TRAME DEI FILM PIU’ NOTI
Perlasca - Un eroe italiano; La vita è bella; Schindler’s List; L’amico ritrovato; Train de vie –
un treno per vivere; Diario (Anna Frank); La fuga degli angeli - Storie del
Kindertransport; Jona che visse nella balena; Il giardino dei Finzi – Contini; The
Courageous Heart of Irena Sendler
Perlasca - Un eroe italiano
Trama
Giorgio Perlasca, un commerciante di carni di Padova, è un fascista convinto, tanto da lasciare la
casa e il lavoro per combattere nell'esercito di Francisco Franco durante la guerra civile spagnola.
L'armistizio di Cassibile lo sorprende in Ungheria dove, braccato anch'egli dalle SS, assiste
sconvolto alle persecuzioni ai danni degli ebrei. Giorgio ha un attestato di benemerenza firmato dal
generale Franco che gli potrebbe valere la fuga in Italia dove sua moglie lo sta aspettando, ma
decide di non usarlo per rimanere a Budapest, con l'intenzione di strappare alla morte quanti più
ebrei possibile. Nel caos, si presenta con il suo documento all'ambasciata spagnola e riesce a farsi
passare dai nazisti per console spagnolo, rischiando la vita. Protetto dall'alta carica inganna i
tedeschi, evita l'incendio del ghetto di Budapest e strappa ai campi di concentramento un gran
numero di ebrei (circa 5200). Dopo due anni Giorgio ritorna in Italia, senza raccontare a nessuno
ciò che ha fatto. La sua storia viene alla luce nel 1988 quando due delle donne ungheresi che aveva
salvato lo rintracciano a Padova.
La vita è bella
Trama
Guido è un giovane ebreo che si trasferisce ad Arezzo con l'amico Ferruccio Papini. Durante il
tragitto Guido incontra casualmente una giovane maestra di nome Dora, da lui
soprannominata principessa. Arrivato in città, viene ospitato dallo zio Eliseo, capo cameriere
dell'albergo più lussuoso della città di Firenze, dove Guido va a lavorare come cameriere. Quello
stesso giorno, in municipio, avviene un litigio con Rodolfo, un arrogante gerarcafascista, ed
entrambi da allora si soprannominano lo scemo delle uova perché Guido involontariamente
appoggia alcune uova nel cappello del fascista e, quando Rodolfo lo indossa, si rompe le uova in
testa diventando furioso. Intanto, all'hotel, Guido fa amicizia con un medico tedesco appassionato,
come lui, di indovinelli. Saputo che un ispettore scolastico dorme nell'hotel, e che costui era stato
convocato il giorno dopo in una scuola elementare dove insegna anche Dora per una lezione
antropologica a favore della razza ariana, trova uno stratagemma per sostituirsi a costui, pur di
incontrarla. Il vero ispettore poi arriva quando già la lezione ha ormai ridicolizzato l'obiettivo
iniziale, ma Guido, scappato via dalla finestra, ha comunque raggiunto il suo scopo. Una sera Dora
va a teatro; Guido la segue e, con un altro stratagemma, la porta via a Rodolfo. I due quella sera
parlano a lungo e Guido le confessa infine il proprio amore per lei. Qualche sera dopo, proprio al
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Grand Hotel, Rodolfo è ansioso di festeggiare il fidanzamento ufficiale con Dora, la quale mai è
stata veramente innamorata. Dora quindi decide di contraccambiare i sentimenti di Guido e, al
termine della serata, va via con lui dopo che questi era entrato nel ristorante su un cavallo bianco,
seppur dipinto di verde fluorescente, incurante che sul dorso dell'animale avessero scritto "cavallo
ebreo", perché era già incominciata la discriminazione razziale. A Rodolfo non rimane che
incappare nell'ennesimo uovo, stavolta un grande uovo di struzzo che rovina sulla sua testa. Nel
1939, Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuè.
Qualche anno dopo, nonostante la guerra e l'invasione nazista dell'Italia, la famiglia è ancora felice.
Guido ha aperto una libreria e Dora continua la sua attività da insegnante ma, proprio il giorno
prima del compleanno di suo figlio, Guido viene richiamato dai fascisti per la schedatura sua, di suo
figlio e di suo zio nel registro ebraico delle SS (che poi servirà al loro arresto). Il giorno dopo,
Guido e suo figlio insieme allo zio Eliseo vengono deportati in un lager nazista, insieme ad altri
concittadini ebrei. Dora, giunta a casa e trovati i segni della colluttazione, arriva in tempo alla
stazione. Lì, vede un treno merci stracolmo di gente, con appresso i bagagli: uomini, donne,
bambini e anziani spinti, malmenati e scherniti dai soldati delle SS, che li costringevano a salire sul
treno. Dora, spaventata, decide di parlare con un tenente delle SS, che le consiglia di tornarsene a
casa alla sua prima richiesta di salire sul treno volontariamente ma, insistendo, Dora riesce a
convincere l'ufficiale nazista, il quale, alla fine, ferma il treno e la fa salire: incontrerà di sfuggita
suo marito soltanto in un'occasione all'arrivo al campo di concentramento. All'arrivo nel campo, gli
uomini e le donne vengono immediatamente separati, e lo zio Eliseo, insieme a molti altri, viene
destinato immediatamente alla camera a gas, in quanto troppo anziano per lavorare. Pur di
proteggere il figlio dalla terribile realtà, Guido sin dall'inizio del tragico viaggio in treno racconta a
Giosuè che stanno partecipando a un gioco a premi, in cui si dovranno affrontare numerose prove,
per vincere un carro armato vero. Si spaccia anche come interprete del soldato tedesco, per
"tradurre" le regole del lager, imposte ai prigionieri, in un emozionante gioco. Col passare dei giorni
Giosuè entra attivamente nel vivo del "gioco", tra le cui "regole" c'è quella di rimanere nascosti
nella camera riservata a suo padre e ad altri prigionieri, per evitare che, una volta trovato, sia
"eliminato dal gioco", ossia destinato alla camera a gas. Durante una selezione, Guido incontra il
medico tedesco conosciuto al Grand Hotel, ormai divenuto un capitano delle SS, che seleziona gli
uomini idonei al lavoro da quelli da mandare a morte. Il medico riconosce Guido, non lo seleziona
per il gas, ma gli offre di servire ai tavoli in una cena per ufficiali nazisti. Guido s'illude che il
medico voglia mettere una buona parola per lui e per sua moglie, e riesce anche a far partecipare
suo figlio, per sfamarlo dignitosamente, confuso tra gli altri figli di ufficiali nel tavolo a loro
riservato. Grande sarà la sua delusione quando, quella stessa sera, il dottore lo chiamerà a sé
soltanto per sottoporgli un cupo indovinello a cui non trovava soluzione e per il quale era
disperatissimo. La stessa sera, durante il suo ritorno in baracca, Guido si perde nel lager con il figlio
addormentato in braccio. A un certo punto scorge da lontano una fitta coltre di nebbia, e incuriosito
la supera, ma suo malgrado si trova davanti a una gigantesca montagna di cadaveri scheletriti
destinati alla cremazione. Pian piano Guido, atterrito, s'allontana con la speranza che il figlio non si
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svegli proprio allora e non veda un orrore atroce di quel genere; in altre parole, il protagonista s'era
avvicinato troppo in prossimità di un forno crematorio. Una notte, all'improvviso, i soldati tedeschi
abbandonano freneticamente il campo dopo aver fatto strage dei deportati rimasti. Guido riesce a
nascondere Giosuè in una cabina dicendogli di giocare a nascondino e promettendogli di ritornare;
purtroppo, mentre è alla ricerca della moglie, mascherato da donna, viene scoperto e ucciso. Le
scene finali del film mostrano come al mattino seguente il lager sia liberato. Giosuè esce dalla
cabina in cui era stato tutta la notte nascosto in silenzio ed è infine salvato da un soldato americano,
che lo fa salire su un carro armato mentre, convinto di aver vinto il premio finale, grida: È vero! Il
film si conclude quando Giosuè, accompagnato in spalla dal soldato americano che l'ha trovato,
riconosce la madre che cammina nel gruppo di prigioniere liberate, si abbracciano e dicono
"Abbiamo vinto!" mentre la voce narrante di un Giosuè ormai anziano, termina dicendo: Questa è
la mia storia, questo è il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me.
Schindler's List è un film del 1993 diretto da Steven Spielberg, interpretato da Liam Neeson, Ben
Kingsley e Ralph Fiennese dedicato al tema della Shoah. Ispirato al romanzo La lista di Schindler,
di Thomas Keneally, e basato sulla vera storia di Oskar Schindler, permise a Spielberg di
raggiungere la definitiva consacrazione tra i grandi registi, vincendo l'Oscar per il miglior film e
la miglior regia. Caratteristica saliente del film è quello di esser stato girato interamente in bianco e
nero, fatta eccezione per quattro scene: la prima è la scena iniziale, in cui si vedono due candele
spegnersi, così come, simbolicamente, la fiammella di altre due candele riacquista colore verso il
termine della storia. La seconda e la terza scena in bianco e nero, dove appare una bambina con un
cappotto, solo quest'ultimo colorato di rosso, dapprima durante il rastrellamento del ghetto, poi
durante la riesumazione delle vittime. Esiste infine tutta una sequenza nel finale del film,
interamente a colori, quando, ai giorni nostri, vengono rispettosamente deposti i sassi sulla tomba
del vero Oskar Schindler presso il cimitero di Gerusalemme. Nel 2004 questo film è stato scelto
dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere preservato nel National Film Registry. A
seguito dell'enorme interesse suscitato, Spielberg utilizzò parte degli incassi per creare la Survivors
of the Shoah Visual History Foundation, organizzazione no-profit per la collezione audio-video
delle testimonianze di circa 52.000 sopravvissuti. Alcune di queste interviste compaiono nei
contenuti extra del DVD di Schindler's List.
Schindler’s list
Trama
Cracovia, 1939, poco dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, una volta terminata l'invasione
della Polonia, gli ebrei polacchi che risiedono nei dintorni della città sono obbligati a recarvisi per
essere registrati e schedati. L'enorme afflusso di persone induce l'imprenditore tedesco Oskar
Schindler ad approfittare del divieto imposto agli ebrei di avere attività commerciali, al fine di
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trovare il denaro necessario per impiantarvi un'azienda che produca pentole e tegami da fornire
all'esercito tedesco. La sua abilità nelle pubbliche relazioni lo porta in breve tempo a stringere
rapporti con i vertici delle SS, che amministrano il territorio occupato, con un giovane borsista nero,
con l'incarico di reperire merci rare da utilizzare come regalie, per ottenere i permessi necessari per
iniziare la sua attività e soprattutto con un contabile ebreo, Itzhak Stern, in quel momento impiegato
presso lo Judenrat Cracovia, il Consiglio ebraico, ma in passato amministratore di una fabbrica,
che si incaricherà di reperire le somme necessarie per iniziare la nuova attività; lo scetticismo del
contabile nei suoi confronti è evidente ma, riscontrate le sue intenzioni ed i possibili vantaggi che
deriverebbero per i cosiddetti "investitori", acconsente di farlo incontrare con alcuni investitori
ebrei che, in cambio di merci da scambiare al mercato nero, gli forniranno il denaro necessario.
Esaurite le formalità burocratiche viene inaugurata la Deutsche Emaillewarenfabrik (DEF), dove
quotidianamente più di mille lavoratori ebrei, molti salvati dalla deportazione nei campi di
concentramento dallo stesso Stern, tra i quali insegnanti, intellettuali o scrittori, ritenuti "non
necessari" dalle autoritànaziste, vi si recano a lavorare, godendo di una posizione privilegiata
rispetto alla maggioranza della popolazione ebraica, costretta a vivere in condizioni estremamente
difficili all'interno del ghetto, mentre l'imprenditore inizia ad accumulare grandi quantità di denaro,
grazie anche all'apertura del nuovo frontead est. La situazione sembra essere avviata, nonostante
maltrattamenti ed esecuzioni sommarie da parte delle SS, ad una sorta di stabilità ma in città giunge
l'untersturmführer Amon Göth, con l'incarico, nel quadro dell'Operazione Reinhard, di avviare la
costruzione del nuovo campo di concentramento di Kraków-Plaszów, e di liquidare l'eccedenza di
persone ammassate nel ghetto di Cracovia e Schindler è costretto non soltanto ad assistere
impotente al massacro che si svolge sotto i suoi occhi ma anche a subire l'arresto della sua attività,
non potendo più utilizzare la manodopera che gli era stata concessa fino a quel momento. Temendo
per la fine dei propri affari e del proprio arricchimento, ma anche preoccupato per la sorte delle
persone a cui ha cominciato ad affezionarsi, l'imprenditore modifica la produzione della fabbrica,
portandola da civile a militare, iniziando a produrre armamenti quali munizioni e granate, traendo
beneficio dalla benevolenza, ben ricambiata, del comandante del campo e continuando in questo
modo ad avere il sostegno delle SS e la loro protezione, ed allo stesso tempo reclutando ulteriore
personale ebraico, tra i quali i figli degli internati, per preservarli dalle deportazioni. Con
l'approssimarsi delle truppe sovietiche tuttavia, il comandante Göth riceve l'ordine da Berlino di
riesumare ed incenerire i resti degli ebrei assassinati nel ghetto, di smantellare il campo di Plaszów
e di trasferire gli ebrei sopravvissuti nel campo di concentramento di Auschwitz, allo scopo di
occultare le prove dello sterminio di massa, e Schindler, raggiunto dalla moglie dopo un periodo
di libertinismo, sembrerebbe intenzionato a smantellare la sua attività ed a fare ritorno
in Cecoslovacchia, suo paese natale, ma la sua coscienza gli suggerisce di "comprare" i suoi
lavoratori, pagandoli uno ad uno a Göth, compilando insieme a Stern una lista di coloro che saranno
salvati, per trasferirli nella zona di Zwittau-Brinnlitz, in Moravia, al riparo dal sicuro destino del
cosiddetto "trattamento speciale", ossia la soluzione finale, e solo allora il contabile prende
totalmente coscienza di ciò che l'imprenditore sta realizzando. Tutto sembra procedere ma un errore
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burocratico modifica la direzione del treno su cui viaggiano le donne ed i bambini, che, invece di
raggiungere il treno precedente su cui viaggiavano gli uomini, arriva ad Auschwitz; informato della
notizia Schindler accorre e, grazie ad un'ulteriore corruzione, realizzata con la consegna di
alcuni diamanti, al comandante del campo Rudolf Höss, riesce ad ottenere la loro liberazione ed il
loro trasporto a Zwittau-Brinnlitz, dove alle SS assegnate alla fabbrica viene fatto divieto di
uccidere o di maltrattare i lavoratori. Riavviata la produzione Schindler, pensando ingenuamente di
accorciare la guerra, inizia a produrre proiettili non funzionanti, arrivando a comprare armamenti da
altre industrie per rivenderli come sue, finché il denaro finisce. Terminata la guerra in Europa con la
resa della Germania, Schindler, ancora ufficialmente membro del Partito Nazista, deve allontanarsi
precipitosamente, al fine di evitare la cattura da parte dei soldati sovietici, non prima però di avere
evitato l'ultimo inutile massacro da parte delle guardie tedesche, convinte, a dispetto degli ordini
ricevuti, a fare ritorno a casa senza macchiarsi di una inutile strage. Al momento del commiato, gli
operai gli consegnano una lettera da esibire nel caso venisse catturato, in cui spiegano che egli non è
un criminale nazista ma che è stato l'autore della loro salvezza, ed oltre alla lettera, gli donano un
anello inoro forgiato di nascosto, su cui è incisa una citazione del Talmud, "Chi salva una vita salva
il mondo intero". Dopo che l'imprenditore è partito insieme alla moglie, il gruppo di ebrei,
composto da più di mille persone, passa la notte all'interno dei cancelli della fabbrica, ed al mattino
un soldato sovietico a cavallo annuncia loro la liberazione, tacendo mestamente, alla domanda di
Stern, se siano rimasti ebrei in Polonia, informandoli che essi sono tuttavia sgraditi sia ad est che ad
ovest, consigliandoli di fermarsi nella città più vicina. Le ultime immagini del film si spostano, a
colori, ai tempi attuali. Mostrano gli ebrei superstiti, ormai anziani, accompagnati dagli attori che li
rappresentano, porre delle pietre (un'usanza ebraica) sulla tomba del vero Oskar Schindler [2].
L'amico ritrovato
L'amico ritrovato (titolo originale inglese: Reunion[1]) è una novella dello scrittore tedesco Fred
Uhlman, dal quale nel 1989 fu tratto anche un adattamento cinematografico. Insieme a Un'anima
non vile e Niente resurrezioni, per favore forma la cosiddetta Trilogia del ritorno. La traduzione
italiana di Maria Giulia Castagnone è stata pubblicata nel 1986 da Feltrinelli con introduzione
di Arthur Koestler. Il romanzo era peraltro già uscito in prima versione in Italia per Longanesi nel
1979 con il titolo Ritorno. Il volume comprendeva anche Per carità, che i morti non risorgano,
prima versione italiana di No Resurrection, Please e l'introduzione di Arthur Koestler. (Traduzione
di Elena Bona.)
Il tema ricorrente nella novella è quello dell'amicizia. Tale racconto è una breve storia ispirata ai
ricordi personali dell’autore, descrive come questi, ebreo tedesco, vede finire la sua amicizia con il
compagno di scuola Konradin von Hohenfels a causa della sua adesione al partito nazista. Fuggito
negli Stati Uniti per scampare alla Shoah, a distanza di molti anni il protagonista viene a sapere
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della sua sorte e ne rilegge il passato e le scelte alla luce dell’umana pietà e comprensione. Il
titolo, L'amico ritrovato, va inteso proprio in funzione di ricongiunzione "spirituale" postuma e di
riconciliazione.
Trama
Hans Schwarz è un ragazzo ebreo, di sedici anni che vive a Stoccarda, in Germania. Suo padre è un
medico. Un giorno alla classe di Hans viene aggregato Konradin von Hohenfels, un ragazzo di
nobile famiglia. Con la sua eleganza Konradin intimidisce i ragazzi, pur provenienti da famiglie non
povere, ma Hans desidera diventargli amico. Tuttavia Konradin si dimostra poco attratto da lui.
Hans riesce a catturare l'attenzione di Konradin, facendo una specie di capriola nell'ora di ginnastica
e portando in classe la sua collezione di monete; di tutto questo Konradin rimane esterrefatto poiché
anche Konradin collezionava monete. Sulla strada di casa, Konradin rivolge la parola ad Hans ed
entrambi iniziano a chiacchierare e da lì stava iniziando una nuova amicizia. Hans invita Konradin a
casa sua, gli fa conoscere i suoi genitori e gli mostra la sua collezione di monete; per molte volte
continua ad invitarlo a casa sua desideroso che anche Konradin lo invitasse a casa sua, ma non
successe e non capiva perché, finché un giorno anche Konradin invita Hans a casa propria: la sua
casa di famiglia è molto più bella di quella di Hans, ma Hans subito nota che Konradin non lo
presenta mai ai suoi genitori. La ragione di ciò sta nel fatto che la madre odia e teme gli ebrei, e il
padre essendone ancora molto innamorato, non intende contraddirla: entrambi i genitori di
Konradin, non gradiscono che il figlio frequenti Hans. Per questo Konradin ignora Hans quando gli
capita di incontrarlo a teatro in presenza di madre e padre. Da quel momento la loro amicizia
comincia a incrinarsi e viene definitivamente compromessa dalla graduale intrusione dell'ideologia
nazionalsocialista nella vita scolastica. Quando in Germania vengono promulgate le leggi razziali,
Hans parte per l'America dai suoi zii; i genitori di Hans - specialmente il padre, patriota decorato in
guerra con la Croce di Ferro - non riuscendo a sopportare l'antisemitismo montante, decidono di
togliersi la vita. Solo dopo molti anni, raggiunto da un opuscolo che propone la costruzione di un
monumento agli ex alunni del Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda caduti nella Seconda guerra
mondiale, Hans rilegge nomi di compagni amati e odiati resistendo, sulle prime, alla tentazione di
non guardare i nomi che iniziavano con H per paura di trovarvi il nome del suo amico. Alla fine,
con uno sforzo di volontà, Hans riesce a guardare tutto l'elenco e tra i nomi elencati legge, con
grande stupore e commozione, quello di Konradin che è stato giustiziato perché coinvolto nel
complotto organizzato per uccidere Hitler. Questa informazione tramuta sentimenti e dubbi
facendogli ritrovare l'amico dopo tanti anni.
Train de vie - Un treno per vivere
Trama
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Il film comincia con la apparizione di Shlomo e l'inizio del suo racconto che vedrà protagonista il
villaggio dove vive e la sua salvezza. La storia si sviluppa quasi integralmente come
un flashback ambientato in uno shtetl (villaggio ebraico dell'Europa dell'Est) nel 1941. La rottura
dell'equilibrio si ha quando Shlomo, il pazzo del villaggio, avvisa i suoi compaesani che nei villaggi
vicini gli ebrei stanno venendo deportati dai militari nazisti. Si riunisce così il consiglio degli
anziani che, grazie ad un'idea di Shlomo, decide di organizzare un finto treno di deportazione che
accompagni tutto lo shtetl in Palestina passando per l'Unione Sovietica. Ci si divide i compiti tra le
parti dei militari nazisti, dei deportati e del macchinista, grazie anche al lavoro di falegnami, sarti e
a Schmecht, insegnante ebreo di tedesco accorso per istruire i finti soldati nazisti. Giacché i villaggi
vicini iniziano a sospettare qualcosa, gli abitanti anticipano la partenza per una "auto-deportazione"
su un vecchio treno, rimesso in sesto in modo da sembrare una vera vettura nazista, con tanto di
vagoni per deportati e vagoni-letto per i soldati. Sulla via incontreranno non poche difficoltà,
facendosi più volte scoprire e fermare dalle forze militari dell'Asse; tuttavia, grazie a eccezionali
espedienti, riescono di volta in volta a scamparla. Presto cominciano a sorgere problemi persino
all'interno della comunità, dove ebrei deportati, ebrei convertiti al credocomunista ed ebrei-nazisti
cominciano a dar vita ad una serie di grotteschi battibecchi legati ai diritti degli insoliti viaggiatori
del treno, arrivando perfino al punto in cui i comunisti designano i soviet dei vagoni di
deportazione, in opposizione alla politica "dal braccio di ferro" di Mordechai, il mercante di mobili
a capo dei finti nazisti. Ma gli abitanti dello schtetl non ingannano solo i militari tedeschi: per tutta
la durata del viaggio, dei sabotatori della resistenza comunisti tenteranno di far saltare il treno,
credendolo un vero treno di deportazione, sia pur con scarsi risultati. Proprio quando sembrano
essere scoperti da una truppa tedesca, la compagnia di ebrei si unisce ad una carovana di zingari i
quali, travestiti da tedeschi, avevano fermato per un controllo il "treno fantasma". Lo squinternato
treno riesce a raggiungere il confine sovietico, trovando la tanto sognata "salvezza" ed essendo
finalmente liberi di ritornare nella terra promessa. Alla fine della storia, Shlomo racconta di come
alcuni siano rimasti nell'Unione Sovietica per sposare la causa comunista, altri fossero tornati
in Palestina(principalmente gli zingari) ed altri ancora avessero preferito andare in India (soprattutto
gli ebrei). Negli ultimi fotogrammi Shlomo aggiunge: «Ecco la vera storia del mio shtetl. Beh...
quasi vera» e, dopo un allargamento di inquadratura, lo si può vedere sorridente dietro al filo
spinato di un campo di concentramento, facendo capire che quella surreale e divertente storia fosse
solo un espediente per raccontare la tremenda realtà dell'olocausto.
Diario (Anna Frank)
« È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano
assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima
bontà dell'uomo che può sempre emergere. »
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Il Diario di Anna Frank è il racconto, (in lingua olandese), della vita di una
ragazza ebrea di Amsterdam, costretta nel 1942 a entrare nella clandestinità insieme alla famiglia
per sfuggire alle persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti. Nel diario da lei tenuto, Anna racconta
la vita e le vicende di tutti i giorni, scrivendo le proprie impressioni sulle persone che vivono con
lei. Nell'agosto del 1944 i clandestini vennero scoperti e arrestati; furono condotti al campo di
concentramento di Westerbork (lo stesso in cui era stata deportata Helga Deen, giovane studentessa
autrice del diario Kamp Vught, poi uccisa nel 1943 assieme alla famiglia nel campo di sterminio di
Sobibór); da qui le loro strade si divisero, ma ad eccezione del padre di Anna, tutti quanti morirono
all'interno dei campi di sterminio nazisti. Anna morirà di tifo a Bergen-Belsen, campo di
concentramento situato in Germania, nel marzo del 1945, insieme alla sorella Margot, dopo essere
stata deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz. Alcuni amici di famiglia che avevano aiutato i
clandestini riuscirono a salvare gli appunti scritti da Anna all'interno dell'alloggio segreto,
consegnandoli poi al padre, che ne curò la pubblicazione avvenuta ad Amsterdam nel 1947, col
titolo originale Het Achterhuis (Il retrocasa). Dopo un'accoglienza iniziale piuttosto fredda, a mano
a mano che il pubblico veniva a conoscenza dei fatti della Shoah, il libro suscitò un vasto interesse
ed ebbe svariate traduzioni e pubblicazioni (ad oggi è pubblicato in più di quaranta paesi) e
rappresenta un'importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l'occupazione
del nazismo.
Nel 2009 l'UNESCO ha inserito il Diario di Anna Frank nell'Elenco delle Memorie del mondo.
Trama
Anna Frank nasce nel 1929 a Francoforte e all'età di quattro anni si trasferisce insieme alla sua
famiglia ad Amsterdam. Nel 1940 anche l'Olanda viene invasa e la famiglia Frank è costretta a
trasferirsi proprio qualche giorno dopo il compleanno di Anna. In questa giornata riceve in regalo
un diario. Inizia così a scriverlo due giorni dopo il suo compleanno. La famiglia Frank costruisce un
magazzino sul retro per nascondersi e sfuggire alla Gestapo, che passa di casa in casa a cercare
ebrei per portarli nei campi di concentramento. Lo spostamento è previsto per il 16 luglio, ma la
famiglia Frank si va a nascondere nell'alloggio segreto dieci giorni prima. Con loro portano il
minimo indispensabile per passare inosservati: calze e tante magliette. Nei giorni successivi un'altra
famiglia va a vivere con loro: i signori Van Daan e il figlio Peter. Ultimo arrivato è il signor Dussel.
Dopo un po' di tempo, fra Peter e Anna nasce una forte amicizia che giorno dopo giorno si
trasforma in amore. La situazione si fa complicata e alcuni amici fidati li aiutano portando loro i
viveri, ma vengono scoperti e deportati nei campi di concentramento.
La fuga degli angeli - Storie del Kindertransport
Trama
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Coprodotto dall'U.S. Holocaust Memorial Museum Research Institute, fondato da Steven Spielberg,
è uno dei 5 film USA che vinsero l'Oscar del documentario tra il 1993 e il 2000. Nel biennio 193839 più di diecimila bambini ebrei, provenienti da Germania, Austria e Cecoslovacchia, furono
trasferiti in Inghilterra col consenso dei loro presaghi genitori e affidati a famiglie inglesi. Già
vincitore di un altro Oscar col documentario L'anno prossimo a Gerusalemme (1997), Harris ha
intervistato dodici di quei bambini, ormai entrati nell'alta età, che raccontano la loro storia in
un'impressionante mescolanza di smarrimento, riconoscenza, rimpianto, risentimento verso i
genitori per averli mandati via, sensi di colpa, riflessioni sulla loro condizione di sopravvissuti. Un
parco e ben dosato commento in voce fuori campo (detto da Judi Dench) aggiunge informazioni e
spiegazioni col ricorso a un rarissimo materiale d'archivio.
KINDERTRANSPORT
Kindertransport è una commedia di Diane Samuels , che prende in esame la vita, durante la
seconda guerra mondiale e in seguito, di un Kindertransport bambino. Anche se fittizio, si basa su
molte storie vere kinder. [ 1 ] L’opera è pubblicata da Nick Hern Books . [ 2 ]
Trama
Nel novembre del 1938, dopo notti di violenza contro gli ebrei in tutta la Germania e l'Austria, il
governo britannico ha introdotto un programma chiamato Kindertransport (trasporto dei bambini),
che ha dato i bambini-ebrei e solo bambino-sicuri passaggio nel Regno Unito. Risparmiati gli orrori
dei campi di sterminio, l'ebraico "Kinder" sono stati sradicati, separati dai genitori e trasportato in
una cultura diversa, dove hanno affrontato, non l'orrore implacabile dei campi di sterminio, ma una
miscela molto umano di gentilezza, l'indifferenza, occasionale sfruttamento e l'altruismo della gente
comune di fronte a bambini bisognosi.
Produzioni
Kindertransport è stato la prima volta nel Regno Unito, da parte della Società Soho Theatre al
Teatro della cabina di guida di Londra il 13 aprile 1993 e gli Stati Uniti al Teatro Manhattan Club di
New York il 26 aprile 1994. [ 3 ] In seguito il gioco è stato prodotto in Svezia, Giappone, Germania,
Austria, Canada e Sud Africa. E 'stato adattato dall'autore di BBC Radio 4 produzione nel 1995. [ 4 ]
Collegamenti esterni

Samuels, D. (2009) Kindertransport , Nick Hern Books , London, ISBN 978-1-85459-227-9
Jona che visse nella balena
Jona che visse nella balena è un film del 1993 di Roberto Faenza, tratto
dal romanzo autobiografico dello scrittore Jona Oberski intitolato Anni d'infanzia. Un bambino nei
lager. È un importante film italiano sul dramma dell'Olocausto. Ha ottenuto nel 1993 il
premio David di Donatello per miglior regia, migliore musica e migliori costumi.
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Trama
Il film "Jona che visse nella balena" racconta la storia di Jona Oberski, un bambino di quattro anni
che vive ad Amsterdamdurante la seconda guerra mondiale. Dopo l'occupazione della città da parte
dei tedeschi, viene deportato nel campo di Bergen-Belsen insieme a tutta la sua famiglia. Qui Jona
passerà tutta la guerra, in una baracca con sua madre, ma separato dal padre. Il bambino subisce
freddo, fame, paure, sofferenze, angherie anche da parte degli altri ragazzi. Sono rarissimi i casi in
cui viene trattato con gentilezza: solo il cuoco del lager e il medico dell'ambulatorio sono carini con
lui. Poi c'è l'ultimo incontro con i suoi genitori: il padre muore stremato nel fisico, la madre muore
semidelirante in un ospedale sovietico. Dopo la morte della madre, Jona viene assistito da una
ragazza, Simona, a cui quella l'aveva affidato. Nel 1945 viene generosamente accolto dai Daniel,
una coppia abitante ad Amsterdam, ed amici del padre.
Il giardino dei Finzi-Contini
Il giardino dei Finzi-Contini è un film del 1970 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall'omonimo
romanzo di Giorgio Bassani.
Trama
Il film è centrato sulla Seconda Guerra Mondiale. Nella Ferrara degli anni 1938-43, Giorgio è un
amico d'infanzia di Micòl Finzi-Contini, e frequenta insieme ad altri amici ebrei il giardino della
villa Finzi-Contini, dove è allestito un campo di tennis, dopo che le prime leggi razziali hanno
escluso gli ebrei dai circoli del tennis. La famiglia ebrea dei Finzi-Contini è alto borghese, mentre
Giorgio rappresenta un ebreo piccolo borghese dal cognome anonimo, e questa differenza di classe
è un fattore che solo apparentemente non condizionerà l'amicizia e l'amore fra due giovani: il
modesto Giorgio e la ricca Micol. Giorgio è un assiduo frequentatore della villa, in quanto amico di
infanzia di Micol, pur avendo frequentato diverse scuole, lui quella pubblica e lei una ricca scuola
privata. Entrambi stanno per laurearsi, ma Giorgio si innamora di Micol nella villa di Ferrara
quando è troppo tardi, passati alcuni mesi dopo che lei era disposta a concedersi. Egli rimane col
rimpianto di non essere stato capace di approfittare di quella occasione quando erano soli dentro
una carrozza custodita in una rimessa del giardino. Quando Giorgio confessa il suo amore, lei è
laureata dopo una permanenza di alcuni mesi a Venezia, e lo respinge senza svelargli il vero
motivo, che è il fatto di essere attratta da un giovane italiano comunista, Giampiero Malnate, amico
comune, col quale segretamente ha stretto una relazione. La crisi di Giorgio, quando si sente tradito
in amicizia ed in amore, viene travolta nelle vicende storiche della persecuzione razziale fascista,
divenuta pressante con la seconda guerra mondiale. Tutti i giovani ebrei che frequentano la villa
vengono arrestati nel 1943, dopo la morte di Giampiero Malnate, al fronte nellacampagna di Russia,
e la morte di Alberto Finzi Contini, gracile fratello di Micol, sepolto nella cappella monumentale
della famiglia ferrarese. L'epilogo drammatico della deportazione di Micol e dell'intera famiglia
Finzi-Contini, livella definitivamente il destino e le differenze sociali tra la famiglia alto-borghese
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ed il resto della comunità ebraica ferrarese, accomunandoli tutti nell'orrore della deportazione e
della morte in un campo di concentramento. In una delle ultime scene, quando le famiglie ebree
rastrellate vengono portate nella scuola elementare vicino al castello Estense prima di essere inviate
nel campo di concentramento in Germania, Micol e la nonna Regina, separate dagli altri si ritrovano
con il padre di Giorgio, che si prende cura di loro, chiudendo così il cerchio affettivo tra la ragazza
e il figlio, innamorato di lei ma rifiutato.
The courageous Heart of Irena Sendler
Trama
E’ un film per la televizione del 2009 diretto da John Kent Harrison con Anna Paquin, Marcia Gay,
Harden e Goran Visnjic. Il film si basa sul libro Mother of the children of the Holocaust: The story
of Irena Sendler scritto da Anna Mieszkowska, che racconta la vita di Irena Sendler un’assistente
sociale polacca che salvo clandestinamente 2.500 bambini ebrei durante l’Olocausto.
Il film è incentrato su Irena Sendler infermiera e assistente sociale, che si fece assumere come
infermiera per poter trasportare fuori dal ghetto più bambini possibile.
Il film è stato girato a Rega in Lettonia e trasmesso, negli USA , in prima TV dalla CBS il 19 aprile
2009 e rilasciato in DVD a giugno.
IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE
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TRAMA
Bruno è un tranquillo ragazzo di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la
famiglia a trasferirsi dalla loro comoda casa di Berlino in un'area desolata in cui questo ragazzino
solitario non trova nulla da fare e nessuno con cui giocare. Decisamente annoiato e spinto dalla
curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino
posteriore e si dirige verso "la fattoria" che ha visto nelle vicinanze. Lì, incontra Samuel, un ragazzo
della sua età che vive un'esistenza parallela e differente dall'altra parte del filo spinato. L'incontro di
Bruno col ragazzo dal pigiama a strisce lo porta dall’innocenza a una consapevolezza maggiore del
mondo degli adulti che li circonda, mentre gli incontri con Samuel si trasformano in un’amicizia
dalle conseguenze terribili.
USCITA CINEMA: 19/12/2008
GENERE: Drammatico
REGIA: Mark Herman
SCENEGGIATURA: Mark Herman
ATTORI:
Asa Butterfield, Zac Mattoon O'Brien, David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Richard
Johnson,Sheila Hancock, Jim Norton
Ruoli ed Interpreti
FOTOGRAFIA: Benoît Delhomme
MONTAGGIO: Michael Ellis
MUSICHE: James Horner
PRODUZIONE: BBC Films, Heyday Films, Miramax Films
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures
PAESE: Gran Bretagna, USA 2008
DURATA: 100 Min
FORMATO: Colore 35MM
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Trame di film famosi - Le scuole della provincia di Terni