Istituto Internazionale di Ricerca
L’EVOLUZIONE del RISK MANAGEMENT:
dalla VISIONE ASSICURATIVA alla CREAZIONE
di VALORE
Milano, 27/03/07
Prof. Claudio Cacciamani
UNIVERSITA’ degli STUDI di PARMA
Dipartimento di Economia
Agenda
Un approccio economico finanziario alla gestione
dei rischi puri
Approfondire le diverse tipologie di rischio
Quali sono le problematiche economiche
finanziarie della ritenzione rispetto all’assicurazione
Il Risk Management: da costo a value driver
Come si attua la comunicazione dei rischi agli
stakeholders
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: definizione
“Funzione aziendale con il compito di
identificare, valutare, gestire e
sottoporre a controllo economico i rischi
puri dell’azienda, cioè gli eventi che
possono rappresentare una minaccia
per il patrimonio fisico ed umano
dell’azienda stessa e/o per le sue
capacità di reddito.”
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: origine
La nascita del Risk Management, nella
sua accezione moderna, viene collocata
negli anni cinquanta negli Stati Uniti
tuttavia,
non è affatto un concetto nuovo!
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: origine
“Le mie merci non sono stivate tutte in una sola
nave, né avviate tutte in un sol porto, né ho
affidato tutto il mio patrimonio alle sorti
dell’anno in corso.”
William Sheakspeare
Il Mercante di Venezia
Atto I Scena I
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: origine
Come si è arrivati
all’attuale stato
dell’arte?
1.
STADIO
INIZIALE
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2.
STADIO
INTERMEDIO
3.
STADIO
RECENTE
Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: percorso storico
Stadio iniziale (riduttivo):
gran parte dell’attività di RM ha origine,
tecnicamente, nella tradizionale
gestione dei rapporti assicurativi.
 Anni cinquanta -
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: percorso storico
Stadio intermedio:
in modo più sistematico prendono corpo
le attività di “risk analysis”, “loss
control” e “loss financing”.
Forte tendenza all’integrazione tra
decisioni di copertura assicurativa e
attività di prevenzione e sicurezza.
 Anni settanta e ottanta -
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: percorso storico
Stadio “recente”:
tendenza verso la gestione dei rischi
speculativi (legittimazione o
scomparsa?)
 Oggi -
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Un approccio economico – finanziario
alla gestione dei rischi puri
IL RISK MANAGEMENT: scuole di pensiero
A questa evoluzione storica, si accompagna e sovrappone la formazione, in ambito
accademico e professionale, di diverse scuole di pensiero quanto a contenuti e
impostazione metodologica.
I tre filoni prevalenti:
 “TRADIZIONALISTA” (vedi definizione precedente) gestione dei solo rischi
puri aziendali.
 “GLOBALE” gestione di tutti i rischi dell’organizzazione – total risk management
(visione olistica).
 “FINANZIARIO” si assume che l’impresa abbia un obiettivo di massimizzazione
del valore di mercato e che le decisioni di RM possano essere viste come decisioni di
investimento/finanziamento. (complementare alla visione “tradizionalista”).
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Il processo di
RISK MANAGEMENT
SEQUENZA
LOGICA
1.
Identificazione
del
profilo di rischio
2.
Individuazione
delle
alternative di
gestione
3.
Scelta
del mix
di tecniche
di gestione
5.
Monitoraggio
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4.
Realizzazione
del mix
di tecniche
Il processo di
RISK MANAGEMENT
FASI
IDENTIFICAZIONE
VALUTAZIONE
GESTIONE
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IL RISK MANAGEMENT
FASE
TIPOLOGIA DEGLI EVENTI
IDENTIFICAZIONE
MAPPA DEI RISCHI
TIPOLOGIA DEI DANNI
FONTI DI RISCHIO
ANALISI
E
VALUTAZIONE
QUALITATIVA
MINACCE
QUANTITATIVA
FREQUENZA
SEVERITÀ
ELIMINAZIONE
TRATTAMENTO
CONTROLLO
TRASFERIMENTO
PREVENZIONE
PROTEZIONE
ASSICURAZIONE
RISK FINANCING
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OTTIMIZZAZIONE DEL
COSTO TOTALE DEL RISCHIO
Tipologie di RISCHI
ENTERPRISE RISK MANAGEMENT
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Tipologie di RISCHI
ENTERPRISE RISK MANAGEMENT
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GESTIONE del rischio
RITENZIONE o TRASFERIMENTO
ASSICURATIVO?
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IMPATTO ECONOMICO (mil €)
Rischio ad alta probabilità e grande
capacità di sinistro. Può “mettere in
RISCHIO
DA TRASFERIRE
RISCHIO
DA TRASCURARE
RISCHIO
STRATEGICO
ginocchio” l’azienda e nessuna assicurazione
può tutelarci. Per tali rischi si devono
utilizzare tutte le leve possibili (prevenzione,
protezione, Disaster Recovery, BCP,
massimali di assicurazione ecc).
RISCHIO
DA PREVENIRE
FREQUENZA/PROBABILITA’ DI ACCADIMENTO
Rischio a piccola capacità di
sinistro, ma elevata frequenza.
Si interviene con la prevenzione per ridurre la
probabilità.
Rischio a bassa
capacità di
sinistro e bassa
frequenza.
Si fa prevenzione e
si convive con il
rischio, essendo non
conveniente
assicurarsi.
Rischio a grande capacità di sinistro, ma
bassa frequenza.
Si investe in protezione e ci si assicura.
GESTIONE del RISCHIO
FINANZIAMENTO DEI RISCHI
(o trattamento finanziario)
Ritenzione
Trasferimento non assicurativo
Trasferimento assicurativo
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RITENZIONE
Ritenere significa
“sopportare con i propri mezzi, in tutto o in parte, le perdite che
derivano da un evento dannoso”.
Il concetto di ritenzione non coincide con quello di assenza di
copertura assicurativa.
2 ragioni:
 La parte di rischio non trasferita non rimane obbligatoriamente
a carico dell’impresa.
(n.b.: tecniche di prevenzione e protezione)
 L’assicurazione totale dell’esposizione non comporta
obbligatoriamente assenza di ritenzione.
(n.b.: conseguenze indirette “sfuggono” al trasferimento
assicurativo)
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RITENZIONE
RITENZIONE “CONSAPEVOLE”
L’azienda ha coscienza esatta
dell’esistenza del rischio, della sua
entità e dell’ammontare delle
perdite che dovranno essere
sostenute all’accadere dell’evento.
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RITENZIONE
RITENZIONE “INCONSAPEVOLE”
La ritenzione si attua per effetto di una condizione di
ignoranza, più o meno completa, che conduce a
scelte comportanti l’assunzione di una quota di
rischio superiore a quella desiderata.
Può essere generata da:
 Mancata identificazione del rischio.
 Sottovalutazione dell’entità del rischio.
 Sopravvalutazione dell’efficacia degli interventi di
copertura intrapresi.
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RITENZIONE
Situazione peggiore: ritenzione
inconsapevole
Espone l’azienda ad un
rischio che non conosce.
Situazione migliore: ritenzione
consapevole (sia essa volontaria o involontaria)
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Lascia spazio
ad un’azione di preparazione,
volta a rafforzare
l’impresa contro gli effetti del
possibile evento indesiderato.
RITENZIONE
VANTAGGI
(di carattere generale)
1) Favorevole andamento temporale dei
flussi.
2) Risparmio di costi rispetto al premio
assicurativo.
3) Perfetta aderenza delle uscite rispetto alle
perdite.
4) Flessibilità.
5) Controllo della liquidazione dei sinistri.
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RITENZIONE
SVANTAGGI
Il fondamentale svantaggio della ritenzione è il
mantenimento dell’INCERTEZZA circa il
verificarsi o no della perdita in un dato periodo e
circa la sua eventuale dimensione.
Ci si chiede:
 L’impresa è in grado di sopportare questa
incertezza?
 I “picchi” di perdita potenziale, per singolo sinistro
o per singolo periodo, sono sostenibili?
 La variabilità della perdita per periodo è tale da
nuocere gravemente alla pianificazione finanziaria
aziendale?
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RITENZIONE
! La sostenibilità di un rischio, e
quindi il possibile ricorso alla
ritenzione, dipende principalmente
da 3 fattori:
Variabilità della perdita complessiva
di periodo
Solidità finanziaria dell’azienda
Situazione ambientale
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RITENZIONE
Nell’ambito della ritenzione esistono una
serie di tecniche di finanziamento della
perdita (ordine crescente di strutturazione dell’approccio e
di raffinatezza dei metodi):
 Rinuncia al ripristino
 Accantonamenti contabili
 Imputazione alle spese correnti
 Credito bancario e credito contingente
 Autoassicurazione
 Captive Insurance Company
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Risk Management
da COSTO a VALUE DRIVER
Obiettivo Impresa
CONTINUA CRESCITA E MASSIMIZZAZIONE
del PROPRIO VALORE
Richiede:
Capacità del Management di individuare,
cogliere e mantenere nel lungo periodo le
fonti del vantaggio competitivo,
controllando e gestendo i RISCHI
d’impresa
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RISK MANAGEMENT
Risk Management
da COSTO a VALUE DRIVER
RISK MANAGEMENT come
STRUMENTO di CONTROLLO E
GESTIONE dei RISCHI
STRUMENTO di
CRESCITA e
MASSIMIZZAZIONE
del VALORE
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REPORTING
nel Risk Management
PERCHE’
fare
Reporting
COSA
dire
FEEDBACK
COME
dire
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REPORTING
nel Risk Management
PERCHE’ fare Reporting?
All’interno del dipartimento
• Verifica del raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
• Controllo e monitoraggio sui risultati ottenuti.
A livello globale d’impresa
• Condivisione delle informazioni sul risk
management.
Per ogni stakeholders
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DIFFUSIONE
della CULTURA
di Risk Management
REPORTING
nel Risk Management
COSA DIRE:
• Politica di RM perseguita.
• Novità nella politica di RM (nuovi programmi a seguito di
variazioni aziendali).
• Politica “Assicurativa” (rinnovo polizze, negoziazione, …).
• Novità nella politica Assicurativa (nuove coperture).
• Eventi speciali caratterizzanti il periodo.
• Sinistri
• Surveys
! In fase PRELIMINARE:
• Statistiche
-Raccolta documentazione
-Scelta su contenuti,
• Consuntivi e Budgets
forma espositiva, tempi.
• Formazione – convegni
• …
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REPORTING
nel Risk Management
COME DIRLO:
• Lingua
• Presentazione
• Grafica
• “Corredo”: documentazione grafica,
fotografica, …
• Tempistica
• Organizzazione generale della riunione
di presentazione del Report
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REPORTING
nel Risk Management
FEEDBACK
• Migliore impostazione e
conduzione della futura politica di
Risk Management.
• Migliore e maggiore coordinamento
con gli altri dipartimenti aziendali.
• Diffusione della CULTURA di RISK
MANAGEMENT.
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REPORTING
nel Risk Management
In sintesi:
Occorre trasferire, totalmente o parzialmente, gli
incrementi di capitale economico.
La corretta comunicazione non solo del livello dei
risultati, ma anche della loro qualità, cioè del
RISCHIO corso dall’azienda nel
conseguimento degli stessi, crea credito nel
mercato dei capitali, fiducia nella forza
lavoro e consenso degli attori sociali.
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