Imprese Info PMI Maggio 2007 Sommario Pianificazione della successione nelle PMI Articolo specialistico a pagina 1 Affrontare con cura il processo di successione Intervista a pagina 3 Collaborazione tra le generazioni Intervista a pagina 4 Articolo specialistico Un’impresa non facile: passare le consegne del lavoro di una vita In Svizzera, nei prossimi cinque anni verranno cedute ai successori quasi il 20% delle imprese con meno di 250 collaboratori. I responsabili tendono però spesso a rimandare la pianificazione di questo passaggio di consegne per varie ragioni. Chi dovrà dare continuità all’opera di un’intera vita? Il capitale di previdenza risparmiato è sufficiente? Come strutturare il tempo dopo la cessione? Questi indugi possono tuttavia portare ad una drastica riduzione delle possibilità d‘azione. È dunque consigliabile porsi queste domande per tempo e procedere sulla base di un metodo strutturato. In un’impresa non è possibile esercitarsi al passaggio a una nuova generazione. La pianificazione professionale della futura gestione assume quindi un’importanza fondamentale. Il processo inizia quando l’imprenditore fa della questione della successione un tema su cui discutere. Noi diamo a questa fase il nome di inizializzazione. È una tappa che consente a tutte le parti coinvolte di iniziare a riflettere e avviare i primi colloqui, da cui scaturiscono poi opzioni realistiche come ad esempio «cessione ai figli», «vendita al management» o «vendita a un fornitore». Quanto più concreta è la descrizione di queste possibilità d’azione, tanto più saranno mirate all’obiettivo le misure di preparazione nella terza fase. Spesso è necessario prepararsi contemporaneamente a più opzioni poiché non è ancora chiaro quale di esse verrà definitivamente attuata. Una volta decisa l’opzione da concretizzare, inizia la fase del passaggio, che è particolarmente importante per le successioni all’interno della famiglia e per le vendite effettuate in diverse fasi. Si tratta in sostanza di favorire al massimo la riuscita della regolamentazione della successione trasferendo il know-how dai dirigenti uscenti ai quelli futuri. Nella fase conclusiva dell’attuazione si procede alla firma di contratti, al trasferimento di proprietà e all’insediamento della nuova dirigenza. Questioni tecniche del processo di successione Nel corso del processo di successione emergono domande concernenti vari ambiti tecnici, sei dei quali vengono brevemente analizzati qui di seguito. 1. Inizializzazione 2. Opzioni 3. Preparazione 4. Passaggio 5. Attuazione Gruppi d’interesse Durante il processo di successione, l’imprenditore riduce progressivamente la sua influenza nell’azienda e altre persone ne assumono la guida. In questo processo sono coinvolte con interessi diversi varie parti, che hanno tra loro relazioni più o meno intense. La possibilità che insorgano conflitti sugli obiettivi è dunque elevata. Gli interessi più importanti sono quelli dell’imprenditore stesso, come ad esempio che l’azienda continui a essere guidata dalla famiglia, che vengano mantenute le sedi esistenti oppure che dalla vendita si ottenga il ricavo massimo possibile. In questo ambito è decisivo ponderare tra loro i desideri e tenere debitamente conto delle circostanze. Altri gruppi d’interesse rilevanti sono la famiglia e il management. È consigliabile dunque avviare un dialogo sui desideri e i piani concernenti la successione. All’evoluzione dell’azienda sono infine interessati anche i collaboratori e i partner commerciali. Capacità di successione La capacità di successione riguarda da un lato l’azienda e dall’altro le persone coinvolte. L’azienda deve di norma essere preparata miratamente alla successione formalizzando strutture e processi nonché eliminando i rischi esistenti. Spesso occorre scorporare dal bilancio il capitale esistente non necessario all’azienda per renderla negoziabile, garantire la previdenza dei coniugi imprenditori o ripartire equamente il patrimonio tra più discendenti. Ma anche le persone coinvolte nella successione devono riconsiderare i loro progetti di vita, costituire riserve di capitale o frequentare corsi di perfezionamento. Consulenza Molte piccole imprese hanno il loro primo contatto con un consulente in occasione della successione. In questo ambito è utile procedere per gradi. In primo luogo occorre definire la necessità di una consulenza, ma ciò non è sempre facile, poiché implica eventualmente ammettere di avere punti deboli. Vi è però una grande differenza tra il ricorrere a un consulente fiscale o a un manager di conflitti. Successivamente è possibile valutare e selezionare i consulenti nonché formulare un mandato chiaro. Nell’interesse di tutti, è consigliabile indicare al consulente un interlocutore definito nell’azienda. Aspetti fiscali e legali Poiché la situazione è spesso unica per un imprenditore, vale la pena ricorrere alla consulenza individuale di esperti fiscali e legali. Finanziamento Il finanziamento avviene di solito tramite mezzi propri e capitale di terzi. Non di rado, in una vendita graduale il venditore sostiene il finanziamento con piani di partecipazione, importi immobilizzati, prestiti del venditore, eccetera. In ogni caso, il prezzo deve essere commisurato alla capacità d’indebitamento dell’azienda. Ciò significa che il rimborso del debito deve essere possibile nell’arco di pochi anni con i ricavi ottenuti. Futuro dell’imprenditore Uno dei principali fattori che impediscono di avviare per tempo il processo di successione è la mancata pianificazione del periodo successivo alla cessione. Occorre costruirsi alternative interessanti, che consentano di continuare ad avere importanti ambiti d’azione e di successo. Ulteriori informazioni sul tema sono disponibili nell’opuscolo «La gestione della successione nelle PMI: guida pratica», ottenibile gratuitamente tramite l’allegato tagliando di ordinazione. Saremo ovviamente lieti di offrirvi anche una consulenza personale sul tema «Pianificazione della successione». Ordinate gratuitamente la guida «La gestione della successione nelle PMI» Il testo specialistico è basato sulle esperienze accumulate dai consulenti del Credit Suisse nei loro contatti quotidiani con la clientela ed è una versione sintetica dell’opuscolo completo «La gestione della successione nelle PMI: guida pratica» pubblicato di recente. L’opuscolo è rivolto a imprenditori, partner e potenziali successori. 2 Potete ordinare gratuitamente l’opuscolo «La gestione della successione nelle PMI: guida pratica» tramite il tagliando di ordinazione allegato alla vostra lettera di accompagnamento oppure concordare con noi un colloquio di consulenza per le vostre esigenze in materia di pianificazione della successione. «Se il passaggio avviene troppo rapidamente vi è il rischio di mettere a repentaglio le relazioni con la clientela o di perdere la fiducia dei collaboratori.» Intervista Dialogo aperto e correttezza sono vitali per il processo di successione A piccoli passi e con grande cautela, Bruno Caretta trasferisce la responsabilità della Caretta + Weidmann Baumanagement AG con domicilio a Zurigo, Berna e St. Moritz nelle mani dei suoi due figli Mauro e Rafael. Info PMI: Lei parla apertamente dell’imminente cessione dell’azienda ai suoi figli. Non le risulta difficile passare gradualmente lo scettro del potere? Bruno Caretta: No, non mi risulta affatto difficile. Al contrario: sono molto felice del fatto che i miei figli vogliono continuare a gestire l’impresa, qualsiasi padre lo sarebbe. Che cosa c’è di più bello della consapevolezza di aver messo nelle mani dei propri figli il lavoro di una vita? Io sono stato già felice quando i miei due figli hanno scelto di seguire la mia stessa formazione. Forse lo hanno fatto perché fin da piccoli hanno sentito la gioia con cui faccio questo mestiere. Quando si cede un’azienda è però importante il fattore tempo. Per me è molto più facile se posso preparare il passaggio nel corso di più anni insieme ai miei figli. Questo ci permette di mantenere le nostre pluriennali relazioni con i clienti. Se attendessi troppo e fossi poi costretto a cedere il comando per motivi d’età, ciò non sarebbe possibile. Per un’azienda come la nostra, perdere clienti può essere molto pericoloso. Un’uscita di scena di questo genere non farebbe per me. Info PMI: Come riesce ad ottenere una collaborazione ottimale tra padre e figli nell’azienda? Bruno Caretta: È una cosa che abbiamo dovuto imparare, poichè non è scontata solo perché siamo una famiglia. Oltre ai nostri rapporti privati, nei quali è cambiato ben poco, abbiamo sviluppato una forma di collaborazione sostenibile nell’azienda. Tra noi parliamo apertamente e senza remore, anche quando vi sono divergenze. Occorre saper ascoltare e immedesimarsi nell’altro. Ciò richiede molta pazienza, sia da parte dei miei figli, sia da parte mia. È ovvio che tutti preferirebbero partire a razzo e attuare le proprie idee. Info PMI: Come procede quando vi sono divergenze? Bruno Caretta: Quando non riusciamo più ad andare avanti, ne discutiamo in presenza di una persona fidata. Questo mediatore ci aiuta di volta in volta a trovare una soluzione accettabile per tutti. Info PMI: Ha già progetti per il periodo successivo al passaggio di consegne? Bruno Caretta: Potrò ridurre progressivamente il mio grado di occupazione e prepararmi in tutta calma all’imminente cambiamento della mia quotidianità. Non intendo però perdere completamente di vista l’azienda, bensì continuare ad affiancare i miei figli con consigli e aiuti concreti – se avranno bisogno di me. Info PMI: Per concludere, quali sono a suo avviso i punti più importanti nella gestione della successione? Bruno Caretta: Come detto, è decisivo il timing. Se il passaggio avviene troppo rapidamente vi è il rischio di mettere a repentaglio le relazioni con la clientela o di perdere la fiducia dei collaboratori. Questo si può evitare soltanto affrontando con cautela il processo di successione e coinvolgendo gli interessati. In qualità di PMI abbiamo bisogno dei nostri collaboratori estremamente qualificati e motivati. Per tale ragione stiamo riflettendo su come far partecipare alcuni di loro all’azienda. Al momento è altresì molto importante che entrambi i miei figli diano il massimo. Non possiamo riposarci sugli allori. Devo essere sicuro che possano e vogliano guidare l’azienda in futuro e accettare al contempo – cosa che non sempre mi riesce facile – che nella vita contano anche altre cose, come la famiglia, e che sul lungo periodo i miei figli potranno avere successo soltanto se troveranno il giusto equilibrio. 3 «Oggi mio padre è per me un super consulente e un coach. Ha un ottimo fiuto per i problemi nell’azienda.» Intervista La collaborazione tra le generazioni è il modo migliore di gestire il know-how Info PMI: Martin Jost, che effetto le fa essere il capo di suo padre? Martin Jost: Il passo fatto nel 2005 non è stato poi così grande. Mio padre ed io collaboravamo già da molto tempo e prendevamo insieme tutte le decisioni più importanti. Inoltre partecipavo alla nostra azienda con tutti i miei risparmi già dall’età di 25 anni e dunque ho sempre saputo il motivo per cui mi impegnavo. L’unica differenza è che dal 2005 ho assunto la direzione di questo processo – senza per questo sentirmi il capo di mio padre, che oggi è per me un super consulente e un coach. Mi sgrava da compiti speciali e ha un ottimo fiuto per i problemi nell’azienda. Questo è molto importante, poiché in veste di direttore è spesso difficile riuscire a captare anche i segnali deboli, ma importanti, provenienti dall‘organizzazione. Info PMI: Quali cambiamenti ci sono stati nella Jost Pflanzen AG da quando lei ne ha assunto la guida, e perché? Martin Jost: Immagini una fattoria passata a un figlio, con i genitori che vivono ora nella loro casetta sulla proprietà. Oggi la nostra azienda funziona in modo analogo. Il grande vantaggio di questo modello è che il know-how dell’azienda non viene disperso. Ciò ha fatto sì che la nostra azienda continui a navigare in ottime acque e ha reso il passaggio agevole per i clienti e i collaboratori. Info PMI: Come hanno reagito al cambiamento i dirigenti e i collaboratori? Martin Jost: Il personale si attendeva che la successione venisse regolata in questo modo. Ciò nonostante vi è stato un avvicendamento di personale dovuto al passaggio. In definitiva, mio padre ed io siamo due persone diverse e un cambiamento 4 al vertice può portare a separazioni nella cerchia dei collaboratori più stretti. Info PMI: In che modo riesce a tenere separati la famiglia e l’azienda? Martin Jost: Per me mio padre è e resta mio padre, non un dipendente o un partner d’affari. È ovvio che questo gli darà sempre un ruolo particolare, sia nei miei confronti, sia nell’azienda, ma abbiamo imparato a convivere bene con questa situazione. Un ulteriore aiuto ci viene poi dal fatto che già mio nonno e mio padre hanno collaborato in questo modo. Mio padre comprende i miei «metodi moderni», poichè in passato ha avuto le stesse discussioni con suo padre, ma nonostante tutto è un continuo negoziare. Lo stesso vale per la mia famiglia. Ho tre figli, uno di 3, uno di 7 e uno di 9 anni. La nostra azienda è attiva con tre stabilimenti di produzione 365 giorni all’anno. Definendo chiaramente i compiti e le competenze, cerchiamo di ritagliare spicchi di tempo libero per me e per i miei collaboratori. Tuttavia, accade spesso che i miei figli vengano in azienda invece che andare io a casa. Ma così imparano anche cosa significa essere imprenditore. Info PMI: Quali sono a suo avviso i punti forti del suo modello d’impresa? Martin Jost: Ci consente di decidere e agire con grande rapidità quando intervengono cambiamenti nel mercato. Nonostante la collaborazione intergenerazionale, in quei momenti è importante che sia chiaro chi comanda nell’azienda. Io rappresento la terza generazione, che spesso costituisce un pericolo per le aziende a conduzione familiare. Io intendo evitare assolutamente questo pericolo. Voglio che un giorno i miei figli abbiano come me la possibilità di guidare un’azienda sana. Quel giorno mi sarà probabilmente più difficile ritirarmi nel ruolo di consulente di quanto non lo sia stato per mio padre, ma ho davanti a me tutti i giorni un chiaro esempio vivente di come si dovrebbe fare. SOLS 21 1501643 05.2007 Martin Jost ha rilevato dal padre Fritz Jost nel 2005 le azioni della Jost Pflanzen AG, un’azienda con sede a Gerlafingen SO e circa 70 collaboratori, nonché delle sue affiliate di Wiedlisbach BE e Rüfenach AG. Entrambi lavorano attivamente nell’azienda.