S. Antonio raccontata dai contemporanei Puntata 20 35 “Gesù intanto percorreva tutte le città e i villag- gi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il Vangelo del regno e sanando ogni malattia ed ogni infermità. 36 “E vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e abbattute come gregge sanza pastore. 37 “Allora disse ai suoi discepoli: La messe è veramente grande, ma gli operai sono pochi. 38 Pregate /ROGATE/, dunque, il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”. Il brano di Matteo ha un riscontro in Luca 10, 1-2 e torna in Giovanni con allusioni. Il Vangelo del Rogate è dunque al centro del Vangelo, cioè della lieta notizia proclamata da Gesù. L’Apostolo del Rogate, Sant’Annibale, trovò molti ostacoli quando si adoperò a rivelare alla Chiesa del suo tempo il forte messaggio di Gesù. Andò incontro a indifferenza, il che lo lasciava amareggiato e ancor più meravigliato. E’ cosa “che ha del mistero”, si consolava lui. Tornando a quest’ottobre delle missioni, il Santo osservava che la fede non cammina se mancano i “buoni Operai” di Dio, sacerdoti, consacrati e volontari proiettati nelle fatiche del Regno. Cosa occorre fare? Rogate ergo, pregate dunque. E’ la preghiera del coinvolgimento, del cuore e non delle labbra. Un discorso molto articolato, che non può esprimersi in pochi tratti. Qui è da sottolineare che Sant’Annibale intendeva la preghiera come motrice di azione. Secondo questa logica, egli era apostolo della preghiera per le vocazioni e nello stesso tempo scendeva in mezzo alle folle abbandonate come gregge senza pastore. Anche lui, cuore di fiamma accanto al Cuore di Gesù, ebbe compassione della gente. Il quartiere Avignone di Messina lo vide completamente offerto alle miserie umane. E fu solo l’inizio di un cammino verso le folle moderne. Egli vive oggi nei suoi figli i Rogazionisti e nelle sue Figlie del Divino Zelo: le due famiglie religiose sono sui fronti delle povertà umane dove la miseria si raggruma in situazioni e quartieri simili a quello Avignone di Messina. I fanciulli lo acclamano Santo Quando frate Antonio volò al Cielo nel conventino dell’Arcella, i frati cercavano con ogni diligenza e cautela di tener celata agli estranei non meno che ad amici e conoscenti la beata morte di Antonio, onde non venire travolti dal subbuglio delle folle, quand’ecco frotte di fanciulli si misero a percorrere la città gridando: “E’ morto il padre santo! È morto santo Antonio!”. Udendo questo, la popolazione accorre in fitte schiere all’Arcella, trascurando le proprie occupazioni, con cui si guadagnava da vivere; la dimora dei frati viene circondata come da sciami d’api. E tutti a una voce sola e con unanime cordoglio si danno a lamentarsi, esprimendo con gemiti e lacrime l’affetto sincero dell’animo: “Dove te ne vai, o padre, per non più ritornare? Tu, che eri il padre di Padova, il suo cocchio e auriga? Senza di te ci troveremo orfani, poiché sei stato tu a generarci in Cristo Gesù per mezzo del Vangelo”. Assidua-Rigaldina, c. 18 I. “C ca m sp In Famiglia Famiglia: un episodio e una testimonianza del beato Giovanni XXIII L’episodio. Un giorno, Giovanni XXIII acconsentì a farsi fotografare insieme a una mamma circondata da sei figli tutti sacerdoti. Egli gioiva intimamente davanti a quella famiglia. Quando fu il momento del clic, la macchina fotografica s’inceppò. Il fotografo, tutto sconsolato, allargò le braccia, rosso per la vergogna. Ma papa Giovanni trovò subito una battuta felice. Disse alla mamma: “Vede, signora, lei è una meraviglia. Anche la macchina si è incantata!”. La testimonianza. “Ricordo con grande commozione la mia famiglia così povera, ma ricca di doni celesti. Ricordo gli esempi dei nostri buoni genitori, papà e mamma, sempre scolpiti nel cuore; l’atmosfera di bontà, di semplicità e di rettitudine che abbiamo respirata fin dall’infanzia. E come il nostro cuore torna spontaneo alla famiglia, che il Signore ci ha data, così anche il vostro si sofferma e riposa su quel focolare, nel cui tepore è fiorita la vita di ognuno, orientandosi così fin dai pimi anni verso il bene, verso il dovere, verso Dio”. (Dal Discorso di Giovanni XXIII al Centro Femminile Italiano) Felicità di mamma, papà e della nonna Yolanda Tarantino: Matteo, Jordan, Dylan, Juliet, Anabel. si in zi C A m la R si di “S sp m sc to ne va Sa sp pi de Tr qu Te en ut Riceviamo “in Famiglia” anche fratelli e figli, che, superato l’incanto dell’infanzia, gioiscono dei colori tenui del tramonto. Auguri al Cav. Pasquale Sannino, benemerito della Patria. Nato ai piedi del Vesuvio, in Ercolano, risiede a S. Nicola La Strada/CE. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM nista La Voce dell’Antoniano Rogazionista CHIAMATI A DARE RAGIONE DELLA NOSTRA SPERANZA A no e he o, le, eÈ anva ta si rio di ci in 18 Il IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona (dal 16 al 20 ottobre 2006) I l Convegno di Verona è stato preparato per tempo. Nel maggio del 2005 un Comitato collegato alla CEI diffondeva la Traccia di riflessione. Su questa le diocesi italiane si sono confrontate, esprimendo riflessioni e indicazioni. Verona è la verifica e la rimodulazione del percorso avviato a Palermo (1995), Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Ad apertura della Traccia, il card. Dionigi Tettamanzi, Presidente del Comitato preparatorio, dà la chiave di lettura dell’evento veronese: “Cristo Risorto, speranza nostra”. Subito dopo, però, siamo avvertiti che ci ritroviamo in un tratto inedito della storia bimillenaria del cristianesimo. “Si è consapevoli che non è cosa facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: è offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l’orizzonte escatologico, l’idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata verso una pienezza che va al di là di essa”(Ivi, p. 3). Sarà anche vero che ci si può smarrire. Ma la speranza cristiana ha un ancoraggio solido, la pietra angolare che dà solidità all’edificio della civiltà e salda il presente al futuro. La Traccia è ben più articolata di quanto dicono queste rapide note. Dopo la presentazione di Tettamanzi, essa svolge i punti che seguono. Li enunciamo per dare un’idea complessiva e utile del documento. I. LA SORGENTE DELLA TESTIMONIANZA “Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito” (1° Lettera di Pietro, 3,18). IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona 16 20 ottobre 2006 Sviluppo del tema: Partire dal Risorto - fare esperienza del Risorto - comunicare il Risorto. II. LA RADICE DELLA TESTIMONIANZA Stringendovi a lui, pietra viva…, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio (1° Lettera di Pietro, 2, 4-5) Sviluppo del tema: Il cristiano come testimone – la radice battesimale – la fede adulta. III. IL RACCONTO DELLA TESTIMONIANZA “Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1° Lettera di Pietro, 2,9). Sviluppo del tema: Stirpe eletta… – le ragioni della speranza – contemplazione e impegno. IV. L’ESERCIZIO DELLA TESTIMONIANZA “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1° Lettera di Pietro 3,4). Sviluppo del tema: Cristo alimenta in noi una luce per il mondo – le proprie radici e il dialogo. “Questo nostro tempo – leggiamo al n. IV, ha una grande nostalgia di speranza… Ogni cristiano è chiamato a collaborare con gli uomini e le donne di oggi nella ricerca e nella costruzione di una civiltà più umana e di un futuro buono”. A cura di L. Parton Progetti per l’anno scolastico 2006-2007 I due progetti, di Edea e di Rrila, ci vedono coinvolti con altre comunità antoniane rogazioniste. Li presentiamo schematicamente come segue MISSIONI ROGAZIONISTE ei 3 DOCUMENTO PROGETTO EDEA (Camerun): PROGETTO RRILA (Albania) Gruppo elettrogeno Della missione rogazionista di Edea vi abbiamo altra volta informati. La Comunità opera in un contesto impegnativo e difficile. Ma sono anche fondate le speranze. Il Camerun, esteso una volta e mezzo l’Italia, ha 16 milioni di abitanti, il 42,1 dei quali sono di età da 0 a 15 anni. Un confronto con l’Italia, dove gli stessi sono il 14,1 per cento fa capire quanto vale laggiù la scolarizzazione ed educazione di un bambino. Le religioni: indigene 40%, cristiana 40%, musulmana 20%. Negli anni passati la fraternità antoniana ha dato il suo contributo per realizzare una sala polivalente, che oggi raccoglie i bambini per il doposcuola e l’oratorio. Quanto è stato inviato permette di dotare questi ambienti con banchi, tavoli, sedie, cartine geografiche. Sarebbe possibile anche acquisire alcuni computers, ma l’attuale gruppo elettrogeno è alquanto piccolo e malandato, perciò bussiamo ancora alla vostra porta per poterne acquistare uno più potente. Si potrà così allestire un piccolo centro informatico per avviare questi ragazzi verso l’apprendimento di qualcosa che permetterà loro un inserimento più vantaggioso nel mondo del lavoro. Finanziamento richiesto: Euro 4.500,00. Banchi per la chiesa La chiesa di Rrila è dedicata a San Giuseppe, il paese conta più di 3500 abitanti tutti cattolici. Vicino alla chiesa che è al centro del paese vi è la scuola frequentata da più di mille alunni di scuola elementare e media. Grazie al contributo di Organizzazioni cattoliche della Germania, si pensa di portare a termina la costruzione. Intanto ci rivolgiamo a voi, amici e benefattori antoniani, pensando all’arredo interno. Facendo i banchi si dà lavoro ai falegnami locali e al tempo stesso si fornisce di un arredo necessario la chiesa. Finanziamento richiesto: Euro 4.500,00. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM 4 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Sempre nuove tecnologie: E DOPO...? Il conferenziere esaltò le nuove tecnologie e la platea gli tributò doverosi applausi. Io me ne stetti immobile e un po’ contrariato. Pensavo a quelli del terzo Mondo, che sono fermi al medioevo e hanno il computer. Che vale imbottirci di tecnologie se manca il più che fa la civiltà? Alfredo Bellomo, Atripalda/AV Se ho capito bene, per te, caro Alfredo, di tecnologia ce n’è di avanzo. Io penso che la tecnologia non è tutto, ma è necessaria: aiuta a progredire. Mi dirai che questa è una verità ovvia, che anche tu ammetti. Allora, dove sta il problema? Per me sta nell’uso che si fa di ogni scoperta o invenzione che sia. Le nuove tecnologie devono essere per l’uomo, e non l’uomo per le tecnologie. Bene, forse la questione che poni è proprio questa. E sotto quest’aspetto possiamo sintonizzare. Possiamo criticare certe tecnologie, anzi è doveroso farlo, anche se tu ed io siamo una ben piccola voce, che non arriva lontano un tiro di schioppo. C’è da domandarsi quale necessità c’è di computer sempre più potenti ( e difficili da dominare), di treni sempre più veloci (alla faccia delle carcasse destinate ai pendolari), di pannelli solari più efficienti, di lampade più economiche e durevoli. La tecnologia, se vuole avere un senso compiuto, deve fare delle scelte, dare la priorità a quelle che più attengono al bene della gente. Il futuro è già oggi, a patto che la tecnologia metta tutti a livello di dignità. Il controsenso sta invece nel fatto che i nuovi ritrovati vengono molto impediti di tradursi in moneta sonante dalle leggi sui brevetti. Queste impediscono, spesso, che le invenzioni vengano usate. Leggo di brevetti sepolti negli archivi segreti, mentre la loro divulgazione metterebbe a disposizione della società un tesoro di risorse. Un caso limite, a tutti noto, è quello dei farmaci anti-Aids. Le case farmaceutiche non vogliono farli produrre a basso costo. Hanno in parte ceduto, costrette dal rumoreggiare dei media e dell’opinione pubblica mondiale. È anche una reponsabilità loro se in Africa si muore, essendo i farmaci fuori dalla portata delle tasche. So di missionari che fanno miracoli per salvare delle vite umane, come i Rogazionisti di Nyanza nel Ruanda, che vanno per le famiglie a portare soccorso e lanciano verso l’Europa il grido di dolore a nome di quelle popolazioni. Appare evidente che in tal modo, e in simili casi da non generalizzare, la nuova tecnologia non serve l’uomo, ma sfrutta una grave sofferenza dell’uomo a proprio profitto. CARITA’ SENZA CONFINI Reyes Ryan anni 17 • 2° Classe Scuole Superiori Ryan è il quinto di nove figli avuti da Simiona e Rodolfo Reyes. Il padre lavora attualmente presso una coltivzione di caffè, abbastanza lontana dalla famiglia. La madre ha già una nidiata di bambini da accudire, e si affida ai più grandicelli per andare avanti economicamente. Per i figli andare a scuola è un problema, e Ryan ha sofferto sulla sua pelle questa condizione. A scuola ci andava, quando ci andava, scalzo, senza colazione, arrangiandosi a chiedere ai compagni qualche morso. Quando è entrato nel St. Anthony’s Boys Village di Silang, presso la nostra missione rogazionista-centro educativo e di formazione professionale, ha trovato il paradiso. Non ne ha profittato per riposare, ma per recuperare. Da grande vorrebbe diventare poliziotto. La fraternità antoniana, che fa capo al nostro Istituto padovano, aiuterà anche questo bravo ragazzo ad aprirsi una strada. bambini ESCLUSIVO • una domanda • una domanda • Anche i fiori hanno una storia, per esempio il narciso... Giusto. Come è fatto questo narciso? chiederete. E’ una pianta dai fiori bianchi odorosi. Di più non vi dico, altrimenti ci confondiamo la testa. Ora dovete seguirmi, perché vi dirò all’orecchio una cosa curiosa e strana. Quale? Meglio che vi racconto la storia, va’… Conoscete qualche ragazzo che si crede molto bello e che si gonfia come un pavone per questo? Bene, state sicuri che, prima o poi, ci sarà qualcuno che lo canzonerà, dicendogli: “Sei un Narciso!”. Perché? Secondo una favola greca, Narciso era un giovane che viveva nella città di Tespi in Beozia. Come bellezza, mica male, era davvero una meraviglia della natura. Tutti l’ammiravano e molte ragazze sarebbero state felici di sposarlo. Ma Narciso, vanitosissimo, tutte le disprezzava: non amava che se stesso. Un giorno, contemplando la propria immagine riflessa in una fonte, ne ebbe tanta ammirazione…che s’innamorò di se stesso. Si spenzolò per abbracciare la propria immagine riflessa nell’acqua, ma naturalmente non gli fu possibile. Allora, per disperazione, si uccise, e dal suo sangue nacque un fiore che porta il suo nome. Da questo Narciso innamorato di se stesso hanno avuto origine parecchie parole, che potete vedere sul vocabolario. Ne troverete almeno quattro… Lascio a voi la ricerca. Vocabolarietto • Pavone - Uccello appartenente alla stessa specie dei fagiani. Ha una coda con lunghissime penne colorate con le quali fa la ruota. Tutti voi sapete che il pavone è il simbolo della superbia e della vanità. Ma lo sapete che è anche simbolo del paradiso? Come? direte. E già, perché lui con quei colori smaglianti dà veramente l’immagine di un mondo meraviglioso, il paradiso appunto. A proposito, cosa significa pavoneggiarsi? E cosa ancora vuol dire “farsi bello con le penne del pavone?”. Eh, piccoli, correte, correte al vocabolario. Buona fortuna! LA CARTOLINA A Villafranca Padovana c’è, avvolto in un’atmosfera di serenità agreste, il bel Santuario di S. Maria delle Grazie. Fu eretto nel luogo della miracolosa apparizione della Madonna nel 1479 a una bimba muta che da quel momento riprese la parola. Era una volta ricco di opere d’arte pregevoli, sottratte. Oggi Villafranca non è più isolata nel bel mezzo della pianura veneta. Padova si è ingrandita, ha mordicchiato anche da quelle parti i verdi campi. Questo non vuol dire che non sia dato di godere ancora ampi tratti a coltivazione intensiva. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 La PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM nista 5 La Voce dell’Antoniano Rogazionista PUNTI E SPUNTI Spazio Aperto Io, nonno senza pace, con la complicità di un figlio e di una nuora… Fosse per me e per mia moglie, saremmo la coppia più felice del mondo. Una vita condivisa nella buona e nella cattiva sorte, a nessuno è mai passato per la testa di piantare in asso l’altro per futili motivi. Fino ad anni fa, ero orgoglioso di aver cresciuto mio figlio così e così. “Eh, turno sballottato di qua e di là. Sofferenze inutili e impietose per me nonno. Ora c’è anche la festa dei nonni, il 2 ottobre. Che curiosa festa, se lascia tanti problemi sospesi sulle nostre ultime energie di pensionati, che abbiamo lavorato una vita e ora cerchiamo solo un po’ di pace. Augusto Palanca, Firenze La Turchia? Meglio attirarla in Europa È bene ricordarlo: in Turchia nacquero l’apostolo Paolo e l’evangelista Luca. Qui nei primi secoli fiorì una splendida civiltà cristiana, che regalò uomini di altissima statura, tra cui insigni Padri della Chiesa. Qui, a Efeso sulla costa, dimorò il discepolo Giovanni con la Madre di Gesù, Maria. E oggi? Turchia: 70 milioni di abitanti, la quasi totalità musulmana e tre sparute con voolo eraito, nne quando le radici familiari sono buone, i figli vengono su diritti e schietti come i pioppi…”. Mi ridevano gli occhi. Adesso l’ho sposato, e di lì sono venuti molti dispiaceri. Interferenze di suocere e nuore? Certamente. Ma soprattutto l’estrema fragilità di queste nuove generazioni. Per questi ragazzi l’amore è a tempo determinato, hanno i piedi nel terreno insidioso del relativismo. Non sapranno forse nemmeno cosa sia, ma ce l’hanno incorporato fin nel midollo delle ossa e ne fanno uso. “Se tua madre mette piede in casa nostra, me ne vado, capito?”. Così parlò mio figlio. La sposina, non meno bislacca, gli rispose per le rime. L’alterco era in agguato, ed esplose quando la madre di lei, ovvero la suocera di mio figlio, esagerò un poco inserendosi nella nascente famigliuola. Per fortuna nacque un bel bambino e un raggio di luce si posò su quella casa. Poi ne nacque un altro, e fu crisi, perché lui va all’ufficio, lei anche e il piccolo diventa il pacco di Schegge ✔ Viviamo di allucinazioni, compiamo allucinazioni. Le automobili, ad esempio: bellissime, modernissime e destinate a stare ferme nel traffico, inchiodate a terra . Beppe Grillo, comico ✔ Qualora parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho la carità sono un bronzo sonante e un cembalo squillante. San Paolo ai Corinzi 13, 1 ✔ Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia. minoranze: armeni ortodossi, ebrei e greco ortodossi. A questi gruppi religiosi il governo riconosce uno speciale statuto di minoranza. E i cristiani? Sarebbero un centomila, di cui un quarto cattolici con sei vescovi. Gli ortodossi di rito siriaco diecimila, i protestanti tremila. Tutti gli esponenti di queste minoranze sono favorevoli all’ingresso della Turchia in Europa. Questo comporterebbe un deciso miglioramento delle loro condizioni di vita e del loro status giuridico. S. Cè Guarire con le erbe Qualche volta è da saggi baciare la mano che ci percuote. Esempio, le seguenti provocazioni… Noi, quei soldati che sono tornati dalle battaglie macchiati di sangue; quelli che hanno visto i parenti e gli amici uccisi sotto i propri occhi; noi, quelli che sono andati ai loro funerali senza riuscire a guardare negli occhi i genitori; noi, quelli che sono venuti da una terra in cui i genitori seppelliscono i loro figli; noi, quelli che hanno combattuto contro di voi, palestinesi: noi oggi vi diciamo, con voce chiara: Basta lacrime e sangue. Basta! Ytzhak Rabin Discorso alla Casa Bianca, 13.09.1993 Dopo la firma dell’Accordo di pace Israelo-palestinese Dio non fa graduatorie, non si lascia incantare dai tuoi titoli di nobiltà né da quelli di studio e neppure dalla brillantezza della tua carriera sociale. Dio non si fa sedurre dalle tue belle parole più di quanto non ascolti il lamento del povero ai margini della via, o il pianto del bimbo col cuore schiantato dall’assenza del sorriso materno. +Tonino Bello Il tuo intervento non ha condotto la cosa a effetto, solo Dio può fare questo; ma rallegrati se Dio ha potuto servirsi del tuo intervento nella sua opera. Rallegrati per aver percepito che quanto hai fatto era necessario, ma nota che anche così tu sei stati solo lo strumento di Chi per tuo mezzo aggiungeva un granellino alla totalità che stava creando per i suoi scopi. Dag Hammarskjòld, Segretario dell’Onu negli anni ‘60 LAVANDA La pianta È una pianta che può raggiungere un metro di altezza, a cespuglio, con foglie allungate, fiori a spighe di colore violetto, retto da un lungo gambo nudo di dore aromatico. Usi Oltre alla utilizzazione industriale, se ne fabbricano dei conosciutissimi profumi ed essenze.Ha anche un’utilizzazione in medicina come calmante e sedativo del sistema nervoso; è atta ad abbassare la temperatura, e viene indicata contro la pertosse. Potete coltivare la pianta in vaso, ampio di 50 cm di diametro. IMPORTANTE Informiamo i nostri amici e benefattori che, a seguito di nuove procedure attuate dalle Poste Italiane, non è più possibile scrivere alcuna indicazione sul retro del bollettino di conto corrente postale. Comunque, le intenzioni delle offerte possono essere specificate nell’apposito spazio riservato alla causale del versamento, sul fronte del bollettino stesso. Gianni Rodari (+1980) ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM 6 ABBIAMO Letto Tagli e ritagli a cura di L. D.C. Sognando un’Italia a tutto gas... andare le nostre centrali, ma compriamo anche l’energia elettrica che non riusciamo a produrre: un bel 13 per cento e rotti. Così basta un niente per mandare l’Italia in black-out. Non solo. Mentre i prezzi del greggio esplodevano, l’Italia rinunciava al nucleare, riduceva l’uso del carbone e investiva in briciole per dotarsi di fonti alternative. Un suicidio energetico. B. Manfellotto, Il Mattino “Sono arrivata in Italia nel 2003 e sono stata gettata sulle strade di Bologna. Ero una vittima (Liliana non usa mai la parola prostituta) nelle mani di un clan di zingari rumeni. Mi avevano comprata per tremila euro”. /Il resto della dolorosa vicenda: Liliana ha un figlio da un incontro mercenario, alla nascita lei rinuncia alla sua creatura perché minacciata dagli sfruttatori. Ora piange, ma non sa più nulla del suo bambino. A sua volta, anche lei fu una creatura abbandonata a due anni dalla mamma e vissuta in istituto fino a 15: cioè quando un giovane finse di volerle bene e poi la vendette agli sfruttatori/. Donna Moderna, A. XIX/6 Appare drammaticamente debole questa Italia energetica piena zeppa di ritardi e di contraddizioni. Oggi le bizze di Putin, i ricatti di Gheddafi, domani chissà… Per le forniture di gas, per esempio, contiamo solo sui tubi che ci portano il gas da Russia e Nord Africa; per quelle di greggio siamo in balia dello strapotere economico-finanziario dei signori arabi del petrolio. Così basta un focolaio di guerra, o la schermaglia politico-commerciale tra Mosca e Kiev /Ucraina/, per portare alle stelle il prezzo del barile o veder tagliate le forniture di gas… Non siamo padroni del nostro destino perché dall’estero non solo importiamo l’82 per cento del combustibile (metano, greggio, carbone) che ci serve per far Vittima o colpevole? Abbandonò sua figlia L’abbandono e la compra-vendita dei bambini sono un fenomeno esteso, ma difficile da circoscrivere. Secondo la Commissione bicamerale per l’infanzia ogni anno in Italia vengono abbandonati 300 bambini. E migliaia di minori stranieri vivono senza i genitori, potenziali vittime del mercato di esseri umani. Ma com’è possibile che una mamma si sbarazzi di suo figlio? Sono donne cattive, insensibili? O solo disperate? Liliana, una donna rumena di 29 anni, alle spalle una storia di violenze, è una di loro. L’abbiamo incontrata in un luogo protetto, in Romania, dove sta cercando di ricostruirsi una vita. Abbiamo toccato il fondo o affonderemo ancora di più Che il fondo sia ormai toccato /?/ me l’ha confermato la giovane coppia di turisti con bambina. Una famigliola – e non esotica, padana- vista giorni fa nel duomo di Desenzano. Appena entrati, la mamma ingiunge alla figlia di levarsi la cuffia civettuola con cui si difende dal freddo. “Mi raccomando”, dice, tra lo zelante e il competente, a quella sua femminuccia, “devi scoprirti il capo”. Ero proprio lì accanto, non potevo non sentire. Ammetto che non ho resistito alla battuta, venutami immediata: “E soprattutto, non dimenticate di lasciar fuori le scarpe”. Mi guardarono, i La Voce dell’Antoniano Rogazionista La tre, perplessi, con aria sinceramente incerta. I genitori, come cercando di ricordare se avevano visto qualcosa, in tv o sui giornali, su qualche misura di par condicio tra chiese cattoliche e moschee: tanto, si sa, oggi ‘ste religioni sono tutte più o meno eguali… Una famigliuola di tranquilli postcristiani, d’accordo. Ma le cose non vanno molto meglio con i cosiddetti praticanti. E non da oggi. Me ne accorsi quando cominciai l’avventura di scriba /scrittore/ di cose cattoliche /il Messori è un convertito, ndR/, con un libretto dove azzardavo certe ipotesi su Gesù. Scrivendole, il lettore cui pensavo era uno come me fino a qualche anno prima, uno della “città secolare”, uno venuto su, tra famiglie agnostiche e scuole laiche, senza alcun contatto con frequentazioni e studi clericali. Un lettore, dunque, cui cercavo di dare, come cosa per lui inedita, le coordinate di una fede ormai sconosciuta. Invece – con qualche amarezza mia, ma con soddisfazione dell’editore – mi accorsi subito, dalla diffusione e dalle lettere che mi giungevano, che quelle cose suonavano nuove pure ai praticanti, pure a coloro che si aggirano attorno alle parrocchie. P P Vittorio Messori C g M Il n d b m so a vo vo SU M SCIENZA E DINTORNI Le ultime (o quasi) sulle cellule staminali per il trattamento di gravi malattie L e ricerche sulle cellule staminali embrionali sono al centro di aspri dibattiti, perché la loro estrazione provoca la distruzione dell’embrione da cui derivano. Nella corsa alla carica di Presidente degli Stati Uniti, il senatore John Kerry si battè con George Bush proprio sull’impiego delle cellule staminali embrionali, sostenendo che bisognava farne un uso più moderato. Sono pertanto importanti alcune ricerche, tutte riferite al 2004, che spostano sulle cellule adulte le possibilità in ordine al trattamento di molte malattie gravi, quali il morbo di Parkinson. Un gruppo di scienziati della Corea del Sud è riuscito a produrre cellule staminali embrionali da cellule umane clonate, utilizzando gli ovuli donati da 16 donne (Science, 12 marzo 2004). Il 30 giugno 2004 alcuni ricercatori dell’Università israeliana Hadassah hanno riferito di aver utilizzato cellule staminali di embrioni umani per mitigare i sintomi del morbo di Parkinson nei ratti. Nei ratti sono diminuiti i sintomi del morbo per il fatto che le cellule staminali si erano trasformate in cellule che producono dopamina. La mancanza di dopamina è legata, infatti, al morbo di Parkinson. Uno studio condotto su 20 pazienti che avevano subito un intervento al cuore ha dimostrato che iniettando cellule staminali adulte (prelevate dall’osso iliaco degli stessi pazienti) in porzioni del proprio cuore, essi si sono ristabiliti meglio di coloro che non avevano avuto questo trattamento. La ricerca è stata presentata il 26 aprile 2004 a Toronto in Canada ad un convegno internazionale. Questa notizia ha sollevato molto rumore, perché se è vero che le cellule staminali adulte hanno effetti benefici come sopra detto, significa che è superfluo l’utilizzo delle cellule embrionali, le quali sollevano gravi problemi etici. Scienziati della Duke University (Nuova Carolina,USA) hanno evidenziato che le cellule staminali provenienti dal sangue del cordone ombelicale, se trapiantate in bambini affetti da malattie rare, possono trasformarsi in cellule del muscolo cardiaco. L’efficacia di questo rimedio si conosceva già da tempo, ma solo grazie a recenti ricerche è stato dimostrato che sono proprio le cellule staminali del sangue a fare la differenza, poiché si adattano al tessuto di cui si ha bisogno. Fonte: Il libro dei fatti 2005, pp.798-99 ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM nista 7 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Pietro Giuseppe, Cesidia e Cristina Maria ILLUMINATE I NOSTRI PASSI Antonio Iembo nnto su ra o, te ori Tiziana Matteo Antonio Muraca Riccardo Angelo Ricciardi Peter e Vito Franci e Lucian Wade MC Donald Benedici il Signore, anima mia PREGATE PER UN VOSTRO FRATELLINO Carissimi, chiedo a S. Antonio una grazia, come già la chiesi quando Matteo Antonio nacque (foto in Illuminate…). Voi, bambini antoniani, siete suoi fratelli e sorelline, dovete pregare per lui. Lui vi vuol bene, e anch’io ve ne voglio come mamma e nonna, che da 40 anni sono vostra benefattrice e devota a S. Antonio. Fatevi sentire con la vostra voce innocente: il Signore a voi vi ascolta. Maria Stella Muraca, CAN vuta dalla mia nuora Gaetana Montelucio per un intervento al cuore, rimanendo poi due mesi degente in ospedale per complicazioni post-operatorie. Nelle difficoltà ho pregato con tutto il cuore il nostro Gesù che per l’intercessione di S. Antonio e di S. Annibale Maria ci concedesse la grazia. Ora la mia nuora è a casa in via di guarigione ed io son qui commossa a esprimere il mio ringraziamento. Sono vedova, di 83 anni, non vi dimenticherò mai. Cino Eleonora, Belgio UN CERO DAVANTI AL SANTO SUPERATO UN GRAVE INTERVENTO Mando un’offerta per grazia rice- Caro Padre, la prego di compiere un gesto semplice, ma per me tanto significativo. Accendete un cer o davanti a S. Antonio e accompagnate con le vostre preghiere quella fiammella simbolica dove c’è tutto il mio cuore e la mia fede. Sono grata al Santo per avermi assistita in un’operazione molto difficile. Maria Rosa Battaglia, USA PER IL MIO GENERO MC DONALD Trovandosi il mio genero Wade Mc Donald (foto in Illuminate…) in cattiva salute, volevo portarlo a Padova, ma poi mi sono dovuta rassegnare, non posso viaggiare. Invio per me in segno di fede la mia offerta, sperando nella misericordia del Signore, che tante gra- Salmo 104 zie opera attraverso S. Antonio. Lo spero per il mio genero e anche per me. Non ci dimenticate. Maria Marrelli, Edmonton/CAN UN BRUTTO INCIDENTE STRADALE Il 12 febbraio 2005, in un incidente stradale presso Par ma, mio genero perse la vita e il mio nipote Antonio Iembo (foto in Illuminate…) rimase gravemente ferito e in stato di coma. Straziata dal pianto, ma piena di fede, pregai come mai nella mia vita e ora rendo testimonianza per grazia ricevuta. Pregate per la mia famiglia e per quella di mio nipote, che ora si trova in difficoltà. La nonna SUFFRAGIO L’ANGOLO DEL stse i da do ba /il on te etme no to le on Un di le ohe obire le aa- Gregorio e Giuseppina L’eterno riposo dona loro, o Signore! Letizia Cianflone Carmela Primiani Gino Omassi Antonio Alonzi Laura Maria Parrotta Lucia Bono Maria Ammatuna Elia Oss Michele Caravelli Papà di Ida Cianflone Per la legge sulla privacy, pubblichiamo solo foto su richiesta scritta, e non più di una. Scrivete chiaro e incollate bene le buste. LA DIREZIONE PD 06.134.ps - 6/30/2006 7:46 AM Riceviamo & Rispondiamo A perenne memoria “Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani, e spesso per lei si vive con l’ amico estinto e l’estinto con noi…”. U. Foscolo, I sepolcri Al papà Osservo ancora il tuo andamento placido e orgoglioso, che nutriva noi tutti di forza e di coraggio. Sento il calore dei tuoi baci all’imbrunire e l’ultimo che m’hai dato, quale ricordo della tua presenza/…/. La tua dolce e cara figlia Ida Cianflone. (Foto in L’Angolo…) L’8 dicembre Vengo a voi col cuore gonfio di dolore e gli occhi pieni di lacrime. L’8 dicembre scorso la mia dolce figlia Letizia Cianflone, ancora giovane e piena di vita, improvvisamente, mentre io guardavo alla Tv il Papa in Piazza di Spagna, si spegneva. Mi dicono che è stata la Madonna a portarla via con sé in Cielo, ma io dico che doveva stare quaggiù con me. Mando la foto (v. L’Angolo…) Pregate per Letizia. Religiosità popolare e poesia Grazie papà, tua figlia a nome di tutte FESTE IN FAMIGLIA Nel 60° di Matrimonio Le religiosità popolare ha un senso quasi innato del sacro, manifesta una genuina sete di Dio…, spazia nel mistero dell’aldilà, comunica con gli abitanti del cielo, la Beata Vergine Maria, gli Angeli, i Santi, i defunti... Cristo dolente Il Tuo volto in croce con gli occhi ancora aperti mi addolora fino a piangere, singhiozzando dentro. Gesù mio, mi smorza il respiro il Tuo soffrire lacerante, senza un segno di lamento/…/ Anna e Antonio Mazza (Canada) Nel 50° di Matrimonio Francesco Sisca Angelo Caravelli e Consorte (Leicester/Inghilterra) Sono la mamma di Letizia Franca Maglione Se ne è andato dicendo: “Sta’ contenta” Il mio carissimo papà Antonio Alonzi ( foto in L’Angolo…) è salito al Cielo il 31.12.05, assistito da me, mamma Elsa e Alessandra, una delle tre sorelle. Papà ci parlava sempre del giornalino antoniano e ce lo mostrava, abbiamo numerose ricevute dei conti correnti che inviava. Papà ci ha edificate nella lunga e grave malattia, un tumore al colon, e soprattutto ha sempre pregato: dopo le sofferenze della notte, ringraziava Dio il mattino successivo. Ridotto piccolo piccolo quando ormai non mangiava più,“vedi -diceva- se penso a come è stato sfregiato Gesù, questo per me è oro”. E ancora: “Vedi come sono magro, si vedono le costole come a Gesù”. Se ne andato in Cielo, dicendo a mamma: “Sta’ contenta!”. Ora sono in lutto, ma sono felice perché sicura che abbiamo fatto il possibile per accontentarlo e curarlo. La Voce dell’Antoniano Rogazionista a cura di Flos Giuseppe e Rosalia Russo (Toronto/Canada) AvvisI Particolare dell’immagine del Crocifisso miracoloso conservato nella chiesa dell’Immacolata in Crotone La Mamma Celeste Il nostro cuore sembra di essere in festa, quando invochiamo la Mamma Celeste; quando preghiamo, sentiamo vicino, Maria con Gesù Bambino. Ai santuari dedicati a Maria, accorrono sempre numerose compagnie, e di tanto in tanto qualche malato, da Maria è miracolato/…/. Saverio Di Vizio Al Papa polacco Hai rafforzato la fede nel cuore dei credenti e l’hai accesa in tanti dubbiosi, grande Papa, papa coraggioso, Papa d’Amore! Genti e potenti di tutto il mondo son venuti a darti l’ultimo saluto/…/. Amavi tanto i giovani, baciavi spesso i bambini, cui donavi augurali sorrisi per il domani. Mario Coletti Potete aiutare i nostri bambini anche con bonifico bancario: di seguito vi comunichiamo le coordinate: BANCA ANTONVENETA COORDINATE BANCARIE EUROPEE (IBAN) COORDINATE BANCARIE NAZIONALI (BBAN) PAESE CHECK CIN ABI CAB CONTO IT 97 U 05040 12193 00000000569L BIC - BANK IDENTIFIER CODE ANTBIT 21203 Quando richiedete la celebrazione di Sante Messe ed esprimete un’eventuale intenzione particolare, vi preghiamo di scriverla nello spazio riservato alla causale del versamento sui c/c postali. I M P O RTA N T E Preghiamo i benefattori delle Americhe, Canada, Australia ed Europa di inserire nelle buste soltanto assegni bancari o personali, mai banconote anche se l’offerta è piccolissima, esclusivamente intestati a: «Istituto Antoniano dei Rogazionisti o Istituto Antoniano Maschile». Chiudere bene la busta e sigillarla. La Direzione ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI NOSTRI LETTORI DIFFIDA – Diffidate di qualsiasi persona si presenti a voi a nome dell’Istituto. Sono abusivi, si spacciano per missionari e con nomi falsi: Pietro, Costantino... Se bussano, non aprite e telefonate alla Questura. L’Istituto Antoniano Maschile dei Rogazionisti in Padova è diverso e distinto da ogni altro in città. Ad evitare disguidi, servitevi dell’indrizzo esatto qui a piè di pagina. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI VIA TIZIANO MINIO, 15 • 35134 PADOVA • TEL. 049.60.52.00 • FAX 049.60.50.09 • C/C POSTALE 6361 www.orfanotrofio.cjb.net • E-mail: [email protected] 06.134 8