Introduzione Pag. 2 Comunicazioni importanti Pag. 2 PARTE PRIMA La malattia e la sua diagnosi Pag. 5 PARTE SECONDA La cura della persona e i servizi disponibili Pag. 11 PARTE TERZA La relazione con la persona malata di Alzheimer Pag. 17 PARTE QUARTA La fatica dell’assistenza: consigli per il benessere di chi si prende cura del malato di Alzheimer Pag. 25 PARTE QUINTA Alcuni riferimenti agli aspetti legali Pag. 29 A chi rivolgersi Pag. 32 indice 1 introduzione Il presente opuscolo nasce da una riflessione che l’Associazione Alzheimer Imola ha avviato e mantiene attiva da anni: “Cosa potrebbe servire alle famiglie che stanno affrontando il duro e faticoso percorso di cura di una persona con demenza?” Le risposte potrebbero essere molte, perché molteplici sono i bisogni che ruotano attorno a questa malattia. Ma la prima risposta che è stata individuata, e che è preludio per tutte le successive, è stata: “C’è bisogno di informazione”. Informare significa fornire strumenti conoscitivi per affrontare le situazioni, facilitare l’accesso ai servizi disponibili e di conseguenza contribuire alla cura delle persone in difficoltà. D’altronde l’Associazione Alzheimer Imola nasce nel 1998 proprio per offrire informazione e sostegno alle famiglie, come testimoniano i primi progetti realizzati, ossia l’apertura di un punto di ascolto e la redazione di un primo “Opuscolo informativo”. “Freccia Blu” intende dunque essere una guida per l’informazione delle famiglie. Vi sono raccolte le domande che i familiari di persone con demenza potrebbero voler rivolgere. Ogni domanda trova una risposta nell’esperienza di un professionista, di un volontario, di un altro familiare. E’ stato scelto un linguaggio semplice, per fare in modo che l’informazione raggiunga più persone possibile e non solo gli “addetti ai lavori”. Sicuramente nel tempo alcune informazioni potrebbero non essere più aggiornate. Inoltre le famiglie che leggono non troveranno risposta a tutte le loro domande. Per questi motivi invitiamo a prendere contatto con l’Associazione Alzheimer Imola, che si attiverà volentieri per fornire informazioni complete e aggiornate. L’opuscolo è stato realizzato col contributo del Comune di Imola ed è frutto di un’ampia ed articolata rete tra esperti, volontari e famiglie. In particolare si ringraziano: Gli esperti: Per l’AUSL di Imola: Helena Desideri (Psicologa Psicoterapeuta) Silvana Libera Di Cataldo (INPS) Luana Redaliè, Claudia Carloni e Daniela Stagni (Area Immigrazione, Cooperativa Sol.Co.) Cinzia Cavallaro (CGIL) Umberto Pirazzoli (Avvocato, Studio Legale Caliendo, Dall’Ara, Pirazzoli) Corrado Matacena e Massimo Menetti (Medici Geriatri Centro Esperto per le Demenze) Angela Morsiani (Responsabile Area Anziani, Distretto) Enzo Veronese (Medico di Base) Per l’ASP Circondario Imolese: Gilberta Ribani (Responsabile Area Ovest) I volontari dell'Associazione Alzheimer Imola, in particolare: Doretta Dori Pietro Giovannini Bona Sandrini Giusi Perna Il gruppo dei familiari che partecipano alle attività dell'Associazione 2 Troppo spesso si sente dire che per l’Alzheimer non c’è niente da fare. Con “FRECCIA BLU” vogliamo ricordare che, al contrario, c’è molto da fare e, soprattutto, che non si è soli in questo percorso. 3 comunicazioni importanti • Le informazioni contenute nel presente opuscolo sono passibili di variazioni indipendenti dalla nostra volontà. Consigliamo pertanto di verificarle. • Si indicherà la persona malata di Alzheimer coi termini “persona”, “malato”, “persona con demenza”. Si indicherà la persona che lo accudisce coi termini “familiare”, “caregiver”. 4 5 FRECCIA BLU - parte prima 1. Una persona a me cara ha qualche difficoltà di memoria e/o sta modificando il suo comportamento, è normale? L’invecchiamento è un processo fisiologico della vita, che comporta una serie di modificazioni corporee e anche cerebrali. Infatti, capacità come memoria e velocità di esecuzione possono diminuire col passare dell’età. Tuttavia, la persona che sta affrontando un invecchiamento naturale solitamente continua a mantenere la propria autonomia ed indipendenza, non modifica fortemente il proprio carattere, è in grado di ricordare i propri appuntamenti o le scadenze delle bollette da pagare, i compleanni di figli e nipoti, conosce il giorno, il mese e l’anno in cui ci troviamo, cucina ricette anche elaborate, ecc. Alcune patologie possono compromettere le capacità sopra descritte, anche in assenza di una vera e propria demenza. Ad esempio, se la persona è portatrice di disabilità fisiche potrà risultare dipendente in alcune attività della vita quotidiana. Oppure, se un anziano soffre di depressione, potrebbe risultare anche smemorato, disattento e/o irritabile, nervoso. La malattia di Alzheimer e le altre demenze invece comportano una progressiva perdita delle capacità di memoria, di orientamento nello spazio e nel tempo; inoltre, è possibile che il carattere della persona si modifichi. Il risultato di tutto ciò è la graduale perdita dell’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, con la conseguente necessità di essere assistiti. 2. Cos’è la demenza senile? Cos’è l’Alzheimer? Col termine “demenza” si intende il deterioramento progressivo delle capacità cognitive come memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento, ecc. Un tempo questi disturbi erano genericamente attribuiti all’arteriosclerosi. Oggi sappiamo che esistono diversi tipi di demenza. La malattia di Alzheimer è la principale ed il sintomo iniziale è la perdita di memoria. Tuttavia ce ne sono altre, ad esempio la demenza vascolare (che ha cause circolatorie) e la demenza fronto-temporale (che si manifesta con modificazioni del carattere e delle capacità linguistiche). Sicuramente le demenze sono più diffuse in età senile, ma non è vero che l’invecchiamento comporta necessariamente l’insorgere di demenza (vedi domanda n° 1 pag. XX). Quindi oggi non si usa più il termine “demenza senile”, ma si cerca di differenziare tra i vari tipi di demenza, oppure si parla genericamente di deterioramento cognitivo. Nelle fasi iniziali i diversi tipi di demenza si differenziano gli uni dagli altri, mentre nelle fasi moderato-severe di malattia tutti i tipi di demenza tendono ad assomigliarsi nelle loro manifestazioni cliniche. 3. Quali sono i primi sintomi della demenza? E’ importante precisare che ognuno di noi ha delle proprie caratteristiche specifiche. Ad esempio, c’è chi ha molta memoria visiva e ricorda le persone semplicemente dopo averle viste una volta, e chi no, chi invece è estremamente preciso e chi disordinato, ecc. Queste sono caratteristiche individuali che la persona manifesta lungo tutta la sua vita. La demenza, invece, comporta dei cambiamenti rispetto alle capacità e al carattere della persona. 6 LA MALATTIA E LA SUA DIAGNOSI Quindi i sintomi sotto descritti non vanno considerati in assoluto, ma richiedono un approfondimento se rappresentano un cambiamento rispetto alla situazione precedente. Esistono tanti tipi di demenza ed ognuno presenta all’esordio sintomi specifici. In generale, i familiari descrivono una sensazione di estraneità e cambiamento (“Non è più lui/lei”, “Non è mai stato/a così”), che è difficile descrivere perché è percepita da piccoli segnali. • • • • • Il caso più comune si realizza quanto viene notata una progressiva perdita di memoria, in relazione a fatti da ricordare per il futuro (es. appuntamenti e scadenze) e ad eventi avvenuti recentemente (es. cosa ho mangiato oggi, chi mi ha chiamato ieri); al contrario la memoria del passato risulta integra. Esistono però forme di demenza che iniziano con disattenzione (es. lasciare i rubinetti aperti, le luci accese), Oppure con difficoltà di linguaggio (difficoltà ad esprimersi oppure a seguire i discorsi), Oppure con comportamenti inusuali e inconsueti (es. mettere il cibo nei cassetti della biancheria). Inoltre, la demenza può comportare modificazioni del comportamento (es. aggressività, depressione, ansia, irritabilità, disturbi del sonno, ecc.). A questi sintomi spesso se ne associano altri, come: • Il disorientamento nel tempo (non sapere il giorno, il mese, l’anno, la stagione, ecc.) e nello spazio (non trovare la via di casa, ecc.). A causa di questi disturbi la persona perde progressivamente la capacità di gestire autonomamente alcuni aspetti della propria vita (es. necessita di aiuto nell’assunzione dei farmaci, negli spostamenti fuori di casa, perde la capacità di organizzazione di azioni complesse come preparare un pranzo domenicale, ecc.). 4. Ho notato che una persona a me cara ha qualche difficoltà di memoria e/o sta modificando il suo comportamento, con chi posso parlarne? E’ importante innanzitutto parlarne col proprio medico di base, che conosce le condizioni fisiche generali della persona. Egli saprà indicare il percorso più adatto per affrontare la situazione e, ove lo ritenga necessario, farà richiesta di consulenza presso il Centro U.V.A. (Unità Valutativa Alzheimer), chiamato anche Centro Demenze. 5. Dove posso ottenere una diagnosi precisa? Cos’è il Centro Demenze? Il Centro Demenze ha la finalità di effettuare la diagnosi dei disturbi della memoria e delle funzioni cognitive nelle persone adulte e anziane. Può quindi differenziare tra disturbi benigni, legati al normale invecchiamento, e quelli a carattere progressivo. L’iter diagnostico, valutato dal Medico Specialista del Centro (Geriatra o Neurologo) solitamente comprende esami di laboratorio, neuroradiologici e strumentali (es. TAC o Risonanza Magnetica, ecodoppler, elettrocardiogramma, ecc.) ed una valutazione neuropsicologica (somministrazione di test volti allo studio della memoria e delle altre funzioni cognitive) effettuata da un 7 FRECCIA BLU - parte prima Neuropsicologo. Al termine del percorso viene fornita la relazione clinica e la documentazione per il Medico Curante. Il Centro Demenze, inoltre, si occupa del controllo nel tempo dei disturbi cognitivi rilevati e dell’impostazione della terapia farmacologica. Infine, nel caso siano presenti disturbi del comportamento, come agitazione, aggressività, depressione, disturbi del sonno, ecc., il Medico può suggerire una terapia farmacologica rivolta ad alleviare tali disturbi. 5. L’Alzheimer si può prevenire? Dal momento che non sono disponibili dati certi su come si sviluppi la malattia di Alzheimer, non è possibile neanche prevedere forme di prevenzione. Le uniche indicazioni possibili sono di carattere generale: 1. controllare l’apparato cardio-circolatorio ed evitare condizioni di ipertensione, ipercolesterolemia, ecc.; 2. mantenere attivo il cervello impegnandosi in attività stimolanti e gratificanti; 3. condurre regolare attività fisica. 7. E’ una malattia ereditaria? Attualmente non ci sono dati che indichino una trasmissione genetica della demenza, si può parlare unicamente di un certo grado di predisposizione, così come accade per molte altre malattie. Esistono rari casi di demenza ereditaria all’interno di poche famiglie individuate, ad esordio precoce (attorno ai 40-50 anni). 8. Come evolve la malattia? La malattia di Alzheimer, così come tutti i tipi di demenza, ha un’evoluzione che comporta un progressivo peggioramento. Non è prevedibile la velocità del peggioramento, alcune statistiche indicano una durata di malattia tra i 5 e i 20 anni. E’ possibile però individuare degli “stadi” di malattia, che la persona attraversa più o meno velocemente, a seconda del caso personale. Gli esperti utilizzano alcune scale di valutazione per individuare la fase in cui il malato si trova. Una di queste è la Clinical Dementia Rating Scale (CDR), che individua gli stadi della demenza e le caratteristiche cognitive, comportamentali e funzionali associate. 8 LA MALATTIA E LA SUA DIAGNOSI La Clinical Dementia rating Scale (CDR) estesa (Hughees et al, 1982; Heyman et al, 1987) NORMALE DEMENZA DUBBIA DEMENZA LIEVE DEMENZA MODERATA DEMENZA GRAVE CDR 0 CDR 0,5 CDR 1 CDR 2 CDR 3 Memoria Memoria adeguata o smemoratezza occasionale Lieve smemoratezza permanente; parziale rievocazione di eventi Perdita memoria modesta per eventi recenti; interferenza attività quotidiane Perdita memoria severa: materiale nuovo perso rapidamente Perdita memoria grave; rimangono alcuni frammenti Orientamento Perfettamente orientato Perfettamente orientato Alcune difficoltà nel tempo; possibile disorientamento topografico Usualmente disorientamento temporale, spesso spaziale Orientamento solo personale Giudizio soluzione problemi Risolve bene i problemi giornalieri; giudizio adeguato rispetto al passato Dubbia compromissione nella soluzione di problemi; analogie differenze Difficoltà moderata; esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale adeguato Difficoltà severa esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale compromesso Incapace di dare giudizi o di risolvere problemi Attività sociali Attività indipendente e livelli usuali ne lavoro, acquisti, pratiche burocratiche Solo dubbia compromissione nelle attività descritte Incapace di compiere indipendentemente le attività, ad esclusione di attività facili Nessuna pretesa di attività indipendente fuori casa. In grado di essere portato fuori casa Nessuna pretesa di attività indipendente fuori casa. Non in grado di uscire Casa e hobbies Vita domestica e interessi intellettuali conservati Vita domestica e interessi intellettuali lievemente compromessi Lieve ma sensibile compromissione della vita domestica; abbandono hobbies ed interessi Interessi ridotti, non sostenuti, vita domestica ridotta a funzioni semplici Nessuna funzionalità fuori dalla propria camera Cura personale Interamente capace di curarsi della propria persona Richiede facilitazione Richiede aiuto per vestirsi, igiene, utilizzazione effetti personali Richiede molta assistenza per cura personale; non incontinenza urinaria Richiede molta assistenza per cura personale; incontinenza urinaria CDR 4: DEMENZA MOLTO GRAVE Il paziente presenta severo deficit del linguaggio o della comprensione, problemi nel riconoscere i familiari, incapacità a deambulare in modo autonomo, problemi ad alimentarsi da solo, nel controllare la funzione intestinale o vescicale. CDR 5: DEMENZA TERMINALE Il paziente richiede assistenza totale perché completamente incapace di comunicare, in stato vegetativo, allettato, incontinente. 9 FRECCIA BLU - parte prima 9. A chi posso rivolgermi per avere informazioni? Non sentitevi soli ad affrontare il problema. Ci sono molti punti in cui potete ottenere informazioni. Due li abbiamo già segnalati, ossia il proprio Medico di Base e il Centro Demenze. Più avanti parleremo dell’Azienda Servizi alla Persona (ASP) e dei servizi disponibili per l’assistenza alle persone anziane. Infine, l’ASSOCIAZIONE ALZHEIMER IMOLA mette a disposizione opuscoli informativi sull’Alzheimer e sui vari aspetti dell’assistenza alla persona, nonché volontari disponibili ad accogliervi e rispondere alle vostre domande. L’Associazione si propone infatti di: • sostenere i malati di Alzheimer ed i loro famigliari • tutelare i diritti dei malati di Alzheimer e dei loro famigliari • svolgere attività di informazione e sensibilizzazione • incentivare la ricerca sulla diagnosi e la terapia della malattia di Alzheimer • promuovere la formazione di operatori, familiari e volontari qualificati nell'assistenza ai malati di Alzheimer • promuovere ore di sollievo per le famiglie. 10 11 FRECCIA BLU - parte seconda 10. Ci sono dei farmaci che possono curare l’Alzheimer? Attualmente purtroppo non ci sono medicinali in grado di guarire l’Alzheimer né le altre forme di demenza. Tuttavia esistono in commercio alcuni farmaci che, in alcuni pazienti, sono stati in grado di rallentare per un certo periodo la progressione della malattia. Come tutti i farmaci però, possono presentare effetti collaterali sgradevoli, a volte peggiorando le condizioni del paziente. Il loro costo è molto elevato, per cui il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ha svolto un ampio studio, detto “Chronos”, che ha evidenziato i casi in cui i farmaci hanno maggiore probabilità di essere efficaci. In base a questi dati, quindi, la terapia può essere prescritta senza spese per l’utente solo in presenza di determinati requisiti e solo con prescrizione del Medico Specialista Ospedaliero, che compilerà un Piano Terapeutico permettendo al paziente di assumere il farmaco in convenzione col SSN. Se il medicinale è prescritto da altri Medici, anche se Specialisti, verrà fornito al paziente dopo pagamento del relativo costo totale, che in questi casi risulta piuttosto alto. Il Medico Specialista, in seguito a valutazioni periodiche, può decidere di sospendere il farmaco, nel momento in cui si evidenzi la sua l’inefficacia. 11. Come posso garantire la sicurezza di una persona con demenza? Il malato di Alzheimer, a causa del deterioramento delle sue capacità cognitive, corre più rischi di una persona sana nello svolgere le attività quotidiane. Per questo motivo può essere utile: • adottare fornelli con dispositivi di sicurezza; • limitare l'uso di tappeti, rimuovere possibili fonti di inciampo, evitare chiazze d'acqua sul pavimento e utilizzare scarpe chiuse al posto di ciabatte per limitare il rischio di caduta; • verificare la capacità del malato di usare strumenti e sostanze (es. farmaci, detersivi, coltelli affilati, ecc.), potenzialmente pericolosi se mal utilizzati. Se si rilevano difficoltà è opportuno riporli in luoghi non accessibili; • utilizzare sistemi di illuminazione notturna per la stanza da letto, i corridoi e il bagno, se la persona ha la tendenza ad alzarsi durante la notte; • prestare attenzione al modo di mangiare del malato e segnalare eventuali difficoltà nella deglutizione, che si manifestano quando il cibo o le bevande vanno spesso “di traverso”. Per suggerimenti personalizzati è possibile rivolgersi a: • Centro Gestione Ausili dell'AUSL di Imola • Associazione Alzheimer Imola • Assistente Sociale responsabile del caso, presso ASP vedi sezione “A chi rivolgersi” pag. XX. 12. Di quali contributi / agevolazioni è possibile usufruire? ASSEGNO DI CURA: contributo economico rivolto a persone non autosufficienti che necessitano di assistenza. E’ un contributo mensile che viene erogato alle famiglie che mantengono le persone al proprio domicilio, per ritardare il più possibile l’inserimento in strutture protette. Viene erogato in base al parametro ISEE di reddito (vedi più avanti) e alla gravità delle condizioni dell’utente. La valutazione delle condizioni dell’utente viene effettuata dall’UVG (Unità Valutativa Geriatrica, composta da un Geriatra, un’infermiera ed un’assistente sociale), che compila delle schede che descrivono le condizioni dell’anziano e della famiglia che lo assiste. L’ammontare 12 LA CURA DELLA PERSONA E I SERVIZI DISPONIBILI dell’assegno di cura varia in relazione alla gravità dell’utente e alle sue necessità assistenziali. Se viene conferito l’assegno di accompagnamento (vedi sotto), l’assegno di cura viene dimezzato. Nel momento in cui l’utente dovesse essere inserito in una struttura residenziale, l’assegno di cura viene revocato. Se il ricovero è programmato e temporaneo, allora l’assegno di cura viene sospeso per quel determinato periodo, poi si riprende l’erogazione. Se l’anziano viene ricoverato in un Ospedale di una AUSL della Regione, l’assegno di cura viene sospeso dopo l’ottavo giorno di ricovero. Per informazioni su questo tipo di prestazione occorre rivolgersi agli sportelli sociali dell’ASP (Azienda Servizi alla Persona) Circondario Imolese (vedi sezione “A chi rivolgersi”, pag. XX). Una persona a cui è stata riconosciuta un’invalidità del 100% può ottenere: 1. esenzione dal ticket; 2. fornitura di ausili; 3. diminuzione del reddito equivalente valutato tramite l’ISEE; 4. agevolazioni fiscali. Un elenco di tutte le agevolazioni fiscali per le persone invalide è disponibile presso l’Agenzia delle Entrate. ASSEGNO DI ACCOMPAGNAMENTO: viene erogato in seguito a riconoscimento dell’invalidità al 100%, se sono presenti alcune aggravanti (la persona è impossibilitata a camminare senza un accompagnatore e non può adempiere agli atti della vita quotidiana). PERMESSI LAVORATIVI SPECIALI Legge 104 art. 3 comma 3: se viene riconosciuta la gravità della situazione del malato, il familiare che lavora ha diritto ad ulteriori permessi lavorativi speciali. 13. Come si chiede il riconoscimento dell’invalidità civile? Le domande per il riconoscimento dello stato di invalidità civile non vanno presentate in forma cartacea, bensì sono inoltrate all’INPS esclusivamente per via telematica (internet). 1. Il Medico di Base compila un certificato nel quale vengono indicate le patologie invalidanti della persona e lo trasmette per via telematica all’INPS. Il cittadino ritira dal Medico la ricevuta della trasmissione. Se il richiedente non può essere trasportato fuori casa, nemmeno da vetture sanitarie, il Medico di Base lo deve segnalare sul certificato. 2. La domanda può essere presentata tramite i Patronati, le Associazioni di categoria o gli altri soggetti abilitati, entro il termine massimo di trenta giorni dalla data in cui è stato redatto il certificato del Medico di Base. La domanda può anche essere compilata direttamente dal cittadino, in possesso del PIN, collegandosi sul sito internet dell’INPS www.inps.it e abbinando il numero di certificato indicato sulla ricevuta di trasmissione rilasciata dal Medico, nonché altre valutazioni mediche ospedaliere rilevanti ai fini della comprensione del caso. 3. La domanda e la documentazione allegata sono trasmessi all’INPS telematicamente. L’avvenuta ricezione della domanda è attestata da una ricevuta che viene rilasciata. L’Inps trasmette telematicamente la domanda alla ASL. 4. La data di convocazione per la visita di accertamento viene stabilita in base alla data di presentazione della domanda; alcune condizioni (pazienti oncologici e minorenni) hanno la priorità. 5. La valutazione viene eseguita, previa convocazione del richiedente, da una commissione composta da Medici AUSL e INPS. 6. Se la domanda viene respinta o accolta in maniera parziale, si può fare ricorso entro 180 13 FRECCIA BLU - parte seconda giorni. Questa procedura comporta procedimenti legali molto lunghi. Nel caso le condizioni del richiedente dovessero peggiorare, c’è la possibilità di richiedere un’ulteriore valutazione. La nuova domanda dovrà contenere la relativa documentazione che attesta l'aggravamento. 14. Quali ausili (pannoloni, deambulatore, carrozzina, letto, sponde, ecc.) posso richiedere e dove? Gli ausili possono essere concessi a persone riconosciute invalide. Gli ausili vengono concessi solitamente anche a persone che hanno avviato la procedura di riconoscimento dell’invalidità, anche se non è ancora completata. Devono essere prescritti da uno Specialista (Geriatra o Fisiatra). Gli ausili sono forniti dall’AUSL e vanno richiesti all'Ufficio Protesica ex SAUB (chiedere alla Portineria dell’Ospedale Vecchio di Imola), consegnando l'attestazione di invalidità e la prescrizione del Medico. Esistono delle incompatibilità, per cui chi ha un determinato ausilio non può riceverne altri che siano incompatibili con quello (es. chi utilizza il catetere non può ricevere i pannoloni). 15. Come faccio passare la giornata ad una persona con demenza? Che sostegno posso avere in caso di mia difficoltà a seguirlo con continuità? E’ utile rivolgersi all’Azienda Servizi alla Persona (ASP) del Circondario Imolese. L’ASP Circondario Imolese ha le seguenti finalità: organizzazione ed erogazione di interventi, prestazioni, servizi sociali e socio-sanitari rivolti alle famiglie ed alle persone, minori, adulte, anziane, disabili, immigrate, compresi i relativi servizi accessori e funzionali. La procedura di accesso ai servizi prevede che l’utente, o un suo familiare, si rivolga a uno degli Sportelli Sociali dell’ASP (vedi p.), per ottenere le informazioni di base. In seguito verrà fissato un colloquio con l’Assistente Sociale responsabile del caso, che concorderà col cittadino il tipo di servizio più indicato e provvederà alla sua attivazione. La contribuzione dell’utente al costo dei servizi è stabilita in base all’ISEE (vedi p.) Se l’utente non è residente in uno dei Comuni del Circondario, può accedere ai servizi territoriali (SAD) e semi-residenziali (Centri Diurni), ma al costo intero del servizio. L'ASP Circondario Imolese eroga i seguenti Servizi territoriali e semi-residenziali per la popolazione anziana e non autosufficiente: 1. SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE (SAD): personale dedicato all’assistenza che si reca a casa dell’utente ed effettua le prestazioni di cui ha necessità (es. igiene personale, fornitura pasti, accompagnamento a visite, mobilizzazione, ecc.). 2. TELESOCCORSO: apparecchiatura che deve essere collegata alla rete elettrica e telefonica. Attraverso un telecomando l’anziano può inviare un allarme e essere raggiunto da una chiamata telefonica o da un controllo tramite telecamere. E' possibile predisporre una chiamata di avviso ai famigliari e se necessario al Pronto Soccorso. 3. CENTRO DIURNO: è un servizio semi-residenziale che viene frequentato dall’utente nelle ore del giorno. I Centri Diurni sono di norma accessibili dal lunedì al sabato e, per chi aderisce al progetto “Domenica del Sollievo”, anche alcune domeniche. E’ possibile frequentare il Centro Diurno anche solo per alcuni momenti nella settimana, a seconda delle esigenze dell’utente e delle disponibilità del Centro. 14 LA CURA DELLA PERSONA E I SERVIZI DISPONIBILI 16. Non è più possibile accudire la persona malata a casa, che faccio? Sul territorio sono presenti varie tipologie di Servizi Residenziali, alcuni gestiti direttamente dall'ASP Circondario Imolese, altri in convenzione, altri completamente privati. L'accesso alle Strutture Private è diretto e concordato coi gestori delle stesse. La retta è definita coi gestori e completamente a carico dell'utente. Invece, l'accesso alle Strutture gestite dall'ASP Circondario Imolese direttamente o tramite convenzione, è subordinato alla presentazione di una richiesta, che può pervenire dal Medico di Base, dall’Ospedale, da un familiare o dall’utente stesso. Si procede alla valutazione tramite UVG (Unità di Valutazione Geriatrica), che determina un punteggio. La graduatoria di accesso è dunque stabilita in base alla gravità delle condizioni dell’utente, non al periodo di presentazione della domanda. Se al momento della chiamata per l’ingresso in struttura si rinuncia, si esce dalla graduatoria e, nel caso in cui si ripresenti il bisogno, occorre ricominciare la procedura dall’inizio. Se l’utente non è residente in uno dei Comuni del Circondario Imolese, non può accedere ai servizi residenziali pubblici o convenzionati (Case Protette, RSA). I servizi residenziali vengono distinti in base ai diversi livelli di bisogno assistenziale che presentano gli ospiti: 1. CASA DI RIPOSO: struttura adatta ad accogliere utenti con un livello di gravità lieve. 2. CASA PROTETTA: struttura adatta ad accogliere persone con un livello di gravità medio alto. 3. RSA (Residenza Sanitaria Assistita): accoglie utenti con elevate esigenze sanitarie, per cui ha una lista d’accesso specifica. Esistono inoltre i Ricoveri di Sollievo, ossia la possibilità di degenza temporanea e programmata presso una struttura residenziale. E' un servizio pensato per i familiari che assistono una persona non autosufficiente, per consentire loro un periodo di riposo dall'impegno assistenziale. Per accedere a questo servizio occorre rivolgersi all'assistente sociale. 17. Cos’è l’ISEE, a cosa serve e dove si fa? L’ISEE è una misura del reddito della persona, ottenuto attraverso un calcolo basato sui redditi dei componenti dello stato di famiglia. Si può ottenere gratuitamente presso qualsiasi Patronato, che indicherà anche la lista dei documenti necessari. Viene richiesto per stabilire la contribuzione dell’utente alla spesa per i servizi ASP di cui intende usufruire. 18. Quali parametri vengono considerati per stabilire il costo dei servizi ASP? Il costo dei servizi ASP dipende dall’ISEE dell’utente e dal tipo di prestazione fornita. 19. Come provvedo a certe esigenze particolari, anche di tipo sanitario? A livello pubblico è stata istituita l’ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA: è un servizio svolto grazie all’integrazione delle figure del Medico di Base, del Medico Specialista, dell'Infermiere, dell'Assistente Sociale e dell'Assistente di Base. Viene erogato secondo un “piano di cura” stilato in relazione alle esigenze di ogni paziente. Il Medico di Base rappresenta la porta d’accesso ai servizi sanitari e accompagna la famiglia nei percorsi sanitari (ad esempio per l’accesso al Centro Demenze – vedi pag. - , per il certificato 15 FRECCIA BLU - parte seconda da presentare alla Commissione Invalidi – vedi pag. - , ecc.). Fanno parte dell’assistenza domiciliare integrata: • L’assistenza domiciliare di base (vedi pag.). • L’assistenza infermieristica domiciliare: si può attivare per prestazioni sanitarie infermieristiche come prelievi, medicazioni, fleboclisi, ecc., nei casi in cui il paziente non possa essere trasportato. La richiesta di assistenza infermieristica domiciliare viene inoltrata dal Medico di Base. 20. Come mi procuro la badante? Il rapporto tra famiglia ed assistente familiare è di natura privata: ciascuna famiglia sceglie in maniera autonoma la persona che più risponde alle proprie esigenze. Tuttavia è possibile richiedere una lista di nominativi di persone disponibili a svolgere il lavoro di assistente familiare presso: • SPORTELLI IMMIGRATI che si trovano nelle sedi ASP di Imola, Castel S. Pietro e Medicina. Gli Sportelli Immigrati hanno il compito di raccogliere i bisogni dei cittadini stranieri e di fornire loro supporto nell’apprendimento della lingua italiana, nel disbrigo di pratiche, nell’orientamento lavorativo. Allo Sportello si possono rivolgere anche cittadini italiani. Gli operatori provvederanno all'analisi della richiesta delle famiglie in cerca di assistenti familiari e collaboreranno alla segnalazione di persone con esperienza; • Consorzio SolcoImola. Per maggiori informazioni sui recapiti degli Enti sopraelencati è possibile consultare la sezione “A chi rivolgersi”, p. XX. 21. Come si mette in regola? La relazione tra assistito e assistente familiare è a tutti gli effetti un rapporto di lavoro, in cui l’uno è il datore di lavoro e l’altro il prestatore d’opera. E’ dunque molto importante che tale rapporto sia formalizzato da regolare contratto, in cui siano esplicitate le richieste e le regole del datore di lavoro, nonché i diritti del lavoratore. Per poter stipulare il contratto di lavoro, il lavoratore extracomunitario deve essere in possesso di permesso di soggiorno, mentre il lavoratore comunitario deve avere la carta d’identità e la residenza. Per qualsiasi informazione sul Permesso di soggiorno, regolarizzazioni e rinnovi si può fare riferimento allo Sportello Immigrati presso l'ASP Circondario Imolese (vedi sezione “A chi rivolgersi”, p. XX). Attualmente il contratto che disciplina il rapporto di lavoro tra assistito ed assistente familiare è il “Contratto Nazionale di lavoro domestico”. Tale contratto indica la tariffa oraria, il numero massimo di ore lavorabili e gli altri obblighi che datore di lavoro e lavoratore devono rispettare. E’ possibile recedere dal contratto, sia da parte del datore di lavoro che del lavoratore, previo debito preavviso. Per assistenza nella stesura del contratto è possibile rivolgersi ai Patronati e Associazioni di Categoria. 21. Se non ho la possibilità di trasportare personalmente in auto una persona malata, a chi posso rivolgermi? Esistono varie Associazioni di Volontariato che offrono servizio di trasporto. Per informazioni sulle caratteristiche del servizio e sull'eventuale partecipazione alle spese, è opportuno rivolgersi alle singole Associazioni. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere agli Sportelli Sociali dell'ASP (vedi sezione “A chi rivolgersi”, pag. XX). 16 17 FRECCIA BLU - parte terza 1. Come posso aiutare una persona con demenza a tenere attiva la mente? Occorre precisare che non ci sono rimedi in grado di riportare la memoria o le altre capacità cognitive al livello precedente. Esistono però varie attività che possono contribuire a tenere attiva la mente. Molto spesso vengono indicate le parole crociate e la lettura. Queste sono ottime, ma solo se la persona era già abituata a svolgerle! Infatti è molto raro che qualcuno che non ha mai avuto l’hobby della lettura o delle parole crociate cominci proprio in seguito a diagnosi di deterioramento cognitivo. Occorre ricordare inoltre che l’importante è che il compito proposto sia eseguito correttamente, perché, indipendentemente dal risultato, la persona ha attivato un processo mentale ed è questo lo scopo della stimolazione. Alcuni principi generali per scegliere le attività da proporre al nostro familiare malato sono: • Puntare su compiti che sono alla sua portata. Metterlo di fronte a situazioni per lui troppo complesse non aiuta a migliorare le sue prestazioni, anzi, può suscitare demotivazione, frustrazione, tristezza, rabbia; • Cercare di far leva su ciò che interessa alla persona; • Le attività proposte devono essere piacevoli, non stressanti; • Non essere insistenti, non proporre queste attività come compiti obbligatori, non ricreare un clima da “interrogazione”, da scuola; • Non commentare negativamente gli errori, valorizzare i risultati positivi; • Occorre alternare momenti di stimolazione ad altri di riposo. Indicativamente, possiamo impegnare la persona per massimo 30 minuti. Esempi di possibili attività: - Commentare articoli del giornale se la persona era abituata a leggerlo, non centrando la conversazione sul ricordo dei fatti, ma chiedendo di esprimere un’opinione; - Commentare vecchie fotografie; - Raccontare eventi del passato; - Svolgere attività domestiche (asciugare posate, piegare indumenti, cucinare insieme, ecc.); - Ascoltare e/o cantare vecchie canzoni; - Ballare; - Recitare proverbi e filastrocche conosciuti; - Giocare a carte; - Ecc. Guardare la televisione può diventare difficile; infatti il ritmo dei programmi è molto elevato e spesso diventa complesso per il malato riuscire a seguire. Capita spesso infatti che le persone con deterioramento cognitivo perdano interesse per la televisione oppure mal interpretino i contenuti delle trasmissioni. Se invece la persona prova ancora interesse, può essere utile commentare insieme i programmi visti. 23. Come posso aiutare una persona con demenza nelle attività quotidiane? La demenza comporta una progressiva perdita della capacità di svolgere autonomamente le azioni quotidiane, come vestirsi, lavarsi, fare le pulizie, cucinare, ecc. Il familiare quindi si trova 18 LA RELAZIONE CON LA PERSONA MALATA DI ALZHEIMER a dover collaborare in maniera più o meno rilevante all'esecuzione di queste attività. A seconda del grado di inabilità, il ruolo del familiare può essere: a) supervisore: la persona malata viene tenuta d'occhio mentre svolge le attività quotidiane e il familiare interviene solo nei momenti di difficoltà; b) assistente: la persona malata non è più in grado di svolgere le attività in autonomia, ma può farlo se qualcuno lo aiuta; c) protesi: la persona non è più in grado di svolgere le attività ed il familiare deve provvedere al suo posto. E' importante scegliere la modalità di contributo adeguata alle capacità del proprio caro. A questo proposito, quindi, gli atteggiamenti più utili sono: • permettere alla persona di svolgere le attività che è ancora in grado di fare; • rispettare i suoi tempi e i suoi ritmi; • tollerare qualche piccolo errore, se non è pericoloso. • Nel caso in cui sia necessaria assistenza, un modo per facilitare il malato è suddividere le azioni complesse in sequenze semplici da svolgere insieme. Ad esempio, se il malato non è più in grado di vestirsi da solo, si possono usare alcuni accorgimenti, come sistemare gli indumenti nell'ordine in cui li deve indossare, semplificare la scelta dell'abito tra due sole alternative, lasciare nell'armadio solo gli abiti adeguati alla stagione, suggerire a parole la sequenza giusta con cui indossare i vestiti, ecc. 24. Una persona con demenza si accorge di essere malata? La consapevolezza di malattia varia da persona a persona e non è stabile nel tempo. In ogni caso è importante aiutare la persona a conservare la propria dignità: occorre tenere a mente che la persona malata è ancora un individuo che sperimenta emozioni e sentimenti. Pertanto, ciò che viene detto può avere per lui un effetto disturbante. Occorre quindi evitare discussioni circa le sue condizioni in sua presenza, se non stimolate da lui. 25. Cosa devo fare se la persona si accorge di essere malata? Può capitare che persone colpite da demenza siano consapevoli delle proprie difficoltà di memoria e della perdita progressiva delle proprie autonomie. Il carico emotivo che ne deriva rende difficile gestire da soli la situazione. E’ quindi indispensabile chiedere aiuto a persone esperte per mettere in pratica quanto di seguito consigliato. Spesso non è producente negare tali difficoltà (“Non è vero che non ti ricordi”, “Anch’io mi dimentico le cose”), perché il malato potrebbe pensare che non lo si voglia ascoltare o che gli altri non lo capiscono. Risulta più utile dimostrare il nostro interesse e cercare di capire cosa pensa, immagina, quali sono le sue paure. Si può quindi chiedere a lui che spiegazione dà per i suoi problemi di memoria e capire se pensa di avere l’Alzheimer, oppure semplicemente di stare invecchiando, o ancora se riconduce i suoi disturbi ai dispiaceri che ha passato nella vita, ecc. Le nostre spiegazioni dovranno tener conto delle sue capacità di comprensione, dovranno contenere elementi di realtà ma non termini traumatizzanti. Infine, dobbiamo includere elementi di speranza: anche se il deterioramento cognitivo non è guaribile. 19 FRECCIA BLU - parte terza • è curabile, ossia ci sono farmaci che possono contribuire a rallentare la progressione della malattia; • i familiari staranno accanto; • ci sono ancora attività che è possibile svolgere; • ci sarà il tempo necessario per organizzare la propria vita. 26. Cosa devo fare se la persona non si rende conto di essere malata? La Malattia di Alzheimer e le altre demenze, come detto in precedenza, comportano una degenerazione delle cellule del cervello. Può capitare che persone con danni cerebrali non siano consapevoli delle loro difficoltà neurologiche, proprio perché i centri nervosi responsabili della consapevolezza sono stati colpiti. Per questa ragione i malati, nonostante manifestino condotte chiaramente errate, continueranno a sostenere di essersi comportati bene e negheranno anche di fronte all’evidenza. Per queste persone rendersi conto della propria malattia è impossibile; esse sono portate a produrre un “comportamento di facciata”, ossia a cercare di mascherare, nascondere, minimizzare i propri errori. In questi casi è molto raro che accettino le osservazioni e le correzioni di chi gli sta accanto, anzi, spesso tendono a reagire con eccessiva tristezza, rabbia, aggressività. Tutti i tentativi di ricondurre il malato alla consapevolezza sono destinati a fallire. Per questi motivi risulta più utile cercare di non evidenziare gli errori compiuti dal malato. E’ preferibile proporre alla persona compiti che è ancora in grado di svolgere, in modo da limitare le occasioni di errore. 27. Come mi devo comportare quando una persona malata non ricorda le cose? Spesso i familiari hanno la sensazione che le persone con demenza “facciano apposta”, fingano, non si impegnino abbastanza per ricordare. In realtà i loro disturbi neurologici non gli consentono di imparare nuove informazioni. Ciò comporta richieste ripetitive, falsi ricordi, dimenticanze. Alcune strategie per relazionarsi con la persona affetta da disturbi di memoria sono: • Richieste ripetitive. Spesso le persone con difficoltà di memoria sono portate a formulare molte volte la stessa domanda, oppure a ripetere gli stessi discorsi. Non produce nessun effetto farlo notare con frasi del tipo “Lo hai già chiesto/detto”. E’ più utile rispondere alla domanda o al discorso ed in seguito tentare di orientare la conversazione su un altro argomento, oppure proporre una attività che possa impegnare positivamente la mente del nostro familiare (vedi domanda 22 pag XX). E’ importante anche capire se le richieste ripetitive sono legate ad uno stato d’animo particolare, come ad esempio preoccupazione. Capita spesso, ad esempio, che le persone che devono affrontare una visita medica, o che devono rispettare una scadenza, chiedano ripetutamente il giorno della visita o della scadenza. Molti familiari riferiscono che hanno limitato l’insorgenza dell’ansia comunicando con poco preavviso la data della visita o della scadenza. • Dimenticanze. E’ molto frequente che le persone con demenza non ricordino mansioni da svolgere nel futuro, appuntamenti, fatti appena accaduti; a volte possono dimenticare anche informazioni quotidiane, come la posizione degli oggetti nella propria casa, ecc. A questo 20 LA RELAZIONE CON LA PERSONA MALATA DI ALZHEIMER proposito, si può tentare di aiutare la memoria tramite appunti, calendari, agende, si può scrivere sui cassetti il loro contenuto, in modo che la persona sia facilitata nel cercare e riporre gli oggetti, è possibile scrivere la sequenza delle azioni o delle ricette in modo che sia più facile eseguirle correttamente, ecc. • Falsi ricordi. Può capitare che la persona sia convinta che sia accaduto qualcosa che in realtà non è successo. A questo proposito, risulta spesso difficile convincerla di ciò che è accaduto in realtà, anche se abbiamo delle prove chiare. E’ quindi inutile insistere, è più producente, per quanto possibile, non contraddire la persona e orientare la conversazione su altri argomenti. 28. La persona malata ha cambiato il suo carattere, come mi devo comportare? Come detto in precedenza (vedi domanda 3, pag XX), la demenza comporta modificazioni nelle capacità cognitive, alle quali spesso si associano cambiamenti del carattere. Dal punto di vista farmacologico consigliamo di rivolgersi al Centro Esperto per le Demenze. I Medici, in seguito a valutazione della sintomatologia, cercheranno di adottare le misure terapeutiche più opportune. Nelle pagine seguenti invece ci concentreremo sugli aspetti relazionali, cercheremo di descrivere brevemente i disturbi del comportamento più frequenti nelle persone con demenza e di dare alcune indicazioni per farvi fronte. 21 22 DEPRESSIONE E APATIA IRRITABILITA’ E AGGRESSIVITA’ DELIRI E ALLUCINAZIONI NOME • • • • La depressione consiste in un abbassamento del tono dell’umore, accompagnato da un rallentamento più o meno marcato del pensiero e dei movimenti. La persona appare triste, giù di corda, disinteressata a ciò che la circonda, indifferente. Spesso la depressione si manifesta quando il malato si rende conto di non riuscire più a mantenere il controllo della propria vita. • • • • • • Perde le staffe per piccole cose; • Presenta scatti di ira; • Si arrabbia con chi cerca di • Resiste ad attività come cure igieniche e cambio dei vestiti; • Grida e/o bestemmia; • Tenta di colpire gli altri. La persona si arrabbia facilmente e/o non collabora, non si lascia aiutare dagli altri. L’aggressività è una reazione ad alcune emozioni/sensazioni che la persona non sa esprimere in altro modo, come la frustrazione, la paura o il malessere fisico. Piange spesso; Riferisce dolori vaghi e diffusi; Dice che non capisce più niente; Dice che non è più capace di fare niente; Si isola; Non parla più spontaneamente; Non chiede notizie delle persone care; Non riesce a gioire di eventi positivi; Manifesta disturbi del sonno e riduzione dell'appetito. È convinto • che qualcuno voglia derubarlo; • che i propri cari vogliano abbandonarlo; • che qualcuno voglia fargli del male; • che i personaggi della televisione stiano interagendo con lui; • che il coniuge lo tradisca; • che le persone non siano chi dicono di essere; • che ci siano oggetti o suoni che in realtà non ci sono. COME SI MANIFESTA I deliri sono giudizi errati sulla realtà, immodificabili di fronte all’evidenza dei fatti, resistenti ad ogni tentativo di convincimento. Le allucinazioni sono percezioni di oggetti o suoni inesistenti. Possono anche essere provocate da percezioni alterate di oggetti esistenti, a causa di superfici riflettenti o mal illuminate. Sia deliri che allucinazioni nascono dalla difficoltà del malato di distinguere il mondo esterno da quello interiore: è quest’ultimo a sembrare reale. DEFINIZIONE E POSSIBILI CAUSA Innanzitutto lasciar sfogare i sentimenti depressivi, cercando di mettersi nei suoi panni e di dimostrare comprensione. Solo in un secondo momento è possibile orientare la conversazione su un altro argomento. • Avvicinarsi alla persona di fronte, mai di spalle; • Parlare con tono di voce pacato e cercare di essere rassicurante nei gesti; • Ascoltare la persona per individuare la causa della reazione aggressiva; • Spiegare le azioni che si stanno compiendo • Di fronte all’aggressività fisica cercare di proteggersi, di allontanarsi, far capire che si vuole aiutare, deviare l’attenzione su altro. • Ascoltarlo cercando di metterci nei suoi panni. Infatti, per lui quelle credenze o percezioni sono reali! • Verbalizzare le emozioni (Paura? Tristezza? Insicurezza? Rabbia?); • Fargli sentire che siamo vicini, anche col contatto fisico; • Spostare gradualmente l’attenzione su altre attività. COSA FARE E’ bene evitare di • Non riconoscere l'importanza delle emozioni che la persona sta provando; • sbuffare, spazientirsi, sgridare; • ottolineare le sue carenze e i suoi problemi. • Di fronte ad un rifiuto non insistere ma riproporsi in un altro momento; • Di fronte ad un insulto cercare di evitare commenti come “perché lo fai?”, non rispondere sullo stesso tono perchè ciò provoca un aumento dell’aggressività • Non cercare di modificare la sua convinzione; • Non assecondare il delirio confermando ciò che sta dicendo. COSA EVITARE 23 MOVIMENTI RIPETITIVI ANSIA NOME • Ripete che vuole andare a casa, anche se è già a casa; • Chiama la mamma; • Cerca continuamente la compagnia; ·•Si rifiuta di fare le cose dicendo che sono sciocchezze, che ha mal di testa, che non ne ha voglia; • Si agita. • continua a camminare in maniera incessante, senza meta, sembra incapace di stare seduto; • continua a ripetere le stesse azioni; • sposta in continuazione gli oggetti, attorciglia i lacci, manipola i bottoni, apre cassetti e armadi e tira fuori tutto; • prende oggetti e li accumula; • ecc. Sono movimenti prodotti senza un preciso scopo, tipici delle fasi moderate e severe della malattia. Sono messi in atto come tentativi di canalizzare l’ansia attraverso il movimento. Oppure possono esprimere il bisogno di sentirsi utile, oppure ancora di conservare, di accumulare, a dispetto della demenza che porta via, ruba. COME SI MANIFESTA La persona è allarmata, tesa, impaurita, preoccupata senza reali motivi. Può manifestare anche sintomi somatici come palpitazioni, fatica a respirare, mal di pancia, frequente bisogno di urinare, mal di testa, ecc. La confusione mentale e il disorientamento propri della demenza generano una sensazione di insicurezza. Per questo il malato può avere paura di affrontare situazioni nuove oppure di stare da solo, ecc. DEFINIZIONE E POSSIBILI CAUSA • lasciare libera la persona di camminare; • ogni tanto invitarlo a sedersi vicino a noi perché possa riposarsi; • coinvolgerlo in attività per lui interessanti; • togliere ostacoli come tappeti, punte sporgenti o altro che possa intralciare la deambulazione e provocare cadute; • offrire spesso o lasciare a disposizione bevande e alimenti, per compensare il consumo calorico e la disidratazione dovuti al continuo movimento; • verificare le condizioni di gambe e piedi; • utilizzare scarpe adeguate e non ciabatte; • offrire materiali con cui affaccendarsi (pezzi di stoffa, ecc.) • permettere che la persona accumuli oggetti (si potranno rimettere a posto in un secondo momento) • Cercare di rassicurarlo e accoglierlo; • Cercare di dirigere l’attenzione su altro con semplici attività (es. spolverare, piegare panni, ecc); • Gratificarlo per il suo aiuto/risultato; • Proporre solo attività che è in grado di svolgere; • Scomporre le azioni complesse in fasi semplici; • Minimizzare gli errori; • Enfatizzare i risultati positivi. COSA FARE • non contenerlo né criticarlo per il suo comportamento. • Non cercare di farlo ragionare, la logica non serve quando si è in preda all’ansia! • Non rimproverarlo; • Non costringerlo a eseguire dei compiti che non si sente di fare. COSA EVITARE 24 Cambiamenti delle abitudini alimentari, diminuzione o aumento dell’appetito, diminuzione o aumento del peso. Ipersonnia: significativo aumento della durata del sonno notturno e presenza di episodi di sonnolenza diurna. Insonnia: riduzione della quantità totale di sonno. DEFINIZIONE E POSSIBILI CAUSA • Occupare la giornata con attività; • Evitare attività intense nel tardo pomeriggio o in serata; • Cercare di ritardare la messa a letto, in modo da evitare il risveglio precoce; • Favorire l’instaurarsi di orari abitudinari per la messa a letto e per l’alzata. • Osservare i gusti e proporre nuovi cibi, valutare il gradimento; • Adeguare per quanto possibile il sapore dei cibi ai nuovi gusti; • Se la persona è vorace, dividere la portata in piccole porzioni da servire un po’ alla volta; • Anche se la persona dice di non aver fame, lasciare a disposizione gli alimenti in modo che possa servirsi. • Evita/richiede cibi che in precedenza apprezzava/evitava; • Apprezza solo gli alimenti dolci o solo quelli salati; • Mangia velocemente tutto ciò che gli capita davanti; • Dimentica di aver già mangiato; • Dice di non aver mai fame. COSA FARE • Ha difficoltà ad addormentarsi; • si sveglia precocemente; • si sveglia più volte nella notte e vaga per casa; • La mattina si alza più tardi del solito; • Si appisola durante il giorno. COME SI MANIFESTA COSA EVITARE Spesso i disturbi del comportamento si manifestano o si acutizzano nel pomeriggio, dando origine alla cosiddetta “Sindrome del tramonto”. Può essere legata al calare della luce, che favorisce i disturbi della percezione che possono determinare disorientamento e paura, oppure a calo glicemico, oppure ancora a stanchezza ed esaurimento delle energie. A tale proposito risulta utile: • mantenere una adeguata illuminazione, né debole né eccessiva; • fornire uno spuntino pomeridiano, una merenda, specie se a base di frutta e liquidi; • intervallare i momenti di attività ad altri di riposo. DISTURBI DELL’APPETITO E DELL’ALIMENTAZIONE DISTURBI DEL SONNO NOME 25 FRECCIA BLU - parte quarta In questa sezione cercheremo di affrontare le problematiche dei familiari che si prendono cura di una persona con demenza: mogli, mariti, fratelli, figli e nipoti che, vedendo cambiare un loro caro, si trovano a vivere delle nuove situazioni ed emozioni. Questa malattia dunque ha certamente cambiato anche la loro vita e quella di tutta la famiglia. 29. La trasformazione dei ruoli. La persona che prima era un punto di riferimento per la famiglia ora deve essere assistita proprio da coloro che prima contavano su di lei. Questo cambiamento spesso comporta una rottura degli equilibri raggiunti tra i membri della famiglia e mette in circolo emozioni di disagio, paura, smarrimento, tristezza, rabbia, ed altre ancora, che sia la persona malata sia i suoi familiari provano. Le situazioni di crisi, di cambiamento, di disequilibrio, mettono a dura prova gli individui. Purtroppo, le persone con demenza non dispongono più delle capacità necessarie ad adattarsi al cambiamento. Per questo motivo saranno i familiari a ricercare un nuovo equilibrio e ad adattarsi alla nuova situazione. Fortunatamente, le persone hanno dentro di sé le risorse per affrontare anche le situazioni più difficili, soprattutto se possono contare sull’aiuto di chi conosce questi problemi, come per esempio l’Associazione Alzheimer Imola. 30. Le emozioni di chi si prende cura. Tristezza: quando pensa ai cambiamenti che la demenza provoca, il familiare può provare tristezza nel paragonare come la persona era e com’è ora. E’ naturale vivere momenti di malinconia ed amarezza, ma è anche importante non abbandonarsi troppo allo sconforto: oggi più che mai il nostro ruolo è fondamentale. Ansia: l’incertezza del futuro, il pensiero di cosa comporterà la malattia e la paura di non essere in grado di affrontarla possono determinare uno stato di allerta, di preoccupazione, di tensione. Per non farsi sopraffare dalla tristezza e dall’ansia, può essere utile: • cercare di mantenere la concentrazione sul qui ed ora, senza ripensare troppo al passato né proiettarsi eccessivamente nel futuro • affrontare un problema alla volta, stabilendo delle priorità • darsi tempo per adattarsi alla situazione che sta cambiando Rabbia: molti familiari di persone con demenza riferiscono di essere in collera per la situazione che devono affrontare, per i cambiamenti avvenuti nella loro vita e nella persona che si è ammalata, perché si sentono abbandonati da parenti e amici, per il perso dell’assistenza che è necessario prestare, per l’aiuto dei servizi pubblici che sembra scarso, ecc. Può quindi accadere che un’emozione legata alla malattia venga generalizzata a tanti aspetti della propria vita; si finisce così per essere scontrosi con tutti. La rabbia va accettata come parte di noi: si possono trovare momenti e luoghi appropriati per esprimerla, senza compromettere le relazioni con le persone. Ad esempio, si può chiedere l’aiuto di uno psicologo professionista o parlarne con altri familiari che vivono la stessa esperienza. 26 LA FATICA DELL’ASSISTENZA Imbarazzo: non sempre il comportamento delle persone con demenza è adeguato alla situazione, per cui è possibile che il familiare che se ne occupa sia imbarazzato in situazioni pubbliche. La tentazione, dunque, potrebbe essere quella di ridurre la vita sociale, ad esempio evitando di uscire o di invitare gli amici a casa. Tuttavia, più una famiglia si isola e più le sarà difficile affrontare la malattia. Per questo motivo può essere utile chiarire a parenti ed amici che i comportamenti bizzarri sono legati ad una malattia e che accettarli significa affrontare meglio la situazione. Spesso anche gli amici e i parenti possono provare imbarazzo e tristezza nel relazionarsi con una persona che è cambiata o nel chiedere informazioni su di lei. Possiamo aiutarli a rimanerci vicini mantenendo un dialogo aperto e sincero, facendo capire che la loro presenza è di grande importanza sia per noi che per la persona malata e fornendo loro le conoscenze necessarie a sapersi rapportare col malato. Senso di colpa: spesso i familiari di persone con demenza riferiscono di sentirsi in colpa in molte situazioni: per le discussioni avute in passato, per i sentimenti di imbarazzo, per aver perso la pazienza, per averlo ricoverato in casa di riposo, ecc. Ricordiamoci che nessuno è perfetto! Capita a tutti di avere delle discussioni e di perdere la pazienza, soprattutto quando si vivono situazioni fortemente stressanti. Inoltre, in molti casi la scelta di affidare ad altri (badante, casa protetta, centro diurno, ecc.) la cura del proprio caro diventa una soluzione non solo utile, ma anche inevitabile. Infatti, per quanto la famiglia sia capace e disponibile, è il decorso stesso della malattia ad imporre la necessità di supporti esterni. In generale, è utile condividere i sentimenti e le emozioni, con un professionista (medico, psicologo) o con altri familiari che vivono la stessa situazione. Certamente ciò non elimina i problemi legati alla malattia, ma contribuisce a rendere il familiare più forte nell’affrontarli e a rompere l’isolamento. 31. Le conseguenze del lavoro di cura. Farsi assorbire completamente dalla cura di una persona malata non fa bene: • A noi stessi, perché l’impegno fisico, emotivo e temporale richiesto rischia di farci sentire privi di energia per noi e per gli altri. La persona che assiste diviene maggiormente esposta a problemi di salute, a manifestare insonnia, irritabilità, mancanza di concentrazione e di memoria. • Alla persona malata, perché inevitabilmente gli si trasmette il nostro carico di stress; • Alle persone che ci stanno vicino. E’ noto infatti che il lavoro di cura può interferire con la relazione di coppia e aumenta le tensioni con parenti e amici. Tutti questi aspetti e segnali di stress non vanno assolutamente sottovalutati, anzi, vanno seriamente presi in considerazione e affrontati. Ecco alcuni consigli: • Condividere il lavoro di cura con altre persone; • Prendersi cura di sé stessi e della propria salute; • Non rinunciare alle fonti di gratificazione che possono derivare dal proprio lavoro e dal coltivare i propri interessi; 27 FRECCIA BLU - parte quarta • Riconoscere i propri meriti; • Coltivare le relazioni col coniuge, i parenti e gli amici ed evitare l’isolamento; • Chiedere aiuto, confrontarsi con un esperto e con persone che condividono il problema (gruppo di auto-mutuo-aiuto). 28 29 FRECCIA BLU - parte quarta 1. Una persona con demenza non sa più gestire il denaro e gli affari di famiglia, come fare? Purtroppo il deterioramento cognitivo può comportare, oltre ai disturbi elencati in precedenza (vedi pag. X), anche la perdita della capacità di gestire il denaro e gli affari di famiglia, di prendere decisioni adeguate rispetto alla stipula di contratti, ai pagamenti o alla cessione di beni, ecc. Per questo motivo potrebbero rendersi necessarie delle misure che tutelino la persona malata e la sua famiglia. Nel 1942 è stata approvata la legge che regolamenta l’interdizione e l’inabilitazione. L’INTERDIZIONE consiste in una sentenza del Tribunale che riconosce la totale incapacità di intendere e volere della persona. La persona interdetta perde quindi ogni diritto e possibilità di agire: qualsiasi atto che compie può essere annullato. Viene nominato un tutore, che dispone del patrimonio dell’interdetto e risponde di fronte alla legge di tutti gli aspetti economici e giuridici che lo riguardano. Al fine di ottenere tale sentenza si possono percorrere due strade diverse: 1) Ciascun componente della famiglia può rivolgersi ad un Avvocato civilista che segua tutta la procedura; 2) Inoltrare per posta tutta la documentazione medica del malato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna ove un Giudice penale valuterà se procedere automaticamente ad avviare la procedura di interdizione. Se si sceglie la prima (procedura privata) occorre sopportare i costi del legale ma il professionista garantisce una attività costante riducendo così al minimo i lunghi tempi della giustizia. Se si opta per la seconda (procedura pubblica), essa è completamente gratuita ma non assicura la certezza che la procedura sia intrapresa e sia fatta in tempi rapidi, non consentendo al familiare di poter intervenire in alcun modo, senza nessuna garanzia i relazione alla durata. L'esperienza ci dice che molte domande avanzate in questo modo giacciono ancora nella Cancelleria del Tribunale senza che siano state nemmeno visionate. Queste considerazioni si applicano anche al successivo argomento e cioè all'lnabilitazione. L’INABILITAZIONE consiste in una sentenza del Tribunale che riconosce la parziale incapacità di intendere e volere della persona e si utilizza ad esempio nei casi di alcolismo, tossicodipendenza, sperpero di denaro ingiustificato (ad esempio giocatore d'azzardo o consumatore abituale di prestazioni sessuali a pagamento). L’inabilitato. non perde ogni possibilità di agire, bensì gli vengono impedite quelle azioni di tipo economico e giuridico che possono danneggiare la persona e la propria famiglia. Viene nominato un curatore, che opera al posto dell’inabilitato rispetto alle azioni che a quest’ultimo sono precluse. Sia la condizione di interdetto che quella di inabilitato possono, in qualsiasi momento, essere revocate qualora vengano meno le condizioni che le avevano provocate, ma occorre un'ulteriore sentenza del Tribunale che annulli quella precedente. Questo secondo procedimento può essere richiesto dal tutore, dal curatore, da ogni familiare interessato, mentre rimane ancora il dubbio se lo possa intraprendere direttamente il soggetto interessato cioè il tutelato o l'inabilitato. Se il soggetto non è interdetto o inabilitato risponde personalmente delle proprie azioni. 30 ALCUNI RIFERIMENTI AGLI ASPETTI LEGALI Nel 1994 è stata approvata la legge che istituisce l’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO. Tale procedura non riguarda il Tribunale, bensì il Giudice Tutelare del luogo dove la persona abita. Non è necessario nominare un Avvocato, la domanda può essere compilata anche da chi non ha esperienza in materia rivolgendosi alla Cancelleria la quale è disponibile ad aiutare tutti coloro che lo necessitano. Il beneficiario mantiene tutta una serie di possibilità di azione, mentre per quelle attività in cui egli si dichiara in difficoltà o viene riconosciuto incapace, viene affiancato dall’amministratore di sostegno. Il beneficiario mantiene la possibilità di agire, per cui le sue azioni sono legalmente valide ed egli ne risponde personalmente. L’amministratore di sostegno ha l’obbligo di fornire al Giudice Tutelare il rendiconto degli atti che ha svolto. Con la nuova figura giuridica dell'amministratore di sostegno si tende soprattutto al miglioramento della qualità della vita e non alla semplice salvaguardia del patrimonio della persona in difficoltà; si tratta in sostanza di una forma di protezione della dignità del disabile, volta a venire incontro a chiunque si trovi in difficoltà nell'esercizio dei propri diritti. Esiste infine la possibilità che la persona, in possesso delle proprie facoltà, firmi una PROCURA presso un notaio, in cui delega un terzo a portare avanti tutti gli atti che lo riguardano in sua vece. 33. Un malato di Alzheimer ha la patente / licenza di caccia, come mi devo comportare? Ogni caso è un caso a sé. I familiari con l'aiuto del medico curante dovranno valutare se la malattia sia degenerata a tal punto da far venir meno i presupposti per guidare, detenere ed usare armi e tutte quelle attività che possono essere pericolose per il paziente o per gli altri. Nel caso si ritenga che la pericolosità vada oltre i limiti della comune prudenza sarà necessario far revocare sia la patente di guida che la licenza di caccia. 34. Una persona con demenza ha sottoscritto un contratto poi ritenuto superfluo o troppo esoso. Che fare? Qualora non si tratti di persona interdetta o inabilitata, essa deve adempiere il contratto. Unica possibilità per revocarlo è quella di rivolgersi a un avvocato civilista il quale intenti una causa nei confronti dell'altra parte contrattuale al fine di dimostrare l'incapacità della persona nel momento in cui ha firmato il contratto stesso. Ciò, essendo di non semplice prova, dovrà essere supportato dalla più ampia certificazione medica che attesti gli stati frequenti di altalenanza della capacità di intendere e di volere del familiare. 31 ASSOCIAZIONE ALZHEIMER IMOLA • c/o Ospedale Vecchio di Imola Tel., fax, segreteria telefonica: 0542 604253 • c/o Casa Alzheimer “Cassiano Tozzoli” via Venturini n° 16/a, tel. 0542 22020 • e-mail [email protected] AUSL di Imola • URP (Ufficio Relazioni col Pubblico): 0542 604121 • CENTRALINO: 0542 662111 ASP Circondario Imolese • Sportello Sociale Imola v.le D’Agostino n°2/a, tel. 0542 606711 • Sportello Sociale Castel S. Pietro via Oberdan n° 11, tel. 051 6954125 • Sportello Sociale Medicina v.le Saffi n° 73, tel. 051 6973900 Per aiuto nella scelta dell’assistente familiare Solco Imola via f.lli Cairoli n° 60, tel. 0542 30386 32 33