Aprile 2008 EDAB INFOS SOMMARIO «DIPENDENZE» > Introduzione ...2 > Concetti filosofici attorno al piacere ...3 > Une breve storia delle droghe ...3 > Desiderio, piacere e dipendenza ...4 > Dipendenza e addiction: cosa ci insegna la ricerca ? ...6 > Rischi connessi al consumo di droga ...8 > Rischi psichiatrici connessi all’abuso di droga ...9 Bollettino informativo sulle neuroscienze Seconda edizione: Dipendenze Il bollettino « EDAB Info» è nato dal desiderio di proporre al corpo insegnante un piccolo fascicolo di risorse ed idee sulle neuroscienze. La «European Dana Alliance for the Brain» (EDAB) desidera offrire alcuni spunti che possono suscitare in classe un dibattito non solo in biologia, ma anche in fisica, italiano, francese, storia o altre materie. Potrete inoltre trovare numerosi altre idee nelle referenze tratte dalle riviste, libri, siti internet, ecc. Ulteriori informazioni completeranno quest’opuscolo con pubblicazioni e eventi di attualità. L’EDAB si vallegra di presentarvi il secondo numero di « EDAB Info » dedicato alle «Dipendenze», sperando in questo modo di rispondere all’interesse per le neuroscienze di molti insegnanti. > Attualità ...10 > Altri ...11 L’obiettivo del progetto dell’EDAB è quello di mettere a disposizione del pubblico le informazioni sulle recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, sia sul cervello sano sia sulle malattie che lo colpiscono. Fondata nel 1997 la European Dana Alliance for the Brain (EDAB) coinvolge oltre 180 eminenti specialisti nelle neuroscienze di 27 paesi, tra i quali 5 premi Nobel. Gli scienziati hanno sottoscritto una dichiarazione che definisce gli obiettivi per la ricerca sia sul cervello sano, sia sulle cause, la diagnosi e la prevenzione delle patologie neurologiche e psichiatriche. I neuroscienziati si occupano anche della comunicazione con il pubblico. Editore: European Dana Alliance for the Brain (EDAB) Département de Psychiatrie / CHUV Centre de Neurosciences Psychiatriques Site de Cery 1008 Prilly / Lausanne Fax : 021 643 69 50 e-mail : [email protected] Internet: www.edab.net La manifestazione più importante organizzata annualmente in collaborazione con le società nazionali di neuroscienze è la Settimana internazionale del cervello che ha luogo in oltre 65 paesi nel mondo intero. Attraverso conferenze, forum pubblici, esposizioni, porte aperte nei laboratori di ricerca, interventi nelle scuole da parte dei ricercatori, il pubblico ha accesso ad un ventaglio diversificato di informazioni sulle neuroscienze (edab.dana. org/welcome_it.cfm). 1 Aprile 2008 Introduzione C on il termine inglese addiction si intende un disturbo psichiatrico Ref. http://kidslink.bo.cnr.it/besta fumo/aznico.html Ref. www.iltuopsicologo.it/dipendenza %20da%20gioco.asp cronico caratterizzato da frequenti ricadute alternate a periodi di astinenza. Secondo le ultime conoscenze le droghe alterano il normale funzionamento del circuito cerebrale detto “della ricompensa”, in questo modo l’ideazione connessa alla droga diviene l’unica fonte d’interesse e di motivazione. La ricerca e il consumo di droga passano gradualmente da un desiderio incontenibile al bisogno compulsivo, malgrado le conseguenze dannose sulla salute e sull’integrazione sociale. La nozione di dipendenza è strettamente associata alla definizione di addiction e si riferisce a uno stato d’intossicazione cronica. La dipendenza rimane nascosta da un consumo regolare, ma appare in modo flagrante quando l’organismo è deprivato della sostanza assunta regolarmente. L’improvvisa interruzione del consumo provoca la sindrome di astinenza, composta da un insieme di sintomi più o meno gravi con conseguenze sulla salute mentale (dipendenza psicologica) e talvolta anche sulla salute dell’organismo (dipendenza fisica). La disintossicazione è un periodo transitorio che non oltrepassa la durata di alcuni giorni, il tempo necessario affinché l’organismo ritrovi l’adeguato funzionamento in assenza della sostanza consumata. Tuttavia il processo di disintossicazione non chiude il ciclo di dipendenza. Una ricaduta può avvenire anche dopo diverse settimane, mesi o anni di astinenza. La dipendenza fisica rappresenta quindi solo un elemento dell’addiction. L’addiction non si riferisce unicamente alle sostanze, essa può riguardare una determinata attività che diventa l’unico interesse di un individuo, la cui realizzazione compulsiva persiste al punto da rappresentare una fonte di conflitti, che possono mettere in pericolo la persona e la isolano dal mondo. È il caso per esempio di un’eccessiva attività sportiva, del gioco patologico, del sesso patologico o della dipendenza da internet. Oggi l’addiction è considerata una malattia a tutti gli effetti, non un vizio. I progressi della neurobiologia e dell’imaging cerebrale, della genetica e della neuropsicologia, hanno evidenziato una vulnerabilità personale differente nei confronti delle droghe, l’addiction è infatti il frutto dell’interazione tra il patrimonio genetico e l’ambiente o il vissuto di un individuo. Il tasso di ricadute molto elevato dopo un periodo di astinenza e/o di disintossicazione, evidenzia i limiti delle conoscenze e dei mezzi terapeutici. L’identificazione dei fattori genetici e ambientali, così come una migliore conoscenza delle strutture cerebrali responsabili della vulnerabilità alle ricadute è cruciale per lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di arrestare il ciclo infernale dell’addiction. Per saperne di più: Ref. www.osservatoriodroga.it/article. php3?id_article=166 www.dronet.org/ http://addiction.blogosfere.it/ www.camh.net/About_Addiction_Mental_Health/Multilingual_ Resources/italian_understand_addiction.pdf www.primary-care.ch/pdf/2003/2003-03/2003-03-259.PDF (in francese) 2 Aprile 2008 Concetti filosofici attorno al piacere L ’addiction non è un disturbo del piacere ma una determinata pato- John Locke Ref. http://it.wikiquote.org/wiki/ John_Locke logia del desiderio. Senza ricerca del piacere però, non ci sarebbero né motivazione né desiderio. Il motore di tutte le motivazioni è, infatti, il soddisfacimento di una voglia o di un desiderio, che si traduce con la manifestazione soggettiva della sensazione di piacere. Numerosi filosofi hanno studiato il concetto di piacere e di sofferenza. La ricerca del piacere e l’evitamento della sofferenza era considerata da Aristippo di Cirene (435-366 a. C) o da Epicuro (342-270 a.C.), come un valore essenziale che dà significato alla vita. La filosofia del piacere è stata respinta durante il Medio Evo a causa della sua incompatibilità con le interpretazioni religiose dell’epoca, per riapparire a partire dal XVII e XVIII secolo sostenuta da filosofi del calibro di Locke, Hume e Diderot. Le loro idee hanno dato luce a una visione nuova che definisce la ricerca del piacere come un valore utile, che porta benessere all’individuo e alla collettività in generale. Per saperne di più (Internet): www.epicuro.org/ www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/epicuro.htm www.filosofico.net/aristippo.htm www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaL/locker7.htm www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaL/locker8.htm Per saperne di più (libri): Domenico Pesce (2005) Introduzione a Epicuro. Editore Laterza. Walter Otto (2001) Epicuro. Editore All’insegna del Veltro. Howard Jones (1999) La tradizione Epicurea. Editore ECIG. Ref. www.osservatoriodroga.it/article. php3?id_article=177 Jean Brun (1996) Epicuro. Editore Xenia. Une breve storia delle droghe In tutte le culture e in ogni epoca, l’uomo ha fatto uso di sostanze psi- cotrope, delle molecole capaci di modificare l’umore o il funzionamento del pensiero. L’uso di sostanze come le foglie di coca, l’hashish o le bevande alcoliche a scopo terapeutico, per cerimonie religiose o riti iniziatici o anche più semplicemente come tradizione, accompagna la storia dell’umanità e rispecchia gli albori delle conoscenze umane di alchimia e botanica. I progressi della chimica del XIX secolo e la possibilità di estrarre i principi attivi contenuti in certe piante (come la cocaina e la morfina), associati all’opportunità di sintetizzare nuove sostanze (come 3 Aprile 2008 Vero o Falso? Le tracce di alcune droghe possono essere trovate nei capelli. (Risposta pagina 12) l’eroina tratta dalla morfina o le anfetamine) ha radicalmente trasformato la clinica medica. A questo occorre aggiungere l’invenzione della siringa ipodermica che ha trasformato la chirurgia sui campi di battaglia americani (guerra di secessione) e in Europa (guerra del 1870). La manifestazione del male del soldato si è estesa alla vita civile di numerosi pazienti, che soffrendo a causa di mutilazioni o di amputazioni, consumavano dosi massicce di morfina o eroina. L’uso terapeutico si è trasformato in consumo abusivo con conseguenze drammatiche. Freud stesso ha vantato i meriti della cocaina prima di rendersi conto dei pericoli di un consumo eccessivo e le anfetamine all’inizio del XX secolo erano il solo rimedio efficace contro le crisi d’asma spesso mortali all’epoca. Oggi è difficile motivare la proibizione di una sostanza psicotropa unicamente a causa del rischio di dipendenza indotto dal suo consumo. Il commercio di alcool e di tabacco per esempio non è proibito malgrado queste sostanze possano condurre a una certa forma di alienazione (tabagismo eccessivo e alcolismo) con gravi complicazioni di salute, anche letali a lungo termine. Per saperne di più (Internet): www.stefanocanali.com/PUBalterSD.htm www.medicinatossicodipendenze.it/numspec.htm Per saperne di più (libri): Antonio Eschotado (1997) Piccola storia delle droghe dall’antichità ai nostri giorni. Editore Donzelli. Claudio Cappuccino (2004) Felicità chimica. Storia delle droghe. Editore Nuovi Equilibri. Desiderio, piacere e dipendenza Se il motore di ogni motivazione è la soddisfazione di una voglia o di Ref. www.brainconnection.com/topics/ printindex.php3?main=fa/pleasureprinciple un desiderio, si può ipotizzare che il cervello anticipi la manifestazione soggettiva della sensazione del piacere. Nell’encefalo esiste, infatti, un insieme di strutture che integrano i bisogni dell’organismo. Il sistema di regolazione della fame, della sete, della temperatura corporea, porta a dei comportamenti che rispondono ai bisogni vitali dell’organismo. A metà degli anni ’50, Olds e Milner hanno scoperto che dei ratti erano disposti a degli sforzi considerevoli per stimolare elettricamente certe parti del loro cervello. Questa esperienza, riprodotta anche nell’uomo, ha permesso di sviluppare il concetto di rete neuronale alla base della ricompensa cerebrale. È questa funzione che spinge alla realizzazione di un determinato obiettivo. Essa può essere paragonata al correlato neurobiologico della ricerca di gratificazione, cioè la volontà di ottenere o appagarsi di un oggetto di soddisfazione, uno stato d’animo spesso legato a una certa forma di esaltazione, e anche di eccitazione. 4 Aprile 2008 Dopamina Ref. www.3dchem.com/molecules. asp?ID=289# Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/ Teaching2/Teaching2.html Storicamente, la dopamina (DA) è il neurotrasmettitore associato alla funzione della ricompensa cerebrale e alla motivazione; pur non essendo il solo neurotrasmettitore implicato nella regolazione di questa funzione, ne rappresenta comunque un elemento importante. Numerosi autori hanno confermato la stretta correlazione tra la liberazione di dopamina e i comportamenti motivati (ricerca di acqua, cibo, partner sessuale). Oggi si ritiene che la dopamina non sia il neurotrasmettitore del piacere, ma che essa conferisce particolare valore a uno stimolo sensoriale, emotivo o affettivo, riconosciuto come pertinente per il benessere dell’individuo. La funzione della ricompensa rinforza l’interesse verso tutto quello che porta piacere e migliora le strategie per ottenere maggiore soddisfazione, condiziona il comportamento volontario e la presa di decisioni in funzione della bilancia tra i benefici e i rischi di un’azione e infine rafforza la sensazione di benessere e le emozioni positive. Un esempio: quando una persona mangia del cibo che gli piace, il suo cervello interpreta una moltitudine di segnali interni ed esterni. Considererà l’appetito ma anche il contesto della situazione (il ristorante, i commensali, l’occasione del pasto), il sapore del cibo, la qualità del servizio, il prezzo del pasto, … Tutto è integrato e ricordato dal cervello così da ripetere oppure evitare l’esperienza. Vale anche per il neonato che trovando conforto e sazietà alla presenza del seno materno, sarà indotto a riprodurre quel concatenamento di azioni che hanno condotto alla presenza della madre. Il cervello si adatta a una moltitudine di situazioni e può ricordare innumerevoli fonti di piacere o di benessere (alimenti, bevande, attività professionali, sportive, ludiche, musicali, spettacoli, letture, relazioni affettive, sentimentali, sessuali, amicizie…) Le difficoltà insorgono quando la fonte di piacere che attira l’attenzione del pensiero è una sola. Man mano che la soddisfazione dell’individuo dipende da un’unica fonte (sia essa un’attività o una sostanza) e che egli tronca i legami con l’esterno, il normale diventa patologico e l’addiction s’infiltra nella vita della persona. All’origine di questa deriva c’è, come noto, una risposta esagerata della funzione della ricompensa cerebrale che conferisce un valore esageratamente importante alla sostanza o all’attività. Nel caso delle droghe, sopraggiunge un drammatico cortocircuito delle strutture cerebrali implicate nel trattamento della funzione della ricompensa. La lenta alchimia cerebrale che normalmente porta ad apprezzare e a non dimenticare una situazione, una relazione o un consumo, è sottomessa a un’esplosione folgorante e strepitosa quando il cervello è sotto l’influenza della sostanza che provoca tossicomania. Come un colpo di fulmine, l’attenzione diventa sempre più focalizzata e tutto quel che può ricordare la droga ossessiona in continuazione la mente del tossicodipendente. Per saperne di più (Internet): Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/ Teaching2/Teaching3.html www.altopotenziale.it/ricercheFelicita.htm www.addictions.tv/documenti/Cervello_e_Dipendenze.pdf 5 Aprile 2008 Per saperne di più (riviste): Olds J, Milner P. Positive reinforcement produced by electrical stimulation of septal area and other regions of rat brain. J Comp Physiol Psychol (1954) ;47 : 419-27. Wise RA. Dopamine, learning and motivation. Nat Rev Neurosci (2004) ; 5 : 483-494. Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/ Teaching2/Teaching2.html Dipendenza e addiction: cosa ci insegna la ricerca ? Il cervello è composto di circa cento miliardi di cellule nervose, ognuno Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/ Teaching2/Teaching3.html di questi neuroni può avere fino a 10 000 contatti con altri neuroni. Queste cellule integrano le informazioni che ricevono e le comunicano agli altri neuroni. La morfologia del neurone è particolare: ogni cellula è composta da un corpo cellulare dove si trova il DNA e di prolungamenti periferici che ospitano le numerose connessioni. Si definiscono arborizzazioni dendritiche e reti neuronali. L’informazione transita nelle reti neuronali in due forme distinte: la forma elettrica (nei neuroni) e la forma chimica nella sinapsi, il punto di contatto tra un neurone e l’altro. Nella sinapsi, il neurone presinaptico libera i neurotrasmettitori che interagiscono col neurone postsinaptico attraverso dei recettori sulla membrana cellulare. Interferendo con il processo di liberazione a livello presinaptico o con il legame dei neurotrasmettitori a livello postsinaptico, le sostanze psicotrope perturbano il sistema di comunicazione tra le cellule nervose e modificano il funzionamento del pensiero. Occorre rilevare però che non tutti i cambiamenti del funzionamento del pensiero indotti da sostanze psicoattive si traducono con l’addiction. Gli antidepressivi e i neurolettici per esempio, non generano mai dipendenza e i sedativi o ansiolitici non sistematicamente. Affinché si sviluppi un’addiction, occorre un’alterazione del sistema della ricompensa cerebrale. Le ricerche neurofarmacologiche hanno dimostrato che tutte le sostanze che possono portare ad un abuso (alcool, cocaina, crack, anfetamine, metanfetamine, eroina, morfina, nicotina, cannabis, funghi allucinogeni, GHB, LSD, ecstasy, solventi inalati, colle e anche la caffeina) direttamente o indirettamente alterano la funzione della ricompensa cerebrale. Nella spiegazione dei disturbi neurobiologici associati alla manifestazione della patologia dell’addiction le diverse teorie si completano e talvolta si contraddicono. Alcuni scienziati mettono l’accento sulla sensibilizzazione della funzione della ricompensa, le strutture cerebrali si cristallizzano attorno a tutto quello che è connesso alla droga così che ogni consumo accentua l’attrazione per la droga e condiziona una motivazione eccessiva per il consumo seguente attraverso un’esagerata fissazione della ricerca di droga nella memoria. Altri ricercatori sostengono che la ripetizione regolare dell’uso della droga, induce una forma di automatizzazione gestuale e comportamentale, con la deconessione della 6 Aprile 2008 corteccia prefrontale (luogo della riflessione) che non ostacola più l’abitudine condizionata. È stato evidenziato anche che la funzione della ricompensa tende ad adattarsi agli stimoli eccessivi generati dall’uso delle droghe e sviluppa un insieme di contro-regolazioni volte ad opporsi agli effetti della droga. Per certi scienziati, è la formazione di questi scudi che induce le sofferenze morali e fisiche riscontrate dai tossicodipendenti. Infine, alcuni ricercatori ipotizzano che la funzione della ricompensa cerebrale è composta da una struttura che codifica per la ricerca della ricompensa a corto termine e di una struttura che codifica per la ricompensa a lungo termine. Le droghe amplificano il funzionamento a corto termine trascurando quello a lungo termine, da cui una forma di miopia sulle conseguenze collegate all’eccessivo consumo di droga. Per saperne di più (Internet): http://edab.dana.org/pubarchive/eurobrain/eurobrain0799_it.pdf Per saperne di più (rivista): Kalivas PW and Volkov ND. The neural basis of addiction: a pathology of motivation and choice (2005) American Journal of Psychiatry. 162 (8) : 1403-13. Ref. www.nida.nih.gov/pubs/teaching/ Teaching2/Teaching3.html Citazioni « Il piacere e il dolore e ciò che li determina, cioè il bene ed il male, sono i cardini sui quali girano le nostre passioni. » [ John Locke ] - Saggio sull’intelletto umano, Libro II, 20, 1-5 7 Aprile 2008 Rischi connessi al consumo di droga Il consumo di droga non mette sempre in pericolo di vita le persone, non Ref. www.csponline.it/prev/consindpresprog.html tutte le sostanze comportano gli stessi rischi. I rischi dipendono sia dalle proprietà farmacologiche delle sostanze, sia dal loro modo di consumo. Le sostanze iniettate per via endovenosa presentano rischi d’infezioni. Al rischio di contaminazioni virali (HIV, epatite) si aggiunge il pericolo di setticemia (l’infezione batterica che si propaga attraverso il sangue), il rischio di polinevriti (delle infiammazioni dei nervi periferici), di trombosi. Il pericolo maggiore è quello di un arresto cardiocircolatorio in caso di overdose di eroina. Il consumo per via nasale di cocaina può provocare un arresto cardiaco nelle persone fragili o in caso di dose eccessiva. La cocaina può provocare anche delle lesioni locali, alla cartilagine nasale o ai seni paranasali, con pericolo di emorragie. Il consumo di ecstasy perturba la regolazione della temperatura corporea, può indurre una grave disidratazione, o provocare la morte in caso di rialzo eccessivo della temperatura cerebrale. Il fumo di tabacco provoca delle complicanze cardiovascolari, aumenta il rischio di sviluppare dei tumori (polmone, laringe, faringe, lingua). La cannabis oltre ai rischi connessi all’aspirazione del fumo, rende l’organismo vulnerabile alle bronchiti croniche. Il consumo eccessivo di alcool può portare al coma etilico, che può essere letale (in particolare per soffocamento a causa della broncoaspirazione del cibo nelle vie respiratorie). L’eccessivo consumo cronico aumenta inoltre i rischi cardiovascolari, può provocare la cirrosi epatica o il carcinoma epatico. Inoltre, l’arresto del consumo di droghe dopo un uso regolare ed eccessivo genera la sindrome di astinenza (o dipendenza fisica). La più flagrante è l’astinenza da oppiacei, i cui sintomi sono nausea, vomito, dolori articolari e muscolari, diarrea, un aumento delle secrezioni lacrimali, nasali e salivari, un’importante disidratazione, accompagnata da sudore eccessivo, piloerezione e febbre. La disintossicazione da alcol perturba il funzionamento del sistema nervoso vegetativo, induce tremito alle mani, nausea, vomito, talvolta convulsioni. La disintossicazione dalla cocaina e dalla nicotina può aumentare l’appetito con conseguente incremento del peso corporeo e disturbi del ritmo cardiaco (cocaina). Per saperne di più: www.cedostar.it/droghe.htm Ref. www.jellinek.nl/brain/ index.html 8 Aprile 2008 Rischi psichiatrici connessi all’abuso di droga Il consumo di droghe non è sistematicamente collegato a conseguenze Ref. http://teens.drugabuse.gov/mom/ mom_meth5.asp Ref. http://teens.drugabuse.gov/dr nida/drnida_brain1.asp gravissime sulla salute mentale. È tuttavia importante notare che l’uso eccessivo di ogni droga induce una dipendenza psichica con un deterioramento transitorio dell’umore e del pensiero proporzionale alla durata dell’intossicazione. La disintossicazione dall’eroina induce una profonda angoscia e un peggioramento dell’umore (tristezza, depressione), uniti a disturbi del sonno (insonnia). La disintossicazione da alcol provoca una forte ansia, insonnia ed unostato depressivo. In casi più drammatici anche uno stato allucinatorio (delirium tremens). L’arresto del consumo di cocaina può essere accompagnato da importante fatica, insonnia, incubi, umore versatile e depressivo, ansia, irritabilità, nervosismo, agitazione e difficoltà di concentrazione. L’arresto del consumo di sigarette e cannabis, può condurre a uno stato di nervosismo, irritabilità, angoscia, labilità dell’umore, depressione, insonnia e difficoltà di concentrazione. Senza dubbio il consumo eccessivo di droga rappresenta un reale pericolo per la salute mentale, infatti, queste sostanze alterano il funzionamento del pensiero. In quest’ambito la vulnerabilità individuale svolge un ruolo molto importante. Sapere se questi cambiamenti persistono nel tempo è soggetto a dibattito nella comunità scientifica e medica. L’eccesso di cocaina induce classicamente uno stato paranoide che talvolta si traduce in caratteristiche psicosi tattili (sensazione di insetti o parassiti che passeggiano sotto la pelle). L’abuso di cannabis deteriora l’elaborazione razionale del pensiero (stato confusionale) che può accompagnarsi a crisi di ansia o paranoia, nei casi più drammatici a psicosi acute. Non è tuttavia dimostrato che il consumo di cannabis sia responsabile della schizofrenia. Secondo la maggior parte degli scienziati il ricorso alla droga potrebbe essere un tentativo di auto-medicazione, nel caso per esempio di associazione con patologie mentali come l’iperattività e disturbi dell’attenzione e abuso di cocaina, la schizofrenia e abuso di tabacco e cannabis. Il consumo di eroina potrebbe tradurre un vissuto emotivo traumatico (aggressione o maltrattamento nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza, traumi da separazione, ferite narcisistiche). L’abuso di droghe inasprisce i disturbi psichiatrici subclinici o conclamati, precipitando il paziente in uno stato critico con conseguente necessità di trattamento psichiatrico. Per saperne di più (rivista): Gilberto Di Petta (2004) Il mondo tossicomane. Fenomenologie e psicopatologia. Editore Franco Angeli. 9 Aprile 2008 Attualità Cocaina: sul filo del rasoio La cocaina è una sostanza psicotropa, il cui consumo è più frequente nei Ref. www.pendragon.it/libri/Studi_ e_ricerche/libro-549.html giovani (tra 18 e 35 anni). Questa sostanza agisce a livello del sistema della ricompensa cerebrale, generando un intenso effetto euforico, ma gli esiti benefici si accompagnano ad effetti negativi particolarmente gravi. La cocaina è una droga che induce rapidamente l’addiction. Questa sostanza agisce sia sull’organismo sia sulla psiche del soggetto che ne fa uso. Secondo i « medici svizzeri contro la droga », la cocaina ha un effetto vasocostrittore che può provocare delle trombosi con conseguente rischio d’infarto e un’importante carenza di ossigeno (con rischio di arresto cardiaco). Gli effetti sulla psiche sono devastanti, essi inducono stati confusionali (allucinazioni e deliri di persecuzione) e stati depressivi, che possono condurre al suicidio. Per saperne di più: www.aegd.ch/03ital/pdf_ital/Fatti sulla cocaina.pdf www.fuoriluogo.it/home/materiali/schede_sulle_sostanze/coca_e_cocaina Citazioni « Il culmine del piacere è la pura e semplice distruzione del dolore » « Il mio corpo è saturo di piacere quando ho pane e acqua » Epicuro 10 Aprile 2008 Altri « La leggenda di Coca » «Coca. Conoscete la tristezza? Ebbene era quello il colore degli occhi di Coca, una magnifica ragazza indiana che un tempo abitava a Collasuyo, un villaggio al sud dell’Impero Inca. Il suo volto aveva tratti perfetti, la pelle era morbida come quella di una pesca e aveva magnifici capelli neri ma Coca era anche vanitosa ed egoista. Ogni sera si recava su una piccola collina, dove incontrava numerosi amanti. A Coca non importavano gli uomini e il loro amore: dopo averli sedotti, li abbandonava regolarmente. La voce si sparse da un capo all’altro dell’impero: Coca seminava tristezza nei cuori degli uomini e la sua sublime bellezza distruggeva le famiglie. Una sera i saggi andarono a trovare l’Inca e gli dissero: «abbiamo osservato gli astri e studiato le viscere di molti lama bianchi; tutto indica che Coca è all’origine di molti dolori che si abbatteranno sull’Impero. La salvezza del nostro popolo esige la morte di Coca, il suo corpo sarà tagliato in quattro parti, che saranno sotterrate nei giardini dei tempi ai quattro angoli dell’Impero. Crescerà in questi luoghi una nuova pianta che procurerà conforto alle persone del nostro popolo». Coca fu sacrificata, i pezzi del suo corpo furono sepolti ai quattro estremi del paese. Qualche tempo più tardi, crebbero dalla terra degli arbusti vivaci con delle belle foglie ovali, che furono chiamate «coca» in ricordo della ragazza sacrificata ». Ref. www2.truman.edu/~marc/webpages/andean2k/cocaine/history.html Referenza (in francese): http://tecfa.unige.ch/tecfa/teaching/UVLibre/0001/bin54/mythes.htm Prevenzione – Documenti pedagogici Esistono numerosi siti Internet e degli opuscoli sulla prevenzione delle dipendenze: www.educationetsante.ch/dyn/78094.asp (in francese e in tedesco) www.danno.ch/danno/link.asp www.stop-tabac.ch/it/welcome.html (in francese) www.ingrado.ch/ Pubblicazioni sul tema della prevenzione dalle dipendenze: www.scuoladecs.ti.ch/prevenzione_dipendenze/pubblicazioni.htm 11 Aprile 2008 Esiste anche un opuscolo sulla cannabis che potete richiedere all’istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e delle altre dipendenze (ISPA), Case postale 870, 1001 Lausanne (in francese): Vero o Falso? Le tracce di alcune droghe possono essere trovate nei capelli. Vero! CANNABIS – en parler avec les ados. Giochi, Quiz e Test www.fumercafaitdumal.ch/topic5650.html www.nienteansia.it/test/test-dipendenza-da-internet.html www.iltuopsicologo.it/test_dipendenza_alimentare.php www.mental-health-today.com/tests/alcotest.htm (in inglese) Referenza: www.drogaonline.it/test.html Se avete delle domande o bisogno di aiuto Svizzera www.ciao.ch/ (in francese) www.toxi.ch/fre/welcome.html Tox telefono Svizzera 145 (D F I) Italia Servizio di consulenza telefonica per le questioni di tossicodipendenza (tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19, compresi i giorni festivi): Numero verde 800-272727 www.locchio.com/modules.php?op=modload&name= News&file=article&sid=37 12 Aprile 2008 Numerosi dati Europa Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicomanie, OEDT http://ar2006.emcdda.europa.eu/es/home-es.html www.emcdda.europa.eu/attachements.cfm/att_42156_IT_TDAC07001ITC.pdf Svizzera www.ispa.ch/ (in francese e in tedesco) www.sfa-ispa.ch/index.php?IDcat=40&IDcat40visible=1&langue=F (in francese e in tedesco) Da leggere… NUOVO : ora disponibile in francese, tedesco, inglese, spagnolo, italiano, giapponese … A ognuno il suo cervello Plasticità neurale e inconscio François Ansermet, Pierre Magistretti Cosa accadrebbe se, secondo quanto gia auspicato da Freud, la psicoanalisi potesse trovare conferma nelle neuroscienze? E se le neuroscienze stesse si avvantaggiassero dal confronto con il modello psicoanalitico? Francois Ansermet e Pierre Magistretti propongono in questo saggio l’incontro originale tra due discipline spesso presentate come antagoniste. E il punto di incontro e rappresentato proprio da quei meccanismi di plasticità neuronale grazie ai quali il cervello rimane aperto al cambiamento e alle trasformazioni portate dall’esperienza. Viene così finalmente esplorata la possibilità di indagare le basi biologiche dell’inconscio tramite un nuovo paradigma. ISBN 9788833918471, 01-2008, 176 pagine. Editore : Bollati Boringhini Ref. www.lafeltrinelli.it/products/ 2552921%7C2.html?cat1=1&cat2=110 1&page=1 Referenze generali (libri) Nava F (2004) Manuale di neurobiologia e clinica delle dipendenze. Editore Franco Angeli (in italiano). Reynaud M (2005) Addictions et psychiatrie. Congrès de psychiatrie et de neurologie de la langue française. Editeur: Masson (in francese). Lowinson JH, Ruiz P, Millman RB, Langrod JG (2005) Substance abuse : a comprehensive textbook. Lippincott Williams Wilkins (in inglese). 13 Aprile 2008 Con la gentile collaborazione di Benjamin Boutrel : Dr Benjamin Boutrel, PD MER Centre de Neurosciences Psychiatriques (CNP) & Service Universitaire de Psychiatrie de l’Enfant et de l’Adolescent (SUPEA) Site de Cery CH -1008 Prilly-Lausanne Tél. ++41 (0)21 643 69 47 Fax : ++41 (0)21 643 69 50 E-mail : [email protected] La European Dana Alliance for the Brain non è responsabile delle informazioni o servizi proposti dalla fonti citate e non fornisce i documenti che non ha pubblicato lei stessa. 14