Modello di definizione e descrizione dei Risultati di Apprendimento, di attività didattiche e di valutazione delle competenze in ambiti formali di apprendimento Azioni di sistema per la realizzazione di strumenti operativi a supporto dei processi di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze 1 Potete trovare questo opuscolo online sul sito formazioneprovinciatreviso.it Ufficio Progettazione - Provincia di Treviso Via Franchini, 3 Lancenigo di Villorba (TV) Tel. 0422656813 Manoscritto terminato nel maggio 2011 La riproduzione parziale di questo opuscolo è autorizzata con citazione della fonte Stampato in italia - giugno 2011 2 Saluto del Presidente della Provincia di Treviso Questa pubblicazione è testimonianza dello sforzo che la Provincia, in collaborazione con Enti partner, ha compiuto nel voler dare un valore aggiunto alla certificazione che già i Centri di Formazione Professionale provinciali rilasciano ai soggetti qualificati in base alle direttive regionali. Infatti, questo progetto ha rivolto una particolare attenzione alle intenzioni dei corsi di formazione, quindi nell’aiutare quanti si occupano di formazione a pensare e a definire i percorsi di formazione partendo dai risultati dell’apprendimento e non dalla tradizionale programmazione scolastica consistente in un mero elenco di contenuti. Questa azione del “ripensare la Formazione in termini di risultati di apprendimento” contribuisce ad allineare il sistema formativo ai caratteri di trasparenza delle qualificazioni e dei percorsi, per favorire il riconoscimento dei saperi e il trasferimento da un sistema ad un altro, aiutare così, la mobilità geografica e professionale di lavoratori e studenti in un mondo economico-produttivo in continua evoluzione. Ciò consentirà una maggiore patrimonializzazione dei saperi e fornirà un valore maggiore alle certificazioni, nell’ottica della continuità dell’apprendere, dell’integrazione tra i sistemi formativi ed educativi e della risposta alle competenze richieste dal mercato del lavoro. Con soddisfazione presento questa pubblicazione, che racconta un progetto molto ambizioso che dovrà essere adeguatamente inserito ed implementato nei Centri di Formazione, certo che rappresenti un ulteriore passo in avanti nel sistema delle politiche formative della nostra provincia. Dott. Leonardo Muraro 3 Perché questo progetto? Il progetto s’inserisce nella più ampia azione di sistema promossa e coordinata dalla Direzione Lavoro Regione Veneto, per favorire la definizione di un “Modello di descrizione” dei risultati di apprendimento in ambiti formali di apprendimento. Tale azione è in linea con la strategia della trasparenza delle Qualifiche/Titoli e delle competenze comunque acquisite perseguita a livello europeo. La trasparenza va intesa come modalità attraverso cui è possibile dare visibilità ai saperi ed alle capacità dei singoli individui e deve essere considerata necessaria in quanto condizione per il miglior rapporto tra domanda ed offerta di lavoro, perché consente ai lavoratori di presentare, secondo un protocollo condiviso, i risultati di apprendimento acquisiti. In tal senso, la strategia della trasparenza supporta la mobilità di studenti e lavoratori e costituisce un importante principio regolatore dell’integrazione europea, coerentemente agli obiettivi di realizzazione di uno spazio europeo dell’apprendimento correlato ad uno spazio economico, sociale e politico integrato. Quando si parla di trasparenza ci si riferisce soprattutto alle “credenziali” formative e professionali che le persone hanno ottenuto: si parla di trasparenza delle Qualifiche e, conseguentemente, dei Sistemi in cui queste sono acquisite. Qualifiche, competenze e sistemi sono i principali “oggetti” che occorre mettere in trasparenza attraverso appropriati indicatori e strumenti.1 Per quanto riguarda l’espressione “apprendimento formale” si fa riferimento alla definizione proposta nel documento Common european principles for validation of non-formal and informal learning - Final proposal from ‘Working Group H’, 3 March 2004, secondo la quale l’apprendimento formale è quello «che avviene in un contesto organizzato e strutturato (in una scuola/centro di formazione o sul lavoro) ed è esplicitamente finalizzato all’apprendimento (in termini di oggetti, tempi e supporti all’apprendimento). L’apprendimento formale è intenzionale dal punto di vista della persona che apprende. Esso tipicamente (ma non esclusivamente) porta alla certificazione». Queste premesse hanno portato a proporre il presente progetto, finalizzato a contribuire ad allineare il Sistema Formativo Veneto ai caratteri di trasparenza delle Qualificazioni e dei percorsi e agli standard 1 Cfr. Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio per la costituzione del Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente, 28 gennaio 2008 (European Qualification Framework - EQF). Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa al Sistema Europeo di trasferimento dei crediti nella VET, 19 aprile 2008 (European Credit Transfer System for Vocational Education and Training – ECVET). 4 concettuali, metodologici e linguistici per rappresentare i risultati di apprendimento, in ottica di riconoscimento dei saperi, trasferimento da un Sistema ad un altro, mobilità geografica e professionale di lavoratori e studenti, patrimonializzazione dei saperi e delle certificazioni, a partire dalla sperimentazione in alcuni percorsi formativi di tre settori professionali: 1. Benessere; 2. Alimentare/Ristorazione; 3. Amministrativo-Contabile. La partnership CAPOFILA: Provincia di Treviso. PARTNER OPERATIVI: IF Italia Forma s.r.l., Associazione Lepido Rocco, Syntonya, Cooperativa Dieffe s.c.a.r.l. PARTNER DI RETE: Confartigianato Marca Trevigiana Formazione srl, Fondazione Opera Montegrappa, I.S.I.S.S. Domenico Sartor, Ordine consulenti del lavoro, IPSIA Galileo Galilei, Università di Ferrara Formazione universitaria per tecnici estetisti, ITST G. Mazzotti, CNA Formazione srl. Gli organismi di direzione e gestione del progetto Per lo sviluppo del progetto ci si è dotati di due organismi di direzione e gestione e di un organismo tecnico. Comitato Tecnico Scientifico (CTS): funzione di garante verso l’Amministrazione committente rispetto alla validità ed al rigore tecnico e scientifico delle analisi e delle soluzioni proposte; ha fornito gli indirizzi tecnico-scientifici e validato i prodotti predisposti. Cabina di Regia: composta dai rappresentanti dei partner operativi, ha assolto ad una funzione di governo del progetto. Staff Tecnico: ha predisposto le istruttorie tecnico-metodologiche, accompagnando il percorso di modellizzazione, sperimentazione ed elaborazione dei risultati. 5 Finalità e obiettivi del progetto Finalità del progetto è stata identificare e sperimentare un Modello di definizione e descrizione dei Risultati di apprendimento e di attività didattiche e di valutazione competence based in ambiti formali di apprendimento. Il progetto ha inteso, in questo modo, contribuire all’obiettivo della Regione Veneto di dotarsi di un proprio Sistema delle competenze coerente con quanto previsto sul piano europeo e nazionale. Gli operatori delle organizzazioni partner (docenti dei Centri di Formazione Professionale), accompagnati dall’elaborazione del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e dallo Staff Tecnico (ST) hanno formulato e condiviso proposte con lo scopo di porre le basi per un’implementazione sul territorio del Modello proposto. Grazie a quest’Azione di Sistema si è inteso: - promuovere un approccio per risultati di apprendimento nei docenti dei Centri di Formazione Professionale; - definire un Modello per la descrizione dei risultati di apprendimento in ambiti formali di apprendimento, che valorizzi al massimo le prassi già in uso dai docenti; - sviluppare modalità condivise di descrizione e progettazione dei percorsi formativi, fornendo indicazioni precise per l’allestimento di situazioni di apprendimento in grado di promuovere i risultati di apprendimento e di adozione di strumenti e forme di verifica e valutazione dei Risultati di apprendimento raggiunti e la compilazione corretta di formati standard per attestare e mettere in notorietà le “risorse” conseguite; - sperimentare il Modello individuato coinvolgendo gli allievi dei percorsi formativi presi a riferimento, incentivando la loro partecipazione attiva al proprio processo di apprendimento. 6 Destinatari I destinatari del progetto si distinguono in diretti e finali. Destinatari diretti: operatori nell’ambito delle strutture dei Partner operativi, che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, definendo in sede laboratoriale il Modello e sperimentandolo in aula, fornendo così elementi utili al suo miglioramento. Destinatari finali: allievi di percorsi realizzati nell’ambito della Formazione Continua Permanente e Superiore (adulti occupati e disoccupati e giovani inoccupati che abbiano assolto l’Obbligo Formativo interessati a percorsi con rilascio dell’Attestato di Qualifica, secondo/terzo liv. EQF, di specializzazione o interventi di riqualificazione, perfezionamento e aggiornamento). Approccio metodologico adottato Il concetto di competenza Nel presente progetto si è assunta la definizione di competenza proposta nel Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework - EQF), a cui il progetto stesso fa formale riferimento. La competenza è definita nell’EQF come la «comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia». Nei documenti preparatori dell’EQF si è sottolineato il legame del tutto speciale che unisce il concetto di competenza con quello di risultati dell’apprendimento (learning outcomes), che sono la pietra angolare su cui si basa l’EQF e il cambiamento di paradigma (il cosiddetto «shift to learnings outcomes»), l’approccio innovativo promosso dall’Unione Europea nel modo di concepire, descrivere, certificare l’apprendimento. Infatti, si è affermato che «quando i risultati dell’apprendimento sono stati dimostrati in un contesto specifico, risultati dell’apprendimento e competenze coincidono». Le competenze rappresentano, per così dire, 7 i risultati dell’apprendimento più “pregiati”, perché sono la matrice della comprovata capacità di utilizzare, in un contesto specifico, anche conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, integrandole e finalizzandole. Il lungo dibattito che ha portato alla definizione di competenza proposta dall’EQF ha evidenziato, tra l’altro, quattro aspetti che conviene richiamare: 1. Le competenze non sono esse stesse dei saperi, dei saper fare o delle attitudini, ma mobilitano, integrano, orchestrano tali risorse. 2. Questa mobilitazione è pertinente solo in situazione; ogni situazione costituisce un caso a se stante, se può essere trattata per analogia con altre situazioni, già incontrate. 3. L’esercizio della competenza passa attraverso operazioni mentali complesse, sottese da schemi di pensiero, quelli che permettono di determinare (più o meno coscientemente e rapidamente) e di realizzare (più o meno efficacemente) un’azione relativamente adatta alla situazione. 4. Le competenze professionali si costruiscono in formazione, ma anche, secondo la navigazione quotidiana di un esperto, da una situazione di lavoro ad un’altra2. Perrenoud3 individua tre elementi che sono fondamentali per la descrizione di una competenza: •I tipi di situazione di cui essa dà una certa padronanza; •Le risorse che mobilita, saperi teorici e metodologici, attitudini, saper-fare e competenze più specifiche, schemi motori, schemi di percezione, di valutazione, di anticipazione, di decisione; •la natura degli schemi di pensiero che permettono la sollecitazione, la mobilitazione e l’orchestrazione di risorse pertinenti, in una situazione complessa e in tempo reale. 2 Cfr. Le Boterf G., De la compétence. Essai sur un attracteur étrange, Editions d’Organisation, Paris, 1994; e, dello stesso autore: Construire les compétences individuelles et collectives, Editions d’Organisation, Paris, 2000. 3 P. Perrenoud, “Nuove competenze professionali per insegnare”, in Dieci competenze per insegnare, Roma, Anicia, 2002. 8 Riferimento European Qualification Framework (EQF)4 Come già anticipato, abbiamo assunto come riferimento formale del presente progetto l’approccio europeo dell’EQF. L’EQF è un dispositivo di traduzione – una griglia di conversione e di lettura – che consente di mettere in relazione e di posizionare, in una struttura a otto livelli, le diverse Qualifiche (Titoli, diplomi, certificati ecc.) rilasciate nei Paesi membri; il confronto si basa sugli esiti, sui risultati di apprendimento. Si tratta di una meta-struttura rispetto alla quale, su base volontaria, gli Stati membri sono chiamati a rileggere i propri Sistemi di Istruzione e Formazione, in modo tale che ci sia un collegamento tra i singoli Sistemi Nazionali di riferimento per i Titoli e le Qualifiche e il Quadro Europeo EQF. L’EQF non è quindi né una duplicazione a livello europeo dei Sistemi Nazionali, né tanto meno un tentativo di imporre un’omogeneizzazione dei Titoli e delle Qualifiche a livello europeo. Quattro sono i motivi della rilevanza di questo dispositivo: 1. llustra in modo univoco i risultati dell’apprendimento. L’EQF facilita e potenzia la libera circolazione (mobilità) delle persone nello spazio comune europeo. Per questo è necessario disporre di un quadro comune di riferimento che renda “trasparenti” cioè comprensibili formalmente e semanticamente i risultati di apprendimento finali di ciascuna Qualifica (Titolo, diploma certificato ecc.). 2. Pone al centro dell’apprendimento le competenze. La competenza non è più intesa come nel passato come una somma di componenti (sapere, saper fare e saper essere), ma come una padronanza della persona dimostrata nell’azione, come si vede nella definizione prima riportata. 3. Propone una relazione “attiva” tra competenze, abilità e conoscenze. La prospettiva della competenza non coglie la persona come “possessore” di saperi inerti, ma richiede ad essa di esibire evidenze tali da dimostrare non solo che sa o sa fare, ma che sa agire e reagire sapendo mobilitare in modo pertinente ed appropriato ciò che sa e sa fare. 4 Cfr. nota 1. 9 4. Valorizza allo stesso tempo i risultati di apprendimento formali, non formali ed informali. È infatti basato sugli esiti, sui risultati dell’apprendimento, intesi come «descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d’apprendimento. I risultati sono definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze». Articolati in otto diversi livelli, i risultati dell’apprendimento costituiscono un linguaggio comune, che rende possibile comparare i livelli di apprendimento raggiunti secondo il loro contenuto e il loro profilo e non secondo i metodi e i percorsi di acquisizione, consentendo la validazione degli apprendimenti realizzati anche nei contesti non formali e informali, e migliorando in modo sostanziale la trasparenza dei certificati rilasciati ai vari livelli. L’EQF è perciò applicabile a tutte le Qualifiche ottenute attraverso percorsi formativi formali, non formali ed informali. Inoltre, si propone come un riferimento del percorso di accrescimento delle competenze lungo tutto il corso della vita. Un tale sistema richiede l’adozione di un modello rigoroso e fondato di valutazione, convalida e riconoscimento dei risultati di apprendimento delle competenze e dei saperi, in modo da porre in luce le relative evidenze della competenza ed i relativi livelli di padronanza da parte della persona che ne è titolare. Riferimento agli standard I risultati di apprendimento previsti nella progettazione del processo di apprendimento dovrebbero avere un riferimento agli standard di competenza esistenti a livello nazionale (gli “standard formativi minimi”,di cui ai vari accordi Stato-Regione, gli standard dei percorsi IFTS, Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria), anche perché la Regione Veneto non ha finora deliberato standard per il proprio Sistema delle Qualifiche. Si utilizza intenzionalmente l’espressione “standard di competenza”, per uniformare la terminologia del progetto a quella in uso nei più recenti documenti europei, codificata nella pubblicazione del CEDEFOP Terminology of European education and training policy - A selection of 100 key terms, 2008. 10 In tale pubblicazione sono date le seguenti definizioni: «Standard: Insieme di elementi il cui contenuto è definito dalle parti interessate. Nota: Si possono distinguere diversi tipi di standard: - lo standard di competenza descrive le conoscenze, abilità e/o competenze necessarie per una determinata professione; - lo standard di formazione descrive gli obiettivi dell’apprendimento, il contenuto dei programmi, i requisiti d’accesso e le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi formativi; - lo standard di occupazione descrive le attività e i compiti relativi a una determinata professione ed alla sua pratica; - lo standard di valutazione descrive i risultati dell’apprendimento che devono essere valutati e la metodologia utilizzata; - lo standard di convalida descrive il livello del risultato che deve essere raggiunto dalla persona sottoposta a valutazione e i criteri utilizzati; - lo standard di certificazione descrive le regole per l’ottenimento di un certificato o un diploma e i relativi diritti acquisiti. A seconda del sistema, gli standard possono essere definiti separatamente o rientrare in un unico documento». L’insieme di questi standard è stato denominato “standards di qualifica” nel più recente studio del CEDEFOP The dynamics of qualifications: defining and renewing occupational and educational standards, 2009. Per quanto riguarda il rapporto tra gli standard di competenze, la definizione delle Unità di Apprendimento (UdA) e la progettazione dei percorsi formativi, occorre puntualizzare che gli standard di competenza lasciano ai progettisti di percorsi formativi la libertà di fare le proprie scelte tenendo conto anche dei propri valori, dei propri modelli di riferimento e della tipologia della filiera formativa su cui lavorano. Se lo standard di competenza è il punto di arrivo di riferimento, la definizione del percorso per arrivare allo standard è lasciata alla libertà 11 e alla responsabilità del soggetto che eroga formazione. È importante, quindi, far capire che lo standard non è una gabbia per i progettisti di formazione: è semplicemente un punto di riferimento condiviso da più soggetti. La libertà della progettazione formativa non é coartata dalla presenza degli standard. Anzi, la responsabilità dei progettisti di formazione ne viene esaltata. Se ben compresi, gli standard sono un fattore di “liberalizzazione” della formazione e della didattica. Nell’ambito di questa libertà si può evitare un’interpretazione, per così dire, “al ribasso” del riferimento agli standard, volta ad appiattire i percorsi solo sulle competenze “minime” previste dagli standard medesimi. Il riferimento agli standard da parte dei progettisti delle UdA dovrebbe piuttosto essere dettato dall’orgoglio. Essi dovrebbero, infatti, sentire l’orgoglio di dimostrare che i risultati di apprendimento previsti dall’insieme delle UdA da loro progettate sono qualitativamente superiori (per ampiezza, per livello, ecc.) a quelli previsti dagli standard di competenza nazionali, non fosse che per il fatto che questi standard sono definiti come “minimi” per l’acquisizione della Qualifica. Se gli standard di competenze fossero progressivi stimolerebbero maggiormente, anche attraverso la loro strutturazione, a considerare ogni gradino degli standard non tanto un punto di arrivo minimo, ma un punto di partenza verso altri gradini verticali o orizzontali. Occorre, infine, segnalare che il riferimento agli standard, secondo gli indirizzi europei, è necessario anche nei processi che portano al rilascio della Qualifica (o di una sua parte significativa): dove per Qualifica s’intende «risultato formale di un processo di valutazione e convalida, acquisito quando l’autorità competente stabilisce che i risultati dell’apprendimento di una persona corrispondono a standard definiti» (EQF). Processo di apprendimento: Unità di Apprendimento L’insegnamento non è, nel contesto dell’approccio per competenze, inteso come una “successione di lezioni”, ma come “organizzazione e animazione di situazioni di apprendimento”. Per lavorare in modo consapevole sulle competenze è necessario quindi fare una “istruttoria” degli standard/referenziali di riferimento (standard professionali, di competenza. 12 Questo significa: - aggregare le competenze in Unità di Competenze; - collegare ciascuna Unità di Competenze ad un insieme delimitato di problemi e compiti da realizzare, possibilmente progressivi per complessità; - fare “un’analisi operazionale” delle abilità/capacità (metodologie, tecniche, procedure, attitudini) messe in moto dalla competenza; - analizzare le conoscenze attivate dalle competenze evidenziando sia saperi di performance, regolatori dell’azione, sia saperi di legittimazione scientifica, evidenziando così, alcuni “nuclei essenziali” di saperi, anch’essi progressivi per complessità; - inventariare le “risorse” che ogni disciplina conoscitiva o abilitativa, di cui ogni formatore è esperto, può mettere in campo per lo sviluppo delle competenze. Sulla base di questa “istruttoria”, realizzata per ogni Unità di Competenze, si possono costruire le Unità di Apprendimento, senza cadere in una corrispondenza necessariamente biunivoca. Può essere anche che un’aggregazione di competenze richieda più UdA o che un’UdA attivi l’apprendimento di più aggregazioni di competenze. L’asse portante di ogni UdA dovrà sempre essere un compito da realizzare, un problema da risolvere da parte dei soggetti di apprendimento. Non ci può essere un’Unità di Apprendimento senza un compito. Solo le Competenze Chiave di Cittadinanza non necessitano di compiti propri e di UdA specifiche. Il loro apprendimento è possibile su compiti e all’interno di UdA attivate per le competenze degli assi culturali e di indirizzo. I compiti, relativi alle UdA attivate per l’apprendimento delle competenze degli Assi Culturali, devono essere sviluppati e presidiati da tutti i formatori impegnati nel percorso formativo. Il percorso di apprendimento sarà quindi costituito da un insieme di UdA strutturato secondo una strategia di progressività, di propedeuticità e di integrazione. 13 Ciò significa che tale processo si realizza in modo costruttivo, tramite Unità di Apprendimento. Le Unità di Apprendimento rappresentano la struttura di base dell’azione formativa; sono, infatti, insiemi di occasioni di apprendimento che consentono all’allievo di entrare in un rapporto personale con il sapere, affrontando compiti progressivi per complessità che conducono a prodotti di cui egli possa andare orgoglioso e che costituiscano anche oggetto di una valutazione più attendibile. Esse prevedono sempre compiti reali (o simulati) e relativi prodotti che i soggetti in apprendimento sono chiamati a realizzare ed indicano le risorse (capacità, conoscenze, abilità) che sono a loro richieste di mobilitare per diventare competenti. Ogni attività formativa, basata sulle competenze, si svolge pertanto tramite UdA, ovvero per mezzo di lavori significativi, dotati di senso e di valore, che sollecitano lo studente ad “imparare facendo”. Le UdA sono auto-consistenti, ovvero stanno in piedi da sole poiché aprono e chiudono un insieme omogeneo di saperi, reso visibile anche dalle realizzazioni dei soggetti in apprendimento. Occorre pertanto selezionare nuclei essenziali del sapere, conoscitivi ed abilitativi, intorno ad un numero contenuto di compiti-prodotti, tali da sollecitare i soggetti in apprendimento a divenire competenti. In alcuni momenti importanti del percorso formativo possono svilupparsi Unità di Apprendimento più significative, che vedono tendenzialmente il contributo di tutti i docenti. Esse affermano visivamente l’unitarietà dei saperi, l’esistenza di una comunità di insegnamento, la rilevanza sociale dell’apprendimento. Consentono di mettere a fuoco ed approfondire il cammino di sviluppo dei soggetti in apprendimento, favoriscono il confronto con compiti di realtà, sollecitano la reciprocità sociale, permettono di saggiare la qualità del lavoro scolastico nel confronto con attori significativi (attraverso compiti reali socialmente utili). 14 L’insieme delle Unità di Apprendimento definisce il Piano Formativo unitario. Si tratta di un documento che indica la progressione per fasi del cammino formativo, indicando il rapporto di coerenza tra l’apporto delle competenze chiave e professionali e le caratteristiche educative, culturali e professionali che si attendono dal destinatario al termine del percorso formativo. Per ogni fase, il Piano Formativo indica le Unità di Apprendimento che consentono progressivamente di mobilitare le buone disposizioni degli allievi così che diventino competenti, ovvero protagonisti del proprio progetto personale di vita e di formazione/lavoro secondo una prospettiva positiva ed utile dal punto di vista personale e sociale. Il piano formativo si fonda sulla necessità di intersecare due vettori nell’attività formativa: 1. Il vettore verticale, che indica la progressione del cammino formativo dei soggetti in apprendimento, secondo passi disegnati lungo linee di crescita e maturazione in vista del perseguimento del profilo professionale e personale. 2. Il vettore orizzontale, che indica i contributi al processo di apprendimento, rappresentati dalle varie discipline conoscitive ed abilitative. La valutazione delle competenze Se in generale l’atto valutativo può essenzialmente definirsi come una assegnazione di senso-valore ad un determinato evento o processo, quando si vogliono valutare le competenze, occorre rifarsi a situazioni complesse reali in cui si attivano le diverse capacità e risorse necessarie per raggiungere un obiettivo. È pertanto necessario elaborare strumenti di valutazione multi-prospettici che tengano conto dei vari elementi su cui si fonda la competenza. Come prima segnalato, di fatto una competenza non è misurabile, ma può essere “riconosciuta” prendendo in considerazione tutta una serie di tracce che manifestano la presenza delle risorse attivate per l’agire competente. La valutazione delle competenze è allora un’operazione che coniuga contemporaneamente capacità di analisi e di sintesi da parte di 15 chi osserva, come ad esempio quando riconosciamo una fisionomia: attraverso l’analisi e la contemporanea sintesi di una serie di elementi somatici riusciamo a identificare un soggetto come conosciuto o non conosciuto. Allo stesso modo, quando vogliamo dettagliare gli elementi (le risorse) che concorrono in una competenza, di fatto facciamo un’operazione di rilevamento di “tracce”, di elementi che ci segnalano la presenza o meno di talune conoscenze, abilità metodologiche o caratteristiche personali. La valutazione delle competenze necessita inoltre di un’attività di riflessione-autoriflessione e analisi del processo messo in atto per la ricerca di “tracce” del percorso effettuato, che narrano l’evolversi ed il divenire della competenza stessa. Considerando, con Guy le Boterf, che la competenza si fonda su tre assi di azione: a) quello delle risorse (posso agire); b) quello della riflessività (voglio agire-fare); e c) quello delle prestazioni (so agire), per ognuno di questi assi è necessario individuare dei metodi e strumenti di valutazione specifici. Il processo di valutazione consiste, quindi, nella raccolta sistematica delle evidenze che, al termine delle varie UdA realizzate, segnalano il progresso degli apprendimenti della persona, ovvero: prodotti, processi, linguaggi, riflessioni, comportamenti… Tali evidenze sono osservate tramite una griglia unitaria di valutazione, concordata tra i formatori, che fornisce i criteri della ricognizione dei fattori utili al compito valutativo. Si distingue, pertanto, fra due momenti valutativi: 1. la valutazione formativa che avviene al termine di ogni Unità di Apprendimento sulla base di un’apposita griglia unitaria pluridimensionale e che consente di rilevare il grado di padronanza dei saperi conoscitivi ed abilitativi e delle competenze mobilitati (con un peso indicativo del 50% del totale), anche con il supporto del Portfolio delle competenze. È una valutazione che entra a far parte del processo di insegnamento e apprendimento (VALUTAZIONE PER L’APPRENDIMENTO); 2. la valutazione sommativa che avviene tramite prove pluri-competenze collocate in corrispondenza delle scadenze formali dei corsi (quando 16 vengono rilasciati titoli, qualifiche) e che consente di rilevare in forma simultanea, sulla base di un compito rilevante, la padronanza di più competenze e saperi da parte dei candidati, con un peso indicativo del restante 50%). È il processo attraverso il quale si “traggono le somme” o si controlla quanto è stato appreso al termine di una determinata fase dell’apprendimento (VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO). Nei percorsi a carattere tecnico e professionale, sia le valutazioni formative sia la valutazione finale potrebbero mirare alla realizzazione del Capolavoro professionale, ovvero un progetto significativo e dotato di valore che evidenzia la candidabilità dell’allievo per l’ingresso nella comunità professionale di riferimento. Questo costituisce infatti un elemento di spicco nella tradizione tecnica ed indica il modo in cui viene dimostrata la maestria del candidato, e può avere diverse applicazioni: - può essere rappresentato dalla raccolta delle migliori realizzazioni del professionista, documentate sotto forma di bozzetti, progetti, come nel caso delle arti visive e delle costruzioni; - può essere un compito reale, sulla base di prescrizioni definite dall’azienda committente, in riferimento ad un particolare o un complessivo di cui si valuta l’efficacia e l’immediata applicazione; - può essere un progetto scelto dal candidato, secondo criteri definiti in anticipo, e sottoposto al vaglio di una commissione di esperti. Metodologia di certificazione e riconoscimento dei crediti I processi di certificazione e riconoscimento dei crediti sono così definiti nelle raccomandazioni ECVET: - «valutazione dei risultati di apprendimento: i metodi e i processi utilizzati per definire la misura in cui una persona ha effettivamente conseguito una particolare conoscenza, abilità o competenza» - «convalida dei risultati dell’apprendimento”: il processo di conferma che determinati risultati dell’apprendimento valutati, conseguiti da una persona, corrispondono ai risultati specifici che possono essere richiesti per un’unità o una qualifica». 17 - «riconoscimento dei risultati dell’apprendimento”: il processo in cui sono attestati i risultati dell’apprendimento ufficialmente conseguiti attraverso l’attribuzione di unità o qualifiche». Pertanto, i risultati che il soggetto in apprendimento dimostra di aver ottenuto, attraverso una valutazione realizzata con metodi pertinenti, devono coprire tutti i risultati di apprendimento previsti dagli standard di competenza. Questo riferimento agli standard di competenza impone il passaggio che l’EQF chiama “convalida”, il cui obiettivo è di confermare che i risultati dell’apprendimento raggiunti dalla persona e verificati nel processo di valutazione corrispondono effettivamente a quelli previsti per il rilascio di una Qualifica (standard di competenza), in conformità anche con gli standard di convalida (che descrivono il livello del risultato che deve essere raggiunto dalla persona sottoposta a valutazione e i criteri utilizzati), se esistenti. La realizzazione del progetto Il progetto si è sviluppato prevalentemente in tre macro-fasi, di seguito elencate. 1) PREPARAZIONE, finalizzata allo sviluppo di linee guida utili alla definizione del modello di formalizzazione e valutazione dei risultati di apprendimento (RdA): la fase di preparazione del Modello metodologico è consistita nell’analisi e valorizzazione di buone prassi, per cogliere le novità che sono intervenute in Italia e in contesti europei in tema di formalizzazione dei RdA, anche grazie a programmi di scambio internazionali. 2) FASE DI DEFINIZIONE ED IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO, che si è concretizzata nella realizzazione di 3 laboratori che hanno coinvolto gli operatori dei Centri di Formazione Professionale (CFP). Le tipologie di laboratori (Figura 1) attivati sono state tre, nello specifico: - il primo, finalizzato a definire e descrivere i risultati di apprendimento in esito ai percorsi formativi, ha preso in carico 16 percorsi formativi dei diversi partner operativi del 18 progetto e si è posto l’obiettivo di formalizzarne i risultati di apprendimento; - il secondo, finalizzato a definire strategie a supporto dell’apprendimento per lo sviluppo dei RdA, ha coinvolto principalmente gli operatori del CFP di Lancenigo e ha prodotto la progettazione delle attività formative di 6 UdA di 4 corsi tra quelli presi a riferimento nel Laboratorio 1 (3 del settore Benessere e 1 del settore Alimentare/Ristorazione); - il terzo, finalizzato a definire dispositivi per la valutazione dei risultati di apprendimento in ambito formale e per il rilascio di attestazioni, ha preso in carico le 6 UdA del secondo laboratorio e ne ha curato la progettazione delle attività di valutazione, ponendo particolare attenzione a proporre attività di valutazione formativa, per coinvolgere maggiormente gli studenti nel proprio percorso di apprendimento. Tra gli strumenti innovativi proposti in questa fase ci sembra interessante citare il Portfolio delle competenze, utile a registrare i risultati di apprendimento degli allievi e a documentarli tramite evidenze. Figura 1 - La logica dei laboratori 1. Laboratorio per la descrizione dei apprendimento. definizione e risultati di Incontri in presenza Lavoro a distanza Sperimentazione 2. Laboratorio per la definizione di strategie didattiche per lo sviluppo dei risultati di apprendimento. Incontri in presenza Lavoro a distanza Sperimentazione 3. Laboratorio per la definizione di dispositivi per la valutazione dei risultati di apprendimento in ambito formale e per il rilascio di attestazioni. Incontri in presenza Lavoro a distanza Sperimentazione Nella rappresentazione riportata di seguito sono indicati i prodotti realizzati in ogni laboratorio (Figura 2). 19 Figura 2 - I prodotti dei laboratori 1. Laboratorio per la definizione e descrizione dei risultati di apprendimento. Descrizioni analitiche dei risultati di apprendimento relativi ai percorsi di formazione superiore, formazione continua e permanente oggetto del lavoro progettuale: le Rubriche delle competenze. 2. Laboratorio per la definizione di strategie didattiche per lo sviluppo dei risultati di apprendimento. Elaborazione di Unità di Apprendimento (UdA) sulla base delle Rubriche di competenze definite nel laboratorio 1. 3. Laboratorio per la definizione di dispositivi per la valutazione dei risultati di apprendimento in ambito formale e per il rilascio di attestazioni. Elaborazione di attività di valutazione dei risultati di apprendimento e relativi strumenti, a partire dalle UdA definite nel Laboratorio 2. 3) SPERIMENTAZIONE DEL MODELLO nei corsi prescelti: la sperimentazione è consistita nell’applicazione del Modello (attività didattiche e valutative) in alcuni corsi del CFP, al fine di testarne l’efficacia e raccogliere indicazioni operative utili al suo miglioramento. A supporto delle attività progettuali è stata inoltre attivata una Comunità di Apprendimento trasversale ai laboratori e alla sperimentazione, come spazio comune di comunicazione e confronto utile agli operatori in tutte le fasi di lavoro comune. L’andamento della realizzazione del progetto, inoltre, è stato costantemente monitorato e valutato e sono stati predisposti dei report trimestrali riportanti i risultati di queste attività. I percorsi formativi presi in carico dal progetto I corsi relativi al settore Benessere √ Abilitazione professionale acconciatore (corso di 990 ore) √ Abilitazione professionale estetica (corso di 900 ore) √ Percorso biennale per la Qualifica di estetista (corso di 1900 ore – 950 ore per ogni annualità) 20 √ Pulizia eubiotica del viso (corso di 16 ore) √ Massaggio eubiotico (corso di 16 ore) √ Massaggio energetico (corso di 16 ore) I corsi relativi al settore Alimentare/Ristorazione √ Operatore pasticcere-panificatore/Operatore pasticcere (corsi di 400 ore cadauno) √ Tecnico dei servizi di ristorazione (corso di 700 ore) √ Cucina tipica locale (corso di 30 ore) √ Cucina creativa (corso di 30 ore) √ Abilitazione alla somministrazione e vendita di alimenti e bevande (corso di 120 ore) I corsi relativi al settore Amministrativo-Contabile √ Operatore ai servizi aziendali (corso di 700 ore) √ Operatore ai servizi amministrativi aziendali (corso di 700 ore) √ Operatore alla contabilità e amministrazione del personale (corso di 600 ore) √ Tecnico amministrativo-contabile (corso di 900 ore) √ Tecnico del commercio con l’estero (corso di 900 ore) La sperimentazione del Modello metodologico La sperimentazione del Modello è stata avviata nel mese di Gennaio (2011) e si è conclusa nel mese di Maggio (2011). In tutto sono state sperimentate le attività didattiche e valutative di 6 UdA (Tabella 1). 21 Tabella 1 - Le UdA sperimentate in aula CORSI UDA SPERIMENTATE Stile e moda della colorazione artificiale Individuare il prezzo adeguato del servizio di ABILITAZIONE PROFESSIONALE ACCONCIATURA colorazione Accogliere un cliente straniero e proporgli un servizio di acconciatura o un prodotto trattante di mantenimento PERCORSO BIENNALE DI ESTETICA ABILITAZIONE PROFESSIONALE ESTETICA OPERATORE PASTICCERE Trattamento corpo Colloquio e redazione Scheda cliente Realizzare torte S. Honorè con elementi di creatività Il Portfolio delle competenze: uno strumento per registrare i risultati di apprendimento conseguiti Nella fase di sperimentazione alcuni docenti si sono avvalsi anche del supporto di uno strumento innovativo, quale il Portfolio delle competenze. Ci sembra opportuno spendere alcune righe per presentare questo strumento. Il Portfolio è uno strumento di registrazione e raccolta dei risultati di apprendimento acquisiti dalla persona finalizzato a documentare il proprio percorso di apprendimento, nell’ambito di un contesto formativo formale. È una modalità di analisi e formalizzazione che può essere richiesta e attivata dalla persona in qualsiasi momento del percorso formativo a cui sta partecipando. Tale strumento sollecita la persona alla ricostruzione e all’autovalutazione del proprio percorso di crescita e di sviluppo attraverso l’esplicitazione delle competenze, conoscenze e capacità acquisite fino a quel punto del percorso e alla valorizzazione di tali apprendimenti, attraverso la raccolta e la presentazione di opportune evidenze. Le 22 principali caratteristiche del Portfolio possono essere sintetizzate in questo modo: • offrire all’individuo in apprendimento l’opportunità di “imparare ad imparare”; • dimostrare quanto egli è riuscito a fare; • contenere informazioni che diano evidenza della crescita della persona, fornendo informazioni documentate rispetto al suo progresso verso l’acquisizione dei risultati di apprendimento attesi, coerentemente con quanto stabilito dallo standard professionale di riferimento del percorso stesso; • accrescere la propria autostima attraverso l’esplicitazione e la valorizzazione dei risultati raggiunti; • promuovere la riflessione e l’auto-valutazione nella persona in apprendimento; • sottolineare l’importanza sia del prodotto che del processo. Il compito del docente è quindi quello di supportare l’allievo in questo processo di auto-analisi, aiutandolo a promuovere la costruzione della percezione di sé rispetto al proprio percorso di apprendimento e ad acquisire consapevolezza dei risultati raggiunti, messi sistematicamente in relazione ai risultati finali attesi, definiti dalla Rubrica delle competenze di riferimento. Il Portfolio prevede una parte iniziale in cui inserire i propri dati anagrafici e la denominazione del percorso formativo a cui si sta partecipando: Il format procede quindi con una sezione che viene chiamata “Risultati di apprendimento” nella quale evidenziare gli esiti del percorso formativo e i relativi risultati di apprendimento effettivamente conseguiti dalla persona, riprendendo la denominazione delle Rubriche delle competenze, le competenze comprese e le relative abilità e conoscenze. Tutte queste informazioni dovrebbero essere fornite dal docente agli allievi all’inizio del percorso di apprendimento. Per ogni risultato di apprendimento la persona deve indicare una o più evidenze a supporto del risultato stesso, a testimonianza del suo 23 conseguimento. Per “evidenze” si intendono dei prodotti/ “capolavori”/ “riscontri” o “dimostrazioni” che accertano l’acquisizione, nelle persone, dei risultati di apprendimento individuati e descritti e ne documentano, quindi, l’effettivo conseguimento. Esempi di evidenze legate ad un percorso formativo sono: • esercitazioni; • compiti; • elaborazioni; • relazioni; • prodotti o fotografie di prodotti; • esiti di verifiche intermedie; • ecc. In questa sezione, quindi, occorre elencare sinteticamente la tipologia di evidenze a supporto dei risultati di apprendimento conseguiti; la scelta verrà poi motivata nella sezione “Archivio evidenze”. Sia la tabella che riprende la Rubrica delle competenze di riferimento che la tabella con l’elenco delle evidenze, va ripetuta per ogni risultato di apprendimento conseguito. L’ultima parte ha come titolo “Archivio evidenze”: lo scopo di questa sezione è accompagnare con relative motivazioni le evidenze proposte nella sezione “Risultati di apprendimento conseguiti”. Per ogni evidenza si chiede di compilare una tabella, ripetendola di volta in volta, in cui esplicitare le motivazioni a supporto della scelta dell’evidenza e che cosa l’evidenza stessa racconta della persona. 24 Nello specifico: • Nel campo “Evidenza a supporto dei risultati di apprendimento conseguiti” bisogna riportare l’evidenza indicata nella sezione precedente. • Nel campo “Ho scelto questa evidenza perché …” occorre indicare i principali motivi per cui si è scelta una specifica evidenza, facendo risaltare le sue relazioni con il risultato di apprendimento che documenta. Potrebbe essere utile, ad esempio, indicare alcune caratteristiche dell’evidenza, oppure del processo attraverso il quale si è arrivati a produrla, che consentano di comprendere ancora meglio il valore di testimonianza dell’evidenza stessa. • Nel campo “Questa evidenza dice di me …”, invece, occorre indicare alcuni aspetti legati all’identità della persona, al proprio modo di essere, di operare, di affrontare un compito, di gestire una sfida, che di fatto risultano nascosti e non visibili dalla semplice formalizzazione dei risultati di apprendimento, ma che sono molto importanti e, per questo, è necessario dedicare a questi aspetti una parte specifica, per valorizzarli. Si ricorda che ciascuna delle evidenze indicate, deve essere allegata al Portfolio. Considerazioni finali Punti di forza • Messa in trasparenza dei risultati di apprendimento: ottenuta, non solo con gli standard (professionali e di competenze), ma anche con il repertorio di compiti progressivi che permettono una “trasparenza in movimento” delle competenze. • Protagonismo dei soggetti in apprendimento: costruttori e padroni del proprio progetto personale di vita e di formazione/ lavoro secondo una prospettiva positiva ed utile dal punto di vista personale e sociale. • Valutazione sia formativa che sommativa: ottenuta tramite le evidenze registrate nel Portfolio delle competenze.la partecipazione attiva dei soggetti in apprendimento. 25 Una didattica caratterizzata da: - la responsabilità di chi apprende; - la trasparenza; - l’integrazione delle discipline; - una maggiore consapevolezza; - una maggiore chiarezza delle discipline teoriche; - la continuità e la coerenza di pianificazione, didattica e valutazione; - l’individuazione chiara delle cronologie e delle tempistiche; - l’innovatività delle situazioni di apprendimento e di valutazione. Punti di attenzione • Rigidità del calendario scolastico: la mancanza di flessibilità dell’orario scolastico non consente una trasferibilità diretta di questa metodologia nel contesto scolastico e impedisce il coinvolgimento attivo di più docenti. • Mancanza di standard di riferimento. • Mancanza di protocolli di riconoscimento da parte della governance locale dei risultati di apprendimento acquisiti. A partire dalle considerazioni fatte, è possibile quindi identificare, per la fattibilità e soprattutto l’efficacia di un Sistema di messa in evidenza dei risultati di apprendimento coerente, praticabile e sostenibile nel tempo, una condizione fondamentale che consiste nell’implementazione di un Sistema di governance dello sviluppo e del riconoscimento delle competenze nella comunità locale. 26 Direzione amministrativa Provincia di Treviso Melocco Diana Responsabile di progetto Provincia di Treviso Buosi Gioia Segreteria di progetto Provincia di Treviso Torresan Laura Staff tecnico IF Italia Forma s.r.l. Accorsi Maria Grazia, Bottazzi Maria Concetta, Braghieri Mirella, Tibussi Valentina Operatori Provincia di Treviso Andreetta Lorenzo, Barbieri Barbara, Beggio Monica, Biasin Lucio, Bighetti Claudio, Ciriolo Cristiano, Dosso Nadia, Fontana Mauro, Gava Franco, Giuriato Christian, Gobbo Michela, Gumirato Enrico, Lani Viviana, Loschi Diana, Minatel Fannì, Mior Antonella, Minuzzo Gianni, Palma Maria Cristina, Pierdonà Giovanni, Sari Andrea, Sottana Marco, Sottana Vallì, Zanardo Rossella, Zanussi Gianni Syntonya Marini Silvia, Orlandini Sandra, Zanin Paola Associazione Lepido Rocco Bacchin Simone, Buoso Adriano, De Nicola Angela, D’Odorico Massimo, Dorigo Gigliola, Flumian Mauro, Fralonardo Angelo, Furlan Roberto, Gusso Marina, Ostan Nandina, Panzarin Pietro, Zadro Laura Cooperativa Dieffe s.c.a.r.l. Gambillara Denise, Marin Monica, Zanesco Elisabetta Comitato tecnico-scientifico Ajello Anna Maria, Braga Giuseppe, Di Francesco Gabriella, Margiotta Umberto Monitoraggio del progetto Associazione Lepido Rocco Silvia Boccacin Elaborazione grafica Provincia di Treviso Lorenzon Vilma 27 Investiamo Investiamo per per ilil Vostro Vostro futuro futuro REALIZZATO CON CON IL IL CONTRIBUTO CONTRIBUTO DELLA DELLA GIUNTA GIUNTA REGIONALE REGIONALE DEL DEL VENETO VENETO D.G.R D.G.R 1758/2009 1758/2009 REALIZZATO 28