sarà normale?
Quelli ( ed erano la maggioranza
assoluta), che la pensavano così, però,
s’erano dimenticati dell’ascesi.
Che roba era? Era consacrarsi totalmente
alla perfezione dell’amore verso Dio e
verso gli uomini.
E gli veniva anche facile, giacché Dio li
aveva acchiappati, ed essi / esse
aderivano a Lui senza riserve.
Nel 1° secolo quest’ascesi s’imperniava
sulla continenza, o verginità.
L’utero è mio e lo gestisco io.
L’utero è mio e lo gestisce Dio.
I celibi e le celibi erano vanto del
cristianesimo. Per fortuna minoritari, se
no non saremmo qui a raccontarla.
Vergine sì, ma alla moda, perbacco!
San Cipriano interviene:
“La vergine non deve limitarsi soltanto ad
essere tale, ma deve anche apparire
come tale. A che servono tanti ornamenti,
quasi avesse o cercasse marito?”
La Vita Consacrata
sottotitolo: se Dio t’acchiappa
Prologo
L’abito non fa il Monaco,
la Regola, sì;
o almeno ci prova.
GLI INIZI
Giacché da qualche parte si deve pur
cominciare, per descrivere la vita
consacrata dal 100 al 1400 dopo Cristo,
ho scelto questo assunto, nel prologo,
che cercherò di dimostrare attraverso il
pendolo della storia:
nascita, sviluppo, trionfo, decadimento,
riforma.
Questo è comune alle varie forme di vita
consacrata, per il semplice fatto che, se
anche costellate di Santi, queste
istituzioni erano fatte per farci vivere
dentro gli uomini.
Altro tratto comune a questi uomini è
l’essere o l’essere stati acchiappati da
Dio. Non si sarebbero messi altrimenti a
vivere in quel modo.
Oggi a parlare di Regola, ci viene in
mente subito qualche Regolamento della
Comunità Europea, norme di conformità,
regolamento edilizio, regolamento
condominiale. Quest’ultimo è quello che è
più vicino al nostro tema, visto che tratta
di convivenza in una costruzione .
Il regolamento condominiale è tutta una
serie di divieti per rendere possibile una
convivenza non litigiosa in un condominio
e quasi mai ci riesce.
I condomini infatti non si sono messi
insieme per raggiungere uno scopo, ma
si sono trovati insieme per singole scelte
economiche, sconosciute l’uno all’altro.
I consacrati invece, singoli o associati,
hanno uno scopo comune:
Seguire le orme del Signore.
E questo fa la differenza.
Vediamo com’è andata.
Sistemato il problema delle vergini
vanitose (ma anche la donna avrà diritto
a una sua identità), ne sorse un altro più
strano: quello delle “Subintroductae”.
Le supposte non c’entrano.
Si trattava di coabitazione fra vergini
(femmine) e continenti ( maschi)
Apriti cielo colle Pie Donne di Paolo!
Non che adesso siano tanto diverse (le
pie donne).
La coabitazione, realizzata in perfetta
buona fede consisteva nel raggrupparsi
sotto la protezione di un continente, di
solito un anziano asceta, per evitare
spiacevoli sorprese di passaggio, sole in
casa, seppure vergini, dati gli usi del
tempo (siamo verso la decadenza
dell’impero romano). Cipriano decide che
si separino immediatamente e vadano a
vivere insieme, per conto loro, sotto tutela
del loro Vescovo.
Ma guarda un po’ come sono nate le
suore!
Stesso dicasi per i monaci.
Oltre al celibato comincia ad apparire
anche la povertà volontaria (se ho già
tutto , come posso aver bisogno anche di
Dio? mi faccio povero così ho bisogno di
Dio) Il “beati i poveri” fa strada.
All’inizio la forma di vita che faceva capire
che uno era consacrato (a Dio) era la
castità.
Caspita, questo non scopa:
sarà normale?
Caspita, questa rifiuta la maternità:
37Vitacons.wps
1
Da poveri sul serio si mangia male e
poco, ed ecco le varie astinenze dai cibi
golosi e i digiuni.
Le orazioni sono più frequenti e di notte,
nel silenzio assoluto, si prega che è un
piacere! Ecco le Veglie.
Di giorno, in mancanza di orologio, le
salmodie danno il ritmo quotidiano.
La liturgia delle ore sarà nata così.
Maria, lo concepisce nel suo cuore, per
offrirgli l’integrità del suo corpo.”
Non male.
Torniamo alla “fuga dal mondo”, segno
esterno distintivo del monaco, anacoreta
o cenobita, in oriente come in occidente.
Cosa succede al cristianesimo perché i
più sensibili fuggano?
Succede che, con l’Editto di Milano,
l’Imperatore romano Costantino si era
comprata la Chiesa in blocco. Con gli
ingenti benefici ad essa riconosciuti,
Roma continuava a comandare
attraverso la Chiesa.
Erano nati i democristiani, insomma : in
oriente (gli esarchi bizantini) e in
occidente (i Vescovoni). Questi
facilitarono poi di molto il compito a
Maometto e alle sue invasioni, da
Damasco alla Spagna.
A queste cose il monachesimo ha
aggiunto la “fuga dal mondo”
per motivi spirituali o contingenti
(Salvare la pelle per continuare ad essere
monaci, quando di martiri per le
persecuzioni non ce n’erano quasi più.)
Tutte queste cose saranno poi le
osservanze dei monaci, perno delle varie
regole, ma di questo parleremo dopo
Siamo ancora nel 300 dopo Cristo.
In oriente S. Gregorio di Nissa spiega
l’efficacia della continenza per impedire la
“dissipazione dello spirito”.
Sigmund Freud alla rovescia.
In occidente S. Ambrogio, nei suoi
sermoni esalta la verginità per farla
piacere a molti:
“Pondera che regno, che oro, che
bellezza ti regala lo Spirito Santo......
allo stesso modo la bellezza verginale,
consacrata allo spirito divino, aumenta in
splendore....quale bellezza può esistere
maggiore di quella di cui si innamora il
Re?”
Da giovane, c’era il Martini (l’aperitivo)
“una Milano da bere “ al bar del
Santambroeus.
Poi c’è stato il Martini (Cardinale)
e “una Milano da comprare”.
Un Santambrogio, con ghiaccio, prego.
Ora il buon monaco, pacifico e non
violento, in presenza di questa situazione,
che fa? Scende in piazza a incendiare
cassonetti e a sfasciare Bancomat? No.
Si ritira, come faceva Gesù quando era
attaccato in Galilea e Samaria. Non
faceva scendere dal cielo le folgori di
Papà per incenerire i miscredenti, ma si
ritirava, cosa che sconcertava i suoi 12
discepoli, E che di fronte agli integralisti
mussulmani, sconcerta ancora oggi.
C’è chi si ritira perché si è rotto.........
(ascesi laica)
C’è chi si ritira per amore del Signore e
del Bene (ascesi cristiana) Vediamo
brevemente le 9 ragioni per essere
monaco, e per fare quella vitaccia, allora.
1 - l’aspirazione a seguire Cristo
2 - la nostalgia della primitiva comunità
cristiana (si stava meglio prima)
3 - la supplenza al martirio (e adesso che
non ci sono più martiri che facciamo ?
I monaci.)
4 - la lotta contro i demoni nel deserto,
dove era stato tentato Gesù (il Male non
era ancora passato di moda).
5 - l’esodo spirituale (Abramo e Mosè si
erano fatti un mazzo così per incontrare
Dio e ubbudirGli)
6 - l’imitazione della vita angelica
I PRIMI MONACI
S. Agostino, in materia di sesso, è un
fatto a parte, perché è uno che se ne
intende.
Nel suo trattato sulla verginità dice:
“Va anteposta alle sposate quella
vergine...che non si preoccupa di
acconciarsi per piacere a quello che ha
già incontrato, ma ha collocato il suo
amore nel più bello tra i figli degli uomini
e, non potendo concepirlo in seno, come
37Vitacons.wps
2
Basilio dice “Chi ha scelto la vita angelica
si è elevato a una forma di vita incorporea
in quanto ha superato le possibilità tipiche
della vita umana....... per non lasciarsi
distrarre a contemplare altra bellezza se
non quella del Volto divino.” (oggi
abbiamo lasciato l’esclusiva degli angeli
al New Age, che ci marcia fin troppo
bene)
Stavano a vivere appena fuori dai villaggi,
per poter avere ancora certi servizi. Poi si
costruivano una modesta capanna di
fango, sabbia e rami di palme
e ci vivevano dentro (la cella).
Arrivavano altri presso la cella del Padre,
per conoscerlo e poi vivere in celle
accanto a lui. Il Padre lasciava la sua
cella a un altro e se ne andava sempre
più in là, nel deserto, dove costruiva
un’altra cella per stare tranquillo in
silenzio e contemplazione e orazione
continua. Allora arrivavano altri monaci
che, per conoscerlo...etc. etc.
“ma Signore, insomma vedi anche tu...
non si può andare avanti così!” deve aver
detto più o meno Pacomio quando si è
trovato con circa 3000 monaci attorno.
“Ma se questa è la tua volontà...”
neanche finito di dirlo e in poco tempo
erano arrivati a 5000.
5000 monaci: un monastero? No, una
caserma. E tale è la prima “caserma
Pacomio “ per cui fu scritta la prima
regola monastica. E fu scritta -work in
progress- si direbbe oggi, ovvero man
mano che si presentavano le occasioni.
I monaci poi erano beduini assai poco
raccomandabili, le cui usanze primitive
aveva criticato anche il Profeta di Allàh.
Pederastia e pedofilia facevano parte del
“bagaglio culturale” di provenienza, così
come i temperamenti generalmente
focosi e la condotta non proprio legale:
Ma guarda un po’ che gente attraeva i
Padri del deserto. Non dimentichiamoci
che Dio acchiappava anche questi e fra
loro uscivano Santi: non c’è più religione!
7 - il ritorno all’innocenza di Adamo
(prima della mela)
8 - l’attesa vigile della Parusia
(ovvero Mar an athà) ovvero ancora:
Signore nostro vieni - e facciamola finita.
9 - la vita monastica come vera filosofia
S. Nilo “la vera filosofia è quella portata
da Cristo; il monaco è imitatore di Cristo,
il quale ci ha mostrato con l’azione e la
parola l’autentica filosofia”
(i filosofi sono serviti)
Vediamo in breve come arrivavano
i primi solitari cristiani:
- chi fuggiva dal Padrone
- chi fuggiva dal Vescovo
- contrabbandieri, ladri, briganti
tutti però acchiappati da Dio, chi convinto
e chi alla sprovvista.
In quel tempo la situazione sociale era
questa: spopolamento degli autoctoni,
invasioni pacifiche e non, saccheggi,
epidemie, commercio in crisi, fuga
dall’agricoltura, fame nelle città .
Gli uomini, come sempre, cercano rifugio
nella religione. Quelle orientali andavano
per la maggiore; dovunque sorgono
gruppi gnostici(oggi la Massoneria);
arriva Il Manicheismo, dualista, con la sua
condanna della materia fatta dal Dio
pasticcione, mentre quello giusto, quello
togo, è inconoscibile, e altre amenità
varie. Ci sono poi i neoplatonici che
cercano l’esperienza mistica.
Un casino, insomma , abbastanza simile
a oggi.
Attenzione, pericolo!!
Curva noiosa nel racconto: chi vuole può
saltare tutto quello che è scritto in piccolo,
però, perde la prima regola monastica in
assoluto, di cui riportiamo di seguito le
parti più strane - c’è tutta in allegato nei
suoi 144 articoli - pag 1
C’è un Padre, Pacomio,(290-346) che dà
dei precetti: Padre, abbàs, abate
precetti, regole di vita, Regola.
Così abbiamo già l’Abate e la Regola.
LA PRIMA REGOLA CONOSCIUTA
Alcuni asceti cristiani si ritirarono a vivere
in capanne, non distante dai villaggi.
In Egitto i Padri del deserto avevano un
inusitato buon senso, all’inizio.
37Vitacons.wps
3
29. E quando vanno a mangiare, si siederanno
per ordine nei posti stabiliti e si copriranno il
capo.
Il resto, per 1000 anni circa, saranno
variazioni sul tema.
4. E quando nel monastero comincerà a
camminare per trasferirsi al luogo
dove stare seduto o stare in piedi, non calpesterà
i giunchi che messi a mollo
nell'acqua sono preparati per tessere le corde,
affinché non si produca il minimo inconveniente in
monastero per negligenza di alcuno.
33. Se in tavola occorresse qualcosa, nessuno si
azzardi a parlare; farà invece soltanto un segno
sonoro a coloro che servono.
35. Quelli che servono non mangeranno nulla di
diverso da quanto è stato preparato in comune
per i fratelli; né ardiranno prepararsi cibi differenti
per conto proprio.
12. Nessuno distribuirà giunchi per tessere corde
all'infuori dell'ebdomadario ( = incaricato di
settimana). E qualora questi fosse occupato in
altro legittimo lavoro, si ubbidirà al comando del
più anziano.
39. Nessuno darà ad un altro più di quanto l'altro
abbia ricevuto.
E questo è il refettorio
Questo è il “labora”
42. Nessuno che non sia malato entri
nell'infermeria. Chi si ammala verrà portato in
infermeria dal preposito della casa. E se
abbisognasse d'una piccola coperta o d'una
tunica, o d'altre cose per ripararsi o per mangiare,
lo stesso preposito le riceverà dai ministri e le
darà all'infermo.
Si chiama tribù l’insieme di tre o quattro case, a
seconda del numero di persone del monastero, le
cui case potremmo chiamare famiglie, o popoli
d'una gente.
Ogni casa conteneva una ventina di
monaci: 1 tribù=80 monaci
21. Se durante la predica del preposito della casa
o del principale del monastero qualcuno stando
seduto si addormenta, sarà immediatamente
obbligato ad alzarsi in piedi, restando in piedi
finché non gli comandino di sedersi.
45. Nessuno gusterà vino o liquore fuori
dall'infermeria.
Anche allora si marcava visita
46. Se qualcuno di coloro che vengono mandati
lontano cade malato in viaggio o in barca e ha
bisogno o desiderio di prendere brodo di pesce o
altre cosa che si usano mangiare in monastero,
non mangerà cogli altri fratelli, ma glielo si darà
separatamente a mezzo dei ministri
con tutta abbondanza, affinché il fratello infermo
non si contristi in nulla.
Non si può fare i furbi
23. L'ebdomadario non avrà potestà, senza
mandato del principale del monastero, di dare a
ciascuno le corde o qualche recipiente di sorta; e,
se questi non lo comanda, non potrà dar il
segnale perché si congreghino alla riunione di
mezzogiorno, o a quella vespertina delle sei
orazioni.
I primi raccomandati sono partiti da lì.
N.B. I ministri, sono i servitori.
L’Abate o il suo Preposito comandano
tutto, ogni cosa si fa col permesso loro.
49. Se qualcuno s'avvicina alla porta del
monastero volendo rinunciare al secolo
ed essere aggregato al numero dei fratelli, non
avrà libertà di entrare, ma prima
verrà annunciato al padre del monastero, e
rimarrà per qualche giorno fuori
davanti alla porta, dove gli si insegnerà il Padre
Nostro e quanti salmi sarà in
grado di apprendere, e darà diligentemente prova
di non aver magari fatto
qualcosa di male, per cui, momentaneamente
turbato, sia venuto per paura, oppure
sia sotto la potestà di qualcuno. Dimostrerà pure
se può rinunciare ai genitori e
sbarazzarsi di ogni suo possesso. Se lo vedono
pronto a tutto, allora gli
insegneranno le rimanenti osservanze del
monastero, indicandogli che cosa debba
fare, chi debba servire, sia nella riunione di tutti i
fratelli, sia nella casa
alla quale sarà assegnato, sia nell'ordine di
mangiare; cosicché istruito e
25. Se chiedono un codice per leggere, lo
ricevano; e, terminata la settimana, lo
riporteranno al suo posto, per attenzione verso i
successivi ebdomadari.
L’ordine regna sovrano , o ci prova.
27. Il preposito di ogni casa che termina la
settimana e l’altro che inizia la seguente, insieme
al principale del monastero, baderanno a rilevare
quale parte del lavoro è stata tralasciata o mal
eseguita; e faranno spazzare i giunchi che
sogliono spargersi per il pavimento nella riunione,
e numereranno le corde che si fabbricano ogni
singola settimana, annotando nei libri il
quantitativo totale, e conservandolo fino al tempo
della congregazione annuale, in cui occorre
tenerne conto e si perdonano i peccati a tutti.
Sbagliare il “labora” è peccato
37Vitacons.wps
4
perfezionato in ogni opera buona, possa essere
aggiunto ai fratelli. Allora, lo
spoglieranno dei vestiti secolari e lo vestiranno
con l'abito dei monaci e si
stabilirà nel luogo che gli verrà indicato. E i vestiti
che aveva portati con sé,
li riceveranno gli addetti a tale incarico, che li
riporranno in guardaroba ove
resteranno in potere del principale del monastero.
81. Nessuno tenga in casa o nella sua cella
alcunché, all'infuori di ciò che è
stato stabilito in comune dalla legge del
monastero: né tunica di lana, né
mantello, né pelle morbida per lana di agnelli non
tosati, né moneta alcuna,
nemmeno una papalina da mettere in testa o altra
suppellettile, eccetto quanto
distribuisce il padre del monastero tramite i
prepositi delle case, ossia la
propria dotazione d'ognuno: due lebitón (abiti) e
uno sciupato dall'uso, un panno
un po' più lungo da mettere attorno al collo e alle
spalle, un cencio piccolo di
pelle appeso ad un fianco, due sandali e
cappucci, cintura e bastone. Tutto
quanto trovassi all'infuori di questo, lo lascerai
senza recriminare.
L’accoglienza dei nuovi non era fatta
a casaccio e sarà ripresa da Benedetto.
53 ... Se la persona gli porta qualche cibaria di
quelle che è lecito mangiare in
monastero non potrà riceverla lui stesso, ma
chiamerà il portinaio, che riceverà
quanto offrono. Se si tratta di qualcosa da
mangiare col pane, non prenderà nulla colui al
quale è stato portato, ma tutto sarà portato
all'infermeria. Qualora
però si tratti di dolci o di mele, il portinaio gliene
darà da mangiare quel tanto
che possa, mentre il resto lo porterà alle celle dei
malati. Costui non potrà
gustare nulla di quanto è stato offerto, però darà
a chi lo ha portato o verze,
che sono una qualità di erbe delle più basse, o
pane o resti di verdure. Quanto
agli alimenti portati da parenti o familiari che,
come abbiamo detto, vanno
mangiati col pane, colui al quale sono stati recati
verrà condotto dal preposito della casa
all'infermeria ove ne mangerà solo una volta. Il
resto rimarrà in mano al
ministro degli infermi, il quale pure non potrà
mangiarne.
Questi i vestiti.
85. Si badi a che nessuno porti chiacchiere da
una casa all'altra, né da una monastero all'altro.
89. Non è lecito entrare nella cella d'un altro,
senza prima chiamare alla porta.
92. A tarda sera non potrà andare ad ungersi le
mani con l'olio per ammorbidirle
dal lavoro, senza la compagnia d'un altro. Però
nessuno si ungerà tutto il corpo,
se non per causa di malattia, né si laverà o si
bagnerà in acqua a corpo
totalmente nudo, se l'infermità non è notevole.
95. Nessuno dormirà con un altro sulla stuoia.
Nessuno terrà un altro per mano;
sia stando in piedi, sia stando seduto, sia
camminando, si manterrà invece a
distanza d'un cubito ( = d'un avambraccio)
dall'altro.
Questo per il menù.
56. Nessuno venga mandato fuori da solo per
qualche affare, ma ci vada insieme ad
un altro.
109. Cavalcando non siederanno due insieme sul
dorso nudo dell'asino, e neanche
sulla sommità della balaustrata.
Potrebbe non tornare.
60. Mentre lavorano, non parleranno di faccende
secolari, ma mediteranno cose
sante o si manterranno in silenzio.
Queste norme sembrano dovute alla
presenza di diverse tribù: se quella dei
Kula e quella dei Toni entravano in
contatto, si potevano creare disagi.
69. Nessuno lavi coi vestiti più rimboccati di
quanto stabilito; e quando avranno
finito di lavare, torneranno tutti in .gruppo. Se
qualcuno resta a casa nel tempo
che si va a lavare o. al momento è assente,
avviserà il suo preposito, e questi
manderà con lui un altro, e così, lavato il vestito,
tornerà a casa.
116. C'è da parlare ora dei panettieri. Quando
bagnano la farina con l'acqua e la impastano,
nessuno parli col vicino. E lo stesso durante la
mattinata, quando portano i pani in tavole al forno
o nelle casseruole, faranno pure silenzio, o
canteranno solo qualcosa dei salmi o delle
Scritture, finché avranno terminato il lavoro. Se
abbisognano di qualcosa, non parleranno, ma si
limiteranno a fare un segno a quelli che possono
procurar loro ciò di cui abbisognano.
Questo per la lavanderia.
75.Chi è salito sulle palme non mangerà i loro
frutti prima che abbiano mangiato i fratelli
Se no se li pappa tutti.
Impastare e salmodiare, canto e lavoro
78. Nessuno riponga nella propria cella qualcosa
da mangiare, all'infuori di
quanto avrà ricevuto dal dispensiere.
37Vitacons.wps
5
119. Donne non navigheranno con loro, a meno
che qualche volta lo comandi il padre del
monastero.
monastero, che manderà l'interessato dagli
anziani che sono stati delegati per il ministero
presso le vergini. Questi parleranno con i
richiedenti e vedranno che necessità hanno, con
ogni disciplina e timor di Dio. E quando le
vedranno non parleranno loro di cose secolari.
Donne e giovanetti erano Satana
Tentatore personificato.
122. Quando stanno seduti in casa, non sia loro
permesso di parlare di argomenti
secolari, ma se il preposito ha insegnato
qualcosa delle Scritture, cerchino di
ruminarlo tra sé e parlino di quanto ciascuno ha
udito e di quanto ne hanno tenuto a mente.
Alla larga dalle tentazioni
Ecco le Scritture con cui conversare.
Capito?
125. Chi ha rotto un vaso d'argilla e abbia messo
nell'acqua giunchi per la terza volta, farà
penitenza la sera all'ora delle sei orazioni.
E no, questo è troppo!
LE ISTITUZIONI
Questa è la Regola; poi ci sono le
istituzioni, che sarebbero istruzioni su
come applicare la Regola.
In seguito, per aggiornarla,
si chiameranno Costituzioni della Regola,
e ne vedremo delle belle, in usi, abusi e
disusi Ma l’uomo, creatura di Dio, è così.
Vediamo l’istituzione Pacomio 18
Guarda un po’ come era il potere!
E’ fatto da 51 “non”! Leggere per credere.
Appendice pag. 6
144. Chiunque trasgredisca questi precetti, farà
penitenza pubblica senza alcun ritardo,
negligenza e dispetto, per divenir capace di
possedere il regno dei cieli.
132. Chi troverà qualcosa, lo appenderà per tre
giorni davanti alla riunione dei
fratelli, perché colui che l'ha perduto e lo
riconosce se lo riprenda.
134. Nessuno faccia malta in casa senza di lui; e
tutto quel che di nuovo viene
fatto, si disponga secondo il suo parere
Non si fa malta senza il preposito.
139. A chi è entrato incolto nel monastero, si
insegnerà in primo luogo ciò che
deve osservare, e allorché si sentirà istruito in
tutte le cose, gli daranno venti salmi e due
epistole dell'Apostolo, o un'altra parte della
Scrittura. E se non sa leggere, all'ora di Prima, di
Terza e di Sesta si recherà da colui che sia
in grado d'ístruirlo e che gli è stato assegnato, e
starà in piedi davanti a lui e imparerà con sommo
impegno e con tutta gratitudine. E poi gli
scriveranno gli elementi della sillaba, i verbi e i
nomi, e quantunque non voglia, sarà obbligato
a leggere.
18. II preposito non si ubriachi. Non si sieda nei
luoghi più umili accanto agli utensili del
monastero. Non rompa i vincoli che Dio ha
stabilito in cielo per farli tradurre in atto sulla
terra. Non pianga in un giorno festivo del Signore
Salvatore. Domini la sua carne sull'esemplare
misura dei santi. Non si irriti e non sgridi gli
inferiori. Non oltrepassi i suoi limiti. Non sia
fraudolento, né doloso nei suoi pensieri. Non
trascuri il peccato della sua anima. Non sia di
dubbia fede. Non si lasci vincere dalla lussuria
della carne. Non si faccia trovare in dimore
distinte secondo l'uso dei gentili. Non segua i
pensieri del suo cuore, bensì la legge di Dio. Non
resista alle alte autorità con animo presuntuoso.
Non cammini in modo trascurato. Non pronunci
con facilità parole oziose. Non metta intoppi
davanti ai piedi del cieco.
Non si sconcerti per il riso e lo scherzo degli
insensati. Non abitui la sua anima alla
voluttuosità. Non si lasci rubare il cuore da quelli
che dicono cose stupide e dolci. Non sia vinto dai
regali. Non parli infantilmente. Non tema la morte,
bensì soltanto Iddio. Non si affligga nella
tribolazione. Non prevarichi per timore imminente.
Non abbandoni la vera luce per modici alimenti.
Non vacilli né fluttui nel suo operare. Non muti
parere, ma sia di giudizio fermo e solido, giusto,
cauto, giudicando in verità, senza bramosie di
gloria, sincero nei confronti di Dio e degli uomini,
e alieno dalla frode. Non manchi di frequentare i
santi, né rimanga cieco alla loro sapienza. Non
danneggi alcuno per superbia. Non segua la
concupiscenza dei suoi occhi. Non si lasci
140. E non ci sarà assolutamente nessuno in
monastero che non impari a leggere e
non sappia qualcosa delle Scritture, quanto meno
il Nuovo Testamento e il salterio inclusivamente.
Rozzi sì, ma incolti solo quanto basta.
Ciò verrà ripreso da Francesco con la
“santa ignoranza”.
143. Parliamo anche del monastero di vergini.
Nessuno vada a visitarle, fuorché chi vi abbia la
madre, una sorella o una figlia, e parenti, nipoti o
la madre dei suoi figli. Però, se ci fosse necessità
di vederle, e prima che rinuncino al secolo ed
entrino in monastero, specie se fosse loro dovuta
l'eredità paterna o per altra causa ovvia,
manderanno con loro un uomo di provata
età e vita, le vedranno e torneranno insieme al
compagno. Nessuno si rechi da loro, tranne quelli
che abbiamo menzionato sopra. Se vogliono
vederle, lo faranno prima sapere al padre del
37Vitacons.wps
6
vincere dagli incentivi dei vizi. Non tradisca mai la
verità. Cerchi di odiare L’ingiustizia. Non giudichi
le persone con parzialità, allettato dai regali. Non
condanni un innocente per superbia. Non rida tra
i bambini. Non lasci la verità perché vinto dalla
paura. Non mangi pane di frode. Non desíderi la
terra altrui. Non si carichi l'anima di spoglie degli
altri. Non disprezzi quelli che hanno bisogno di
misericordia. Non dia falsa testimonianza sedotto
dal lucro. Non menta per superbia.
Non lotti contro la verità per bassezza d'animo.
Non abbandoni La giustizia per stanchezza. Non
perda la sua anima per vergogna. Non brami i
cibi di tavola più alta. Non desideri abiti più belli.
Non disprezzi i vecchi, per poter discernere
sempre i loro pensieri. Non s'ubriachi di vino, ma
conservi sempre l'umiltà insieme alla verità.
Quando emette un giudizio, segua i precetti dei
maggiori e la legge di Dio predicata in tutto il
mondo.
Qualora trascuri qualcuna delle cose sin qui
dette, verrà misurato con lo stesso metro da lui
usato e riceverà secondo le sue opere, perché ha
fornicato con legni e pietre preziose, perdendo il
giudizio per il fulgore dell'oro e lo splendore
dell'argento, e cadendo nei lacci degli iniqui per
desiderio di lucro temporale.
E piomberà su di lui la distruzione di Eli e dei suoi
figli, la maledizione imprecata da Doech (Semei?)
su Davide, il segno con cui fu marcato Caino, la
sepoltura d'asino di cui parla Geremia, la
perdizione con cui l'apertura della terra inghiottí i
peccatori di Dathan e Abiron ai tempi di Mosè, lo
sterminío deí Cananei, la frattura della brocca
nella sorgente, e la scomparsa delle sabbie sui
litorali spazzati dai cavalloni, la rottura del ramo
glorioso di Isaia, riducendolo come un cieco che
tasta con la mano la parete. Tutte queste
disgrazie cadranno su di lui, perché non ha
rispettato la verità nel giudizio ed ha operato
incautamente nella mansione che gli era stata
affidata.
(Monaci che stavano su una piattaforma
piccola costruita in cima a una colonna,
un po’ come il nostro campanile).
La gente si affollava sotto e parlava col
Padre stilita. Data la situazione, devono
aver inventato qualcosa di simile al nostro
water con scarico.
C’erano poi anacoreti in Persia, perfino in
Arabia (Maometto aveva un gran
concetto di questi cristiani - ma solo di
questi -).Verso Antiochia, colonie di
monaci trasformano in eremi le ex
fortezze romane; in Palestina Ilarione
inaugura l’eremitismo. Ci sono 2 gruppi di
monasteri latini: Gerusalemme e
Betlemme. La struttura è una “Laura”
Chi è questa “Laura”? E’ una serie di
grotte scavate una in prossimità dell’altra,
con al centro una chiesa, dove gli eremiti
si trovano ogni sabato e domenica per
l’eucarestia.
La “Laura” di Kiev, ancor oggi in funzione,
era il primo centro ortodosso;
è splendida: un fitto parco naturale in
mezzo alla città costellato di cupole
dorate: non si entra da turisti.
In Armenia, prima terra in cui ,dopo la
Palestina, è apparso il cristianesimo,
nel 300 nasce un tipo strano: Eustazio di
Sebaste. cristiano duro e puro, asceta
senza sconti. Questo scoccia i Vescovi
(Vescovoni) della regione, che fanno un
sinodo a Gangres per mettere fuori legge
questa forma di ascetismo: celibato,
povertà totale e disprezzo dei sacerdoti
sposati, non partecipare alle loro
eucarestie, era veramente troppo.
Ritroveremo queste posizioni nei primi
movimenti pauperisti del Medioevo nel
nord Italia. Nella chiesa è tutto un corso e
ricorso, un fiume carsico che sprofonda e
affiora, più volte; e non è ancora finita.
A parte questo, Eustazio però accetta il
sinodo, in obbedienza ai Vescovi
E’ il primo che orienta le sue ed altrui
forze verso i poveri e i disgraziati.
E’ noto per essere stato maestro di
Basilio, (330-379) quello che sarà poi il
teologo della vita cenobitica.
(Non si può vivere di sole caserme, Laure
e colonne). La sua teologia non è per una
associazione di anacoreti o cenobiti, ma
In teoria, una cosa così sarebbe andata
bene anche ad Andreotti.
Vediamo la Pacomio 4 per il monaco
(che poi sarà chiamato ‘suddito’ da
Benedetto)
4. Colui che ha la pessima abitudine di stuzzicare
a parole i suoi fratelli e perverta le anime dei
semplici, verrà ammonito tre volte. Se non dà
retta e persevera ostinatamente nella sua
durezza, lo porteranno fuori dal monastero e lo
flagelleranno davanti alla porta, dandogli da
mangiare fuori solo pane e acqua, finché non si
sarà ripulito delle sue sporcizie.
Oltre che in Egitto il monachesimo
eremita lo troviamo in Siria, cogli stiliti
37Vitacons.wps
7
va diretta al cristiano come tale, e gli
piomba nel fondo dell’anima.
vergini e dai continenti, di cui abbiamo già
parlato all’inizio.
Il primo conosciuto è il presbitero
Novaziano.
Nel 380 Girolamo arriva a Roma e trova
un gruppo di ‘signore bene’ che fanno vita
ascetica dirette dalla vedova Marcella,
che poi si ritira fuori Roma con le
compagne, a fare vita monastica.
Un’altra aristocratica, Asella, a 12 anni
comincia a fare vita ascetica.
La sorella di Sant’Ambrogio, Marcellina,
fa l’asceta prima in casa sua, poi lascia
Milano con le compagne e continua a fare
vita ascetica. Stessa cosa per Lea a
Ostia. Melania fonda un monastero a
Gerusalemme, Paola lo fonda a
Betlemme. Siamo nel 360-380.
Del resto troveremo, andando avanti,
conventi misti sotto la direzione di una
Madre Abbadessa, secondo l’uso
derivato da Maria che presiedeva i
discepoli nel Cenacolo.
Le femministe se le studino, queste cose,
protestino meno e riflettano di più.
BASILIO
I suoi Moralia sono uno studio a tappeto
del Nuovo Testamento dove raccoglie più
di 1500 versetti della scrittura. E’ stato
per lungo tempo l’archivio teologico del
monachesimo. Anche Benedetto se ne è
servito in abbondanza.
I Moralia sono le Regole di Basilio.
Vediamo un po’.
1. La prima cosa che conviene a quanti credono
nel Signore è fare penitenza. Il tempo presente è
tempo di penitenza e di perdono dei peccati;
questa penitenza va fatta di tutto cuore, giacché
non basta il mero astenersi del peccare.
2. È impossibile che serva Dio colui che
s’immischia in faccende aliene alla pietà;
viceversa, chi obbedisce al Vangelo, deve prima
purificarsi da ogni macchia di carne e di spirito,
per divenire accetto a Dio nelle opere di santità;
giacché è impossibile che giunga ad essere
discepolo del Signore, chi si lascia colpire da
qualche cosa del mondo presente, o tollera
qualcosa che lo allontana, sia pur di poco, dal
comandamento di Dio.
Il primo monachesimo del nord è fatto da
Eusebio, vescovo di Vercelli.
Si dedica alla predicazione fra gli ariani e
invita i conciliari a sottoscrivere la
professione di fede di Nicea contro gli
ariani. Viene esiliato di brutto in Palestina,
poi in Cappadocia dove impara il modi di
vivere dei monaci egiziani. Ma guarda
che giro!
Eusebio fu il primo che in occidente riunì
in un cenobio, in piena città chierici e
monaci: era una novità assoluta.
3. Il primo e grande comandamento nella legge
testificata dal Signore è amare Dio con tutto il
cuore, e il secondo, amare il prossimo come se
stessi. È indice di non amare Dio e Cristo il non
osservare i suoi comandamenti, mentre è prova
di amarlo l'osservare i precetti di Cristo,
sopportando í dolori che né derivano fino a subire
la morte.
4. Onora e glorifica Dio chi compie la sua volontà;
lo disonora chi invece viola la sua legge.
Questa breve panoramica serve più di
tanti discorsi.
Per chi ne ha voglia, questi Moralia, si
trovano in appendice pag. 11: merita farci
un giro, perché riescono a mettere in crisi
ancora oggi, specie i giovani.
Nasceva il monachesimo urbano ed
episcopale. Gregorio Magno poi, ne fece
quasi un’istituzione.
Sant’Ambrogio fa un monastero per
uomini, fuori le mure, in località
boschetto, oggi Corso Sempione.- Arco
della pace, dove, scappato per non fare il
vescovo, il popolo l’aveva acchiappato.
( “se riscappo, fin qui arrivo, e in
monastero, mi rifugio”)
Poi curò anche due monasteri di vergini,
a Verona e a Bologna. C’erano poi i
monasteri di uomini ad Aquileia e di
vergini, lì vicino. Ci sono gli eremiti
MONACHESIMO IN OCCIDENTE
Il monachesimo da noi, in occidente.
Verso il 360 viene tradotta in latino la vita
di Antonio, primo Padre del deserto e
così a Roma si è conosciuto il
monachesimo orientale.
Da noi il monachesimo comparve come
sviluppo della vita ascetica fatta dalle
37Vitacons.wps
8
all’isola della Gallinara, di fronte a Finale
Ligure.
Ma guarda un po’ quante cose potremmo
conoscere andando in vacanza.
Tra questi monaci molti venivano
dall’aristocrazia ed erano istruiti, e
questa, là, era una novità.
I vescovi gallo-romani erano ostili
all’ascetismo monastico e andando a
pacificare una comunità parrocchiale in
discordia (i vescovoni sono sempre
all’opera!), muore là a Candes, nella sua
diocesi nel 397. Anche noi, a Treviso, nel
nostro piccolo, abbiamo avuto un santo
guerriero, San Liberale, più o meno nello
stesso periodo.
Non ditelo ai nostri pacifisti e ai buonisti,
se no ci rimangono male!
Si pensa che San Martino di Tours sia
l’iniziatore del monachesimo in Francia.
invece no. Eremiti ed eremitesse
esistevano già, riuniti in semi-comunità o
sciolti per i fatti loro.
MARTINO DI TOURS
Martino di Tours (317-397) arriva
dall’Ungheria, genitori ariani. Battezzato,
fa il militare di cavalleria per 25 anni
finché si stufa e nel 356 si ritira
dall’esercito e trova Sant’Ilario e per altri
15 anni fa esperienza di vita da
missionario e monaco. Diventato chierico
viene ordinato pure esorcista. Martino
torna nei Balcani, verso casa colla
resistenza anti ariana, poi torna per
Milano, forse nel monastero di cui sopra,
fa un giro alla Gallinara e nel 360 è a
Roma a vivere secondo il metodo degli
anacoreti ambulanti (monaci sarabaiti
senza regola né monastero, né
ovviamente voto di stabilità, e anche un
po’ casinisti). Benedetto era stato
mandato a mettere in riga una di queste
comunità e a momenti ci rimetteva la
pelle, a Vicovaro, per tentativo di
avvelenamento nel calice da messa.
Ma guarda che gente frequentava ‘sto
Martino, e l’hanno fatto pure santo!
Scendiamo dalle Gallie in Spagna, olè.
Il Concilio di Elvira del 300 attesta
l’esistenza di vergini e continenti. nel
concilio di Saragozza, contro i priscilliani,
movimento laico dei duri e puri i cui capi
vennero decapitati con grande
incavolatura di Sant’Ambrogio (e no, i
cristiani queste cose non le fanno!)
appare il nome di ‘monacus’. Vietato alle
vergini prendere il velo prima dei 40 anni
(oggi sulla questione del velo in Francia è
in atto un rapimento con probabile
decapitazione, se va come per gli altri. La
differenza è che non c’è Sant’Ambrogio,
ma Al - jaazera)
Si proibisce ai chierici di passare allo
stato di monaci (se non mi si svuota la
diocesi). Ma non finisce lì. Papa Siricio
scrive: “desideriamo e vogliamo che i
monaci si incorporino nei ministeri dei
chierici”. Siamo nel 385. La questione è
ancora aperta oggi dopo il Vaticano
Secondo.
E’ un duro di Nicea, della pastorale
missionaria tra i pagani e del
discernimento degli spiriti contro le forme
di falsa mistica.
In Francia sta 10 anni da anacoreta, in
una cella, e gli si forma attorno la solita
colonia di monaci, alle porte di Poitiers. Si
dedica anche a evangelizzare la
campagna vicina, pur essendo, la sua
comunità, urbana.
Nel 371, suo malgrado e contro l’ostilità
del clero mondano, è fatto vescovo di
Tours. Un vescovo pastorale militante e
un monaco spirituale, vince il secondo, si
fa una cella Marmoutiers, sulla Loira:
“parbleu, i fratres vengono a rompere
anche qui”.
37Vitacons.wps
9
autosufficiente in tutti gli aspetti della vita,
pratici e spirituali).
AGOSTINO
Agostino e i monaci. La sua Regola ha un
aspetto legislativo la cui influenza si
estende fino ai giorni nostri.
(Agostino è già stato trattato, per quanto
riguarda la sessualità, nella tesi
‘Teosesso’ a cui si rinvia)
Quelli che al loro ingresso in monastero
possedevano qualcosa nel mondo, lo mettano di
buon grado in comune. Viceversa, quelli che non
possedevano nulla, non cerchino in monastero
ciò che neanche fuori di esso riuscirono ad avere
Non si ritengano però felici per aver trovato il cibo
e il vestito che non potevano avere fuori. Né si
gonfino d'orgoglio per il fatto di vivere in
compagnia di coloro ai quali fuori non osavano
neppure accostarsi, ma elevino in alto il cuore e
non cerchino i beni della terra, perché non
succeda che i monasteri comincino ad essere di
profitto spirituale per i ricchi e non per i poveri, se
i ricchi vi diventano umili e i poveri
insuperbiscono.
Stava leggendo Paolo. Riaperto il libro gli
capita davanti agli occhi questa:
“non in crapule e ubriacature, non nelle
alcove e nelle impudicizie, non nelle
contese e nell’invidia; ma rivestitevi del
Signore Gesù Cristo e non abbiate cura
della carne si da destarne le
concupiscenze” - cavolo, ma fa proprio al
caso mio! ( come era capitato ad Antonio
all’inizio della sua carriera col : “va’ vendi
tutto quello che hai e dallo ai poveri e
avrai un tesoro in cielo, poi vieni e
seguimi”).
Devo dire che l’azione della Provvidenza,
ritenuta a torto generale, è invece assai
personalizzata.
Ricchi e Poveri in monastero
E non desiderate cantare null'altro all'infuori di ciò
che è prescritto da cantare, mentre ciò che non è
scritto per il canto, non cantatelo.
Se quanti sono deboli per causa della vita
trascorsa in precedenza, nel vitto vengono trattati
in maniera diversa, ciò non deve infastidire gli
altri o sembrare ingiusto a quanti un sistema
migliore di vita ha reso più forti.
Non richiamate l'attenzione col vostro
portamento, né cercate di piacere coi vestiti,
bensì con la vostra condotta
Agostino: monaco laico, monaco
sacerdote, monaco vescovo.
“Allora vidi quanto era necessario per il
vescovo avere e prestare una assidua
accoglienza umana a chiunque venga o
passi da lui ... allora volli avere in questa
casa del vescovo, un monastero di
chierici .... ecco quindi come viviamo noi
‘non c’era alcuno che considerasse come suo
Ordine, fratres, ordine!
Nel caso che i vostri occhi incontrino qualche
donna, non fissate lo sguardo su di lei. Non è
proibito vedere le donne quando uscite dal
monastero: il peccato è desiderarle o voler
essere desiderati da loro.........E quando, magari
senza pronunziare neanche una parola i cuori si
dichiarano reciprocamente l'impurità con mutui
sguardi, quand'anche i corpi restino immuni da
violazione immonda, la peculiare santità della
vostra vita scompare.
quel che possedeva, ma avevano tutto in
comune’ (At.4,32) nella società non è lecito
a nessuno avere qualcosa di proprio ... se
alcuni lo hanno, fanno un illecito.
Caspita, ma non bastava dire che la
proprietà è un furto, l’avremmo capito tutti
subito! , Marx è un copione, e neanche
tanto originale! E poi lo chiamano
materialismo ateo, ma dove?
il signore sì che se ne intende!
In tal caso, chiunque lo abbia visto, lo
denunci come un membro che dev'essere curato
E non pensate di nutrire malanimo, quando
denunciate il fatto, perché non sareste innocenti
invece qualora, tacendolo, permetteste che i
vostri fratelli periscano, Se ricusasse di accettare
la punizione, quando non voglia andarsene
spontaneamente, espelletelo dalla vostra
santa società. Non lo si fa per crudeltà, bensì per
misericordia, per evitare che, con la sua
contagiosa pestilenza, finisca per mandare in
rovina molti altri.
Un occhio veloce alla Regola, veloce in
quanto la regola è abbastanza pallosa.
Per chi vuole, c’è in allegato pag. 18 uomo avvisato mezzo salvato
“Questi sono i precetti che comandiamo di
Qui sta la differenza fra buono e buonista
osservare a voi che state vivendo in monastero”.
E come siete alimentati da una sola dispensa,
così dovete essere vestiti da un solo guardaroba.
E se possibile, non spetti a voi determinare quali
capi dovete indossare nelle varie stagioni
(precetti e comando, siamo in zona
Benedetto, del resto l’epoca era quella e
il monastero era una cittadella, chiusa ed
37Vitacons.wps
10
dell'anno, e neanche se ciascuno debba ricevere
l’abito che in precedenza aveva depositato in
comune, o invece uno già usato prima da un altro
fratello, purché ad ognuno non si neghi ciò di cui
abbisogna. Tuttavia, se ne nascessero dispute o
mormorazioni, se qualche fratello si lamentasse
d'aver ricevuto un capo di vestiario peggiore di
quello portato in precedenza, o affermasse di non
meritare d'essere vestito d'un abito già usato da
un altro fratello, misurate da qui quanto ancora vi
manchi in quella santa disposizione interiore di
cuore, a voi che questionate per l'abito del corpo.
Costantinopoli, dove il Patriarca della
concorrenza lo accoglie e lo manda a
Roma da Papa Innocenzo1°.Da Roma va
a Marsiglia e là sta per 20 anni.
Sembra che la provvidenza giochi a
biliardo di sponda, con lui.
Fonda un monastero doppio (maschile +
femminile) Per questi viene invitato a
scrivere i costumi - come vivevano - i
monaci in Egitto e Palestina. Scrive le
Istituziones: 4 capitoli di come vive il
monaco, 8 capitoli con gli 8 vizi principali,
nell’ordine: gola, lussuria, avarizia,
collera, tristezza, accidia (ansietà,
disgusto) vanagloria e superbia.
Voglio un saio di Valentino, oppure, se
non c’è, va bene uno anche di Versace,
ma della collezione di quest’anno, grazie.
I vostri vestiti vengano lavati con la frequenza
ritenuta conveniente dal preposito, sia da voi
stessi, sia dai lavandai, per evitare che la mania
di avere gli abiti puliti susciti nell'anima un
inconfessato amore alle vanità. Del pari, non si
neghi in alcun modo il bagno del corpo, quando lo
esiga la necessità o la malattia.
Questa era la classifica secondo Evagrio.
Vale più che un lungo discorso.
Ci sono poi le Collationes, conversazioni
sotto forma di conferenze (già allora)
E almeno i titoli ve li beccate, il resto in
appendice pag. 11.
a mali estremi, estremi rimedi :
lavarsi il corpo e i piedi.
Non abbiate diverbi tra di voi o smetteteli quanto
prima, affinché l'ira non si tramuti in odio, e di una
pagliuzza non si faccia una trave,
Le Collationes sono formate da tre gruppi di
conferenze: il primo ne comprende
dieci, il secondo sette, e il terzo altre sette. Le
dieci conferenze del primo gruppo, pur senza
costituire un’esposizione ordinata e didattica,
formano «un piccolo trattato di perfezione»: il fine
del monaco è conseguire il Regno di Dio,
e i mezzi per giungervi sono la purezza di cuore,
la carità, la contemplazione assidua (conf. 1 a);
per cammino è necessaria la discrezione, che
protegge da ogni eccesso e si apprende con
l'apertura di cuore e con la docilità agli anziani
(2a); la rinuncia contraddistingue. la vita
monastica e include tre gradi, attraverso i quali ci
si eleva progressivamente fino all'intimità con Dio
(3 a); tale rinuncia altro non è che la vittoria dello
spirito sulla carne ottenuta mediante una lotta
continua
(4a); la rinuncia consiste del pari nella
eliminazione dei vizi (5a); insieme a tali
combattimenti incessanti, è necessario anche
saper accettare le prove mandate dalla
Provvidenza (6a); nella battaglia intervengono
pure i demoni, di cui occorre altresì conoscere la
natura, la potenza e la tattica (7 a e 8 a); la
perfezione del monaco consiste infine all’orazione
ininterrotta (9a e 10a).
Questo primo gruppo di conferenze è il nucleo
fondamentale, giacché i due seguenti sono
soltanto complementi e chiarificazioni. II secondo
infatti svolge proprio i temi già esposti,
rispettivamente: la perfezione che consiste nella
carità, la castità, i rapporti intercorrenti fra grazia
e libertà, il valore della scienza spirituale o
contemplativa, l’esatto valore dei carismi, il bene
dell'amicizia, l'obbligo risultante dagli impegni
contratti; il terzo gruppo infine svolge la seguente
Poco casino!
Si ubbidisca al preposito come ad un padre,
conservandogli il dovuto rispetto, per evitare che
nella sua persona venga offeso Dio;
Ora, affinché possiate guardarvi in questo
opuscolo come uno specchio e non trascuriate
nulla per dimenticanza, esso vi verrà letto 1 volta
alla settimana.
Per tutta la vita. Amen.
Con Agostino si vive come ai tempi dei
primi apostoli, secondo quanto scritto
negli atti degli apostoli, appunto.
Per arrivare a benedetto manca ancora
una persona importante: S. Cassiano.
Di solito ci si va a sciare e tanto basta.
ma vediamolo un po’.
CASSIANO
360-430, contemporaneo di Agostino.
Forse nato in Romania, passa in Siria,
Curdistan, Palestina, Provenza:
e’ un giramondo. Fa tappa a Scete, in
Egitto, dove conosce Pafnunzio, tipo
strano di Padre del deserto.
Poi il Patriarca di Alessandria, Teofilo, fa
una dura persecuzione contro i monaci di
Origene e a Cassiano tocca scappare a
37Vitacons.wps
11
tematica: Le varie classi di monaci, il raffronto tra
vita cenobitica e vita solitaria; la penitenza e il
digiuno, i movimenti della carne, l’impossibilita
di restare immuni dal peccato per tutta la vita, La
rinuncia ai desideri del mondo, la mortificazione
delle passioni.
linguaggio umano, sempre debole. È come una
gigantesca onda pregna di tutti gli affetti santi, e
al contempo una sovrabbondante polla sorgiva,
donde l'orazione sgorga, trabocca e si dirama in
maniera inesprimibile fino a Dio»
È la realizzazione di ciò che Antonio aveva
sintetizzato in: L'orazione non è perfetta se il
monaco è ancora conscio di sé e conosce di star
pregando.
In definitiva con Cassiano si rinuncia e
proprio la rinuncia evangelica è quella
che distingue i monaci dai comuni
cristiani. Si rinuncia alla violenza,
beccandosi le ingiurie e non reagendo,
abdicando alla propria personalità ogni
qual volta essa ci metta in conflitto col
prossimo. Il digiuno (rinuncia al cibo)
aiuta a dominare l’istinto sessuale con cui
diventa possibile l’ultima rinuncia, quella
al matrimonio. Dopo tutte queste rinunce
esteriori parte la rinuncia del cuore, che
per noi è la conversione. La terza rinuncia
è quella del visibile, per passare allo stato
di contemplazione delle cose celesti, al
Verbo di Dio, attraverso l’orazione
interiore.
E’ impossibile amare Dio con tutto il
cuore senza contemplarLo. Con la
scrittura e la lectio divina si mette in moto
la contemplazione.
Non provateci nemmeno: potrebbero
portarvi al pronto soccorso e lì, spiegare
queste cose non farebbe che peggiorare
la vostra situazione.
Uomo avvisato, mezzo salvato
Per chi fosse interessato, provare
qualche ritiro spirituale monastico. Meglio
arrivarci lievemente preparati, per evitare
sonnolente sorprese.
BENEDETTO
Da qui Benedetto prende, rielabora
sintetizza gli aspetti teologici della sua
Regola. Pian piano, dalle basi ,stiamo
arrivando alla sintesi della Regola
Benedettina. Di questa vedremo solo i tipi
di monaci e quel che riguarda i gradi di
perfezione del monaco,12 gradi, come gli
scalini della scala di Giacobbe (vedersela
a parte)
Il fondo di questo stadio supremo è l'unione
d'amore, l'unità con Dio: è la stretta unitiva
soprannaturale dell'amore, tramite la quale noi
siamo introdotti in Dio e Dio in noi, fino a giungere
alla compenetrazione perfetta. L’amore e la
purezza di cuore si dispiegano allora in
un’orazione ardente e luminosa; l'intera vita del
monaco si converte in un'orazione unica e
ininterrotta «che non viene disturbata da alcuna
immagine, non si esprime in parole e nomi, ma
fluisce in una corrente di fuoco, in un trasporto
ineffabile, in un insaziabile impeto di spirito» «È
uno sguardo su Dio solo, un grande incendio
d'amore. Qui l’anima si fonde, inabissandosi nella
santa dilezione, intrattenendosi con lui come con
un padre, molto familiarmente, molto
teneramente»
L'anima concepisce contemporaneamente tutte le
forme di orazione «vola dall'una all'altra, fiamma
inarrestabile, fiamma divoratrice; si espande in
implorazioni tutte vive e pure, che lo Spirito esala
a nostra stessa insaputa verso Dio con gemiti
inenarrabili; l'anima concepisce e lascia
traboccare dal suo seno, in quel solo istante di
orazione, tanti sentimenti che in altro momento
sarebbe incapace non dico soltanto di esprimere
ma addirittura di richiamare alla mente» Ineffabile
orazione di fuoco! «Né suono di voce, né moto di
lingua, né parola articolata.
L'anima, completamente sommersa nella luce
proveniente dall'alto, non si serve ormai più del
37Vitacons.wps
CAPITOLO 1
Diversi tipi di monaci
È noto che quattro sono i tipi di monaci.
Il primo é quello dei cenobiti, cioè di quelli che
vivono in monastero obbedienti ad una regola e
ad un abate.
Il secondo tipo é quello degli anacoreti o eremiti,
di quelli cioè che, non seguendo i primi fervori
della vita monastica ma, dopo lunga prova in
monastero,
sono divenuti esperti, con l'aiuto di molti, nel
combattere il diavolo,
e, bene allenati nella vita comune, sono pronti al
combattimento da soli nell'eremo e, ormai sicuri,
senza il conforto degli altri, sono in grado di
lottare, con l’aiuto di Dio, contro le tentazioni della
carne e dei pensieri.
Il terzo tipo di monaci, il più abominevole, é quello
dei sarabaiti, i quali, non provati affatto da alcuna
regola né sottomessi al magistero dell'esperienza
che tempra come oro nella fornace, sono
rammolliti come piombo.
Essi mentiscono chiaramente a Dio, perché, pur
ostentando la tonsura monastica, vivono di fatto
secondo i criteri del mondo e delle sue opere.
Infatti, a due, a tre, e talvolta da soli, senza
pastore, non chiusi nell'ovile del Signore ma nel
proprio, hanno per legge l’appagamento dei
propri desideri;
12
ciò che approvano e scelgono, lo dichiarano
santo; e ciò che non vogliono, lo reputano illecito.
persevererà sino alla fine sarà salvo ...............e
benedicono chi li maledice.
Il quinto grado di umiltà fa si che il monaco, con
un'umile confessione manifesti all'abate i cattivi
pensieri che gli vengono in cuore nonché le
cattive azioni commesse di nascosto.
Il sesto grado dell'umiltà sta nel fatto che il
monaco si senta contento di tutto quanto c'è di
più vile e abbietto.......................: «Sono stato
ridotto al nulla e non capivo niente, al punto di
essere come un animale davanti a te, eppure
starò sempre con te».
Il settimo grado di umiltà si ha quando il religioso,
non contento di riconoscersi a parole come
l'ultimo e il più spregevole di tutti, crede anche,
sin dal fondo del cuore, di essere davvero tale,
.............
L'ottavo grado di umiltà è che il monaco non
sconfini in nulla dalla regola comune del
monastero, né s'allontani minimamente
dall'esempio dei maggiori.
Il nono grado di umiltà è che il monaco tenga a
freno la lingua, e, mantenendosi in un aureo
silenzio, attenda che gli venga chiesto qualcosa
per parlare, .........................
Il decimo grado di umiltà è che il monaco non rida
facilmente e subito, perché sta scritto: Lo stolto
ride strepitosamente».
L’undicesimo grado di umiltà .........
«La persona sensata si riconosce dalla sua
parchezza di parole».
Il dodicesimo grado di umiltà è che il monaco,
oltre ad essere umile nel suo intimo, lo manifesti
sempre anche col suo comportamento esteriore a
quanti lo vedono.....................................
Ne aveva fatto esperienza diretta a
Vicovaro
II quarto tipo di monaci é quello dei girovaghi, i
quali passano tutta la loro vita di paese in paese
chiedendo ospitalità per tre o quattro giorni nei
vari monasteri; sempre in giro e mai stabili,
schiavi delle proprie voglie e dei piaceri della
gola, sono del tutto peggiori dei sarabaiti.
Della pessima vita di tutta questa gente é meglio
tacere che parlare.
Lasciati dunque questi da parte, veniamo con
l'aiuto di Dio a disciplinare la fortissima stirpe dei
cenobiti.
Regola di S. Benedetto - estratto del capitolo 7
.....dobbiamo innalzare, coi gradini delle nostre
buone opere, quella stessa scala che apparve in
sogno a Giacobbe, sulla quale egli contemplò gli
angeli in atto di salire e scendere. A nostro modo
di vedere, questo scendere e salire non
significa indubbiamente altro all'infuori di questo:
che con l'alterigia si scende e con l’umiltà si sale.
La scala rizzata rappresenta la nostra vita in
questo mondo. Ora, quando il cuore scende, il
Signore lo innalza fino al cielo. I due longheroni di
questa scala sono il nostro corpo e la nostra
anima, nei quali la divina vocazione ha fatto
incassare i vari gradini dell'umiltà e
dell'osservanza, per darci la possibilità di salirvi.
Alla faccia della scala!
In roccia all’8° grado, meglio salire in
elicottero; in abbazia si arriva al 12°!
Vederseli in dettaglio nell’appendice
pag. 22 -B.B sarebbe meglio, ma anche
questi 12 solleticano la curiosità.
Allorché il monaco avrà scalati tutti questi gradini
dell'umiltà, giungerà ben presto a quel grado dì
amor di Dio che, essendo perfetto, esclude ogni
timore e grazie al quale, quanto egli prima
compiva non senza riluttanza, ora comincerà ad
eseguirlo senza sforzo, come istintivamente e per
abitudine, non già per timore dell'inferno, bensì
per amore di Cristo, per una certa qual santa
congenialità e per la soddisfazione insita nelle
stesse virtù. E il Signore si compiacerà di
manifestare tutto ciò tramite lo Spirito Santo nel
suo operaio, ormai purificato dai suoi vizi e
peccati.
E così, il primo grado dell'umiltà è che il monaco
tenga sempre davanti agli occhi il timor di Dio,
evitando in ogni modo di perderlo di vista; che
ricordi sempre tutto quanto Dio ha comandato e
mediti costantemente nel suo spirito come
L'inferno bruci per i loro peccati coloro che
disprezzano Dio, e come la vita eterna sia già
preparata per coloro che lo temono............
Questo hai fatto e io sono stato zitto».
II secondo grado dell'umiltà è che il monaco, non
amando la propria volontà, non
si compiace di soddisfare i propri desideri, ma
......
Il terzo grado di umiltà è che il monaco stia
soggetto al superiore in obbedienza per amor di
Dio, imitando il Signore, di cui dice l’ Apostolo:
fatto obbediente fino alla morte
Il quarto grado di umiltà consiste
nell’atteggiamento per cui abbraccia tacitamente
la pazienza nel suo intimo praticando
l’obbedienza nelle difficoltà e nelle maggiori
contrarietà, e perfino in mezzo a quante ingiurie
gli vengano inflitte, sopportando tutto senza
stancarsi perché, come dice la Scrittura, «chi
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Un monaco umile, ma con due palle così!
Non è che la Regola di Benedetto abbia
vinto subito. Nei primi due secoli ce
n’erano un’altra ventina, in parziale
variante o in concorrenza ad essa.
Cinesi all’opera?
Sembra di no.
IL POST BENEDETTO
Il fatto è che c’era il regno merovingio col
suo gran casino gallico-ispano (per
saperne qualcosa di più vedere la tesi
13
”Gregorio Magno; un monaco un
manager” dello stesso malcapitato autore
che scrive qui) C’era l’invasione celtico irlandese. C’era l’invasione longobarda.
Le carte in tavola erano cambiate.
Benedetto muore nel 547.
Fra la morte di Benedetto e quella di
Bernardo, si è sviluppata l’era monastica
vera e propria, quella delle famose radici
cristiane dell’Europa, quelle che per
Mitterand non ci sono.(così la Turchia
entra meglio)
“ I monaci di ogni tipo costituirono una
In Inghilterra il Cristo imperiale imposto
nel 2° secolo, dalla conquista romana, fa
poca strada e decade con la fine
dell’impero verso il quarto secolo. Celti e
irogalli costrinsero i cristiani alla fuga
verso le montagne dove si
riorganizzarono come Chiesa nella
Scozia sud-occidentale, di fronte all’isola
di Man.
Noto raduno degli hippies sessantottini.
San Patrizio, laico, portò il monachesimo
in Irlanda. Nel 550 il monachesimo celtico
fonda molti monasteri “parrocchiali” in
quanto ogni monastero corrispondeva al
territorio del clan il cui capo era il
proprietario del monastero. E’ il primo
esempio di monachesimo federale in
senso stretto. La devoluzione diocesana,
però! e poi dicono dei Celti ...
La Chiesa Irlandese aveva come
specialità lo studio della scrittura, dei
Padri, la trascrizione dei manoscritti
antichi, ascetismo e penitenze super e,
cosa strana per noi, la conpresenza di
spirito solitario e missionario: nel loro
“peregrinare pro - Cristo,” facevano un
lavoro da missionari.
Alla Chiesa anglosassone arrivarono
anche i monaci mandati da Gregorio
Magno che contribuirono a fondare le
prime abbazie. (Canterbury, 604).
Monaci celtico irlandesi e monaci romani
inviati da Gregorio Magno evangelizzano
l’Inghilterra. I monaci mandati da
Gregorio Magno ovviamente si saranno
portati dietro la Regola di casa, che era
quella di Benedetto, mentre in Italia
Montecassino era già stata rasa al suolo.
Dalla Scozia parte il “peregrinator Cristi”
Colombano il Giovane, monaco
pellegrino, fondatore di abbazie lungo la
strada. Dove ti arriva costui? In Francia
dove fonda il monastero di Luxeuil, una
vecchia città termale in abbandono che il
re di Borgogna gli aveva regalato. Grande
successo e sdoppiamento del monastero:
maschile - femminile: uno dei primi
monasteri doppi, che nei secoli seguenti
subirono una trasformazione
degenerativa, nel senso che si
sputtanarono leggermente.
componente specifica della società continentale e
insulare (Europa) influirono su di essa a tutti i
livelli: spirituale, intellettuale, liturgico, artistico,
amministrativo ed economico”
Cassino viene distrutta dai Longobardi
nel 580. Poi venne ricostruita nel 720, ci
fu una passata di saccheggio saraceno
nell’885, poi di nuovo ci pensarono
definitivamente gli americani nella 2°
guerra mondiale.
Dopo è stata ricostruita più bella di prima
e noi, visitandola, e volendo prender
messa, ci siamo sentiti dire: “non si può
entrare, questa è una messa privata!”
E pensare che come abbazia era stata
costruita su un ex tempio di Apollo: alti e
bassi delle divinità!
Ciascun monastero si faceva la Regola
sua, le cosiddette Regole Miste, che si
ispiravano vagamente a Benedetto.
C’è poi la misteriosa Regula Magistri e la
Regola di Benedetto di San Cesario di
Arles. Tale pseudo Benedetto va sotto il
nome di Regula ad Virgines, per le
monache e Regula ad monacos, per i
monaci: umiltà e obbedienza.
Più che benedettina, però l’influenza è
agostiniana.
Sul modello di queste c’è la Regula
Tarmantensis e la Regula Ferreoli:
ce n’è per tutti.
Scomparsa in Italia la Regola Benedetto
D.O.C., ricompare misteriosamente in
Inghilterra, passa in Irlanda, per poi
venire importata dai monaci pellegrini di
nuovo in Italia.
Ma guarda che giro.
Vediamo come è andata.
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14
In Italia viene fondata abbazia di San
Colombano alle porte di Milano.
Ancora oggi si festeggia in grande la
‘Fiera di San Colomban’.
Colombano scrive due Regole: una
spirituale che include passi scelti di
Basilio e Cassiano (chi è interessato vada
a vedersi in appendice pag.11), e una
disciplinare che era una specie di codice
penale per le infrazioni. La dottrina è
raccolta nei “Sermones”:
- la vita è incerta e la sua sicurezza è
piena di illusioni
- l’unico rifugio è Dio, la dignità dell’uomo
è essere a immagine di Dio.
Rammenta l’azione profonda dello Spirito
Santo e per sua devozione si era dato il
nome di Columba = colomba, simbolo
dello Spirito Santo.
I Pentecostali di oggi avrebbero qualcosa
di vecchio, ma dannatamente attuale su
cui riflettere, così come anche i parroci
che ostacolano normalmente i movimenti
carismatici.
singoli o associati, l’importante era: stabili
sì, ma “foera di’ ball”.
Data l’esenzione ottenuta, Bonifacio
pretese che i vescovi giurassero fedeltà
al Papa e che nei monasteri si
introducesse la Regola di San Benedetto.
In parole povere: io non sono tenuto ad
obbedirvi, gran ...... e quindi pretendo da
voi obbedienza al Papa e Regola di San
Benedetto nei monasteri. Caspita che
giro lungo ha fatto la Regola, quasi un
rally europeo.
La Regola di Benedetto, scritta a
Montecassino, esportata da Wilfrid e
Benedetto Biscop nell’Inghilterra e da qui
con Willbrod e Bonifacio riportata sul
continente, torna a Montecassino.
Montecassino viene ricostruita nel 720.
Colombano e Bonifacio, due monaci
made in England.
In Spagna, dopo le invasioni germaniche
del 650, c’è un rinascimento spirituale
che finisce di brutto nel 711 coll’invasione
dei mussulmani. In quel periodo c’è
Sant’Isidoro di Siviglia che scrive la
Regola Monacorum, sul tipo di
Montecassino. Utilizza le Instituziones di
Cassiano, copia pezzi interi della Regola
di Pacomio (caserma Pacomio) e ci
aggiunge un pizzico di Sant’Agostino e
della sua Regola e del suo trattato “De
opere monacorum”.
Mescolare, agitare bene e servire con
ghiaccio.
San Bonifacio vien giù dall’Inghilterra,
passa per la Germania e l’Austria
fondando monasteri. Gli viene anche
data, per il suo monastero di Fulda in
Germania, l’esenzione canonica completa
da qualsiasi vescovo diocesano, che a
quel tempo erano spesso i Vescovi-Conti:
V.C., nel monogramma il loro
programma. (puttanieri e speculatori).
Cominciano le costruzioni delle cattedrali.
La cattedrale era una chiesa con
cattedra. La cattedra era un “caregon de
piera” su cui il vescovo pronunciava i suoi
discorsi. Questo “caregon” lo rendeva più
visibile in cattedrale e gli dava autorità.
Dalla cattedra, penso, derivasse la
poltrona di ministro, allora.
Oggi la poltrona di ministro ha una
duplice funzione:
- le gente vede il ministro nella sua
poltrona
- la poltrona vede solo le chiappe di ogni
ministro. (meditate gente, meditate!)
San Fruttuoso (non quello vicino a
Camogli) scrive un’altra Regola:
“Regula complutensis”.
Sempre in cerca di solitudine, organizza
confederazioni di monasteri e muore
costruendo il suo ultimo vicino a Braga. Il
succo della Regola è la vita
contemplativa e la tensione fra la
vocazione eremitica e l’aiuto che ad essa
dà l’organizzazione cenobitica.
Il cenobio come allenamento e stazione di
servizio per gli eremiti - l’abate come
preparatore atletico - Che bello, nessuno
che ci rompe, nessuno che ci assale( se
ci rapinano, che ce frega?), non abbiamo
preoccupazioni per il cibo, possiamo
contemplare Dio in tutta tranquillità.
Cosa potevano fare i monaci in tale
situazione, con un Abate tipo V.C.?
Tenere ferma l’obbedienza alla Regola e
andarsene a formare dei romitori o eremi,
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15
La cosa strana è che la “Regula
complutensis” non è un regolamento
condominiale, o un sistema di governo
dell’abbazia, ma è un patto formale tra
l’Abate e i monaci, che si sottomettono
alla sua autorità in cambio della sua
direzione spirituale (l’allenatore).
Ricordate il patto con gli elettori di
Berlusconi? non c’entra niente.
e via regolando ... per far rivivere in tutta
la sua purezza la Regola di San
Benedetto.
Ma Benedetto di Aniane, l’abate che
avrebbe dovuto far funzionare il
“Capitulare monasticum”, muore 4 anni
dopo. C’è la disgregazione dell’Impero
Germanico di Carlo Magno, i vassalli si
ribellano e diventano indipendenti
( se ci fate caso, da Alessandro Magno in
poi, le cose troppo grosse non durano.
Vedi Stalin e fra poco l’Europa, quella di
Prodi, con dentro i Balcani, l’Ukraina, la
Turchia: così avremo confini con la
Russia, il Califfato del Caspio in
ricomposizione rapida da parte dal Capo
dei Guerriglieri islamici Ceceni, l’Iran,
l’Iraq, la Siria).
Prodi in Europa vuole questo mostro.
A casa nostra Azeglio Ibn Saud bin
Ciampi esige da tutti noi il dialogo
interreligioso coll’Islam: “
“L’Islam è una cultura antica e raffinata.
Ha diffuso nei secoli messaggi di
tolleranza e civiltà. conosce il significato
positivo della convivenza. Apprezza la
voce della saggezza.”(28-09-04): il bello
di tirare le tesi in lungo per aggiornarle in
tempo reale!
AL TEMPO DI CARLO MAGNO
Facciamo una premessa, cosa rarissima
in questo scritto. Nell’epoca carolingia
c’era il clero secolare che seguiva la
Regola di Krodengang, più comoda e
tranquilla, e il clero regolare che seguiva
la Regola di Benedetto, pur con tutte le
varianti di cui sopra, più dura e meno
comoda. Monasteri fiacchi cercavano di
passare da Benedetto a Krodengang,
perché così era più facile, mentre il clero
secolare fece qualche tentativo di regola
benedettina, per ridurre lo sputtanamento
ma non vi riuscì. Diamo un esempio:
volete seguire la Regola di San
Benedetto? Bene, fatelo in un angolo del
monastero, voi che ci tenete, ma non
rompeteci le scatole, però.
In tutto questo fiorire di Regole applicate,
nessuno ci capisce più molto, alcuni
addirittura nulla. Uno di quelli che non ci
capiva più nulla era Ludovico il Pio.
Carneade, chi era costui?
Ludovico era il figlio di Carlo Magno.
I monaci dovevano essere allineati,
coperti e teutonicamente regolati
nell’uniformità.
Con questo scopo convocò tutti gli abati
presenti nell’impero germanico, (817) in
un Capitolare Monasticum.
Se volete vederne delle belle, e ve lo
consiglio, andate all’appendice pag. 24,
là c’è tutto.
Ogni commento è proibito perché
suonerebbe come vilipendio allo Stato
nella persona del Presidente della
Repubblica atto condannato ancora oggi
dal codice penale Rocco, dell’epoca
fascista, che nessuno ha ancora
abrogato: Comunque il Ministro Pisanu
ha invitato i prefetti a formare
di gruppi di dialogo interreligioso
provinciali, (vedi circolare del Ministro ai
prefetti - e non è uno scherzo. -)
Scopo di questo dialogo a senso unico,
imposto dai prefetti ( quelli che vietano di
vietare il Burqua nei luoghi pubblici), è
l’integrazione. Visto che loro di
integrazione non ne vogliano sapere, e il
dialogo è obbligatorio, dobbiamo per
forza per integrarsi, islamizzarci noi.
Per chi non è d’accordo, c’è la denuncia
per razzismo, colla legge Mancino, o il
mandato di cattura europeo per il reato di
razzismo o xenofobia o tutti e due:
2. Tutti i monaci in grado di farlo, imparino la
Regola a memoria.
7. Dare il permesso di fare il bagno rientri nelle
facoltà del priore
10. Non mangino mele né lattughe fuorché
quando si prenda un altro alimento.
14. Non vengano flagellati nudi davanti agli occhi
dei fratelli, per qualsiasi colpa.
21. La misura della cocolla sia di due cubiti.
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siamo circondati.
Siamo per un momento seri,
ma seri sul serio:
Fino a quando potrà durare tutto ciò?
coste che capitano loro a tiro. Quasi non
bastasse, dalle terre dell’auspicato
allargamento ad est dell’Europa, arrivano
gli Unni, cavalleggeri scacciati dalla
steppe a loro volta dai Tartari che
venivano ancora più da est (i nuovi
confini dell’Europa di Prodi: ci sono tre
alternative: ridere, piangere, incazzarsi).
Ma tutto questo che centra coi
monasteri?
L’ALTO MEDIO EVO
Torniamo all’Alto Medio - Evo.
Potere delle due spade: Chiesa e Impero
uniti. Casca l’uno, casca l’altra, nella
cristianità.
Nell’Islam questo è impossibile, perché
Chiesa e Stato Islamico sono
consustanziali,( per farci capire anche dai
nostri buonisti cattolici, quelli dell’Islam
moderato e democratico -dov’è?-)
Casca l’altra: vediamo un po’.
Man mano che i saraceni arrivavano, la
prima cosa che facevano era assalire,
saccheggiare e distruggere i monasteri.
Un po’ perché glielo diceva Allàh, molto di
più perché erano luoghi isolati e
vulnerabili e pieni di ricchezze tentatrici. A
quel punto i monaci che avevano fatto
voto di stabilità e povertà in monastero si
trovavano, senza monastero e
forzatamente poveri, privi di tutto.
Icmaro di Reims, arcivescovo tipo V.C.
decide di farsi i fatti suoi, vessando i
vescovi a lui sottoposti e fregandosene
della vigilanza Pontificia. Papa Nicolò 1°
si incavola e rivuole la supremazia sui
poteri spirituali e soprattutto temporali.
Questo sgrugnarsi improvviso con la
povertà, diventando da eremiti, profughi,
fece saltare i nervi a più di qualcuno,
sicché le prescrizioni della Regola
cessarono di essere osservate. A quelli
che gli andava bene, trovavano rifugio
nelle città fortificate, cittadelle murate,
poste, in genere, sulla cima di una collina.
Ma guarda un po’ per quali vie i monaci
sono diventati cittadini! Come tali
dovevano mantenersi lavorando: alcuni
esercitavano professioni secolari, altri si
mantenevano coi propri redditi, chi ce li
aveva; e chi no, ciccia!
Andavano mendicando. Ma guarda un po’
come è nata l’idea degli ordini
mendicanti. Per quanto ciò sembri, oggi,
una rinuncia di alta spiritualità, all’inizio,
anche la Provvidenza ci ha messo del
suo.
Poi il vento cambia, arriva il secolo buio. I
Papi si adeguano, se no li fanno fuori.
(per i simpatici dettagli vedere la tesi : “ci
racconti com’è andata”)
Siamo circondati, anzi erano circondati.
Da sud arrivano i Saraceni bloccati a
Poitiers, vicino all’attuale sede del
Parlamento europeo, da Carlo Martello,
nel 732, se no Ciampi non dovrebbe ora
sbracciarsi tanto col dialogo islamico.
Dalla Spagna e dal Magreb, pirati
musulmani occupano le Baleari e la
Corsica e la Sicilia (827 - 902) Regno
islamico (vedi un po’ la riscoperta delle
radici e delle tradizioni). Saccheggio di
Nizza, Marsiglia, Arles, Roma (846),
Puglia, Campania (e a questo punto forse
l’Azeglio un po’ di ragione ce l’ha) .
Dal nord arrivano i Normanni (norvegesi,
danesi, scandinavi - quegli uomini del
nord che ancor oggi fanno resistenza a
entrare nell’euro -) che coi loro navigatori
Vichinghi si beccano l’Irlanda, le Orcadi e
le Ebridi; i Danesi saccheggiano
l’Inghilterra e risalendo la Senna puntano
a Parigi (che non c’era ancora) poi
attraverso le Colonne d’Ercole (Gibilterra)
arrivano in Mediterraneo e risalendo i
fiumi colonizzano in pianta stabile tutte le
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I monasteri non distrutti, si affidavano a
dei protettori laici, i famosi Abati secolari
o commendatores che sfruttavano
bellamente il patrimonio dell’Abbazia,
andavano a caccia, a donne e
ostentavano lusso.
Avete presente il commendatore?
I monaci rimasti si dividevano la mensa
comune e poi ciascuno faceva i fatti suoi
17
I monaci, una volta sposatisi, rimanevano
nel chiosco con mogli e figli: tali nuove
famiglie monastiche “si inimicavano fra
loro con liti ed invidie”. I Vescovi al
Sinodo di Magonza (888), si dichiararono
impotenti di fronte a cotale casino.
invitare ognuno a farsi un’idea personale
della faccenda.
Anche a questo serve lo scanner
certosino.
Cluny nato riformatore con una
velocissima espansione diventò
centralizzatore lottizzando, al suo interno
tutti vari monasteri sottoposti alla Regola.
(monasteri, ministeri, diremmo oggi)
Cluny, da lottizzatore, morì lottizzato.
L’Abbazia e il suo complesso, infatti,
vennero venduti a lotti, da uno
sprovveduto che l’aveva comprata in
blocco al momento del fallimento.
E non mi dite che la Provvidenza, in tutti
questi giri, non c’entra niente! Non è
moralismo da due lire, ma è uno sguardo
sorridente ad una realtà santificata ed
enfatizzata a vanvera da chi non ne sa
niente. E capita spesso, oggi.
Un po’ come le crociate: dopo una
novantina di invasioni islamiche, dal 711
al 1000.
Vedersi l’elenco dettagliato di tutte le
novanta invasioni prima delle crociate e
delle altre 82 dalla crociate (1096- 1965)
Vedere per credere e, dopo avere visto,
se possibile, rifletterci sopra ricordando i
reati previsti dal Codice Rocco.
L’Europa o quello che era allora, si era
rotta e le crociate non furono un atto di
invasione, ma una reazione alle novanta
e più prime invasioni subite. Prova ne è
che il Santo Sepolcro da liberare nel 1080
era già stato distrutto dal Califfo
Al-Hakim, nel 1009, così i cristiani la
piantavano di rompere con questo
sepolcro. Inoltre dal 1046 c’era in
Gerusalemme un Ordine Ospedaliero che
curava pellegrini e locali . Per chi vuole
saperne di più., in maniera
anticonvenzionale, vada in crociata
alla tesi “Ci racconti com’è andata”
L’inventore di Cluny è l’Abate Bernon,
aiutato dal nobile Guglielmo il Pio.
Seguono nell’ordine gli Abati: Oddone,
Aimaro, Maiolo, Odilone, Ugo, Pons, Ugo
da Marcigny, Pietro il Venerabile (rieccolo
quello che definì il Corano “un monte di
merda” e data l’epoca, e non presiedendo
ancora Ciampi, non gli si poteva dare
torto).
C’è però chi vi pose rimedio. Invece di
raddrizzare monasteri in rovina edilizia e
spirituale, era più facile lasciarli perdere e
costruirne dei nuovi dove si osservasse la
Regola. E a chi ti viene in mente questa
idea così semplice? A un nobile, il conte
Geraldo che fonda il monastero di Aurillac
(890). Ci fu poi una gara di rinnovatori,
monaci scelti, che continuarono l’opera
interrotta da Benedetto di Aniane, però
con alle spalle famiglie laiche ricche e
veramente cristiane.
Tutti questi gruppi di fondatori di nuovi
monasteri, prima indipendenti, si
incontrarono e misero in comune le loro
esperienze in buona fede e qui sta la
novità della faccenda: non tiravano più a
fregarsi a vicenda. I vecchi monasteri
esistenti, quelli rimasti indietro, si
sentirono molto a disagio, perché, per
contrasto, venivano sputtanati e quindi
per amore o per forza si rinnovarono
anche loro. Nacque così la restaurazione
monastica, uno dei fatti più salienti del
secolo decimo. (900) Il principale centro
di riforma fu Cluny, che funzionò per
quasi due secoli.
Comunque questo colpo di frusta alla
decadenza dei monaci subirà un effetto
contrario alle previsioni, nella
burocratizzazione di Cluny, che porterà,
attraverso il suo trionfo, al collasso della
Regola di San Benedetto.
Vedere appendice pag. 27, molto
istruttiva, su Cluny.
CLUNY - LA RESTAURAZIONE
Da Cluny voleur a Roma ladrona?
Da “Ora et labora” ad “Ora e basta”:
mangiavano come maiali per resistere al
ritmo olimpico imposto alla salmodia.
Ogni commento qui suonerebbe
moralistico. Da rozzo ed incolto preferisco
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18
L’Abate, il più noto, Pons De Melgueil
(1109-1122) finì la cattedrale lunga 181
metri e alta 30, con sette campanili.
Il Pons, tornato dalla Terra Santa tentò di
cacciar ‘manu militari’ Pietro il
venerabile, ma venne scomunicato dal
Papa, imprigionato a Roma, dove morì.
San Romualdo, protestando contro
“donne e champagne” di Cluny.
Segni particolari: insistenza sulla
solitudine, sulla orazione e sulla austerità
e reazione contro la ricchezza monastica.
Poi ce n’è un altro: San Giovanni
Gualberto che scappa dal monastero di
San Miniato al Monte perché “sconvolto
dall’elezione simoniaca del suo abate”.
In poche parole gli era arrivato un abate
V.C. e lui scappa a Vallombrosa, noto
centro di ritiri spirituali democristiani e,
oggi, di cattolici di sinistra e pensare che
Vallombrosa deve la sua nascita a San
Giovanni Gualberto!.
E mentre Cluny finiva a donne e
champagne, fa capolino la famiglia dei
cistercensi. Monaci generosi e
insoddisfatti se ne uscivano “foera dì ball”
per cercare una vita di maggior povertà e
solitudine contemplativa, in romitori o
cenobi. Andatevi a vedere la Regola della
vita eremitica in appendice pag 40,
conoscerete qualcosa sui gatti, al
capitolo: Castità.
E ancora un altro, in Francia: San Bruno
che arriva alla Chartreuse nel 1084 e
fonda con ben sei compagni il famoso
eremo da cui derivano i certosini.
E’ in un posto isolatissimo con fitti boschi.
Là costruiscono le prime 7 celle con al
centro chiesa, vicino a una fonte.
I fratelli laici si insediano 3 km a valle
nella casa inferiore, con chiesa, abitazioni
in unico stabile, fattoria, stalla, laboratori,
infermeria, portineria. Un po’ come
Camaldoli, per intenderci. Fra l’altro, la
stessa disposizione l’abbiamo trovata in
monasteri, 2 maschili + 1 femminile, in
posti diversi, sui Carpazi, in Ukraina
Segni particolari di S. Bruno: si
costituisce in fonte autonoma rispetto alla
Regola di San Benedetto (dopo quello
che ne avevano fatto a Cluny, non aveva
tutti i torti)
LA RIFORMA MONASTICA
ha come perno Gregorio 7°, e la sua
riforma iniziata già da Papa Leone 9° nel
1049. Facciamo una breve carrellata sui
principali personaggi coinvolti in Europa,
quelli che purtroppo - per Mitterand hanno consolidato le sue radici cristiane
Romualdo era uno di questi. Nasce
bene, figlio del Duca di Ravenna nel 952.
Cluniacense di S. Apollinare in Classe,
pianta tutto e si ritira in laguna, a Ciòsa, a
far l’eremita.
Continua per altri 10 anni in Catalogna
poi torna in Italia, verso il1000. Nominato
abate di S. Apollinare, resiste un anno,
poi se ne va e si fa un eremo a Fonte
Avellana, poi a Camaldoli, il più
importante, nel 1012. L’eremo era una
“laura” a forma di cellette schierate
attorno alla chiesa, ciascuna divisa da un
alto muro.
Una specie di villaggio turistico a
Bungalows.
Cenobio, stazione di servizio e sicurezza
per l’eremo, che è il top.
Vedere la Regola eremitica in appendice
pag. 40, (quella del gatto) Muore
nel1027, Romualdo, senza lasciare
regole o istituzioni scritte.
San Pier Damiani prosegue la sua
azione nel romitorio di Fonte Avellana e
redige il suo programma nella : Vita di
37Vitacons.wps
Bruno è un amante dell’ordine e il bene è
la scala per misurare tutto e tutti e per
finalizzare e ordinare il suo progetto di
vita. Centro della vita monastica è la cella
e non più l’abate. Le novità sono: l’abito,
la formula di professione, i fratelli laici, la
liturgia. Cucinavano da soli nell’angolo
cucina che ogni cella aveva; in refettorio
la domenica e feste.
Importante: andarsi a vedere la Regola
Certosina, in appendice pag. 30: qui si
riporta solo un assaggio.
“"Per gli amici di questo mondo, nulla è più
faticoso del non poter lavorare”
19
“Operiamo il bene per tutti, massimamente verso i
fratelli nella fede» (Gal 6, 10). 6.
Oltretutto, ci sono villaggi a noi vicini pieni di
poveri direttamente conosciuti da noi, dove
possiamo portare e distribuire quanto ci
sopravanza.
Riteniamo più giusto e ben fatto portarlo là,
anziché attrarre qui folle di mendicanti.”
Saggezza Lampedusana.
riforma la Regola di Aquisgrana,
abolendo i capitoli 115 e 122 relativi alla
proprietà privata e alla alimentazione, che
fosse uguale per tutti e che i canonici
dormissero in case comuni. Dura
reazione di questi per la difesa contro la
violazione di diritti acquisiti. La riforma dei
canonici portò alla comparsa di canonici
eremiti poi passati a canonici regolari,
con adozione d’una regola di vita seria.
Molte di queste comunità formate da
chierici e laici, uomini, donne e ragazzi,
adottarono la Regola di Sant’Agostino.
Ma di quale Agostino si tratta? Di un
Agostino non scomodo: la Regula Tertia,
adottata da Sant’Agostino e il suo clero.
Adesso, adattata la si chiama Regula
Canonicorum: uso moderato di carne e
vino, liturgia gregoriana, l’abito di lino,
digiuni rari, silenzio limitato a certe ore
della giornata.
Il riciclaggio ha i suoi vantaggi!
1. Abbiamo scelto un numero così ridotto di
religiosi, per la stessa ragione per cui non
accudiamo alle cavalcature degli ospiti, né
abbiamo una casa per distribuire elemosine. E il
motivo è sempre quello di non vederci obbligati a
sopportare spese maggiori di quelle tollerabili
dal luogo in cui dimoriamo, e quindi trovarci
costretti a girare chiedendo la carità: cosa che
aborriamo.
Così è, anche se non vi pare. Noi, dei
certosini, conosciamo, per sentito dire,
soltanto la pazienza.
Sempre in Francia c’è Roberto De
Arbrissel, predicatore ambulante che
fonda ad Angiò un’abbazia doppia, fatta
di tre monasteri: 2 per donne e una per
uomini. La direzione del complesso
eremitico è data alla Gran Madre
Badessa. Il capo quindi era una donna.
I CANONICI REGOLARI
I canonici sono chierici che osservano il
Canone (i testi delle Scritture, dei Padri e
dei Concili che fissano le linee della vita
clericale) e il Concilio di Autun (670)
istituisce l’Ordine Canonico. Quindi i
Canonici vengono da molto lontano.
Nel 750 Krodengang, vescovo di Metz
aveva creato una disciplina claustrale per
i canonici con dormitorio e refettorio
comune, senza escludere la proprietà
privata personale.
Monaco sì, povero, col cavolo!
I canonici, monaci, obbligati alla
perfezione evangelica, possono
comunque mangiare carne, usare vestiti
di lino, possedere rendite ecclesiastiche
(Concilio di Aquisgrana 816). La riforma
di Gregorio 7° si abbatte su queste cose.
Nel Sinodo Laterano del 1059 si
attaccano queste disposizioni di
Aquisgrana causa della decadenza dei
canonici, con la loro proprietà privata.
Sono passati 10 anni dal Concilio
Laterano di riforma.
Sorge la polemica tra monaci e canonici
regolari sulla “cura animarum”. Più che
cura animarum che voleva dire
predicazione, messe e offerte, si trattava
di “cura pecuniarum”.
Ma questi che sono andati “foera di’ ball”
a fare gli eremiti, adesso tornano qui a
rompere e pretendono anche di predicare
e di darci lezioni di comportamento
morale? Giammai!
I canonici regolari nel 12° secolo
produssero: 4 papi, numerosi cardinali
legati e vescovi, Alberto patriarca di
Gerusalemme e organizzatore del
Carmelo, di cui parleremo poi.
Ci sono i Premonstratensi. Chi sono?
San Norberto si convertì nel 1115 con un
vero colpo di fulmine, nel senso che fu
colpito da un fulmine in un temporale,
sotto un albero. Trovandosi in punto di
morte, si convertì alla vita cristiana e gli
viene premostrata in visione la sua
vocazione (premontré = premonstratensi)
Detto fatto va nel bosco di Coucy dove
fonda con un gruppo di discepoli una vita
evangelica ed apostolica. Adotta la
Sant’Agostino rigida (ordo novus).
La riforma gregoriana coinvolse anche
l’istituzione canoicale. Papa Nicolò 2°
37Vitacons.wps
20
I premostratensi hanno subito successo e
si diffondono nella Germania orientale.
Pensa che il religioso debba spendere i
suoi tesori di fare “nell’opera di condurre
a Dio il maggior numero di uomini”.
“Predica, dissoda et bonifica”
E’ l’antenato degli Ordini mendicanti.
Appare in molte congregazioni di
canonici, la tenera devozione all’umanità
di Cristo e alla Madonna che sarà alla
base della spiritualità francescana.
servitori, e mettevano i tre voti della vita
religiosa (castità, povertà, obbedienza).
L’Ordine di Santiago ammetteva anche
persone coniugate. Consideravano la
guerra come apostolato, posizione
mentale distante dalla nostra sensibilità,
ma coincidente con quella di Maometto.
Per capire il perché: vedere in appendice
‘le invasioni islamiche - elenco’ pag. 61
Vi sono: l’Ordine di Santiago “Matamoros”
(assai poco politicamente corretto) in
Galizia, (quello del pellegrinaggio
podistico di 100km che oggi è in gran
voga), l’Ordine di Alcantara, di Avis in
Portogallo.
I MOVIMENTI PAUPERISTI
In Italia le prime regolarizzazioni di
canonici si devono a Romualdo e Pier
Damiani. Re e Signori aiutano con beni il
formarsi di canonici regolari, con
Fondazioni ospitaliere, della pataria
milanese, che viveva in maniera umile,
con duro lavoro e indossando panni
grezzi (le patte da cui i Pattari), Con lo
stesso tipo di panno si vestivano i begardi
e le beghine in Belgio, ma questa è
un’altra storia.
Parte di questi movimenti, però si
ribellarono alla gerarchia curiale e
deviarono verso una protesta, seppure
motivata, contro l’obbedienza alla Chiesa.
Gli antenati di Calvino.
Vedi Appendice pag. 28
L’Ordine dei Templari era dedicato alla
difesa delle vie di comunicazione per
raggiungere il Tempio di Gerusalemme, e
l’Ordine dei Mercedari, e Trinitari erano
addetti al riscatto dei cristiani che là
venivano rapiti dagli islamici. Finché
c’erano soldi per pagare il riscatto dei
rapiti fatti schiavi, si pagava, quando non
c’erano più soldi, ma c’erano i rapiti, si
facevano spedizioni militari spicce (un
blitz e via) per portarseli a casa.
A parte il petrolio, che c’era anche allora,
ma non si usava, niente di nuovo sotto il
sole.
Per gli eventuali pacifisti no-global
interessati ad un approfondimento del
tema, in appendice pag.35 si trovano:
estratti di Regole dei Templari, Trinitari e
Mercedari a pag. 36
Vivamente raccomandato a chi, prima di
parlare in una conferenza voglia
sincerarsi che il suo cervello sia inserito.
Potrebbe darsi che qualcuno fra il
pubblico fosse al corrente di queste cose
e gli facesse quindi fare una figura di m...
GLI ORDINI OSPITALIERI E
GUERRIERI
Dopo le Fondazioni, nascono anche gli
Ordini ospitalieri: alcuni invece di andare
coi chierici eremiti conducono vita da
penitenti pellegrini e fondano case di
accoglienza per i viaggiatori e i pellegrini.
A Gerusalemme l’Ordine degli ospitalieri
è presente dal 1048, quindi 50 anni prima
delle crociate. Al passo del Gran San
Bernardo si crea l’ospizio, quello coi cani
Sanbernardo, per capirci, per cui ci si
chiede se la visita degli islamici in zona, a
suo tempo, fosse stata fatta con gli sci
(vedi le invasioni islamiche - Elenco in
appendice pag. 61)
BERNARDO
Per arrivare a San Bernardo bisogna
passare da San Roberto.
Altro Carneade - chi era costui? Costui con altri 14 compagni abbandona
Molesme (donne e champagne) per
andare in una selva fuori mano, il
Cistercium, (Citeaux) nel 1100, fra
immensi boschi ceduti dal Visconte di
Beaune. Il luogo ”per la densità del bosco
e delle spine era abitato solo da fiere”.
Da Ordini di questo tipo, con l’arrivo dei
chierici al posto dei laici, nascono spesso
Ordini Militari.
I membri degli ordini militari erano ripartiti
in tre classi: cavalieri, cappellani e
37Vitacons.wps
21
San Roberto dovette tornare a Molesme
da quel posto meraviglioso, per ordine del
suo Abate, se no gli si svuotava l’abbazia
e, da Santo ‘standard’, obbedì. Il suo
posto venne preso da Alberico che
riosservò la Regola Benedetto DOC. Là si
faceva una vitaccia: dura, rude e povera
e i laici conversi, lavoratori strenui, in
mezzo a tante privazioni, non reggevano.
Dopo c’è stato Stefano, inglese, e infine
Bernardo.
Il monastero era in crisi di vocazioni e
rischiava la chiusura.
necessario per percepire il bisbiglio della
voce divina che parla dentro (senza
essere matti)
Sembra di sentire una predica new - age
o di essere in un centro wellnes: come si
vede, tutto si ricicla, aggiungendoci un
pizzico di fascino orientale con
aromaterapia e illuminoterapia. E nostri
gonzi ci credono, e magari per questo
smettono anche i venire in chiesa
credendo di avere trovato una nuova
religione, questa sì valida ...
Ci lamentiamo che i cinesi copino i nostri
prodotti occidentali. E il new - age?
Bernardo con buon fiuto commerciale, vi
si insedia insieme trenta suoi amici e
parenti, facendosi monaci tutti insieme
nel monastero di Citeaux. Così ne prese il
controllo e fu salutato come arrivo
provvidenziale dai pochi frati che là erano
rimasti.
Osservare la benedetto D.O.C. e
mantenere l’uguaglianza di consuetudini
in tutti i cenobi dell’Ordine per evitare
discordie. La Regola sta al di sopra
dell’Abate: non c’è limite all’obbedienza,
ma esiste un limite all’autorità che è
“tenuta ad agire sempre e soltanto
secondo la Regola”, giacché l’Abate non
è un monarca, ma un testimone del patto
(Foedus) stipulato con la professione tra il
monaco e Dio. Un Abate più che
dimezzato rispetto a Cluny.
Vengono dichiarati invalidi tutti i possibili
privilegi contrari all’istituzione dell’Ordine
e si vieta l’esazione di bene temporali in
favore della Casa Madre di Citeaux. Le
quattro abbazie di Laferté, Pointigny,
Chiaravalle e Morimondo, sono federate
a quelle di Citeaux.
Bernardo, segni particolari: riformatore,
consigliere, capo carismatico,
predicatore, direttore di coscienza e
teologo. Vedi Appendice pag. 48
Queste sono le lodi ufficiali.
Poi c’è un fatterello, che ci fa vedere un
altro lato di Bernardo.
Vediamo, per esempio, l’eresia di Abelardo, in
rotta con l’insegnamento di Bernardo, custode
della tradizione.
Bernardo arriva il giorno prima dell’inizio del
Concilio a Sens, dove si dovevano discutere le
tesi di Abelardo, e lì, senza averlo sentito, lo fa
condannare dai Vescovi come eretico.
Niente male.
Uno dei motivi del contendere: il primato
dell’intenzione, ovvero il peccato sta nella
trasgressione volontaria e consapevole della
norma; l’inclinazione a peccare non può essere
giudicata colpevole perché è insita nell’uomo.
Quanti eretici, oggi! Abelardo, insegnante a
Parigi, poi, si innamora di Eloisa, una sua
studentessa e ci fa un figlio; Il canonico Fulberto
gli fa tagliare le palle. Per la vergogna e per il
dolore della perdita, Abelardo si fa monaco. Poi
fonderà un suo convento. Le vie del Signore .....!
Per saperne di più della Regola
cistercense, di cui si dà un assaggio, si
vada all’appendice pag. 32
Se nasce qualche controversia tra gli abati, quali
che siano, o si sia propagata a carico di qualcuno
di loro l'accusa d'una colpa tanto grave da
meritare la sospensione, o addirittura la
deposizione, ciò che è stato stabilito nel Capitolo
venga osservato senza che si torni a trattare. E
se per la diversità dei pareri la faccenda si
trasforma in oggetto di discordia, si osservi senza
altercare il verdetto dato dall'abate del Cistercio e
da coloro che si dimostrano persone di consiglio
più idonee e assennate, avendo Avvertenza che
nessuno degli implicati nella vicenda intervenga
nella decisione.
Le case si estesero in Italia, Danimarca,
Germania, Inghilterra, Austria, Svizzera,
Belgio, Spagna, Irlanda, Ungheria,
Portogallo, Svezia, Norvegia, Polonia.
Giù Cluny, su Citeaux.
Al Capitolo generale partecipano tutti.
Il fondamento dottrinale del monaco è la
rinuncia. per digerirla meglio sarà
l’esperienza di Dio “che renderà dolce il
giogo del Signore”. Rinunciare per Dio (!)
e con il Suo aiuto è il “rientro in sé”. Per
riuscirci solitudine e silenzio. Questo è
37Vitacons.wps
Esattamente come da noi in Parlamento
22
Ma Bernardo, oltre al fatterello di prima,
ha anche scritto il liber “De laude novae
militiae, la Regola dei Templari, per
intenderci.
I pacifisti no-global sono vivamente
pregati di andare in appendice pag. 35 a
vedersela. Gli altri potranno farsi un’idea
in più sulle crociate, da integrare
obbligatoriamente in appendice con: Le
invasioni islamiche - elenco pag.61.
Diamo un assaggio
Sono posti sicuri e quindi buoni anche per
i mercanti, se no gli fregavano la roba e
non commerciavano più. Quindi attorno
alle mure dei primi borghi si crearono i
primi nuclei urbani, di abitazioni e
capannoni, come sempre. Per difenderli
meglio si costruirono nuove mure
all’esterno di questi: era il nuovo borgo e i
suoi abitanti venivano chiamati borghesi:
mercante o borghese era lo stesso.
Ricordo ancora il:
“fascisti, borghesi, ancora pochi mesi!”
4.I cavalieri di Gesù Cristo... combattono
solamente per gli interessi del loro Signore,
senza timore di incorrere in alcun peccato per la
morte dei suoi nemici, né in alcun pericolo per la
propria, giacché la morte che si dà o si riceve per
amore di Gesù Cristo, lungi dall'essere criminale,
è invece degna di tanta gloria. Da un lato si fanno
grandi conquiste per Gesù Cristo, dall'altro è lo
stesso Gesù Cristo che si conquista...
Con le nuove mura, le vecchie mura non
servivano più come difesa e si
abbattevano e si riciclavano, per la parte
fortificata, in edifici pubblici o di
rappresentanza. E qui l’architetto finisce
di tediare. Torniamo ai monaci.
Questi rivolgimenti civili, politici e culturali
trasformarono usanze e mentalità e di
conseguenza le pratiche religiose. Amore
cortese, amanti raffinate distaccarono le
classi colte o ricche dalla morale
cattolica. far schei metteva in un angolo
la carità e il progresso, più o meno,
faceva come adesso.
Anche il clero e i monaci urbani, spesso
ci davano dentro.
E’ una constatazione, non un moralismo.
I secolari onesti e retti s’incazzano, chi
più e chi meno e sarà proprio la quantità
di tale sentimento a determinare lo
sviluppo della Chiesa.
Aspirando a restaurare la povertà
evangelica, predicatori duri e puri
arrivano ad atteggiamenti eretici,
fondando anti-Chiese. C’era la semplice
ribellione contro la religione dei ricchi,
gerarchica e sacramentale: si voleva
trovare un contatto con Dio più spirituale
e più individuale. E infine c’era
l’eterodossia più sistematica e articolata
professata da alcune persone istruite e
ben dotate.
Ma guarda un po’ dove sono nati gli
intellettuali si sinistra!
5. Se ad un cristiano non fosse assolutamente
permesso di fare la guerra, perché mai il
precursore del Salvatore avrebbe detto nel
Vangelo ai soldati di contentarsi delle loro paghe
(Lc 3, 14), e non formulò ,il divieto di ogni sorta
di guerra? ..........
In guerra infatti, la vittoria non proviene dal
grande numero di soldati bensì dal favore del
cielo. Questo L’hanno sperimentato
frequentemente, fino ad aver visto tante volte un
migliaio di uomini messo in fuga quasi da uno
solo, e diecimila soltanto da due. Infine, si vede
ancora al giorno d'oggi, grazie ad una
provvidenza singolare e mirabile, come essi
.siano più mansueti degli agnelli e al contempo
più feroci dei leoni. .....
Questo è sempre San Bernardo, nel bene
e nel male, in pace e in guerra.
Papa Giovanni Paolo ha chiesto perdono
agli islamici per questo.
Dall’altra parte, nulla. Anzi Osama
chiama oggi la gente dell’Ovest “ i
Crociati”, contro cui combattere il jihad
(guerra santa) Per saperne qualcosa di
più, vedere la tesi : La Mezzaluna padana
- prove di dialogo.
ORDINI MENDICANTI
Come sono nati l’abbiamo visto prima:
monaci profughi dai loro monasteri
distrutti vanno nei borghi, per stare al
sicuro e lavorano o elemosinano per
mantenersi.
I borghi nascono nelle vecchie cittadelle
fortificate romane.
37Vitacons.wps
Ci fu poi un movimento di vasta scala,
derivato dalla Bulgaria, gli amici di Dio o
bogomili. Il fondatore era un monaco
chiamato Bogomil.
23
In Europa si chiamavano Catari (puri) che
qualificava solo i capi, ma che poi si
applicò a tutti i membri del gruppo
scismatico: secondo loro “Cristo era un
Figlio adottivo di Dio e la Chiesa cattolica
un rimessiticcio corrotto di una comunità
primitivamente pura, con dottrine false e
sacramenti carenti di realtà”.
A questi catari aderirono mercanti,
artigiani, nobili, monaci e perfino vescovi.
Ci sono i Valdesi, come associazione di
penitenza e povertà. Fondati nel 1175 da
un ricco mercante di Lione, Pietro Valdo.
90 su 100 di probabilità, Pietro Valdo ha
commerciato con Pietro Bernardone, e
qui arriviamo a Francesco di Assisi.
Il Sultano sottopose a Francesco un’ altra
questione :” Il Vostro Signore insegna nei
Vangeli che voi non dovete rendere male
per male, e non dovete rifiutare neppure il
mantello a chi vuol togliervi al tonaca.
Quanto più voi cristiani non dovreste
invadere le nostre terre!”
(dove prima c’erano i cristiani )
Rispose il Beato Francesco :
“Mi sembra che voi non abbiate letto tutto
il Vangelo. Altrove infatti è detto: Se il tuo
occhio ti è occasione di scandalo, cavalo
e gettalo lontano da te. E con questo
Gesù ha voluto insegnarci che, se anche
un uomo ci fosse amico o parente, o
perfino fosse a noi caro come la pupilla
dell’occhio, dovremmo essere disposti ad
allontanarlo, a sradicarlo da noi, se
tentasse di allontanarci dalla fede e
dall’amore del nostro Dio. Proprio per
questo i Cristiani agiscono secondo
giustizia quando invadono le vostre terre
e vi combattono, perché voi bestemmiate
il nome di Cristo e vi adoperate ad
allontanare dalla religione quanti uomini
potete. Se invece voi volete conoscere,
confessare e adorare il Creatore e
Redentore del Mondo, vi amerebbero
come se stessi!”
In sintesi, nell’epoca del risveglio del
Medio Evo, nel secolo 12° ci sono:
- duri puri ed incazzati : i Pattari
- duri puri e santi: Domenico, Francesco
- duri poco, puri così, così, e obbedienti: i
canonici regolari.
FRANCESCO D’ASSISI
Francesco, che poi si chiamava Giovanni,
era figlio di Pietro Bernardone, mercante
che commerciava con la Francia in ricchi
tessuti che andavano di moda. Voleva
anche avere un figlio ‘alla moda’ e perciò
lo chiamò “fransee” (Francesco, in
vernacolo toscano). Questo giovane figlio
di papà, ricco estroverso e ‘alla moda’,
era pure un’arrampicatore sociale.
Pacifista fin nel profondo del suo DNA,
cercava di andare in guerra per
guadagnarsi un titolo di nobile.
Gli andò male. Un incontro casuale coi
lebbrosi lo fulmina, stile Paolo sulla via di
Damasco.
Pregasi notare che tipo era andato ad
acchiapparsi Dio per fargli fare quel po’
po’ di roba che tutti conosciamo.
Il Sultano “gli chiese in gran segreto di
pregare Dio di portarlo ad aderire alla
religione che più gli fosse grata”.
Francesco avrebbe dato volentieri la vita
per la conversione del Sultano e dei suoi.
Ai giorni nostri gli sarebbe riuscito meglio
presentarsi dal Sultano con un saio ben
imbottito di tritolo, e dal momento che
voleva dare la vita per la loro
conversione, intimare al Sultano: “fatevi
cristiani o vi faccio saltare tutti”.
Ma Francesco non era così, anche se
oggi lo utilizziamo per il dialogo
interreligioso prefettizio. (ultima scoperta
del nostro ministro dell’interno) e la sua
festa è stata dedicata dal Governo alla
“giornata del dialogo fra le religioni”.
Guai a dire che Francesco aveva detto
quelle cose, se no si passa per xenofobi
e razzisti. E bin Ciampi si arrabbia.
Pacifista incallito, stette quasi un anno,
durante la 5° crociata, a cercare di
convincere il sultano di Gerusalemme
della bontà del cristianesimo, ma non
cavò il classico ragno islamico dal buco.
Sentiamo cosa dice un cronista di allora
alla crociata: il cronista è Fra Illuminato,
che accompagnava Francesco.
Il Sultano è Malik al Kamil (1219)
37Vitacons.wps
24
Anzi, mentre Francesco stava in Terra
Santa, qualcuno a Roma tentava di
sabotargli l’Ordine della sua fraternità per
renderlo almeno “politicamente corretto”,
sul piano della povertà. (a chi interessa
vada a vedersi in appendice pag. 60
Francescani - Riforma) Ma torniamo
all’inizio.
Francesco, alla presenza del padre, che
lo fa processare perché gli sperpera i
soldi coi poveri, gli risponde che non lo
riconosce più come padre suo, che
riconosce soltanto il Padre nostro, rifiuta
la sua roba, gli butta i suoi vestiti in faccia
e corre via nudo: il primo streaking del
medioevo! Pietro Bernardone fa: Ma
questo qui è proprio matto”. Altrettanto fa
Innocenzo terzo quando gli presentano la
Prima Regola: “Ha ragione Bernardone,
questo vuole rovinarci tutti”. Francesco
che desidera rimanere sotto la Chiesa e
non confondere il suo movimento di
poveri coi vari movimenti pauperisti
dell’epoca (i poveri lombardi, Arnaldo da
Brescia, i Pattari del lago di Como di cui
abbiamo già parlato prima), e quindi
passare per eretico, a scanso di equivoci,
i suoi poveri li chiama ‘minimi’ e pretende
un cardinale a supervisore e protettore
del suo Ordine.
Per funzionare la Regola ha bisogno di
una bolla, ma il Testamento no. Quello
che Francesco ha perso con la
castrazione della Regola non bollata, per
averci sopra il sigillo, se lo è riguadagnato
in pieno con il suo Testamento. Una
questione che è andata avanti per molti
anni, infatti, era il valore o meno del
testamento, come atto integratore o
meno della Regola Bollata. In poche
parole si dibatteva sul possesso di beni
propri da parte dell’Ordine.
Francesco, infatti si fece affittare la
Porziuncola con affitto annuo: un cesto di
pesce. A Rivotorto, primo eremo, non
andò meglio.
gli altri monaci, forse più della povertà
assoluta che preoccupava specialmente
i “vescovoni” della Curia romana. Questo
è Francesco a sommi capi.
Vediamo come è andata ai suoi minori.
In Germania li presero per eretici e furono
costretti a tornare in Italia.
In Ungheria furono espulsi.
Dalla Spagna erano giunti in Marocco,
dove subirono il martirio. (per forza, sono
andati a dirgli quello che il capo aveva
detto al Saladino a Gerusalemme! - vedi
sopra -).
Sempre mentre Francesco era col
Saladino, i due vicari avevano fatto un po’
di casino. Uno aveva chiesto un privilegio
per proteggere le dame povere di San
Damiano e all’altro era venuto in mente i
formare un ordine religioso misto per
lebbrosi. Il Cardinale Ugolino, protettore
dell’Ordine, si trasformò in istituzione
ufficiale permanente. Il 29 settembre
1220, nel Capitolo generale, Francesco di
dimette: “d’ora innanzi io sarò morto, per
voi. Avete qui fra’ Pietro Cattani al quale
io e voi ubbidiremo”
Portato all’ASL di Rieti per curargli una
congiuntivite cronica, fecero un intervento
chiamato cauterizzazione che consisteva
nell’introdurre nell’orecchio un ferro
rovente fino alle palpebre. Il risultato si
può immaginare, ma il tribunale del
malato non c’era ancora.
Insomma Francesco morì quasi cieco.
Ma poco prima di morire, la Provvidenza
gli fa fare Testamento. Qui vuole evitare
la decadenza spirituale dell’Ordine,
temeva che i frati si contentassero di
osservare le scarne norme della Regola
approvata, perdendo così l’impulso alla
santità. Meno male che il testamento non
me lo deve approvare nessun Papa,
pensò fra sé, dettò e morì in pace.
Passiamo alla crisi dell’Ordine per circa
un secolo.
Cominciamo con Gregorio 9° che con la
Bolla Quo e longati (1230) dichiarò che il
Testamento non aveva forza di legge.
E te pareva?
Tutte le varie traversie, anno per anno si
trovano nell’allegato “Riforma
Francesco non era troppo amante della
cultura “eravamo tutti illetterati, idioti e
soggetti a tutti” ed esaltava la ‘Santa
Ignoranza’. Questo atteggiamento rozzo
ed incolto non poteva che scandalizzare
37Vitacons.wps
25
francescana”, andarselo a vedere, con le
relative date, per capire che casino vitale
sapessero combinare i minori fra loro e
all’esterno.
Non fu, però, una fine, come per Cluny,
ma fu una crisi di crescita, come quando
dalla pubertà si diventa adulti.
Guzman. Ci volevano predicatori convinti,
preparati e con le palle.
Innocenzo 3° ci prova con i cistercensi,
ma i monaci di Bernardo non sono
predicatori adatti. Poi arriva Domenico
che dà un taglio definitivo alla disputa
sulla “cura animarum” (i soldi delle offerte
per le prediche che si contendevano i
monaci viandanti e secolari). Il Papa darà
a Domenico l’esclusiva della
predicazione.
Le tappe principali hanno portato alla
divisione fra zelanti e conventuali, alle
beghe fra frati ricchi e poveri, agli
spirituali duri e puri e poveri che se ne
vanno, agli spirituali soppressi da
Celestino 5°, alla disputa fra gli spirituali e
conventuali, alla nascita dei fraticelli, di
nuovo all’avversione agli spirituali che
rompono troppo; ma Cristo possedeva
qualcosa oltre una tunica e quella di
ricambio?
Per finire con la Bolla “Quia vir reprobus”
in cui Papa Giovanni 22° (non 23°)
riafferma il diritto di Cristo alla proprietà.
Stiamo entrando nel Basso Medio - Evo
di cui parleremo poi.
I padri predicatori cominciano in tre,
numero perfetto: Domenico con Pietro e
Tommaso che sono due borghesi di
Tolosa, e quindi capiscono i “segni dei
tempi”. Si fanno un mazzo così nello
studio delle Scritture e della Teologia
partendo dai Moralia di Cassiano e
diventano predicatori D.O.C.: invece di
squadre temporanee di predicatori
itineranti, ci sarà una comunità di uomini
detti a quel lavoro: nasce il nuovo Ordine
di Predicatori.
Chi vuol vedere il suo primo entusiasmo
nel vivere secondo il Vangelo “sine
glossa” (senza interpretazione - oggi lo
definiremmo un fondamentalista -) vada
in Appendice pag.49 a vedere e a
gustarsi la prima Regola non bollata, a
considerare la normalizzazione (al posto
di 23 capitoli lunghi, 12 corti) fatta dalla
Chiesa mettendo sopra alla seconda
Regola il bollo (pag.57) e soprattutto il
Testamento (pag.59) che dice con quale
spirito di amore per Dio e per il prossimo
la sua Fraternità si reggeva.
Francesco, eversore come Cristo, ma
1100 anni dopo. Oggi patrono del dialogo
della “religione solidale” ( per sapere
cos’è , chiedere a Padre Vincenzo Coli)
La Chiesa è come un fiume
carsico.....ma questo l’abbiamo già detto
in apertura. Tiremm innanz.
Programma della predicazione:
“estirpare la perversione dell’eresia,
sradicare i vizi, insegnare il simbolo della
fede ed inculcare agli uomini una sana
morale” Roba d’altri tempi!
Ma allora i tempi erano quelli e Domenico
e i suoi frati si trasformarono in Vicari del
Vescovo in materia di predicazione, in
modo permanente.
Domenico, per il suo Ordine, scelse la
Regola di Sant’Agostino dura, “L’ordo
novus”, già visto prima, ma adattandolo
alle loro esigenze di studio, di
predicazione e di contatto diretto con la
gente.
Andando a Roma, per affari religiosi, si
incontrò con rappresentanti della Chiesa
danese, scandinava, polacca e pensò:
“Oibò! la Chiesa è universale!”
E giù a darsi da fare.
Sviluppa l’ordine a Tolosa, Guadalajara,
Salamanca, Madrid, Segovia, Bologna,
Parigi, Inghilterra, Germania, Svezia.
Domenico aveva tutto il potere, dopo il
Papa, per “organizzare, ordinare e
correggere nell’intero Ordine dei frati
predicatori” (pensando a Cluny deve
ORDINI PREDICATORI
Abbiamo visto prima lo sviluppo e
l’importanza dei Catari (quelli del Pope
Bogomil) ora bisognava fare qualcosa e
per farlo, visto lo sfascio della Chiesa
secolare che non faceva nulla, nacque
l’Ordine Mendicante di San Domenico di
37Vitacons.wps
26
essergli sceso un brivido giù per la
schiena, ma era un santo e tant’è).
canonica alla vita che conducono e
Sant’Alberto, il Patriarca, dà loro una
formula di vita adatta a quello che gli
eremiti volevano fare: valeva sia da legge
che da fonte spirituale del nuovo Istituto
religioso. Non c’è copia scritta.
Nel 1370, il Generale dei provinciali di
Catalogna, tira fuori il testo completo.
Segni particolari: orazione mentale,
preghiera comune, astinenza da carni
contro le tentazioni, lavoro per non
dissipare lo spirito, silenzio.
Si eleggono un Priore a cui dovranno
ubbidire. La vita in comune comincia coi
salmi, poi Eucarestia, al mattino presto.
Ogni domenica il Capitolo, riassunto della
settimana per correggere i difetti e
conservare lo stile di vita.
Più o meno come un allenamento di
atletica leggera.
Si torna agli eremiti prima di Benedetto,
ma evitando l’eccesso di individualità, con
la vita in comune: è una sintesi tra vita
eremitica e vita di comunità. Il Priore non
è il capo, ma ha una funzione in favore
della comunità: La Regola mette insieme
il concetto di obbedienza di Pacomio con
quello di Agostino: il priore non un
generale, ma un primus inter pares. C’è
la meditatio, ruminatio, oratio,
contemplatio, secondo la scala di Giugo,
un noto certosino. Nel Capitolo si dialoga,
per discernere i segni dei tempi, cosa di
grande attualità al tempo delle crociate.
L’Ordine si suddivide in conventi
raggruppati in Province e queste
costituiscono l’Ordine, il potere legislativo
spetta ai Capitoli generali annuali;
l’esecutivo al Maestro Generale dell’intero
Ordine, ai Provinciali e al Priore in ogni
singolo convento. Tutti sono eletti dai
frati. Siamo in un regime ecclesiastico
democratico. e questo non è poco per la
buona riuscita della missione.
Democrazia però non vuol dire anarchia
perché l’obbedienza vige sempre e
l’autorità è esercitata con discernimento,
ma entro regole precise.
I domenicani “si comportino dappertutto
da uomini desiderosi della salvezza
propria e del prossimo, vivendo
onestamente e religiosamente;
camminino come uomini evangelici
seguendo le orme del loro Salvatore;
parlino con Dio e di Dio quando
conversano tra loro e col prossimo.
Piccola considerazione a margine, valida
ancora oggi:
Il laico impegnato nell’esempio credibile,
per la predicazione non può e non deve
diventare:
- un paraprete
- un paraculo
Per chi vuol sapere qualcosa di più sulla
Regola di Domenico, vada in appendice
dove c’è tutta la Regola dei Domenicani e
ci dia un’occhiata a pag.37: potrebbe
farsi domenicano, non si sa mai!.
Non potendo fondarsi come nuovo Ordine
(perché il Laterano 4° li proibiva), la
formula primitiva si trasformò in Regola. I
Carmelitani vennero incamerati negli
ordini mendicanti (1229), ma questa
nuova veste burocratica durò poco
perché nel 1235 i Saraceni li sloggiarono
di brutto dal monte Carmelo e furono
costretti a fuggire a Cipro, in Sicilia, nelle
Fiandre, in Inghilterra e in Francia. Già
conosciuti dai crociati erano persone per
bene, in Europa, ed ebbero dovunque
buona accoglienza. Però in occidente si
dovettero adattare.
CARMELITANI
Dopo la prima Crociata, un gruppo di
europei si stabilì sul monte Carmelo.
“Te là chì la fonte di Elia!” - dài che ci
facciamo un eremo!
Se venivano dal nord, deve essere
andata più o meno così.
Costruirono una chiesa dedicandola a
Maria. I locali, per distinguerli dai monaci
greci del vicino monastero di Santa
Margherita, li chiamavano “fratelli della
Beata Vergine Maria”.
Gli eremiti chiedono al Patriarca di
Gerusalemme di avere una forma
37Vitacons.wps
Elemosina e cura d’anime toglievano
gran parte del tempo alla meditatio,
ruminatio, oratio, contemplatio, sicché da
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eremitico - contemplativo, l’Ordine si
trasformò in mendicante - contemplativo
con un equilibrio tra contemplazione e
azione. Fecero I loro conventi nelle città e
non più in posti solitari. Con la caduta del
Regno Latino di Gerusalemme (1291) - i
lazzaroni dei burocrociati si erano tenuti
Gerusalemme invece di restituirla al
Patriarcato di Costantinopoli, come voluto
dal Papa - anche l’Ordine scomparve
dalla Terra Santa. In Europa,
ecclesialmente erano solo tollerati, ma
Giovanni 22° nel 1317 li confermò con la
Bolla Super Cattedram. I Carmelitani
partecipavano, ormai, a tutte le forme di
apostolato. Che avventura!
Nelle prime costituzioni la
contemplazione si incentra su due
persone: Maria ed Elia; la discussione su
questo si portò avanti per circa 150 anni.
La spiritualità carmelitana: l’ideale
eremitico contemplativo fondato su Elia
ha due fini: “quello di acquisire col nostro
lavoro coadiuvato dalla Grazia di Dio un
cuore santo e puro per offrirlo a Dio;
quello di gustare nel cuore ancora in vita,
questa vita soprannaturale, per dono di
Dio e di sperimentare nella mente la virtù
della presenza divina e la dolcezza della
gloria soprannaturale”. La Beata Vergine
Maria fu patrona dell’Ordine. I suoi
religiosi devono ordinare tutte le loro
azioni ad onore della Vergine Santissima,
a sua imitazione. Questa devozione
mariana dell’Ordine, alla fine del secolo
15° dette origine alla vita mariana.
Vedi appendice pag. 38
L’ultimo Papa del Medio Evo fu Bonifacio
8°, purtroppo conosciutissimo per le sue
nefandezze - ma avrà fatto anche
qualcosa di buono nella riforma
ecclesiastica -. Si formano gli Stati
nazionali. Bonifacio scomunica il re di
Francia, che lo fa prigioniero ad Agnani.
Liberato dagli italiani, Bonifacio muore
poco dopo. Benedetto 11°, con quel che
è successo al suo predecessore,
autorizza il re Filippo 4° a mettere le
imposte sui beni ecclesiastici. Filippo
ottenne che il Papa fissasse la sua
residenza permanente sul suolo francese
e dal 1309 Clemente 5° risiedette ad
Avignone. Sempre Filippo 4° comandò di
incarcerare tutti i Templari e processarli
come eretici. 54 furono arsi vivi (1308), e
questo è niente. Il Concilio di Vienne,
senza condannare i templari decretò la
loro soppressione, detto fatto in due
giorni ne ammazzarono 14mila.
Vendetta? No, schei.
L’Ordine infatti era il più il ricco del tempo
ed essendo stato soppresso i beni non gli
servivano più ...
Questo tanto per capire il clima.
Giovanni 22° entrò in conflitto con
l’Imperatore Luigi di Baviera. Questo si
era attribuito sovranità sull’Italia senza
essere stato incoronato imperatore dal
Papa, che lo scomunica. Luigi risponde
deponendo il Papa e nominando antipapa
uno degli spirituali (altra piccola
defaillance dei minori, del resto Guglielmo
di Occam (1349), francescano, è il primo
che passò armi e bagagli all’opposizione
che generò la Riforma protestante).
Papa Giovanni 22° si incavola e
condanna l’imperatore come eretico e
predica una crociata contro di lui. I
principi elettori dell’impero a loro volta
s’incazzano e dichiarano che il re tedesco
eletto da loro non abbisognava di alcun
tipo di conferma.
Siamo allo scisma d’occidente.
IL BASSO MEDIO - EVO
Domenicani, Francescani, Carmelitani,
Agostiniani furono i principali ordini
mendicanti del secolo 13°.
Cominciamo con il Concilio Laterano 4°
che col Canone 13 vieta la formazione di
nuovi Ordini. L’ostacolo viene aggirato
aggregando in maniera varia come
succursali o dependance dell’Ordine
Mendicante tutti quelli che volevano
fondare un nuovo Ordine. Così è stato
per i Serviti, Trinitari e Mercedari (se
interessati, andarsi a vedere la Regola di
questi ultimi, in appendice pag. 36)
37Vitacons.wps
Nasce dall’esilio di Avignone. Fiscalismo,
simonia e nepotismo della curia e dei
papi di Avignone “spezzano le reni alla
Chiesa” e preparano il terreno alla riforma
28
protestante. Lotte fra i cardinali preparano
lo scisma. Gregorio 9°, tornato a Roma
muore subito, poi si elegge Papa il
napoletano Urbano 4°. Dopo tre mesi i
cardinali di Avignone dichiarano nulla
l’elezione e nominano antipapa il
francese Clemente 7°, che torna ad
Avignone.
rappresentato dalla modernità
occidentale, che, se fatto proprio, farebbe
collassare i principi del Corano.
L’Islam moderato è un’altra faccenda: ci
sono cristiani che non vanno in chiesa
come musulmani che non vanno in
moschea per cui il conflitto di religione è
poco sentito da entrambi, perché
entrambi secolarizzati. Anche lo scisma
d’occidente, se non altro, in questo
campo, ha avuto i suoi effetti benefici.
Adesso ci sarebbe da parlare dei tentativi
di riforma degli Ordini Mendicanti, però
c’è anche l’anno prossimo e il tempo è il
miglior modo per sgrovigliare questa
intricata matassa.
Papa e antipapa, concilio e anticoncilio:
“ma a chi cavolo si deve obbedienza?” si
devono essere chiesti in molti monasteri
d’Europa.
Con Avignone stavano politicamente
Francia, Savoia, Scozia, Napoli, Aragona
e Castiglia, Asburgo. Dalla parte di Roma
stavano lo Stato Pontificio, il nord Italia,
l’Inghilterra, la Danimarca e la Norvegia.
I due papi si scomunicarono
reciprocamente. Il casino era al top.
Si passò alle mani quasi senza
accorgersene e la faccenda durò
trent’anni.
Come finire tutta questa complicata storia
nata con le vergini subintroductae e finita
per ora a colpi di papa e antipapa?
Per prima cosa scusandomi per essere
andata a fare la polvere “nei canton
sconti”; e poi perché scusarmi? Le cose
passate sotto silenzio da tutti, certe volte
servono di più a illuminare e a giustificare
lo sforzo di vita di un santo che le
agiografie retoriche, roboanti e noiose a
cui ci hanno abituato.
In quel tempo ci fu un Concilio ecumenico
generale a Pisa, poi a Costanza, poi a
Basilea. Quello di Pisa riuscì ad ottenere
che invece di due papi ne venissero in
scena tre (anche il concilio di Basilea si
era fatto il suo papa)
Quello di Costanza depose quello di Pisa
e di Avignone, mentre quello di Roma se
ne andò da sé. Al suo posto fu eletto
Ottone Colonna (Martino5°), però il
Concilio proclamò la superiorità del
Concilio sul papa, Martino 5° non ci sta.
Nuovo concilio a Basilea, ove con il
parlamentarismo, cosa unica nella
Chiesa, elessero un nuovo antipapa col
nome di Felice 5°.
No comment!
Non è contestazione, non è prouderi, non
è interesse per la cronaca nera e non è
nemmeno moralismo da due soldi, cosa
che penso si sia capito lungo tutto lo
scritto, che non mi va giù.
Ma che cos’è allora?
E’ l’attenzione alle cose piccole, a
scrutare il segno dei tempi attraverso i
dettagli, come quando si sente girare il
vento in barca a vela e solo da quello si
capisce che il mare in x ore cambierà.
A capire che anche le piccole cose
possono incidere sulle scelte e sugli
umori del santo, in maniera impercettibile,
e quindi ce lo rendono più uomo, alla
nostra portata, tirandolo giù dal piedistallo
del martirologio (libro dei santi).
Da qui logicamente gli Stati nazionali
pensarono bene di accantonare il
problema Chiesa con quel che era
successo e si dettero una struttura
decisamente laica. Anche oggi il conflitto
di religione, con l’Islam questa volta, è
visto come la peste. In effetti la religione
non c’entra niente, ma per noi è un
conflitto da petrolio e per la società
teocratica islamica è un conflitto di civiltà
con la lotta ad oltranza contro il pericolo
37Vitacons.wps
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E allora concludiamo così:
Il Signore mi ha acchiappato, complice la
Madonna, a Medugorije 13 anni fa.
E poi, diciamocelo, i Vescovoni, che,
nel loro piccolo, tanto danno hanno fatto
nei secoli, sono pochi.
I Santi invece sono tanti.
I Santi anonimi, poi, sono un mare.
Grazie, Signore!
E poi, ancora, farsi acchiappare dal
Signore Dio è questione di grazia, di culo,
di provvidenza, di caso?
Dopo soli tre anni di scuola teologica per
laici non so dare una risposta.
So una cosa, però: Dio non può fare nulla
contro la nostra volontà; ce l’ha detto Lui
stesso.
Allora , Signore, facciamo così:
rendici svogliati, qualche volta...... e
acchiappaci, Amen.(così sia!)
37Vitacons.wps
30
INDICE
GLI INIZI
pag.
1
I PRIMI MONACI
pag.
2
LA PRIMA REGOLA
CONOSCIUTA
pag.
3
LE ISTITUIZIONI
pag.
6
BASILIO
pag.
8
MONACHESIMO IN
OCCIDENTE
pag.
8
MARTINO DI TOURS
pag.
9
AGOSTINO
pag . 10
CASSIANO
pag. 11
BENEDETTO
pag. 12
IL POST BENEDETTO
pag. 14
AL TEMPO DI CARLO MAGNO
pag. 16
L’ALTO MEDIO EVO
pag. 17
CLUNY - LA RESTAURAZIONE
pag. 18
LA RIFORMA MONASTICA
pag. 19
I CANONICI REGOLARI
pag. 20
I MOVIMENTI PAUPERISTI
pag. 21
GLI ORDINI OSPEDALIERI
E GUERRIERI
pag. 21
BERNARDO
pag. 22
ORDINI MENDICANTI
pag. 23
FRANCESCO D’ASSISI
pag. 24
ORDINI PREDICATORI
pag. 26
CARMELITANI
pag. 27
IL BASSO MEDIO EVO
pag. 28
concludiamo
pag. 30
Spazio per:
- aggiunte
- ripensamenti
- commenti
- pentimenti
Montebelluna, 01.10.2004
Roberto Kolm
NOTE
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La Vita Consacrata sottotitolo: se Dio t`acchiappa