1. Titolo Progetto
CURARSI DI CHI SI PRENDE CURA
Progetto speciale n. 5 - C.I.E. 2013 INAIL Ravenna/Lugo/Faenza
2. Descrizione del contesto di intervento
L’idea progettuale è maturata nel corso dell’anno su proposta del medico
competente della Sede di Ravenna Dr.ssa Loredana Lombardi, la quale
ha posto l’attenzione sulla questione “del prendersi cura” - per quanto
riguarda la prevenzione - dei parenti che si occupano della cura dei loro
assistiti.
Spesso nella non autosufficienza, non c’è solo la persona che ha subito
un grave infortunio sul lavoro o che ha contratto una malattia
professionale invalidante, ma anche le persone che vivono nel suo
contesto di vita.
La dedizione continua e quotidiana ad una persona non autonoma può
fare ammalare anche chi si occupa della sua assistenza.
Il destinatario di questo progetto è “la persona che presta le cure”,
dall’inglese caregiver.
Talvolta il caregiver è estraneo al contesto familiare, più spesso si tratta
invece di un parente o di una persona amica.
Questo progetto tratterà i familiari conviventi.
Il caregiver risponde al bisogno di sicurezza del soggetto non autonomo,
si prende cura della persona malata occupandosi dell’igiene,
dell’alimentazione, dei trasferimenti e della mobilizzazione, si occupa
dell’organizzazione dell’ambiente e delle risorse necessarie a garantire la
migliore qualità di vita del proprio assistito, infine consente alla persona
malata
di
poter
vivere
nel
proprio
ambiente
familiare.
Per poter svolgere al meglio il proprio compito, il caregiver deve essere
adeguatamente istruito e informato in modo da poter affrontare
l’assistenza quotidiana.
Ne consegue un “progetto di cura”, in cui vengono disegnate in primis le
diverse abilità (di gestione e di cura) presenti e poi evidenziate le aree di
bisogno che, reputate come irrinunciabili, vanno prese in carico
attraverso il sistema delle erogazioni.
Un lavoro che non si fa “a tavolino”, ma andando ad osservare le persone
non autosufficienti direttamente nella loro ambiente familiare.
Figli, mogli, mariti, genitori che assistono un familiare con disabilità
grave o gravissima. Non esiste un dato ufficiale su quanti siano i
caregiver familiari presenti in Emilia-Romagna, ma le indagini campione
a disposizione forniscono un’indicazione sulla loro consistenza.
Dall’indagine “Passi d’Argento” sulla qualità della vita percepita dalle
persone di 65 anni e oltre residenti al domicilio (v. allegato) è emerso
che le persone parzialmente o totalmente disabili ricevono aiuto nelle
attività di base della vita quotidiana (mangiare, lavarsi, vestirsi) nel 54%
dei casi da familiari, nel 43% da una persona a pagamento e nel 3% da
personale dei servizi pubblici. Per quanto riguarda le persone cosiddette
“fragili” - autonome nelle attività di base, ma che hanno bisogno di aiuto
in almeno un’attività strumentale della vita quotidiana (prendersi cura
della casa, spostarsi, fare la spesa, fare il bucato) - ricevono aiuto nel
78% dei casi da familiari, nel 21% da una persona a pagamento e
nell’1% da personale dei servizi pubblici.
In genere il caregiver è una donna, che ha più di 50 anni e non
necessariamente ha smesso di lavorare: ricopre quindi un ruolo molto
faticoso, che dev’essere valorizzato.
Quest’anno a Carpi si è svolto il 24 e il 25 maggio il Caregiver Day
regionale: un’iniziativa a valenza regionale voluta per sensibilizzare la
cittadinanza e valorizzare il ruolo del familiare che si prende cura.
Contestualmente, altri ambiti distrettuali della regione hanno organizzato
momenti ad hoc sul tema dei caregiver: Correggio, Modena, Sassuolo,
Pianura ovest (in provincia di Bologna), San Lazzaro, Ferrara, Cesena e
Riccione hanno aderito alla giornata regionale valorizzando i
servizi/interventi attivi a sostegno dei caregiver a livello locale e
promuovendo l’apporto dell’associazionismo e del volontariato.
3. Motivazioni dell’intervento e finalità generali
Le finalità generali di questo progetto, avrà una continuazione nel 2014
attraverso un ulteriore progetto, sono quelli di fornire un sopporto ai
familiari dei lavoratori infortunati/tecnopatici (caregiver), che versano in
condizioni di non autosufficienza, per migliorare la qualità dell’assistenza
e tenere elevata l’attenzione sul “rischio da movimentazione”, e di fornire
le conoscenze di base necessarie per svolgere il compito di assistenza a
casa nella maniera più ergonomica possibile, evitando operazioni e
posture obbligate scorrette, puntando a diffondere tutte le conoscenze
nell’uso corretto degli ausili nell’ambito domestico.
Per limitare l’ambito di osservazione, il gruppo di lavoro ha ritenuto
opportuno scegliere due momenti fondamentali della giornata: l’ALZATA
e l’IGIENE.
Quando si aiuta una persona disabile a spostarsi dalla carrozzina al letto
o dal letto alla carrozzina o nel bagno, spesso si possono compiere sforzi
eccessivi sulla colonna vertebrale, provocati dall’uso sbagliato del proprio
corpo nel muovere gli assistiti.
Questi movimenti scorretti sono pericolosi e possono creare patologie.
I pericoli legati al lavoro di spostamento degli assistiti sono:
 Dolori lombari o mal di schiena
 Ernia del disco
 Tendiniti (per esempio il dolore al gomito e al polso)
 I dolori cervicali
 I dolori alle spalle
 Prolasso uterino
Lo sforzo fisico effettuato nell’aiutare chi non è autonomo può essere, se
associato a manovre e posture scorrette, causa di infortuni con
conseguenze a volte anche gravi in chi assiste.
La prevenzione degli infortuni legati alla mobilizzazione si basa
prevalentemente sull’utilizzo di giuste tecniche, comprendenti anche il
corretto utilizzo di eventuali ausili oppure aiuto da parte di una seconda
persona.
Ogni volta che si sta per effettuare la movimentazione manuale
(spostamento o sollevamento) della persona assistita è necessario fare
attenzione a:
1. Rimuovere gli ostacoli (tappeti, lampade a stelo, comodini, etc)
2. Avvicinare e frenare la carrozzina prima di effettuare le manovre di
spostamento (es. al wc, al letto)
3. Avere spazio attorno al letto
4. Regolare l’altezza del letto (circa 60 cm)
5. Controllare che l’assistito abbia calzature chiuse e comode e che
l’ambiente sia ben illuminato.
E’ opportuno inoltre:
1. Valorizzare le capacità residue stimolando la collaborazione
2. Valutare il percorso più breve per l’effettuazione della manovra
3. Sapere come utilizzare gli ausili in modo corretto
4. Valutare se è necessario l’aiuto di un ausilio e/o, se possibile, di un
familiare in relazione al peso dell’assistito.
4. Obiettivi
Per l’anno in corso il progetto CURARSI DI CHI SI PRENDE CURA si pone
i seguenti obiettivi:
1. ANALISI DEL CONTESTO dell’intervento
2. Individuazione del TARGET DI RIFERIMENTO (caregiver)
3. SOPRALLUOGHI
DOMICILIARI
presso
l’abitazione
dell’assistito/caregiver per raccogliere le informazioni e conoscere
le singole realtà familiari, attraverso i seguenti strumenti di ricerca:
l’osservazione diretta, con l’ausilio di una macchina fotografica, e la
somministrazione di un questionario.
4. Consegna ai caregiver di un OPUSCOLO INFORMATIVO della
Regione Emilia Romagna “Consigli per muoverti bene con la
persona che assisti” sulle posture corporee corrette da adottare
nella movimentazione degli assistiti al fine di promuovere la cultura
della sicurezza.
5. Creazione di uno STORYBOARD, ovvero la stesura di una idea di
regia, propedeutico alla realizzazione nel 2014, con la
collaborazione dell’Area Comunicazione Istituzionale del CENTRO
PROTESI INAIL, di sette video riprese, una per ogni caregiver,
durante le operazioni di alzata e igiene del loro assistito (videocaso) e del montaggio di un filmato unico capace di racchiudere
tutti i video-casi da sottoporre a valutazione dei professionisti del
Centro Protesi di Vigorso di Budrio che verranno successivamente
coinvolti (es. medico Fisiatra, tecnico ortopedico, Infermiere
Professionale…ecc)
6. RELAZIONE FINALE e PESATURA.
Per il l’anno 2014, si prevede la prosecuzione del progetto, attraverso il
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
1. STUDIO del materiale raccolto attraverso le videoriprese (filmato),
l’osservazione diretta e la somministrazione del questionario.
2. Realizzazione di INTERVENTI DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE
finalizzati a modificare le manovre scorrette dei caregiver a fini
prevenzionali
3. Realizzazione di AZIONI DI MONITORAGGIO dello stato di salute
dei caregiver
4. Diffusione
della
CULTURA DELLA SICUREZZA
nell’ambito
domestico.
5. Sinergie e partner
 CENTRO PROTESI INAIL di Vigorso di Budrio
 Lombardi Loredana – Medico Competente di Sede
 Simonetta Puglioli - Servizio Integrazione socio sanitaria e Politiche
per la non autosufficienza (Regione Emilia Romagna)
6. Target di riferimento
Il familiare che si prende cura del lavoratore infortunato/tecnopatico che
si trova in condizioni di non autosufficienza (caregiver).
Casistica prevista:
1. Il genitore solo che assiste il/la figlio/a disabile
2. Il genitore solo anziano che assiste il/la figlio/a disabile
3. I genitori che assistono il/la figlio/a disabile
4. I genitori anziani che assistono il/la figlio/a disabile
5. Il figlio che assiste il genitore disabile
6. Il fratello/la sorella che assiste il fratello/la sorella disabile
7. Il coniuge che assiste il coniuge disabile
7. Numero soggetti destinatari
Sette famiglie del territorio della provincia di Ravenna, nel dettaglio:
 tre in carico alla sede INAIL di Ravenna
 due in carico alla sede INAIL di Lugo
 due in carico alla sede INAIL di Faenza
8. Attività
1. Costituzione del gruppo di progetto
2. Individuazione del target di riferimento (caregiver)
3. Riunioni di coordinamento
4. Sopralluoghi domiciliari con utilizzo dei seguenti strumenti di
ricerca: osservazione diretta con l’ausilio di macchina fotografica e
somministrazione di questionario.
5. Promozione della cultura della sicurezza attraverso la diffusione
dell’opuscolo informativo della Regione Emilia Romagna “Consigli
per muoverti bene con la persona che assisti”
6. Creazione di uno storyboard propedeutico alla realizzazione, per
l’anno 2014, di un filmato in collaborazione con l’Area
Comunicazione Istituzionale del CENTRO PROTESI INAIL.
7. Relazione finale e pesatura.
9. Figure professionali INTERNE coinvolte
GRUPPO DI PROGETTO (13 persone)
Processo Reinserimento sociale e lavorativo
 Rossella Baldassarri – Funzionario socio educativo
Processo Prevenzione
 Paola Ravviso - Funzionario Amministrativo
 Laura Rubbi – Funzionario Amministrativo
Centro Medico Legale INAIL Ravenna
 Norma Zama - Dirigente Medico
 Enrico Maria Rossini - Dirigente Medico
 Giuseppe Focaccia – Dirigente Medico
 Francesca Molducci - Infermiera Professionale
 Stefania Casadio - Infermiera Professionale
 Denise Babini - Infermiera Professionale
Centro Medico Legale INAIL Faenza
 Rita Ravaioli - Infermiera Professionale
 Emilio Pasini – Dirigente Medico
Centro Medico Legale INAIL Lugo
 Mirandola Claudia - Infermiera Professionale
 Gianfranco Grossetti – Dirigente Medico
10.
Tempi di realizzazione
12 mesi (gennaio – dicembre 2013)
11.
Tempistica per il monitoraggio
Verifica e pesatura al 31 maggio 2013
Verifica e pesatura al 30 settembre 2013
Verifica e pesatura al 31 dicembre 2013
12.
Referenti del progetto
Rossella Baldassarri – RESPONSABILE DEL PROGETTO
REFERENTE per il Processo reinserimento sociale e lavorativo.
Paola Ravviso
REFERENTE per il Processo Prevenzione
13.
Costi
Costi di missione per raggiungere con mezzo privato le abitazioni degli
assistiti.
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Presentazione del progetto