SPECIALECASASICURA
Anziani
a
sicuri
casa propria. Come fare
di Annalisa Morini
S
ul tema della sicurezza in casa c’è molta attenzione, anche da parte delle strutture istituzionali ed a riprova di ciò, molti sono i siti web, o
parte di questi, dedicati a questo fine. A cominciare
da quello del Governo, www.italia.gov.it, che dà i
riferimenti anche di altri siti, ad esempio:
- www.casasicura.it del ministero per lo Sviluppo
Economico, che si articola in quattro sottoinsiemi:
apparecchiature domestiche, impianti domestici,
sicurezza alimentare e sicurezza bambini;
- www.inail.it oppure www.ispels.it messi a punto
da ISPESL ed INAIL, dove si può trovare l’opuscolo
“Casa dolce casa? Come vivere la tua casa in sicurezza”;
- www.vigilfuoco.it la sicurezza in casa, dei vigili
del fuoco si trova all’interno del capitolo “Sicurezza
insieme”. Partendo dall’incendio, considera tutte le
maggiori fonti di pericolo e di possibile incidente,
passando ad analizzare un ambiente della casa
dopo l’altro.
Le informazioni si ripetono, come è naturale aspettarsi, ma in tutti i siti si cerca di adoperare
un linguaggio facilmente comprensibile in modo
che il lettore recepisca bene i messaggi. Nessuno,
però, considera l’abitante anziano, che ha una sua
specificità di comportamento. Inoltre al giorno d’oggi l’anziano rappresenta una quota rilevante della
popolazione, con medie che variano da regione a
regione ma che tendono ormai a livello nazionale
verso il 20% della popolazione complessiva.
Questo contributo vuole perciò cercare di partire dal punto di vista dell’abitante anziano, che ha i
suoi vizi e le sue cattive abitudini, come qualunque
altra fascia d’età e che va quindi “snidato” almeno
in parte in alcuni dei suoi comportamenti.
Con il passare degli anni, la casa non è più rinnovata con tanta facilità dagli abitanti anziani, vuoi
per la spesa, vuoi per il fastidio, che si acuisce “de-
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obiettivo sicurezza
gli operai in casa”, vuoi per la perdita di interesse,
più spostata sullo stato di salute.
Per prima cosa
la prevenzione
La prima “campagna” che mi sentirei di fare, se
fossi un amministratore pubblico è quindi rivolta a
“Rinnoviamo un po’ la casa” e su quella spenderei energie ed anche qualche risorsa economica.
Se fossi il famoso amministratore pubblico di cui
sopra, farei un cambio con gli anziani del tipo “Rottama i tuoi vecchi elettrodomestici” e offrirei loro i
nuovi, ritirando i vecchi.
Prendiamo allora in considerazione alcuni elettrodomestici e vediamo perché cambiarli:
- l’asciugacapelli, in genere, se non hanno il tipo
“vecchio di 20 anni”, in cui ancora non esisteva
nemmeno il marchio CE, hanno quello da viaggio,
con un motorino piccolissimo e quindi più facilmente deteriorabile ed infiammabile. Andrebbe
invece consigliato il tipo da parete, come negli
alberghi;
- il ferro da stiro, anche questo è di solito “di
annata”, mentre tutti i modelli degli ultimi anni
hanno il temporizzatore che non fa aumentare la
temperatura oltre una certa soglia. Se si dimentica
il ferro acceso, l’unico problema è il consumo più
alto di elettricità;
- la stufa elettrica, onnipresente anche quando
si ha un regolare impianto di riscaldamento, magari
con accensione in autonomia, anche questa ha in
genere la sua età. Viene usata nei periodi pre o
post-invernali, in cui l’impianto non è ancora acceso o è già spento e l’anziano, che sente in genere
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più freddo di altre fasce d’età, ha bisogno di “togliere un po’ di umidità”;
- la lavatrice, che non è sicuramente dotata di dispositivo antiallagamento per bloccare l’eventuale
fuoriuscita dell’acqua, a parte la tenuta dell’oblò,
che certo non è controllata dal dispositivo;
- la lavastoviglie, anche questa senza dispositivo
antiallagamento;
- il frigorifero, che sicuramente non ha il sistema
antibrina, per cui va ogni tanto staccato dalla corrente e pulito;
- la macchina del gas, che non è dotata di sensore per la rilevazione della fuoriuscita del gas in caso
di spegnimento della fiamma;
- lo scaldabagno, che ha ormai la spia di accensione rotta, ma tanto non serve perché mi regolo
bene lo stesso senza.
Altri elementi non elettrici ma sicuramente da
controllare ed eventualmente da sostituire sono:
- la scala, in genere vecchia, pesante e priva delle
catenelle di sicurezza. Meglio averne due: una con
5 o più gradini, da usare per le parti alte degli armadi, una piccola, a 3 gradini e con l’appoggio alla
fine del terzo, da tenere a portata di mano in cucina
per la parte superiore dei pensili.
Spesso ingombrante e dotato di spigoli, l’arredo
è parte integrante della casa e quindi di difficile
sostituzione. Si può però agire sulla sua manutenzione, incentivando il controllo anche da parte dei
familiari. Sedie traballanti o con schienali non più
a tenuta, braccioli sconnessi sono spesso presenti,
mentre i divani presentano sedute troppo basse
per risultare comode. Lasciando i divani all’uso di
persone in visita, si dovrebbe agire almeno sulla
sicurezza delle sedie, raccomandando all’anziano di
far ricorso al falegname o al restauratore.
L’ambiente
domestico
Anche il letto ed i comodini rientrano fra l’arredo
“intoccabile”. Si può far cambiare forse la lampada
sul comodino, per sostituirla con una che dia più
luce e sia più stabile e “toccare” i tappeti usati come
scendiletto, per sostituire quelli spessi e morbidi
con tappeti più bassi, dotandoli di rete sottostante
antiscivolo. L’armadio guardaroba andrebbe illuminato, se possibile dall’interno altrimenti con luce
posta sopra, mentre i piani alti andrebbero dotati di
servetto sali-scendi, per poter prendere i vestiti con
l’asta appendiabiti, evitando l’uso della scala.
Tende: sostituire le vecchie tende ultradecennali,
perché in materiale sicuramente più infiammabile
rispetto ai tessuti di oggi e perché spesso drappeggianti a pavimento, con rischio di inciampare.
Serrande: sulle finestre molto ampie, far inserire
il sistema di comando apertura/chiusura automatizzato, che facilita l’apertura da parte degli anziani,
spesso con problemi alle articolazioni. Sembrerebbe più un aspetto legato al comfort che alla sicurezza. In realtà, il fatto di avere una serranda pesante
può portare l’abitante anziano ad evitare di aprirla,
lasciando la stanza al buio o semibuio, con rischio
quindi di inciampare nell’arredo durante il giorno.
Porte: se possibile, sostituire la porta del bagno
con una scorrevole, in caso di malore e caduta
in bagno, infatti, l’anta a battente verso l’interno
potrebbe trovare ostacolo nella persona caduta a
terra, con ritardo nel soccorrerla; se si hanno porte
con parti in vetro, fare attenzione agli urti e, in caso
di rotture, sostituire i vetri con quelli più spessi.
Tappeti: anche le famose griglie che sono utilizzate sotto i pavimenti non sempre funzionano se il
pavimento sottostante è particolarmente lucido e
quindi scivoloso. Vanno quindi usate anche strisce
adesive, e, se si sostituisce un tappeto, è meglio
preferire un tappeto sottile e poco scivoloso, soprattutto se usato come scendiletto.
Pavimenti: è noto che il pavimento lucidato a
cera è più scivoloso, meno noto è che esistono sul
mercato cere antiscivolo, o meglio cere che non
aumentano la scivolosità. Occorre insegnare agli
anziani ad usare queste, se proprio non possono
fare a meno di “passare la cera”.
Finestre: occorre fare attenzione agli spigoli delle
finestre, quando sono aperte e, se si sostituiscono,
preferire finestre a scorrere anziché a battente o,
almeno, preferire il doppio sistema di apertura, a
battente e a ribalta, che lascia cambiare l’aria senza
troppo ingombro della sagoma.
Molti degli accorgimenti sopraesposti possono
essere facilmente adottati, senza stravolgere le abitudini del modo di svolgere le attività quotidiane
da parte degli abitanti anziani. Certamente, occorre
sollecitare gli anziani anche a questi piccoli cambiamenti ed in questo devono intervenire tutti: i
familiari, la rete dell’assistenza sociale, i comuni, le
regioni, anche con incentivi finanziari.
Merita uno spazio proprio il tema delle tecnologie legate all’automazione che possono favorire il
mantenimento dell’anziano a casa propria, aumentandone sicurezza e comfort.
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