OPUSCOLO INFORMATIVO D.lgs 9 aprile 2008 n. 81 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro LINEAMENTI PER L’INFORMAZIONE AI LAVORATORI Sicurezza nel Settore Panificazione Questo manuale è stato redatto ai sensi del D. Lgs. 81/08 art.36 e 37 1 INDICE: PANIFICI E PASTICCERIE 3 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: LE CAUSE PIU’ FREQUENTI 3 DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL CICLO DI LAVORO 4 RISCHI PROFESSIONALI E RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DEL COMPARTO 7 MOVIMENTAZIONE DELLE MATERIE PRIME 7 IMPASTATURA 8 FORMATURA 9 STAGIONATURA 10 PREPARAZIONE 11 COTTURA 12 MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO 13 IMPIANTI, MACCHINE E ATTREZZATURE 18 IMPASTATRICE 19 SPEZZATRICE 20 FORNO DA PANE 20 POLVERE DI FARINA 21 ANALSISI PER MANSIONE 22 Addetto alla preparazione e lavorazione impasti Rischi specifici Dispositivi di protezione individuale 22 22 22 Addetto alla conduzione dei forni Rischi specifici Dispositivi di protezione individuale 23 23 23 Addetto allo smistamento Rischi specifici Dispositivi di protezione individuale 24 24 24 ALLERGIE – PREVENIRE L’ASMA DA FARINA Aspetti rilevanti per la sicurezza Le misure più importanti in breve 25 25 26 CONOSCERE SIGNIFICA PREVENIRE Semplice decalogo per la riduzione della esposizione frumento 27 27 CONFIGURAZIONE DEL POSTO DI LAVORO COMPORTAMENTO SICURO Aspetti rilevanti per la sicurezza 33 33 INDUMENTI DI LAVORO/IGIENE Aspetti rilevanti per la sicurezza 34 34 2 PANIFICI E PASTICCERIE Tra le imprese artigianali dedite all’attività di panificazione si possono individuare panifici e pastifici. Tali settori, essenzialmente costituenti unità produttive differenti, basano la loro attività sulla produzione di varie tipologie di pane e prodotti di pasticceria a partire dalla semplice lavorazione della farina. nel corso degli ultimi anni il comparto è stato interessato da un forte aumento della produttività e un importante miglioramento della sicurezza grazie al progresso della tecnica e alla crescente attenzione sui rischi professionali. Infortuni e malattie professionali: le cause più frequenti 1 Mancanza di spazio 2 Fretta e stress 3 Comportamento rischioso 4 Attrezzature non conformi alla legislazione vigente 5 Formazione eccessiva di polvere dovuta a Farina, coadiuvanti per la panificazione, ecc. 3 DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL CICLO DI LAVORO Il ciclo di lavorazione dei panifici-pastifici può essere schematizzato secondo il seguente schema a blocchi che indica le principali attività del settore: MOVIMENTAZIONE DELLE MATERIE PRIME IMPASTATURA FORMATURA STAGIONATURA PREPARAZIONE COTTURA MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO I principali rischi legati al comparto, le lavorazioni che determinano tali rischi e le possibili conseguenze sono riassunti nella scheda 1. 4 Scheda 1: I rischi, le lavorazioni che determinano tali rischi e le possibili conseguenze sulla salute. RISCHI INFORTUNISTICI (PER CAUSA VIOLENTA) INFORTUNIO ELETTRICO INCENDIO ED ESPLOSIONE DURANTE LE OPERAZIONI DI… Movimentazione delle materie prime – Impastatura – Formatura – Preparatura – Cottura Movimentazione del prodotto finito Movimentazione delle materie prime – Impastatura – Formatura – Preparatura – Cottura Movimentazione del prodotto finito Movimentazione delle materie prime – Impastatura – Formatura – Preparatura – Cottura Movimentazione del prodotto finito EFFETTI POSSIBILI Contusioni Distorsioni, fratture tagli Schiacciamento Ustioni Tetanizzazione Arresto della respirazione Fibrillazione ventricolare Ustioni Ustioni 5 RISCHI IGIENICI (PER MALATTIA PROFESSIONALE) MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI DURANTE LE OPERAZIONI DI… EFFETTI POSSIBILI Movimentazione delle materie prime Lesioni dorso lombari Movimentazione del prodotto finito POLVERI DI FARINA Impastatura Patologie allergiche respiratorie da inalazione MICROCLIMA Movimentazione delle materie prime Influenza Rinite acuta Collasso Ansia Disturbi psichici Disturbi neurovegetativi Cottura Movimentazione del prodotto finito STRESS Formatura Stagionatura Preparazione Cottura 6 RISCHI PROFESSIONALI E RALATIVE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DEL COMPARTO MOVIMENTAZIONE DELLE MATERIE PRIME Durante questa fase, avviene il rifornimento della materie prime, in genere prodotti sfusi-o-direttamente-confezionati-dal-produttore. La movimentazione dei contenitori o dei sacchi può avvenire manualmente o attraverso l’ausilio di mezzi meccanici, in funzione delle dimensioni dell’attività; le materie prime vengono immediatamente sistemate nell’apposita area di deposito e successivamente introdotte nella macchine o posizionate nel banco di lavorazione. Le principali attrezzature che vengono utilizzate durante questa fase sono: Carrello elevatore elettrico; Carrello a traino manuale. 7 IMPASTATURA Durante questa fase le materie prime vengono mescolate, mediante l’ausilio di un’impastatrice o manualmente, fino a d ottenere una pasta omogenea. Nei pastifici viene più comunemente utilizzata la mescolatrice planetaria per la preparazione dell’impasto e le creme. L’operazione di impastatura che avviene nel processo di produzione del pane è la stessa che si effettua in pasticceri, con la differenza che nel primo caso l’utilizzo dei macchinari è prevalente rispetto alle lavorazioni manuali che caratterizzano invece l’attività del pasticcere. I macchinari utilizzati sono: Impastatrice (a bracci tuffanti, a forcella, a spirale) fig.1 Mescolatrice planetaria fig. 2 fig.1 fig. 2 8 FORMATURA La formatura, manuale o meccanica, riguarda solo ciclo del pane e consente nel conferire la forma al prodotto che si desidera realizzare a partire dall’impasto grezzo. Durante la formatura manuale si utilizzano diversi utensili al banco di lavoro, mentre quando si ricorre all’ausilio di dispositivi meccanici, l’impasto si muove su nastri di ingresso alle macchine che tagliano, spianano o conferiscono direttamente forma e dimensioni al prodotto finale mediante un sistema di stampi a pressione. Le principali attrezzature e macchine che vengono utilizzate durante questa fase sono: Spatole, coltelli e stampi fig. 1 Spezzatrice fig. 2 Rosettatrice fig. 3 Filonatrice fig. 4 Arrotondatrice. Fig.5 Nelle pasticcerie la formatura del prodotto viene effettuata direttamente durante la fase di preparazione. fig.2 fig. 3 fig. 1 fig. 4 fig. 5 9 STAGIONATURA L’impasto viene lasciato riposare sotto particolari condizioni microclimatiche e per un determinato periodo di tempo, variabile a seconda del ciclo di produzione, al fine di permettere lo sviluppo del processo di lievitazione. Nelle realtà produttive più grandi, la stagionatura dell’impasto viene fatta avvenire all’interno di apposite celle dotate di un sistema di termoregolazione. Alla fine del tempo di stagionatura gli impasti vengono lasciati stazionare a temperatura ambiente prima della cottura. Le principali attrezzature e macchine che vengono utilizzate durante questa fase sono: Carrelli fig. 1 Vassoi fig. 2 Impianti di lievitazione fig. 3 fig.1 fig. 2 fig. 3 10 PREPARAZIONE Nel ciclo di produzione del pane, essendo già stata determinata la forma delle pezzature durante la fase di formatura, la fase di preparazione consiste nell’aggiunta di ingredienti particolari quali olio, erbe aromatiche, olive, strutto, ecc. Nel ciclo della pasticceria, la massa dell’impasto viene lavorata manualmente o attraverso apposite macchine per conferire forma e dimensioni ai prodotti che si desidera ottenere, aggiungendo ingredienti vari a seconda delle ricette. E’ durante questa fase che vengono preparati frullati di uova, creme o frutta secca polverizzata. I macchinari e le attrezzature utilizzate nel ciclo della pasticceria sono: Sfogliatrice fig. 1 Mescolatrici fig. 2 Cuocicrema fig. 3 Raffinatrice fig. 4 Utensili manuali (spatole,coltelli, stampi). fig.5 fig.1 fig. 2 fig. 3 fig 4 fig.5 11 COTTURA Durante questa fase vengono caricati i forni di cottura che varia a seconda delle dimensioni e degli ingredienti del prodotto. I forni più comunemente utilizzati sono i forni roto termici e i forno tradizionali, elettrici o a combustibile. I dispositivi di sollevamento facilitano l’infornamento. 12 MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO Nel ciclo del pane le ceste e i sacchi di carta, contenenti il prodotto finito, dall’area di deposito dove erano stati sistemati dopo la cottura, vengono movimentati manualmente o meccanicamente e caricati sugli automezzi di distribuzione. Nel ciclo della pasticceria, i vassoi provenienti dalle celle frigorifere o dai banchi di deposito, vengono movimentati a mano fino al locale di vendita, se presente, o distribuiti tramite automezzo ai diversi esercizi commerciali. Gli attrezzi utilizzati sono: Ceste di plastica Sacchi di carta Carrelli Vassoi fig. 1 fig. 1 fig. 2 fig. 3 fig. 4 fig. 2 fig. 3 fig. 4 Sulle ruote il trasporto è più facile. 13 MOVIMENTAZIONE MATERIE PRIME MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO RISCHIO INFORTUNISTICO (PER CAUSA VIOLENTA) COSA FARE CONTUSIONI, DISTORSIONI E FRATTURE A) Dovuto a urti contro oggetti fissi B) Dovuto a scivolamento I passaggi devono essere mantenuti liberi da ostacoli (attrezzature o materiali) Il pavimento non deve essere sconnesso, né presentare sporgenze; il pavimento deve essere antisdrucciolevole Utilizzare scarpe con suola antiscivolo Periodica manutenzione e pulizia dei pavimenti imbrattati di farina Postazioni di lavoro passaggi adeguati alle lavorazioni e al personale presente LESIONI Dovute al contatto con organi dei macchinari in movimento IMPASTATURA FORMATURA PREPARAZIONE Adottare idonee procedure di cottura Utilizzare guanti di protezione contro il calore Prestare attenzione al movimento dei mezzi per la movimentazione meccanica effettuata tramite carrelli elevatori elettrici e degli automezzi per la distribuzione del prodotto finito ad altri esercizi commerciali COTTURA USTIONI Dovute al contatto con superfici calde o con utensili surriscaldati Non rimuovere o modificare dispositivi di protezione Effettuare le operazioni di regolazione o manutenzione a macchine spente Dotarsi di macchine certificate e dotate di sistemi di arresto di emergenza e di sensori di blocco automatico MOVIMENTAZIONE MATERIE PRIME MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO INVESTIMENTI 14 RISCHIO INFORTUNISTICO (PER CAUSA VIOLENTA) ELETTRICO MOVIMENTAZIONE MATERIE PRIME IMPASTATURA FORMATURA STAGIONATURA PREPARAZIONE COTTURA MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO INCENDIO A SCOPPIO MOVIMENTAZIONE MATERIE PRIME IMPASTATURA FORMATURA STAGIONATURA PREPARAZIONE COTTURA MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO COSA FARE Realizzare impianto elettrico a norma, ai sensi della Legge 46/90 e conforme alla CEI 64-8 Dotare i corpi illuminati di schermi o coperture di protezione antiurto Continua manutenzione dei dispositivi e degli impianti elettrici Installazione di impianto antincendio, se necessario, e di mezzi di estinzione incendi che siano sottoposti a regolare manutenzione Non fumare nei locali di lavoro Evitare l’accumulo di materiale combustibile (sacchi di carta) Continua manutenzione della macchine e degli impianti 15 RISCHIO IGIENICO (per malattia professionale) MICROCLIMA POSSIBILI CONSEGUENZE Influenza Rinite acuta Collasso COSA FARE POLVERE DI FARINA Patologie allergiche respiratorie da inalazione Nella stagione invernale dotarsi di indumenti idonei per proteggersi dalle condizioni microclimatiche sfavorevoli Periodica ventilazione dei locali Dotare i lavoratori di maschere semifacciali Eccessiva formazione di polvere. Polvere di farina normale. Polvere di farina speciale. 16 RISCHIO IGIENISTICO (per malattia professionale) STRESS a) dovuto alterazione dei ritmi sonno-sveglia MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI POSSIBILI CONSEGUENZE COSA FARE Ansia Disturbi neurovegetativi e neuropsichici Adeguata definizione dei turni di lavoro Lesioni dorso-lombari valutare sempre il peso da sollevare in relazione alle proprie forze e scegliere la modalità di presa che offra una buona tenuta (uso di entrambi le mani) Devono essere evitate, da parte di un’unica persona, operazioni di sollevamento o spostamento di materiali del peso superiore ai 20 e 30 kg rispettivamente per donne e uomini Evitare di posizionare i materiali direttamente a terra Formare e informare i lavoratori sulle correte modalità do movimentazione dei carichi Ricorrere quando possibile all’utilizzo di ripostivi meccanici per spostare e sollevare le ceste e sacchi Privilegiare l’acquisto di materie prime in sacchi da 25 kg Mantenere libere da ostacoli le vie transito 17 IMPIANTI, MACCHINE E ATTREZZATURE Affinché l’attività si svolga con il minimo rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, è necessario che le macchine e le attrezzature abbiano determinate caratteristiche e che siamo fornite di certificazione CE; inoltre il datore di lavoro deve far riferimento al manuale d’uso e di manutenzione dei macchinari e formare adeguatamente gli operatori sul corretto utilizzo dei macchinari e dei dispositivi di protezione individuale. Di seguito vengono richiamate le principali caratteristiche e regole di utilizzo per alcune macchine e attrezzi utilizzati. Per evitare inutili ripetizioni, non si sono inseriti tutti quei rischi di carattere generale e le misure di prevenzione e protezione comuni alla quasi totalità delle macchine a attrezzature, come ad esempio: Formare e informare il lavoratore in merito all’utilizzo corretto della macchine e delle attrezzature Verificare sempre l’efficienza dei dispositivi di sicurezza Avere a disposizione e conoscere il contenuto del libretto d’uso e manutenzione della macchina Utilizzare i dispositivi di protezione individuale specifici per le macchine e attrezzature utilizzate. 18 IMPASTATRICE PRINCIPALI REQUISITI E USO IN SICUREZZA Dotarsi di macchine impastatrici fornite di sistema di protezione per evitare che il lavoratore possa venire a contatto con gli organi lavoratori in moto. Devono essere presenti dei dispositivi di blocco automatici che intervengano quando la macchina viene aperta. E’ vietato manomettere i dispositivi di protezione della macchina. Accertarsi che la macchina si trovi su una superficie di appoggio stabile . Utilizzare guanti e cuffie per capelli . 19 SPEZZATRICE PRINCIPALI REQUISITI E USO IN SICUREZZA Intervenire sulle regolazioni solo a macchina ferma. Posizionare la macchina in maniera tale da rendere agevole il suo caricamento. Non sovraccaricare la macchina e rispettare i limiti indicati dal costruttore. Accertarsi che la macchina si trovi su una superficie di appoggio stabile. FORNO DA PANE PRINCIPALI REQUISITI E USO IN SICUREZZA Effettuare frequentemente la pulizia delle camere di combustione. Verificare l’efficienza degli sportelli delle camere di cottura. Verificare l’efficienza del sistema di evacuazione dei fumi. Non effettuare le operazioni di pulizia a forno acceso. Impostare il forno alla temperatura desiderata e verificare l’efficienza del termostato. 20 POLVERE DI FARINA In tutte le attività in cui si hanno dispersioni di polveri organiche, quali sono le polveri di farine, vi è il rischio di potenziale esplosione; questo avviene quando le polveri di farina sono quasi sempre ossidabili8 e la quantità di calore da somministrare per innescare il processo di combustione è tanto minore quanto più piccola è la dimensione delle vorticelle. Per questo motivo nel D.M. n: 98 del 16/02/82, che stabilisce le attività soggette alle visite e ai controlli di prevenzione incendi, rientrano anche le attività di panificazione che abbiano in deposito almeno 50 quintali di farina (attività 46). Oltre a questo aspetto, parlando della farina di frumento,k va detto che sulla base di numerosi studi si è dimostrato che l’esposizioni alle sue polveri costituisce un fattore a rischio allergico da inalazione. L’operazione di caricamento dell’impastatrice, di pulizia dei piani di lavoro e delle macchine, e di lancio sulle superfici di lavoro per evitarne l’aderenza dell’impasto, costituiscono le fasi di maggior esposizione del ciclo di lavorazione. Secondo alcuni studi condotti nell’ultimo decennio, l’esposizione a farina di frumento produce una sensibilizzazione nell’11.5% degli esposti, disturbi respiratori sul lavoro nel 12 18,5% ed asma professionale nel 5 7%. Nel 2001, l’Associazione degli Igienisti Americani (ACGIH) ha proposto per le polveri di farina inalabile un TLV-TWA di 5,5 mg/m3, ma i valori riscontrati negli studi ambientali superano ampiamente il valore proposto almeno durante l’effettuazione delle operazioni a maggior esposizione. Eccessiva formazione di polvere. Polvere di farina normale. Polvere di farina speciale. 21 ANALISI PER MANSIONE ADDETTO ALLA PREPARAZIONE E LAVORAZIONE IMPASTI IMPASTATURA FORMATURA STAGIONATURA PREPARAZIONE Impastatrice Spatole, coltelli, ecc. Carrelli Sfogliatrice Mescolatrice Spezzatrice Vassoi Mescolatrici Rosettatrice Imp di lievitazione Cuocicrema Filonatrice Raffinatrice Arrotondatrice Spatole, frullini ,ecc. RISCHI SPECIFICI Traumatismi gravi Distorsioni e fratture RISCHI INFORTUNISTICI Tagli Elettrico Ustioni Incendio esplosione Microclima RISCHI IGENISTICI Polveri di farina Stress PRINCIPALI SORGENTI DI RISCHIO CUOCICREMA LIVELLI DI ESPOSIZIONE PER LA MANSIONE RISCHIO LEP,D UNITÀ DI MISURA RUMORE 71 / 76,4 dB(A) IMPASTARICE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE GUANTI ANTITAGLIO [UNI EN388; UNI EN1082] SCARPE ANTINFORTUNISTICHE [UNI EN ISO 20345; UNI EN ISO 20346; UNI EN ISO 20347] MASCHERE SEMIFACCIALI [UNI EN 140; UNI EN 143 – FFP2] 22 ADDETTO ALLA CONDUZIONE DEI FORNI COTTURA Forno (tradizionale, elettrico, a combustibile) RISCHI SPECIFICI Ustioni RISCHI INFORTUNISTICI Elettrocuzione Incendio Esplosione RISCHI IGENISTICI Microclima Stress PRINCIPALI SORGENTI DI RISCHIO MOVIMENTAZIONE CARRELLI LIVELLI DI ESPOSIZIONE PER LA MANSIONE RISCHIO LEP,D UNITÀ DI MISURA RUMORE 68/ 71,5 dB(A) GOVERNO FORNO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE GUANTI [UNI EN ISO 388; UNI EN ISO 407; UNI EN ISO 420] SCARPE ANTINFORTUNISTICHE [UNI EN ISO 20345; UNI EN ISO 20346; UNI EN ISO 20347] MASCHERE SEMIFACCIALI [UNI EN 140; UNI EN 143 – FFP2] 23 ADDETTO ALLO SMISTAMENTO MOVIMENTAZIONE MATERIE PRIME MOVIMENTAZIONE DEL PRODOTTO FINITO Carrello elevatore elettrico Ceste di plastica Carrello a traino manuale Sacchi di carta Carrelli Vassoi RISCHI SPECIFICI RISCHI INFORTUNISTICI Contusioni Ustioni Distorsioni e fratture Incedio ed Esplosione Tagli Schiacciamento dei piedi Elettrocuzione Investimenti Microclima RISCHI IGENISTICI Stress Movimentazione manuale dei carichi PRINCIPALI SORGENTI DI RISCHIO LIVELLI DI ESPOSIZIONE PER LA MANSIONE RISCHIO LEP,D UNITÀ DI MISURA RUMORE 67/ 63 dB(A) Movimentazione Carrelli DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE GUANTI ANTITAGLIO [UNI EN388; UNI EN1082] SCARPE ANTINFORTUNISTICHE [UNI EN ISO 20345; UNI EN ISO 20346; UNI EN ISO 20347] MASCHERE SEMIFACCIALI [UNI EN 140; UNI EN 143 – FFP2] 24 ALLERGIE – PREVENIRE L’ASMA DA FARINA Aspetti rilevanti per la sicurezza Svolgendo un’accurata indagine sull’idoneità all’esposizione alle farine bisogna evitare che le persone con un elevato rischio per la salute (ad es. geneticamente predisposte, raffreddore da fieno, asma ecc.) scelgano come professione la carriera di panettiere/pasticciere. Per ridurre il rischio di un’allergia da farina bisogna formare poca polvere durante il lavoro, lavorare con macchinari e impianti a ciclo chiuso (dotati di coperture), separare i locali polverosi da quelli poco polverosi e impiegare adeguati impianti di aspirazione. Per evitare di trasportare le polveri di farina dal luogo di lavoro a casa bisogna fare una doccia prima di lasciare il lavoro e riporre gli indumenti di lavoro e quelli civili in armadietti separati. A casa il corpo deve potersi riposare! I disinfettanti a base di sostanze curative per la pelle e compatibili con la manipolazione di generi alimentari servono a mantenere idratata la pelle. Disinfettare e proteggere la pelle non si escludono a vicenda. Dopo il lavoro è consigliato pulire delicatamente la pelle e applicare uno strato di crema idratante e rigenerante. Questo aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie cutanee. Miscelatore o impastatore con coperchio. . Fare un doccia prima di tornare a casa. 25 LE MISURE PIÙ IMPORTANTI IN BREVE 1. Informare i lavoratori sul problema delle allergie (istruzioni). 2. Ridurre i picchi di esposizione prestando molta attenzione durante il lavoro, ad es. impastare lentamente, cautela quando si pesa l’impasto, ecc. 3. Se l’impasto è troppo morbido aggiungere la farina molto lentamente. 4. Utilizzare i coadiuvanti per la panificazione sotto forma di granuli, in forma pastosa o liquida. 5. Per spolverare utilizzare farine speciali che formano poca polvere. 6. Se la formazione di polvere è notevole, utilizzare una maschera per polveri fini del tipo FFP2. 7. Impiegare impianti a ciclo chiuso. 8. Pulire l’ambiente di lavoro solo con gli aspirapolvere indicati per la classe di polvere Non usare l’aria compressa. 9. Non portare la polvere di farina a casa. 10. Adottare adeguate misure di ventilazione. Ci sono svariate soluzioni, anche poco costose, per evitare di creare molta polvere. Utilizzare farine speciali per spolverare. Pulire i macchinari con l’aspirapolvere. Banco di lavoro con aspirazione integrata 26 CONOSCERE SIGNIFICA PREVENIRE SEMPLICE DECALOGO PER LA RIDUZIONE DELLA ESPOSIZIONE PROFESSIONALE RESPIRATORIA DEI PANETTIERI E DEI PASTICCERI ALLA FARINA D IFRUMENTO. Le farine cereali (costituite da un complesso di polipeptidi e polisaccaridi) e le lavorazioni che ne comportano l’uso e che provocano l’esposizione alle relative polveri costituiscono una delle principali cause di allergia respiratoria professionale. Le farine di grano e di segala sono la principale causa di rinite e asma, ma anche quelle di orzo, avena, mais, granturco e riso sono spesso all’origine di patologie allergiche, della sindrome da iperreattività bronchiale e/o della bronchite cronica. Studi di incidenza e di prevalenza hanno evidenziato l’importanza decisiva della prevenzione primaria, dimostrando l’influenza delle alte concentrazioni di polvere di farina nell’ambiente di lavoro quale causa di maggiore sensibilizzazione. Il tenore delle concentrazioni di polvere di farina in aria nello scatenamento della reazione-allergica-è-invece-di-minore-importanza. La sintomatologia, almeno inizialmente, presenta sovente una attenuazione nei week-ends-e-nei-periodi-di-congedo. Le esposizioni a farina sono più pericolose che non quelle al grano intero. Pur dimostrando una prevalenza maggiore delle broncopatie croniche specialmente dopo lunghi periodi di esposizione- rispetto ai non esposti, i lavoratori dei mulini risultano meno suscettibili all’asma da farine che non panificatori e pasticceri. Incidenza e prevalenza di patologie respiratorie in queste due ultime categorie di lavoratori presentano però ampie variazioni legate alle caratteristiche industriali o artigianali della lavorazione ed alle misure di prevenzione primaria (presenza o meno di idonei sistemi di ventilazione industriale). Soprattutto i lavoratori dei panifici artigianali di piccole dimensioni risultano più frequentemente affetti da patologie respiratorie da esposizione a farine. I “grain workers” dei silos portuali sono i più esposti alle polveri di cereali. Esiste una sorta di selezione naturale, dovuta al fatto che spesso i soggetti affetti da patologie asmatiche preferiscono cambiare lavoro: gli studi di prevalenza e le indagini epidemiologiche prospettiche risentono dell’interferenza di questo importante-fattore. Il grano tenero o comune (Triticum sativum) ha cariossidi friabili a struttura farinosa, bianca, opaca; il grano semiduro o turgido (Triticum turgidum) ha cariosside rigonfia, cornea, meno friabile e farinosa; il grano duro (Triticum durum) ha cariosside a struttura vitrea, semitrasparente e grani di forma prismatica, allungata: esso, secondo la normativa europea, “deve avere un colore dal giallo ambra al giallo bruno e presentare alla frattura un aspetto vitreo, traslucido e corneo.” 27 Riso, orzo e farro vengono consumati in chicchi, ma la maggior parte dei cereali viene-utilizzata-dopo-essere-stata-trasformata-in-farina. Il processo di molitura, preceduta da una fase di pulitura e da una di condizionamento (ove vengono regolarizzate temperatura e umidità del frumento), avviene industrialmente con macine a cilindri (originariamente si utilizzavano-macine-di-pietra,-o-“palmenti”). Coppie di cilindri metallici dotati di scanalature trasversali per rompere il chicco ruotano in senso opposto tra di loro. La grandezza delle scanalature e la distanza dei cilindri determinano tre diverse moliture: con la prima viene eliminata la crusca, con la seconda il cruschello, con la terza, ancora più fine, il tritello. Crusca, cruschello e tritello sono costituiti da fibre e costituiscono lo scarto, pari a circa il 20-25 % del frumento grezzo. Una ulteriore molatura c.d. di rimacina, effettuata con-cilindri-lisci,-serve-a-raffinare-gli-sfarinati. A seconda delle granulometrie raggiunte la farina viene classificata in: semola, integrale, 1, 0, 00, che rappresentano il c.d. grado di “abburattamento”, dal nome del setaccio (“buratto”) utilizzato per separare i granuli di diversa grandezza. Le farine più raffinate possiedono una minor quantità di fibre, proteine, vitamine, grassi, enzimi (tutte sostanze contenute in maggior quantità nella parte esterna del chicco,-che-viene-asportata),-e-una-maggior-quantità-di-amido. La farina è costituita per la maggior parte da amido (70% del peso) e da glutine (12%-circa). Il glutine, composto da gliadina e glutenina, è la componente proteica del frumento. La trama costituita dal reticolo formato dalle maglie di glutine conferisce agli impasti caratteristiche di elasticità e di resistenza meccanica (a seconda della c.d. “forza” della farina) le quali rendono l’impasto più resistente e più solido e diminuiscono la possibilità che esso una volta lievitato si sgonfi. Farine con buon tenore proteico (come quelle da grano duro) possiedono inoltre una maggiore capacità di trattenere acqua, migliorando la qualità del pane. Le farine forti sono usate per impasti lievitati per pasticceria e per pizze e per i pani a mollica compatta (es. pani “pugliesi”). Farine medie sono usate per pane francese, pane all’olio e in pizzeria. Farine deboli sono preferite per grissini, cialde, biscotti e piccola pasticceria: assorbono-infatti-una-minore-quantità-di-acqua. Il contenuto glucidico, costituito essenzialmente da amido, viene scisso da enzimi in zuccheri, i quali nel processo fermentativo prodotto dai lieviti danno luogo alla formazione di alcool e anidride carbonica. Quest’ultima viene imprigionata nel reticolo formato dal glutine, la cui formazione reticolare, a partire dalla gliadine e dalla glutenina, è favorito dai processi meccanici dell’impastamento. Da questo processo deriva il rigonfiamento di tutto l’impasto. L’arricchimento in amido della farina, comporta la formazione di una mollica più morbida-e-meno-compatta. 28 La fase di cottura comporta inizialmente un ulteriore aumento della lievitazione, che termina intorno ai 50 gradi per la morte dei lieviti; successivamente intorno ai 100 gradi l’impasto, disidratandosi progressivamente, diventa rigido; a 130 gradi circa si comincia a formare la crosta, solida e giallastra a causa della trasformazione dell’amido in destrine, le quali la rendono meglio digeribile della mollica. Quest’ultima presenta al suo interno le cavità prodotte dalle bolle di CO2 formatosi-nell’impasto. Alla farina sono aggiunti frequentemente additivi: ac. Ascorbico, alfa-amilasi, farina di soia e di fave, ma anche lecitina e malto il cui scopo è soprattutto quello di migliorare la qualità del prodotto della panificazione. Deiezioni e residui somatici di acari e microrganismi (alcuni dei quali produttori di tossine), muffe (Alternaria e Aspergillus) e infestanti (Ephestia kuehniella) o deiezioni e resti di insetti infestanti (strobilus granarius) ne sono i principali inquinanti. Gas irritanti possono essere usati nei processi di fermentazione e nella cottura. L’alfa-amilasi, di origine fungina (Aspergillus oryzae), viene aggiunta per accrescere il quantitativo naturale di amilasi presente nella farina: l’enzima catalizza la fermentazione degli idrati di carbonio da parte dei lieviti (Saccaromyces cerevisiae). E’ dotata di un forte potere allergizzante, essendo in grado di sensibilizzare anche fino ad un terzo degli esposti. L’attività allergenica della alfa-amilasi persiste anche dopo la cottura, e interessa particolarmente la crosta-del-pane. Facilitano la fermentazione dell’impasto anche enzimi catalizzanti la trasformazione degli zuccheri. La xylanasi, di origine fungina (Aspergillus niger), provoca l’idrolisi della emicellulosa accelerando la lievitazione della pasta e conferendo migliore qualità al pane. Cellulasi, emicellulasi e aminoglucosidasi sono utilizzate per la produzione di fette biscottate e di biscotti. Un enzima ad attività enolasica è presente nel lievito di birra, costituito da materiale fungino (Saccaromyces-cerevisiae). Lecitina di soia (usata per le sue proprietà emulsionante), farina di soia (usata per rendere più bianca la mollica), malto, grani di sesamo e uova in polvere sono aggiunti spesso alla farina per la preparazione di particolari prodotti. Anche queste sostanze possono di per sé provocare reazioni allergiche. Le piccole molecole proteiche del frumento (soprattutto albumine) a basso peso molecolare-sono-considerate-allergeni-maggiori. Sembra che una fase di iperreattività bronchiale aspecifica preceda l’insorgenza dell’asma da frumento. L’insorgenza della congiuntivite e della rinite è in media leggermente più precoce rispetto all’insorgenza delle manifestazioni asmatiche. La sensibilizazione attraverso la via digerente è possibile ed può essere una delle cause della notevole diffusione, anche ai non esposti, della presenza di reagine (IgE)-verso-gli-antigeni-del-frumento. Per tale motivo la presenza di cutireazione positiva per il dermatophagoides farina e non è patognomonico per una allergia alla farina di frumento. Per di più tale 29 acaro è presente anche nelle polveri di casa, in misura talora anche superiore aquella-del-dermatophagoides-pteronyssimus. Inoltre non esiste una relazione univoca tra la positività della cutireazione e le manifestazioni-asmatiche. Sensibilizzazione ed asma possono regredire pur continuando il lavoro. Le polveri di cereali (piante erbacee quasi tutte della famiglia delle graminacee: frumento o grano, segala, avena, granturco, mais, orzo e riso; -il grano saraceno appartiene invece alle Poligonacee-) possono determinare patologie dell’apparato-respiratorio-dovute-a-meccanismi-differenti: 1.-immunologico (immunoreazioni di tipo I e III; queste ultime responsabili anche----delle alveoliti allergiche estrinseche – “farmer’s lung”, polmone del contadino, o ---“thresher’s-lung”,-polmone-del-trebbiatore); 2.-paraimmunologico-(attivazione-del-complemento); 3.-farmacologico-(azione-similistaminica); 4.-di-ordine-fisico-chimico-(irritanti); 5.-tossico (la febbre da cereali “grain fever”, aspecifica e non immunologica, è ----stata-attribuita-all’azione-di-endotossine-batteriche). Il rilievo anamnestico e/o segni di atopia e la presenza di sindrome da iperreattività bronchiale (positività al test alla acetilcolina) sono indicativi di suscettibilità all’asma da farina, mentre la cutireazione positiva non sempre depone per una sensibilizzazione specifica, né si accompagna necessariamente ad-asma. Il lavoro del medico competente in questo ambito non è pertanto scevro da difficoltà. Partendo dalla constatazione che manifestazioni patologica da esposizione alle polveri di farine possono insorgere in qualsiasi momento della carriera di un panettiere e che è pertanto necessario che egli adotti costantemente ogni precauzione per limitarne l’esposizione, è stato condotto in Francia a partire dal 1999 uno studio pilota nel corso del quale sono state analizzate le fasi più critiche della lavorazione e proposte le soluzioni più elementari, condensate in un opuscolo-distribuito-ai-lavoratori-del-comparto. Misure elementari a costo zero per diminuire l’esposizione dei fornai alla polvere di farina-sono-le-seguenti: 1.-Vuotare-il-sacco-di-farina-senza-scuoterlo; 2.-Versare-la-farina-nell’acqua-(e-non-l’inverso); 3.-Spargere-la-farina-a-mano-o-con-il-setaccio,-senza-lanciarla; 4. Pulire il piano di lavoro con il raschietto usato per tagliare l’impasto e non ----l’uso-di-strumenti-soffianti-(mantici-o-soffietti); 5.-Tenere-separati-gli-abiti-da-lavoro-da-quelli-civili; 6.-Non-scuotere,-né-spazzolare-gli-abiti-da-lavoro,-ma-lavarli; 7.-Evitare-correnti-d’aria. con 30 La ventilazione dei locali, l’adozione di schermi chiusi sulle impastatrici, le aspirazioni localizzate, l’uso industriale di tramogge a vite perpetua e ad avanzamento lento per movimentare le farine sono le tappe ulteriori, ma di maggior costo, della prevenzione primaria in tale comparto produttivo. Il farinaio (locale ove viene immagazzinata la farina), le fasi di trasporto e di pesata di farina e ingredienti, il caricamento della impastatrice e la fase di impastatura, il setacciamento, l’infarinatura dei piani di lavoro e di cottura e le operazioni di pulizia rappresentano le fasi più delicate per la diffusione delle polveri: ciascuna di queste fasi viene analizzata nei suoi aspetti e nelle misure tecniche di prevenzione primaria applicabili in "Prévention des allergies respiratoires professionnelles en boulangerie-pâtisserie. 'Le souffle des boulangers, un enjeu de santé au travail", documento conclusivo del comitato pilota (costituito da associazioni di categoria, ente assicuratore e società scientifiche). Ne-riassumiamo-alcuni--passaggi. Rompere il fondo del sacco per evitare vuoti d’aria sembrava un buon sistema per diminuire il rilascio di polveri durante lo svuotamento dei sacchi: in realtà si è visto che la manovra del taglio del fondo del sacco e la caduta più rapida del contenuto potevano permettere il sollevamento di significative quantità di polvere in prossimità delle vie aeree del lavoratore; per tale motivo tale manovra è stata ritenuta-troppo-critica-per-essere-raccomandata. Utilizzare sacchi di 25 kg piuttosto che quelli da 50 kg e vuotare i sacchi in più volte è consigliato; un buon sistema è anche quello di appoggiare la estremità aperta del sacco sul fondo della vasca dell’impastatrice e sollevarlo con delicatezza tirandolo dall’altra estremità: è importante limitare quanto più possibile l’altezza di caduta della farina. E’ consigliato non scuotere fortemente il sacco vuoto e chiuderlo, quindi piegarlo dolcemente o arrotolarlo. L’uso di maniche di tessuto tra la tramoggia di pesata ed il fondo dell’impastatrice permettono il trasporto della farina con scarso rilascio di polvere se la manica è di sufficiente lunghezza. Durante la impastatura possono aversi rilasci di polveri sia nelle prime fasi di impastatura, sia nei momenti di aggiunta di farine e/o additivi. Questa procedura di correzione dell’impasto durante la impastatura è molto seguita, così come molto importante è, per il panettiere, controllare a vista e anche al tatto la qualità dell’impasto. Ciò crea qualche resistenza all’uso di schermature piene. La sostituzione alla griglia di sicurezza con uno schermo pieno consente una riduzione della esposizione in questa fase (20% della esposizione media e 50% della esposizione di picco). Tuttavia le schermature opache non sono tali da permettere un soddisfacente controllo a vista dell’impasto: schermature grigliate solo parzialmente-sembrano-una-soluzione-di-compromesso-consigliabile. E’ molto importante ridurre la velocità d’azione dell’impastatrice, soprattutto nelle prime fasi (primi 5 minuti), quando farina e acqua non sono ancora sufficientemente amalgamate e parte della farina non è ancora bagnata; utile ridurre la velocità anche dopo ogni aggiunta di farina. E’ stato proposto anche un metodo opposto, consistente nel rendere più rapido il movimento della 31 impastatrice nel primo minuto, per accelerare il processo di bagnatura. Vengono sollevate polveri di frumento soprattutto nei primi momenti, con rapido decremento entro i primi due minuti. La normativa europea EN 453 prescrive schermo pieno (ma sono consentite aperture per aggiungere ingredienti, prelevare campioni, vedere e toccare l’impasto), basse velocità iniziali (nei primi 2 minuti)-e-aspirazione-localizzata. I macchinari utilizzati per dividere in pezzature e dare forma all’impasto dovrebbero essere dotati di sistemi anti proiezione, in grado di aspirare verso la parte posteriore della macchina la farina, raccogliendola in una vaschetta di raccolta, onde evitare che la sovrappressione nella fase di stampaggio delle forme-proietti-farina-dal-fronte-della-macchina-verso-l’operatore. Per diminuire l’aderenza dell’impasto sul piano di lavoro, in alternativa alla farina può essere usato anche olio, ma in tal caso occorre far in modo che la pressione con cui l’olio viene spruzzato non crei aerosol nell’ambiente lavorativo. Le operazioni di spolvero della farina sul piano di lavoro possono essere effettuate con farine a scarso rilascio di polvere. A tale scopo si utilizzano farine trattate con olio vegetale; farine di grossa taglia appositamente separate in mulino (c.d. farina “rotonda” o "di passaggio"); farina “incapsulata”, trattata con grassi; farina biscottiera,-a-minore-contenuto-proteico;-farina-di-riso;-amido. L’uso del setaccio permette una distribuzione omogenea della farina con poca produzione di polvere se il setaccio è tenuto più vicino possibile al piano o alla sfoglia. Lo spolvero di farina sui piani di lavoro è una operazione delicata, che può rilasciare polvere; durante la giornata lavorativa tale operazione è ripetuta numerosissime volte. Le operazioni di pulizia possono provocare rilevanti sollevamenti di polvere: l’uso di aspirapolvere con filtro ad alta aspirazione e le operazioni eseguite ad umido con l’uso di raschietto sono da preferire all’uso di scopette o di strofinacci, ma queste ultime modalità sono tuttora ancora molto seguite. 32 Configurazione del posto di lavoro comportamento sicuro Aspetti rilevanti per la sicurezza Molti pericoli si possono evitare utilizzando i DPI, creando posti di lavoro ergonomici e organizzando correttamente i lavori. Con appropriati indumenti di protezione si impedisce che il personale rimanga afferrato nelle macchine e si ferisca. Indossando scarpe robuste e con suole antisdrucciolo si evitano le cadute. Se si rispettano le norme di sicurezza e si mantiene in ordine il posto di lavoro, si possono evitare molti infortuni e si migliorano le prestazioni sia quantitative che qualitative. Un buon microclima contribuisce notevolmente al benessere e alla salute dei lavoratori. Tavolo posizionato ad un’altezza inadeguata. Banco di lavoro regolabile posizionato ad un’altezza corretta. Regolazione dell’altezza con adattatore. 33 Indumenti di lavoro/igiene Aspetti rilevanti per la sicurezza Utilizzando indumenti di lavoro adeguati non si corre il rischio di rimanere impigliati e di ferirsi nelle apparecchiature; nel contempo, si rispettano le norme igieniche. Con un buon paio di scarpe si evitano le cadute. Indossare sempre i dispositivi di protezione individuale (occhiali di protezione, maschere di protezione contro le polveri fini, guanti di protezione). Indumenti di lavoro idonei. utilizzare i dispositivi di protezione individuale Calzature robuste con suole antisdrucciolo. Lavare le mani con prodotti non aggressivi. Utilizzare una crema idratante. Applicare correttamente la crema sulla pelle. 34