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In Italia l'epatite C è la causa prevalente delle epatiti
virali croniche, cirrosi, tumori del fegato e trapianto di
fegato. Di fatto, è anche la causa principale di decessi
per malattie infettive trasmissibili.
I malati sono centinaia di migliaia e molti cittadini sono
ancora completamente all’oscuro della propria condizione di portatore dell’infezione.
L’epatite C spesso decorre del tutto asintomatica ed è
facilmente comprensibile che l’informazione e la prevenzione rivestono un ruolo fondamentale in una pluralità
di ambiti: favorire la diagnosi precoce, evitare nuove infezioni, discriminazioni, inutili allarmismi o scarsa importanza di eventi a rischio.
La buona notizia è che si può guarire, grazie anche a
nuovi e potenti farmaci. Il presente fascicolo si propone
di descrivere l’utilizzo proprio di uno di questi ritrovati,
il BOCEPREVIR.
EpaC Onlus è da 14 anni al servizio della comunità per
aiutare chiunque a informarsi, capire, comprendere, e
dare indicazioni utili per avere una qualità di vita
migliore e riuscire a guarire.
Associazione EpaC Onlus
Tel. 06/60200566
www.epac.it
e-mail: [email protected]
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Una guida pensata, curata e realizzata
dall’Associazione EpaC Onlus
La triplice terapia con
BOCEPREVIR
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Hanno collaborato:
Ivan Gardini, Massimiliano Conforti, Rosanna Fontana - Associazione Epac Onlus
Dott.ssa Giulia. Magini - U.S.C. Gastroenterologia Ospedali Riuniti -Bergamo
Dott. Pierluigi Toniutto - Sezione di Epatologia e Trapianto di Fegato, Ospedale Santa Maria
della Misericordia - Udine
Prof. Pietro Andreone - U.O.S. di Epatologia Ambulatoriale, Policlinico S. Orsola Malpighi
- Bologna
Prof.ssa Mariagrazia Rumi - U.O. Epatologia, Ospedale S. Giuseppe Multimedica - Università degli Studi di Milano
Progetto grafico: Weblicity - www.weblicity.net
Fonti informative:
Studi registrativi BOCEPREVIR
Scheda tecnica BOCEPREVIR
Note prescrittive AIFA
Copyright © 2013: EpaC Onlus - www.epac.it
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altri, senza l’autorizzazione scritta dell’Associazione
Epac Onlus.
Finito di stampare in aprile 2013
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Sommario
L’epatite C e le fasi d’infezione
Informazioni importanti per il paziente
Cos'è boceprevir
Indicazioni e controindicazioni
Gruppi particolari di pazienti
Efficacia terapeutica
Durata del trattamento e schema terapeutico
Monitoraggio
Regole per l’interruzione
Modalità di assunzione
Assunzione terapia
L’importanza dell’aderenza alla terapia
Alimentazione in terapia
Possibili effetti collaterali
Anemia
Neutropenia
Interazione con altri farmaci
Sviluppo di resistenze
Domande frequenti
Glossario
Testimonianza
L’Associazione EpaC Onlus
pag. 1
pag. 2
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 9
pag. 11
pag. 11
pag. 12
pag. 13
pag. 14
pag. 15
pag. 16
pag. 16
pag. 17
pag. 18
pag. 19
pag. 20
pag. 23
pag. 24
pag. 26
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pagina bianca
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La triplice terapia con boceprevir
L’epatite C
L’epatite è definita come un’infiammazione
a carico del fegato, un organo di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del nostro organismo.
Nello specifico, l’epatite cronica C non è
altro che l’infiammazione cronica del fegato
causata dal virus dell’epatite C (HCV).
Le fasi dell’infezione
Quando si contrae il virus C dell’epatite, il virus entra nel torrente sanguigno e va a localizzarsi prevalentemente a livello del fegato, dove inizia a moltiplicarsi. Il sistema immunitario, ovvero il sistema di difesa
dell’organismo, individua le cellule infettate dal virus e cerca di combattere il virus stesso distruggendo le cellule che lo contengono. Questo
momento rappresenta la fase acuta dell’infezione e può durare fino a 6
mesi. Nella maggior parte dei casi, l’infezione acuta decorre in maniera
asintomatica, se non per la presenza di astenia (stanchezza) e/o una sensazione di malessere generale “simil influenzale”.
Solo un'esigua percentuale di pazienti manifesta dei segni clinicamente
evidenti quali: colorazione giallastra della cute e delle sclere (ittero),
feci chiare, urine scure.
Durante la fase acuta, circa il 20% -30% dei pazienti riesce a debellare
il virus - e quindi guarisce - mentre la restante parte va incontro alla cronicizzazione dell’infezione.
Tutti i pazienti che sono entrati in contatto con il virus sviluppano gli
anticorpi specifici per l’epatite C (HCV-Ab). La positività di tali anticorpi, pertanto, non è in grado di distinguere tra chi ha debellato il virus
e chi invece mantiene un’infezione attiva. Solo attraverso la ricerca del
virus nel sangue, cioè con la ricerca dell' HCV-RNA e' possibile distinguere l’infezione attiva nella quale l’HCV-RNA è positivo o un pregresso contatto in cui l’HCV-RNA è negativo. Anche nella fase cronica
di malattia gran parte dei pazienti rimangono asintomatici, e solo alcuni
possono lamentare stanchezza e dolori muscolari.
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La triplice terapia con boceprevir
Con il persistere dell’infezione cronica si assiste alla progressiva distruzione delle cellule epatiche per opera del sistema immunitario.
Il fegato cerca di auto-ripararsi producendo però del tessuto cicatriziale
(la fibrosi). Tanto maggiore è il tessuto fibroso tanto più grave e' la malattia del fegato, fino al quadro tipico della cirrosi in cui l’alterazione
strutturale, rappresentata dalla presenza di noduli, comporta l’alterazione
della normale circolazione sanguigna nel fegato e la riduzione della funzione epatica. Anche la fase iniziale della cirrosi può decorrere in maniera asintomatica e manifestarsi solo quando si sviluppano le
complicanze tipiche della malattia (ascite, ittero, sanguinamento gastroenterico, encefalopatia, tumore del fegato). Per tale ragione se già presente, la cirrosi deve essere prontamente diagnosticata e curata. Nei casi
di cirrosi avanzata o di alcuni casi di tumore epatico, il trapianto di fegato è l’unica scelta terapeutica risolutiva disponibile. La rapidità con
cui l’epatopatia progredisce è estremamente variabile e non è prevedibile
in anticipo. Molti soggetti presentano alterazioni minime anche a distanza di 30 anni dal contagio, mentre altri sviluppano cirrosi in meno
di 10 anni. La velocità di progressione della malattia epatica non dipende
dal genotipo virale o dalla quantità di virus presente nel sangue, ma è
influenzata dallo stile di vita del paziente e da alcuni cosidetti co-fattori
quali consumo di alcolici, diabete, obesità o altre infezioni virali.
Informazioni importanti per il paziente
Scoprire di avere un’infezione cronica da HCV potrebbe avere un notevole impatto emotivo. Devi essere consapevole del fatto che la presenza
dell’infezione può condizionare fortemente la tua qualità di vita.
Per migliorare la tua salute è fondamentale l’intervento dello specialista,
che ti assisterà in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla guarigione o alla prevenzione e al trattamento delle complicanze. Le terapie
farmacologiche ad oggi disponibili, correttamente somministrate, consentono in molti casi di arrestare la progressione della malattia e di eliminare completamente il virus dal sangue, ottenendo così la guarigione
definitiva dall’infezione.
In quest’opuscolo troverai alcune informazioni molto utili per
seguire in modo ottimale il trattamento che ti è stato prescritto.
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La triplice terapia con boceprevir
Probabilmente il tuo medico ti avrà spiegato che sarai sottoposto a una
duplice terapia per le prime 4 settimane (cosiddetta fase di lead-in*)
che prevede un’iniezione sottocutanea una volta la settimana di interferone pegilato e l’assunzione giornaliera di un farmaco in compresse, la
ribavirina. Dopo le prime 4 settimane verrà introdotto il boceprevir,
un farmaco in capsule da assumere giornalmente.
Quest’ultimo è un nuovo farmaco antivirale ad azione diretta per il trattamento dell’epatite cronica C, cioè capace di inibire la replicazione del virus.
*FasediLead-in: letteralmente fase di "apertura" o "introduzione-induzione".
E' la fase iniziale del trattamento, di 4 settimane, dove sono somministrati solo interferone pegilato e ribavirina. Serve per diminuire la quantità del virus nel sangue, e dà informazioni sulla tollerabilità ai farmaci. Dopo la quarta settimana si aggiunge
boceprevir, cioè inizia la triplice terapia.
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La triplice terapia con boceprevir
Cos'è il boceprevir
Boceprevir è un nuovo farmaco antivirale che blocca la replicazione
del virus dell’epatite C (HCV). Boceprevir è il nome del principio attivo,
mentre il nome commerciale è VICTRELIS® ed è disponibile sotto
forma di capsule rigide.
La differenza sostanziale tra boceprevir e i farmaci fino ad oggi usati
per il trattamento dell’epatite C sta nel fatto che questo nuovo farmaco
agisce direttamente contro il virus, bloccandone il processo di replicazione.
L'interferone, invece, stimola la risposta del sistema immunitario contro
il virus mentre la ribavirina interferisce indirettamente sulla replicazione
virale.
L'assunzione combinata dei tre farmaci incrementa la possibilità di eradicazione definitiva del virus.
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La triplice terapia con boceprevir
Indicazioni e controindicazioni
Indicazioni
In quali pazienti è indicato boceprevir?
Boceprevir, in associazione a interferone pegilato e ribavirina, è indicato
per la cura dei pazienti adulti con epatite cronica C solo di genotipo 1
che abbiano una malattia di fegato compensata (inclusi i pazienti con
cirrosi).
Pertanto sono candidabili al trattamento:
• pazienti con genotipo 1 che non si sono mai sottoposti a nessun trattamento antivirale (Pazienti Naive);
• pazienti con genotipo 1 che sono già stati sottoposti a uno o più trattamenti antivirali con interferone alfa (pegilato o non pegilato) da solo o
in combinazione con ribavirina, che hanno avuto una recidiva della malattia (Relapser), che hanno risposto parzialmente (Partial Responder)
o che non hanno risposto del tutto (Null Responder).
Nota: boceprevir nonpuòesseresomministrato nei pazienti con altri genotipi virali
(2, 3, 4, 5, 6) poiché non esistono dati clinici sufficienti per comprovarne l’efficacia.
Perciò per questi pazienti lo standard di cura rimane per ora la duplice terapia a
base di interferone pegilato e ribavirina.
Distribuzione genotipi in Italia
(Studio Hencore 1998)
Genotipo 1a
Genotipo 1b
Genotipo 2
Genotipo 3
5
Genotipo 4
Altri
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La triplice terapia con boceprevir
Controindicazioni
Di seguito sono riportate le principali controindicazioni al trattamento
con boceprevir:
P Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
(in particolare è da segnalare che boceprevir contiene lattosio.
Se non si tollera o non si digeriscono alcuni zuccheri, si consiglia di
informare il medico prima di prendere questo medicinale).
P Impossibilità a sospendere eventuali terapie concomitanti che non
si possono assumere contemporaneamente a boceprevir.
P Età avanzata (oltre i 65 anni). Oltre questo limite di età sono candidabili
i pazienti che presentano uno stato psicofisico idoneo a sostenere un
trattamento terapeutico impegnativo e senza controindicazioni, a
giudizio dello specialista.
P Intolleranze già previste per l'assunzione di interferone pegilato o
ribavirina, quali:
• intolleranza alla terapia per sviluppo di severi effetti collaterali
(depressione severa, anemia non controllabile);
• cirrosi scompensata per ascite, emorragia digestiva ed encefalopatia
epatica in atto o pregressa;
• gravi patologie associate (sindrome crioglobulinemica severa, cardiopatie, malattie polmonari, malattie autoimmuni, psichiatriche, oculistiche
o epilessia) che possono ulteriormente peggiorare in corso di trattamento;
• gravidanza o allattamento al seno: la gravidanza deve essere evitata
durante il trattamento e per i 6 mesi dopo la fine del trattamento.
Gruppi particolari di pazienti
Nelle seguenti categorie di pazienti l'impiego di boceprevir è ammesso
solo nell'ambito di studi clinici controllati, poiché le informazioni sin
qui acquisite sono al momento insufficienti per stabilire l'efficacia ma
soprattutto la sicurezza del trattamento.
P Pazienti con HCV e co-infezione con HIV
P Pazienti con HCV e co-infezione con HBV
P Pazienti pediatrici
P Pazienti con insufficienza renale
P Pazienti sottoposti a trapianto di organi
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La triplice terapia con boceprevir
Efficacia terapeutica
L’impiego di boceprevir determina un aumento significativo del tasso
di guarigione (superiore al 30%) rispetto alla terapia standard, con percentuali variabili a seconda della tipologia dei pazienti presi in considerazione.
Gli studi hanno valutato l'efficacia di boceprevir in termini di capacità
di ottenere una risposta virologica sostenuta (SVR) ovvero la persistente negatività dell'HCV-RNA a 24 settimane dalla conclusione del
trattamento.
Riportiamo alcuni risultati degli studi che hanno permesso la registrazione di boceprevir.
Pazienti mai trattati ovvero che non si sono mai sottoposti a un trattamento antivirale (Naive);
Percentuale pazienti guariti con triplice terapia rispetto alla duplice (Studio Sprint 2)
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La triplice terapia con boceprevir
Pazienti che non hanno risposto a un precedente trattamento antivirale (Pazienti Relapser1, Partial Responder2 e Null Responder3)
Percentuale Pazienti guariti con triplice terapia rispetto alla duplice (Studio Respond-2)
I pazienti classificati Null Responder sono stati successivamene arruolati nello studio PROVIDE e sottoposti a trattamento con triplice terapia,
raggiungendo un' tasso di guarigione del 38% .
Percentuale Pazienti guariti con triplice terapia tra coloro che non avevano risposto a
una duplice terapia (Studio Provide)
Le variabili associate a una minore efficacia della triplice terapia sono:
• il sottotipo virale 1a rispetto a 1b e il genotipo IL28b;
• il profilo di risposta durante la fase di lead-in e durante i precedenti
trattamenti (Relapser/Non Responder);
• la presenza o meno della cirrosi.
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La triplice terapia con boceprevir
Durata del trattamento e schema terapeutico
Schema terapeutico per:
• Pazienti adulti mai trattati senzacirrosi*
Si inizia il trattamento con 4 settimane di interferone alfa pegilato in associazione alla ribavirina (fase di lead-in). Dopo 4 settimane viene aggiunto il boceprevir e si continua con tutti e tre i farmaci.
La durata della triplice terapia dipenderà dall'esito dell'HCV-RNA alla
settimana 8 e 24.
I pazienti con HCV-RNA negativo o non rilevabile alle settimane 8
e 24 completano la triplice terapia alla settimana 24 (durata totale = 28
settimane). In questo caso (precoce negativizzazione del virus) è stato
dimostrato che abbreviare la durata della terapia da 48 settimane a 24
settimane, come previsto con la duplice, non ne compromette l'efficacia
(86-88% di SVR).
BOCEPREVIR
PEg IntERfEROnE
0
4
+ RIBAVIRInA
settimane di trattamento
28
Al contrario, i pazienti con HCV-RNA positivo alla settimana 8 (e negativo alla settimana 24) continuano la triplice terapia sino alla settimana
36 e completano il trattamento con peginterferone e ribavirina (durata
totale = 48 settimane).
BOCEPREVIR
PEg IntERfEROnE
0
4
+ RIBAVIRInA
settimane di trattamento
9
36
48
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La triplice terapia con boceprevir
Schema terapeutico per:
• Pazienti con recidiva a un precedente trattamento senzacirrosi
• Pazienti con risposta parziale a un trattamento precedente senza
cirrosi
Si inizia il trattamento con 4 settimane di interferone alfa pegilato in associazione alla ribavirina (fase di lead-in). Dopo 4 settimane viene aggiunto il boceprevir, si continua con la triplice terapia sino alla settimana
36, e si completa il trattamento con peginterferone e ribavirina (durata
totale = 48 settimane).
BOCEPREVIR
PEg IntERfEROnE
0
4
+ RIBAVIRInA
settimane di trattamento
36
48
Schema terapeutico per:*
• Pazienti con risposta nulla a un trattamento precedente
• Pazienti con cirrosi (mai trattati o già trattati con fallimento
terapeutico)
Si inizia il trattamento con 4 settimane di interferone alfa pegilato in associazione alla ribavirina (fase di lead-in). Dopo 4 settimane viene aggiunto il boceprevir e si continua con la triplice terapia per 44 settimane
(durata totale = 48 settimane).
BOCEPREVIR
PEg IntERfEROnE
0
4
+ RIBAVIRInA
settimane di trattamento
48
Nota*: per questi sottogruppi particolari di pazienti la durata della triplice terapia non
deve essere inferiore a 32 settimane. Nel caso in cui il paziente non sia in grado di tollerare il trattamento, si può prendere in considerazione di somministrare solo peginterferone e ribavirina durante le ultime 12 settimane..
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La triplice terapia con boceprevir
Monitoraggio
E’ raccomandata la misurazione dell' HCV-RNAalle settimane 4, 8, 12
e 24. L'esecuzione di controlli 'supplementari' è a discrezione del medico
curante.
BOCEPREVIR
PEg IntERfEROnE
0
4
8
+ RIBAVIRInA
12
ulteriori controlli in base alla durata
24
Controllo HCV-RnA alla settimana 4-8-12-24
Regole per l'interruzione
Con qualunque schema terapeutico, il trattamento con i tre farmaci va
sospeso: alla settimana 12 se il paziente ha valori di HCV-RNA superiori
o uguali a 100 UI/ml; alla settimana 24 se HCV-RNA è rilevabile.
PR
0
PR + BOCEPREVIR
4
PR
0
28
PR
PR + BOCEPREVIR
4
36
PR
0
48
PR + BOCEPREVIR
4
X
12
X
24
48
X Sospendere la triplice terapia se HCV-RnA uguale o superiore a 100 Ul alla
settimana 12 o rilevabile alla settimana 24
E' importante attenersi alle indicazioni per la sospensione, perché protrarre la terapia quando non indicato può favorire la comparsa di ceppi
resistenti del virus che potrebbero precludere trattamenti futuri.
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La triplice terapia con boceprevir
Modalità di assunzione di boceprevir
Boceprevir deve essere assunto esclusivamente insieme a interferone
pegilato e ribavirina dalla quarta settimana.
Il farmaco va assunto alla dose di 800 mg (4 capsule da 200 mg) per
via orale ogni 8 ore con un pasto o spuntino leggero, percio' la dose
totale giornaliera è di 12
capsule.
È irrilevante che boceprevir
venga assunto appena prima,
durante, o subito dopo il
pasto, ma l’assunzione
senza cibo potrebbe essere
associata ad una perdita di
efficacia del boceprevir.
Le capsule devono essere
inghiottite intere, non
devono essere masticate,
rotte o sciolte.
Non esercitare pressione sul
blister.
Se un paziente omette di assumere una dose e mancano meno di 2 ore
all’orario della dose successiva, la dose omessa non deve essere assunta.
Se un paziente omette di assumere una dose e mancano 2 ore o più
all’orario della dose successiva, il paziente deve assumere la dose
omessa insieme al pasto e ripristinare il normale schema posologico.
La dose non va ridotta perché ciò facilita l'insorgenza di ceppi resistenti
e provoca il fallimento terapeutico.
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La triplice terapia con boceprevir
Assunzione terapia
Poiché boceprevir va assunto insieme ad interferone e ribavirina (dopo la
fase di lead-in), è ipotizzabile uno schema di assunzione simile a questo:
Interferone alfa pegilato: iniezione una volta alla settimana
Ribavirina:
assunzione di compresse/capsule ogni 12 ore (num. di capsule stabilito dal medico)
Boceprevir: assunzione di 4 compresse ogni 8 ore
Ulteriori dettagli sul numero di compresse/capsule di ribavirina da assumere e sulla tipologia di interferone ti saranno indicati dal medico specialista.
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La triplice terapia con boceprevir
L’importanza dell’aderenza alla terapia
Aderire a un trattamento non significa solo assumere le medicine prescritte dal medico, ma anche rispettare gli orari di somministrazione, gli
appuntamenti per i controlli e le raccomandazioni sull’assunzione di
cibo o sugli altri farmaci che non possono essere assunti contemporaneamente. Solo in questo modo è possibile ottenere il massimo beneficio
dalla terapia prescritta.
È fondamentale che il paziente aderisca correttamente alla terapia che il
medico ha indicato per la cura dell’epatite cronica C.
È vero che si tratta di una “triplice terapia” che prevede l’impiego di tre
farmaci, due dei quali da assumere più volte nell’arco della giornata, ma
questo non deve spaventare o demoralizzare. Seguendo alcuni semplici
accorgimenti sarà meno complicato rispettare gli orari di somministrazione e quindi ottenere la massima efficacia dalla terapia.
Consigli e avvertenze
Per aiutarti a ricordare i vari orari di somministrazione nell’arco
della giornata, puoi utilizzare un porta pillole con timer e
allarme sonoro, un telefono cellulare che dispone di suonerie multiple,
o l’applicazione My Epac per dispositivi Apple e Android messa a disposizione dall'Associazione.
Ulteriori informazioni disponibili sul sito Epac :
www.nuovifarmaciepatite.it
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La triplice terapia con boceprevir
Alimentazione in terapia
Per ottimizzare l’assorbimento e l’efficacia, è opportuno assumere boceprevir a stomaco pieno, eventualmente con piccoli pasti o snack.
Gli studi clinici hanno dimostrato che assumere il farmaco a stomaco
vuoto provocherebbe una riduzione dell’assorbimento e una conseguente
minore efficacia terapeutica.
Pertanto è fondamentale ricordarsi di assumere cibo in concomitanza
dell’assunzione del farmaco per avere il massimo beneficio possibile dalla
terapia prescritta.
Il tipo e la quantità di cibo possono ovviamente variare in ragione dei gusti
e abitudini personali.
Consigli e avvertenze
In previsione di spostamenti quotidiani è bene procurarsi degli
snack (barrette o simili) da portare con te.
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La triplice terapia con boceprevir
Possibili effetti collaterali
Agli effetti collaterali causati dall'assunzione d'interferone pegilato e ribavirina (che possono variare da paziente a paziente ed essere lievi, moderati o intensi), vanno sommati gli effetti indesiderati causati
dall'assunzione di boceprevir.
Dagli studi clinici emerge che gli eventi avversi più frequentemente associati alla terapia con boceprevir sono:
EFFETTO COLLATERALE
FREQUENZA
Stanchezza
53% - 57%
Anemia
49%
Nausea
43% - 48%
Mal di testa
46%
Alterazioni del gusto
37%
Neutropenia
29%
Anemia (riduzione dell'emoglobina <10 g/dl)
Raramente comporta la sospensione del trattamento.
La gestione dell’anemia deve essere fatta su base individuale da parte dello
specialista.
Gli interventi possono essere i seguenti:
Riduzionedeldosaggiodiribavirina. Studi recenti hanno dimostrato che
la riduzione del dosaggio della ribavirina nei pazienti trattati con triplice
terapia consente di ottenere tassi di guarigione sovrapponibili a quelli osservati nei pazienti che non hanno ridotto la dose di ribavirina.
La co-somministrazione di eritropoietina (o biosimilari) può essere
considerata come alternativa e in aggiunta alla riduzione di dosaggio della
ribavirina in situazioni cliniche particolari, quali a esempio i soggetti con
cirrosi.
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La triplice terapia con boceprevir
Le trasfusioni di sangue possono essere impiegate per la gestione
dell'anemia in casi di anemia severa, specie nei pazienti con elevate possibilità di risposta al trattamento, per evitare la sospensione della ribavirina.
In caso di sospensione del trattamento per una grave forma di anemia incontrollabile, boceprevir non può essere re-introdotto.
Neutropenia (riduzione globuli bianchi)
L'impiego di G-CSF (fattori di crescita) può essere preso in considerazione in pazienti con un incremento del rischio di infezioni respiratorie,
soprattutto in soggetti cirrotici e con infezioni da HIV e compatibilmente
con le regole di utilizzo consentite dal Servizio Sanitario Nazionale.
Consigli e avvertenze
Evitareilfai-da-te. Riferite tempestivamente allo specialista la comparsa di qualunque effetto collaterale.
Procuratevi un recapito telefonico al quale potete chiamare in qualsiasi
momento.
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La triplice terapia con boceprevir
Interazioni con altri farmaci
Durante il trattamento con boceprevir è assolutamente sconsigliato
assumere farmaci o prodotti erboristici senza consultare il medico.
Vi sono numerosi farmaci che possono interferire con boceprevir riducendone l'efficacia o potenziandone la tossicità causando così interazioni
e possibili effetti collaterali severi.
Sono farmaci di diverse categorie:
• sedativi
• antibatterici
• analgesici
• antidepressivi
• antipertensivi
• antiaritmici
• antifungini
• anticoagulanti
• immunosopressori
• antistaminici
• contacettivi orali
Evitare anche l'assunzione di:
Iperico (erba di S. Giovanni) che può ridurre la quantità di boceprevir
nel sangue.
Sono state osservate interazioni significative con alcuni farmaci usati
per la cura dell'HIV, pertanto l'uso di boceprevir nei pazienti co – infetti
con HIV-1 non è attualmente raccomandato.
Sono in corso studi per valutare l'effettivo grado di interazione.
Consigli e avvertenze
L'elenco sopra riportato dei farmaci che possono causare interferenze è solo parziale.
Prima di iniziare e durante il trattamento è pertanto necessario riferire
allo specialista tutti i farmaci assunti quotidianamente (compresi i prodotti da banco e quelli di erboristeria) edevitarecategoricamentel’auto
medicazione.
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La triplice terapia con boceprevir
Sviluppo di resistenze
Il virus dell'epatite C, nell'atto di replicarsi o riprodursi, compie una serie
di errori, in altre parole non riesce a replicare una copia perfetta di sè
stesso e il risultato di questo "errore di trascrizione" sono miliardi di
virus diversi l'uno dall'altro che persistono nel sangue del malato.
Se tra questi virus – così simili ma diversi uno dall'altro – ne esiste una
specifica tipologia con caratteristiche tali da renderlo capace di replicarsi
anche in presenza di un farmaco antivirale, questo ceppo si riprodurrà e
si amplificherà a tal punto da rendere la maggioranza del virus circolante
resistente al farmaco.
Lo sviluppo di resistenze può avvenire per diverse cause:
• potenza del farmaco inadeguata;
• quantità del farmaco inadeguata;
• aderenza inadeguata (farmaco non assunto in modalità corretta);
• resistenza preesistente.
Mutazione e Sviluppo
Virus Resistente
E' importante identificare lo sviluppo delle resistenze il più precocemente possibile per impedire una elevata replicazione dei ceppi
resistenti.
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La triplice terapia con boceprevir
Domande frequenti
Per quanto tempo va assunto boceprevir?
Boceprevir va assunto da un minimo di 24 settimane ad un massimo di
44 insieme ad interferone pegilato e ribavirina.
Come va assunto boceprevir?
Boceprevir va assunto ogni 8 ore (4 compresse 3 volte al giorno) a stomaco pieno.
Il boceprevir va assunto prima, durante o dopo i pasti?
Il farmaco deve essere somministrato insieme ai pasti, indipendentemente dal tipo di pasto o dal fatto che venga assunto appena prima, durante o subito dopo.
Che cosa succede se dimentico o non riesco ad assumere boceprevir
nell'orario prestabilito?
Se si omette di assumere una dose e mancano meno di 2 ore alla dose
successiva, la dose omessa non va assunta.
Se si omette di assumere una dose e mancano 2 ore o più alla dose successiva, la dose omessa va assunta insieme al pasto e si continua con il
normale schema terapeutico.
E' possibile interrompere e poi riprendere l'assunzione di boceprevir?
No, non è possibile.
E' possibile ridurre il dosaggio di boceprevir?
No, non è possibile nemmeno ridurre il dosaggio.
In caso di fallimento si può ripetere il trattamento con boceprevir?
No. Non è indicato.
Assumo già altri medicinali. Succede qualcosa se aggiungo boceprevir?
E’ necessario consultare il medico in quanto può interagire con i farmaci
che sta assumendo.
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La triplice terapia con boceprevir
Posso avere figli durante il trattamento?
No, la gravidanza va evitata. La triplice terapia, in particolare per effetto
della ribavirina può causare malformazioni del feto.
Le donne in età fertile verranno sottoposte a un test di gravidanza alla
visita basale, ed eventualmente anche a visite successive, fino a quando
non saranno trascorsi almeno 6 mesi dall'assunzione dell'ultima dose di
ribavirina.
Saranno fornite istruzioni necessarie su precise modalità di contraccezione per evitare la gravidanza sia alle donne in età fertile, sia agli uomini partner di donne in età fertile. tenendo presente che boceprevir
riduce l’efficacia della pillola anti-concezionale.
In caso di buona risposta virologica ma di fronte all'insorgenza di
effetti collaterali severi con boceprevir, posso passare a telaprevir?
Anche se teoricamente possibile, non esistono attualmente dati scientifici che supportino e giustifichino in termini di efficacia e sicurezza questo passaggio.
Cosa succede se si assume più boceprevir di quello raccomandato?
Informare il medico curante o, se non rintracciabile, recarsi in Pronto
Soccorso con il foglietto illustrativo del farmaco.
Perché il trattamento va sempre iniziato con con 4 settimane di solo
interferone pegilato e ribavirina?
La fase di induzione serve per diminuire la quantità del virus nel sangue,
e aiuta anche a prevedere l'efficacia della triplice terapia.
Eritropoietina e granulochine si possono usare in caso di riduzione
consistente dei valori ematici?
Sono entrambi farmaci "off label" (ovvero fuori indicazione terapeutica)
ma possono essere usati in casi selezionati secondo la valutazione dello
specialista.
Il boceprevir può essere usato nei genotipi 2, 3 e 4?
No, perchè non c'è l'indicazione.
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La triplice terapia con boceprevir
Esistono cibi fortemente sconsigliati che possono interferire con la
terapia?
No, Nessuno.
Sto seguendo una dieta ipocalorica che mi ha consigliato il dietologo.
Come faccio ad assumere boceprevir?
Nel caso si seguano diete particolari (ipocaloriche, iposodiche, iperproteiche) è meglio chiedere consiglio allo specialista curante.
Faccio molta fatica ad ingoiare le capsule. Non c’è altro modo per
prendere boceprevir?
Purtroppo non c’è altra possibilità. Le capsule di boceprevir vanno assunte intere.
Come si conserva il prodotto?
Il prodotto può essere conservato in frigorifero (2°C – 8°C) fino alla
data di scadenza.
Se fosse necessario conservarlo fuori dal frigorifero (max 30°C) il prodotto resta stabile per un periodo massimo di 3 mesi (entro la data di
scadenza).
Se l’inizio della conservazione avviene fuori dal frigorifero non e’ più
possibile tornare alla modalità di conservazione refrigerata. Dopo questo
periodo, il medicinale deve essere smaltito.
Conservare nel blister originale per proteggere dall'umidità.
Gli eccipienti del boceprevir possono indurre lo sviluppo di reazioni
allergiche?
Attualmente non ci sono state segnalazioni significative su quest'argomento. Tuttavia le allergie sono spesso personali, e vanno riferite al medico prima di iniziare il trattamento.
Un paziente co-infetto con HIV può assumere il boceprevir?
I dati sull'impiego di boceprevir in questa categoria di pazienti sono in
corso di valutazione all'interno di studi clinici, che stanno anche indagando l'aspetto delle interazioni con altri farmaci anti-retrovirali per
l'HIV. I primi risultati evidenziano interazioni non trascurabili.
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La triplice terapia con boceprevir
glossario
Paziente Naive:
paziente che non ha mai ricevuto alcun trattamento antivirale.
Paziente Relapser:
paziente che ottiene la risposta virologica (HCV-RNA non rilevabile) a
fine trattamento ma che successivamente presenta una ripresa della replicazione virale.
Paziente Null Responder:
paziente con scarsa riduzione della carica virale dopo 12 settimane di
trattamento antivirale.
Eritropoietina:
è un ormone normalmente prodotto dai reni che stimola la produzione
dei globuli rossi da parte del midollo osseo.
Per quanto concerne i pazienti in trattamento con farmaci antivirali per
l’epatite C, l’eritropoietina prodotta in laboratorio è il farmaco utilizzato
per curare l’anemia che si sviluppa a seguito del trattamento stesso.
G-CSF/fattori di crescita/granulochine:
con questi termini si fa riferimento al farmaco impiegato per incrementare la conta dei leucociti neutrofili (i globuli bianchi che ci difendono
dalle infezioni).
Per quanto concerne i pazienti in trattamento con farmaci antivirali per
l’epatite C, tale farmaco viene impiegato per contrastare l’effetto soppressivo del midollo osseo da parte dell’interferone.
Fase di induzione (lead-in):
viene così definita la fase iniziale di 4 settimane di trattamento con interferone pegilato e ribavirina che precede l’inizio della terapia triplice
con interferone pegilato, ribavirina e inibitore della proteasi.
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La triplice terapia con boceprevir
testimonianza di un paziente
in terapia con boceprevir
“Mi chiamo Carla, ho 64
anni e scrivo da Roma.
Ho scoperto l’epatite C
nel 1997, perché ero consapevole di aver avuto
una trasfusione nel 1981
e immediata epatite acuta
post trasfusionale, ma
all’epoca l’epatite C non
si conosceva ed io credevo di essere guarita.
Mi recai dal medico di famiglia il quale, una volta
accertato che avevo transaminasi alte e un po’ di anemia, mi ha sottoposto a una serie di analisi e in quella occasione scoprii la malattia.
Da quel momento iniziai ad informarmi in quale struttura potevo recarmi per capire meglio la gravità dell’epatite.
Abitando a Roma Nord scoprii che esisteva un ottimo centro di epatologia all’Ospedale San Filippo Neri, dove tuttora vengo seguita dallo
staff del Prof. Koch, con l’aiuto della Dottoressa Moretti, dottori veramente competenti e gentili.
I medici mi fecero fare subito gli esami di approfondimento e una biopsia
epatica. Successivamente mi proposero la prima terapia di interferone,
e andai po’ in crisi, non tanto per la scoperta della malattia, ma per i
timori legati alla terapia.
Ho iniziato la mia prima terapia nel 1998 solo con interferone, e scoprii
che le mie paure erano infondate, in quanto accusai pochi effetti collaterali. Purtroppo il trattamento si rivelò inefficace non solo a questo ma
anche al secondo ciclo di terapia a cui fu abbinata la ribavirina.
Considerata la gravità della malattia, i medici mi hanno proposto una
terzo ciclo di trattamento con interferone peghilato e ribavirina, durante
il quale sono diventata negativa intorno al settimo mese, ma dopo la
fine della terapia il virus si è riattivato.
Alla quarta terapia ho dovuto sospendere perché non negativizzavo e
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La triplice terapia con boceprevir
non stavo bene perché ho avuto problemi di bronchite e stanchezza pesante. Personalmente non ho perso mai fiducia nella ricerca e nei medici
che mi seguono i quali, ad aprile 2012, mi hanno proposto la triplice
terapia, con l’aggiunta del nuovo inibitore boceprevir.
Ho quindi iniziato questa nuova avventura per tentare di guarire da questa malattia, per scongiurare le complicanze più serie.
Come da programma terapeutico ho iniziato la terapia con solo interferone e ribavirina per 4 settimane. La quantità virale è scesa da
5.000.000 unità a circa 20.000 unità.
Alla quarta settimana mi hanno aggiunto il nuovo farmaco e dopo solo
4 settimane di triplice terapia ho negativizzato il virus. Ho fatto salti di
gioia perché era la prima volta che vedevo il virus negativo dall’inizio
della cura e questo mi sta facendo ben sperare per l’obiettivo finale, ovvero la guarigione definitiva da questa malattia.
Devo ammettere che questa terapia mi sta portando maggiori effetti collaterali rispetto alla duplice terapia, ma non mi abbatto e vado avanti
perché finalmente ho riscontrato ottimi risultati da subito.
Sebbene mi senta molto stanca, continuo a svolgere il mio ruolo di
mamma e di nonna, e seguo i miei tre figli e un nipote, mi reco anche
tre volte a settimana presso l’Associazione i Delfini dove svolgo la mia
attività di volontariato per i danneggiati da trasfusione come me, e continuo i miei corsi di pittura e ceramica.
Non ho più il virus da fine giugno, sono contentissima e sento che questa
è la volta buona e che guarirò dall’epatite C. E penso che valga sempre
la pena provare a guarire.
Spero che questa mia testimonianza dia coraggio e speranza a tutti.”
Carla M. - Roma
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L’Associazione EpaC Onlus
L’Associazione EpaC Onlus è un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di
malattie del fegato, è al servizio dei cittadini
e opera su tutto il territorio nazionale.
Di fatto, è un movimento di malati e medici che si sono posti l’obiettivo
di migliorare la qualità di vita dei pazienti attraverso una buona prevenzione e informazione sulla malattia.
EpaC non ha padri né padrini: è apolitica, aconfessionale e saldamente
in mano agli ammalati. Tutti i componenti del Consiglio Direttivo e diversi collaboratori stanno lottando contro l’epatite virale.
Attività principale
Una consulenza personalizzata particolare, finalizzata a rimuovere stati
emotivi invalidanti molto frequenti nei malati di epatite quali:
• sensazioni di fallimento e impotenza;
• sensazioni di umiliazione;
• sensazioni di rimorso verso le persone più care;
• paura di comunicare i propri disagi.
Il ripristino della forza interiore attraverso il dialogo, la solidarietà, il
sostegno morale e informativo sono i cardini dell’attività quotidiana
dell’Associazione.
Il servizio informativo viene fornito in forma gratuita telefonicamente,
per posta elettronica o presso le sedi di Milano e Roma a migliaia di pazienti affetti da epatite, ai loro familiari, a operatori sanitari o a chiunque
necessiti di informazioni.
La cronicità della malattia genera un numero elevatissimo di domande
di aiuto; in particolare, sono tante le richieste di consigli e chiarimenti
da parte dei pazienti e cittadini riconducibili a un’assente, scarsa o errata
informazione sulla patologia in oggetto.
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Le tematiche più trattate sono:
• Patologia in genere (modalità di trasmissione, diffusione, pericolosità,
ecc.);
• Cure, terapie disponibili e centri specializzati;
• Tutela dei malati e suggerimenti in ambito lavorativo, previdenziale,
esenzioni ticket;
• Consulenza legale inerente la legge 210/92 e successive modifiche (indennizzo e risarcimento del danno a seguito di trasfusioni di sangue infetto);
• Ascolto e sostegno a favore di tutti coloro che sono toccati da vicino
dalla malattia (subdola, silente e infettiva) e si sottopongono a una terapia antivirale gravata da notevoli effetti collaterali e con ripercussioni
di natura fisica e psicologica non facili da gestire.
Struttura
Attualmente il gruppo opera su tutto il territorio nazionale ed è formato
da un Consiglio Direttivo di sette membri, un’assemblea soci e alcuni
referenti regionali.
A loro si affiancano:
P Oltre 8.000 sostenitori;

P 35mila iscritti alla newsletter informativa;

P 8 consulenti (medici, legali, trasfusionisti, nutrizionisti, ecc.);

P Diversi volontari attivabili per iniziative particolari.

Infine, EpaC Onlus:
• Ha collaborato per vari progetti, con il Ministero della Salute e con
Cinque Aziende Sanitarie Locali
• Organizza convegni propri per i malati
• Fa parte del Consiglio Direttivo della (ELPA) European Liver
Patient Association
• E’ socia dell’Associazione italiana Studio Fegato (AISF);
• E’ partner fondatore con FIRE (Fondazione Italiana Ricerca
Epatologica) di ACE (Alleanza Contro Epatite)
• Svolge attività in collaborazione con Cittadinanzattiva;
• Promuove attività di sensibilizzazione istituzionale, ma anche manifestazioni di piazza a tutela dei malati.
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Strumenti informativi
I principali strumenti informativi sono:
• I siti internet dell’Associazione (circuito SOS Fegato):
www.epac.it
www.epatitec.info
www.epatiteb.com
www.fegato.info
www.cirrosi.com
www.tumorefegato.com
www.trapiantofegato.it
www.indennizzolegge210.it
www.nuovifarmaciepatite.it
• Le newsletter informative via e-mail, inviate a oltre 30mila iscritti;
• Il notiziario cartaceo, diffuso in 30mila copie l’anno;
• I forum dedicati all'epatite C e all'epatite B con migliaia di iscritti
• La rubrica “L’Esperto Risponde” curata da medici specialisti
• I servizi informativi dell’Associazione forniti telefonicamente, via email, in sede.
Alcuni dei fascicoli informativi dell’associazione
Epatite C: l’informazione ti protegge
Epatite B: le risposte degli esperti
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Come sostenere l’Associazione EpaC Onlus
Donazione online con carta di credito o paypal
Puoi effettuare donazioni online da tutti i siti del circuito www.epac.it
Conto Corrente Postale
Conto Corrente Postale N°: 56350069
Intestazione: ASSOCIAZIONE EPAC ONLUS
IBAN: IT 26K0760101600000056350069
Bonifico Bancario
Conto Corrente Bancario N°: 82174
Banca Popolare di Bergamo – Credito Varesino, Filiale di Vimercate
Intestazione: ASSOCIAZIONE EPAC ONLUS
IBAN: IT 86A0542834070000000082174
Assegno Non Trasferibile
Intestazione: ASSOCIAZIONE EPAC ONLUS
Inviato a: ASSOCIAZIONE EPAC ONLUS
Via Luigi Cadorna 17/A – 20871 Vimercate (MB)
Per approfondire ulteriori modalità
di sostegno consultare il sito www.epac.it
Seguici anche su:
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pagina bianca
“La triplice terapia
con boceprevir”
Associazione EpaC Onlus
Web:
www.epac.it - www.epatitec.info
www.nuovifarmaciepatite.it
E-mail : [email protected]
Per contattare l’Associazione EpaC Onlus
Sede legale e amministrativa
Via Luigi Cadorna 17 A
20871 Vimercate (MB)
Tel. 039 6083527
Fax 039 6611523
Sede operativa nazionale
Via Col. Tommaso Masala, 42
c/o Parco Altamira
00148 Roma
Tel. 06 60200566
Fax 06 60209056
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note
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In Italia l`epatite C è la causa prevalente delle epatiti