Loredana Pergolesi
Dirigente Professioni Sanitarie SIOTER ASL TA
[email protected]
Concetti
Rintracciare nell’esperienza morale umana dei professionisti
una dimensione relazionale fondante.
Enfatizzare i rapporti tra le persone tenendo conto di quelli
che sono i “fondamentali”cioè l’ascolto e l’attenzione.
Far partire tutta la riflessione dal punto di vista dell’ ”altro”
in un movimento che coinvolge il soggetto, l’operatore
sanitario e l’organizzazione.
questa prospettiva il “to care” si declina in:
rispetto dell’altro come soggetto autonomo,
considerazione dell’integralità della sua persona,
attivazione della relazione prima che dell’intervento,
tutela e promozione della sua dignità.
Da
1
Dimensione relazionale
Si ha relazione di aiuto quando vi è un incontro fra due
persone di cui una si trova in condizioni di
sofferenza/confusione/conflitto/disabilità
ed un’altra persona invece dotata di un grado ‘superiore’ di
adattamento/competenze/abilità,
rispetto a stesse situazioni o tipo di problema da fronteggiare.
Se fra queste due persone si riesce a
stabilire un contatto(una relazione) che sia
di aiuto (…) allora è probabile che la persona
in difficoltà inizi qualche movimento di
maturazione /chiarificazione/ apprendimento
che la porti ad avvicinarsi all’altra persona (assorbendone per
così dire le qualità e le competenze) o comunque a rispondere in
modo più soddisfacente al proprio ambiente ed a proprie
esigenze interne ed esterne.
(Folgheraiter nell’introduzione a Mucchielli, p.8).
CONTATTO (….relazione)
adattamento/
competenze/
abilità,
Maturazione
Chiarificazione
autostima,
autoapprovazione
Avvicinamento,
Disagio
Sofferenza/conflitto/dis.
risposta a esigenze
interne ed esterne
2
Dimensione relazionale
La filosofia morale moderna in una
delle sue forme più elevate, quella
formulata da Kant, esprime un
concetto di inviolabilità della
persona, e gli obblighi che ne
derivano, affermando che
dobbiamo trattare l’umanità in noi e
negli altri mai come un mezzo, ma
sempre come un fine.
Una persona ha una relazione con
se stessa;
autostima, autoapprovazione,
amore di sé e i loro contrari sono
espressioni di questo rapporto che
la malattia condiziona
inevitabilmente
La tutela della salute nell’art. 32 della
Costituzione. Analisi sociologica*
• Il diritto alla salute è sancito nell’ art. 32 della
Costituzione, ed è collocato nel titolo dei Rapporti
etico - sociali.
• Esaminando gli atti dell’Assemblea Costituente è
emerso subito che i diversi e contrapposti
schieramenti politici con le loro diverse culture
solidaristiche cristiano-cattolica, comunista e
socialista, hanno inteso appieno come su un
principio così importante (il diritto alla salute è
nella Costituzione l’unico diritto definito
fondamentale) fosse necessario “essere uniti
nell’atto di costruire una casa nella quale tutti
devono ritrovarsi ad abitare insieme”.
*
di C. Clemente, in “I diritti della persona nella prospettiva bioetica e giuridica” a cura di G. Calabrò, Costantino Editore, 2000.
3
SALUTE = Silenzio degli organi vitali
(Kant)
Analfabetismo culturale =
impossibilità di vivere
nello spazio in cui esisto.
servizi
disponibili
Italia da paese di emigrazione
a paese di immigrazione.
Nel 1860 230.000 persone emigrate
Fino al 1980 7 milioni di immigrati
Nel 2011 oltre 32 mila migranti
+ 16% rispetto al 2010
lasciano l’Italia per fare ritorno
nel paese di origine.
Risorse
necessarie
ZETA 59.5, = malattia di
estrema povertà
• (grave malattia dei
migranti)
Assenza di determinanti di salute
classificata e indicizzata dall’OMS
come malattia
di estrema povertà
Non esistono sensori in grado
di attivare la qualità della vita
Salute trans culturale
• Incontro tra i
bisogni di salute
della persona e i
servizi sociosanitari
nei processi di
passaggio tra
culture
Cambia la scena della
cura che si fa più
allargata
policentrica e
complessa per la
mescolanza di
appartenenze
diverse.
4
Diamante culturale della salute
Facilitazione della
relazione terapeutica,
spazi alle famiglie che
prevedono accoglienza,
riconoscono diversità
religiose
Medico
PERSONA
Famiglie
SALUTE
core
Struttura socio sanitaria
Complessità
Difficoltà,
coacerbo degli
operatori, burn
out, attenzione
al paziente e
famiglie.,
Equipe sanitaria
Incrocio variabile tra
struttura-connettivo.. s.s.
elemento di supporto
all’equipe sanitaria.
Definizione: alleanza terapeutica all’interno dell’equipe sanitaria, in cui il core è la salute
entro cui gli operatori devono attivare processi di interazione, relazione e coesistere.
5
“… il volto dell'Altro mi parla e mi
invita ad una relazione che non ha
misura comune con un potere che si
esercita … ". ( Emmanuel Levinas)
…la capacità di riconoscere il volto dell’altro
genera nell’interlocutore responsabilità verso di
lui e relazione con lui.
Secondo Levinas il volto dell’altro mi coinvolge, mi
pone in questione, mi rende immediatamente
responsabile.
In che modo arrivo ad una conoscenza “reale”
dell’altro, della persona che mi è affidata e verso
la quale ho responsabilità?
Levinas ci dice che “… lo sguardo è conoscenza e
percezione …”; ci parla di rispetto della diversità
dell’altro, della sua solitudine, del suo mistero e
della sua persona; ci invita a liberarci dalla
presunzione di ricondurre la realtà dell’altro ad
un essenza pre-determinata e pre-giudicata
Definizione
La relazione d’aiuto è di
per se stessa"evolutiva":
permette a chi è aiutato di
crescere nella
consapevolezza di sé, di
scegliere di migliorarsi e di
ampliare la propria visione
degli altri e del mondo.
6
Definizione di Carl Rogers
La relazione d’aiuto è una relazione umana volta ad appagare
bisogni umani fondamentali.
Metodo di cura e di comunicazione "non direttiva", dove
colui che chiede aiuto diventa il principale protagonista
del suo cambiamento e dove il ruolo di chi aiuta è di
dare spazio all’altro, di dargli voce, fiducia, empatia,
legittimazione dei suoi personali sentimenti, desideri.
“approccio centrato sulla persona”, secondo cui:
genuinità, considerazione positiva e incondizionata e
empatia sono i tre atteggiamenti fondamentali che
permettono l’instaurarsi di rapporti interpersonali efficaci.
La genuinità è la capacità dell’operatore di essere
sempre in contatto con i propri sentimenti e con ciò che
nel rapporto si sta svolgendo, La genuinità implica
coerenza tra ciò che si sente, ciò che si fa e ciò che si è.
Elementi necessari per costruire una
relazione d’aiuto
Rogers elenca sei parole chiave per definire le condizioni sulle quali
si fonda una relazione d’aiuto.
Contatto psicologico:… è necessario avvicinarsi al mondo
emotivo dell’altro e lasciarsi avvicinare da lui senza opporre
barriere al contatto interpersonale.
Incongruenza: la relazione d’aiuto si instaura con una persona
che si trova in difficoltà perché è in contraddizione
(incongruenza) fra ciò che crede di essere o di poter fare e
ciò che realmente è o fa. La persona che chiede aiuto non è
in armonia con se stessa, che ne abbia consapevolezza o no.
Il fatto di esserne consapevole la porta a percepire uno stato
di ansia.
Congruenza: chi offre aiuto nella relazione deve trovarsi in una
situazione di piena coerenza e armonia con se stessa, deve
cioè rendersi conto di come è fatta, di quello che vuole, di
quello che sta facendo e del perché lo fa e deve poter
accettare se stessa con le capacità e i limiti reali che le
appartengono. Solo così chi è aiutato coglie l’autenticità
della persona e può fidarsi .
7
Segue…
Comprensione empatica: chi aiuta deve avere la capacità e la
volontà di mettersi nei panni dell’altro e di sentire quello che
sente l’altro come se fosse al posto suo.
riguarda la capacità dell’operatore di cogliere adeguatamente
la situazione personale di colui che gli sta di fronte
rispetto a ciò che dice (espressione verbale) e sente
(espressione non verbale).
Accettazione positiva incondizionata: dopo aver compreso
bisogna saper accettare senza condizioni. Significa
comportarsi in modo tale che la persona aiutata riceva il
seguente messaggio:"Al di là dei miei valori e delle mie
convinzioni che possono essere molto diverse dalle tue, io ti
capisco e ti accetto senza giudicarti, senza volerti cambiare,
senza pretendere che tu sia diverso da quello che sei; va bene
così anche se posso non sono d’accordo con quello che fai“.
Comunicazione: è necessaria la capacità di comunicare all’altro
quanto descritto finora: se chi aiuta è vicino all’altro, è
autentico, comprende e accoglie l’altro senza riserve, ma non
sa comunicargli tutto questo, il suo lavoro si vanifica.
Chi dà aiuto deve perciò accertarsi che l’altro stia ricevendo i
messaggi di comprensione e di accettazione che sono stati
inviati.
La comprensione empatica
è più sottile di quella intellettuale e richiede una
sensibilità molto fine e rara per essere attuata.
Consiste nell’immedesimarsi nell’interlocutore per
comprendere il suo punto di vista, senza assumerlo
come proprio, : un infermiere che si calasse nei
panni del malato lasciandosi sopraffare dal dolore per
le sue sofferenze renderebbe il malato emotivamente
più abbattuto invece di offrirgli un sostegno.
La trasparenza è l’accordo tra i sentimenti
manifestati e quelli realmente provati. Se
l’interlocutore percepisce trasparenza, si apre con
fiducia, altrimenti si chiude difensivamente.
L’ascolto empatico pone l’altro nella condizione di
esplorarsi per trovare la sua verità.
8
L'EMPATIA
Significa far risuonare dentro di sé i
sentimenti degli altri come se fossero i propri
e senza dimenticare i propri, in una sorta di
vicinanza senza confusione.
E' l'accettazione incondizionata degli stati d'animo
così come vengono offerti nella relazione. Non si può
negoziare il modo in cui gli altri provano un'emozione.
E’ la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie
emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali
indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore
rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi
guidare dai propri schemi di attribuzione di significato.
Nell'essere empatici, c'è anche la valorizzazione degli
altri, che si manifesta nel credere nelle persone, nel
mettere in risalto e potenziare le loro abilità, nel
sostenere la loro autonomia, nel rispettare le loro
diversità individuali, etniche e ideologiche,
nell'utilizzare le differenze come opportunità al di là di
ogni pregiudizio.
La relazione di aiuto dal punto di vista
morale significa…
… operare nello spirito del "buon samaritano",
in quanto ha a che fare con l'umanità della persona proprio
in aspetti, momenti e forme di rapporto che ne rivelano la
debolezza;
… nel rispetto della persona,
evitando consapevolmente ogni tentativo di manipolarla,
approfittando della sua situazione di debolezza;
… mediante un atteggiamento non paternalista:
il paternalismo è un atteggiamento di gestione autoritaria e di
dominio dell'altro, fondato sul dislivello di sapere e di potere,
(il paternalismo è mosso, almeno a livello di consapevolezza,
da una sincera volontà di aiuto,
ma tale aiuto è offerto scavalcando la collaborazione e la
libera volontà del soggetto).
9
Valori etici contenuti nella relazione di aiuto
Prossimità
"Chi … ti sembra sia stato
il prossimo di colui che è
incappato nei briganti?"
(Lc 10, 36)
Incongruenza
Pericolo di pregiudizio,
disprezzo,
pietismo
"Ti ringrazio che non sono
… come questo
pubblicano"(Lc 18, 11)
Congruenza
Essere veri,
sinceri
"Sia il vostro parlare sì, sì,
no, no: il di più viene dal
maligno" (Mt 5, 37)
Comprensione empatica
Solidarietà
"ama il prossimo tuo
come te stesso"
Accettazione positiva
incondizionata
Servizio
"non sono venuto per
condannare, ma per
perdonare"
Contatto psicologico
Ostacoli alla relazione di aiuto (profilo etico)
Superiorità
"Tu non hai le qualità
necessarie, come le ho io…"
Pregiudizio, disprezzo
"Tu non puoi capire la tua
situazione, io invece sì"
Atteggiamento valutativo
Atteggiamento
interpretativo
Atteggiamento di sostegno- Assistenzialismo, che
consolazione
manca di fiducia nell'altro
(mentre la carità fa
crescere)
"Tu non ce la farai mai da
solo, ma sta tranquillo che
ci penserò io…"
Atteggiamento
investigativo
Violenza,
che non lascia
psicologicamente libero
l'altro, invadenza
"Tu non sai valutare: lascia
fare a me"
Atteggiamento risolutivo
Moralismo, che favorisce
uno stato di inferioritàimmaturità
"Tu non sei capace: fa'
quello che ti dico io"
10
Contenuto etico delle tre P
Potere
"Vi ho dato l'esempio, perché anche voi facciate lo
stesso"
Permesso
Gesù ha permesso di esistere a coloro ai quali la
società del tempo non lo concedeva:
i bambini
le donne
i lebbrosi
Protezione
Gesù protegge l'adultera dai pregiudizi sociali e le
infonde speranza di vita nuova:
("Chi è senza peccato scagli la prima pietra…
va' e non peccare più")
Relazione d’aiuto e adolescenza
L’empatia è una sorta di
“ingrediente segreto”, è la
capacità di ricostruire nella nostra
immaginazione l’irripetibile esperienza
del nostro interlocutore e di entrare in
‘risonanza emotiva’ con lui.
Rogers insiste molto sull’astensione dal
giudizio nei rapporti umani che implicano
una valenza educativa o di aiuto,
mettendoci in guardia dal pericolo, a
valutare e a giudicare che uccide
l’autentica comunicazione". Tollerare
significa non giudicare, comprendere,
lasciare che l’altro sbagli, ed essere lì ad
offrirgli un sostegno per rialzarsi. Questa è
la relazione d’aiuto per eccellenza.
11
•
A sostegno…, ci sono le
affermazioni di uno studioso
dell’adolescenza, Tommaso Senise;
• L’ascolto non è solo sentire ..ma è
anche e soprattutto osservare in toto
la sua persona, i suoi comportamenti, il
suo aspetto fisico, la sua postura: il
corpo a volte sembra parlarci ….!
Per mezzo dell’ascolto l’ educatore
riceve informazioni che dovrà
interpretare. decifrare i messaggi di
aiuto e quindi attuare un piano di
intervento efficace! La comunicazione
emotiva ha nel nostro rapporto con
l’adolescente un’importanza
condizionante il rapporto stesso ...
Visione d’insieme
Aspetti negativi della salute
Disabilità
Menomazioni:
problemi di funzioni
e strutture
Disabilità psichica
Disturbi del
comportamento
Sindrome di
iperattività
Limitazioni:
riduzione di
attività e
partecipazione
Spaesamento
Aspetti positivi della salute
Funzionamento
Integrità
funzionale e
strutturale
Attività e
partecipazione:
situazioni di vita
Benessere
Qualità del
tempo e della
vita
12
W. Shakespeare - Pirandello
TUTTO IL MONDO È UN TEATRO
E TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE NON SONO
CHE ATTORI
ESSI HANNO LE LORO ENTRATE
E LE LORO USCITE
UNA STESSA PERSONA
NELLA SUA VITA
RAPPRESENTA
PARECCHIE PARTI
Creare un senso al proprio “essere “parte del tutto
Cosmacini- Comunicazionenecessità-competenza
“…ti accorgerai che all’Università nessuno
ti ha insegnato la cosa più importante:
come stabilire un legame professionale
ma partecipe con le persone che si
rivolgono a te. La relazione è il cuore e la
sostanza del rapporto di aiuto, richiesto
dal malato e fornito dal curante, e
consiste soprattutto in una
comunicazione tra due esseri umani ”.
Cosmacini, R. Satolli, Lettera a un medico sulla cura degli uomini, Laterza, 2003.
13
La comunicazione come cura
La sfera psicologica relazionale unitamente
al vissuto emotivo possono influenzare
positivamente il decorso clinico del paziente.
Una buona comunicazione unita ad una
corretta informazione possono migliorare nel
paziente la compliance e il coping (la
capacità di gestire lo stress) e possono
portare ad una diminuzione dell’ansia.
La comunicazione come cura
Il “prendersi cura” dell’uomo, comporta sicuramente
l’attuazione di interventi di tipo diagnostico e terapeutico di
natura strettamente tecnica, ma è importante non
dimenticare che, dietro ogni malato, anche il più critico, c’è
un Uomo, con i suoi bisogni, le sue paure, le sue ansie, il suo
vissuto.
E’ tempo di recuperare e riscoprire la bellezza della relazione
empatica, del dialogo, dell’ascolto, cioè di una
comunicazione efficace, capace da sola di alleviare i disagi
e le sofferenze del malato e di chi gli sta intorno.
E’necessario ed indispensabile ri - partire dal bisogno di
relazione del paziente e della sua famiglia; l’infermiere deve
aiutare a ri – allacciare ciò che la drammaticità degli eventi
sembra aver spezzato, deve sostenere e incoraggiare la
comunicazione.
14
SUSSIDIARIETÀ
Processo istituzionale e sociale, basato sui seguenti principi:
• deve essere sempre supportata la capacità delle persone e/o
piccoli gruppi sociali di affrontare e risolvere i propri problemi
• organizzazioni più grandi o di livello superiore possono
intervenire solo quando e dove le dimensioni minori o i livelli
più bassi non hanno ancora acquisito tale capacità
• il ruolo sussidiario e l’azione di supporto da parte delle
organizzazioni più grandi o di livello superiore devono essere
temporanei; il loro compito basilare deve essere quello di
permettere alle persone e/o ai piccoli gruppi sociali di
sviluppare auto-gestione, autoamministrazione ed autogovernance, tramite empowerment e costruzione di capacità.
• Tutti i livelli della società devono migliorare le relazioni tra
settori privati e pubblici, attribuendo alle persone ed alle loro
comunità la responsabilità di organizzare e gestire
direttamente funzioni pubbliche
• i sistemi organizzativi devono provvedere ed assicurare
coesione ed equità per una governance di “multi-livello”,
dove relazioni verticali e ruoli tra livelli superiori ed inferiori,
tra dimensioni maggiori e minori
Il “prendersi cura”
Metaforicamente si può
pensare al “prendersi cura”
come l’arte del ricamo: nei
ricami si tengono insieme dei
nessi che talvolta sono
sottilissimi, e poi i ricami si fanno
si disfano e si ricreano.
Bisogna riuscire ad ascoltare
quello che viene dalla voce
dell’altro, perché se questo
succede, capita anche il
riscatto: cioè l’esperienza che
sembra ci abbia fatto andare a
pezzi, in realtà consolida dentro
di noi la fiducia che ce la
possiamo fare. (Gaddi 2008).
15
<<d
lavo evo las
diffi ro>>, < ciare i
la p cile>>, <è tropl
osso << n
p
fare on c o
e
>>
Il “prendersi cura”
Compito evolutivo che mette
insieme il passato con il presente,
però quando si è chiamati a farlo
per una persona, anche se legata
da una relazione profonda, si apre
un’ esperienza nel corso della
quale la cura di sé e la cura
dell’altro appaiono in un primo
momento come istanze
contrapposte e poco conciliabili;
viene percepita una minaccia alla
propria identità, alla propria
progettualità, e che realmente si
riscontra nella vita.
Frasi che nel pensiero di
Freud definivano
lo“spaesamento”, stato di
turbamento ciò che colpisce
il caregiver non più in grado
di riconoscere la propria
casa, la propria terra e
soprattutto non riconosce
l’altro che si trasforma, la cui
immagine corporea si
allontana da ciò che i suoi
occhi avevano visto fino a
che sopraggiungesse la
malattia.
Accanto a malato e
famiglia,con quale
percorso di cura?
• In un sistema complesso
diventa indispensabile
individuare delle figure
formalmente riconosciute
a garanzia della presa in
carico globale e della
continuità assistenziale
durante tutto il percorso
di malattia.
Il processo di Presa in Carico
Il Modello Organizzativo
16
Accanto a malato e famiglia,
con quale percorso di cura?
• Paziente cronico
• Bisogni complessi
• valutazione necessariamente multidimensionale UVM
• Richiede l’intervento di diversi specialisti.
• L’interazione fra i diversi problemi clinici e funzionali,
associata alla interazione con l’ambiente fisico e con il
contesto familiare e sociale determina l’appropriatezza
di una specifica tipologia di intervento per le varie fasi
della malattia.
La presa in carico della persona
Valutazione multidimensionale di qualità
del percorso attraverso il monitoraggio:
• sia di indicatori di processo, orientati a misurare
la funzionalità della rete dei servizi e l’effettiva
attivazione di tutte le risorse presenti nel
sistema,
• sia di indicatori di esito centrati sul malato e
sulla famiglia, finalizzati a rilevare il grado di
soddisfacimento dei bisogni emergenti.
17
Equipe Multidisciplinare territoriale
Per la presa in carico del malato complesso
si considera indispensabile l’individuazione del:
• Case Manager, operatore dei servizi che realizza un utilizzo
coordinato delle risorse attivabili da utilizzare per la persona che
sta vivendo un percorso di malattia. L’obiettivo è quello di
ottenere massimi benefici in salute, attraverso una guida,
assistendo, la persona o la famiglia durante questo percorso.
• Care Manager, è il responsabile dell’organizzazione e attuazione
del piano di cura all’interno della rete dei professionisti,
favorendo l’educazione e la responsabilizzazione del paziente
alla gestione della propria malattia con una forte attenzione
agli stili di vita salutari.
• Care giver, nella persona di un familiare o un convivente, che sia
in grado di svolgere una funzione di assistenza diretta con
adeguate capacità e competenze, assolutamente rilevante
nella realizzazione del Piano Assistenziale Individuale.
IL CARE-CASE MANAGER
Profilo del Case Manager:
• Partecipa alla definizione del PAI;
• Segue direttamente il paziente nei diversi contesti
coordinando le informazioni sugli aspetti clinici e sociali e
rendendole disponibili a tutti gli operatori coinvolti;
• È facilmente raggiungibile (reperibilità telefonica);
• Rappresenta, in collaborazione con l’assistente sociale,
l’interfaccia più semplice, agile e meno burocratica
possibile tra la persona e i suoi familiari e gli uffici della
Pubblica Amministrazione.
18
IL CARE-CASE MANAGER
Profilo del Care Manager
• Si occupa della presa in carico globale delle persone
con patologie croniche;
• Lavora in équipe in stretta collaborazione con i MMG
e gli altri componenti del team multidisciplinare;
• Si occupa della facilitazione dei percorsi di accesso
ai diversi punti della rete assistenziale di volta in volta
coinvolti;
• Costituisce il raccordo tra i professionisti, la realtà
ospedaliera e territoriale.
Vantaggi a livello individuale
➢ Relazione personale iterativa tra malato e
operatori sanitari
➢ Empatia, capacità di ascolto, risoluzione dei
problemi
19
…dal labirinto alla …rete…
Articolazione diffusa sul territorio
Nodi (forte integrazione, rapidita di presa di decisione e vicinanza all’utente)
Connessioni (permettono interazione, informazione, comunicazione tra i nodi)
I modelli assistenziali in rete:
Guardia
medica
118
Guardia
118
Assicurano un collegamento
Guardia medica
medicaPosta
118
Lungodegenza
Posta
Trasporto
assistito
Lungodegenza
Posta
Trasporto
assistito
Lungodegenza
Trasporto
assistito
Registro
USSL
tra tutte le parti attive del
Amici
Registro
USSL
Amici
Registro
USSL
Amici
riabilitativa
Ospedale
Poliambulatorio
riabilitativa
INPS
Ospedale
ASA
Poliambulatorio
sistema socio-sanitario.
riabilitativa
INPS
ASA
Ospedale
Poliambulatorio
INPS
Notaio
USSL Notaio
ASA
USSL
Notaio
USSL
Parroco
CD
C.D.A
.
Parroco
Favoriscono il malato nel
CD
Catasto
C.D.A
.
Uff.
Catasto
Parroco
Casa
Uff.
CD
C.D.A
.
COLF
Casa
Catasto
Uff.
COLF
invalidi
civili
Vicini
Casa
invalidi
Alb. Specialisti
Religiosi
Religiosi
invalidi civili
civili Vicini
Vicini COLF
percorso di cura appropriato.
Alb. Specialisti
Religiosi Alb.
Specialisti
privati
Operatori
privati
Operatori
Protesi
Paziente
Protesi
privati
Operatori
Paziente
extracomunitari
L’elevato numero di soggetti
Protesi
Paziente
extracomunitari
e
e
extracomunitari
e
complesso
Ausili
complesso
e la previsione di un
FisioTerapista
Ausili
complesso Medico
Medico
FisioTerapista
di
Infermiere
Caregiver
Caregiver famiglia
di
progressivo aumento di talePatronati Infermiere
famiglia
Banca
Farmaci-sta UVM Assistente CUP
tipologia di “domanda” neiPatronati
CUP Banca
Farmaci-sta UVM Assistente
sociale
ADI
Volontariato
sociale
prossimi anni, suggeriscono di
ADI
Volontariato
comunale
domiciliare
comunale Specialisti
SAD
domiciliare
Specialisti
SAD
pubblici
ripensare le caratteristichePrefettura
Assistente
pubblici
Giudice
Assistente
Prefettura
Uff.
del
Giudice
sociale
Uff.
del
della rete dei Servizi anche in
tutelare
sociale
Cooperative
registro
tutelare
ospedaliera
RSA
registro
Cooperative
ospedaliera
RSA
sociali
funzione dei bisogni di questi
sociali
malati.
Relazione di aiuto e persona anziana
Cogliere e saper coniugare aspetti soggettivi
(personali) ed aspetti oggettivi (professionali).
Gli aspetti personali (ambizioni, bisogni,
vissuti)vengono privilegiati in un lavoro a carattere
psicologico, gli aspetti professionali (conoscenze,
abilità) risultano prevalere in un lavoro a carattere
formativo.
Percezioni personali nelle relazioni "con persone
anziane” significative "nella vita di ciascuno"
finiscono, per assumere un ruolo protettivo
“avverso ansie di morte, di inabilità ,di
dipendenza“, rappresentano i sentimenti
denunciati verso gli utenti ed i sentimenti che
s'intendono nutriti dagli utenti verso gli operatori.
Gli operatori dei servizi s. s.avvertono l'influenza
dei processi (personali) di invecchiamento, dei
propri familiari. Pregiudizi personali possono
indurre a forme di presa in carico non corrette".
20
SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA
Wertheimer sottolinea nell'anziano la percezione di una
distanza tra il mondo reale , che la persona consuma nel vivere ed
un mondo fantastico, nel quale " la persona che invecchia"
continua ad evolvere anacronisticamente,
Se per il giovane e per l'adulto il vincolo di adesione ad
un'immagine sociale adeguata impone il ripescaggio di forze
propulsive per la "conquista dell'avvenire",per l'anziano il senso di
esistere nel tempo è spesso traducibile in una modalità iterativa anche agita - "di ritiro da impegni ed evitamento al confronto con
l'avvenire". Tutto ciò può anche leggersi come una sorta di
decisione finalizzata al recupero di " misure di autoprotezione e di
rallentamento".
SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA
Capire i problemi
ed essere in grado di prevedere eventuali condizioni di
disadattamento, permette e facilita un riadattamento
compatibile.
E stato dimostrato come nel processo di invecchiamento
"le persone continuano a differenziarsi l'una dall'altra se
persistono le condizioni individuali e sociali perché
ciascuna possa proseguire la realizzazione di se stessa".
Quando in un gruppo di anziani si addiviene ad
un'omologazione nel "comportamento dei vari componenti"
attenuandosi "le differenze individuali", le persone risultano
vittima di un "processo di sopraffazione e di condizionamento che,
coartandoli nella loro spontaneità, consente loro di sopravvivere
come organismi, non di continuare a vivere come soggetti".
21
SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA
Nella presa in carico di un utente anziano la struttura dei
servizi tenderebbe a patire di un imbrigliamento,
nel complesso ambirebbe offrire un'immagine di
efficienza, ma sconterebbe gli effetti di una
modalità organizzativa scarsamente efficace, che
alimenta nell'utente la convinzione di dialogare con
un interlocutore poco flessibile e adattabile.
Le organizzazioni dei servizi alla persona, "anziché
porsi al servizio del cliente" sembrano in realtà
costringere" il cliente a porsi al loro servizio,
(affrontando le inefficienze nella forma suprema delle lentezze
e delle lungaggini nella fornitura del servizio; accettando di
porsi in un situazione di impossibilità di dialogo; pagando in
definitiva il doppio per qualche cosa che vale la metà)".
“Non ho cuore ,dicono i nostri vecchi,
non ho risorse, non ho un futuro
che posso sentire ancora mio ,nel
quale potermi proiettare e pensare
di esistere, tranne che pezzi del mio
corpo che, curati, possono ridarmi
una certezza (in percentuale) che
sia ancora mio ed io possa abitarlo
con la speranza realistica in una
vita possibile.”
22
SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA
In ognuno di noi la vecchiaia non va subita ma
neppure usata
Il corpo che supponiamo nostro da vecchi, con
articolazioni poco flessibili,ma ancora in grado di fare
movimenti, con la memoria che ha deficit, eppure
ancora soccorre, in presenza di organi meno brillanti ,
che pure assolvono, seppur in percentuale ridotta, ad
una loro funzione, reincarna la faticosa e difficile opera
di integrazione fra quanto non è più e quanto ancora
può (e deve) bastare.
Il sentimento più rappresentato è il bisogno di essere
garantito, seguito e rispettato,mai abbandonato.
È il momento di aiutare
chi sta aiutando!
COUNSELING
strumento terapeutico
23
COUNSELING
dal latino consulo
venire in aiuto, avere cura di
significa offrire consulenza nel senso di
consolare
mettendo
a
disposizione
competenza.
dall’inglese to counsel
dare ascolto e supportare qualcuno
che ha dei problemi.
L'intervento di counseling in quali casi
si dimostra efficace?
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
L'adolescenza
Problematiche stress correlate al lavoro
Paziente fragile all'autogestione di patologie cronico
degenerative
24
Educazione terapeutica
nella Relazione d’
d’aiuto
Una relazione d’
d’aiuto”
aiuto”
connotata professionalmente in cui la centralità
centralità, è sul
familiare del paziente. L’
L’aiuto consiste nel facilitarlo a
gestire la situazione con la massima autonomia
possibile.
“A differenza dell’informazione che è passiva,
l’educazione è un processo interattivo incentrato
su colui che apprende.
E’ una pratica complessa che implica una diagnosi
educativa, la scelta di obiettivi di
apprendimento e l’applicazione di tecniche di
insegnamento e di valutazione pertinenti al fine
di consentire al paziente di:
• Conoscere la propria malattia
• Autogestire la terapia in modo competente
• Prevenire le complicanze evitabili.
CURE PALLIATIVE
Restituire alla persona nella sua dimensione psichica una
immagine di sè come vivo fra i vivi, con obiettivi da
raggiungere: è in questa relazione che ci giochiamo la nostra
Umana professionalità
TO CARE
CARICO EMOTIVO
Smaltire i vissuti
angoscianti
MOTIVAZIONE
“attivarsi.. per
cercare i
colleghi”
SPIRITO DI
GRUPPO
confrontarsi
COMPETENZA
Stare con il
paziente”
“
VALORE UMANO E PROFESSIONALE
25
Quando la relazione d’aiuto investe
il CAREGIVER
Cosa vuol dire care giver?
In inglese care giver significa “persona che presta le cure”.
Chi è il caregiver?
E’ una persona responsabile che, in ambito domestico, si
prende cura di un soggetto disabile.
Cosa fa il caregiver?
Risponde al bisogno di sicurezza del soggetto non
autonomo. Si prende cura della persona malata
occupandosi dell’igiene, dell’ alimentazione, dei
trasferimenti e della mobilizzazione.
Si occupa dell’ organizzazione dell’ambiente e delle risorse
necessarie a garantire la migliore qualità di vita dei
proprio assistito. Consente alla persona malata di poter
vivere nel proprio ambiente familiare.
Ci sono tanti caregiver
c’è quello dentro la famiglia,
c’è quello che presta assistenza domiciliare,
quello che nelle residenze si prende cura degli
ospiti .
Questa figura si declina dentro una
prospettiva ed una ampiezza di relazioni
molto ampia. Infatti dobbiamo ricordarci
che comunque il prendersi cura avviene
sempre in un contesto legato ad un
tempo ed a un luogo; è un ‘azione
speciale che si realizza nell’oggi, in
quella casa, in quella storia di vita, in
quella malattia, in quella persona che è
al”centro” di questo rapporto.
26
IL CAREGIVER
Per poter svolgere al meglio il
proprio compito il caregiver
deve essere adeguatamente
istruito ed educato dal
personale sanitario che ha in
cura il paziente, in modo da
poter affrontare l’assistenza
quotidiana e riconoscere la
comparsa di eventuali
complicanze.
Attivazione della partecipazione
E’ la attivazione di “autonomia di cura” attraverso:
1. Informazione: comprensione della malattia e delle
modalità di cura
1. Empowerment: attribuzione di potere a paziente e
famiglia attraverso la responsabilizzazione e il
coinvolgimento attivo nella definizione e attuazione
dei trattamenti
2. Potenziamento capacità individuali:
implementazione aspetti spirituali, interessi,
adattamento (coping)
27
…EMPOWERMENT
Costruzione
relazione
Accertamento multidimensionale
Utente e familiari
Definizione obiettivi
Interventi
sull'ambiente
Collegamenti
con altri servizi
Mediazioni con gli
Attori del processo
Interfaccia
operat./paz/cgiver
sull'utente
Colloqui familiari
Monitoraggio
con
l'utente
Terapie
Colloqui individuali
VALUTAZIONE
55
IMPORTANZA DELL’ESSERCI
(1)
o Non mentire sulle condizioni del malato
o Restare vicini finché la persona abbia il tempo di
tollerare e condividere ciò che gli è stato
comunicato
o Sapere ascoltare
o Guardare negli occhi la persona parlando di
malattia grave inguaribile
o Stare in silenzio
28
IMPORTANZA DELL’ESSERCI
(2)
Trovare le parole
giuste per esprimere le
emozioni
Dare conforto
Non essere banali
Essere totali nella
relazione
…EMPOWERMENT
58
29
Programma Autogestione Malattie
Croniche
Empowerment
Aiutare i partecipanti a trattare autonomamente la
sintomatologia nelle sue manifestazioni più frequenti.
Sostenere nella relazione
Progetto ASL TA
Crono Programma delle attività
• partecipanti
• formazione teorica d’aula, pratica in area critica,
laboratoriale nei distretti
Coinvolgere il III Settore
Destinato ai professionisti della salute
dei Distretti:
Infermieri
Fisioterapisti
Assistenti sociali
OSS
DIREZIONE SANITARIA ASL TA
SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO
TERRITORIALE
Corso ecm
“Educazione Empowerment nell’anziano
all’autogestione delle malattie croniche”
Progetto 100 ore per 100 famiglie
L’attestato di partecipazione verrà
rilasciato alla chiusura dei lavori a
seguito di verifica delle conoscenze
acquisite.
Segreteria Scientifica ed Organizzativa
DIREZIONE SANITARIA ASL TA
SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE
Tel. 0997786801 Fax 0997786843
[email protected]
DD.SS ASL TA
5-11 dicembre 2012
7-14 dicembre 2012
18-21 dicembre 2012
30
Destinato alle famiglie/Caregiver
di pazienti complessi e/o SLA
1^ edizione “Educazione Informazione
all’autogestione a domicilio del paziente
complesso non ospedalizzato”
Il Corso è destinato alle famiglie/ caregiver
per un massimo di 50 partecipanti.
Gli incontri saranno realizzati in tre giornate.
L’attestato di partecipazione verrà rilasciato alla
chiusura dei lavori
DIREZIONE SANITARIA ASL TA
SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO
TERRITORIALE
RETE SLA OSPEDALIERA E TERRITORIALE
Progetto Empowerment
Educazione Informazione
all’autogestione
a domicilio del paziente complesso
non ospedalizzato
ACCORDO STATO-REGIONI DEL 29/04/2010
Segreteria Scientifica ed Organizzativa
DIREZIONE SANITARIA ASL TA
SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE
P.O. SET 118
RETE SLA OSPEDALIERA E TERRITORIALE
Associazione Malati SLA : Comitato 16 Novembre onlus
Tel. 0997786801 Fax 0997786843
[email protected]
Taranto, 12-26-30 ottobre 2012
Sala Socrate ASL TARANTO,
via Minniti n°152
Sala Biblioteca Distretto 4 ASL TA
Padiglione Vinci “Auditorium SS. Annunziata”
Progetto Empowerment
Essere d'aiuto nell'affrontare la
malattia e nel gestire
al meglio la vita quotidiana.
Educazione Informazione
all’autogestione
a domicilio del paziente
complesso
non ospedalizzato
DIREZIONE SANITARIA ASL TA
SIOTER
Questo opuscolo è dedicato alle persone che aiutano e sostengono
le persone malate.
31
TIPI DI AIUTO PRESENTI IN UNA RELAZIONE
PROFESSIONALE
Dare l’
l’opportunità
opportunità di identificare le proprie
esigenze e aspettative per renderli capaci di
scegliere le soluzioni migliori;
fornire un sostegno incentrato sulla salvaguardia
del loro stato di salute e di qualità
qualità di vita, piuttosto
che mantenerli nel loro ruolo di caregiver il più
più a
lungo possibile;
segue………
segue………
riconoscere che i programmi e i servizi che
vengono in aiuto alle persone con SLA sono
importanti anche per i caregiver,
caregiver, perché
perché è
rassicurante vedere che un proprio caro riceve
l’aiuto che necessita attraverso cure mirate e
attività
attività soddisfacenti;
riconoscere che le persone con SLA trovano un
gran beneficio quando i caregiver usufruiscono di
un sostegno adeguato, che permette loro di
preoccuparsi meno del proprio benessere.
Una persona in buona salute presta sicuramente
una migliore assistenza.
32
Relazione d’aiuto e
PROFESSIONISTA
COMPETENTE
TROVARE soddisfazione
nell’attività lavorativa
(migliorando il grado di
benessere individuale)
VALORIZZARE le
persone con le quali
si relaziona (anche,
ma non solo i propri
diretti collaboratori)
FORNIRE un apporto
significativo al
miglioramento del clima
e dei rapporti all’interno
dell’organizzazione
L’INFERMIERE COMPETENTE
PROMUOVERE reali
processi di
miglioramento
delle performance
dell’azienda nel suo
insieme.
PRESTAZIONE
COMPETENZA
COMPETENZA
==
CONOSCENZE+ABILITA’
CONOSCENZE+ABILITA’
+COMPORTAMENTI
+COMPORTAMENTI
L’accento posto sulla performance come indicatore quasi
incontestabile di competenza,frutto di abilità e comportamenti, non
trova applicabilità in una professione d’aiuto ,dove la performance
è intrisa di sfumature personali e relazionali che creano
combinazioni imprevedibili e non classificabili genericamente ai fini
valutativi.
33
Un’opportunità epistemologica
Brachio exerto …
strumento di conoscenza
La competenza si
esprime nel gesto…
luogo di senso sia per chi lo
effettua che per chi lo
riceve… il gesto del nursing
dice la dignità delle
persone …in carico e in chi
lo effettua,…non solo a chi
lo contempla ricevendolo…
L’esercizio della
competenza in forma di
virtù.
Fare della
pratica
professionale
formalizzata un
campo di
sapere più
ampio
PRESTAZIONE
COMPETENZA
=
CONOSCENZE+ABILITA’
+COMPORTAMENTI
ESPERIENZA
FORMAZIONE
RIFLESSIONE CRITICA
MOTIVAZIONE
Spostare il fuoco dell’analisi sulle
competenze trasversali
34
,
IN CONCLUSIONE
…Se ci chiediamo quale sia la più grande responsabilità
morale per chi si impegna in una relazione di aiuto,
potremmo rispondere:
“Fare in modo che la persona aiutata
si senta amata".
Nel Vangelo di Giovanni ,Gesù esprime ripetutamente
questo valore, soprattutto nel contesto dell'ultima
cena:
- "Gesù… avendo amato i suoi… li amò sino alla fine… (Gv 13,1)
- "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri;
come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv
13, 34)
- "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i
propri amici" (Gv 15,13)
“Entro nella tua vita
come si entra in una chiesa nei campi
semplice e disadorna
senza nulla cercare
cautamente presente”
presente”
Luciano De Giovanni
35
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La relazione d`aiuto quale elemento costitutivo del prendersi