Loredana Pergolesi Dirigente Professioni Sanitarie SIOTER ASL TA [email protected] Concetti Rintracciare nell’esperienza morale umana dei professionisti una dimensione relazionale fondante. Enfatizzare i rapporti tra le persone tenendo conto di quelli che sono i “fondamentali”cioè l’ascolto e l’attenzione. Far partire tutta la riflessione dal punto di vista dell’ ”altro” in un movimento che coinvolge il soggetto, l’operatore sanitario e l’organizzazione. questa prospettiva il “to care” si declina in: rispetto dell’altro come soggetto autonomo, considerazione dell’integralità della sua persona, attivazione della relazione prima che dell’intervento, tutela e promozione della sua dignità. Da 1 Dimensione relazionale Si ha relazione di aiuto quando vi è un incontro fra due persone di cui una si trova in condizioni di sofferenza/confusione/conflitto/disabilità ed un’altra persona invece dotata di un grado ‘superiore’ di adattamento/competenze/abilità, rispetto a stesse situazioni o tipo di problema da fronteggiare. Se fra queste due persone si riesce a stabilire un contatto(una relazione) che sia di aiuto (…) allora è probabile che la persona in difficoltà inizi qualche movimento di maturazione /chiarificazione/ apprendimento che la porti ad avvicinarsi all’altra persona (assorbendone per così dire le qualità e le competenze) o comunque a rispondere in modo più soddisfacente al proprio ambiente ed a proprie esigenze interne ed esterne. (Folgheraiter nell’introduzione a Mucchielli, p.8). CONTATTO (….relazione) adattamento/ competenze/ abilità, Maturazione Chiarificazione autostima, autoapprovazione Avvicinamento, Disagio Sofferenza/conflitto/dis. risposta a esigenze interne ed esterne 2 Dimensione relazionale La filosofia morale moderna in una delle sue forme più elevate, quella formulata da Kant, esprime un concetto di inviolabilità della persona, e gli obblighi che ne derivano, affermando che dobbiamo trattare l’umanità in noi e negli altri mai come un mezzo, ma sempre come un fine. Una persona ha una relazione con se stessa; autostima, autoapprovazione, amore di sé e i loro contrari sono espressioni di questo rapporto che la malattia condiziona inevitabilmente La tutela della salute nell’art. 32 della Costituzione. Analisi sociologica* • Il diritto alla salute è sancito nell’ art. 32 della Costituzione, ed è collocato nel titolo dei Rapporti etico - sociali. • Esaminando gli atti dell’Assemblea Costituente è emerso subito che i diversi e contrapposti schieramenti politici con le loro diverse culture solidaristiche cristiano-cattolica, comunista e socialista, hanno inteso appieno come su un principio così importante (il diritto alla salute è nella Costituzione l’unico diritto definito fondamentale) fosse necessario “essere uniti nell’atto di costruire una casa nella quale tutti devono ritrovarsi ad abitare insieme”. * di C. Clemente, in “I diritti della persona nella prospettiva bioetica e giuridica” a cura di G. Calabrò, Costantino Editore, 2000. 3 SALUTE = Silenzio degli organi vitali (Kant) Analfabetismo culturale = impossibilità di vivere nello spazio in cui esisto. servizi disponibili Italia da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Nel 1860 230.000 persone emigrate Fino al 1980 7 milioni di immigrati Nel 2011 oltre 32 mila migranti + 16% rispetto al 2010 lasciano l’Italia per fare ritorno nel paese di origine. Risorse necessarie ZETA 59.5, = malattia di estrema povertà • (grave malattia dei migranti) Assenza di determinanti di salute classificata e indicizzata dall’OMS come malattia di estrema povertà Non esistono sensori in grado di attivare la qualità della vita Salute trans culturale • Incontro tra i bisogni di salute della persona e i servizi sociosanitari nei processi di passaggio tra culture Cambia la scena della cura che si fa più allargata policentrica e complessa per la mescolanza di appartenenze diverse. 4 Diamante culturale della salute Facilitazione della relazione terapeutica, spazi alle famiglie che prevedono accoglienza, riconoscono diversità religiose Medico PERSONA Famiglie SALUTE core Struttura socio sanitaria Complessità Difficoltà, coacerbo degli operatori, burn out, attenzione al paziente e famiglie., Equipe sanitaria Incrocio variabile tra struttura-connettivo.. s.s. elemento di supporto all’equipe sanitaria. Definizione: alleanza terapeutica all’interno dell’equipe sanitaria, in cui il core è la salute entro cui gli operatori devono attivare processi di interazione, relazione e coesistere. 5 “… il volto dell'Altro mi parla e mi invita ad una relazione che non ha misura comune con un potere che si esercita … ". ( Emmanuel Levinas) …la capacità di riconoscere il volto dell’altro genera nell’interlocutore responsabilità verso di lui e relazione con lui. Secondo Levinas il volto dell’altro mi coinvolge, mi pone in questione, mi rende immediatamente responsabile. In che modo arrivo ad una conoscenza “reale” dell’altro, della persona che mi è affidata e verso la quale ho responsabilità? Levinas ci dice che “… lo sguardo è conoscenza e percezione …”; ci parla di rispetto della diversità dell’altro, della sua solitudine, del suo mistero e della sua persona; ci invita a liberarci dalla presunzione di ricondurre la realtà dell’altro ad un essenza pre-determinata e pre-giudicata Definizione La relazione d’aiuto è di per se stessa"evolutiva": permette a chi è aiutato di crescere nella consapevolezza di sé, di scegliere di migliorarsi e di ampliare la propria visione degli altri e del mondo. 6 Definizione di Carl Rogers La relazione d’aiuto è una relazione umana volta ad appagare bisogni umani fondamentali. Metodo di cura e di comunicazione "non direttiva", dove colui che chiede aiuto diventa il principale protagonista del suo cambiamento e dove il ruolo di chi aiuta è di dare spazio all’altro, di dargli voce, fiducia, empatia, legittimazione dei suoi personali sentimenti, desideri. “approccio centrato sulla persona”, secondo cui: genuinità, considerazione positiva e incondizionata e empatia sono i tre atteggiamenti fondamentali che permettono l’instaurarsi di rapporti interpersonali efficaci. La genuinità è la capacità dell’operatore di essere sempre in contatto con i propri sentimenti e con ciò che nel rapporto si sta svolgendo, La genuinità implica coerenza tra ciò che si sente, ciò che si fa e ciò che si è. Elementi necessari per costruire una relazione d’aiuto Rogers elenca sei parole chiave per definire le condizioni sulle quali si fonda una relazione d’aiuto. Contatto psicologico:… è necessario avvicinarsi al mondo emotivo dell’altro e lasciarsi avvicinare da lui senza opporre barriere al contatto interpersonale. Incongruenza: la relazione d’aiuto si instaura con una persona che si trova in difficoltà perché è in contraddizione (incongruenza) fra ciò che crede di essere o di poter fare e ciò che realmente è o fa. La persona che chiede aiuto non è in armonia con se stessa, che ne abbia consapevolezza o no. Il fatto di esserne consapevole la porta a percepire uno stato di ansia. Congruenza: chi offre aiuto nella relazione deve trovarsi in una situazione di piena coerenza e armonia con se stessa, deve cioè rendersi conto di come è fatta, di quello che vuole, di quello che sta facendo e del perché lo fa e deve poter accettare se stessa con le capacità e i limiti reali che le appartengono. Solo così chi è aiutato coglie l’autenticità della persona e può fidarsi . 7 Segue… Comprensione empatica: chi aiuta deve avere la capacità e la volontà di mettersi nei panni dell’altro e di sentire quello che sente l’altro come se fosse al posto suo. riguarda la capacità dell’operatore di cogliere adeguatamente la situazione personale di colui che gli sta di fronte rispetto a ciò che dice (espressione verbale) e sente (espressione non verbale). Accettazione positiva incondizionata: dopo aver compreso bisogna saper accettare senza condizioni. Significa comportarsi in modo tale che la persona aiutata riceva il seguente messaggio:"Al di là dei miei valori e delle mie convinzioni che possono essere molto diverse dalle tue, io ti capisco e ti accetto senza giudicarti, senza volerti cambiare, senza pretendere che tu sia diverso da quello che sei; va bene così anche se posso non sono d’accordo con quello che fai“. Comunicazione: è necessaria la capacità di comunicare all’altro quanto descritto finora: se chi aiuta è vicino all’altro, è autentico, comprende e accoglie l’altro senza riserve, ma non sa comunicargli tutto questo, il suo lavoro si vanifica. Chi dà aiuto deve perciò accertarsi che l’altro stia ricevendo i messaggi di comprensione e di accettazione che sono stati inviati. La comprensione empatica è più sottile di quella intellettuale e richiede una sensibilità molto fine e rara per essere attuata. Consiste nell’immedesimarsi nell’interlocutore per comprendere il suo punto di vista, senza assumerlo come proprio, : un infermiere che si calasse nei panni del malato lasciandosi sopraffare dal dolore per le sue sofferenze renderebbe il malato emotivamente più abbattuto invece di offrirgli un sostegno. La trasparenza è l’accordo tra i sentimenti manifestati e quelli realmente provati. Se l’interlocutore percepisce trasparenza, si apre con fiducia, altrimenti si chiude difensivamente. L’ascolto empatico pone l’altro nella condizione di esplorarsi per trovare la sua verità. 8 L'EMPATIA Significa far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri come se fossero i propri e senza dimenticare i propri, in una sorta di vicinanza senza confusione. E' l'accettazione incondizionata degli stati d'animo così come vengono offerti nella relazione. Non si può negoziare il modo in cui gli altri provano un'emozione. E’ la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato. Nell'essere empatici, c'è anche la valorizzazione degli altri, che si manifesta nel credere nelle persone, nel mettere in risalto e potenziare le loro abilità, nel sostenere la loro autonomia, nel rispettare le loro diversità individuali, etniche e ideologiche, nell'utilizzare le differenze come opportunità al di là di ogni pregiudizio. La relazione di aiuto dal punto di vista morale significa… … operare nello spirito del "buon samaritano", in quanto ha a che fare con l'umanità della persona proprio in aspetti, momenti e forme di rapporto che ne rivelano la debolezza; … nel rispetto della persona, evitando consapevolmente ogni tentativo di manipolarla, approfittando della sua situazione di debolezza; … mediante un atteggiamento non paternalista: il paternalismo è un atteggiamento di gestione autoritaria e di dominio dell'altro, fondato sul dislivello di sapere e di potere, (il paternalismo è mosso, almeno a livello di consapevolezza, da una sincera volontà di aiuto, ma tale aiuto è offerto scavalcando la collaborazione e la libera volontà del soggetto). 9 Valori etici contenuti nella relazione di aiuto Prossimità "Chi … ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?" (Lc 10, 36) Incongruenza Pericolo di pregiudizio, disprezzo, pietismo "Ti ringrazio che non sono … come questo pubblicano"(Lc 18, 11) Congruenza Essere veri, sinceri "Sia il vostro parlare sì, sì, no, no: il di più viene dal maligno" (Mt 5, 37) Comprensione empatica Solidarietà "ama il prossimo tuo come te stesso" Accettazione positiva incondizionata Servizio "non sono venuto per condannare, ma per perdonare" Contatto psicologico Ostacoli alla relazione di aiuto (profilo etico) Superiorità "Tu non hai le qualità necessarie, come le ho io…" Pregiudizio, disprezzo "Tu non puoi capire la tua situazione, io invece sì" Atteggiamento valutativo Atteggiamento interpretativo Atteggiamento di sostegno- Assistenzialismo, che consolazione manca di fiducia nell'altro (mentre la carità fa crescere) "Tu non ce la farai mai da solo, ma sta tranquillo che ci penserò io…" Atteggiamento investigativo Violenza, che non lascia psicologicamente libero l'altro, invadenza "Tu non sai valutare: lascia fare a me" Atteggiamento risolutivo Moralismo, che favorisce uno stato di inferioritàimmaturità "Tu non sei capace: fa' quello che ti dico io" 10 Contenuto etico delle tre P Potere "Vi ho dato l'esempio, perché anche voi facciate lo stesso" Permesso Gesù ha permesso di esistere a coloro ai quali la società del tempo non lo concedeva: i bambini le donne i lebbrosi Protezione Gesù protegge l'adultera dai pregiudizi sociali e le infonde speranza di vita nuova: ("Chi è senza peccato scagli la prima pietra… va' e non peccare più") Relazione d’aiuto e adolescenza L’empatia è una sorta di “ingrediente segreto”, è la capacità di ricostruire nella nostra immaginazione l’irripetibile esperienza del nostro interlocutore e di entrare in ‘risonanza emotiva’ con lui. Rogers insiste molto sull’astensione dal giudizio nei rapporti umani che implicano una valenza educativa o di aiuto, mettendoci in guardia dal pericolo, a valutare e a giudicare che uccide l’autentica comunicazione". Tollerare significa non giudicare, comprendere, lasciare che l’altro sbagli, ed essere lì ad offrirgli un sostegno per rialzarsi. Questa è la relazione d’aiuto per eccellenza. 11 • A sostegno…, ci sono le affermazioni di uno studioso dell’adolescenza, Tommaso Senise; • L’ascolto non è solo sentire ..ma è anche e soprattutto osservare in toto la sua persona, i suoi comportamenti, il suo aspetto fisico, la sua postura: il corpo a volte sembra parlarci ….! Per mezzo dell’ascolto l’ educatore riceve informazioni che dovrà interpretare. decifrare i messaggi di aiuto e quindi attuare un piano di intervento efficace! La comunicazione emotiva ha nel nostro rapporto con l’adolescente un’importanza condizionante il rapporto stesso ... Visione d’insieme Aspetti negativi della salute Disabilità Menomazioni: problemi di funzioni e strutture Disabilità psichica Disturbi del comportamento Sindrome di iperattività Limitazioni: riduzione di attività e partecipazione Spaesamento Aspetti positivi della salute Funzionamento Integrità funzionale e strutturale Attività e partecipazione: situazioni di vita Benessere Qualità del tempo e della vita 12 W. Shakespeare - Pirandello TUTTO IL MONDO È UN TEATRO E TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE NON SONO CHE ATTORI ESSI HANNO LE LORO ENTRATE E LE LORO USCITE UNA STESSA PERSONA NELLA SUA VITA RAPPRESENTA PARECCHIE PARTI Creare un senso al proprio “essere “parte del tutto Cosmacini- Comunicazionenecessità-competenza “…ti accorgerai che all’Università nessuno ti ha insegnato la cosa più importante: come stabilire un legame professionale ma partecipe con le persone che si rivolgono a te. La relazione è il cuore e la sostanza del rapporto di aiuto, richiesto dal malato e fornito dal curante, e consiste soprattutto in una comunicazione tra due esseri umani ”. Cosmacini, R. Satolli, Lettera a un medico sulla cura degli uomini, Laterza, 2003. 13 La comunicazione come cura La sfera psicologica relazionale unitamente al vissuto emotivo possono influenzare positivamente il decorso clinico del paziente. Una buona comunicazione unita ad una corretta informazione possono migliorare nel paziente la compliance e il coping (la capacità di gestire lo stress) e possono portare ad una diminuzione dell’ansia. La comunicazione come cura Il “prendersi cura” dell’uomo, comporta sicuramente l’attuazione di interventi di tipo diagnostico e terapeutico di natura strettamente tecnica, ma è importante non dimenticare che, dietro ogni malato, anche il più critico, c’è un Uomo, con i suoi bisogni, le sue paure, le sue ansie, il suo vissuto. E’ tempo di recuperare e riscoprire la bellezza della relazione empatica, del dialogo, dell’ascolto, cioè di una comunicazione efficace, capace da sola di alleviare i disagi e le sofferenze del malato e di chi gli sta intorno. E’necessario ed indispensabile ri - partire dal bisogno di relazione del paziente e della sua famiglia; l’infermiere deve aiutare a ri – allacciare ciò che la drammaticità degli eventi sembra aver spezzato, deve sostenere e incoraggiare la comunicazione. 14 SUSSIDIARIETÀ Processo istituzionale e sociale, basato sui seguenti principi: • deve essere sempre supportata la capacità delle persone e/o piccoli gruppi sociali di affrontare e risolvere i propri problemi • organizzazioni più grandi o di livello superiore possono intervenire solo quando e dove le dimensioni minori o i livelli più bassi non hanno ancora acquisito tale capacità • il ruolo sussidiario e l’azione di supporto da parte delle organizzazioni più grandi o di livello superiore devono essere temporanei; il loro compito basilare deve essere quello di permettere alle persone e/o ai piccoli gruppi sociali di sviluppare auto-gestione, autoamministrazione ed autogovernance, tramite empowerment e costruzione di capacità. • Tutti i livelli della società devono migliorare le relazioni tra settori privati e pubblici, attribuendo alle persone ed alle loro comunità la responsabilità di organizzare e gestire direttamente funzioni pubbliche • i sistemi organizzativi devono provvedere ed assicurare coesione ed equità per una governance di “multi-livello”, dove relazioni verticali e ruoli tra livelli superiori ed inferiori, tra dimensioni maggiori e minori Il “prendersi cura” Metaforicamente si può pensare al “prendersi cura” come l’arte del ricamo: nei ricami si tengono insieme dei nessi che talvolta sono sottilissimi, e poi i ricami si fanno si disfano e si ricreano. Bisogna riuscire ad ascoltare quello che viene dalla voce dell’altro, perché se questo succede, capita anche il riscatto: cioè l’esperienza che sembra ci abbia fatto andare a pezzi, in realtà consolida dentro di noi la fiducia che ce la possiamo fare. (Gaddi 2008). 15 <<d lavo evo las diffi ro>>, < ciare i la p cile>>, <è tropl osso << n p fare on c o e >> Il “prendersi cura” Compito evolutivo che mette insieme il passato con il presente, però quando si è chiamati a farlo per una persona, anche se legata da una relazione profonda, si apre un’ esperienza nel corso della quale la cura di sé e la cura dell’altro appaiono in un primo momento come istanze contrapposte e poco conciliabili; viene percepita una minaccia alla propria identità, alla propria progettualità, e che realmente si riscontra nella vita. Frasi che nel pensiero di Freud definivano lo“spaesamento”, stato di turbamento ciò che colpisce il caregiver non più in grado di riconoscere la propria casa, la propria terra e soprattutto non riconosce l’altro che si trasforma, la cui immagine corporea si allontana da ciò che i suoi occhi avevano visto fino a che sopraggiungesse la malattia. Accanto a malato e famiglia,con quale percorso di cura? • In un sistema complesso diventa indispensabile individuare delle figure formalmente riconosciute a garanzia della presa in carico globale e della continuità assistenziale durante tutto il percorso di malattia. Il processo di Presa in Carico Il Modello Organizzativo 16 Accanto a malato e famiglia, con quale percorso di cura? • Paziente cronico • Bisogni complessi • valutazione necessariamente multidimensionale UVM • Richiede l’intervento di diversi specialisti. • L’interazione fra i diversi problemi clinici e funzionali, associata alla interazione con l’ambiente fisico e con il contesto familiare e sociale determina l’appropriatezza di una specifica tipologia di intervento per le varie fasi della malattia. La presa in carico della persona Valutazione multidimensionale di qualità del percorso attraverso il monitoraggio: • sia di indicatori di processo, orientati a misurare la funzionalità della rete dei servizi e l’effettiva attivazione di tutte le risorse presenti nel sistema, • sia di indicatori di esito centrati sul malato e sulla famiglia, finalizzati a rilevare il grado di soddisfacimento dei bisogni emergenti. 17 Equipe Multidisciplinare territoriale Per la presa in carico del malato complesso si considera indispensabile l’individuazione del: • Case Manager, operatore dei servizi che realizza un utilizzo coordinato delle risorse attivabili da utilizzare per la persona che sta vivendo un percorso di malattia. L’obiettivo è quello di ottenere massimi benefici in salute, attraverso una guida, assistendo, la persona o la famiglia durante questo percorso. • Care Manager, è il responsabile dell’organizzazione e attuazione del piano di cura all’interno della rete dei professionisti, favorendo l’educazione e la responsabilizzazione del paziente alla gestione della propria malattia con una forte attenzione agli stili di vita salutari. • Care giver, nella persona di un familiare o un convivente, che sia in grado di svolgere una funzione di assistenza diretta con adeguate capacità e competenze, assolutamente rilevante nella realizzazione del Piano Assistenziale Individuale. IL CARE-CASE MANAGER Profilo del Case Manager: • Partecipa alla definizione del PAI; • Segue direttamente il paziente nei diversi contesti coordinando le informazioni sugli aspetti clinici e sociali e rendendole disponibili a tutti gli operatori coinvolti; • È facilmente raggiungibile (reperibilità telefonica); • Rappresenta, in collaborazione con l’assistente sociale, l’interfaccia più semplice, agile e meno burocratica possibile tra la persona e i suoi familiari e gli uffici della Pubblica Amministrazione. 18 IL CARE-CASE MANAGER Profilo del Care Manager • Si occupa della presa in carico globale delle persone con patologie croniche; • Lavora in équipe in stretta collaborazione con i MMG e gli altri componenti del team multidisciplinare; • Si occupa della facilitazione dei percorsi di accesso ai diversi punti della rete assistenziale di volta in volta coinvolti; • Costituisce il raccordo tra i professionisti, la realtà ospedaliera e territoriale. Vantaggi a livello individuale ➢ Relazione personale iterativa tra malato e operatori sanitari ➢ Empatia, capacità di ascolto, risoluzione dei problemi 19 …dal labirinto alla …rete… Articolazione diffusa sul territorio Nodi (forte integrazione, rapidita di presa di decisione e vicinanza all’utente) Connessioni (permettono interazione, informazione, comunicazione tra i nodi) I modelli assistenziali in rete: Guardia medica 118 Guardia 118 Assicurano un collegamento Guardia medica medicaPosta 118 Lungodegenza Posta Trasporto assistito Lungodegenza Posta Trasporto assistito Lungodegenza Trasporto assistito Registro USSL tra tutte le parti attive del Amici Registro USSL Amici Registro USSL Amici riabilitativa Ospedale Poliambulatorio riabilitativa INPS Ospedale ASA Poliambulatorio sistema socio-sanitario. riabilitativa INPS ASA Ospedale Poliambulatorio INPS Notaio USSL Notaio ASA USSL Notaio USSL Parroco CD C.D.A . Parroco Favoriscono il malato nel CD Catasto C.D.A . Uff. Catasto Parroco Casa Uff. CD C.D.A . COLF Casa Catasto Uff. COLF invalidi civili Vicini Casa invalidi Alb. Specialisti Religiosi Religiosi invalidi civili civili Vicini Vicini COLF percorso di cura appropriato. Alb. Specialisti Religiosi Alb. Specialisti privati Operatori privati Operatori Protesi Paziente Protesi privati Operatori Paziente extracomunitari L’elevato numero di soggetti Protesi Paziente extracomunitari e e extracomunitari e complesso Ausili complesso e la previsione di un FisioTerapista Ausili complesso Medico Medico FisioTerapista di Infermiere Caregiver Caregiver famiglia di progressivo aumento di talePatronati Infermiere famiglia Banca Farmaci-sta UVM Assistente CUP tipologia di “domanda” neiPatronati CUP Banca Farmaci-sta UVM Assistente sociale ADI Volontariato sociale prossimi anni, suggeriscono di ADI Volontariato comunale domiciliare comunale Specialisti SAD domiciliare Specialisti SAD pubblici ripensare le caratteristichePrefettura Assistente pubblici Giudice Assistente Prefettura Uff. del Giudice sociale Uff. del della rete dei Servizi anche in tutelare sociale Cooperative registro tutelare ospedaliera RSA registro Cooperative ospedaliera RSA sociali funzione dei bisogni di questi sociali malati. Relazione di aiuto e persona anziana Cogliere e saper coniugare aspetti soggettivi (personali) ed aspetti oggettivi (professionali). Gli aspetti personali (ambizioni, bisogni, vissuti)vengono privilegiati in un lavoro a carattere psicologico, gli aspetti professionali (conoscenze, abilità) risultano prevalere in un lavoro a carattere formativo. Percezioni personali nelle relazioni "con persone anziane” significative "nella vita di ciascuno" finiscono, per assumere un ruolo protettivo “avverso ansie di morte, di inabilità ,di dipendenza“, rappresentano i sentimenti denunciati verso gli utenti ed i sentimenti che s'intendono nutriti dagli utenti verso gli operatori. Gli operatori dei servizi s. s.avvertono l'influenza dei processi (personali) di invecchiamento, dei propri familiari. Pregiudizi personali possono indurre a forme di presa in carico non corrette". 20 SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA Wertheimer sottolinea nell'anziano la percezione di una distanza tra il mondo reale , che la persona consuma nel vivere ed un mondo fantastico, nel quale " la persona che invecchia" continua ad evolvere anacronisticamente, Se per il giovane e per l'adulto il vincolo di adesione ad un'immagine sociale adeguata impone il ripescaggio di forze propulsive per la "conquista dell'avvenire",per l'anziano il senso di esistere nel tempo è spesso traducibile in una modalità iterativa anche agita - "di ritiro da impegni ed evitamento al confronto con l'avvenire". Tutto ciò può anche leggersi come una sorta di decisione finalizzata al recupero di " misure di autoprotezione e di rallentamento". SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA Capire i problemi ed essere in grado di prevedere eventuali condizioni di disadattamento, permette e facilita un riadattamento compatibile. E stato dimostrato come nel processo di invecchiamento "le persone continuano a differenziarsi l'una dall'altra se persistono le condizioni individuali e sociali perché ciascuna possa proseguire la realizzazione di se stessa". Quando in un gruppo di anziani si addiviene ad un'omologazione nel "comportamento dei vari componenti" attenuandosi "le differenze individuali", le persone risultano vittima di un "processo di sopraffazione e di condizionamento che, coartandoli nella loro spontaneità, consente loro di sopravvivere come organismi, non di continuare a vivere come soggetti". 21 SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA Nella presa in carico di un utente anziano la struttura dei servizi tenderebbe a patire di un imbrigliamento, nel complesso ambirebbe offrire un'immagine di efficienza, ma sconterebbe gli effetti di una modalità organizzativa scarsamente efficace, che alimenta nell'utente la convinzione di dialogare con un interlocutore poco flessibile e adattabile. Le organizzazioni dei servizi alla persona, "anziché porsi al servizio del cliente" sembrano in realtà costringere" il cliente a porsi al loro servizio, (affrontando le inefficienze nella forma suprema delle lentezze e delle lungaggini nella fornitura del servizio; accettando di porsi in un situazione di impossibilità di dialogo; pagando in definitiva il doppio per qualche cosa che vale la metà)". “Non ho cuore ,dicono i nostri vecchi, non ho risorse, non ho un futuro che posso sentire ancora mio ,nel quale potermi proiettare e pensare di esistere, tranne che pezzi del mio corpo che, curati, possono ridarmi una certezza (in percentuale) che sia ancora mio ed io possa abitarlo con la speranza realistica in una vita possibile.” 22 SENTIRE E PENSARE LA PERSONA ANZIANA In ognuno di noi la vecchiaia non va subita ma neppure usata Il corpo che supponiamo nostro da vecchi, con articolazioni poco flessibili,ma ancora in grado di fare movimenti, con la memoria che ha deficit, eppure ancora soccorre, in presenza di organi meno brillanti , che pure assolvono, seppur in percentuale ridotta, ad una loro funzione, reincarna la faticosa e difficile opera di integrazione fra quanto non è più e quanto ancora può (e deve) bastare. Il sentimento più rappresentato è il bisogno di essere garantito, seguito e rispettato,mai abbandonato. È il momento di aiutare chi sta aiutando! COUNSELING strumento terapeutico 23 COUNSELING dal latino consulo venire in aiuto, avere cura di significa offrire consulenza nel senso di consolare mettendo a disposizione competenza. dall’inglese to counsel dare ascolto e supportare qualcuno che ha dei problemi. L'intervento di counseling in quali casi si dimostra efficace? 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% L'adolescenza Problematiche stress correlate al lavoro Paziente fragile all'autogestione di patologie cronico degenerative 24 Educazione terapeutica nella Relazione d’ d’aiuto Una relazione d’ d’aiuto” aiuto” connotata professionalmente in cui la centralità centralità, è sul familiare del paziente. L’ L’aiuto consiste nel facilitarlo a gestire la situazione con la massima autonomia possibile. “A differenza dell’informazione che è passiva, l’educazione è un processo interattivo incentrato su colui che apprende. E’ una pratica complessa che implica una diagnosi educativa, la scelta di obiettivi di apprendimento e l’applicazione di tecniche di insegnamento e di valutazione pertinenti al fine di consentire al paziente di: • Conoscere la propria malattia • Autogestire la terapia in modo competente • Prevenire le complicanze evitabili. CURE PALLIATIVE Restituire alla persona nella sua dimensione psichica una immagine di sè come vivo fra i vivi, con obiettivi da raggiungere: è in questa relazione che ci giochiamo la nostra Umana professionalità TO CARE CARICO EMOTIVO Smaltire i vissuti angoscianti MOTIVAZIONE “attivarsi.. per cercare i colleghi” SPIRITO DI GRUPPO confrontarsi COMPETENZA Stare con il paziente” “ VALORE UMANO E PROFESSIONALE 25 Quando la relazione d’aiuto investe il CAREGIVER Cosa vuol dire care giver? In inglese care giver significa “persona che presta le cure”. Chi è il caregiver? E’ una persona responsabile che, in ambito domestico, si prende cura di un soggetto disabile. Cosa fa il caregiver? Risponde al bisogno di sicurezza del soggetto non autonomo. Si prende cura della persona malata occupandosi dell’igiene, dell’ alimentazione, dei trasferimenti e della mobilizzazione. Si occupa dell’ organizzazione dell’ambiente e delle risorse necessarie a garantire la migliore qualità di vita dei proprio assistito. Consente alla persona malata di poter vivere nel proprio ambiente familiare. Ci sono tanti caregiver c’è quello dentro la famiglia, c’è quello che presta assistenza domiciliare, quello che nelle residenze si prende cura degli ospiti . Questa figura si declina dentro una prospettiva ed una ampiezza di relazioni molto ampia. Infatti dobbiamo ricordarci che comunque il prendersi cura avviene sempre in un contesto legato ad un tempo ed a un luogo; è un ‘azione speciale che si realizza nell’oggi, in quella casa, in quella storia di vita, in quella malattia, in quella persona che è al”centro” di questo rapporto. 26 IL CAREGIVER Per poter svolgere al meglio il proprio compito il caregiver deve essere adeguatamente istruito ed educato dal personale sanitario che ha in cura il paziente, in modo da poter affrontare l’assistenza quotidiana e riconoscere la comparsa di eventuali complicanze. Attivazione della partecipazione E’ la attivazione di “autonomia di cura” attraverso: 1. Informazione: comprensione della malattia e delle modalità di cura 1. Empowerment: attribuzione di potere a paziente e famiglia attraverso la responsabilizzazione e il coinvolgimento attivo nella definizione e attuazione dei trattamenti 2. Potenziamento capacità individuali: implementazione aspetti spirituali, interessi, adattamento (coping) 27 …EMPOWERMENT Costruzione relazione Accertamento multidimensionale Utente e familiari Definizione obiettivi Interventi sull'ambiente Collegamenti con altri servizi Mediazioni con gli Attori del processo Interfaccia operat./paz/cgiver sull'utente Colloqui familiari Monitoraggio con l'utente Terapie Colloqui individuali VALUTAZIONE 55 IMPORTANZA DELL’ESSERCI (1) o Non mentire sulle condizioni del malato o Restare vicini finché la persona abbia il tempo di tollerare e condividere ciò che gli è stato comunicato o Sapere ascoltare o Guardare negli occhi la persona parlando di malattia grave inguaribile o Stare in silenzio 28 IMPORTANZA DELL’ESSERCI (2) Trovare le parole giuste per esprimere le emozioni Dare conforto Non essere banali Essere totali nella relazione …EMPOWERMENT 58 29 Programma Autogestione Malattie Croniche Empowerment Aiutare i partecipanti a trattare autonomamente la sintomatologia nelle sue manifestazioni più frequenti. Sostenere nella relazione Progetto ASL TA Crono Programma delle attività • partecipanti • formazione teorica d’aula, pratica in area critica, laboratoriale nei distretti Coinvolgere il III Settore Destinato ai professionisti della salute dei Distretti: Infermieri Fisioterapisti Assistenti sociali OSS DIREZIONE SANITARIA ASL TA SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE Corso ecm “Educazione Empowerment nell’anziano all’autogestione delle malattie croniche” Progetto 100 ore per 100 famiglie L’attestato di partecipazione verrà rilasciato alla chiusura dei lavori a seguito di verifica delle conoscenze acquisite. Segreteria Scientifica ed Organizzativa DIREZIONE SANITARIA ASL TA SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE Tel. 0997786801 Fax 0997786843 [email protected] DD.SS ASL TA 5-11 dicembre 2012 7-14 dicembre 2012 18-21 dicembre 2012 30 Destinato alle famiglie/Caregiver di pazienti complessi e/o SLA 1^ edizione “Educazione Informazione all’autogestione a domicilio del paziente complesso non ospedalizzato” Il Corso è destinato alle famiglie/ caregiver per un massimo di 50 partecipanti. Gli incontri saranno realizzati in tre giornate. L’attestato di partecipazione verrà rilasciato alla chiusura dei lavori DIREZIONE SANITARIA ASL TA SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE RETE SLA OSPEDALIERA E TERRITORIALE Progetto Empowerment Educazione Informazione all’autogestione a domicilio del paziente complesso non ospedalizzato ACCORDO STATO-REGIONI DEL 29/04/2010 Segreteria Scientifica ed Organizzativa DIREZIONE SANITARIA ASL TA SERVIZIO INFERMIERISTICO ED OSTETRICO TERRITORIALE P.O. SET 118 RETE SLA OSPEDALIERA E TERRITORIALE Associazione Malati SLA : Comitato 16 Novembre onlus Tel. 0997786801 Fax 0997786843 [email protected] Taranto, 12-26-30 ottobre 2012 Sala Socrate ASL TARANTO, via Minniti n°152 Sala Biblioteca Distretto 4 ASL TA Padiglione Vinci “Auditorium SS. Annunziata” Progetto Empowerment Essere d'aiuto nell'affrontare la malattia e nel gestire al meglio la vita quotidiana. Educazione Informazione all’autogestione a domicilio del paziente complesso non ospedalizzato DIREZIONE SANITARIA ASL TA SIOTER Questo opuscolo è dedicato alle persone che aiutano e sostengono le persone malate. 31 TIPI DI AIUTO PRESENTI IN UNA RELAZIONE PROFESSIONALE Dare l’ l’opportunità opportunità di identificare le proprie esigenze e aspettative per renderli capaci di scegliere le soluzioni migliori; fornire un sostegno incentrato sulla salvaguardia del loro stato di salute e di qualità qualità di vita, piuttosto che mantenerli nel loro ruolo di caregiver il più più a lungo possibile; segue……… segue……… riconoscere che i programmi e i servizi che vengono in aiuto alle persone con SLA sono importanti anche per i caregiver, caregiver, perché perché è rassicurante vedere che un proprio caro riceve l’aiuto che necessita attraverso cure mirate e attività attività soddisfacenti; riconoscere che le persone con SLA trovano un gran beneficio quando i caregiver usufruiscono di un sostegno adeguato, che permette loro di preoccuparsi meno del proprio benessere. Una persona in buona salute presta sicuramente una migliore assistenza. 32 Relazione d’aiuto e PROFESSIONISTA COMPETENTE TROVARE soddisfazione nell’attività lavorativa (migliorando il grado di benessere individuale) VALORIZZARE le persone con le quali si relaziona (anche, ma non solo i propri diretti collaboratori) FORNIRE un apporto significativo al miglioramento del clima e dei rapporti all’interno dell’organizzazione L’INFERMIERE COMPETENTE PROMUOVERE reali processi di miglioramento delle performance dell’azienda nel suo insieme. PRESTAZIONE COMPETENZA COMPETENZA == CONOSCENZE+ABILITA’ CONOSCENZE+ABILITA’ +COMPORTAMENTI +COMPORTAMENTI L’accento posto sulla performance come indicatore quasi incontestabile di competenza,frutto di abilità e comportamenti, non trova applicabilità in una professione d’aiuto ,dove la performance è intrisa di sfumature personali e relazionali che creano combinazioni imprevedibili e non classificabili genericamente ai fini valutativi. 33 Un’opportunità epistemologica Brachio exerto … strumento di conoscenza La competenza si esprime nel gesto… luogo di senso sia per chi lo effettua che per chi lo riceve… il gesto del nursing dice la dignità delle persone …in carico e in chi lo effettua,…non solo a chi lo contempla ricevendolo… L’esercizio della competenza in forma di virtù. Fare della pratica professionale formalizzata un campo di sapere più ampio PRESTAZIONE COMPETENZA = CONOSCENZE+ABILITA’ +COMPORTAMENTI ESPERIENZA FORMAZIONE RIFLESSIONE CRITICA MOTIVAZIONE Spostare il fuoco dell’analisi sulle competenze trasversali 34 , IN CONCLUSIONE …Se ci chiediamo quale sia la più grande responsabilità morale per chi si impegna in una relazione di aiuto, potremmo rispondere: “Fare in modo che la persona aiutata si senta amata". Nel Vangelo di Giovanni ,Gesù esprime ripetutamente questo valore, soprattutto nel contesto dell'ultima cena: - "Gesù… avendo amato i suoi… li amò sino alla fine… (Gv 13,1) - "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13, 34) - "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13) “Entro nella tua vita come si entra in una chiesa nei campi semplice e disadorna senza nulla cercare cautamente presente” presente” Luciano De Giovanni 35