sarà normale? Quelli ( ed erano la maggioranza assoluta), che la pensavano così, però, s’erano dimenticati dell’ascesi. Che roba era? Era consacrarsi totalmente alla perfezione dell’amore verso Dio e verso gli uomini. E gli veniva anche facile, giacché Dio li aveva acchiappati, ed essi / esse aderivano a Lui senza riserve. Nel 1° secolo quest’ascesi s’imperniava sulla continenza, o verginità. L’utero è mio e lo gestisco io. L’utero è mio e lo gestisce Dio. I celibi e le celibi erano vanto del cristianesimo. Per fortuna minoritari, se no non saremmo qui a raccontarla. Vergine sì, ma alla moda, perbacco! San Cipriano interviene: “La vergine non deve limitarsi soltanto ad essere tale, ma deve anche apparire come tale. A che servono tanti ornamenti, quasi avesse o cercasse marito?” La Vita Consacrata sottotitolo: se Dio t’acchiappa Prologo L’abito non fa il Monaco, la Regola, sì; o almeno ci prova. GLI INIZI Giacché da qualche parte si deve pur cominciare, per descrivere la vita consacrata dal 100 al 1400 dopo Cristo, ho scelto questo assunto, nel prologo, che cercherò di dimostrare attraverso il pendolo della storia: nascita, sviluppo, trionfo, decadimento, riforma. Questo è comune alle varie forme di vita consacrata, per il semplice fatto che, se anche costellate di Santi, queste istituzioni erano fatte per farci vivere dentro gli uomini. Altro tratto comune a questi uomini è l’essere o l’essere stati acchiappati da Dio. Non si sarebbero messi altrimenti a vivere in quel modo. Oggi a parlare di Regola, ci viene in mente subito qualche Regolamento della Comunità Europea, norme di conformità, regolamento edilizio, regolamento condominiale. Quest’ultimo è quello che è più vicino al nostro tema, visto che tratta di convivenza in una costruzione . Il regolamento condominiale è tutta una serie di divieti per rendere possibile una convivenza non litigiosa in un condominio e quasi mai ci riesce. I condomini infatti non si sono messi insieme per raggiungere uno scopo, ma si sono trovati insieme per singole scelte economiche, sconosciute l’uno all’altro. I consacrati invece, singoli o associati, hanno uno scopo comune: Seguire le orme del Signore. E questo fa la differenza. Vediamo com’è andata. Sistemato il problema delle vergini vanitose (ma anche la donna avrà diritto a una sua identità), ne sorse un altro più strano: quello delle “Subintroductae”. Le supposte non c’entrano. Si trattava di coabitazione fra vergini (femmine) e continenti ( maschi) Apriti cielo colle Pie Donne di Paolo! Non che adesso siano tanto diverse (le pie donne). La coabitazione, realizzata in perfetta buona fede consisteva nel raggrupparsi sotto la protezione di un continente, di solito un anziano asceta, per evitare spiacevoli sorprese di passaggio, sole in casa, seppure vergini, dati gli usi del tempo (siamo verso la decadenza dell’impero romano). Cipriano decide che si separino immediatamente e vadano a vivere insieme, per conto loro, sotto tutela del loro Vescovo. Ma guarda un po’ come sono nate le suore! Stesso dicasi per i monaci. Oltre al celibato comincia ad apparire anche la povertà volontaria (se ho già tutto , come posso aver bisogno anche di Dio? mi faccio povero così ho bisogno di Dio) Il “beati i poveri” fa strada. All’inizio la forma di vita che faceva capire che uno era consacrato (a Dio) era la castità. Caspita, questo non scopa: sarà normale? Caspita, questa rifiuta la maternità: 37Vitacons.wps 1 Da poveri sul serio si mangia male e poco, ed ecco le varie astinenze dai cibi golosi e i digiuni. Le orazioni sono più frequenti e di notte, nel silenzio assoluto, si prega che è un piacere! Ecco le Veglie. Di giorno, in mancanza di orologio, le salmodie danno il ritmo quotidiano. La liturgia delle ore sarà nata così. Maria, lo concepisce nel suo cuore, per offrirgli l’integrità del suo corpo.” Non male. Torniamo alla “fuga dal mondo”, segno esterno distintivo del monaco, anacoreta o cenobita, in oriente come in occidente. Cosa succede al cristianesimo perché i più sensibili fuggano? Succede che, con l’Editto di Milano, l’Imperatore romano Costantino si era comprata la Chiesa in blocco. Con gli ingenti benefici ad essa riconosciuti, Roma continuava a comandare attraverso la Chiesa. Erano nati i democristiani, insomma : in oriente (gli esarchi bizantini) e in occidente (i Vescovoni). Questi facilitarono poi di molto il compito a Maometto e alle sue invasioni, da Damasco alla Spagna. A queste cose il monachesimo ha aggiunto la “fuga dal mondo” per motivi spirituali o contingenti (Salvare la pelle per continuare ad essere monaci, quando di martiri per le persecuzioni non ce n’erano quasi più.) Tutte queste cose saranno poi le osservanze dei monaci, perno delle varie regole, ma di questo parleremo dopo Siamo ancora nel 300 dopo Cristo. In oriente S. Gregorio di Nissa spiega l’efficacia della continenza per impedire la “dissipazione dello spirito”. Sigmund Freud alla rovescia. In occidente S. Ambrogio, nei suoi sermoni esalta la verginità per farla piacere a molti: “Pondera che regno, che oro, che bellezza ti regala lo Spirito Santo...... allo stesso modo la bellezza verginale, consacrata allo spirito divino, aumenta in splendore....quale bellezza può esistere maggiore di quella di cui si innamora il Re?” Da giovane, c’era il Martini (l’aperitivo) “una Milano da bere “ al bar del Santambroeus. Poi c’è stato il Martini (Cardinale) e “una Milano da comprare”. Un Santambrogio, con ghiaccio, prego. Ora il buon monaco, pacifico e non violento, in presenza di questa situazione, che fa? Scende in piazza a incendiare cassonetti e a sfasciare Bancomat? No. Si ritira, come faceva Gesù quando era attaccato in Galilea e Samaria. Non faceva scendere dal cielo le folgori di Papà per incenerire i miscredenti, ma si ritirava, cosa che sconcertava i suoi 12 discepoli, E che di fronte agli integralisti mussulmani, sconcerta ancora oggi. C’è chi si ritira perché si è rotto......... (ascesi laica) C’è chi si ritira per amore del Signore e del Bene (ascesi cristiana) Vediamo brevemente le 9 ragioni per essere monaco, e per fare quella vitaccia, allora. 1 - l’aspirazione a seguire Cristo 2 - la nostalgia della primitiva comunità cristiana (si stava meglio prima) 3 - la supplenza al martirio (e adesso che non ci sono più martiri che facciamo ? I monaci.) 4 - la lotta contro i demoni nel deserto, dove era stato tentato Gesù (il Male non era ancora passato di moda). 5 - l’esodo spirituale (Abramo e Mosè si erano fatti un mazzo così per incontrare Dio e ubbudirGli) 6 - l’imitazione della vita angelica I PRIMI MONACI S. Agostino, in materia di sesso, è un fatto a parte, perché è uno che se ne intende. Nel suo trattato sulla verginità dice: “Va anteposta alle sposate quella vergine...che non si preoccupa di acconciarsi per piacere a quello che ha già incontrato, ma ha collocato il suo amore nel più bello tra i figli degli uomini e, non potendo concepirlo in seno, come 37Vitacons.wps 2 Basilio dice “Chi ha scelto la vita angelica si è elevato a una forma di vita incorporea in quanto ha superato le possibilità tipiche della vita umana....... per non lasciarsi distrarre a contemplare altra bellezza se non quella del Volto divino.” (oggi abbiamo lasciato l’esclusiva degli angeli al New Age, che ci marcia fin troppo bene) Stavano a vivere appena fuori dai villaggi, per poter avere ancora certi servizi. Poi si costruivano una modesta capanna di fango, sabbia e rami di palme e ci vivevano dentro (la cella). Arrivavano altri presso la cella del Padre, per conoscerlo e poi vivere in celle accanto a lui. Il Padre lasciava la sua cella a un altro e se ne andava sempre più in là, nel deserto, dove costruiva un’altra cella per stare tranquillo in silenzio e contemplazione e orazione continua. Allora arrivavano altri monaci che, per conoscerlo...etc. etc. “ma Signore, insomma vedi anche tu... non si può andare avanti così!” deve aver detto più o meno Pacomio quando si è trovato con circa 3000 monaci attorno. “Ma se questa è la tua volontà...” neanche finito di dirlo e in poco tempo erano arrivati a 5000. 5000 monaci: un monastero? No, una caserma. E tale è la prima “caserma Pacomio “ per cui fu scritta la prima regola monastica. E fu scritta -work in progress- si direbbe oggi, ovvero man mano che si presentavano le occasioni. I monaci poi erano beduini assai poco raccomandabili, le cui usanze primitive aveva criticato anche il Profeta di Allàh. Pederastia e pedofilia facevano parte del “bagaglio culturale” di provenienza, così come i temperamenti generalmente focosi e la condotta non proprio legale: Ma guarda un po’ che gente attraeva i Padri del deserto. Non dimentichiamoci che Dio acchiappava anche questi e fra loro uscivano Santi: non c’è più religione! 7 - il ritorno all’innocenza di Adamo (prima della mela) 8 - l’attesa vigile della Parusia (ovvero Mar an athà) ovvero ancora: Signore nostro vieni - e facciamola finita. 9 - la vita monastica come vera filosofia S. Nilo “la vera filosofia è quella portata da Cristo; il monaco è imitatore di Cristo, il quale ci ha mostrato con l’azione e la parola l’autentica filosofia” (i filosofi sono serviti) Vediamo in breve come arrivavano i primi solitari cristiani: - chi fuggiva dal Padrone - chi fuggiva dal Vescovo - contrabbandieri, ladri, briganti tutti però acchiappati da Dio, chi convinto e chi alla sprovvista. In quel tempo la situazione sociale era questa: spopolamento degli autoctoni, invasioni pacifiche e non, saccheggi, epidemie, commercio in crisi, fuga dall’agricoltura, fame nelle città . Gli uomini, come sempre, cercano rifugio nella religione. Quelle orientali andavano per la maggiore; dovunque sorgono gruppi gnostici(oggi la Massoneria); arriva Il Manicheismo, dualista, con la sua condanna della materia fatta dal Dio pasticcione, mentre quello giusto, quello togo, è inconoscibile, e altre amenità varie. Ci sono poi i neoplatonici che cercano l’esperienza mistica. Un casino, insomma , abbastanza simile a oggi. Attenzione, pericolo!! Curva noiosa nel racconto: chi vuole può saltare tutto quello che è scritto in piccolo, però, perde la prima regola monastica in assoluto, di cui riportiamo di seguito le parti più strane - c’è tutta in allegato nei suoi 144 articoli - pag 1 C’è un Padre, Pacomio,(290-346) che dà dei precetti: Padre, abbàs, abate precetti, regole di vita, Regola. Così abbiamo già l’Abate e la Regola. LA PRIMA REGOLA CONOSCIUTA Alcuni asceti cristiani si ritirarono a vivere in capanne, non distante dai villaggi. In Egitto i Padri del deserto avevano un inusitato buon senso, all’inizio. 37Vitacons.wps 3 29. E quando vanno a mangiare, si siederanno per ordine nei posti stabiliti e si copriranno il capo. Il resto, per 1000 anni circa, saranno variazioni sul tema. 4. E quando nel monastero comincerà a camminare per trasferirsi al luogo dove stare seduto o stare in piedi, non calpesterà i giunchi che messi a mollo nell'acqua sono preparati per tessere le corde, affinché non si produca il minimo inconveniente in monastero per negligenza di alcuno. 33. Se in tavola occorresse qualcosa, nessuno si azzardi a parlare; farà invece soltanto un segno sonoro a coloro che servono. 35. Quelli che servono non mangeranno nulla di diverso da quanto è stato preparato in comune per i fratelli; né ardiranno prepararsi cibi differenti per conto proprio. 12. Nessuno distribuirà giunchi per tessere corde all'infuori dell'ebdomadario ( = incaricato di settimana). E qualora questi fosse occupato in altro legittimo lavoro, si ubbidirà al comando del più anziano. 39. Nessuno darà ad un altro più di quanto l'altro abbia ricevuto. E questo è il refettorio Questo è il “labora” 42. Nessuno che non sia malato entri nell'infermeria. Chi si ammala verrà portato in infermeria dal preposito della casa. E se abbisognasse d'una piccola coperta o d'una tunica, o d'altre cose per ripararsi o per mangiare, lo stesso preposito le riceverà dai ministri e le darà all'infermo. Si chiama tribù l’insieme di tre o quattro case, a seconda del numero di persone del monastero, le cui case potremmo chiamare famiglie, o popoli d'una gente. Ogni casa conteneva una ventina di monaci: 1 tribù=80 monaci 21. Se durante la predica del preposito della casa o del principale del monastero qualcuno stando seduto si addormenta, sarà immediatamente obbligato ad alzarsi in piedi, restando in piedi finché non gli comandino di sedersi. 45. Nessuno gusterà vino o liquore fuori dall'infermeria. Anche allora si marcava visita 46. Se qualcuno di coloro che vengono mandati lontano cade malato in viaggio o in barca e ha bisogno o desiderio di prendere brodo di pesce o altre cosa che si usano mangiare in monastero, non mangerà cogli altri fratelli, ma glielo si darà separatamente a mezzo dei ministri con tutta abbondanza, affinché il fratello infermo non si contristi in nulla. Non si può fare i furbi 23. L'ebdomadario non avrà potestà, senza mandato del principale del monastero, di dare a ciascuno le corde o qualche recipiente di sorta; e, se questi non lo comanda, non potrà dar il segnale perché si congreghino alla riunione di mezzogiorno, o a quella vespertina delle sei orazioni. I primi raccomandati sono partiti da lì. N.B. I ministri, sono i servitori. L’Abate o il suo Preposito comandano tutto, ogni cosa si fa col permesso loro. 49. Se qualcuno s'avvicina alla porta del monastero volendo rinunciare al secolo ed essere aggregato al numero dei fratelli, non avrà libertà di entrare, ma prima verrà annunciato al padre del monastero, e rimarrà per qualche giorno fuori davanti alla porta, dove gli si insegnerà il Padre Nostro e quanti salmi sarà in grado di apprendere, e darà diligentemente prova di non aver magari fatto qualcosa di male, per cui, momentaneamente turbato, sia venuto per paura, oppure sia sotto la potestà di qualcuno. Dimostrerà pure se può rinunciare ai genitori e sbarazzarsi di ogni suo possesso. Se lo vedono pronto a tutto, allora gli insegneranno le rimanenti osservanze del monastero, indicandogli che cosa debba fare, chi debba servire, sia nella riunione di tutti i fratelli, sia nella casa alla quale sarà assegnato, sia nell'ordine di mangiare; cosicché istruito e 25. Se chiedono un codice per leggere, lo ricevano; e, terminata la settimana, lo riporteranno al suo posto, per attenzione verso i successivi ebdomadari. L’ordine regna sovrano , o ci prova. 27. Il preposito di ogni casa che termina la settimana e l’altro che inizia la seguente, insieme al principale del monastero, baderanno a rilevare quale parte del lavoro è stata tralasciata o mal eseguita; e faranno spazzare i giunchi che sogliono spargersi per il pavimento nella riunione, e numereranno le corde che si fabbricano ogni singola settimana, annotando nei libri il quantitativo totale, e conservandolo fino al tempo della congregazione annuale, in cui occorre tenerne conto e si perdonano i peccati a tutti. Sbagliare il “labora” è peccato 37Vitacons.wps 4 perfezionato in ogni opera buona, possa essere aggiunto ai fratelli. Allora, lo spoglieranno dei vestiti secolari e lo vestiranno con l'abito dei monaci e si stabilirà nel luogo che gli verrà indicato. E i vestiti che aveva portati con sé, li riceveranno gli addetti a tale incarico, che li riporranno in guardaroba ove resteranno in potere del principale del monastero. 81. Nessuno tenga in casa o nella sua cella alcunché, all'infuori di ciò che è stato stabilito in comune dalla legge del monastero: né tunica di lana, né mantello, né pelle morbida per lana di agnelli non tosati, né moneta alcuna, nemmeno una papalina da mettere in testa o altra suppellettile, eccetto quanto distribuisce il padre del monastero tramite i prepositi delle case, ossia la propria dotazione d'ognuno: due lebitón (abiti) e uno sciupato dall'uso, un panno un po' più lungo da mettere attorno al collo e alle spalle, un cencio piccolo di pelle appeso ad un fianco, due sandali e cappucci, cintura e bastone. Tutto quanto trovassi all'infuori di questo, lo lascerai senza recriminare. L’accoglienza dei nuovi non era fatta a casaccio e sarà ripresa da Benedetto. 53 ... Se la persona gli porta qualche cibaria di quelle che è lecito mangiare in monastero non potrà riceverla lui stesso, ma chiamerà il portinaio, che riceverà quanto offrono. Se si tratta di qualcosa da mangiare col pane, non prenderà nulla colui al quale è stato portato, ma tutto sarà portato all'infermeria. Qualora però si tratti di dolci o di mele, il portinaio gliene darà da mangiare quel tanto che possa, mentre il resto lo porterà alle celle dei malati. Costui non potrà gustare nulla di quanto è stato offerto, però darà a chi lo ha portato o verze, che sono una qualità di erbe delle più basse, o pane o resti di verdure. Quanto agli alimenti portati da parenti o familiari che, come abbiamo detto, vanno mangiati col pane, colui al quale sono stati recati verrà condotto dal preposito della casa all'infermeria ove ne mangerà solo una volta. Il resto rimarrà in mano al ministro degli infermi, il quale pure non potrà mangiarne. Questi i vestiti. 85. Si badi a che nessuno porti chiacchiere da una casa all'altra, né da una monastero all'altro. 89. Non è lecito entrare nella cella d'un altro, senza prima chiamare alla porta. 92. A tarda sera non potrà andare ad ungersi le mani con l'olio per ammorbidirle dal lavoro, senza la compagnia d'un altro. Però nessuno si ungerà tutto il corpo, se non per causa di malattia, né si laverà o si bagnerà in acqua a corpo totalmente nudo, se l'infermità non è notevole. 95. Nessuno dormirà con un altro sulla stuoia. Nessuno terrà un altro per mano; sia stando in piedi, sia stando seduto, sia camminando, si manterrà invece a distanza d'un cubito ( = d'un avambraccio) dall'altro. Questo per il menù. 56. Nessuno venga mandato fuori da solo per qualche affare, ma ci vada insieme ad un altro. 109. Cavalcando non siederanno due insieme sul dorso nudo dell'asino, e neanche sulla sommità della balaustrata. Potrebbe non tornare. 60. Mentre lavorano, non parleranno di faccende secolari, ma mediteranno cose sante o si manterranno in silenzio. Queste norme sembrano dovute alla presenza di diverse tribù: se quella dei Kula e quella dei Toni entravano in contatto, si potevano creare disagi. 69. Nessuno lavi coi vestiti più rimboccati di quanto stabilito; e quando avranno finito di lavare, torneranno tutti in .gruppo. Se qualcuno resta a casa nel tempo che si va a lavare o. al momento è assente, avviserà il suo preposito, e questi manderà con lui un altro, e così, lavato il vestito, tornerà a casa. 116. C'è da parlare ora dei panettieri. Quando bagnano la farina con l'acqua e la impastano, nessuno parli col vicino. E lo stesso durante la mattinata, quando portano i pani in tavole al forno o nelle casseruole, faranno pure silenzio, o canteranno solo qualcosa dei salmi o delle Scritture, finché avranno terminato il lavoro. Se abbisognano di qualcosa, non parleranno, ma si limiteranno a fare un segno a quelli che possono procurar loro ciò di cui abbisognano. Questo per la lavanderia. 75.Chi è salito sulle palme non mangerà i loro frutti prima che abbiano mangiato i fratelli Se no se li pappa tutti. Impastare e salmodiare, canto e lavoro 78. Nessuno riponga nella propria cella qualcosa da mangiare, all'infuori di quanto avrà ricevuto dal dispensiere. 37Vitacons.wps 5 119. Donne non navigheranno con loro, a meno che qualche volta lo comandi il padre del monastero. monastero, che manderà l'interessato dagli anziani che sono stati delegati per il ministero presso le vergini. Questi parleranno con i richiedenti e vedranno che necessità hanno, con ogni disciplina e timor di Dio. E quando le vedranno non parleranno loro di cose secolari. Donne e giovanetti erano Satana Tentatore personificato. 122. Quando stanno seduti in casa, non sia loro permesso di parlare di argomenti secolari, ma se il preposito ha insegnato qualcosa delle Scritture, cerchino di ruminarlo tra sé e parlino di quanto ciascuno ha udito e di quanto ne hanno tenuto a mente. Alla larga dalle tentazioni Ecco le Scritture con cui conversare. Capito? 125. Chi ha rotto un vaso d'argilla e abbia messo nell'acqua giunchi per la terza volta, farà penitenza la sera all'ora delle sei orazioni. E no, questo è troppo! LE ISTITUZIONI Questa è la Regola; poi ci sono le istituzioni, che sarebbero istruzioni su come applicare la Regola. In seguito, per aggiornarla, si chiameranno Costituzioni della Regola, e ne vedremo delle belle, in usi, abusi e disusi Ma l’uomo, creatura di Dio, è così. Vediamo l’istituzione Pacomio 18 Guarda un po’ come era il potere! E’ fatto da 51 “non”! Leggere per credere. Appendice pag. 6 144. Chiunque trasgredisca questi precetti, farà penitenza pubblica senza alcun ritardo, negligenza e dispetto, per divenir capace di possedere il regno dei cieli. 132. Chi troverà qualcosa, lo appenderà per tre giorni davanti alla riunione dei fratelli, perché colui che l'ha perduto e lo riconosce se lo riprenda. 134. Nessuno faccia malta in casa senza di lui; e tutto quel che di nuovo viene fatto, si disponga secondo il suo parere Non si fa malta senza il preposito. 139. A chi è entrato incolto nel monastero, si insegnerà in primo luogo ciò che deve osservare, e allorché si sentirà istruito in tutte le cose, gli daranno venti salmi e due epistole dell'Apostolo, o un'altra parte della Scrittura. E se non sa leggere, all'ora di Prima, di Terza e di Sesta si recherà da colui che sia in grado d'ístruirlo e che gli è stato assegnato, e starà in piedi davanti a lui e imparerà con sommo impegno e con tutta gratitudine. E poi gli scriveranno gli elementi della sillaba, i verbi e i nomi, e quantunque non voglia, sarà obbligato a leggere. 18. II preposito non si ubriachi. Non si sieda nei luoghi più umili accanto agli utensili del monastero. Non rompa i vincoli che Dio ha stabilito in cielo per farli tradurre in atto sulla terra. Non pianga in un giorno festivo del Signore Salvatore. Domini la sua carne sull'esemplare misura dei santi. Non si irriti e non sgridi gli inferiori. Non oltrepassi i suoi limiti. Non sia fraudolento, né doloso nei suoi pensieri. Non trascuri il peccato della sua anima. Non sia di dubbia fede. Non si lasci vincere dalla lussuria della carne. Non si faccia trovare in dimore distinte secondo l'uso dei gentili. Non segua i pensieri del suo cuore, bensì la legge di Dio. Non resista alle alte autorità con animo presuntuoso. Non cammini in modo trascurato. Non pronunci con facilità parole oziose. Non metta intoppi davanti ai piedi del cieco. Non si sconcerti per il riso e lo scherzo degli insensati. Non abitui la sua anima alla voluttuosità. Non si lasci rubare il cuore da quelli che dicono cose stupide e dolci. Non sia vinto dai regali. Non parli infantilmente. Non tema la morte, bensì soltanto Iddio. Non si affligga nella tribolazione. Non prevarichi per timore imminente. Non abbandoni la vera luce per modici alimenti. Non vacilli né fluttui nel suo operare. Non muti parere, ma sia di giudizio fermo e solido, giusto, cauto, giudicando in verità, senza bramosie di gloria, sincero nei confronti di Dio e degli uomini, e alieno dalla frode. Non manchi di frequentare i santi, né rimanga cieco alla loro sapienza. Non danneggi alcuno per superbia. Non segua la concupiscenza dei suoi occhi. Non si lasci 140. E non ci sarà assolutamente nessuno in monastero che non impari a leggere e non sappia qualcosa delle Scritture, quanto meno il Nuovo Testamento e il salterio inclusivamente. Rozzi sì, ma incolti solo quanto basta. Ciò verrà ripreso da Francesco con la “santa ignoranza”. 143. Parliamo anche del monastero di vergini. Nessuno vada a visitarle, fuorché chi vi abbia la madre, una sorella o una figlia, e parenti, nipoti o la madre dei suoi figli. Però, se ci fosse necessità di vederle, e prima che rinuncino al secolo ed entrino in monastero, specie se fosse loro dovuta l'eredità paterna o per altra causa ovvia, manderanno con loro un uomo di provata età e vita, le vedranno e torneranno insieme al compagno. Nessuno si rechi da loro, tranne quelli che abbiamo menzionato sopra. Se vogliono vederle, lo faranno prima sapere al padre del 37Vitacons.wps 6 vincere dagli incentivi dei vizi. Non tradisca mai la verità. Cerchi di odiare L’ingiustizia. Non giudichi le persone con parzialità, allettato dai regali. Non condanni un innocente per superbia. Non rida tra i bambini. Non lasci la verità perché vinto dalla paura. Non mangi pane di frode. Non desíderi la terra altrui. Non si carichi l'anima di spoglie degli altri. Non disprezzi quelli che hanno bisogno di misericordia. Non dia falsa testimonianza sedotto dal lucro. Non menta per superbia. Non lotti contro la verità per bassezza d'animo. Non abbandoni La giustizia per stanchezza. Non perda la sua anima per vergogna. Non brami i cibi di tavola più alta. Non desideri abiti più belli. Non disprezzi i vecchi, per poter discernere sempre i loro pensieri. Non s'ubriachi di vino, ma conservi sempre l'umiltà insieme alla verità. Quando emette un giudizio, segua i precetti dei maggiori e la legge di Dio predicata in tutto il mondo. Qualora trascuri qualcuna delle cose sin qui dette, verrà misurato con lo stesso metro da lui usato e riceverà secondo le sue opere, perché ha fornicato con legni e pietre preziose, perdendo il giudizio per il fulgore dell'oro e lo splendore dell'argento, e cadendo nei lacci degli iniqui per desiderio di lucro temporale. E piomberà su di lui la distruzione di Eli e dei suoi figli, la maledizione imprecata da Doech (Semei?) su Davide, il segno con cui fu marcato Caino, la sepoltura d'asino di cui parla Geremia, la perdizione con cui l'apertura della terra inghiottí i peccatori di Dathan e Abiron ai tempi di Mosè, lo sterminío deí Cananei, la frattura della brocca nella sorgente, e la scomparsa delle sabbie sui litorali spazzati dai cavalloni, la rottura del ramo glorioso di Isaia, riducendolo come un cieco che tasta con la mano la parete. Tutte queste disgrazie cadranno su di lui, perché non ha rispettato la verità nel giudizio ed ha operato incautamente nella mansione che gli era stata affidata. (Monaci che stavano su una piattaforma piccola costruita in cima a una colonna, un po’ come il nostro campanile). La gente si affollava sotto e parlava col Padre stilita. Data la situazione, devono aver inventato qualcosa di simile al nostro water con scarico. C’erano poi anacoreti in Persia, perfino in Arabia (Maometto aveva un gran concetto di questi cristiani - ma solo di questi -).Verso Antiochia, colonie di monaci trasformano in eremi le ex fortezze romane; in Palestina Ilarione inaugura l’eremitismo. Ci sono 2 gruppi di monasteri latini: Gerusalemme e Betlemme. La struttura è una “Laura” Chi è questa “Laura”? E’ una serie di grotte scavate una in prossimità dell’altra, con al centro una chiesa, dove gli eremiti si trovano ogni sabato e domenica per l’eucarestia. La “Laura” di Kiev, ancor oggi in funzione, era il primo centro ortodosso; è splendida: un fitto parco naturale in mezzo alla città costellato di cupole dorate: non si entra da turisti. In Armenia, prima terra in cui ,dopo la Palestina, è apparso il cristianesimo, nel 300 nasce un tipo strano: Eustazio di Sebaste. cristiano duro e puro, asceta senza sconti. Questo scoccia i Vescovi (Vescovoni) della regione, che fanno un sinodo a Gangres per mettere fuori legge questa forma di ascetismo: celibato, povertà totale e disprezzo dei sacerdoti sposati, non partecipare alle loro eucarestie, era veramente troppo. Ritroveremo queste posizioni nei primi movimenti pauperisti del Medioevo nel nord Italia. Nella chiesa è tutto un corso e ricorso, un fiume carsico che sprofonda e affiora, più volte; e non è ancora finita. A parte questo, Eustazio però accetta il sinodo, in obbedienza ai Vescovi E’ il primo che orienta le sue ed altrui forze verso i poveri e i disgraziati. E’ noto per essere stato maestro di Basilio, (330-379) quello che sarà poi il teologo della vita cenobitica. (Non si può vivere di sole caserme, Laure e colonne). La sua teologia non è per una associazione di anacoreti o cenobiti, ma In teoria, una cosa così sarebbe andata bene anche ad Andreotti. Vediamo la Pacomio 4 per il monaco (che poi sarà chiamato ‘suddito’ da Benedetto) 4. Colui che ha la pessima abitudine di stuzzicare a parole i suoi fratelli e perverta le anime dei semplici, verrà ammonito tre volte. Se non dà retta e persevera ostinatamente nella sua durezza, lo porteranno fuori dal monastero e lo flagelleranno davanti alla porta, dandogli da mangiare fuori solo pane e acqua, finché non si sarà ripulito delle sue sporcizie. Oltre che in Egitto il monachesimo eremita lo troviamo in Siria, cogli stiliti 37Vitacons.wps 7 va diretta al cristiano come tale, e gli piomba nel fondo dell’anima. vergini e dai continenti, di cui abbiamo già parlato all’inizio. Il primo conosciuto è il presbitero Novaziano. Nel 380 Girolamo arriva a Roma e trova un gruppo di ‘signore bene’ che fanno vita ascetica dirette dalla vedova Marcella, che poi si ritira fuori Roma con le compagne, a fare vita monastica. Un’altra aristocratica, Asella, a 12 anni comincia a fare vita ascetica. La sorella di Sant’Ambrogio, Marcellina, fa l’asceta prima in casa sua, poi lascia Milano con le compagne e continua a fare vita ascetica. Stessa cosa per Lea a Ostia. Melania fonda un monastero a Gerusalemme, Paola lo fonda a Betlemme. Siamo nel 360-380. Del resto troveremo, andando avanti, conventi misti sotto la direzione di una Madre Abbadessa, secondo l’uso derivato da Maria che presiedeva i discepoli nel Cenacolo. Le femministe se le studino, queste cose, protestino meno e riflettano di più. BASILIO I suoi Moralia sono uno studio a tappeto del Nuovo Testamento dove raccoglie più di 1500 versetti della scrittura. E’ stato per lungo tempo l’archivio teologico del monachesimo. Anche Benedetto se ne è servito in abbondanza. I Moralia sono le Regole di Basilio. Vediamo un po’. 1. La prima cosa che conviene a quanti credono nel Signore è fare penitenza. Il tempo presente è tempo di penitenza e di perdono dei peccati; questa penitenza va fatta di tutto cuore, giacché non basta il mero astenersi del peccare. 2. È impossibile che serva Dio colui che s’immischia in faccende aliene alla pietà; viceversa, chi obbedisce al Vangelo, deve prima purificarsi da ogni macchia di carne e di spirito, per divenire accetto a Dio nelle opere di santità; giacché è impossibile che giunga ad essere discepolo del Signore, chi si lascia colpire da qualche cosa del mondo presente, o tollera qualcosa che lo allontana, sia pur di poco, dal comandamento di Dio. Il primo monachesimo del nord è fatto da Eusebio, vescovo di Vercelli. Si dedica alla predicazione fra gli ariani e invita i conciliari a sottoscrivere la professione di fede di Nicea contro gli ariani. Viene esiliato di brutto in Palestina, poi in Cappadocia dove impara il modi di vivere dei monaci egiziani. Ma guarda che giro! Eusebio fu il primo che in occidente riunì in un cenobio, in piena città chierici e monaci: era una novità assoluta. 3. Il primo e grande comandamento nella legge testificata dal Signore è amare Dio con tutto il cuore, e il secondo, amare il prossimo come se stessi. È indice di non amare Dio e Cristo il non osservare i suoi comandamenti, mentre è prova di amarlo l'osservare i precetti di Cristo, sopportando í dolori che né derivano fino a subire la morte. 4. Onora e glorifica Dio chi compie la sua volontà; lo disonora chi invece viola la sua legge. Questa breve panoramica serve più di tanti discorsi. Per chi ne ha voglia, questi Moralia, si trovano in appendice pag. 11: merita farci un giro, perché riescono a mettere in crisi ancora oggi, specie i giovani. Nasceva il monachesimo urbano ed episcopale. Gregorio Magno poi, ne fece quasi un’istituzione. Sant’Ambrogio fa un monastero per uomini, fuori le mure, in località boschetto, oggi Corso Sempione.- Arco della pace, dove, scappato per non fare il vescovo, il popolo l’aveva acchiappato. ( “se riscappo, fin qui arrivo, e in monastero, mi rifugio”) Poi curò anche due monasteri di vergini, a Verona e a Bologna. C’erano poi i monasteri di uomini ad Aquileia e di vergini, lì vicino. Ci sono gli eremiti MONACHESIMO IN OCCIDENTE Il monachesimo da noi, in occidente. Verso il 360 viene tradotta in latino la vita di Antonio, primo Padre del deserto e così a Roma si è conosciuto il monachesimo orientale. Da noi il monachesimo comparve come sviluppo della vita ascetica fatta dalle 37Vitacons.wps 8 all’isola della Gallinara, di fronte a Finale Ligure. Ma guarda un po’ quante cose potremmo conoscere andando in vacanza. Tra questi monaci molti venivano dall’aristocrazia ed erano istruiti, e questa, là, era una novità. I vescovi gallo-romani erano ostili all’ascetismo monastico e andando a pacificare una comunità parrocchiale in discordia (i vescovoni sono sempre all’opera!), muore là a Candes, nella sua diocesi nel 397. Anche noi, a Treviso, nel nostro piccolo, abbiamo avuto un santo guerriero, San Liberale, più o meno nello stesso periodo. Non ditelo ai nostri pacifisti e ai buonisti, se no ci rimangono male! Si pensa che San Martino di Tours sia l’iniziatore del monachesimo in Francia. invece no. Eremiti ed eremitesse esistevano già, riuniti in semi-comunità o sciolti per i fatti loro. MARTINO DI TOURS Martino di Tours (317-397) arriva dall’Ungheria, genitori ariani. Battezzato, fa il militare di cavalleria per 25 anni finché si stufa e nel 356 si ritira dall’esercito e trova Sant’Ilario e per altri 15 anni fa esperienza di vita da missionario e monaco. Diventato chierico viene ordinato pure esorcista. Martino torna nei Balcani, verso casa colla resistenza anti ariana, poi torna per Milano, forse nel monastero di cui sopra, fa un giro alla Gallinara e nel 360 è a Roma a vivere secondo il metodo degli anacoreti ambulanti (monaci sarabaiti senza regola né monastero, né ovviamente voto di stabilità, e anche un po’ casinisti). Benedetto era stato mandato a mettere in riga una di queste comunità e a momenti ci rimetteva la pelle, a Vicovaro, per tentativo di avvelenamento nel calice da messa. Ma guarda che gente frequentava ‘sto Martino, e l’hanno fatto pure santo! Scendiamo dalle Gallie in Spagna, olè. Il Concilio di Elvira del 300 attesta l’esistenza di vergini e continenti. nel concilio di Saragozza, contro i priscilliani, movimento laico dei duri e puri i cui capi vennero decapitati con grande incavolatura di Sant’Ambrogio (e no, i cristiani queste cose non le fanno!) appare il nome di ‘monacus’. Vietato alle vergini prendere il velo prima dei 40 anni (oggi sulla questione del velo in Francia è in atto un rapimento con probabile decapitazione, se va come per gli altri. La differenza è che non c’è Sant’Ambrogio, ma Al - jaazera) Si proibisce ai chierici di passare allo stato di monaci (se non mi si svuota la diocesi). Ma non finisce lì. Papa Siricio scrive: “desideriamo e vogliamo che i monaci si incorporino nei ministeri dei chierici”. Siamo nel 385. La questione è ancora aperta oggi dopo il Vaticano Secondo. E’ un duro di Nicea, della pastorale missionaria tra i pagani e del discernimento degli spiriti contro le forme di falsa mistica. In Francia sta 10 anni da anacoreta, in una cella, e gli si forma attorno la solita colonia di monaci, alle porte di Poitiers. Si dedica anche a evangelizzare la campagna vicina, pur essendo, la sua comunità, urbana. Nel 371, suo malgrado e contro l’ostilità del clero mondano, è fatto vescovo di Tours. Un vescovo pastorale militante e un monaco spirituale, vince il secondo, si fa una cella Marmoutiers, sulla Loira: “parbleu, i fratres vengono a rompere anche qui”. 37Vitacons.wps 9 autosufficiente in tutti gli aspetti della vita, pratici e spirituali). AGOSTINO Agostino e i monaci. La sua Regola ha un aspetto legislativo la cui influenza si estende fino ai giorni nostri. (Agostino è già stato trattato, per quanto riguarda la sessualità, nella tesi ‘Teosesso’ a cui si rinvia) Quelli che al loro ingresso in monastero possedevano qualcosa nel mondo, lo mettano di buon grado in comune. Viceversa, quelli che non possedevano nulla, non cerchino in monastero ciò che neanche fuori di esso riuscirono ad avere Non si ritengano però felici per aver trovato il cibo e il vestito che non potevano avere fuori. Né si gonfino d'orgoglio per il fatto di vivere in compagnia di coloro ai quali fuori non osavano neppure accostarsi, ma elevino in alto il cuore e non cerchino i beni della terra, perché non succeda che i monasteri comincino ad essere di profitto spirituale per i ricchi e non per i poveri, se i ricchi vi diventano umili e i poveri insuperbiscono. Stava leggendo Paolo. Riaperto il libro gli capita davanti agli occhi questa: “non in crapule e ubriacature, non nelle alcove e nelle impudicizie, non nelle contese e nell’invidia; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne si da destarne le concupiscenze” - cavolo, ma fa proprio al caso mio! ( come era capitato ad Antonio all’inizio della sua carriera col : “va’ vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi”). Devo dire che l’azione della Provvidenza, ritenuta a torto generale, è invece assai personalizzata. Ricchi e Poveri in monastero E non desiderate cantare null'altro all'infuori di ciò che è prescritto da cantare, mentre ciò che non è scritto per il canto, non cantatelo. Se quanti sono deboli per causa della vita trascorsa in precedenza, nel vitto vengono trattati in maniera diversa, ciò non deve infastidire gli altri o sembrare ingiusto a quanti un sistema migliore di vita ha reso più forti. Non richiamate l'attenzione col vostro portamento, né cercate di piacere coi vestiti, bensì con la vostra condotta Agostino: monaco laico, monaco sacerdote, monaco vescovo. “Allora vidi quanto era necessario per il vescovo avere e prestare una assidua accoglienza umana a chiunque venga o passi da lui ... allora volli avere in questa casa del vescovo, un monastero di chierici .... ecco quindi come viviamo noi ‘non c’era alcuno che considerasse come suo Ordine, fratres, ordine! Nel caso che i vostri occhi incontrino qualche donna, non fissate lo sguardo su di lei. Non è proibito vedere le donne quando uscite dal monastero: il peccato è desiderarle o voler essere desiderati da loro.........E quando, magari senza pronunziare neanche una parola i cuori si dichiarano reciprocamente l'impurità con mutui sguardi, quand'anche i corpi restino immuni da violazione immonda, la peculiare santità della vostra vita scompare. quel che possedeva, ma avevano tutto in comune’ (At.4,32) nella società non è lecito a nessuno avere qualcosa di proprio ... se alcuni lo hanno, fanno un illecito. Caspita, ma non bastava dire che la proprietà è un furto, l’avremmo capito tutti subito! , Marx è un copione, e neanche tanto originale! E poi lo chiamano materialismo ateo, ma dove? il signore sì che se ne intende! In tal caso, chiunque lo abbia visto, lo denunci come un membro che dev'essere curato E non pensate di nutrire malanimo, quando denunciate il fatto, perché non sareste innocenti invece qualora, tacendolo, permetteste che i vostri fratelli periscano, Se ricusasse di accettare la punizione, quando non voglia andarsene spontaneamente, espelletelo dalla vostra santa società. Non lo si fa per crudeltà, bensì per misericordia, per evitare che, con la sua contagiosa pestilenza, finisca per mandare in rovina molti altri. Un occhio veloce alla Regola, veloce in quanto la regola è abbastanza pallosa. Per chi vuole, c’è in allegato pag. 18 uomo avvisato mezzo salvato “Questi sono i precetti che comandiamo di Qui sta la differenza fra buono e buonista osservare a voi che state vivendo in monastero”. E come siete alimentati da una sola dispensa, così dovete essere vestiti da un solo guardaroba. E se possibile, non spetti a voi determinare quali capi dovete indossare nelle varie stagioni (precetti e comando, siamo in zona Benedetto, del resto l’epoca era quella e il monastero era una cittadella, chiusa ed 37Vitacons.wps 10 dell'anno, e neanche se ciascuno debba ricevere l’abito che in precedenza aveva depositato in comune, o invece uno già usato prima da un altro fratello, purché ad ognuno non si neghi ciò di cui abbisogna. Tuttavia, se ne nascessero dispute o mormorazioni, se qualche fratello si lamentasse d'aver ricevuto un capo di vestiario peggiore di quello portato in precedenza, o affermasse di non meritare d'essere vestito d'un abito già usato da un altro fratello, misurate da qui quanto ancora vi manchi in quella santa disposizione interiore di cuore, a voi che questionate per l'abito del corpo. Costantinopoli, dove il Patriarca della concorrenza lo accoglie e lo manda a Roma da Papa Innocenzo1°.Da Roma va a Marsiglia e là sta per 20 anni. Sembra che la provvidenza giochi a biliardo di sponda, con lui. Fonda un monastero doppio (maschile + femminile) Per questi viene invitato a scrivere i costumi - come vivevano - i monaci in Egitto e Palestina. Scrive le Istituziones: 4 capitoli di come vive il monaco, 8 capitoli con gli 8 vizi principali, nell’ordine: gola, lussuria, avarizia, collera, tristezza, accidia (ansietà, disgusto) vanagloria e superbia. Voglio un saio di Valentino, oppure, se non c’è, va bene uno anche di Versace, ma della collezione di quest’anno, grazie. I vostri vestiti vengano lavati con la frequenza ritenuta conveniente dal preposito, sia da voi stessi, sia dai lavandai, per evitare che la mania di avere gli abiti puliti susciti nell'anima un inconfessato amore alle vanità. Del pari, non si neghi in alcun modo il bagno del corpo, quando lo esiga la necessità o la malattia. Questa era la classifica secondo Evagrio. Vale più che un lungo discorso. Ci sono poi le Collationes, conversazioni sotto forma di conferenze (già allora) E almeno i titoli ve li beccate, il resto in appendice pag. 11. a mali estremi, estremi rimedi : lavarsi il corpo e i piedi. Non abbiate diverbi tra di voi o smetteteli quanto prima, affinché l'ira non si tramuti in odio, e di una pagliuzza non si faccia una trave, Le Collationes sono formate da tre gruppi di conferenze: il primo ne comprende dieci, il secondo sette, e il terzo altre sette. Le dieci conferenze del primo gruppo, pur senza costituire un’esposizione ordinata e didattica, formano «un piccolo trattato di perfezione»: il fine del monaco è conseguire il Regno di Dio, e i mezzi per giungervi sono la purezza di cuore, la carità, la contemplazione assidua (conf. 1 a); per cammino è necessaria la discrezione, che protegge da ogni eccesso e si apprende con l'apertura di cuore e con la docilità agli anziani (2a); la rinuncia contraddistingue. la vita monastica e include tre gradi, attraverso i quali ci si eleva progressivamente fino all'intimità con Dio (3 a); tale rinuncia altro non è che la vittoria dello spirito sulla carne ottenuta mediante una lotta continua (4a); la rinuncia consiste del pari nella eliminazione dei vizi (5a); insieme a tali combattimenti incessanti, è necessario anche saper accettare le prove mandate dalla Provvidenza (6a); nella battaglia intervengono pure i demoni, di cui occorre altresì conoscere la natura, la potenza e la tattica (7 a e 8 a); la perfezione del monaco consiste infine all’orazione ininterrotta (9a e 10a). Questo primo gruppo di conferenze è il nucleo fondamentale, giacché i due seguenti sono soltanto complementi e chiarificazioni. II secondo infatti svolge proprio i temi già esposti, rispettivamente: la perfezione che consiste nella carità, la castità, i rapporti intercorrenti fra grazia e libertà, il valore della scienza spirituale o contemplativa, l’esatto valore dei carismi, il bene dell'amicizia, l'obbligo risultante dagli impegni contratti; il terzo gruppo infine svolge la seguente Poco casino! Si ubbidisca al preposito come ad un padre, conservandogli il dovuto rispetto, per evitare che nella sua persona venga offeso Dio; Ora, affinché possiate guardarvi in questo opuscolo come uno specchio e non trascuriate nulla per dimenticanza, esso vi verrà letto 1 volta alla settimana. Per tutta la vita. Amen. Con Agostino si vive come ai tempi dei primi apostoli, secondo quanto scritto negli atti degli apostoli, appunto. Per arrivare a benedetto manca ancora una persona importante: S. Cassiano. Di solito ci si va a sciare e tanto basta. ma vediamolo un po’. CASSIANO 360-430, contemporaneo di Agostino. Forse nato in Romania, passa in Siria, Curdistan, Palestina, Provenza: e’ un giramondo. Fa tappa a Scete, in Egitto, dove conosce Pafnunzio, tipo strano di Padre del deserto. Poi il Patriarca di Alessandria, Teofilo, fa una dura persecuzione contro i monaci di Origene e a Cassiano tocca scappare a 37Vitacons.wps 11 tematica: Le varie classi di monaci, il raffronto tra vita cenobitica e vita solitaria; la penitenza e il digiuno, i movimenti della carne, l’impossibilita di restare immuni dal peccato per tutta la vita, La rinuncia ai desideri del mondo, la mortificazione delle passioni. linguaggio umano, sempre debole. È come una gigantesca onda pregna di tutti gli affetti santi, e al contempo una sovrabbondante polla sorgiva, donde l'orazione sgorga, trabocca e si dirama in maniera inesprimibile fino a Dio» È la realizzazione di ciò che Antonio aveva sintetizzato in: L'orazione non è perfetta se il monaco è ancora conscio di sé e conosce di star pregando. In definitiva con Cassiano si rinuncia e proprio la rinuncia evangelica è quella che distingue i monaci dai comuni cristiani. Si rinuncia alla violenza, beccandosi le ingiurie e non reagendo, abdicando alla propria personalità ogni qual volta essa ci metta in conflitto col prossimo. Il digiuno (rinuncia al cibo) aiuta a dominare l’istinto sessuale con cui diventa possibile l’ultima rinuncia, quella al matrimonio. Dopo tutte queste rinunce esteriori parte la rinuncia del cuore, che per noi è la conversione. La terza rinuncia è quella del visibile, per passare allo stato di contemplazione delle cose celesti, al Verbo di Dio, attraverso l’orazione interiore. E’ impossibile amare Dio con tutto il cuore senza contemplarLo. Con la scrittura e la lectio divina si mette in moto la contemplazione. Non provateci nemmeno: potrebbero portarvi al pronto soccorso e lì, spiegare queste cose non farebbe che peggiorare la vostra situazione. Uomo avvisato, mezzo salvato Per chi fosse interessato, provare qualche ritiro spirituale monastico. Meglio arrivarci lievemente preparati, per evitare sonnolente sorprese. BENEDETTO Da qui Benedetto prende, rielabora sintetizza gli aspetti teologici della sua Regola. Pian piano, dalle basi ,stiamo arrivando alla sintesi della Regola Benedettina. Di questa vedremo solo i tipi di monaci e quel che riguarda i gradi di perfezione del monaco,12 gradi, come gli scalini della scala di Giacobbe (vedersela a parte) Il fondo di questo stadio supremo è l'unione d'amore, l'unità con Dio: è la stretta unitiva soprannaturale dell'amore, tramite la quale noi siamo introdotti in Dio e Dio in noi, fino a giungere alla compenetrazione perfetta. L’amore e la purezza di cuore si dispiegano allora in un’orazione ardente e luminosa; l'intera vita del monaco si converte in un'orazione unica e ininterrotta «che non viene disturbata da alcuna immagine, non si esprime in parole e nomi, ma fluisce in una corrente di fuoco, in un trasporto ineffabile, in un insaziabile impeto di spirito» «È uno sguardo su Dio solo, un grande incendio d'amore. Qui l’anima si fonde, inabissandosi nella santa dilezione, intrattenendosi con lui come con un padre, molto familiarmente, molto teneramente» L'anima concepisce contemporaneamente tutte le forme di orazione «vola dall'una all'altra, fiamma inarrestabile, fiamma divoratrice; si espande in implorazioni tutte vive e pure, che lo Spirito esala a nostra stessa insaputa verso Dio con gemiti inenarrabili; l'anima concepisce e lascia traboccare dal suo seno, in quel solo istante di orazione, tanti sentimenti che in altro momento sarebbe incapace non dico soltanto di esprimere ma addirittura di richiamare alla mente» Ineffabile orazione di fuoco! «Né suono di voce, né moto di lingua, né parola articolata. L'anima, completamente sommersa nella luce proveniente dall'alto, non si serve ormai più del 37Vitacons.wps CAPITOLO 1 Diversi tipi di monaci È noto che quattro sono i tipi di monaci. Il primo é quello dei cenobiti, cioè di quelli che vivono in monastero obbedienti ad una regola e ad un abate. Il secondo tipo é quello degli anacoreti o eremiti, di quelli cioè che, non seguendo i primi fervori della vita monastica ma, dopo lunga prova in monastero, sono divenuti esperti, con l'aiuto di molti, nel combattere il diavolo, e, bene allenati nella vita comune, sono pronti al combattimento da soli nell'eremo e, ormai sicuri, senza il conforto degli altri, sono in grado di lottare, con l’aiuto di Dio, contro le tentazioni della carne e dei pensieri. Il terzo tipo di monaci, il più abominevole, é quello dei sarabaiti, i quali, non provati affatto da alcuna regola né sottomessi al magistero dell'esperienza che tempra come oro nella fornace, sono rammolliti come piombo. Essi mentiscono chiaramente a Dio, perché, pur ostentando la tonsura monastica, vivono di fatto secondo i criteri del mondo e delle sue opere. Infatti, a due, a tre, e talvolta da soli, senza pastore, non chiusi nell'ovile del Signore ma nel proprio, hanno per legge l’appagamento dei propri desideri; 12 ciò che approvano e scelgono, lo dichiarano santo; e ciò che non vogliono, lo reputano illecito. persevererà sino alla fine sarà salvo ...............e benedicono chi li maledice. Il quinto grado di umiltà fa si che il monaco, con un'umile confessione manifesti all'abate i cattivi pensieri che gli vengono in cuore nonché le cattive azioni commesse di nascosto. Il sesto grado dell'umiltà sta nel fatto che il monaco si senta contento di tutto quanto c'è di più vile e abbietto.......................: «Sono stato ridotto al nulla e non capivo niente, al punto di essere come un animale davanti a te, eppure starò sempre con te». Il settimo grado di umiltà si ha quando il religioso, non contento di riconoscersi a parole come l'ultimo e il più spregevole di tutti, crede anche, sin dal fondo del cuore, di essere davvero tale, ............. L'ottavo grado di umiltà è che il monaco non sconfini in nulla dalla regola comune del monastero, né s'allontani minimamente dall'esempio dei maggiori. Il nono grado di umiltà è che il monaco tenga a freno la lingua, e, mantenendosi in un aureo silenzio, attenda che gli venga chiesto qualcosa per parlare, ......................... Il decimo grado di umiltà è che il monaco non rida facilmente e subito, perché sta scritto: Lo stolto ride strepitosamente». L’undicesimo grado di umiltà ......... «La persona sensata si riconosce dalla sua parchezza di parole». Il dodicesimo grado di umiltà è che il monaco, oltre ad essere umile nel suo intimo, lo manifesti sempre anche col suo comportamento esteriore a quanti lo vedono..................................... Ne aveva fatto esperienza diretta a Vicovaro II quarto tipo di monaci é quello dei girovaghi, i quali passano tutta la loro vita di paese in paese chiedendo ospitalità per tre o quattro giorni nei vari monasteri; sempre in giro e mai stabili, schiavi delle proprie voglie e dei piaceri della gola, sono del tutto peggiori dei sarabaiti. Della pessima vita di tutta questa gente é meglio tacere che parlare. Lasciati dunque questi da parte, veniamo con l'aiuto di Dio a disciplinare la fortissima stirpe dei cenobiti. Regola di S. Benedetto - estratto del capitolo 7 .....dobbiamo innalzare, coi gradini delle nostre buone opere, quella stessa scala che apparve in sogno a Giacobbe, sulla quale egli contemplò gli angeli in atto di salire e scendere. A nostro modo di vedere, questo scendere e salire non significa indubbiamente altro all'infuori di questo: che con l'alterigia si scende e con l’umiltà si sale. La scala rizzata rappresenta la nostra vita in questo mondo. Ora, quando il cuore scende, il Signore lo innalza fino al cielo. I due longheroni di questa scala sono il nostro corpo e la nostra anima, nei quali la divina vocazione ha fatto incassare i vari gradini dell'umiltà e dell'osservanza, per darci la possibilità di salirvi. Alla faccia della scala! In roccia all’8° grado, meglio salire in elicottero; in abbazia si arriva al 12°! Vederseli in dettaglio nell’appendice pag. 22 -B.B sarebbe meglio, ma anche questi 12 solleticano la curiosità. Allorché il monaco avrà scalati tutti questi gradini dell'umiltà, giungerà ben presto a quel grado dì amor di Dio che, essendo perfetto, esclude ogni timore e grazie al quale, quanto egli prima compiva non senza riluttanza, ora comincerà ad eseguirlo senza sforzo, come istintivamente e per abitudine, non già per timore dell'inferno, bensì per amore di Cristo, per una certa qual santa congenialità e per la soddisfazione insita nelle stesse virtù. E il Signore si compiacerà di manifestare tutto ciò tramite lo Spirito Santo nel suo operaio, ormai purificato dai suoi vizi e peccati. E così, il primo grado dell'umiltà è che il monaco tenga sempre davanti agli occhi il timor di Dio, evitando in ogni modo di perderlo di vista; che ricordi sempre tutto quanto Dio ha comandato e mediti costantemente nel suo spirito come L'inferno bruci per i loro peccati coloro che disprezzano Dio, e come la vita eterna sia già preparata per coloro che lo temono............ Questo hai fatto e io sono stato zitto». II secondo grado dell'umiltà è che il monaco, non amando la propria volontà, non si compiace di soddisfare i propri desideri, ma ...... Il terzo grado di umiltà è che il monaco stia soggetto al superiore in obbedienza per amor di Dio, imitando il Signore, di cui dice l’ Apostolo: fatto obbediente fino alla morte Il quarto grado di umiltà consiste nell’atteggiamento per cui abbraccia tacitamente la pazienza nel suo intimo praticando l’obbedienza nelle difficoltà e nelle maggiori contrarietà, e perfino in mezzo a quante ingiurie gli vengano inflitte, sopportando tutto senza stancarsi perché, come dice la Scrittura, «chi 37Vitacons.wps Un monaco umile, ma con due palle così! Non è che la Regola di Benedetto abbia vinto subito. Nei primi due secoli ce n’erano un’altra ventina, in parziale variante o in concorrenza ad essa. Cinesi all’opera? Sembra di no. IL POST BENEDETTO Il fatto è che c’era il regno merovingio col suo gran casino gallico-ispano (per saperne qualcosa di più vedere la tesi 13 ”Gregorio Magno; un monaco un manager” dello stesso malcapitato autore che scrive qui) C’era l’invasione celtico irlandese. C’era l’invasione longobarda. Le carte in tavola erano cambiate. Benedetto muore nel 547. Fra la morte di Benedetto e quella di Bernardo, si è sviluppata l’era monastica vera e propria, quella delle famose radici cristiane dell’Europa, quelle che per Mitterand non ci sono.(così la Turchia entra meglio) “ I monaci di ogni tipo costituirono una In Inghilterra il Cristo imperiale imposto nel 2° secolo, dalla conquista romana, fa poca strada e decade con la fine dell’impero verso il quarto secolo. Celti e irogalli costrinsero i cristiani alla fuga verso le montagne dove si riorganizzarono come Chiesa nella Scozia sud-occidentale, di fronte all’isola di Man. Noto raduno degli hippies sessantottini. San Patrizio, laico, portò il monachesimo in Irlanda. Nel 550 il monachesimo celtico fonda molti monasteri “parrocchiali” in quanto ogni monastero corrispondeva al territorio del clan il cui capo era il proprietario del monastero. E’ il primo esempio di monachesimo federale in senso stretto. La devoluzione diocesana, però! e poi dicono dei Celti ... La Chiesa Irlandese aveva come specialità lo studio della scrittura, dei Padri, la trascrizione dei manoscritti antichi, ascetismo e penitenze super e, cosa strana per noi, la conpresenza di spirito solitario e missionario: nel loro “peregrinare pro - Cristo,” facevano un lavoro da missionari. Alla Chiesa anglosassone arrivarono anche i monaci mandati da Gregorio Magno che contribuirono a fondare le prime abbazie. (Canterbury, 604). Monaci celtico irlandesi e monaci romani inviati da Gregorio Magno evangelizzano l’Inghilterra. I monaci mandati da Gregorio Magno ovviamente si saranno portati dietro la Regola di casa, che era quella di Benedetto, mentre in Italia Montecassino era già stata rasa al suolo. Dalla Scozia parte il “peregrinator Cristi” Colombano il Giovane, monaco pellegrino, fondatore di abbazie lungo la strada. Dove ti arriva costui? In Francia dove fonda il monastero di Luxeuil, una vecchia città termale in abbandono che il re di Borgogna gli aveva regalato. Grande successo e sdoppiamento del monastero: maschile - femminile: uno dei primi monasteri doppi, che nei secoli seguenti subirono una trasformazione degenerativa, nel senso che si sputtanarono leggermente. componente specifica della società continentale e insulare (Europa) influirono su di essa a tutti i livelli: spirituale, intellettuale, liturgico, artistico, amministrativo ed economico” Cassino viene distrutta dai Longobardi nel 580. Poi venne ricostruita nel 720, ci fu una passata di saccheggio saraceno nell’885, poi di nuovo ci pensarono definitivamente gli americani nella 2° guerra mondiale. Dopo è stata ricostruita più bella di prima e noi, visitandola, e volendo prender messa, ci siamo sentiti dire: “non si può entrare, questa è una messa privata!” E pensare che come abbazia era stata costruita su un ex tempio di Apollo: alti e bassi delle divinità! Ciascun monastero si faceva la Regola sua, le cosiddette Regole Miste, che si ispiravano vagamente a Benedetto. C’è poi la misteriosa Regula Magistri e la Regola di Benedetto di San Cesario di Arles. Tale pseudo Benedetto va sotto il nome di Regula ad Virgines, per le monache e Regula ad monacos, per i monaci: umiltà e obbedienza. Più che benedettina, però l’influenza è agostiniana. Sul modello di queste c’è la Regula Tarmantensis e la Regula Ferreoli: ce n’è per tutti. Scomparsa in Italia la Regola Benedetto D.O.C., ricompare misteriosamente in Inghilterra, passa in Irlanda, per poi venire importata dai monaci pellegrini di nuovo in Italia. Ma guarda che giro. Vediamo come è andata. 37Vitacons.wps 14 In Italia viene fondata abbazia di San Colombano alle porte di Milano. Ancora oggi si festeggia in grande la ‘Fiera di San Colomban’. Colombano scrive due Regole: una spirituale che include passi scelti di Basilio e Cassiano (chi è interessato vada a vedersi in appendice pag.11), e una disciplinare che era una specie di codice penale per le infrazioni. La dottrina è raccolta nei “Sermones”: - la vita è incerta e la sua sicurezza è piena di illusioni - l’unico rifugio è Dio, la dignità dell’uomo è essere a immagine di Dio. Rammenta l’azione profonda dello Spirito Santo e per sua devozione si era dato il nome di Columba = colomba, simbolo dello Spirito Santo. I Pentecostali di oggi avrebbero qualcosa di vecchio, ma dannatamente attuale su cui riflettere, così come anche i parroci che ostacolano normalmente i movimenti carismatici. singoli o associati, l’importante era: stabili sì, ma “foera di’ ball”. Data l’esenzione ottenuta, Bonifacio pretese che i vescovi giurassero fedeltà al Papa e che nei monasteri si introducesse la Regola di San Benedetto. In parole povere: io non sono tenuto ad obbedirvi, gran ...... e quindi pretendo da voi obbedienza al Papa e Regola di San Benedetto nei monasteri. Caspita che giro lungo ha fatto la Regola, quasi un rally europeo. La Regola di Benedetto, scritta a Montecassino, esportata da Wilfrid e Benedetto Biscop nell’Inghilterra e da qui con Willbrod e Bonifacio riportata sul continente, torna a Montecassino. Montecassino viene ricostruita nel 720. Colombano e Bonifacio, due monaci made in England. In Spagna, dopo le invasioni germaniche del 650, c’è un rinascimento spirituale che finisce di brutto nel 711 coll’invasione dei mussulmani. In quel periodo c’è Sant’Isidoro di Siviglia che scrive la Regola Monacorum, sul tipo di Montecassino. Utilizza le Instituziones di Cassiano, copia pezzi interi della Regola di Pacomio (caserma Pacomio) e ci aggiunge un pizzico di Sant’Agostino e della sua Regola e del suo trattato “De opere monacorum”. Mescolare, agitare bene e servire con ghiaccio. San Bonifacio vien giù dall’Inghilterra, passa per la Germania e l’Austria fondando monasteri. Gli viene anche data, per il suo monastero di Fulda in Germania, l’esenzione canonica completa da qualsiasi vescovo diocesano, che a quel tempo erano spesso i Vescovi-Conti: V.C., nel monogramma il loro programma. (puttanieri e speculatori). Cominciano le costruzioni delle cattedrali. La cattedrale era una chiesa con cattedra. La cattedra era un “caregon de piera” su cui il vescovo pronunciava i suoi discorsi. Questo “caregon” lo rendeva più visibile in cattedrale e gli dava autorità. Dalla cattedra, penso, derivasse la poltrona di ministro, allora. Oggi la poltrona di ministro ha una duplice funzione: - le gente vede il ministro nella sua poltrona - la poltrona vede solo le chiappe di ogni ministro. (meditate gente, meditate!) San Fruttuoso (non quello vicino a Camogli) scrive un’altra Regola: “Regula complutensis”. Sempre in cerca di solitudine, organizza confederazioni di monasteri e muore costruendo il suo ultimo vicino a Braga. Il succo della Regola è la vita contemplativa e la tensione fra la vocazione eremitica e l’aiuto che ad essa dà l’organizzazione cenobitica. Il cenobio come allenamento e stazione di servizio per gli eremiti - l’abate come preparatore atletico - Che bello, nessuno che ci rompe, nessuno che ci assale( se ci rapinano, che ce frega?), non abbiamo preoccupazioni per il cibo, possiamo contemplare Dio in tutta tranquillità. Cosa potevano fare i monaci in tale situazione, con un Abate tipo V.C.? Tenere ferma l’obbedienza alla Regola e andarsene a formare dei romitori o eremi, 37Vitacons.wps 15 La cosa strana è che la “Regula complutensis” non è un regolamento condominiale, o un sistema di governo dell’abbazia, ma è un patto formale tra l’Abate e i monaci, che si sottomettono alla sua autorità in cambio della sua direzione spirituale (l’allenatore). Ricordate il patto con gli elettori di Berlusconi? non c’entra niente. e via regolando ... per far rivivere in tutta la sua purezza la Regola di San Benedetto. Ma Benedetto di Aniane, l’abate che avrebbe dovuto far funzionare il “Capitulare monasticum”, muore 4 anni dopo. C’è la disgregazione dell’Impero Germanico di Carlo Magno, i vassalli si ribellano e diventano indipendenti ( se ci fate caso, da Alessandro Magno in poi, le cose troppo grosse non durano. Vedi Stalin e fra poco l’Europa, quella di Prodi, con dentro i Balcani, l’Ukraina, la Turchia: così avremo confini con la Russia, il Califfato del Caspio in ricomposizione rapida da parte dal Capo dei Guerriglieri islamici Ceceni, l’Iran, l’Iraq, la Siria). Prodi in Europa vuole questo mostro. A casa nostra Azeglio Ibn Saud bin Ciampi esige da tutti noi il dialogo interreligioso coll’Islam: “ “L’Islam è una cultura antica e raffinata. Ha diffuso nei secoli messaggi di tolleranza e civiltà. conosce il significato positivo della convivenza. Apprezza la voce della saggezza.”(28-09-04): il bello di tirare le tesi in lungo per aggiornarle in tempo reale! AL TEMPO DI CARLO MAGNO Facciamo una premessa, cosa rarissima in questo scritto. Nell’epoca carolingia c’era il clero secolare che seguiva la Regola di Krodengang, più comoda e tranquilla, e il clero regolare che seguiva la Regola di Benedetto, pur con tutte le varianti di cui sopra, più dura e meno comoda. Monasteri fiacchi cercavano di passare da Benedetto a Krodengang, perché così era più facile, mentre il clero secolare fece qualche tentativo di regola benedettina, per ridurre lo sputtanamento ma non vi riuscì. Diamo un esempio: volete seguire la Regola di San Benedetto? Bene, fatelo in un angolo del monastero, voi che ci tenete, ma non rompeteci le scatole, però. In tutto questo fiorire di Regole applicate, nessuno ci capisce più molto, alcuni addirittura nulla. Uno di quelli che non ci capiva più nulla era Ludovico il Pio. Carneade, chi era costui? Ludovico era il figlio di Carlo Magno. I monaci dovevano essere allineati, coperti e teutonicamente regolati nell’uniformità. Con questo scopo convocò tutti gli abati presenti nell’impero germanico, (817) in un Capitolare Monasticum. Se volete vederne delle belle, e ve lo consiglio, andate all’appendice pag. 24, là c’è tutto. Ogni commento è proibito perché suonerebbe come vilipendio allo Stato nella persona del Presidente della Repubblica atto condannato ancora oggi dal codice penale Rocco, dell’epoca fascista, che nessuno ha ancora abrogato: Comunque il Ministro Pisanu ha invitato i prefetti a formare di gruppi di dialogo interreligioso provinciali, (vedi circolare del Ministro ai prefetti - e non è uno scherzo. -) Scopo di questo dialogo a senso unico, imposto dai prefetti ( quelli che vietano di vietare il Burqua nei luoghi pubblici), è l’integrazione. Visto che loro di integrazione non ne vogliano sapere, e il dialogo è obbligatorio, dobbiamo per forza per integrarsi, islamizzarci noi. Per chi non è d’accordo, c’è la denuncia per razzismo, colla legge Mancino, o il mandato di cattura europeo per il reato di razzismo o xenofobia o tutti e due: 2. Tutti i monaci in grado di farlo, imparino la Regola a memoria. 7. Dare il permesso di fare il bagno rientri nelle facoltà del priore 10. Non mangino mele né lattughe fuorché quando si prenda un altro alimento. 14. Non vengano flagellati nudi davanti agli occhi dei fratelli, per qualsiasi colpa. 21. La misura della cocolla sia di due cubiti. 37Vitacons.wps 16 siamo circondati. Siamo per un momento seri, ma seri sul serio: Fino a quando potrà durare tutto ciò? coste che capitano loro a tiro. Quasi non bastasse, dalle terre dell’auspicato allargamento ad est dell’Europa, arrivano gli Unni, cavalleggeri scacciati dalla steppe a loro volta dai Tartari che venivano ancora più da est (i nuovi confini dell’Europa di Prodi: ci sono tre alternative: ridere, piangere, incazzarsi). Ma tutto questo che centra coi monasteri? L’ALTO MEDIO EVO Torniamo all’Alto Medio - Evo. Potere delle due spade: Chiesa e Impero uniti. Casca l’uno, casca l’altra, nella cristianità. Nell’Islam questo è impossibile, perché Chiesa e Stato Islamico sono consustanziali,( per farci capire anche dai nostri buonisti cattolici, quelli dell’Islam moderato e democratico -dov’è?-) Casca l’altra: vediamo un po’. Man mano che i saraceni arrivavano, la prima cosa che facevano era assalire, saccheggiare e distruggere i monasteri. Un po’ perché glielo diceva Allàh, molto di più perché erano luoghi isolati e vulnerabili e pieni di ricchezze tentatrici. A quel punto i monaci che avevano fatto voto di stabilità e povertà in monastero si trovavano, senza monastero e forzatamente poveri, privi di tutto. Icmaro di Reims, arcivescovo tipo V.C. decide di farsi i fatti suoi, vessando i vescovi a lui sottoposti e fregandosene della vigilanza Pontificia. Papa Nicolò 1° si incavola e rivuole la supremazia sui poteri spirituali e soprattutto temporali. Questo sgrugnarsi improvviso con la povertà, diventando da eremiti, profughi, fece saltare i nervi a più di qualcuno, sicché le prescrizioni della Regola cessarono di essere osservate. A quelli che gli andava bene, trovavano rifugio nelle città fortificate, cittadelle murate, poste, in genere, sulla cima di una collina. Ma guarda un po’ per quali vie i monaci sono diventati cittadini! Come tali dovevano mantenersi lavorando: alcuni esercitavano professioni secolari, altri si mantenevano coi propri redditi, chi ce li aveva; e chi no, ciccia! Andavano mendicando. Ma guarda un po’ come è nata l’idea degli ordini mendicanti. Per quanto ciò sembri, oggi, una rinuncia di alta spiritualità, all’inizio, anche la Provvidenza ci ha messo del suo. Poi il vento cambia, arriva il secolo buio. I Papi si adeguano, se no li fanno fuori. (per i simpatici dettagli vedere la tesi : “ci racconti com’è andata”) Siamo circondati, anzi erano circondati. Da sud arrivano i Saraceni bloccati a Poitiers, vicino all’attuale sede del Parlamento europeo, da Carlo Martello, nel 732, se no Ciampi non dovrebbe ora sbracciarsi tanto col dialogo islamico. Dalla Spagna e dal Magreb, pirati musulmani occupano le Baleari e la Corsica e la Sicilia (827 - 902) Regno islamico (vedi un po’ la riscoperta delle radici e delle tradizioni). Saccheggio di Nizza, Marsiglia, Arles, Roma (846), Puglia, Campania (e a questo punto forse l’Azeglio un po’ di ragione ce l’ha) . Dal nord arrivano i Normanni (norvegesi, danesi, scandinavi - quegli uomini del nord che ancor oggi fanno resistenza a entrare nell’euro -) che coi loro navigatori Vichinghi si beccano l’Irlanda, le Orcadi e le Ebridi; i Danesi saccheggiano l’Inghilterra e risalendo la Senna puntano a Parigi (che non c’era ancora) poi attraverso le Colonne d’Ercole (Gibilterra) arrivano in Mediterraneo e risalendo i fiumi colonizzano in pianta stabile tutte le 37Vitacons.wps I monasteri non distrutti, si affidavano a dei protettori laici, i famosi Abati secolari o commendatores che sfruttavano bellamente il patrimonio dell’Abbazia, andavano a caccia, a donne e ostentavano lusso. Avete presente il commendatore? I monaci rimasti si dividevano la mensa comune e poi ciascuno faceva i fatti suoi 17 I monaci, una volta sposatisi, rimanevano nel chiosco con mogli e figli: tali nuove famiglie monastiche “si inimicavano fra loro con liti ed invidie”. I Vescovi al Sinodo di Magonza (888), si dichiararono impotenti di fronte a cotale casino. invitare ognuno a farsi un’idea personale della faccenda. Anche a questo serve lo scanner certosino. Cluny nato riformatore con una velocissima espansione diventò centralizzatore lottizzando, al suo interno tutti vari monasteri sottoposti alla Regola. (monasteri, ministeri, diremmo oggi) Cluny, da lottizzatore, morì lottizzato. L’Abbazia e il suo complesso, infatti, vennero venduti a lotti, da uno sprovveduto che l’aveva comprata in blocco al momento del fallimento. E non mi dite che la Provvidenza, in tutti questi giri, non c’entra niente! Non è moralismo da due lire, ma è uno sguardo sorridente ad una realtà santificata ed enfatizzata a vanvera da chi non ne sa niente. E capita spesso, oggi. Un po’ come le crociate: dopo una novantina di invasioni islamiche, dal 711 al 1000. Vedersi l’elenco dettagliato di tutte le novanta invasioni prima delle crociate e delle altre 82 dalla crociate (1096- 1965) Vedere per credere e, dopo avere visto, se possibile, rifletterci sopra ricordando i reati previsti dal Codice Rocco. L’Europa o quello che era allora, si era rotta e le crociate non furono un atto di invasione, ma una reazione alle novanta e più prime invasioni subite. Prova ne è che il Santo Sepolcro da liberare nel 1080 era già stato distrutto dal Califfo Al-Hakim, nel 1009, così i cristiani la piantavano di rompere con questo sepolcro. Inoltre dal 1046 c’era in Gerusalemme un Ordine Ospedaliero che curava pellegrini e locali . Per chi vuole saperne di più., in maniera anticonvenzionale, vada in crociata alla tesi “Ci racconti com’è andata” L’inventore di Cluny è l’Abate Bernon, aiutato dal nobile Guglielmo il Pio. Seguono nell’ordine gli Abati: Oddone, Aimaro, Maiolo, Odilone, Ugo, Pons, Ugo da Marcigny, Pietro il Venerabile (rieccolo quello che definì il Corano “un monte di merda” e data l’epoca, e non presiedendo ancora Ciampi, non gli si poteva dare torto). C’è però chi vi pose rimedio. Invece di raddrizzare monasteri in rovina edilizia e spirituale, era più facile lasciarli perdere e costruirne dei nuovi dove si osservasse la Regola. E a chi ti viene in mente questa idea così semplice? A un nobile, il conte Geraldo che fonda il monastero di Aurillac (890). Ci fu poi una gara di rinnovatori, monaci scelti, che continuarono l’opera interrotta da Benedetto di Aniane, però con alle spalle famiglie laiche ricche e veramente cristiane. Tutti questi gruppi di fondatori di nuovi monasteri, prima indipendenti, si incontrarono e misero in comune le loro esperienze in buona fede e qui sta la novità della faccenda: non tiravano più a fregarsi a vicenda. I vecchi monasteri esistenti, quelli rimasti indietro, si sentirono molto a disagio, perché, per contrasto, venivano sputtanati e quindi per amore o per forza si rinnovarono anche loro. Nacque così la restaurazione monastica, uno dei fatti più salienti del secolo decimo. (900) Il principale centro di riforma fu Cluny, che funzionò per quasi due secoli. Comunque questo colpo di frusta alla decadenza dei monaci subirà un effetto contrario alle previsioni, nella burocratizzazione di Cluny, che porterà, attraverso il suo trionfo, al collasso della Regola di San Benedetto. Vedere appendice pag. 27, molto istruttiva, su Cluny. CLUNY - LA RESTAURAZIONE Da Cluny voleur a Roma ladrona? Da “Ora et labora” ad “Ora e basta”: mangiavano come maiali per resistere al ritmo olimpico imposto alla salmodia. Ogni commento qui suonerebbe moralistico. Da rozzo ed incolto preferisco 37Vitacons.wps 18 L’Abate, il più noto, Pons De Melgueil (1109-1122) finì la cattedrale lunga 181 metri e alta 30, con sette campanili. Il Pons, tornato dalla Terra Santa tentò di cacciar ‘manu militari’ Pietro il venerabile, ma venne scomunicato dal Papa, imprigionato a Roma, dove morì. San Romualdo, protestando contro “donne e champagne” di Cluny. Segni particolari: insistenza sulla solitudine, sulla orazione e sulla austerità e reazione contro la ricchezza monastica. Poi ce n’è un altro: San Giovanni Gualberto che scappa dal monastero di San Miniato al Monte perché “sconvolto dall’elezione simoniaca del suo abate”. In poche parole gli era arrivato un abate V.C. e lui scappa a Vallombrosa, noto centro di ritiri spirituali democristiani e, oggi, di cattolici di sinistra e pensare che Vallombrosa deve la sua nascita a San Giovanni Gualberto!. E mentre Cluny finiva a donne e champagne, fa capolino la famiglia dei cistercensi. Monaci generosi e insoddisfatti se ne uscivano “foera dì ball” per cercare una vita di maggior povertà e solitudine contemplativa, in romitori o cenobi. Andatevi a vedere la Regola della vita eremitica in appendice pag 40, conoscerete qualcosa sui gatti, al capitolo: Castità. E ancora un altro, in Francia: San Bruno che arriva alla Chartreuse nel 1084 e fonda con ben sei compagni il famoso eremo da cui derivano i certosini. E’ in un posto isolatissimo con fitti boschi. Là costruiscono le prime 7 celle con al centro chiesa, vicino a una fonte. I fratelli laici si insediano 3 km a valle nella casa inferiore, con chiesa, abitazioni in unico stabile, fattoria, stalla, laboratori, infermeria, portineria. Un po’ come Camaldoli, per intenderci. Fra l’altro, la stessa disposizione l’abbiamo trovata in monasteri, 2 maschili + 1 femminile, in posti diversi, sui Carpazi, in Ukraina Segni particolari di S. Bruno: si costituisce in fonte autonoma rispetto alla Regola di San Benedetto (dopo quello che ne avevano fatto a Cluny, non aveva tutti i torti) LA RIFORMA MONASTICA ha come perno Gregorio 7°, e la sua riforma iniziata già da Papa Leone 9° nel 1049. Facciamo una breve carrellata sui principali personaggi coinvolti in Europa, quelli che purtroppo - per Mitterand hanno consolidato le sue radici cristiane Romualdo era uno di questi. Nasce bene, figlio del Duca di Ravenna nel 952. Cluniacense di S. Apollinare in Classe, pianta tutto e si ritira in laguna, a Ciòsa, a far l’eremita. Continua per altri 10 anni in Catalogna poi torna in Italia, verso il1000. Nominato abate di S. Apollinare, resiste un anno, poi se ne va e si fa un eremo a Fonte Avellana, poi a Camaldoli, il più importante, nel 1012. L’eremo era una “laura” a forma di cellette schierate attorno alla chiesa, ciascuna divisa da un alto muro. Una specie di villaggio turistico a Bungalows. Cenobio, stazione di servizio e sicurezza per l’eremo, che è il top. Vedere la Regola eremitica in appendice pag. 40, (quella del gatto) Muore nel1027, Romualdo, senza lasciare regole o istituzioni scritte. San Pier Damiani prosegue la sua azione nel romitorio di Fonte Avellana e redige il suo programma nella : Vita di 37Vitacons.wps Bruno è un amante dell’ordine e il bene è la scala per misurare tutto e tutti e per finalizzare e ordinare il suo progetto di vita. Centro della vita monastica è la cella e non più l’abate. Le novità sono: l’abito, la formula di professione, i fratelli laici, la liturgia. Cucinavano da soli nell’angolo cucina che ogni cella aveva; in refettorio la domenica e feste. Importante: andarsi a vedere la Regola Certosina, in appendice pag. 30: qui si riporta solo un assaggio. “"Per gli amici di questo mondo, nulla è più faticoso del non poter lavorare” 19 “Operiamo il bene per tutti, massimamente verso i fratelli nella fede» (Gal 6, 10). 6. Oltretutto, ci sono villaggi a noi vicini pieni di poveri direttamente conosciuti da noi, dove possiamo portare e distribuire quanto ci sopravanza. Riteniamo più giusto e ben fatto portarlo là, anziché attrarre qui folle di mendicanti.” Saggezza Lampedusana. riforma la Regola di Aquisgrana, abolendo i capitoli 115 e 122 relativi alla proprietà privata e alla alimentazione, che fosse uguale per tutti e che i canonici dormissero in case comuni. Dura reazione di questi per la difesa contro la violazione di diritti acquisiti. La riforma dei canonici portò alla comparsa di canonici eremiti poi passati a canonici regolari, con adozione d’una regola di vita seria. Molte di queste comunità formate da chierici e laici, uomini, donne e ragazzi, adottarono la Regola di Sant’Agostino. Ma di quale Agostino si tratta? Di un Agostino non scomodo: la Regula Tertia, adottata da Sant’Agostino e il suo clero. Adesso, adattata la si chiama Regula Canonicorum: uso moderato di carne e vino, liturgia gregoriana, l’abito di lino, digiuni rari, silenzio limitato a certe ore della giornata. Il riciclaggio ha i suoi vantaggi! 1. Abbiamo scelto un numero così ridotto di religiosi, per la stessa ragione per cui non accudiamo alle cavalcature degli ospiti, né abbiamo una casa per distribuire elemosine. E il motivo è sempre quello di non vederci obbligati a sopportare spese maggiori di quelle tollerabili dal luogo in cui dimoriamo, e quindi trovarci costretti a girare chiedendo la carità: cosa che aborriamo. Così è, anche se non vi pare. Noi, dei certosini, conosciamo, per sentito dire, soltanto la pazienza. Sempre in Francia c’è Roberto De Arbrissel, predicatore ambulante che fonda ad Angiò un’abbazia doppia, fatta di tre monasteri: 2 per donne e una per uomini. La direzione del complesso eremitico è data alla Gran Madre Badessa. Il capo quindi era una donna. I CANONICI REGOLARI I canonici sono chierici che osservano il Canone (i testi delle Scritture, dei Padri e dei Concili che fissano le linee della vita clericale) e il Concilio di Autun (670) istituisce l’Ordine Canonico. Quindi i Canonici vengono da molto lontano. Nel 750 Krodengang, vescovo di Metz aveva creato una disciplina claustrale per i canonici con dormitorio e refettorio comune, senza escludere la proprietà privata personale. Monaco sì, povero, col cavolo! I canonici, monaci, obbligati alla perfezione evangelica, possono comunque mangiare carne, usare vestiti di lino, possedere rendite ecclesiastiche (Concilio di Aquisgrana 816). La riforma di Gregorio 7° si abbatte su queste cose. Nel Sinodo Laterano del 1059 si attaccano queste disposizioni di Aquisgrana causa della decadenza dei canonici, con la loro proprietà privata. Sono passati 10 anni dal Concilio Laterano di riforma. Sorge la polemica tra monaci e canonici regolari sulla “cura animarum”. Più che cura animarum che voleva dire predicazione, messe e offerte, si trattava di “cura pecuniarum”. Ma questi che sono andati “foera di’ ball” a fare gli eremiti, adesso tornano qui a rompere e pretendono anche di predicare e di darci lezioni di comportamento morale? Giammai! I canonici regolari nel 12° secolo produssero: 4 papi, numerosi cardinali legati e vescovi, Alberto patriarca di Gerusalemme e organizzatore del Carmelo, di cui parleremo poi. Ci sono i Premonstratensi. Chi sono? San Norberto si convertì nel 1115 con un vero colpo di fulmine, nel senso che fu colpito da un fulmine in un temporale, sotto un albero. Trovandosi in punto di morte, si convertì alla vita cristiana e gli viene premostrata in visione la sua vocazione (premontré = premonstratensi) Detto fatto va nel bosco di Coucy dove fonda con un gruppo di discepoli una vita evangelica ed apostolica. Adotta la Sant’Agostino rigida (ordo novus). La riforma gregoriana coinvolse anche l’istituzione canoicale. Papa Nicolò 2° 37Vitacons.wps 20 I premostratensi hanno subito successo e si diffondono nella Germania orientale. Pensa che il religioso debba spendere i suoi tesori di fare “nell’opera di condurre a Dio il maggior numero di uomini”. “Predica, dissoda et bonifica” E’ l’antenato degli Ordini mendicanti. Appare in molte congregazioni di canonici, la tenera devozione all’umanità di Cristo e alla Madonna che sarà alla base della spiritualità francescana. servitori, e mettevano i tre voti della vita religiosa (castità, povertà, obbedienza). L’Ordine di Santiago ammetteva anche persone coniugate. Consideravano la guerra come apostolato, posizione mentale distante dalla nostra sensibilità, ma coincidente con quella di Maometto. Per capire il perché: vedere in appendice ‘le invasioni islamiche - elenco’ pag. 61 Vi sono: l’Ordine di Santiago “Matamoros” (assai poco politicamente corretto) in Galizia, (quello del pellegrinaggio podistico di 100km che oggi è in gran voga), l’Ordine di Alcantara, di Avis in Portogallo. I MOVIMENTI PAUPERISTI In Italia le prime regolarizzazioni di canonici si devono a Romualdo e Pier Damiani. Re e Signori aiutano con beni il formarsi di canonici regolari, con Fondazioni ospitaliere, della pataria milanese, che viveva in maniera umile, con duro lavoro e indossando panni grezzi (le patte da cui i Pattari), Con lo stesso tipo di panno si vestivano i begardi e le beghine in Belgio, ma questa è un’altra storia. Parte di questi movimenti, però si ribellarono alla gerarchia curiale e deviarono verso una protesta, seppure motivata, contro l’obbedienza alla Chiesa. Gli antenati di Calvino. Vedi Appendice pag. 28 L’Ordine dei Templari era dedicato alla difesa delle vie di comunicazione per raggiungere il Tempio di Gerusalemme, e l’Ordine dei Mercedari, e Trinitari erano addetti al riscatto dei cristiani che là venivano rapiti dagli islamici. Finché c’erano soldi per pagare il riscatto dei rapiti fatti schiavi, si pagava, quando non c’erano più soldi, ma c’erano i rapiti, si facevano spedizioni militari spicce (un blitz e via) per portarseli a casa. A parte il petrolio, che c’era anche allora, ma non si usava, niente di nuovo sotto il sole. Per gli eventuali pacifisti no-global interessati ad un approfondimento del tema, in appendice pag.35 si trovano: estratti di Regole dei Templari, Trinitari e Mercedari a pag. 36 Vivamente raccomandato a chi, prima di parlare in una conferenza voglia sincerarsi che il suo cervello sia inserito. Potrebbe darsi che qualcuno fra il pubblico fosse al corrente di queste cose e gli facesse quindi fare una figura di m... GLI ORDINI OSPITALIERI E GUERRIERI Dopo le Fondazioni, nascono anche gli Ordini ospitalieri: alcuni invece di andare coi chierici eremiti conducono vita da penitenti pellegrini e fondano case di accoglienza per i viaggiatori e i pellegrini. A Gerusalemme l’Ordine degli ospitalieri è presente dal 1048, quindi 50 anni prima delle crociate. Al passo del Gran San Bernardo si crea l’ospizio, quello coi cani Sanbernardo, per capirci, per cui ci si chiede se la visita degli islamici in zona, a suo tempo, fosse stata fatta con gli sci (vedi le invasioni islamiche - Elenco in appendice pag. 61) BERNARDO Per arrivare a San Bernardo bisogna passare da San Roberto. Altro Carneade - chi era costui? Costui con altri 14 compagni abbandona Molesme (donne e champagne) per andare in una selva fuori mano, il Cistercium, (Citeaux) nel 1100, fra immensi boschi ceduti dal Visconte di Beaune. Il luogo ”per la densità del bosco e delle spine era abitato solo da fiere”. Da Ordini di questo tipo, con l’arrivo dei chierici al posto dei laici, nascono spesso Ordini Militari. I membri degli ordini militari erano ripartiti in tre classi: cavalieri, cappellani e 37Vitacons.wps 21 San Roberto dovette tornare a Molesme da quel posto meraviglioso, per ordine del suo Abate, se no gli si svuotava l’abbazia e, da Santo ‘standard’, obbedì. Il suo posto venne preso da Alberico che riosservò la Regola Benedetto DOC. Là si faceva una vitaccia: dura, rude e povera e i laici conversi, lavoratori strenui, in mezzo a tante privazioni, non reggevano. Dopo c’è stato Stefano, inglese, e infine Bernardo. Il monastero era in crisi di vocazioni e rischiava la chiusura. necessario per percepire il bisbiglio della voce divina che parla dentro (senza essere matti) Sembra di sentire una predica new - age o di essere in un centro wellnes: come si vede, tutto si ricicla, aggiungendoci un pizzico di fascino orientale con aromaterapia e illuminoterapia. E nostri gonzi ci credono, e magari per questo smettono anche i venire in chiesa credendo di avere trovato una nuova religione, questa sì valida ... Ci lamentiamo che i cinesi copino i nostri prodotti occidentali. E il new - age? Bernardo con buon fiuto commerciale, vi si insedia insieme trenta suoi amici e parenti, facendosi monaci tutti insieme nel monastero di Citeaux. Così ne prese il controllo e fu salutato come arrivo provvidenziale dai pochi frati che là erano rimasti. Osservare la benedetto D.O.C. e mantenere l’uguaglianza di consuetudini in tutti i cenobi dell’Ordine per evitare discordie. La Regola sta al di sopra dell’Abate: non c’è limite all’obbedienza, ma esiste un limite all’autorità che è “tenuta ad agire sempre e soltanto secondo la Regola”, giacché l’Abate non è un monarca, ma un testimone del patto (Foedus) stipulato con la professione tra il monaco e Dio. Un Abate più che dimezzato rispetto a Cluny. Vengono dichiarati invalidi tutti i possibili privilegi contrari all’istituzione dell’Ordine e si vieta l’esazione di bene temporali in favore della Casa Madre di Citeaux. Le quattro abbazie di Laferté, Pointigny, Chiaravalle e Morimondo, sono federate a quelle di Citeaux. Bernardo, segni particolari: riformatore, consigliere, capo carismatico, predicatore, direttore di coscienza e teologo. Vedi Appendice pag. 48 Queste sono le lodi ufficiali. Poi c’è un fatterello, che ci fa vedere un altro lato di Bernardo. Vediamo, per esempio, l’eresia di Abelardo, in rotta con l’insegnamento di Bernardo, custode della tradizione. Bernardo arriva il giorno prima dell’inizio del Concilio a Sens, dove si dovevano discutere le tesi di Abelardo, e lì, senza averlo sentito, lo fa condannare dai Vescovi come eretico. Niente male. Uno dei motivi del contendere: il primato dell’intenzione, ovvero il peccato sta nella trasgressione volontaria e consapevole della norma; l’inclinazione a peccare non può essere giudicata colpevole perché è insita nell’uomo. Quanti eretici, oggi! Abelardo, insegnante a Parigi, poi, si innamora di Eloisa, una sua studentessa e ci fa un figlio; Il canonico Fulberto gli fa tagliare le palle. Per la vergogna e per il dolore della perdita, Abelardo si fa monaco. Poi fonderà un suo convento. Le vie del Signore .....! Per saperne di più della Regola cistercense, di cui si dà un assaggio, si vada all’appendice pag. 32 Se nasce qualche controversia tra gli abati, quali che siano, o si sia propagata a carico di qualcuno di loro l'accusa d'una colpa tanto grave da meritare la sospensione, o addirittura la deposizione, ciò che è stato stabilito nel Capitolo venga osservato senza che si torni a trattare. E se per la diversità dei pareri la faccenda si trasforma in oggetto di discordia, si osservi senza altercare il verdetto dato dall'abate del Cistercio e da coloro che si dimostrano persone di consiglio più idonee e assennate, avendo Avvertenza che nessuno degli implicati nella vicenda intervenga nella decisione. Le case si estesero in Italia, Danimarca, Germania, Inghilterra, Austria, Svizzera, Belgio, Spagna, Irlanda, Ungheria, Portogallo, Svezia, Norvegia, Polonia. Giù Cluny, su Citeaux. Al Capitolo generale partecipano tutti. Il fondamento dottrinale del monaco è la rinuncia. per digerirla meglio sarà l’esperienza di Dio “che renderà dolce il giogo del Signore”. Rinunciare per Dio (!) e con il Suo aiuto è il “rientro in sé”. Per riuscirci solitudine e silenzio. Questo è 37Vitacons.wps Esattamente come da noi in Parlamento 22 Ma Bernardo, oltre al fatterello di prima, ha anche scritto il liber “De laude novae militiae, la Regola dei Templari, per intenderci. I pacifisti no-global sono vivamente pregati di andare in appendice pag. 35 a vedersela. Gli altri potranno farsi un’idea in più sulle crociate, da integrare obbligatoriamente in appendice con: Le invasioni islamiche - elenco pag.61. Diamo un assaggio Sono posti sicuri e quindi buoni anche per i mercanti, se no gli fregavano la roba e non commerciavano più. Quindi attorno alle mure dei primi borghi si crearono i primi nuclei urbani, di abitazioni e capannoni, come sempre. Per difenderli meglio si costruirono nuove mure all’esterno di questi: era il nuovo borgo e i suoi abitanti venivano chiamati borghesi: mercante o borghese era lo stesso. Ricordo ancora il: “fascisti, borghesi, ancora pochi mesi!” 4.I cavalieri di Gesù Cristo... combattono solamente per gli interessi del loro Signore, senza timore di incorrere in alcun peccato per la morte dei suoi nemici, né in alcun pericolo per la propria, giacché la morte che si dà o si riceve per amore di Gesù Cristo, lungi dall'essere criminale, è invece degna di tanta gloria. Da un lato si fanno grandi conquiste per Gesù Cristo, dall'altro è lo stesso Gesù Cristo che si conquista... Con le nuove mura, le vecchie mura non servivano più come difesa e si abbattevano e si riciclavano, per la parte fortificata, in edifici pubblici o di rappresentanza. E qui l’architetto finisce di tediare. Torniamo ai monaci. Questi rivolgimenti civili, politici e culturali trasformarono usanze e mentalità e di conseguenza le pratiche religiose. Amore cortese, amanti raffinate distaccarono le classi colte o ricche dalla morale cattolica. far schei metteva in un angolo la carità e il progresso, più o meno, faceva come adesso. Anche il clero e i monaci urbani, spesso ci davano dentro. E’ una constatazione, non un moralismo. I secolari onesti e retti s’incazzano, chi più e chi meno e sarà proprio la quantità di tale sentimento a determinare lo sviluppo della Chiesa. Aspirando a restaurare la povertà evangelica, predicatori duri e puri arrivano ad atteggiamenti eretici, fondando anti-Chiese. C’era la semplice ribellione contro la religione dei ricchi, gerarchica e sacramentale: si voleva trovare un contatto con Dio più spirituale e più individuale. E infine c’era l’eterodossia più sistematica e articolata professata da alcune persone istruite e ben dotate. Ma guarda un po’ dove sono nati gli intellettuali si sinistra! 5. Se ad un cristiano non fosse assolutamente permesso di fare la guerra, perché mai il precursore del Salvatore avrebbe detto nel Vangelo ai soldati di contentarsi delle loro paghe (Lc 3, 14), e non formulò ,il divieto di ogni sorta di guerra? .......... In guerra infatti, la vittoria non proviene dal grande numero di soldati bensì dal favore del cielo. Questo L’hanno sperimentato frequentemente, fino ad aver visto tante volte un migliaio di uomini messo in fuga quasi da uno solo, e diecimila soltanto da due. Infine, si vede ancora al giorno d'oggi, grazie ad una provvidenza singolare e mirabile, come essi .siano più mansueti degli agnelli e al contempo più feroci dei leoni. ..... Questo è sempre San Bernardo, nel bene e nel male, in pace e in guerra. Papa Giovanni Paolo ha chiesto perdono agli islamici per questo. Dall’altra parte, nulla. Anzi Osama chiama oggi la gente dell’Ovest “ i Crociati”, contro cui combattere il jihad (guerra santa) Per saperne qualcosa di più, vedere la tesi : La Mezzaluna padana - prove di dialogo. ORDINI MENDICANTI Come sono nati l’abbiamo visto prima: monaci profughi dai loro monasteri distrutti vanno nei borghi, per stare al sicuro e lavorano o elemosinano per mantenersi. I borghi nascono nelle vecchie cittadelle fortificate romane. 37Vitacons.wps Ci fu poi un movimento di vasta scala, derivato dalla Bulgaria, gli amici di Dio o bogomili. Il fondatore era un monaco chiamato Bogomil. 23 In Europa si chiamavano Catari (puri) che qualificava solo i capi, ma che poi si applicò a tutti i membri del gruppo scismatico: secondo loro “Cristo era un Figlio adottivo di Dio e la Chiesa cattolica un rimessiticcio corrotto di una comunità primitivamente pura, con dottrine false e sacramenti carenti di realtà”. A questi catari aderirono mercanti, artigiani, nobili, monaci e perfino vescovi. Ci sono i Valdesi, come associazione di penitenza e povertà. Fondati nel 1175 da un ricco mercante di Lione, Pietro Valdo. 90 su 100 di probabilità, Pietro Valdo ha commerciato con Pietro Bernardone, e qui arriviamo a Francesco di Assisi. Il Sultano sottopose a Francesco un’ altra questione :” Il Vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi al tonaca. Quanto più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre!” (dove prima c’erano i cristiani ) Rispose il Beato Francesco : “Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove infatti è detto: Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E con questo Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo i Cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione quanti uomini potete. Se invece voi volete conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del Mondo, vi amerebbero come se stessi!” In sintesi, nell’epoca del risveglio del Medio Evo, nel secolo 12° ci sono: - duri puri ed incazzati : i Pattari - duri puri e santi: Domenico, Francesco - duri poco, puri così, così, e obbedienti: i canonici regolari. FRANCESCO D’ASSISI Francesco, che poi si chiamava Giovanni, era figlio di Pietro Bernardone, mercante che commerciava con la Francia in ricchi tessuti che andavano di moda. Voleva anche avere un figlio ‘alla moda’ e perciò lo chiamò “fransee” (Francesco, in vernacolo toscano). Questo giovane figlio di papà, ricco estroverso e ‘alla moda’, era pure un’arrampicatore sociale. Pacifista fin nel profondo del suo DNA, cercava di andare in guerra per guadagnarsi un titolo di nobile. Gli andò male. Un incontro casuale coi lebbrosi lo fulmina, stile Paolo sulla via di Damasco. Pregasi notare che tipo era andato ad acchiapparsi Dio per fargli fare quel po’ po’ di roba che tutti conosciamo. Il Sultano “gli chiese in gran segreto di pregare Dio di portarlo ad aderire alla religione che più gli fosse grata”. Francesco avrebbe dato volentieri la vita per la conversione del Sultano e dei suoi. Ai giorni nostri gli sarebbe riuscito meglio presentarsi dal Sultano con un saio ben imbottito di tritolo, e dal momento che voleva dare la vita per la loro conversione, intimare al Sultano: “fatevi cristiani o vi faccio saltare tutti”. Ma Francesco non era così, anche se oggi lo utilizziamo per il dialogo interreligioso prefettizio. (ultima scoperta del nostro ministro dell’interno) e la sua festa è stata dedicata dal Governo alla “giornata del dialogo fra le religioni”. Guai a dire che Francesco aveva detto quelle cose, se no si passa per xenofobi e razzisti. E bin Ciampi si arrabbia. Pacifista incallito, stette quasi un anno, durante la 5° crociata, a cercare di convincere il sultano di Gerusalemme della bontà del cristianesimo, ma non cavò il classico ragno islamico dal buco. Sentiamo cosa dice un cronista di allora alla crociata: il cronista è Fra Illuminato, che accompagnava Francesco. Il Sultano è Malik al Kamil (1219) 37Vitacons.wps 24 Anzi, mentre Francesco stava in Terra Santa, qualcuno a Roma tentava di sabotargli l’Ordine della sua fraternità per renderlo almeno “politicamente corretto”, sul piano della povertà. (a chi interessa vada a vedersi in appendice pag. 60 Francescani - Riforma) Ma torniamo all’inizio. Francesco, alla presenza del padre, che lo fa processare perché gli sperpera i soldi coi poveri, gli risponde che non lo riconosce più come padre suo, che riconosce soltanto il Padre nostro, rifiuta la sua roba, gli butta i suoi vestiti in faccia e corre via nudo: il primo streaking del medioevo! Pietro Bernardone fa: Ma questo qui è proprio matto”. Altrettanto fa Innocenzo terzo quando gli presentano la Prima Regola: “Ha ragione Bernardone, questo vuole rovinarci tutti”. Francesco che desidera rimanere sotto la Chiesa e non confondere il suo movimento di poveri coi vari movimenti pauperisti dell’epoca (i poveri lombardi, Arnaldo da Brescia, i Pattari del lago di Como di cui abbiamo già parlato prima), e quindi passare per eretico, a scanso di equivoci, i suoi poveri li chiama ‘minimi’ e pretende un cardinale a supervisore e protettore del suo Ordine. Per funzionare la Regola ha bisogno di una bolla, ma il Testamento no. Quello che Francesco ha perso con la castrazione della Regola non bollata, per averci sopra il sigillo, se lo è riguadagnato in pieno con il suo Testamento. Una questione che è andata avanti per molti anni, infatti, era il valore o meno del testamento, come atto integratore o meno della Regola Bollata. In poche parole si dibatteva sul possesso di beni propri da parte dell’Ordine. Francesco, infatti si fece affittare la Porziuncola con affitto annuo: un cesto di pesce. A Rivotorto, primo eremo, non andò meglio. gli altri monaci, forse più della povertà assoluta che preoccupava specialmente i “vescovoni” della Curia romana. Questo è Francesco a sommi capi. Vediamo come è andata ai suoi minori. In Germania li presero per eretici e furono costretti a tornare in Italia. In Ungheria furono espulsi. Dalla Spagna erano giunti in Marocco, dove subirono il martirio. (per forza, sono andati a dirgli quello che il capo aveva detto al Saladino a Gerusalemme! - vedi sopra -). Sempre mentre Francesco era col Saladino, i due vicari avevano fatto un po’ di casino. Uno aveva chiesto un privilegio per proteggere le dame povere di San Damiano e all’altro era venuto in mente i formare un ordine religioso misto per lebbrosi. Il Cardinale Ugolino, protettore dell’Ordine, si trasformò in istituzione ufficiale permanente. Il 29 settembre 1220, nel Capitolo generale, Francesco di dimette: “d’ora innanzi io sarò morto, per voi. Avete qui fra’ Pietro Cattani al quale io e voi ubbidiremo” Portato all’ASL di Rieti per curargli una congiuntivite cronica, fecero un intervento chiamato cauterizzazione che consisteva nell’introdurre nell’orecchio un ferro rovente fino alle palpebre. Il risultato si può immaginare, ma il tribunale del malato non c’era ancora. Insomma Francesco morì quasi cieco. Ma poco prima di morire, la Provvidenza gli fa fare Testamento. Qui vuole evitare la decadenza spirituale dell’Ordine, temeva che i frati si contentassero di osservare le scarne norme della Regola approvata, perdendo così l’impulso alla santità. Meno male che il testamento non me lo deve approvare nessun Papa, pensò fra sé, dettò e morì in pace. Passiamo alla crisi dell’Ordine per circa un secolo. Cominciamo con Gregorio 9° che con la Bolla Quo e longati (1230) dichiarò che il Testamento non aveva forza di legge. E te pareva? Tutte le varie traversie, anno per anno si trovano nell’allegato “Riforma Francesco non era troppo amante della cultura “eravamo tutti illetterati, idioti e soggetti a tutti” ed esaltava la ‘Santa Ignoranza’. Questo atteggiamento rozzo ed incolto non poteva che scandalizzare 37Vitacons.wps 25 francescana”, andarselo a vedere, con le relative date, per capire che casino vitale sapessero combinare i minori fra loro e all’esterno. Non fu, però, una fine, come per Cluny, ma fu una crisi di crescita, come quando dalla pubertà si diventa adulti. Guzman. Ci volevano predicatori convinti, preparati e con le palle. Innocenzo 3° ci prova con i cistercensi, ma i monaci di Bernardo non sono predicatori adatti. Poi arriva Domenico che dà un taglio definitivo alla disputa sulla “cura animarum” (i soldi delle offerte per le prediche che si contendevano i monaci viandanti e secolari). Il Papa darà a Domenico l’esclusiva della predicazione. Le tappe principali hanno portato alla divisione fra zelanti e conventuali, alle beghe fra frati ricchi e poveri, agli spirituali duri e puri e poveri che se ne vanno, agli spirituali soppressi da Celestino 5°, alla disputa fra gli spirituali e conventuali, alla nascita dei fraticelli, di nuovo all’avversione agli spirituali che rompono troppo; ma Cristo possedeva qualcosa oltre una tunica e quella di ricambio? Per finire con la Bolla “Quia vir reprobus” in cui Papa Giovanni 22° (non 23°) riafferma il diritto di Cristo alla proprietà. Stiamo entrando nel Basso Medio - Evo di cui parleremo poi. I padri predicatori cominciano in tre, numero perfetto: Domenico con Pietro e Tommaso che sono due borghesi di Tolosa, e quindi capiscono i “segni dei tempi”. Si fanno un mazzo così nello studio delle Scritture e della Teologia partendo dai Moralia di Cassiano e diventano predicatori D.O.C.: invece di squadre temporanee di predicatori itineranti, ci sarà una comunità di uomini detti a quel lavoro: nasce il nuovo Ordine di Predicatori. Chi vuol vedere il suo primo entusiasmo nel vivere secondo il Vangelo “sine glossa” (senza interpretazione - oggi lo definiremmo un fondamentalista -) vada in Appendice pag.49 a vedere e a gustarsi la prima Regola non bollata, a considerare la normalizzazione (al posto di 23 capitoli lunghi, 12 corti) fatta dalla Chiesa mettendo sopra alla seconda Regola il bollo (pag.57) e soprattutto il Testamento (pag.59) che dice con quale spirito di amore per Dio e per il prossimo la sua Fraternità si reggeva. Francesco, eversore come Cristo, ma 1100 anni dopo. Oggi patrono del dialogo della “religione solidale” ( per sapere cos’è , chiedere a Padre Vincenzo Coli) La Chiesa è come un fiume carsico.....ma questo l’abbiamo già detto in apertura. Tiremm innanz. Programma della predicazione: “estirpare la perversione dell’eresia, sradicare i vizi, insegnare il simbolo della fede ed inculcare agli uomini una sana morale” Roba d’altri tempi! Ma allora i tempi erano quelli e Domenico e i suoi frati si trasformarono in Vicari del Vescovo in materia di predicazione, in modo permanente. Domenico, per il suo Ordine, scelse la Regola di Sant’Agostino dura, “L’ordo novus”, già visto prima, ma adattandolo alle loro esigenze di studio, di predicazione e di contatto diretto con la gente. Andando a Roma, per affari religiosi, si incontrò con rappresentanti della Chiesa danese, scandinava, polacca e pensò: “Oibò! la Chiesa è universale!” E giù a darsi da fare. Sviluppa l’ordine a Tolosa, Guadalajara, Salamanca, Madrid, Segovia, Bologna, Parigi, Inghilterra, Germania, Svezia. Domenico aveva tutto il potere, dopo il Papa, per “organizzare, ordinare e correggere nell’intero Ordine dei frati predicatori” (pensando a Cluny deve ORDINI PREDICATORI Abbiamo visto prima lo sviluppo e l’importanza dei Catari (quelli del Pope Bogomil) ora bisognava fare qualcosa e per farlo, visto lo sfascio della Chiesa secolare che non faceva nulla, nacque l’Ordine Mendicante di San Domenico di 37Vitacons.wps 26 essergli sceso un brivido giù per la schiena, ma era un santo e tant’è). canonica alla vita che conducono e Sant’Alberto, il Patriarca, dà loro una formula di vita adatta a quello che gli eremiti volevano fare: valeva sia da legge che da fonte spirituale del nuovo Istituto religioso. Non c’è copia scritta. Nel 1370, il Generale dei provinciali di Catalogna, tira fuori il testo completo. Segni particolari: orazione mentale, preghiera comune, astinenza da carni contro le tentazioni, lavoro per non dissipare lo spirito, silenzio. Si eleggono un Priore a cui dovranno ubbidire. La vita in comune comincia coi salmi, poi Eucarestia, al mattino presto. Ogni domenica il Capitolo, riassunto della settimana per correggere i difetti e conservare lo stile di vita. Più o meno come un allenamento di atletica leggera. Si torna agli eremiti prima di Benedetto, ma evitando l’eccesso di individualità, con la vita in comune: è una sintesi tra vita eremitica e vita di comunità. Il Priore non è il capo, ma ha una funzione in favore della comunità: La Regola mette insieme il concetto di obbedienza di Pacomio con quello di Agostino: il priore non un generale, ma un primus inter pares. C’è la meditatio, ruminatio, oratio, contemplatio, secondo la scala di Giugo, un noto certosino. Nel Capitolo si dialoga, per discernere i segni dei tempi, cosa di grande attualità al tempo delle crociate. L’Ordine si suddivide in conventi raggruppati in Province e queste costituiscono l’Ordine, il potere legislativo spetta ai Capitoli generali annuali; l’esecutivo al Maestro Generale dell’intero Ordine, ai Provinciali e al Priore in ogni singolo convento. Tutti sono eletti dai frati. Siamo in un regime ecclesiastico democratico. e questo non è poco per la buona riuscita della missione. Democrazia però non vuol dire anarchia perché l’obbedienza vige sempre e l’autorità è esercitata con discernimento, ma entro regole precise. I domenicani “si comportino dappertutto da uomini desiderosi della salvezza propria e del prossimo, vivendo onestamente e religiosamente; camminino come uomini evangelici seguendo le orme del loro Salvatore; parlino con Dio e di Dio quando conversano tra loro e col prossimo. Piccola considerazione a margine, valida ancora oggi: Il laico impegnato nell’esempio credibile, per la predicazione non può e non deve diventare: - un paraprete - un paraculo Per chi vuol sapere qualcosa di più sulla Regola di Domenico, vada in appendice dove c’è tutta la Regola dei Domenicani e ci dia un’occhiata a pag.37: potrebbe farsi domenicano, non si sa mai!. Non potendo fondarsi come nuovo Ordine (perché il Laterano 4° li proibiva), la formula primitiva si trasformò in Regola. I Carmelitani vennero incamerati negli ordini mendicanti (1229), ma questa nuova veste burocratica durò poco perché nel 1235 i Saraceni li sloggiarono di brutto dal monte Carmelo e furono costretti a fuggire a Cipro, in Sicilia, nelle Fiandre, in Inghilterra e in Francia. Già conosciuti dai crociati erano persone per bene, in Europa, ed ebbero dovunque buona accoglienza. Però in occidente si dovettero adattare. CARMELITANI Dopo la prima Crociata, un gruppo di europei si stabilì sul monte Carmelo. “Te là chì la fonte di Elia!” - dài che ci facciamo un eremo! Se venivano dal nord, deve essere andata più o meno così. Costruirono una chiesa dedicandola a Maria. I locali, per distinguerli dai monaci greci del vicino monastero di Santa Margherita, li chiamavano “fratelli della Beata Vergine Maria”. Gli eremiti chiedono al Patriarca di Gerusalemme di avere una forma 37Vitacons.wps Elemosina e cura d’anime toglievano gran parte del tempo alla meditatio, ruminatio, oratio, contemplatio, sicché da 27 eremitico - contemplativo, l’Ordine si trasformò in mendicante - contemplativo con un equilibrio tra contemplazione e azione. Fecero I loro conventi nelle città e non più in posti solitari. Con la caduta del Regno Latino di Gerusalemme (1291) - i lazzaroni dei burocrociati si erano tenuti Gerusalemme invece di restituirla al Patriarcato di Costantinopoli, come voluto dal Papa - anche l’Ordine scomparve dalla Terra Santa. In Europa, ecclesialmente erano solo tollerati, ma Giovanni 22° nel 1317 li confermò con la Bolla Super Cattedram. I Carmelitani partecipavano, ormai, a tutte le forme di apostolato. Che avventura! Nelle prime costituzioni la contemplazione si incentra su due persone: Maria ed Elia; la discussione su questo si portò avanti per circa 150 anni. La spiritualità carmelitana: l’ideale eremitico contemplativo fondato su Elia ha due fini: “quello di acquisire col nostro lavoro coadiuvato dalla Grazia di Dio un cuore santo e puro per offrirlo a Dio; quello di gustare nel cuore ancora in vita, questa vita soprannaturale, per dono di Dio e di sperimentare nella mente la virtù della presenza divina e la dolcezza della gloria soprannaturale”. La Beata Vergine Maria fu patrona dell’Ordine. I suoi religiosi devono ordinare tutte le loro azioni ad onore della Vergine Santissima, a sua imitazione. Questa devozione mariana dell’Ordine, alla fine del secolo 15° dette origine alla vita mariana. Vedi appendice pag. 38 L’ultimo Papa del Medio Evo fu Bonifacio 8°, purtroppo conosciutissimo per le sue nefandezze - ma avrà fatto anche qualcosa di buono nella riforma ecclesiastica -. Si formano gli Stati nazionali. Bonifacio scomunica il re di Francia, che lo fa prigioniero ad Agnani. Liberato dagli italiani, Bonifacio muore poco dopo. Benedetto 11°, con quel che è successo al suo predecessore, autorizza il re Filippo 4° a mettere le imposte sui beni ecclesiastici. Filippo ottenne che il Papa fissasse la sua residenza permanente sul suolo francese e dal 1309 Clemente 5° risiedette ad Avignone. Sempre Filippo 4° comandò di incarcerare tutti i Templari e processarli come eretici. 54 furono arsi vivi (1308), e questo è niente. Il Concilio di Vienne, senza condannare i templari decretò la loro soppressione, detto fatto in due giorni ne ammazzarono 14mila. Vendetta? No, schei. L’Ordine infatti era il più il ricco del tempo ed essendo stato soppresso i beni non gli servivano più ... Questo tanto per capire il clima. Giovanni 22° entrò in conflitto con l’Imperatore Luigi di Baviera. Questo si era attribuito sovranità sull’Italia senza essere stato incoronato imperatore dal Papa, che lo scomunica. Luigi risponde deponendo il Papa e nominando antipapa uno degli spirituali (altra piccola defaillance dei minori, del resto Guglielmo di Occam (1349), francescano, è il primo che passò armi e bagagli all’opposizione che generò la Riforma protestante). Papa Giovanni 22° si incavola e condanna l’imperatore come eretico e predica una crociata contro di lui. I principi elettori dell’impero a loro volta s’incazzano e dichiarano che il re tedesco eletto da loro non abbisognava di alcun tipo di conferma. Siamo allo scisma d’occidente. IL BASSO MEDIO - EVO Domenicani, Francescani, Carmelitani, Agostiniani furono i principali ordini mendicanti del secolo 13°. Cominciamo con il Concilio Laterano 4° che col Canone 13 vieta la formazione di nuovi Ordini. L’ostacolo viene aggirato aggregando in maniera varia come succursali o dependance dell’Ordine Mendicante tutti quelli che volevano fondare un nuovo Ordine. Così è stato per i Serviti, Trinitari e Mercedari (se interessati, andarsi a vedere la Regola di questi ultimi, in appendice pag. 36) 37Vitacons.wps Nasce dall’esilio di Avignone. Fiscalismo, simonia e nepotismo della curia e dei papi di Avignone “spezzano le reni alla Chiesa” e preparano il terreno alla riforma 28 protestante. Lotte fra i cardinali preparano lo scisma. Gregorio 9°, tornato a Roma muore subito, poi si elegge Papa il napoletano Urbano 4°. Dopo tre mesi i cardinali di Avignone dichiarano nulla l’elezione e nominano antipapa il francese Clemente 7°, che torna ad Avignone. rappresentato dalla modernità occidentale, che, se fatto proprio, farebbe collassare i principi del Corano. L’Islam moderato è un’altra faccenda: ci sono cristiani che non vanno in chiesa come musulmani che non vanno in moschea per cui il conflitto di religione è poco sentito da entrambi, perché entrambi secolarizzati. Anche lo scisma d’occidente, se non altro, in questo campo, ha avuto i suoi effetti benefici. Adesso ci sarebbe da parlare dei tentativi di riforma degli Ordini Mendicanti, però c’è anche l’anno prossimo e il tempo è il miglior modo per sgrovigliare questa intricata matassa. Papa e antipapa, concilio e anticoncilio: “ma a chi cavolo si deve obbedienza?” si devono essere chiesti in molti monasteri d’Europa. Con Avignone stavano politicamente Francia, Savoia, Scozia, Napoli, Aragona e Castiglia, Asburgo. Dalla parte di Roma stavano lo Stato Pontificio, il nord Italia, l’Inghilterra, la Danimarca e la Norvegia. I due papi si scomunicarono reciprocamente. Il casino era al top. Si passò alle mani quasi senza accorgersene e la faccenda durò trent’anni. Come finire tutta questa complicata storia nata con le vergini subintroductae e finita per ora a colpi di papa e antipapa? Per prima cosa scusandomi per essere andata a fare la polvere “nei canton sconti”; e poi perché scusarmi? Le cose passate sotto silenzio da tutti, certe volte servono di più a illuminare e a giustificare lo sforzo di vita di un santo che le agiografie retoriche, roboanti e noiose a cui ci hanno abituato. In quel tempo ci fu un Concilio ecumenico generale a Pisa, poi a Costanza, poi a Basilea. Quello di Pisa riuscì ad ottenere che invece di due papi ne venissero in scena tre (anche il concilio di Basilea si era fatto il suo papa) Quello di Costanza depose quello di Pisa e di Avignone, mentre quello di Roma se ne andò da sé. Al suo posto fu eletto Ottone Colonna (Martino5°), però il Concilio proclamò la superiorità del Concilio sul papa, Martino 5° non ci sta. Nuovo concilio a Basilea, ove con il parlamentarismo, cosa unica nella Chiesa, elessero un nuovo antipapa col nome di Felice 5°. No comment! Non è contestazione, non è prouderi, non è interesse per la cronaca nera e non è nemmeno moralismo da due soldi, cosa che penso si sia capito lungo tutto lo scritto, che non mi va giù. Ma che cos’è allora? E’ l’attenzione alle cose piccole, a scrutare il segno dei tempi attraverso i dettagli, come quando si sente girare il vento in barca a vela e solo da quello si capisce che il mare in x ore cambierà. A capire che anche le piccole cose possono incidere sulle scelte e sugli umori del santo, in maniera impercettibile, e quindi ce lo rendono più uomo, alla nostra portata, tirandolo giù dal piedistallo del martirologio (libro dei santi). Da qui logicamente gli Stati nazionali pensarono bene di accantonare il problema Chiesa con quel che era successo e si dettero una struttura decisamente laica. Anche oggi il conflitto di religione, con l’Islam questa volta, è visto come la peste. In effetti la religione non c’entra niente, ma per noi è un conflitto da petrolio e per la società teocratica islamica è un conflitto di civiltà con la lotta ad oltranza contro il pericolo 37Vitacons.wps 29 E allora concludiamo così: Il Signore mi ha acchiappato, complice la Madonna, a Medugorije 13 anni fa. E poi, diciamocelo, i Vescovoni, che, nel loro piccolo, tanto danno hanno fatto nei secoli, sono pochi. I Santi invece sono tanti. I Santi anonimi, poi, sono un mare. Grazie, Signore! E poi, ancora, farsi acchiappare dal Signore Dio è questione di grazia, di culo, di provvidenza, di caso? Dopo soli tre anni di scuola teologica per laici non so dare una risposta. So una cosa, però: Dio non può fare nulla contro la nostra volontà; ce l’ha detto Lui stesso. Allora , Signore, facciamo così: rendici svogliati, qualche volta...... e acchiappaci, Amen.(così sia!) 37Vitacons.wps 30 INDICE GLI INIZI pag. 1 I PRIMI MONACI pag. 2 LA PRIMA REGOLA CONOSCIUTA pag. 3 LE ISTITUIZIONI pag. 6 BASILIO pag. 8 MONACHESIMO IN OCCIDENTE pag. 8 MARTINO DI TOURS pag. 9 AGOSTINO pag . 10 CASSIANO pag. 11 BENEDETTO pag. 12 IL POST BENEDETTO pag. 14 AL TEMPO DI CARLO MAGNO pag. 16 L’ALTO MEDIO EVO pag. 17 CLUNY - LA RESTAURAZIONE pag. 18 LA RIFORMA MONASTICA pag. 19 I CANONICI REGOLARI pag. 20 I MOVIMENTI PAUPERISTI pag. 21 GLI ORDINI OSPEDALIERI E GUERRIERI pag. 21 BERNARDO pag. 22 ORDINI MENDICANTI pag. 23 FRANCESCO D’ASSISI pag. 24 ORDINI PREDICATORI pag. 26 CARMELITANI pag. 27 IL BASSO MEDIO EVO pag. 28 concludiamo pag. 30 Spazio per: - aggiunte - ripensamenti - commenti - pentimenti Montebelluna, 01.10.2004 Roberto Kolm NOTE 37Vitacons.wps 31