C4SOCIETÀ E CULTURA IL CAFFÈ 18 settembre 2011 63 L’atmosfera intima della brace riscalda l’ultimo scorcio d’estate LUIGI BOSIA L’ estate volge ormai al termine ma troveremo sicuramente il tempo per fare ancora una grigliata all’aperto. Gli inglesi (e gli americani) la chiamano “barbecue” e, anche, BBQ. Sembra che la parola venga dallo spagnolo “barbacoa” di origine indiana. Altri credono che il termine sia francese e cioè che venga da “de la barbe à la queue” per intendere che l’animale, la capra, viene cucinato intero e cioè dalla barba alla coda. Uno dei metodi di cottura è quello di deporre l’animale in una fossa foderata di brace. La regola è comunque che il cibo deve essere esposto alla brace (e non alla fiamma). Oggi però è raro cucinare l’animale intero e si usano spesso quei bracieri, di varia grandezza, che si trovano in commercio e concepiti per la cucina all’aperto. Il bue allo spiedo era famoso a Viganello, oggi frazione di Lugano. Per la cottura allo spiedo la carne riceve il calore direttamente ma senza contatto con la fonte di calore. Trattandosi di animale grosso è possibile allontanare o avvicinare lo spiedo al fuoco in modo di poter regolare la cottura uniforme. Tra tutti i metodi di cottura lo spiedo è il migliore sia dal punto di vista gastronomico che dietetico. Come lo spiedo avremo i “döner kebab” salvo che questo è posato verticalmente e gira attorno alla griglia. La carne viene tagliata sottilmente o si formano dei pani di carne macinata aromatizzata con spezie orientali. Se ne taglieranno fettine sottilissime e croccanti che accompagnerete con yogurt, melanzane e peperoni ripieni. Solitamente si usa carne di agnello o montone ma una recente inchiesta della televisione svizzera ha scoperto che circa il 90% di questa carne è di tacchino o manzo. Anni or sono, l’amica Marianna Kaltenbach aveva prodotto un opuscolo di un centinaio di pagine dedicato alle grigliate. Già lei diceva che, se la cucina era prevalentemente compito di donne, la griglia era impegno maschile. Si tratta del metodo culinario più an- Manzo Spesso la carne viene spacciata per agnello ma una recente inchiesta della televisione svizzera ha scoperto che per il 90% è manzo o tacchino Impegno maschile Se la cucina è ancora prevalentemente ciompito delle donne quando si tratta della griglia è l’uomo a comandare L’antropologo ELISABETTA MORO L a griglia ha tanti re ma un solo dio. Il mitico Prometeo che ha fatto letteralmente svoltare l’alimentazione di noi umani regalandoci il fuoco. Dal crudo al cotto in un sol colpo. Da allora ne è passato di tempo ma qualcosa di mitico la griglia lo conserva ancora. Forse è per questo che gli uomini non hanno mai smesso di caricarla. Di cibo come di significati. Facendo della graticola un simbolo iniziatico, una vera prova del fuoco. Sentirsi sulla graticola, mettere troppa carne al fuoco, stare sui carboni ardenti, saltare dalla padella nella brace sono altrettante espressioni che fanno della griglia lo specchio dei nostri tormenti. Ne sapeva qualcosa San Lo- tico ma, anche, il più apprezzato perché conferisce al cibo un sapore molto particolare. Già nel Medio Evo si erano inventati utensili ingegnosi per far girare lentamente lo spiedo sulla brace. Attorno alla griglia c’è sempre un’atmosfera intima e calorosa che crea il particolare gusto delle grigliate. Ci sono anche “grill” a contatto e cioè sem- plici padelle griglie che permettono la cottura direttamente alla piastra senza l’obbligo di lavorare all’aperto. Se lo spiedo può essere collocato di fronte o di fianco al fuoco, la griglia va necessariamente sistemata sopra il fuoco o, meglio, come già abbiamo ricordato, sopra la brace ardente. Il grasso contenuto nella carne scende nella leccarda e brucia emettendo cattivi odori perciò la iStockphoto cottura della vivanda richiede estrema attenzione. Brillat Savarin scrive che “si nasce rosticceri” che in francese si traduce “rôtisseurs” ed è da qui che è nata la gloriosa “Chaîne des Rôtisseurs”, l’associazione più numerosa al mondo che accoglie professionisti ed amatori. Una storia con tanti re e un solo dio renzo, il martire “grigliato” vivo a Roma durante la persecuzione dei cristiani ordinata dall’imperatore Valeriano. E dunque l’arrostitura non è una semplice cottura ma un suo stato superlativo, un’incandescenza agonistica che ne fa l’emblema di una cucina forte, che ha in sé qualcosa di epico. Dagli spiedi primitivi degli eroi omerici ai barbecue mediatici dei presidenti degli Stati Uniti. Dai quarti di mammouth arrostiti a fuoco vivo dai nostri progenitori dell’età della pietra alle nano-porzioni dei nostri arrosti domiciliari. In fondo dagli uomini delle caverne a quelli delle taverne, il passo è breve. Fra queste estremità della storia il fuoco non ha mai smesso di arroventare le nostre graticole. Alimentando un millenario andirivieni di tecniche e di sapori tra culture e continenti. Non è un caso che i nostri barbecue discendano, sia di nome che di fatto, dal barbakoa dei popoli caraibici, feroci cannibali quanto voraci “carnibali”. Ma senza arrivare a questi eccessi pulp, il profeta della haute cuisine Anthelme Brillat-Savarin, che tutto era tranne che un selvaggio, associava griglie, spiedi e leccarde a una sorta di istinto guerriero piuttosto che a una trasformazione gentile del cibo. Tanto che considerava l’arrosto roba da veri uomini e il bollito cosa da donne e bambini. E sentenziava che cuochi si di- venta, ma rosticcieri si nasce. Nata primitiva la griglia ai nostri giorni si converte al politically correct riducendo l’atavico gap tra il primo e il secondo sesso. E la brace ardente lascia il posto al calor bianco delle nuovissime griglie ad induzione, che cuociono simultaneamente ambo i lati, per di più in maniera omogenea grazie a un software sofisticatissimo. In grado di marchiare a fuoco qualsiasi alimento. Dalle inoffensive zucchine all’ineffabile tofu, dalle mandorle all’ananas, dagli asparagi alle bistecche di germe di grano. Insomma finalmente libera dalla schiavitù della carne la griglia diventa unisex. '&/34$:#'&# .#:#'& $$' 8#00'% 40#&00 8/ # ,403.&&' ! (/%#3' $ 3/ 0'$4:#'&# (#6 #&&'73#7+ '008#$/ # )/7#:#* 33' #0!/ )'%%/#' $'#03#* "/7# )#$#:# #&403/#* '$#:# &3'&$ # #&7/ 4$#3'/0 #3//&& !#((#& '%(&9 � (!$ /((#& &'$3/ ,403.&&' 033' '&/#3' (/ $ (/#% 7'$3 4& (/%#' 0(#$ $$-:#& ! '& $-#%(#' # 0'$4:#'&# '/� 4& #%('/3&3 '&3/#43' $$ 0'03&##$#3 $ '&3%(' 0 $ (/'(/# 4$34/ :#&$ 04# (/#&#(# $$ 0'03&##$#3+ 403' (/%#' &3' $$ '#$3 + 888+08#00'%+!18/ $#7/ /'8'$ '/ $3&4// '0 5$$/