IDEE, SOGNI E PROGETTI PER L’INFORMAGIOVANI DEL FUTURO YOUNG NOTES: L’INFORMAGIOVANI IDEALE Porgiamo i nostri saluti al Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, agli Assessori e agli altri politici, al rettore Profumo che ci ospita, ai tecnici e operatori e a tutti voi presenti in sala. Noi siamo la rappresentanza dei giovani Young Notes, il gruppo che ha lavorato in questi mesi alla preparazione del manifesto che sottoporremo alla vostra attenzione fra pochi minuti. Qui in Piemonte abbiamo partecipato, in rappresentanza di tutto il territorio regionale, a due campus: in primavera ragazzi della Provincia di Torino si sono incontrati a Pracatinat (in Val Chisone) per tre giorni di lavori serrati e a fine estate ad Alessandria, ospiti dell’Informagio�vani locale, abbiamo radunato giovani da tutte le altre province piemontesi. Dal resto d’Italia ci hanno raggiunto in questi giorni ragazzi di Monza, Udine, Oristano, Cagliari, Genova, Ancona, Potenza, Bari, loro stessi in rappresentanza della gioventù che in quei luoghi ha ragionato sul significato e l’importanza dell’informazione, sul ruolo dell’Informagiovani e sul modello di IG che vorrebbero trovare nei loro territori. Dovessimo contarci tutti arriveremmo a più di cento ragazzi che hanno lavorato, più o meno intensamente, per arrivare fino ad oggi. Da un punto di vista più strettamente statistico, siamo giovani prevalentemente tra i 20 e i 25 anni; studenti, lavoratori, un gruppetto di volontari del SCN, molti utenti IG o partecipanti anche attivamente ad altri progetti di politiche giovanili. Nel nostro numero sono presenti anche alcuni aitanti teenagers tuttora frequentanti le scuole medie superiori. I nostri incontri si sono svolti in un clima di commistione fra serio e faceto, dove si sono alternati dibattiti seri ad attività ludiche. Ci siamo confrontati sull’informazione in generale, e poi sull’istituzione IG, prima come realtà locale, secondariamente come istituzione ideale a cui tendere; abbiamo concluso che, nell’era di Internet, dove si può chiedere a sordi macchinari di silicio qualsiasi cosa, deve esistere, perché ancor più necessario che in passato, un luogo informativo basato sul contatto umano quale l’IG. Le nostre rif lessioni sono partite da una serie di domande. - Quali caratteristiche deve avere l’informazione per i giovani? - Qual è il linguaggio da adottare per comunicare efficacemente? - Come deve apparire fisicamente un IG? - Quali temi interessano maggiormente i giovani e quali possono essere trattati dall’IG? - A cosa serve un operatore nell’IG? Cosa fa? Cosa deve saper fare? - Quali strumenti informativi dovrebbero essere utilizzati? - Come fare a promuovere e rendere più visibile l’IG? Trasversalmente a ciò sono emerse altre due questioni. • Chi sono i giovani, target principale dell’IG? É importante operare distinzioni di tematiche e media comunicativi fra gli adolescenti e i trentenni? • Dando per assodato che l’IG va standardizzato a livello nazionale, quali fattori sono fondamentali nella definizione stessa e come lo si rende una realtà territoriale precisa? Le risposte che abbiamo formulato hanno creato il nostro IG ideale, le cui linee principali sono state confrontate con quelle della Carta Europea dell’informazione per la gioventù (a livello europeo), con il Decalogo dei Centri Informagiovani (a livello nazionale) e con la realtà che abbiamo potuto effettivamente constatare. Notiamo una comunione d’intenti significativa, il che ci rallegra, ma anche delle criticità non indifferenti quando si scende sul piano pratico. Naturalmente condividiamo in toto il principio espresso in diversi documenti europei relativi ai giovani e all’informazione, che afferma che solo garantendo l’accesso a servizi informativi di qualità si potrà permettere al mondo giovanile la piena partecipazione alla vita della comunità locale e alla democrazia. Ci rendiamo conto che il nostro Informagiovani ideale è in molti casi diverso da quello che frequentiamo nei nostri territori. Così abbiamo messo le nostre rotelline in moto ripensando, migliorando o semplicemente valorizzando quello che esiste e funziona bene. Ci siamo confrontati, abbiamo discusso, rappresentato attraverso linguaggi diversi (artistici, teatrali, ludici) il nostro pensiero sull’IG 2 ideale, ci siamo resi conto che difficilmente avremmo detto più di quello che la nutrita schiera di esperti e soggetti autorevoli hanno avuto occasione in questi anni di scrivere o dire, e abbiamo preso alcuni di essi come punti di riferimento irrinunciabili (una per tutti, la Carta Europea dell’Informazione). Abbiamo capito che quello che potevamo fare era dare rilievo a ciò che per noi è davvero importante; le teorie formulate da esperti infatti non sempre sono applicate, non le riscontriamo tutte nella nostra esperienza quotidiana di IG, oppure, e questo è per noi ancora più grave, la situazione si diversifica a seconda del luogo in cui si vive (una grande città, o magari un piccolo ma virtuoso paese). Per farci comprendere meglio, abbiamo deciso alla fine del percorso di ripartire dal Decalogo degli Informagiovani, apertamente apprezzabile nei suoi contenuti, e di farne una rivisitazione, traducendolo per farvi comprendere cosa significano per noi quei punti, rivedendolo e integrandolo con proposte concrete di miglioramento o di innovazione. Oggi vogliamo condividere con voi i risultati di questo lavoro. 1. L’INFORMAZIONE E’ POTERE La diffusione odierna di Internet come mezzo di comunicazione di massa ha ampliato e approfondito ulteriormente il mare dell’informazione. Già radio e televisione avevano avuto modo di allargare incredibilmente il “campo sensibile” delle singole persone; avvenimenti all’altro capo del pianeta ci potevano venire raccontati in tempo reale o quasi. Se volevamo conservare memoria di ciò che veniva trasmesso bisognava avere accesso agli archivi o usare dei registratori e farsene dei propri. Poi è arrivato Internet. Chiunque in possesso di un computer connesso alla linea telefonica non solo ha accesso a tutto quello che vi viene pubblicato, ma è in grado, senza particolari conoscenze informatiche, di immettere le informazioni in suo possesso in questo enorme f lusso: qualsiasi genere di notizia da qualsiasi parte del mondo a qualsiasi ora del giorno, è potenzialmente per sempre disponibile. Condividiamo tutti che il difetto di questa fruizione a ondate è: molte fonti di Internet non sono controllate, chiunque ha una quantità di spazio uguale agli altri, indipendentemente dai meriti, e può sfruttarlo a piacimento, può dire qualunque cosa su qualsiasi cosa senza necessità nè possibilità di dimostrarlo, arrivando a situazioni limite di fotomontaggi o notizie false o “interpretate” a priori in modo da condizionare chi riceve l’informazione. L’informazione è potere, un potere che può essere usato in modo distorto per condizionare. Ma informazione è anche potere, nel senso che chi è informato PUÒ. Può scegliere, può cogliere delle occasioni, può evitare degli sbagli, può rendere la sua vita migliore, può approfittare di tutto ciò che il “sistema” gli offre. Orientarsi fra le fonti non è facile. A volte anche interpretare un’informazione è complicato, pensiamo a un documento ufficiale (il linguaggio della burocrazia diventa molto facilmente un ostacolo se non tradotto). Abbiamo bisogno di un’informazione “sicura”, chiara, o per meglio dire affidabile e attendibile, che si basi sulla comparazione e sulla legittimità delle fonti. Un’obiezione che viene spesso rivolta al popolo giovanile è la distanza che tiene dalle istituzioni: da parte nostra potremmo dire lo stesso. Anche noi sentiamo il mondo degli organismi statali lontano dalla nostra quotidianità; l’inefficienza di alcuni di essi, certo, può essere una buona ragione. Ma il problema principale che ci impedisce una funzionale interazione con questa dimensione è comunicativo: A VOLTE PROPRIO NON CI CAPIAMO. La formalità a tutti i costi, la giungla di competenze ora sovrapposte ora mancanti, rendono a volte complessa al limite della rinuncia una qualsivoglia azione coordinata fra giovani ed istituzioni. Allora ci rivolgiamo alla cerchia dei nostri amici, che magari hanno avuto un’esperienza simile con esiti migliori dei nostri e possono consigliarci e motivarci. Ma laddove la loro esperienza finisce, e ci sia ancora bisogno di un interlocutore che, come si suol dire, parli potabile e sia in grado di orientarci con un punto di vista oggettivo delle cose, è l’Informagiovani che cerchiamo. 3 2. GIOVANI: (NON) SIAMO TUTTI UGUALI Avvertenza: nonostante la varietà interna al nostro gruppo, non è detto che tutti i giovani siano d’accordo con quello che esponiamo. Perché? (scioccante rivelazione in arrivo!) Non siamo tutti uguali. Noi vogliamo però che tutti i giovani abbiano la possibilità di sviluppare il loro potenziale, realizzare quello che la vita li porterà a fare al meglio. Le informazioni fondamentali per compiere questo impegno sono: come e dove? Sappiamo che il target degli IG varia tra i 15 e i 30-35 anni. E’ una fetta di popolazione di una varietà incredibile, quali possono essere le esigenze di tutte queste persone? Quando ci siamo posti la questione durante i campus, ognuno ha tirato fuori i propri bisogni, con priorità e urgenze molto diversificate; ci siamo resi conto che le esigenze di chi ha più di 25 anni sono assai disuguali da quelle di chi è ancora all’Università o è in cerca di un primo lavoro, per non parlare poi di quelle dei ragazzi che sono ancora alle superiori. C’era chi voleva aiuto nel trovare lavoro, chi voleva assistenza legale sui propri diritti di lavoratore, chi di cittadino, chi si chiedeva come emigrare, chi cercava i locali della zona e chi un consultorio. Nel raccoglierle, ci è venuto in grande aiuto il Piano Nazionale di Classificazione, davvero molto rigoroso ed esaustivo nella sua concezione. Pur essendo concordi sul fatto che le tematiche approfondite dall’IG debbano essere proprio quelle identificate dal Piano Nazionale di Classificazione, si ritiene utile porre maggiore attenzione a: - opportunità, chiarimenti e strumenti per la ricerca del lavoro. Ci troviamo dinanzia una seria crisi, al precariato, a contratti poco chiari e trasparenti (al limite a volte del criminale). La tutela, in questo caso, può esserci garantita dall’essere informati, preparati e quindi più forti nella difesa dei nostri diritti; - forme di autoimpiego, idee imprenditoriali e studi di profili professionali emergenti che possano aprire a nuovi scenari di sviluppo; - mobilità all’estero (lavoro e studio, scambi, volontariato, vacanze low cost) spesso assai interessanti, ancora più spesso macchinosi in termini di accessibilità, fruibilità e chiarezza; - orientamento universitario e post diploma; - arte e cultura, corsi o seminari organizzati e pensati per i giovani; - la casa; - ecologia, intesa come indicazioni concrete per uno stile di vita eco-sostenibile. Data la vasta diversità dei giovani, sarà compito di ogni singolo IG decidere su quali soffermarsi o svilupparsi maggiormente, e potrà deciderlo mediante: - il contatto diretto con gli utenti; - il lavoro di rete con tutte quelle professioni che si trovano ogni giorno a vivere una relazione informale/formale con i giovani (insegnanti, educatori, animatori, allenatori); - un’apertura da parte dell’IG alla frequentazione informale dei giovani stessi (la struttura IG, come vedremo, non la concepiamo solo per la “prima informazione”). Sentiamo la necessità di trovare all’IG, oltre alle informazioni sopracitate, anche un primo contatto con esperti in tematiche diverse, che al di fuori possono essere difficili da raggiungere. L’IG dovrebbe essere non soltanto il riferimento per trovare informazioni di primo livello ma, in casi specifici, fornire servizi quali: “accompagnamento” telefonico ad altri servizi (consultori, associazioni, servizi sul lavoro), offrire aiuto nella compilazione di moduli dalle richieste non immediatamente intellegibili, ospitare la pre-vendita di alcuni eventi di interesse giovanile (concerti), diventare sede per la realizzazione di alcuni corsi (lingue, informatica,). La scelta è ampia e i giovani cambiano inesorabilmente col tempo, e poi un IG che si rispetti non può rimanere uguale a se stesso per anni: una delle sue carte vincenti deve essere proprio l’essere sempre in grado di comunicare coi giovani, quale che sia la fascia d’età o il bisogno informativo specifico o generico. 4 Nel caso non l’aveste notato oggi, ci piace molto esercitare il nostro diritto di parola; vi invitiamo pertanto a tendere l’orecchio nella nostra direzione più spesso! Anche se non siamo i detentori della verità rivelata, ci sentiamo sprecati ad esprimere la nostra opinione solo attraverso questionari sulla qualità dei servizi. Maggiore sarà il coinvolgimento, maggiore la nostra soddisfazione, migliore la collaborazione, migliore la qualità finale del servizio! Siamo ragazzi e ragazze con potenzialità e competenza spendibili, e per la nostra stessa natura di giovani, tendiamo al cambiamento. Certamente il modo migliore per offrirci un servizio di qualità è sfruttare i nostri stessi consigli ed idee, unirli alla competenza e conoscenza del territorio che un IG deve avere e aggiornare il servizio di continuo! 3. “L’ACCESSO A TUTTO CIÒ CHE POTREBBE INSEGNARE QUALCOSA SU COME FUNZIONA IL MONDO DEVE ESSERE ILLIMITATO E COMPLETO” La citazione non è nostra, abbiamo ripreso uno dei principi dell’ “etica hacker”, elaborata da Steven Levy. A questo punto dobbiamo infatti però giocarci la carta dell’ACCESSIBILITÀ. Ci siamo resi conto che gli ostacoli all’informazione (e quindi all’essere informati) sono davvero molti: da quelli socio-culturali a quelli fisici. E proprio per il principio di pari diritti e pari opportunità è necessario che le informazioni siano accessibili a tutti i giovani, indipendentemente dallo status sociale, dal territorio in cui vivono o dalle abilità che possiedono. L’informazione è fondamentale per la realizzazione della vita democratica del giovane cittadino. Vi chiediamo di tutelare di più questo diritto. Ecco alcune osservazioni che speriamo possano essere accolte. L’IG è uno spazio di relazione ed interscambio fra i giovani, l’operatore, e la realtà che li circonda. E’ un punto di aggregazione giovanile accessibile, gratuito e semplice. Il suo linguaggio è variabile a seconda dei target di età: completo, ma il più possibile conciso, schematico e disposto a rendersi comprensibile al massimo, spiegandosi anche attraverso video ed immagini qualora necessario. Dovrebbe essere il più possibile visibile e centrale rispetto ai centri di aggregazione formale e informale dei giovani, in una zona servita dai mezzi pubblici urbani e non. La struttura potrebbe essere, almeno in parte, simile a quella di un negozio, con vetrine e spazi aperti all’esterno, per promuovere le informazioni o gli eventi correlati all’IG. Si ritiene fondamentale curare la segnaletica, sia quella stradale, sia quella posta di fronte all’IG (si potrebbe mettere il simbolo dell’IG anche sulle più vicine fermate dei mezzi pubblici). Si propone di adottare UN UNICO LOGO per tutti gli IG, riconoscibile OVUNQUE. Sappiamo che un concorso per il logo unico è stato già bandito e vinto l’anno scorso, ci aspettiamo novità da questo Convegno. Internamente la struttura dovrebbe essere colorata e luminosa con ampi spazi suddivisi per aree tematiche (ad esempio area “tempo libero, cultura, spettacoli, sport”; area “formazione/ orientamento”; area “lavoro”; area “vacanze e scambi internazionali”; area “attualità e giornali”) e con divisori f lessibili, ma dovrebbe anche prevedere luoghi per permettere ai giovani di esporre a turno le proprie creazioni artistiche e garantire, in questo modo, che siano i giovani stessi a viverci e renderlo vivo. Le aree tematiche dovrebbero essere attrezzate con materiali informativi mirati, semplici da usare e anche esteticamente accattivanti. La struttura dovrebbe dotarsi anche di un’area PC per la navigazione in internet libera e gratuita (una connessione Wi-Fi libera sarebbe cosa utile), in modo da permettere anche a chi non dispone di mezzi propri l’accesso al World Wide Web. Si ritiene importante che la struttura e gli arredamenti siano eco-sostenibili. All’interno si differenzino i rifiuti, l’uso della carta si limiti a volantini con poche ma chiare informazioni su temi diffusi, biglietti da visita dell’IG, guide su temi specifici con indirizzi e riferimenti e dossier sulle offerte di lavoro. L’ambiente deve essere pensato per creare un clima di informalità e accoglienza: per questo è auspicabile che presso l’IG ci sia una zona relax con divanetti. Gli orari di apertura dovrebbero venire incontro a studenti e lavoratori, quindi prevedere mattine e pomeriggi, con eventuali aperture straordinarie (ad es. una volta al mese) anche serali in cui un’area tematica possa diventare “protagonista” di un evento. 5 Per raggiungere i giovani nei loro luoghi di ritrovo, potrebbe avere anche un’appendice esterna, ovvero un bus o più semplicemente un’auto con colori e scritte che richiamino quelli dell’IG, per raggiungere due scopi differenti: svolgere una funzione informativa pari a quella dell’IG centrale (si propone a tal fine di prevedere un approfondimento differente ogni giorno della settimana, all’interno di un ciclo che si ripete uguale per un dato periodo di tempo) e promuovere l’IG e le sue attività in modo più capillare. Ci piacerebbe un IG che fosse anche un luogo di esibizioni/spettacoli/eventi e uno spazio dove i giovani possano incontrarsi o frequentare dei corsi. Di sicuro attività quali i “laboratori urbani” (incontri pubblici organizzati per discutere di urbanistica, comunicazione o arte, rivolti a concepire proposte efficaci di miglioramento della propria zona di residenza) troverebbero il loro habitat naturale nell’architettura dell’IG. Lo spazio dovrebbe prevedere un luogo in cui si trovano abitualmente gli operatori, in una posizione “non invadente” ma visibile. I giovani devono poter accedere e fruire delle informazioni un po’ come in un negozio: entrare liberamente, dare un’occhiata e poi, eventualmente, chiedere l’aiuto degli operatori. Questi ultimi, se possibile, dovrebbero anche sostenere l’acquisizione di autonomia nell’utilizzo delle fonti in modo da rendere autonomo il processo e non doversi ripetere eccessivamente. Per questo il servizio deve disporre di bacheche, scaffali e tavoli con una segnaletica interna chiara ed essenziale. E’ così che si rende efficiente un’IG: entri incerto, esci convinto! 4. OPERATORE… ORIENTATORE: COME FARNE A MENO? Una persona la cui presenza è imprescindibile per il buon funzionamento dell’IG è l’operatore. E’ molto più importante di qualsiasi parte dell’arredo. Si potrebbe fare un’IG solo con l’operatore, se non fosse così scomodo per lui portarsi il logo sulle spalle! Questa presenza negli IG è per noi essenziale per garantire la mediazione tra i giovani e le informazioni: gli operatori ci accompagnano nella ricerca di informazioni attendibili e fruibili. E attraverso la relazione riusciamo anche a scoprire i nostri reali bisogni informativi e assumiamo una più ampia capacità critica per scegliere in futuro informazioni attendibili. Quindi cerchiamo non semplicemente un tecnico che ci dia risposte, ma una persona che ci orienti e ci accompagni! Certo siamo esigenti e abbiamo in mente alcune caratteristiche essenziali di questo orientatore: la prima cosa che abbiamo pensato è che deve essere... giovane! Non tanto dal punto di vista anagrafico, quanto piuttosto nel modo di comunicare, perché è principalmente con i giovani che dovrà rapportarsi e se non parla il nostro linguaggio e non capisce le nostre esigenze (anche quelle non esplicite) non potrà certo aiutarci a trovare quello che cerchiamo! Deve essere un buon comunicatore: ascolto attivo ed empatia, soprattutto! Visto che sarà suo compito mantenere l’archivio delle informazioni, ci si aspetta che sia in grado di orientarsi fra le fonti più attendibili. Il suo obiettivo è saper orientare chiunque in questo mare magnum. Lavora per costruire e solidificare una rete di contatti a livello professionale, così da poterla avere a disposizione per offrire il miglior servizio possibile. Certo è che non può diventare anche uno specialista, per questo ci piacerebbe che fosse affiancato da consulenti del lavoro, legali, o mediatori culturali che, a seconda delle esigenze dei singoli comuni o zone, ricevano in determinati orari o dietro appuntamento. In sintesi, dal punto di vista delle capacità tecniche, l’orientatore dell’IG conosce le lingue straniere, è in grado di utilizzare le nuove tecnologie e sa guidare i giovani nel loro corretto utilizzo per la ricerca e selezione delle informazioni. Naturalmente deve poter e saper lavorare in rete con tutti quei servizi che sul territorio possano intersecarsi con la vita dei giovani. Infine è una figura caratterizzata da f lessibilità, spiccate capacità comunicative e relazionali, in grado di individuare e comprendere i bisogni dei giovani, la cui formazione deve essere specifica e continua. Riteniamo opportuno che esistano corsi di formazioni ad hoc a livello nazionale, per formare operatori con conoscenze e competenze minime standard e omogenee tra loro, e renderli così già preparati al lavoro che li attende all’interno dell’IG. Un’altra proposta è la collaborazione costante con i volontari del servizio civile volontario nazionale: permetterebbe una costante partecipazione giovanile alla realizzazione del servizio, per questo ci piacerebbe ci fossero bandi nazionali che assicurassero una distribuzione capillare dei volontari su tutti gli IG del territorio. 6 5. DILLO A TUTTI! Non abbiamo statistiche sotto mano, ma possiamo dire con sufficiente sicurezza che molti giovani italiani non conoscono l’esistenza dell’Informagiovani. Questo equivale a dirci un’altra volta che l’accessibilità non è garantita. Il motivo principale è la loro scarsa promozione, frammentarietà, l’eccessiva diversità, la dispersione degli sforzi e delle risorse. La strategia migliore per far conoscere al nostro amato target l’esistenza dell’IG parte da una buona qualità dello stesso: se un ragazzo ha trovato quello che cercava attraverso l’IG, di sicuro lo consiglierà ai suoi amici quando ne avranno bisogno. Per rendere più efficace la visibilità e per contenere i costi dell’aspetto promozionale, si può e si deve conferire UN’IMMAGINE UNITARIA a tutti gli IG, attraverso l’adozione di un unico logo (semplice e immediato) e di una SEGNALETICA ESTERNA UNICA (ad esempio con lo stesso tipo di ingresso). Questo per caratterizzare fortemente il servizio e per far in modo che entri a far parte dell’immaginario giovanile collettivo. Analogamente si propone di unificare il sito degli IG. Un unico gruppo (nazionale ma con approfondimenti regionali) di promozione degli IG (ufficio marketing) fatto da giovani professionisti del settore si vedrà necessario. Avrà la missione di rilanciare e curare l’immagine del servizio o delle iniziative che si svolgono presso il servizio stesso. Questo significa innanzitutto utilizzare tutti i canali di comunicazione a disposizione dei giovani (radio, web, telefonia mobile, e-mail, tv regionali e nazionali, spot pubblicitari presso i cinema), scegliendoli a seconda della finalità e del target. Ad esempio si potrebbe utilizzare la radio per la pubblicità dell’IG, ma anche per realizzare una vera e propria rubrica con cadenza settimanale con i contenuti a cura degli operatori. Facebook o simili andrebbero utilizzati soltanto per richiamare l’attenzione verso alcuni tipi di appuntamenti/eventi. Attraverso strumenti di messaggistica si potrebbero inviare a giovani interessati SMS con novità dall’IG (per il target degli adolescenti), oppure realizzare delle newsletter divise per tematiche, così da mandare solo quello che effettivamente interessa gli aderenti al servizio. Altri strumenti promozionali che abbiamo reputato degni di menzione sono: - il già citato bus o mezzo itinerante per raggiungere i giovani nei loro luoghi di ritrovo, - l’organizzazione di eventi tematici presso gli IG o in altri locali, - la promozione su supporto cartaceo (specialmente grandi manifesti in giro per la città), - una maggiore presenza all’interno delle scuole e delle associazioni, così da facilitare l’ingresso dell’IG nel tessuto sociale delle realtà locali entrando in contatto con i giovanissimi, - ultimo ma non per importanza, UNO SPOT TELEVISIVO, magari Ministeriale, a coronamento di questo iter promozionale di base: periodicamente si potrebbe far girare sulle reti televisive più seguite dai giovani. E ora ci dedicheremo al tema della centralizzazione. 6. SOTTO UN UNICO CIELO Per realizzare questo progetto di miglioramento e di promozione riconosciamo un ruolo centrale al Coordinamento Nazionale e ai Coordinamenti Regionali. Questo perché confrontandoci tra noi ci siamo accorti che gli Informagiovani non sono tutti uguali, certo a volte la differenziazione può essere una risorsa, permette di essere più vicini alle specificità dei territori e di noi giovani, un IG di montagna non può e non deve essere uguale all’IG di una grande città, ma altre volte abbiamo notato che la qualità/quantità dei servizi tende a soffrirne troppo. 7 Ci piacerebbe che i coordinamenti si facessero garanti o portavoce delle proposte che oggi vi abbiamo fatto, tra le quali: - una collaborazione più stretta fra i vari IG, - un’organizzazione più omogenea della struttura fisica degli IG, magari con una combinazione di colori unitaria per tutti i punti, - l’adozione di un logo unitario, - la promozione a livello nazionale, - la partecipazione dei giovani attraverso il servizio civile volontario nazionale, - la cura della formazione degli operatori, - la realizzazione di un sito web unico, su cui linkare i siti dei singoli IG locali (che tratteranno informazioni di carattere locale). L’idea di fondo è che se un ragazzo si sposta da una città ad un’altra, non deve avere problemi a trovare l’IG del posto, esattamente come se stesse cercando un qualunque altro servizio pubblico (la stazione, l’ospedale, la sede dell’Università) o punto di informazione. Ma l’IG, per noi, non è un qualunque punto di informazione: questo vogliamo che sia chiaro. CONCLUSIONI: Questo è tutto. Crediamo di avere raggiunto una tappa del nostro lavoro che potrebbe benissimo non essere l’ultima, anzi. Tutte le idee che abbiamo messo insieme hanno disegnato la bozza di un IG ideale. Prendere parte alla realizzazione, individuare migliorie, discutere le nostre conclusioni, sono tutte cose che saremmo felici di fare insieme a voi. Vi ringraziamo per l’attenzione e salutiamo nuovamente il cortese uditorio per l’attenzione rivoltaci e auguriamo al Ministro, ai politici e a tutti i presenti buon lavoro. è un progetto realizzato da