SOMMARIO PREMESSA ........................................................................................................................................................................... 4 1. 2. ASPETTI GENERALI DEL CORSO ................................................................................................................................... 5 1.1. MOTIVAZIONI E FINALITÀ .................................................................................................................................. 5 1.2. GLI INDIRIZZI DI STUDIO SERALI ........................................................................................................................ 6 1.3. ORARIO SETTIMANALE ...................................................................................................................................... 7 1.4. IL RICONOSCIMENTO CREDITI ........................................................................................................................... 7 1.5. TUTORING ......................................................................................................................................................... 8 1.6. IL COORDINATORE DEL CORSO SERALE ............................................................................................................. 8 1.7. METODOLOGIA DIDATTICA ............................................................................................................................... 9 1.8. L’IMPIANTO MODULARE ................................................................................................................................. 11 1.9. MODALITA’ DI FREQUENZA ............................................................................................................................. 12 1.10. VERIFICHE E VALUTAZIONE ............................................................................................................................. 12 1.11. SERVIZIO INFORMAZIONI ONLINE ................................................................................................................... 13 1.12. REQUISITI E DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE PER L’ISCRIZIONE ............................................................. 13 ELEMENTI CARATTERIZZANTI I CORSI PER ADULTI .................................................................................................. 14 2.1. L’UTENZA DEI CORSI PER ADULTI .................................................................................................................... 14 2.2. LA PROSPETTIVA PROFESSIONALE DEL CORSO ............................................................................................... 14 2.3. IL RUOLO DEL TUTOR ...................................................................................................................................... 15 2.4. L’ACCOGLIENZA ............................................................................................................................................... 15 2.5. LA MESSA A LIVELLO........................................................................................................................................ 15 3. INDICAZIONI OPERATIVE........................................................................................................................................... 17 4. PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITÀ DIDATTICA ....................................................................................................... 20 4.1. L’ORGANIZZAZIONE DEI MOMENTI DI VERIFICA E LA VALUTAZIONE ............................................................. 20 4.2. IL LAVORO A CASA ........................................................................................................................................... 20 4.3. LA QUESTIONE DEI LIBRI DI TESTO .................................................................................................................. 21 4.4. LE ATTIVITÀ DI RICEVIMENTO ......................................................................................................................... 21 4.5. CONDUZIONE DELLA CLASSE E RAPPORTO CON I CORSISTI ............................................................................ 21 5. ECDL .......................................................................................................................................................................... 23 6. CORSI DI PREPARAZIONE PER LE CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE ............................................................................. 24 7. QUADRO ORARIO TECNICO DELLA GESTIONE AZIENDALE ....................................................................................... 25 8. QUADRO ORARIO TECNICO DEI SERVIZI TURISTICI ................................................................................................... 25 9. QUADRO ORARIO ISTITUTO TECNICO SETTORE ECONOMICO.................................................................................. 26 PREMESSA Scopo di questo opuscolo è quello di fornire alcune informazioni preliminari sui corsi per adulti dell’Istituto Martini di Mezzolombardo. Si è deciso di creare un documento, una sorta di manuale, che possa essere consegnato a inizio anno ai nuovi insegnanti che si accingono a intraprendere l’esperienza del serale, per il passaggio di informazioni sulle buone pratiche dell’insegnamento al serale. Ci auguriamo che possa rappresentare una prima fonte di indicazioni sufficientemente chiare e operative oltre che di stimolo, sia per i docenti che si accingono ad affrontare per la prima volta questa esperienza, sia per coloro che hanno già avuto modo di operare nel passato nell’educazione degli adulti. Il settore EDA ha conosciuto in anni recenti un’evoluzione normativa e metodologica di rilevante portata le cui implicazioni innovative devono ancora essere adeguatamente comunicate all’esterno degli istituti e nonché nell’ambito delle stesse scuole che ospitano corsi di questa tipologia. Quelle che seguono sono, al tempo stesso indicazioni basate sul buon senso, risultato di un bagaglio esperienziale collaudato, oltre che la definizione di un impianto metodologico ormai consolidato, e condiviso, dalle agenzie di formazione che a vari livelli in ambito provinciale e nazionale si interessano all’educazione degli adulti. Nell’augurarti buona lettura e buon lavoro, ti invitiamo per qualunque chiarimento a rivolgerti al Dirigente, al Coordinatore del corso serale e ai Colleghi. Il referente del serale Prof. Giovanni Piccirella Il Dirigente Scolastico Dott. Roberto Pennazzato Pagina 4 1. ASPETTI GENERALI DEL CORSO 1.1. MOTIVAZIONI E FINALITÀ I profondi cambiamenti determinatisi nella società contemporanea richiedono che anche il sistema formativo si trasformi passando da una struttura rigida ad una più decentrata e flessibile e che risponda altresì ai bisogni di utenze particolari come coloro che intendono rientrare nel sistema formativo; essi infatti trovano ora una risposta adeguata ai loro bisogni perché la struttura dei corsi serali propone modelli e metodologie diverse da quelli previsti per l’utenza diurna. Infatti in molti paesi stranieri è già stata data risposta: la stessa Unione Europea ha emanato direttive1 che tendono a focalizzare l’attenzione degli Stati membri sulla necessità di organizzare forme di intervento per il recupero delle carenze nella formazione di base, la riconversione professionale e l’educazione permanente. Anche in Italia, in risposta a queste nuove esigenze sono state attuate, nell’ambito dell’EDA, esperienze volte a offrire occasioni di promozione socioculturale, a stimolare la ripresa degli studi e a migliorare l’inserimento nel mondo del lavoro degli adulti. Queste tipologie di corsi hanno alcuni aspetti comuni (riduzione dell’orario settimanale di lezione, riconoscimento di crediti formativi, tutoring, metodologie didattiche tendenti a valorizzare le esperienze culturali e professionali degli studenti) che sono stati ritenuti fondamentali nella progettazione di proposte per un’utenza adulta. Queste iniziative si caratterizzano per la loro differenza con i curricoli istituzionali, tanto da connotarsi come vera e propria “seconda via” all’istruzione. Il sistema formativo degli adulti, infatti, deve assolvere due funzioni: • qualificare giovani e adulti privi di professionalità aggiornata per i quali la licenza media non costituisce più una garanzia dall’emarginazione culturale e/o lavorativa; • consentire la riconversione professionale di adulti già inseriti in ambito lavorativo che vogliano ripensare o debbano ricomporre la propria identità professionale. L’idea-forza di questo progetto consiste, quindi, in un percorso flessibile che valorizzi l’esperienza di cui sono portatori gli studenti e che si fonda sia sull’approccio al sapere in età adulta, sia sull’integrazione di competenze, in genere separate, come quelle relative alla cultura generale e alla formazione professionale. L’Istituto d’Istruzione ”Martino Martini” per rispondere all’esigenza di soddisfare, in modo adeguato, i nuovi bisogni formativi, anche con il ricorso a forme di educazione permanente, ha istituito presso la sede ex-Pretura nell’anno scolastico 2005/06 un corso serale. Tale corso ha lo scopo di servire il territorio, mediante un’opportunità di formazione specificamente studiata per gli adulti che desiderano rientrare in formazione. Non mancano adulti in possesso di precedenti diplomi di scuola superiore o di formazione a livello universitario, che ambiscono ad una formazione specifica più mirata o aggiornata nell’ ambito ora frequentato. Le finalità del corso sono quelle di sperimentare un’azione di sistema di educazione e formazione permanente, che possa costituire un modello di potenziamento e sviluppo dell’educazione in età adulta per la realizzazione del lifelong learning, cioè di una formazione permanente sviluppata nell’arco di tutta la vita; definire dei processi di apprendimento cognitivo personalizzati che 1 Commissione Europea, Insegnare e apprendere verso la società conoscitiva, Lussemburgo, 1996. Cfr. V. Gallina e M. Lichtner, L’educazione in età adulta. Primo rapporto nazionale Cede, Franco Angeli, Milano, 1996. La Comunicazione della Commissione delle Comunità europee Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento permanente è del 21.11.2001 COM(2001) 678 def. Commissione europea, Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente, 30.10.2000 SEC (2000)1832 DOC 0015120003. Pagina 5 riescano a garantire la possibilità di effettuare anche un percorso abbreviato per il conseguimento di un titolo avente valore legale sul territorio. Tale corso serale presenta una struttura che lo rende significativamente diverso dal corso diurno, allo scopo di permettere una migliore offerta formativa per gli adulti o per i giovani che scelgono la formazione della sera. Il corso serale si sviluppa in orari non lavorativi ed è fondato sulla flessibilità, sulla personalizzazione dei percorsi, sul riconoscimento di crediti e sul sostegno dell’apprendimento: non è il vecchio corso serale, riproposizione del corso diurno in ore serali, ma un progetto completamente nuovo rispondente alle esigenze e peculiarità degli adulti in apprendimento. 1.2. GLI INDIRIZZI DI STUDIO SERALI Il corso serale attivato presso il nostro Istituto offre l’opportunità di conseguire il diploma di Qualifica Professionale e il Diploma d’Istruzione Secondaria Superiore. I corsi previsti sono: Tecnico della gestione aziendale: prevede l’acquisizione di competenze professionali spendibili in aziende, banche, assicurazioni, settore commerciale e industriale, pubblico e privato. Tecnico dell’Impresa Turistica: prevede l’acquisizione di competenze professionali spendibili in agenzie di viaggio, aziende di promozione turistica, strutture ricettive del comparto turistico e alberghiero. Istituto Tecnico, Settore Economico indirizzi: 1. amministrazione, finanza e marketing 2. amministrazione, finanza e marketing (articolazione sistemi informativi aziendali) Istituto Tecnico, Settore Economico indirizzo: 1. turismo I titoli rilasciati sono immediatamente spendibili nel mondo del lavoro e in pubblici concorsi, e permettono l’accesso ad ogni tipo di facoltà universitaria e a corsi di specializzazione postdiploma. Gli aspetti più significativi sono: • Riduzione dell’orario settimanale di lezione (25 ore settimanali distribuite su 5 giorni); • Riconoscimento di crediti formativi e professionali; • Adozione di percorsi didattici che valorizzano le esperienze culturali e professionali degli studenti; • Organizzazione delle attività didattiche secondo una logica modulare; • Flessibilità dei percorsi formativi. Inoltre dall’anno scolastico 2010/2011 sono stati attivati dei corsi liberi di Informatica e di Lingue straniere. Pagina 6 1.3. ORARIO SETTIMANALE L’attività didattica del corso serale si svolge dal lunedì al venerdì, di norma, dalle 19.00 alle 23.20. In alcuni casi le lezioni possono essere anticipate: in occasione di corsi liberi oppure, se necessario, nelle ore di ricevimento alle ore 18.00. 19.00-19.50 19.50-20.40 20.40-21.30 21.30-21.40 21.40-10.30 22.30-23.20 prima ora seconda ora terza ora intervallo quarta ora quinta ora 1.4. IL RICONOSCIMENTO CREDITI Per facilitare l’inserimento scolastico dei corsisti, il percorso formativo terrà conto degli studi precedenti e delle esperienze lavorative effettuate dal corsista. Le eventuali esperienze lavorative o scolastiche, coerenti con l’indirizzo di studio, se certificate, potranno essere considerate come crediti e valutate da apposita commissione. I crediti riconosciuti esonerano lo studente dal conseguimento delle verifiche nelle discipline accreditate; quindi, il percorso didattico può essere abbreviato considerevolmente. I crediti costituiscono il riconoscimento di competenze già possedute dagli studenti e acquisite in seguito a: studi compiuti e certificati da titoli conseguiti in istituti statali o legalmente riconosciuti a) (crediti formali), b) esperienze maturate in ambito lavorativo o studi personali coerenti con l’indirizzo di studi (crediti non formali). I crediti, nei casi in cui comportino la promozione anticipata in una o più discipline, determinano anche l’esonero dalla frequenza delle materie per le quali sono stati riconosciuti. Essi, pertanto, consentono accessi differenziati al percorso scolastico. La Commissione Valutazione Crediti è l’organo collegiale che, sulla base di criteri e modalità ormai consolidate al serale, delibera il riconoscimento dei crediti e il conseguente percorso individuale. Analoga delibera può essere assunta in sede di scrutinio finale: il Consiglio di classe può attribuisce i crediti spendibili nell’anno successivo per le materie nelle quali è stata conseguita la sufficienza. Nel caso dei crediti formali, il riconoscimento è formalizzato dal Consiglio di Classe sulla base della documentazione presentata dallo studente. Le domande di riconoscimento dei crediti formali vanno presentate in segreteria, a cura dello studente, previa la consultazione del Coordinatore dei Corsi Serali o dei tutor. Nel caso dei crediti professionali o personali, è necessaria una valutazione ad hoc da parte del docente della materia di cui lo studente chiede il credito. A seguito di un colloquio tra docente e studente, quest'ultimo compila un modulo che il docente, una volta espresso il suo parere, presenta al Consiglio di Classe, per la delibera del caso. II credito è concesso in conformità a specifici accertamenti da farsi nel corso delle quattro Sessioni di verifica previste durante l'anno scolastico. I crediti determinano l'esonero dal superamento della Prova di fine modulo del modulo, o dei moduli, in questione, perciò anche d'interi anni scolastici di una disciplina completa o di più discipline. Pertanto, si possono determinare accessi diversi al percorso scolastico, permettendo così allo studente un iter più agile e finalizzato. Pagina 7 Il credito viene riportato sia sulla pagina del registro dello studente che in Schoolbit con il voto assegnato nel percorso di studi precedente. Ove non sia possibile recuperare tale voto si assegna un 6 con la possibilità per lo studente, di sostenere una prova di accertamento per migliorare la valutazione. 1.5. TUTORING Va ricordato preliminarmente che esso è nato nei sistemi scolastici in cui gli studenti hanno di fronte varie opzioni formative. E' pertanto una figura indispensabile per dare indicazioni e per sostenere le scelte cui è chiamato lo studente quando deve definire il suo percorso personale in relazione agli studi o alla formazione professionale. Nel sistema formativo qui ipotizzato fondato sulla flessibilità, sulla personalizzazione dei percorsi, sul riconoscimento di crediti e sul sostegno all’apprendimento, è prevista la funzione di tutoring svolta da uno dei docenti del consiglio di classe o dal coordinatore dei corsi serali. Il tutor ha il compito di assistere gli studenti non solo attraverso contatti diretti, ma anche attraverso contatti telefonici, comunicazioni via fax, e-mail allo scopo sia di fornire informazioni circa le attività da svolgere, sia di offrire aiuto nel percorso di apprendimento. Il tutor si pone inoltre come interfaccia nel rapporto docente–studente al fine di garantire il superamento di eventuali difficoltà di interazione e risolvere problemi emersi sia in ordine organizzativo che didattico. In particolare, costituisce compito del tutor l’aiuto ai singoli studenti rispetto a: • “garantire il benessere nella vita scolastica allo studente, facilitare il suo progetto personale, valorizzare le diversità, guidare e riorientare le scelte del percorso”; • facilitare l’inserimento nell’ambiente e nel sistema scolastico; • recuperare un rapporto di fiducia e di disponibilità all’apprendimento scolastico nei • soggetti che hanno abbandonato gli studi; • prevenire o ridurre il disagio, la caduta di motivazioni, gli abbandoni; • permettere allo studente di conseguire il massimo risultato tesaurizzabile (credito) nel rispetto e nella valorizzazione delle sue risorse e dei suoi tempi, delle conoscenze pregresse, delle opportunità e delle condizioni di vita e di lavoro; • mediare tra le esigenze/attese dello studente e le istituzioni favorendo la comunicazione, la leggibilità delle situazioni, la conoscenza reciproca. Le funzioni e le attività del tutor sono varie e diversamente coniugate: 1. accoglienza, orientamento, rimotivazione, 2. gestione dei crediti e dei debiti scolastici, 3. monitoraggio, verifica, valutazione, 4. guida per aspetti psicorelazionali e valoriali, 5. guida per aspetti del processo di apprendimento, 6. tramite tra gli studenti e organismi istituzionali, 7. organizzazione, coordinamento, rapporti con l’esterno, 8. verifica del contratto formativo, documentazione e registrazione, (“memoria” del singolo e del consiglio di classe) 1.6. IL COORDINATORE DEL CORSO SERALE Nel sistema formativo qui ipotizzato fondato sulla flessibilità, sulla personalizzazione dei percorsi, sul riconoscimento di crediti o sull’attribuzione di debiti e sul sostegno all’apprendimento, è prevista la funzione di coordinamento svolta dal docente al quale è stata assegnata la mansione. Pagina 8 In particolare, costituisce compito del coordinatore del corso l’aiuto ai singoli corsisti in difficoltà rispetto: • al loro inserimento nel sistema scolastico; • all’attivazione di strategie idonee a colmare carenze culturali; • all’assistenza per sopravvenute difficoltà in ordine alle scelte degli studi o dei percorsi formativi. Il coordinatore del corso serale è chiamato a svolgere un ruolo delicato sia sotto il profilo organizzativo che sul piano relazionale principalmente in termini di supporto e rimotivazione del corsista e di consulente per il docente ogni qual volta questi ritenga di necessitare di un quadro informativo e/o interpretativo più approfondito finalizzato a una migliore comprensione delle dinamiche del gruppo classe o di singoli corsisti, rispetto a quello offertogli dal proprio angolo di visuale necessariamente più settoriale. Sotto il profilo organizzativo il coordinatore si occupa inoltre della presa di contatto mediante i necessari colloqui con i futuri corsisti coordinando tutta quella delicata fase iniziale del rientro scolastico definita “accoglienza” in cui l’adulto che ritorna sui banchi di scuola viene gradualmente ed efficacemente reinserito nell’ambiente scolastico, e reso attivamente partecipe della vita scolastica. 1.7. METODOLOGIA DIDATTICA Sede del coordinamento didattico è il CdC che, tenendo conto delle linee strategiche espresse dall’Istituto attraverso il Progetto di Istituto, ha, fra l’altro, il compito di definire: • gli obiettivi trasversali, le strategie per realizzarli e le modalità per la loro verifica; • le metodologie didattiche più idonee rispetto alle caratteristiche dell’utenza; • l’organizzazione delle attività; • le forme di autovalutazione; Il Consiglio di classe si riunisce con i rappresentanti degli studenti almeno bimestralmente per verificare l’andamento dell’attività didattica complessiva. Figura specifica di riferimento è il coordinatore di classe cui, in particolare, sono affidati i seguenti compiti: a) organizzare e presiedere una riunione mensile con gli studenti sull’andamento della classe; b) curare il coordinamento del Consiglio di classe (odg., organizzazione e predisposizione di materiali ecc.); c) raccogliere sistematicamente informazioni (andamento scolastico e disciplinare, problemi di relazione e/o socializzazione, assenze e ritardi) e curarne la diffusione. A integrazione di quanto previsto nel Progetto di Istituto il contratto formativo, nel presente progetto, assumerà obiettivi specifici quali: a) coinvolgere lo studente nella definizione di percorsi formativi così da suscitare fiducia nell’istituzione scolastica da parte di chi abbia avuto con essa rapporti negativi; b) rinforzare negli studenti l’autostima e la consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità, riconoscendo ad essi definiti spazi di contrattualità formativa Ne potranno costituire efficaci strumenti, nell’ambito del progetto di accoglienza: a) i colloqui prima dell’iscrizione, in occasione dei quali verrà presentato il progetto formativo (i programmi organicamente definiti, i risultati attesi, le strategie didattiche) e se ne acquisirà provvisoriamente l’adesione dell’interessato attraverso l’iscrizione formale; b) i test di ingresso; Pagina 9 c) la definizione di eventuali crediti formativi nelle varie discipline; d) la proposta formativa delle singole materie, intesa come l’insieme dei piani di lavoro predisposti per la classe e dei percorsi individualizzati. Gli interventi didattici tenderanno innanzi tutto a creare nella classe un clima di fiducia riguardo alla possibilità di riuscita e di successo; ciò anche attraverso modalità relazionali e comportamenti professionali rispettosi del vissuto degli studenti oltre che dei loro ritmi e stili di apprendimento. La metodologia didattica più indicata nei corsi per adulti si rifà ai principi dell'andragogia, in opposizione alla pedagogia. II docente dei corsi per adulti deve, necessariamente, tenere conto delle caratteristiche specifiche degli studenti con i quali entra in contatto. Gli studenti dei corsi serali per adulti hanno, infatti, caratteristiche molto diverse e, soprattutto, un bagaglio di esperienze, quando non di competenze, molto ampio che non può assolutamente essere ignorato, pena l'insuccesso dell'azione didattica. Primo obiettivo della metodologia e dell'intervento didattico è rinforzare, in modo deciso, la motivazione dello studente, attivando un circuito di autostima e instaurando un clima di fiducia nella sua possibilità di riuscita e di successo. L'esperienza ha dimostrato che le teorie didatticoformative che descrivono il cosiddetto effetto Pigmaglione hanno colto un aspetto fondamentale della didattica per adulti. E’ importante ricordare come le modalità relazionali e comportamentali, che i docenti mettono in atto, debbano non solo tenere in debita considerazione i ritmi e gli stili di apprendimento dello studente ma anche, e in alcuni casi soprattutto, valorizzare il vissuto e le competenze in suo possesso per conseguire il buon fine dell'attività formativa. Attuando modalità e metodologie di lavoro appropriate e differenziate, tenendo in debito conto le caratteristiche proprie della disciplina, le competenze da acquisire e le caratteristiche dello studente adulto, l'attività didattica e formativa, informata allo stile del lavorare assieme (tra studente e docente) deve anche tendere a: • Valorizzare le esperienze umane, culturali e professionali dello studente in tutte le situazioni didattiche in cui ciò sia possibile; • Motivare alla partecipazione fattiva e propositiva, nonché allo studio; • Mettere in evidenza il valore formativo e l'apporto professionale di ciascuna proposta didattica; • Coinvolgere lo studente attraverso la chiara indicazione di traguardi raggiungibili e di compiti realizzabili, rispetto ai quali il docente si pone soprattutto come facilitatore di apprendimento e consulente formativo; • Utilizzare anche lezioni frontali ma solo nelle circostanze in cui esse risultino strettamente funzionali; • Se possibile, utilizzare il problem solving come strategia finalizzata a favorire processi di apprendimento efficaci per lo studente adulto; • Privilegiare le attività di laboratorio come momento in cui si impara facendo; • Favorire il lavoro di ricerca e studio, di gruppo o individuale, durante l'orario di lezione; • Assumere l'apprendimento cooperativo come stile relazionale e modali di lavoro di base. La flessibilità si traduce nell’aggregazione degli studenti in gruppi scolastici per livelli; tale formula prevede una progressione scolastica degli studenti fondata su livelli di padronanza dei saperi riferiti alle diverse materie. Ciò implica il superamento della comune nozione di classe e di promozione alla classe successiva, con la conseguente adozione di percorsi scolastici basati sui livelli di conoscenza delle singole discipline. Potranno altresì essere sperimentate forme di insegnamento a distanza e si attiveranno momenti di ricerca e progettazione volti all’inserimento Pagina 10 graduale di tale strategia di apprendimento nell’offerta formativa. 1.8. L’IMPIANTO MODULARE Un modulo di apprendimento è un percorso coordinato in modo sistemico che fa riferimento ad in unico discorso portante. Lo scopo della programmazione modulare è quello di superare la dilatazione, ovvero l’indeterminatezza del discorso didattico “ a tappe” per attuare un sistema a blocchi- a moduli appunto- ciascuno dei quali è organizzato attorno ad un nucleo contestuale centrale, in modo che l’intera struttura di unità didattiche appaia, e funzioni, come un preciso sistema di riferimento. Si intende quindi contrappone un orientamento “monografico” ad uno “enciclopedico”. La modularità si attua per mezzo di una struttura organizzativa stratificata da percorrere liberamente anche a salti logici, quindi anche con modalità non sequenziali, in modo da permettere un percorso personalizzato. Contrariamente all’iter didattico cosiddetto tradizionale (che teoricamente comincia dalla prima tappa, ha un procedimento che si sviluppa in modo ordinato e graduale e, infine, raggiunge la meta, senza alcuna possibilità di capitalizzazione intermedia) l’impianto modulare costituisce una rete di competenze aperta ad itinerari che possono variare da studente ma che permette la certificazione di tutti i segmenti positivi. L’organizzazione didattica modulare si è rilevata particolarmente adatta ai corsi per studenti adulti che sono, spesso, portatori di notevoli competenze professionali e che di rado hanno esperienze scolastiche di corsi parziali o anche completi. La modularità, non sequenziale, permette di valorizzare le esperienze pregresse, tramutandole in crediti, nonché le potenzialità di ogni singolo studente, permettendo percorsi individuali effettivamente corrispondenti alle capacità e al ritmo proprio degli studenti. La struttura modulare risulta, inoltre, particolarmente adatta alla connessioni disciplinari che devono tuttavia essere proposte, concordate e progettate con largo anticipo ( almeno un anno scolastico) tra i docenti delle discipline individuate. Tutte le discipline sono perciò organizzate secondo una programmazione modulare annuale preventiva che prospetta, anticipatamente, il percorso da intraprendere durante tutto l’anno scolastico, con proiezione quinquennale, sull’intero corso di studi. Nel periodo iniziale dell’anno scolastico, o durante il primo incontro con lo studente, ogni singolo docente commenta i programmi di modulo, fornendo tutti i chiarimenti necessari, soffermandosi, in particolare, sulla logica interna del modulo, la metodologia prevista, la tipologia delle prove di verifica e le modalità di preparazione. All’inizio dell’anno scolastico, nella prima settimana di scuola, tutti i dicenti coinvolti nei corsi serali sono impegnati nella programmazione modulare. Al fine di produrre una programmazione metodologicamente adeguata, omogenea nella forma e didatticamente efficace, ogni docente redigerà una proposta di programmazione modulare che sarà in seguito validata dalla commissione EDA. Pagina 11 1.9. MODALITA’ DI FREQUENZA La novità più sostanziale è la possibilità di scelta tra tre percorsi formativi: Percorso curricolare: rivolto a studenti che non hanno problemi di frequenza. Lo studente deve consentire ad ogni docente di acquisire un congruo numero di dati di giudizio (verifiche scritte e orali), raccolti nel corso dell’intero anno scolastico. E’ evidente che una presenza assidua e quasi regolare permette di acquisire maggiori competenze disciplinari ed è comunque elemento positivo in sede di valutazione finale. A conclusione di ogni modulo è prevista una prova di verifica sulle conoscenze acquisite. Percorso individuale: rivolto a coloro che non sono in grado di frequentare con regolarità le lezioni o che intendono accelerare il loro percorso formativo, essendo già in possesso di una formazione di base. Per gli studenti che seguono il percorso individuale la verifica di fine modulo sarà scritta e orale. Percorso parziale: rivolto a coloro che sono interessati a seguire solo qualche materia e non l’intero curricolo. Al termine dell’anno scolastico verranno certificate le sole materie frequentate. Le classi non saranno costituite in modo rigido, in quanto i corsisti potranno seguire le lezioni anche in classi diverse da quelle in cui sono stati inizialmente iscritti (classi aperte). Infatti, gli studenti che in corso d’anno completano anticipatamente tutti i moduli previsti (in una determinata disciplina), possono frequentare lezioni riguardanti la classe successiva. L’impostazione didattica delle singole discipline sarà strutturata su percorsi modulari flessibili che si adatteranno alle varie situazioni in ingresso. 1.10. VERIFICHE E VALUTAZIONE Criterio fondamentale è che verifica e valutazione perdano, a maggior ragione nei confronti di un’utenza adulta, il loro valore sanzionatorio, ancora molto diffuso nel nostro sistema scolastico, per assumere la più appropriata connotazione di controllo di processi, al fine sia di diagnosticare e correggere errori rilevati nel percorso di apprendimento sia di indurre corretti comportamenti autovalutativi negli studenti. Osservazione e misurazione debbono tendere pertanto a identificare le cause dello scostamento tra risultati e obiettivi e avere come finalità principale quella di predisporre interventi per adeguare metodi, tecniche e strumenti. Sarà così sempre sottolineata la valenza formativa della valutazione e si creeranno le condizioni perché essa sia meglio vissuta ed accettata. La definizione e la comunicazione alla classe di criteri e strumenti di valutazione garantirà trasparenza e maggiore obiettività a ogni forma di controllo contribuendo così a migliorare il clima generale della classe, a rendere espliciti i rapporti tra docenti e studenti, a rafforzare le motivazioni ad apprendere. La verifica quindi è il momento fondamentale della progettazione didattica e in essa trova la propria significatività. Si tratta di un procedimento che si articola in attività svolte in ambiti diversi e di complessità differente, ma che sempre deve ricomporsi a livello di Consiglio di classe. Va ribadito che per il singolo docente la verifica ha lo scopo di: a) assumere informazioni sul processo di insegnamento-apprendimento in corso per orientarlo e modificarlo secondo le esigenze, b) controllare durante lo svolgimento dell’attività didattica l’adeguatezza dei metodi, delle tecniche e degli strumenti ai fini prestabiliti, c) accertare il raggiungimento degli obiettivi didattici prefissati, d) pervenire alla classificazione degli alunni. Considerato che l’approccio metodologico suggerito si basa essenzialmente sulla programmazione attraverso moduli e che all’interno di questi assume particolare rilevanza il momento diagnostico Pagina 12 per modificare in itinere il processo di insegnamento-apprendimento, si ritiene che sia di grande utilità il sistematico ricorso alla valutazione formativa. Tale attività, che come è noto non deve essere utilizzata per la classificazione del profitto degli alunni ma per individualizzare l’insegnamento e organizzare il recupero, il quale avverrà al termine di ogni modulo didattico o dopo lo svolgimento di sue parti significative. Lo studente viene iscritto alla classe successiva con il conseguimento del 75% dei moduli dell’anno in corso. Sono previsti quattro sessioni ordinarie di prove di accertamento nel corso dell’anno scolastico, organizzate nei mesi di settembre, dicembre, marzo e maggio. Usufruiscono delle sessioni di verifica: • Chi ritiene di poter anticipare moduli non ancora conseguiti, sia dell’anno in corso che di quelli successivi. • Chi deve recuperare moduli non affrontati o non superati. 1.11. SERVIZIO INFORMAZIONI ONLINE Per i corsi serali è disponibile un servizio WEB che risponde alle esigenze degli studenti lavoratori e di quelli residenti fuori sede, i quali non hanno la possibilità di frequentare le lezioni quotidianamente o che hanno scelto di seguire il percorso individuale. All’atto dell’iscrizione ogni studente riceve un nome-utente e una password che gli permetterà di accedere al sito della scuola http://www.martinomartini.it nel quale troverà uno spazio dedicato al serale da cui potrà scaricare materiale didattico, utile per la preparazione delle varie discipline. In tal modo ogni studente dotato di personal computer con collegamento ad INTERNET può accedere 24 ore su 24, da casa o dal proprio posto di lavoro, al sito attivato per tenersi informato sull’attività didattica e sull’andamento del suo personale percorso didattico. 1.12. REQUISITI E DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE PER L’ISCRIZIONE Per l’iscrizione al primo anno è necessario presentare tutta la documentazione che certifichi il percorso pregresso. I minorenni sono ammessi purché compiano i 18 anni entro l’anno solare di riferimento e dimostrino che, in quanto lavoratori, non possono frequentare un corso diurno. (C.M. del 25/07/90). Documentazione da presentare per l’iscrizione: • Pagella di ogni anno di scuola media superiore frequentato • Documentazione rilasciata dalla scuola frequentata che certifichi la colmatura di debiti formativi • Attestati di eventuali corsi regionali/provinciali effettuati anche presso CFP (Centri di Formazione Professionali) indispensabili per la costruzione del curriculum dello studente. Nella fase di accoglienza saranno valutati di ciascuno per l’individuazione della classe di iscrizione. Pagina 13 2. ELEMENTI CARATTERIZZANTI I CORSI PER ADULTI 2.1. L’UTENZA DEI CORSI PER ADULTI Una continua e profonda mutazione (legata ovviamente alle trasformazioni del mondo del lavoro sul territorio) sta modificando il target dei corsi per adulti. Progressivamente nuovi corsisti si affiancano allo studente-lavoratore tradizionale, occupato stabilmente ed in cerca di un’occasione di avanzamento e di sviluppo delle proprie possibilità di carriera. Oggi il soggetto che si avvicina ad un corso di studi per adulti ha una fisionomia diversa, della quale bisogna prendere atto per poter costruire un lavoro efficace e produttivo, in grado di rispondere alle sue esigenze. Schematicamente possiamo riassumere questi nuovi “tipi” di studente che si rivolge ai nostri corsi: a) L’occupato Entrato nel mondo del lavoro con una bassa scolarità, e quindi ai livelli meno qualificanti, è prevalentemente coinvolto nei nuovi processi di flessibilità del lavoro in due forme: • fa i conti con un continuo cambiamento di lavoro (sei mesi, un anno al massimo) • vive con difficoltà il processo di adattamento ad una estrema variabilità negli orari di lavoro (turni che mutano ad alta frequenza, orario giornaliero variabile, straordinario obbligato, periodi intensivi ecc.). In entrambi i casi è studente motivato ed esigente, ma presenta grosse difficoltà nella frequenza, ed abbandona immediatamente se la scuola non riesce a dimostrargli fin da subito la possibilità di un percorso individualizzato. b) Il disoccupato Anche qui abbiamo almeno due tipi differenziati: - la donna uscita volontariamente dal ciclo produttivo per dedicarsi alla famiglia e che tenta di rientrarvi quando i figli sono grandi, scoprendo però il deficit di conoscenze culturali, professionali e di inserimento sociale che la scelta della famiglia le ha causato; è di solito persona fortemente motivata ed esigente anche si muove da un modesto livello di pre-conoscenze; talvolta finisce per accontentarsi di un recupero culturale generico lasciando in secondo piano proprio l’aspetto professionale dei corsi; - il disoccupato di lunga durata che non riesce ad entrare nel ciclo produttivo poiché sconta o gravi difficoltà cognitive ed espressive o trascorsi di emarginazione (handicap fisici o mentali, alcool, droga ecc.); è normalmente studente difficile da motivare da un punto di vista scolastico, che talora si accontenta di un recupero in termini di socializzazione. c) Il drop out Lo studente espulso dal sistema scolastico in seguito ad una serie di insuccessi, che si sente ancora “studente” e ripropone dinamiche negative, mancanza di motivazione, disaffezione, tipici dello “studente difficile” dei corsi diurni. E’ un giovane adulto che necessita di un forte lavoro di rimotivazione che gli consenta di separarsi definitivamente dalle precedenti esperienze negative e gli dia modo di intraprendere un percorso che percepisca come totalmente nuovo. d) Lo straniero Vanno aumentando i corsisti stranieri, essenzialmente di due tipi: - giovani-adulti con modesta preparazione precedente, che mirano all’acquisizione di una nuova più spendibile professionalità, - adulti che cercano nella frequenza di corsi serali la riconversione o la prosecuzionecompletamento di un percorso scolastico specialistico già affrontato nel paese di origine, non sempre riconosciuto in Italia. 2.2. LA PROSPETTIVA PROFESSIONALE DEL CORSO Obiettivo primario dei corsi EdA è quello di favorire in una prospettiva di riqualificazione professionale e un’opportunità di sbocco lavorativo al termine del ciclo formativo: è fondamentale Pagina 14 che un corso per adulti, specie nel biennio iniziale, sia fortemente orientato in questo senso e che a tale consapevolezza sia improntato ogni intervento didattico e formativo messo in atto dai docenti impegnati sul campo. Questa scelta di fondo risponde in primo luogo alle aspettative dell’utenza nonché a precise direttive ministeriali e comunitarie e implica un’enfasi sostanziale sulle materie professionalizzanti oltre che sul livello qualitativo e innovativo delle metodologie di insegnamento di ogni disciplina contemplata dal curricolo. In questa prospettiva la formazione culturale di base e le materie che ne sono portatrici assumono un ruolo delicato di supporto funzionale e strategico rispetto all’obiettivo e non di fine in sé, da perseguire come meta educativa autonoma, come avviene nella didattica dei corsi diurni rivolti a studenti adolescenti. È la componente formativa in senso professionalizzante, non quella educativa che si deve privilegiare nel dispiegare la propria strategia globale di un corso EdA. 2.3. IL RUOLO DEL TUTOR Il tutor è un operatore qualificato in possesso di specifiche competenze complementari e distinte da quelle richieste al docente; egli è chiamato a svolgere un ruolo delicato sia sotto il profilo organizzativo che sul piano relazionale principalmente in termini di supporto e rimotivazione del corsista e di consulente per il docente ogni qual volta questi ritenga di necessitare di un quadro informativo e/o interpretativo più approfondito finalizzato a una migliore comprensione delle dinamiche del gruppo classe o di singoli corsisti, rispetto a quello offertogli dal proprio angolo di visuale necessariamente più settoriale. Sotto il profilo organizzativo il tutor si occupa inoltre della presa di contatto e della successiva preselezione dei futuri corsisti coordinando tutta quella delicata fase iniziale del rientro scolastico definita “accoglienza” in cui l’adulto che ritorna sui banchi di scuola viene gradualmente ed efficacemente reinserito nell’ambiente scolastico, e reso attivamente partecipe della vita scolastica. 2.4. L’ACCOGLIENZA Una caratteristica essenziale del lavoro con gli adulti è dato dalla fase di ACCOGLIENZA che si realizza nella prima parte dell’anno scolastico e prevede diverse fasi. In generale lo scopo dell’accoglienza è quello di produrre un senso di reciproca appartenenza, ovvero di creare le condizioni per stabilire il patto formativo: partire dal vissuto individuale considerato come un bagaglio di esperienze da valorizzare positivamente; • favorire lo sviluppo di dinamiche di gruppo costruttive ed efficaci; • aprire un canale di scambio agevole tra i singoli e l’istituzione; • modificare in positivo la rappresentazione che il singolo possiede della scuola dalla sua precedente esperienza (per lo più fallimentare); • dare vita a relazioni ed interazioni collaborative e di crescita tra i singoli studenti, tra studenti e docenti, tra studenti docenti e tutor. 2.5. LA MESSA A LIVELLO Uno dei primi compiti dei nostri corsi, specificamente nella classe terza, è quello della cosiddetta “messa a livello”: aiutare il corsista a sviluppare efficaci strategie di studio e contestualmente rendere quanto più possibile omogenei i livelli di conoscenza nelle singole materie. E’ chiaro che provenienze diverse, diverse esperienze scolastiche, studi interrotti, competenze acquisite nel mondo del lavoro, costituiscono un bagaglio complesso ed articolato, nel quale è necessario mettere ordine in modo da consentire al singolo studente di rientrare in modo efficace nel ciclo Pagina 15 scolastico e, per quanto possibile, di appianare i dislivelli che rendono normalmente difficile il lavoro con le classi. Pagina 16 3. INDICAZIONI OPERATIVE Vale la pena riportare una ormai celebre tabella di raffronto tra i progetti della pedagogia e dell’andragogia (Knowles) (disciplina che si occupa scientificamente dell’educazione dell’adulto): Pedagogia Clima Orientato verso l’autorità Formale Competitivo Pianificazione Da parte del docente Diagnosi dei bisogni Formulazione degli obiettivi Da parte del docente Da parte del docente Progetto Logica delle materie Unità di contenuto Attività Tecniche di trasmissione dei contenuti Valutazione Da parte del docente Andragogia Reciprocità Rispetto Collaborazione Informale Meccanismo di pianificazione comune Auto-diagnosi reciproca Negoziazione comune Sequenze, secondo la disponibilità ad apprendere Unità di problemi Tecniche basate sull’esperienza (ricerca) Re-diagnosi comune dei bisogni Valutazione comune del programma Ma forse vale ancor più la pena riflettere in modo operativo sulla ricaduta di questa impostazione teorica nel quotidiano lavoro dell’insegnante. 1. IL RAPPORTO CON GLI STUDENTI Obiettivo primario per lo studente che entra: superare la situazione d’impatto con le materie, con il lavoro di classe, con lo studio e con le verifiche. Obiettivo primario per lo studente già inserito: conservare e sviluppare la propria motivazione. 2. OBIETTIVI DI LAVORO OBIETTIVO 1: Il rapporto con l’utenza deve essere improntato ad un clima di fiducia reciproca, di trasparenza, di correttezza dal punto di vista dei rapporti personali. METODI: a) nei primi incontri l’insegnante presenta se stesso, la propria esperienza, la propria storia di insegnante. b) l’insegnante invita gli studenti a presentarsi; c) l’insegnante sceglie se dare del Tu o del Lei, ma la sua scelta deve essere coerente (cioè deve valere per tutti gli studenti) e reciproca (deve cioè aspettarsi, se dà del Tu, che gli venga dato del Tu dagli studenti); d) amici e non amiconi; collaborativi e non conniventi. OBIETTIVO 2: L’insegnante deve sempre dimostrare la propria motivazione METODI: - dimostrare entusiasmo nella propria attività aiuta lo studente a rispondere in modo altrettanto attivo e partecipe Pagina 17 - lasciare la classe dopo aver assegnato delle consegne determina una sensazione negativa di abbandono negli studenti - se dopo la spiegazione l’insegnante verifica in modo rapido (non valutato), l’acquisizione degli argomenti rafforza la sicurezza degli studenti - se l’insegnante non ha tutto il materiale necessario alla lezione determina una spiacevole sensazione di disinteresse nei confronti della classe - ogni volta sia possibile l’insegnante cercherà di seguire individualmente gli studenti - organizzare le scadenze delle verifiche aiuta la classe a non sentirsi in balia del caso - dimostrare puntualità significa invitare alla puntualità - esternare i propri problemi personali alla classe può essere irritante per gli studenti e controproducente per l’insegnante - esprimere valutazioni personali sui colleghi non aiuta a creare il necessario clima di collaborazione e di fiducia reciproca OBIETTIVO 3: Rendere partecipe lo studente fin dall’inizio, del percorso che si intende seguire. METODI: L’insegnante nelle prime fasi del proprio lavoro introduce con completezza: - lo schema del percorso didattico che intende seguire; - i contenuti (“saprete questo e quello…”) - gli obiettivi in termini di competenze (“saprete fare questo e quello…”) - consegna a ciascun corsista nella prima fase dell’anno un estratto della propria programmazione modulare da cui risultino le tappe fondamentali del lavoro da svolgere in corso d’anno OBIETTIVO 4: Rendere partecipe lo studente fin dall’inizio, delle modalità di valutazione del lavoro. METODI: L’insegnante fin dalle prime fasi del lavoro spiega agli studenti il senso ed il valore delle valutazioni L’insegnante fin dalle prime fasi del lavoro concorda: - il tipo di verifiche che intende svolgere (test, domande aperte/chiuse, diagrammi, tabelle, mappe concettuali, ecc..) - la frequenza delle stesse (ad ogni unità, per frazioni più ridotte, per più unità ecc.) - le modalità di valutazione (in decimi, in centesimi, per fasce A - B - C, con giudizi ecc.) - si accerta che gli studenti abbiano ben compreso la proposta e che essa non susciti reazioni negative. OBIETTIVO 5: Dimostrare allo studente che entra la percorribilità del percorso didattico e quindi la correttezza della sua scelta. METODI - L’insegnante sollecita il risultato positivo anche con esercizi banali e facilissimi - L’insegnante punta, inizialmente, al coinvolgimento del gruppo nell’azione didattica, evitando la messa in questione del singolo (ad esempio con colloqui collettivi piuttosto che individuali); - l’insegnante sollecita l’autostima evidenziando i progressi, le acquisizioni, le scoperte, piuttosto che mettendo in luce i difetti, le mancanze, le incapacità; - è impegno dell’insegnante indicare costantemente allo studente l’utilità e la correttezza della sua scelta, non deprimerlo rilevando continuamente gli ostacoli, la fatica, la lunghezza del percorso; - è impegno dell’insegnante cancellare nello studente la memoria dell’esperienza negativa della scuola legata a sue precedenti esperienze fallimentari Pagina 18 - è impegno dell’insegnante far comprendere allo studente che non sta ripercorrendo una strada che in altri tempi gli si è dimostrata impercorribile, ma che si sta avviando lungo un nuovo percorso nel quale gli insuccessi precedenti non hanno peso. OBIETTIVO 6 : Vincere il “disagio” dello studente METODI : Prestare particolare attenzione agli aspetti relazionali nel rapporto docente-classe e docentecorsista. Non è necessario tramutarsi in altrettanti psicologi, basta avere ben presente come in questa fase molti corsisti si trovino in una condizione di disagio, improntata alla consapevolezza dei propri limiti e della precarietà del bagaglio culturale con cui affrontano il rientro in formazione. Questa sensazione di inadeguatezza accompagnata dall’azzeramento dell’immagine di sé, in quanto adulto che il corsista ha consolidato nella vita extrascolastica necessita di essere disinnescata in modo che la sua attenzione si concentri sui progressi via via compiuti anziché sulla distanza che ancora lo separa da una performance percepita come ottimale o da presunte aspettative nei suoi confronti da parte del docente. OBIETTIVO 7: Puntare alla formazione del gruppo come punto di forza della motivazione individuale METODI : - L’insegnante adotta come metodo la discussione, lo scambio di esperienze; cerca di riportare la materia ad una problematica di attualità, - l’insegnante si dimostra consapevole che questo metodo non costituisce una perdita di tempo o una divagazione superflua, ma una operazione essenziale per stimolare la partecipazione degli studenti, ed umanizzare il processo educativo; - l’insegnante sollecita in ogni momento la collaborazione nello scambio delle informazioni, degli appunti, dei materiali. OBIETTIVO 8: Far acquisire un metodo di studio efficace ed adeguato allo scopo METODI : - Utilizzare sempre gli ultimi momenti della lezione per verificare collettivamente l’acquisizione di quanto spiegato (“cosa abbiamo imparato questa sera?”); - utilizzare i primi momenti della lezione per richiamare le nozioni spiegate la volta precedente; - elaborare in classe mappe, schemi, riepiloghi, (la lavagna è essenziale!), in modo da seguire il processo formativo nelle sue fondamenta; - non dare mai nulla per scontato, anche le nozioni più banali devono talvolta essere periodicamente richiamate per essere fissate e accertate; talvolta l’adulto ha bisogno di conferme continue anche rispetto a conoscenze che già ha acquisito; - non rinviare mai nulla ad un processo di elaborazione individuale come unica o primaria modalità di apprendimento, cioè, in definitiva, non dare mai la sensazione allo studente di essere abbandonato di fronte alle difficoltà dell’apprendimento, della memorizzazione, della comprensione. Pagina 19 4. PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITÀ DIDATTICA 4.1. L’ORGANIZZAZIONE DEI MOMENTI DI VERIFICA E LA VALUTAZIONE Nell’EdA la fase della valutazione si presenta in modo particolarmente delicato e complesso; su di essa si gioca spesso la credibilità del lavoro didattico e soprattutto la capacità di assorbire i fenomeni di impatto negativo che sempre si presentano nell’adulto che rientra nel sistema formativo. Appare dunque necessario attenersi ad alcuni fondamentali principi: • si valuta la prova non la persona • nessuna valutazione è definitiva • non si opera per medie matematiche ma per livelli di competenza raggiunti • tutti avranno la possibilità di dimostrare le proprie conoscenze e le proprie capacità • l’insegnante non dà mai la sensazione che tutto il lavoro sia finalizzato alla verifica • l’insegnante relativizza le singole verifiche, in modo che lo studente abbia consapevolezza che esse sono solo un momento del processo e non il fine. Sulla base di questi elementi si possono indicare alcune indicazioni operative: • Dosare oculatamente nell’economia complessiva dell’orario di lezione l’incidenza della lezione frontale, parcellizzando la quantità dei contenuti nuovi per ciascuna sessione di lavoro e riservando sistematicamente spazi ad attività di esercitazione e consolidamento (“al posto del lavoro per casa”) in assenza delle quali non è ragionevole attendersi livelli di ritenzione dei contenuti e di apprendimento soddisfacenti. • Programmare con anticipo date e argomenti delle verifiche, coordinando in modo efficace tale aspetto della propria attività didattica con gli altri colleghi del consiglio di classe. Non si può ragionevolmente chiedere a una classe di studenti lavoratori di affrontare con successo più di due verifiche scritte nel corso di una stessa settimana, men che meno verifiche che si accavallino nello stesso giorno o che siano comunicate con margini di anticipo insufficienti. • Privilegiare l’accertamento frequente e informale dei livelli di acquisizione di piccole porzioni di programma da parte di ciascun allievo rispetto a modalità di verifica diradate nel tempo e di impatto quantitativo più ingente: si otterrà così una riduzione dell’ansia da prestazione del corsista, un sostanziale risparmio dei tempi e una maggiore affidabilità e continuità del feedback informativo sull’andamento del programma. 4.2. IL LAVORO A CASA Quasi tutti i corsisti, anche quelli formalmente disoccupati, svolgono di fatto una qualche attività lavorativa irregolare o saltuaria per loro irrinunciabile ai fini del reddito oltreché per la prospettiva di un più stabile inserimento nel mondo del lavoro che tali impegni lavorativi anche saltuari comunque rappresentano. Se a ciò si assommano ineludibili impegni di natura familiare e personale, risulta evidente come la disponibilità a svolgere attività di studio a casa da parte dello studente adulto sia nella gran parte dei casi drasticamente ridotta. A differenza di quanto avviene nei corsi diurni, nell’ambito dei corsi per adulti l’assegnazione di lezioni per casa, non rientra tra le prassi didattiche raccomandate e l’azione del docente in classe dovrà pertanto prevedere specifici momenti e modalità di consolidamento ed esercitazione dei contenuti proposti in sostituzione dei periodi di studio casalingo. Le date delle verifiche andranno concordate con congruo anticipo con la classe trascrivendole sull’apposito prospetto affisso in ogni aula. Questo elemento essenziale del patto formativo viene espressamente stipulato col corsista al momento della sua iscrizione e va rigorosamente Pagina 20 rispettato, pena tra l’altro l’instaurarsi di quello che rischia di essere percepito dall’utenza come un vuoto di credibilità tra l’impegno assunto per il rispetto delle sue specificità ed esigenze e una prassi didattica della docenza che finisce col ricalcare le modalità di insegnamento del mattino, con conseguenti effetti devastanti in termini di fiducia, motivazione e ulteriore disponibilità alla partecipazione alla vita scolastica da parte dello studente lavoratore. 4.3. LA QUESTIONE DEI LIBRI DI TESTO Gli studenti dei corsi per adulti possono acquistare testi per alcune materie, per altre discipline possono utilizzare materiali prodotti dall’insegnante. In generale la scelta dei corsi per adulti va nella direzione del ridurre quanto possibile i materiali da acquistare, e di utilizzare piuttosto i materiali prodotti dagli insegnanti. In ogni caso i principi ispirativi del progetto possono essere così riassunti: Ogni lezione il suo appunto (o pagina del libro), ogni appunto (o pagina del 1. libro) la sua lezione. Inoltre coerenza tra la lezione spiegata e l’appunto (o fotocopia o pagina del libro). 2. Il libro di testo non è un materiale a parte, ma uno strumento operativo che lo studente deve conoscere e saper utilizzare. Sarà preoccupazione costante dell’insegnante verificare la coerenza tra la lezione spiegata e l’appunto (o dispensa, o pagina del libro) che gli corrisponde, così come si dovrà preoccupare di rendere la consultazione dei materiali la più agevole possibile: lo strumento deve essere amichevole, il suo utilizzo deve essere semplice (se presenta un linguaggio particolarmente complesso l’insegnante si dovrà preoccupare di chiarirlo), in ogni caso la lezione (o comunque l’attività didattica in classe) resta il punto di riferimento essenziale dell’insegnante. 4.4. LE ATTIVITÀ DI RICEVIMENTO Date le particolari caratteristiche dello studente adulto, la difficoltà che incontra in una frequenza regolare, le provenienze diverse, i diversi livelli di partenza, i ritmi differenti di apprendimento ecc., risulta necessario lavorare con particolare attenzione durante tutto il corso dell’anno sulle attività di ricevimento. Le attività di ricevimento prevedono diverse soluzioni operative: GLI SPORTELLI DIDATTICI LA DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA LA PAUSA DI RECUPERO Alcuni insegnanti fissano un orario di sportello nel quale sono disponibili al recupero individuale o per piccoli gruppi, previa prenotazione. Laddove possibile l’insegnante può concordare un percorso individualizzato, fornendo i materiali di lavoro e fissando dei momenti di verifica. L’insegnante può decidere (anche su sollecitazione della classe) di interrompere il normale sviluppo della spiegazione e dedicare alcune lezioni solo al lavoro di recupero con la classe intera. 4.5. CONDUZIONE DELLA CLASSE E RAPPORTO CON I CORSISTI I docenti che approdano ai corsi EdA hanno in genere maturato precedenti esperienze d’insegnamento ad adulti (altri corsi serali, 150 ore, ecc.) e hanno avuto conseguentemente modo di elaborare e sperimentare sul campo una varietà di strategie didattiche, individuando infine quelle più efficaci e idonee al tipo d’utenza e di disciplina insegnata. La docenza in una classe adulta pone inevitabilmente una serie di problematiche, di ordine didattico oltre che di conduzione del gruppo, connesse da un lato alla diversa età dell’utenza rispetto alla corrispondente classe del “corso diurno”, ma anche, e spesso in termini ancor più vistosi, alla disomogeneità in termini anagrafici riscontrabile nell’ambito del gruppo classe stesso. Pagina 21 “Differenza d’età” significa spesso tempi di elaborazione e acquisizione, strategie e motivazioni all’apprendimento diversi nei diversi soggetti, non sempre facilmente sincronizzabili, e la cui soddisfazione costituisce d’altro canto e in larga misura il presupposto dei successi o dei fallimenti a venire dell’attività didattica nei confronti del corsista. Pagina 22 5. ECDL La Certificazione ECDL è una certificazione che viene rilasciata dall'AICA mediante la quale essa attesta che il suo titolare ha superato con esito positivo il numero e il tipo di esami richiesti dai diversi Moduli previsti dal Syllabus ECDL, secondo quanto prescritto dalla ECDL Foundation. La Certificazione ECDL è un certificato riconosciuto a livello internazionale che prova che il suo titolare conosce i principi fondamentali dell'informatica e che possiede le capacità necessarie per usare con cognizione di causa un personal computer e i principali programmi applicativi. La Certificazione ECDL può essere conseguita da persone di tutte le età, e delle più diverse estrazioni culturali. Esso si rivolge allo studente, a chi lavora, al comune cittadino, cioè a tutti coloro che hanno interesse a dimostrare in modo incontrovertibile la propria abilità nell'uso del computer. L’istituto Martino Martini organizza a partire da Ottobre 2010 dei corsi per permettere agli utenti interessati di poter sostenere gli esami per il superamento dei sette moduli previsti. Gli esami possono essere svolti presso la scuola stessa in quanto è Test Center accreditato dall’AICA. Pagina 23 6. CORSI DI PREPARAZIONE PER LE CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE Le certificazioni linguistiche sono diplomi attestanti il livello di conoscenza raggiunto in una lingua straniera e riconosciuti a livello internazionale. Si basano sui livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER): da A1, per principianti, a C2, attestante il livello più alto di conoscenza di una lingua. Una certificazione linguistica può servire per accedere a borse di studio, stage ed incarichi di lavoro che richiedono la conoscenza delle lingue straniere. Essa permette di ottenere crediti formativi validi per la scuola e per l’università ed è una qualifica che valorizza e distingue il curriculum. Le conoscenze e le competenze ottenute con le attività curricolari rappresentano la base di partenza per il conseguimento di una certificazione. L’ Istituto “Martino Martini” organizza corsi per la preparazione alle certificazioni di lingua inglese e tedesca. La partecipazione ai corsi è gratuita, mentre la tassa d’esame viene sostenuta dalla scuola per metà dell’importo. LINGUA INGLESE Il Preliminary English test (PET) corrisponde al livello B1 del QCER. Gli studenti dimostrano di sapersi destreggiare autonomamente in una gamma di situazioni quotidiane. Il First Certificate in English (FCE) corrisponde al livello B2 del QCER e certifica la capacità di gestire con sicurezza le strutture principali della lingua, di comprendere le idee essenziali di testi complessi e di comunicare in una varietà di situazioni. LINGUA TEDESCA Il Zertifikat Deutsch (ZD) corrisponde al livello B1 del QCER e attesta il possesso di solide conoscenze basilari della lingua tedesca e una buona autonomia nell’interazione quotidiana. Pagina 24 8. QUADRO ORARIO TECNICO DEI SERVIZI TURISTICI 7. QUADRO ORARIO TECNICO DELLA GESTIONE AZIENDALE II aziendale Italiano Storia Matematica Lingua inglese Lingua tedesca Scienze Trattamento testi Economia d’azienda Diritto-economia Totale ore settimanali III aziendale ore classe comune ore indirizzo aziendale 3 2 3 3 3 2 3 4 2 25 ore classe comune Italiano Storia Matematica Lingua inglese 3 2 2 3 Lingua tedesca 3 Diritto-economia Trattamento testi Economia d’azienda Geografia delle risorse Informatica gestionale Totale ore settimanali 2 3 ore classe comune II turistica Italiano Storia Matematica Lingua inglese Lingua tedesca Scienze Trattamento testi Tecnica turistica amministrativa Diritto-economia Totale ore settimanali ore indirizzo aziendale 3 2 3 3 3 2 3 e 3 2 2 25 ore classe comune 3 2 2 3 3 2 3 e IV turistica IV aziendale ore classe comune Italiano Storia Matematica Lingua inglese 3 2 3 3 Economia aziendale Geografia delle risorse Diritto ed economia Informatica gestionale Totale ore settimanali Italiano Storia Matematica Lingua inglese Economia e tecnica dell’azienda turistica Lingua tedesca ore indirizzo aziendale 5 2 3 4 25 Italiano Storia Matematica Lingua inglese Economia aziendale Diritto ed economia Informatica gestionale Totale ore settimanali ore classe comune ore indirizzo aziendale 6 4 4 25 Legenda: 3 ore classe comune 3 2 3 3 ore indirizzo turistico 5 3 Tecnica di comunicazione 2 Geografia turistica Storia dell’arte Totale ore settimanali 2 2 25 Discipline caratterizzanti Pagina 25 5 2 2 25 Discipline trasversali Discipline caratterizzanti ore classe comune 3 2 3 3 2 2 25 ore indirizzo turistico Geografia turistica Storia dell’arte Totale ore settimanali Legenda: Discipline trasversali 3 2 Italiano Storia Matematica Lingua inglese Economia e tecnica dell’azienda turistica Lingua tedesca 3 2 3 3 ore indirizzo turistico Tecnica di comunicazione V turistica V aziendale 4 2 25 III turistica Italiano Storia Matematica Lingua inglese Lingua tedesca Diritto-economia Trattamento testi Tecnica turistica amministrativa Geografia turistica Storia dell’arte Totale ore settimanali ore indirizzo turistico 9. QUADRO ORARIO ISTITUTO TECNICO SETTORE ECONOMICO INDIRIZZO: AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING I classe ore classe comune Lingua e letteratura italiana 3 Storia Lingua inglese Lingua tedesca 2 3 3 Matematica 4 ore indirizzo tecnico Scienze integrate (fisica) 2 Geografia Informatica Economia d’azienda Diritto-economia 2 2 2 2 Totale ore settimanali 25 II classe ore classe comune Lingua e letteratura italiana 3 Storia 2 Lingua inglese 3 Lingua tedesca 3 Matematica 4 ore indirizzo tecnico Scienze integrate (Chimica) 2 Geografia Informatica Economia d’azienda Diritto-economia Totale ore settimanali 2 2 2 2 25 Legenda: Discipline trasversali Discipline caratterizzanti Pagina 26