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Occorre partire invece dal fatto che i Comuni e le Province sono a tutti gli effetti articolazioni dello Stato e, come tali, impegnate al raggiungimento degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica al pari dello Stato centrale, come, peraltro, l’anno 2007 sta ad indicare. Nel corso del 2007, infatti, gli Enti Locali hanno dato un contributo significativo agli obiettivi indicati dal Governo nella finanziaria 2007 e al loro raggiungimento. Proprio l’esperienza dell’anno in corso evidenzia la necessità di una serie di cambiamenti, sia nell’impostazione che nelle specifiche previsioni della legge finanziaria, senza i quali la stessa prospettiva del federalismo rimarrebbe una vuota indicazione di principio: essa va, al contrario, riempita di contenuti, anche al fine di giungere alla discussione complessiva sul disegno di legge delega sul federalismo fiscale e sul codice delle autonomie, che rappresentano la riorganizzazione strutturale del profilo dello Stato italiano, avendo già compiuto un tratto del percorso in termini di autonomia fiscale ed impositiva e di impostazione di stampo federalista. # Se consideriamo ad esempio la scelta effettuata sull’ICI, condivisa nelle sue motivazioni e finalità politiche, non possiamo non rilevare come essa vada di fatto in direzione contraria rispetto al federalismo fiscale, regredendo a trasferimento, ancorché definito nei tempi e nei modi, ciò che, nel senso comune delle persone, oltrechè nel sistema istituzionale, era ormai acquisito come imposizione locale Un altro aspetto riguarda una questione che sempre si è discussa nella legge finanziaria, cioè la possibilità di consentire ai Comuni di utilizzare in modo più flessibile e libero la risorsa costituita dagli oneri di urbanizzazione: è infatti # !!" %9 %9 5 > %9 Un ulteriore tema: la questione dei “costi della politica”. Gli enti locali danno atto al Governo di aver presentato un disegno di legge che contenga numerose riduzioni dei costi impropri della politica e di quegli sprechi della pubblica amministrazione che sono, purtroppo, collegati alla frantumazione del nostro sistema politico, alla moltiplicazione del tutto impropria di incarichi e così via. E’ da cogliere in modo positivo il fatto che gli organi costituzionali abbiano autonomamente dichiarato di attenersi a una norma di contenimento dei costi delle loro istituzioni entro i limiti del tasso d' inflazione programmato. Rientra nei “costi della politica” un aspetto molto importante contenuto nell' articolo 14 così come è stato riformulato dal relatore in Commissione, la previsione che ogni Comune non può fare parte di più di un' associazione intercomunale. In questo modo si supera il groviglio di consorzi e di associazioni varie e si riduce ad una sola l' associazione di cui ciascun Comune può fare parte. Ma vi sono elementi critici sui quali è opportuna una valutazione, la più attenta possibile: si tratta dell' articolo 13 che si riferisce alle comunità montane e dell' articolo 14 relativo agli organi dei Comuni, delle Province e delle circoscrizioni comunali. Sarebbe più organico valutare queste modifiche nel contesto di insieme della Carta delle autonomie locali, oppure, se per motivi di urgenza si sceglie diversamente, comunque in coerenza con l' indirizzo di fondo della Carta delle autonomie locali che lo stesso Governo ha presentato al Parlamento e che prevede una forte semplificazione di tutti i livelli istituzionali. Esso prevede infatti il rafforzamento dell' associazionismo intercomunale per arrivare a unioni obbligatorie di Comuni i quali, al di sotto di una certa dimensione demografica, per esercitare certe funzioni dovrebbero farlo insieme. Questo è invece in contraddizione con quanto prevede l' articolo 13 della finanziaria che sopprime una parte di Comunità montane trasferendo sui Comuni che ne facevano parte i costi dei servizi e, nello stesso tempo, lascia inalterata la classificazione dei Comuni montani. Crediamo che questo articolo debba essere necessariamente corretto, anche in relazione al contenzioso che è destinato a creare con le Regioni. La norma relativa alla semplificazione degli organi delle Comunità montane deve essere senz' altro sostenuta , ma vi è un problema della eccessiva stima perché essa viene valutata 33 milioni di euro per il 2008 e 66 milioni di euro per il 2009, e pur apprezzando il fatto che queste risorse vengano poi destinate al fondo della montagna si tratta di un' entità sicuramente sovrastimata se riferita esclusivamente ai cosiddetti costi della politica Per quanto riguarda l' articolo 14, c' è un problema analogo: non si è proceduto lungo la strada inizialmente proposta dal Governo di ridurre il numero di rappresentanti nei Consigli comunali e provinciali attraverso la legge finanziaria: c' è solo un tetto al numero degli assessori. Poi si opera sul sistema delle indennità, riducendo ad un quarto anziché ad un terzo il tetto massimo che può essere raggiunto con i gettoni di presenza dei consiglieri comunali e provinciali. Anche in questo caso l' entità di questa misura, valutata in 313 milioni di euro, è palesemente sovrastimata, perché in alcuni casi equivale ad un azzeramento delle risorse per i funzionamenti dei consigli comunali e provinciali, situazione ovviamente irrealizzabile. E quindi non risulta sostenibile la riduzione in via preventiva del fondo ordinario per i trasferimenti agli enti locali di 313 milioni presupponendo risparmi di fatto non attuabili. Tale riduzione deve essere quindi ricalcolata con stime verificabili. Soprattutto, le risorse per finanziare l’eliminazione dei ticket sanitari, obiettivo che sosteniamo con forza, devono essere reperite in modo certo ed inequivocabile. # # # # # , 6 = , !!" :$ / !!" #? < 6 * , !!" # 5 < , , # , , 4 , # , , 6 , @ @ # A # , # ; # < !!" !!" B # C # , # # !!" 6 # , D # , E , 2%2:8::!! # 2%2:8::!! • # • # # • ) , ( 6 ) # , # , , F) & B C < ,G $ %!!!H 08" , 2 !! 3 !!" . .6 ' D , F >. =F .6. , !!" # , %9 D , # , < !!" B I , $!!!! 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