Indice
Congedo di maternità
Rinvio e sospensione del congedo di maternità in caso di ricovero del
neonato
Esercizio del diritto
Il congedo di maternità in caso di adozioni o affidamenti
Adozione nazionale
Adozione internazionale
Affidamento di minore
Sospensione del congedo di maternità in caso di adozione o affidamento
Indennità di maternità
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le lavoratrici
iscritte alla gestione separata
Automaticità delle prestazioni
Indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le imprenditrici
agricole
Indennità al padre lavoratore autonomo
Esercizio del diritto di indennità di maternità alla lavoratrice autonoma Padre lavoratore autonomo
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le lavoratrici
autonome
Indennità di maternità per le libere professioniste
Indennità al padre libero professionista
Chi eroga l'indennità
Esercizio del diritto
Esercizio del diritto da parte del padre libero professionista
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le libere
professioniste
Esercizio del diritto
Congedo di paternità
Indennità al padre lavoratore autonomo
Esercizio del diritto
Congedo non retribuito in caso di adozioni o affidamenti
La possibilità di fruire del congedo su base oraria
Esercizio del diritto
Prolungamento del congedo parentale.
Congedo parentale parzialmente retribuito
Congedo parentale in caso di adozioni o affidamenti
Indennità in caso di adozioni o affidamenti
Lavoro notturno
Dimissioni
Dimissioni volontarie e risoluzione consensuale
Telelavoro
Vittime di violenza di genere
Diritto alla retribuzione durante il periodo di congedo
Chi eroga l'indenntità
Esercizio del diritto
Come può essere usufruito il congedo
Diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro
Indice
Congedo parentale
CONGEDO DI MATERNITÀ
Congedo di maternità (art.16 D.Lgs.151/01)
(astensione obbligatoria dal lavoro)
Le donne (salvo le eccezioni previste dall'art.20 del dlgs.151/01) hanno
diritto al congedo di maternità durante i due mesi precedenti la data
presunta del parto, ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo
intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto e durante i
tre mesi dopo il parto. I giorni non goduti prima del parto, qualora il parto
avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta ( in caso di parto
prematuro), si aggiungono al periodo di congedo di maternità dopo il
parto, anche qualora la somma dei periodi (prima del parto e dopo il parto)
superi il limite complessivo di cinque mesi. (art.2 comma 1, lettera a) Decreto
80/15 che sostituisce l' art. 16, comma 1 lettera d) D.Lgs 151/01).
Rinvio e sospensione del congedo di maternità in CASO DI
RICOVERO del neonato
In caso di ricovero del neonato in una struttura pubblica o privata, la madre
ha diritto a chiedere la sospensione del congedo di maternità e di godere
del congedo, in tutto o in parte, dalla data di dimissione del bambino.(art.2,
comma 1, lettera b) Decreto 80/15 che inserisce l' art. 16 bis al D.Lgs 151/01).
Esercizio del diritto
Tale diritto può essere esercitato una sola volta per ogni figlio ed è
subordinato alla produzione di attestazione medica che dichiari la
compatibilità dello stato di salute della donna con la ripresa dell'attività
lavorativa.(art.2, comma 2 Decreto 80/15 che inserisce l'art. 16 bis al D.Lgs 151/01)
Il congedo di maternità in caso di adozioni o affidamenti (art. 26 D.Lgs
151/01).
Alle lavoratrici, che abbiano adottato un minore, il congedo di maternità
spetta per un periodo massimo di cinque mesi.
Adozione nazionale
In caso di adozione nazionale, il congedo deve essere fruito durante i primi
cinque mesi successivi all'effettivo ingresso del minore nella famiglia della
lavoratrice.
Adozione internazionale
In caso di adozione internazionale, il congedo può essere fruito, prima
dell'ingresso del minore in Italia, durante il periodo di permanenza
all'estero richiesto per l'incontro con il minore e per gli adempimenti
relativi alla procedura adottiva. Ferma restando la sua durata complessiva,
il congedo può essere fruito entro i cinque mesi successivi all'ingresso del
minore in Italia. La lavoratrice, che, per il relativo periodo di permanenza
all'estero, non richieda o richieda solo in parte il congedo di maternità, può
fruire di un congedo non retribuito, senza diritto ad indennità, previa
produzione di certificazione del periodo di permanenza all'estero rilasciata
dall'ente autorizzato che ha ricevuto l'incarico di curare la procedura di
adozione.
Affidamento di minore
Nel caso di affidamento di minore, il congedo può essere fruito entro
cinque mesi dall'affidamento, per un periodo massimo di tre mesi.
Sospensione del congedo di maternità in caso di adozione o
affidamento
In caso di ricovero del neonato in una struttura pubblica o privata, la madre
ha diritto a chiedere la sospensione del congedo di maternità e di godere
del congedo, in tutto o in parte, dalla data di dimissione del bambino. Tale
diritto può essere esercitato una sola volta per ogni figlio ed è subordinato
alla produzione di attestazione medica che dichiari la compatibilità dello
stato di salute della donna con la ripresa dell'attività lavorativa.(art. 4
Decreto 80 /15 ).
INDENNITÀ DI MATERNITÀ
Indennità di maternità
(art 22 e succ. D.lgs 151/01)
La lavoratrice ha diritto ad una indennità giornaliera, erogata
dall'INPS, pari all'80% della retribuzione per tutto il periodo del
congedo di maternità.
L'indennità è dovuta anche nei casi di risoluzione del rapporto di
lavoro per:
a) colpa grave da parte della lavoratrice, costituente giusta causa per
la risoluzione del rapporto di lavoro;
b) cessazione dell' attività dell'azienda cui essa è addetta;
c) ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice è stata
assunta o risoluzione del rapporto di lavoro per la scadenza del termine;
che si verifichino durante i periodi di congedo di maternità di cui agli
art. 16 e 17 D.Lgs 151/01.( art. 3, comma 1 Decreto 80/15 che sostituisce il
comma 1 dell' art. 24 D.Lgs 151/01).
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le
lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui all'art. 2, comma 26 della
legge 8 agosto 1995, n.335. (art. 64 D.Llgs.151/01) .
In caso di adozioni, nazionali o internazionali, alle lavoratrici, iscritte
alla gestione separata (non iscritte ad altre forme obbligatorie) , spetta,
sulla base di idonea documentazione, un'indennità per i cinque mesi
successivi all'effettivo ingresso del minore in famiglia, alle condizioni
e secondo le modalità di cui al decreto del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle
Finanze, adottato ai sensi dell'art.59, comma 16, della legge 27
dicembre 1997, n.449. (art.13 del decreto 80/15 che inserisce l'art 64 bis al
D.Lgs 151/01 ).
Automaticità delle prestazioni
I lavoratori e le lavoratrici iscritti alla gestione separata ( art. 2, comma
26, legge n. 335/95), non iscritti ad altre forme obbligatorie, hanno
diritto all'indennità di maternità anche in caso di mancato versamento
alla gestione dei relativi contributi previdenziali da parte del
committente. (art. 13, comma 1 Decreto 80/15 che inserisce l' art. 64 ter D.Lgs
151/01).
Indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le
imprenditrici agricole
(artt.66/67 D.Lgs 151/01)
Alle lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre e colone,
artigiane ed esercenti attività commerciali e alle imprenditrici agricole
a titolo principale, è corrisposta una indennità giornaliera per il
periodo di gravidanza e per quello successivo al parto ( 2 mesi più tre
mesi).
Indennità al padre lavoratore autonomo
L'indennità di maternità spetta al padre lavoratore autonomo, per il
periodo in cui sarebbe spettata alla madre lavoratrice autonoma o per
la parte residua, in caso di morte o di grave infermità della madre
ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del
bambino al padre.( art. 15, comma 1 Decreto 80/15 che inserisce all'art 66 il
comma 1 bis D.Lgs 151/01).
Esercizio del diritto di indennità di maternità alla lavoratrice
autonoma- Padre lavoratore autonomo
L'indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le imprenditrici
agricole ( o lavoratore autonomo) viene erogata dall'INPS a seguito di
apposita domanda, in carta libera, corredata da un certificato medico
rilasciato dall'azienda sanitaria locale competente per territorio,
attestante la data di inizio della gravidanza e quella presunta del parto
ovvero dell'interruzione della gravidanza spontanea o volontaria ai
sensi della legge 194/78.
In caso di abbandono, il padre lavoratore autonomo ne rende
dichiarazione ai sensi dell'art. 47 del DPR 445/2000. ( art. 16, comma 1, lettera
a) Decreto 80/15 che inserisce all'art. 67 il comma 1 bis D.Lgs 151/01).
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le
lavoratrici autonome
In caso di adozione o di affidamento, l'indennità di maternità spetta
sulla base di idonea documentazione per il periodo e secondo quanto
previsto dall'art. 26 del dlgs 151/01 (In caso di adozione per un periodo
massimo di 5 mesi, in caso di affidamento per un periodo massimo di 3
mesi. Il congedo e la relativa indennità possono essere fruiti entro
cinque mesi dall'ingresso del minore in famiglia o entro i 5 mesi
dall'affidamento). ( art. 16, comma 1, lettera b) Decreto 80/15 che sostituisce
all'art.67 il comma 2 D.L.gs 151/01).
Indennità di maternità per le libere professioniste (Art. 70 del D.Lgs
151/01)
Alle libere professioniste, iscritte a una cassa di previdenza e
assistenza, è corrisposta un' indennità di maternità per i due mesi
antecedenti la data del parto e i tre mesi successivi alla stessa.
Indennità al padre libero professionista
L'indennità spetta al padre libero professionista per il periodo in cui
sarebbe spettata alla madre libera professionista per la parte residua,
in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di abbandono,
nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre. ( art.18,
comma 1 Decreto 80/15 che inserisce all'art. 70 il comma 3 ter D.Lgs 151/01).
Chi eroga l'indennità (art.71 D.Lgs 151/01) .
L'indennità, che spetta in misura intera anche nel caso in cui, dopo il
compimento del sesto mese di gravidanza, questa sia interrotta per
motivi spontanei o volontari di cui alla legge 194/78, é corrisposta,
indipendentemente dall'effettiva astensione dall' attività, dal
competente ente che gestisce forme obbligatorie di previdenza a favore
di liberi professionisti.
Esercizio del diritto
L'indennità viene erogata a seguito di apposita domanda presentata
dall'interessata a partire dal compimento del sesto mese di gravidanza
ed entro il termine perentorio di centottanta giorni dal parto.
La domanda, in carta libera, deve essere corredata da certificato
medico comprovante la data di inizio della gravidanza e quella
presunta del parto, nonché dalla dichiarazione redatta ai sensi del DPR
445/2000 attestante l'inesistenza del diritto ad altre tipologie di
indennità di maternità previste dal D. Lgs 151/01.
Esercizio del diritto da parte del padre libero professionista
L'indennità è erogata previa domanda al competente ente
previdenziale corredata dalla certificazione relativa alle condizioni ivi
previste. In caso di abbandono, il padre libero professionista ne rende
dichiarazione ai sensi dell'art. 47 del DPR 445/2000.( art. 19, comma 1
Decreto 80/15 che inserisce all'art. 71 il comma 3 bis D.Lgs 151/01).
Indennità di maternità in caso di adozioni o affidamenti per le
libere professioniste (art.72 dlgs 151/01)
In caso di adozioni o di affidamenti, l'indennità di maternità spetta,
sulla base di idonea documentazione, per il periodo e secondo quanto
previsto dall'art. 26 del dlgs 151/01. (In caso di adozione per un periodo
massimo di 5 mesi, in caso di affidamento per un periodo massimo di 3
mesi. Il congedo e la relativa indennità possono essere fruiti entro
cinque mesi dall' ingresso del minore in famiglia o entro i 5 mesi
dall'affidamento).(art.20, comma 1lettera a) Decreto 80/15 che sostituisce
all'art. 72 il comma 1 D.Lgs 151/01).
Esercizio del diritto
La domanda deve essere presentata dalla madre al competente ente
che gestisce forme obbligatorie di previdenza in favore dei liberi
professionisti entro il termine perentorio di centottanta giorni
dall'ingresso del minore e deve essere corredata da idonee
dichiarazioni, ai sensi del DPR n.445/2000, attestanti l'inesistenza del
diritto a indennità di maternità per qualsiasi altro titolo e la data
dell'effettivo ingresso del minore nella famiglia. Alla domanda va
allegata copia autentica del provvedimento di adozione o di
affidamento.( art.20, comma 1, lettera b) Decreto 80/15 che sostituisce all'art. 72
il comma 2 D.Lgs 151/01).
CONGEDO di PATERNITÀ
Congedo di paternità
Tutte le categorie di lavoratori hanno la possibilità di usufruire del
congedo di paternità nei casi in cui la madre sia impossibilitata a fruirne
per motivi naturali o contingenti.
Congedo di paternità (art. 28 del D.Lgs 151/01)
Il padre lavoratore ha diritto ad astenersi dal lavoro per tutta la durata
del congedo di maternità o per la parte residua che sarebbe spettata alla
lavoratrice, in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di
abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al
padre.
Tali disposizioni si applicano anche qualora la madre sia lavoratrice
autonoma avente diritto all'indennità di maternità. (art.5, comma 1 lettera
a) Decreto 80/15 che inserisce all'art. 28 il comma 1 bis D.Lgs 151/01).
Indennità al padre lavoratore autonomo
L'indennità di maternità spetta al padre lavoratore autonomo, previa
domanda all'INPS, per tutta la durata del congedo di maternità o per la
parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di
grave infermità della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di
affidamento esclusivo del bambino al padre.(art. 5, comma 1lettera a)
Decreto 80/15 che inserisce all' art.28 il comma 1 ter D.Lgs 151/01).
Esercizio del diritto
Il padre lavoratore, che intende avvalersi del diritto, presenta al datore di
lavoro la certificazione relativa alle condizioni ivi previste. In caso di
abbandono, il padre lavoratore ne rende dichiarazione ai sensi dell'art. 47
del DPR 445/ 2000. L'INPS provvede d'ufficio agli accertamenti
amministrativi necessari all'erogazione dell'indennità. (art. 5, comma 1,
lettera b) Decreto 80/15 che sostituisce all'art.28 il comma 2 D.Lgs 151/01).
Congedo non retribuito in caso di adozioni o affidamenti
Spetta alle medesime condizioni al lavoratore, anche qualora la madre
non sia lavoratrice, il congedo non retribuito, senza diritto ad indennità,
spettante alla lavoratrice madre che, per il periodo di permanenza
all'estero richiesto per l'incontro con il minore e gli adempimenti relativi
alla procedura adottiva, non richieda o richieda solo in parte il congedo
di maternità. L'ente autorizzato, che ha ricevuto l'incarico di curare la
procedura di adozione, certifica la durata di permanenza del lavoratore
all'estero. (art.6, comma 1 Decreto 80/15 che sostituisce all'art. 31 il comma 2
D.Lgs 151/01).
CONGEDO PARENTALE
Congedo Parentale (art. 32 D.Lgs 151/01)
I congedi parentali o astensione facoltativa (che, fatto salvo quanto
riportato di seguito, non possono complessivamente eccedere il limite
di dieci mesi) spettano:
a) alla madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternità
per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi;
b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, per un periodo
continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, elevabile a sette
nel caso il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro
per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi;
c) qualora vi sia un solo genitore, per un periodo continuativo o
frazionato non superiore a dieci mesi.
( Qualora il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per
un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, il limite
complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a undici mesi ).
Il congedo parentale spetta al genitore richiedente anche qualora
l'altro genitore non ne abbia diritto.
L'arco temporale di fruibilità del congedo parentale (astensione
facoltativa della lavoratrice o del lavoratore) è fino a 12 anni di vita del bambino.
( art.7, comma 1, lettera a) Decreto 80/15 che modifica all'art. 32 il comma 1
D.Lgs 151/01).
La possibilità di fruire del congedo su base oraria
In caso di mancata regolamentazione, da parte della contrattazione
collettiva, anche a livello aziendale, e delle modalità di fruizione del
congedo parentale su base oraria, ciascun genitore può scegliere tra
la fruizione giornaliera e quella oraria.
La fruizione su base oraria è consentita in misura pari alla metà
dell'orario medio giornaliero del periodo di paga
quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente a
quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale. (E'
esclusa la cumulabilità della fruizione oraria del congedo
parentale con permessi o riposi di cui al D.Lgs 151/01 ). Le
disposizioni non si applicano al personale del comparto sicurezza
e difesa e a quello dei vigili del fuoco e soccorso pubblico.(art.7,
comma 1, lettera b ) Decreto 80/15 che inserisce all'art. 32 il comma 1 ter
D.Lgs 151/01 ).
Esercizio del diritto
Ai fini dell'esercizio del diritto, il genitore è tenuto, salvo nei casi
di oggettiva impossibilità, a preavvisare il datore di lavoro secondo
le modalità e i criteri definiti dai contratti collettivi e, comunque,
con un termine di preavviso non inferiore a cinque giorni
indicando l'inizio e la fine del periodo di congedo.
Il temine di preavviso è pari a 2 giorni nel congedo parentale su
base oraria. (art.7, lettera c), comma 1 Decreto 80/15 che sostituisce il
comma 3 dell'art. 32 D.Lgs 151/01).
Prolungamento del congedo parentale (art 33 D.Lgs 151/01)
Per ogni minore con handicap in situazione di gravità accertata ai
sensi dell'articolo 4, comma 1, L.104/92, la lavoratrice madre o, in
alternativa, il lavoratore padre, hanno diritto, entro il compimento
del 12° anno di vita del bambino, al prolungamento del congedo
parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un
periodo massimo non superiore a tre anni, a condizione che il
bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti
specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la
presenza del genitore.(art.8, comma 1 Decreto 80/15 che modifica
parzialmente l'art. 33 del D.Lgs 151/01).
Congedo Parentale parzialmente retribuito (art. 34 D.Lgs 151/01)
Il diritto al periodo di congedo parentale parzialmente retribuito (30%)
dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori può essere esercitato fino a 6
anni di età del bambino (art. 9, comma 1 lettera a) Decreto 80/15 che
modifica l' art. 34 comma 1 D.Lgs 151/01).
Per le famiglie meno abbienti (reddito individuale dell'interessato
inferiore a 2,5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a
carico dell'assicurazione generale obbligatoria) tale beneficio può
arrivare sino ad 8 anni di età del bambino. ( art.9, comma 1 lettera b)
Decreto 80/15 che modifica all' art.34 il comma 3 D.Lgs 151/01).
Congedo Parentale in caso di adozioni o affidamenti (art.36 del D.Lgs
151/01)
Il congedo parentale spetta anche in caso di adozioni e affidamenti e
può essere usufruito dai genitori adottivi o affidatari entro 12 anni
dall'ingresso del minore in famiglia e comunque non oltre il
raggiungimento della maggiore età. (art.10, comma 1, lettera a) Decreto
80/15 che modifica all'art. 36 il comma 2 D.Lgs 151/01).
Indennità in caso di adozioni o affidamenti
L'indennità (di regola il 30 per cento della retribuzione per un periodo
massimo complessivo di 6 mesi tra entrambi i genitori ) è dovuta
entro i sei anni dall'ingresso del minore in famiglia.(art.10, comma 1,
lettera b) Decreto 80/15 che sostituisce all' art. 36 il comma 3 D.Lgs 151/01).
Circolare INPS n. 139 del 17.07.2015
Periodi di congedo parentale indennizzabili subordinatamente alle
condizioni di reddito.
Es.1: Il genitore di un figlio che ha 5 anni, per il quale l'altro genitore ha
già fruito di 6 mesi di congedo parentale, può fruire dei periodi ulteriori
che saranno indennizzati subordinatamente alle condizioni di reddito (
periodi ulteriori rispetto a 6 mesi).
Es.2: Il genitore di un figlio che ha 7 anni, per il quale residuano
complessivi 9 mesi di congedo parentale, può fruire di tali periodi che
saranno indennizzati subordinatamente alle condizioni di reddito
(periodi superiori a 6 anni di vita del bambino).
Periodi di congedo parentale non indennizzabile
I periodi di congedo parentale fruiti nell'arco temporale dagli 8 anni di
vita del bambino, oppure dagli 8 anni ai 12 anni dall'ingresso in
famiglia del minore adottato o affidato non sono in alcun caso
indenizzati.
Es: genitore "solo" di un figlio che ha già 11 anni di vita, per il quale
residuino ancora 10 mesi di congedo parentale. Il congedo è fruibile fino
a 12 anni di vita ma non è indennizzabile.
LAVORO NOTTURNO - DIMISSIONI - TELELAVORO
LAVORO NOTTURNO - DIMISSIONI - TELELAVORO
Lavoro notturno (art.53 D.Lgs 151/0)
E' vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6,
dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un
anno di età del bambino.
Non sono obbligati a prestare lavoro notturno:
a) la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in
alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;
b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un
figlio convivente di età inferiore a dodici anni;
b bis) la lavoratrice madre adottiva o affidataria di un minore, nei primi
tre anni dall'ingresso del minore in famiglia, e, comunque non oltre il
dodicesimo anno di età o, in alternativa ed alle stesse condizioni, il
lavoratore padre adottivo o affidatario convivente con la stessa. (art.11,
comma 1 Decreto 80/15 che inserisce all'art. 53 il comma 2 b-bis D.Lgs 151/01).
Non sono obbligati a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il
lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi legge
104/92 e succ. mod.ed int.
Dimissioni (art.55 D.Lgs 151/01)
In caso di dimissioni volontarie presentate durante il periodo per cui è
previsto il divieto di licenziamento, la lavoratrice ha diritto alle indennità
previste da disposizioni di legge e contrattuali per il caso di
licenziamento. La lavoratrice e il lavoratore che si dimettono nel periodo
predetto non sono tenuti al preavviso (art.12, comma 1lettera a) Decreto
80/15 che sostituisce all' art. 55 il comma 1 D.Lgs 151/01).
La disposizione si applica al padre lavoratore che ha fruito del congedo di
paternità.
La disposizione si applica anche nel caso di adozione e di affidamento,
entro un anno dall'ingresso del minore nel nucleo familiare.
La risoluzione consensuale del rapporto o la richiesta di dimissioni
presentate dalla lavoratrice, durante il periodo di gravidanza, e dalla
lavoratrice o dal lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino o
nei primi tre anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento, o,
in caso di adozione internazionale, nei primi tre anni decorrenti dalle
comunicazioni di cui all'articolo 54, comma 9, devono essere convalidate
dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
competente per territorio.
Dimissioni volontarie e risoluzione consensuale
(art.26 D.Lgs 151/15)
Al dì fuori delle ipotesi di cui all'articolo 55, comma 4, del decreto
legislativo 151/01, e successive modificazioni, le dimissioni e la
risoluzione consensuale del rapporto di lavoro sono fatte, a pena di
inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli
resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso
il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla Direzione
territoriale del lavoro competente con le modalità individuate con il
decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo il lavoratore ha la
facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le
medesime modalità.
La trasmissione dei moduli può avvenire anche per il tramite dei
patronati, delle organizzazioni sindacali, degli enti bilaterali e delle
commissioni di certificazione.
Salvo che il fatto costituisca reato, il datore di lavoro che alteri i moduli
è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000.
L'accertamento e l'irrogazione della sanzione sono di competenza delle
Direzioni territoriali del lavoro.
Telelavoro
I datori di lavoro privato, che facciano ricorso all' istituto del telelavoro
per venire incontro alle esigenze di cure parentali dei loro dipendenti,
possono escludere i lavoratori ammessi al telelavoro dal computo dei
limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per l'applicazione di
particolari normative ed istituti, Ciò in forza di accordi collettivi stipulati
da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale.(art.22 Decreto 80/15).
VITTIME di VIOLENZA di GENERE
Vittime di violenza di genere (art.23 Decreto 80/15)
Le lavoratrici dipendenti, di datore di lavoro pubblico o privato, con
esclusione del lavoro domestico, nonché le lavoratrici titolari di
rapporti di collaborazione coordinata o continuativa hanno la
possibilità di astenersi dal lavoro, per un massimo di tre mesi, per
motivi legati a percorsi di protezione relativi alla violenza di genere.
Durante il suddetto periodo di congedo vengono garantiti loro la
retribuzione e gli altri istituti connessi.
Diritto alla retribuzione durante il periodo del congedo
Durante il periodo di congedo, la lavoratrice ha il diritto di percepire
un'indennità corrispondente all'ultima retribuzione, con riferimento
alle voci fisse e continuative del trattamento, e il periodo medesimo è
coperto da contribuzione figurativa. Tale periodo è computato ai fini
dell'anzianità di servizio a tutti gli effetti, della maturazione delle ferie,
della tredicesima mensilità e del trattamento di fine rapporto.
Chi eroga l'indennità
L'indennità è corrisposta dal datore di lavoro secondo le modalità
previste per la corresponsione dei trattamenti economici di maternità.
Esercizio del diritto
Per esercitare tale diritto, la lavoratrice, salvo i casi di oggettiva
impossibilità, è tenuta a preavvisare il datore di lavoro o il committente
con un termine di preavviso non inferiore a sette giorni con
l'indicazione dell'inizio e della fine del periodo di congedo e a produrre
la idonea certificazione.
I percorsi di protezione relativi alla violenza di genere debbono essere
debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza o dai
Centri antiviolenza o dalle Case rifugio di cui all'art.5 bis decreto legge
n.93/13, convertito, con modificazioni, dalla legge n.119/13.
Come può essere usufruito il congedo
Il congedo può essere usufruito su base oraria o giornaliera nell'arco
temporale di tre anni secondo quanto previsto da successivi accordi
collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali comparativamente
più rappresentative sul piano nazionale. In caso di mancata
regolamentazione, da parte della contrattazione collettiva, delle
modalità di fruizione del congedo, la dipendente può scegliere tra la
fruizione giornaliera e quella oraria.
La fruizione su base oraria è consentita in misura pari alla metà
dell'orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o
mensile immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha
inizio il congedo.
Diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro
La lavoratrice ha diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a
tempo pieno in lavoro a tempo parziale,verticale od orizzontale, ove
disponibile in organico. Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve
essere nuovamente trasformato, a richiesta della lavoratrice, in
rapporto di lavoro a tempo pieno.
Restano in ogni caso salve le disposizioni più favorevoli previste dalla
contrattazione collettiva.
N.B. L'art. 26 del decreto in esame prevede che le nuove disposizioni di cui agli
art. 2,3,5,7,8,9,10,13,14,15,16,24 si applichino in via sperimentale per il solo
anno 2015 .
Per gli anni successivi, il riconoscimento dei benifici previsti dalle riforme in
questione potrà avvenire previa adozione di appositi decreti legislativi che
individuino adeguata copertura finanziaria. Sono invece stabilmente recepite le
modifiche alle disposizioni di cui agli art. 24 e 31 del T.U.
Normativa di riferimento
Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n.151
Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n.80
Decreto Legislativo 14 settembre 2015,n.151
Circolare INPS n. 139 del 17 luglio 2015
Si ringrazia per la collaborazione il Sig. Giovanni Ambrosone
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Definitivo Opuscolo