Federazione delle Associazioni ed Organizzazioni non profit di volontariato sociale - ONLUS INSIEME CONTRO IL BULLISMO Iscritta all’Albo Regionale del Volontariato S SBÙll nati Partner VITTIMA o BULLO ? Pubblicazione a cura diMiriam Bassani, Coordinatore di Progetto e Elvira D’Alo’, Pedagogista clinico, Mediatrice scolastica, familiare, sociale Realizzazione grafica di Miriam Bassani Presentazione Federazione delle Associazioni ed Organizzazioni non profit di volontariato sociale - ONLUS Iscritta all’Albo Regionale del Volontariato Con questo opuscolo che costituisce un sussidiario del progetto “Sbùllonati”, il Forum della Solidarietà vuole mettere a disposizione del mondo scolastico e familiare informazioni, opportunità, risorse e strumenti di supporto per azioni concrete mirate a fronteggiare il tema del bullismo e della violenza giovanile. Negli ultimi anni il termine bullismo compare sempre più frequentemente nelle cronache dei media con la rappresentazione di una nuova specie di adolescenti, vittime di disagio e abbandono scolastico e capaci di gravi condotte sociali . Gli adolescenti di oggi sono esposti a grandi pressioni sociali, sono costretti ad adeguarsi a nuovi ruoli ed identità imposti troppo rapidamente e a cui non hanno il tempo di abituarsi: la via d'uscita è allora offerta dal gruppo, che permette di scaricare le tensioni all'esterno. Ecco allora che prepotenze, minacce, offese, maltrattamenti sono sempre più frequenti non solo nei luoghi di svago, ma soprattutto a scuola. Il disadattamento scolastico consiste essenzialmente nella difficoltà dell'alunno a realizzare una positiva interazione non solo con il gruppo dei pari, ma anche con gli adulti, con la scuola e con la famiglia. E' necessario e urgente creare condizioni socio-psicologiche favorevoli e capaci di aiutare l'adolescente a maturare responsabilmente e a costruire sane e propositive relazioni. Il Forum della Solidarietà con questa ulteriore iniziativa intende rinnovare il proprio impegno sociale per contrastare il fenomeno del bullismo e del disagio adolescenziale, che costituisce il fattore primario della dispersione scolastica, attraverso uno strumento facilmente fruibile (il web e le sue tecnologie) e adatto alla personalità dell'adolescente/alunno, dando contemporaneamente un valido supporto agli insegnanti e ai genitori. Milano, Gennaio 2011 Il Segretario Generale Dott. Paolo Malena Il Presidente Dott. Michele Colucci PAG 3 PREMESSA Il progetto “Sbùllonati” rientra tra le numerose attività del Forum della Solidarietà che da anni è impegnato a sostenere le Istituzioni e le Famiglie nel compito di educare e formare i giovani in una società caratterizzata da complessità e da continui cambiamenti. Se il 25% dei ragazzi in Italia in età scolare e il 40-50% in alcuni paesi del mondo è coinvolto in fatti riconducibili al fenomeno del bullismo, se per l'84% degli adolescenti i bulli diventano tali "per essere ammirati", ogni indifferenza sul fenomeno deve essere bandita e l'avvio di iniziative ed azioni per comprenderne la portata diventa un dovere per un'Associazione di volontariato come il Forum della Solidarietà che ha fatto del recupero dell'attenzione sul disagio infantile e adolescenziale uno dei cardini più significativi del suo impegno, in un'ottica di prevenzione e promozione del benessere individuale e collettivo, e dell'agire nel e per il sociale. Il progetto si propone di realizzare una serie di iniziative volte a contrastare i casi di bullismo attraverso : · il coinvolgimento delle scuole e delle famiglie; · l'apertura di un sito web - www.sbullonati.org - ricco di articoli, relazioni, notizie, consigli ed informazioni sul rapporto genitori-figli, tra pari, tra docenti e studenti; · la rubrica on line “L’ESPERTO RISPONDE” curata da psicologi, pedagogisti, mediatori scolastici e familiari che rispondono alle domande dei lettori e offrono aiuto e assistenza; · un recapito telefonico 02.58305733 a cui chiedere aiuto, consiglio, e sostegno o un appuntamento con gli esperti; · corsi di formazione rivolti ai docenti; · incontri di riflessione e di dibattito rivolti agli studenti, alle famiglie e agli insegnanti; · un concorso di videomaking con costruzione di un video “amatoriale”da parte del gruppo classe/amici, che propone un chiaro ed originale messaggio contro il bullismo. Premessa All'interno di tale impegno gli snodi operativi sono rappresentati da azioni di formazione e di sostegno alla crescita dei giovani affiancando istituzioni scolastiche e nuclei familiari. E, in tale prospettiva, è totale la condivisione del pensiero di Bennett L. Leventhal, docente di psichiatria all'Università dell'Illinois, secondo il quale l'atteggiamento politico nei confronti del fenomeno deve essere più specificatamente orientato verso prevenzione ed educazione: “l'azione è efficace se si parte dalla base, non dall'apice della società". L’opuscolo, che ne è parte integrante, contiene informazioni specifiche e proposte di strategie di intervento utili a ragazzi, genitori e operatori scolastici per sollecitare una visione critica del fenomeno, scoprire, fronteggiare e avviare a soluzione le situazioni conflittuali che generano grande sofferenza e disagio in coloro che subiscono prepotenze e sopraffazioni da parte dei così detti bulli. PAG. 4 IL BULLISMO "Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni" (Olweus 1996). Diciamo che un ragazzo subisce delle prepotenze quando un altro ragazzo, o un gruppo di ragazzi, gli dicono cose cattive e spiacevoli, quando riceve colpi, pugni, calci e minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, riceve bigliettini con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola e altre cose di questo genere. Questi fatti capitano spesso e chi subisce non riesce a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze quando un ragazzo viene preso in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta di prepotenze quando due ragazzi, all'incirca della stessa forza, litigano tra loro o fanno la lotta (Osservatorio nazionale per l'infanzia 2006-2008). Il bullismo è un malessere sociale, a volte sottovalutato, sintomatico di un disagio relazionale che si manifesta soprattutto tra i bambini, gli adolescenti e i giovani, frequentemente protagonisti di fatti di cronaca che mostrano comportamenti a forte rischio di devianza sociale, segnali di un diffuso sentimento di malessere esistenziale, che comporta conseguenze a volte irreparabili, sia per coloro che commettono il danno che per coloro che lo subiscono. “I giovani non si sentono mai sufficientemente se stessi, mai sufficientemente colmi di identità, mai sufficientemente attivi se non quando superano se stessi, senza essere mai se stessi, ma solo una risposta ai modelli o alle performance che la televisione e internet a piene mani distribuiscono, con conseguente inaridimento della vita interiore, desertificazione della vita emozionale, insubordinazione alle norme sociali.” (Umberto Galimberti 2007). Il Bullismo Esposti alle pressioni di una società globalizzata che non permette più di ricondurre le azioni e gli atteggiamenti degli individui a modelli precostituiti ed a valori comuni e condivisi, che genera la perdita dell'orientamento e della guida di un modello culturale e valoriale forte, i più giovani, ma anche gli adulti con forme e modi diversi, sono costretti ad adeguarsi a nuovi ruoli e nuove identità troppo rapidamente e per breve tempo. Alcune caratteristiche del BULLISMO : - - - intenzionalità: il comportamento aggressivo, sia esso fisico, verbale o psicologico, viene messo in atto volontariamente e consapevolmente; sistematicità: il comportamento aggressivo si ha più volte e si ripete nel tempo; potere del bullo: il bullo ha maggior potere della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza o del genere sessuale. Il bullo, in alcuni casi, riesce ad esercitare il potere non solo perché è più grande e più forte, ma anche perché gli altri si alleano con lui per proteggere se stessi; vulnerabilità della vittima: la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente e di solito ha delle caratteristiche psicologiche o fisiche che la rendono più incline alla vittimizzazione; mancanza di sostegno: la vittima si sente isolata, spesso nasconde i soprusi perché teme le vendette e le ritorsioni. PAG. 5 IL BULLO I bulli sono persone, siano essi bambini, ragazzi o adulti che spesso hanno a loro volta problemi irrisolti e sofferenze importanti all'interno della famiglia o di tipo relazionale all'interno della scuola o della società. “Poco amore, poca cura, troppa libertà nell'infanzia sono condizioni che contribuiscono allo sviluppo di un modello comportamentale aggressivo”. Olweus Il basso coinvolgimento affettivo, lo scarso supporto genitoriale, l'inadeguata coesione familiare, l'eccessivo permissivismo sono fattori determinanti della formazione “educativa” del bullo che solitamente proviene da famiglie in cui vige uno stile autoritario e in cui si prediligono forme punitive di disciplina o, al contrario, abituali atteggiamenti di lasciar fare e di lassismo. Tuttavia, la formazione del bullo non è riferibile solo alla famiglia e ai suoi stili educativi, ma anche ad altre agenzie educative: la scuola, dove facilmente passa il messaggio che la prepotenza e la forza sono vincenti; la società con i suoi modelli di vita imposti attraverso la televisione, la pubblicità, internet… Egli ha un pensiero morale lontano da quello comune, compie atti di prepotenza verso un proprio pari sfruttando l'idea di essergli in qualche modo superiore: prepotenze che non sono occasionali, ma ripetute e che si configurano come una vera e propria persecuzione. Egli riceve piacere dal dominio e dall'esercizio dell'autorità, sente il pressante bisogno di potere, prova ostilità verso il mondo esterno, fa una valutazione positiva della violenza e del tornaconto personale (fama e prestigio), dell'esibizione di aggressività e dei vantaggi materiali derivanti dallo sfruttamento della vittima.Uno dei suoi luoghi privilegiati è la scuola (classe, corridoi, palestra, bagni…) dove il suo essere prevaricatore, espresso con la prepotenza, viene percepito come modello positivo e forte da osservare ed imitare anche per i compagni non aggressivi. Può darsi che talvolta sia stato o sia egli stesso la vittima in altri luoghi e contesti, oppure ha paura di diventare vittima e si mette al riparo compiendo atti di bullismo. Il Bullo Il bullo si porta appresso tutto un mondo di problemi emotivi irrisolti e nella relazione con gli altri nasconde debolezze e fragilità affettive dietro comportamenti di spavalderia e aggressività. INDICATORI DEL BULLO: - prende in giro ripetutamente e in modo pesante - rimprovera, intimidisce, minaccia, beffeggia - deride, insulta, canzona, urla - ha un forte bisogno di dominare - mette in ridicolo - prende a pugni, a calci, strattona - danneggia le cose che appartengono ad altri - si inquieta facilmente ed è poco tollerante - è oppositivo, insolente, aggressivo - emargina, diffonde pettegolezzi e storie offensive Oggi assistiamo al diffondersi di nuove forme di persecuzione e di prevaricazione: il bullismo psicologico o femminile e il cyber bullismo. PAG. 6 LA BULLA Definire le “bulle” dispettose o prepotenti è riduttivo: le donne ci mettono stile nei loro affari, anche nelle persecuzioni! Rispetto alla versione maschile rimangono alcune costanti legate ai ruoli (una vittima e uno o più carnefici), all'età (soprattutto adolescenti e preadolescenti) e al contesto (in genere la scuola). Tuttavia, il bullismo al femminile è diverso da quello maschile in quanto è un bullismo indiretto o psicologico, meno evidente e quindi più difficile da individuare, ma spesso più doloroso. È un bullismo che c'è, ma non si vede, di cui si sa, ma non si parla, che lascia intatto il corpo, ma intossica l'animo. Spinte, ceffoni e pugni sono out (esistono, ma in percentuale minore!). Il popolo femminile pratica un bullismo tutto particolare: più strategico, più tagliente ed incisivo. Le bulle si organizzano, pianificano, scelgono con cura la loro vittima. La prima cosa a ferire è la parola, nascosta in un sussurro, in un pettegolezzo, in un foglietto ripiegato, in un mezzo sorriso: immaginarla, per la vittima, può essere più doloroso che ascoltarla o leggerla. Fanno leva sulla parte psicologica della vittima: emarginano le compagne più deboli, le calunniano con dicerie, le taglieggiano, le ricattano, le isolano, le prendono in giro sul fisico, sul carattere, sul modo di vestire, le escludono imprigionandole in un cordone di silenzio, le fanno sentire invisibili. La Bulla Con femminilità compiono atti di sopraffazione odiosi (e spesso sottovalutati dagli insegnanti e dai genitori) nei confronti delle compagne più vulnerabili e più indifese. Esattamente come i bulli, anche le bulle soffrono di irrequietezza e di aggressività indifferenziata e vivono in uno stato di disimpegno morale senza provare alcun senso di colpa. Con le loro vittime innescano un circolo vizioso: le colpiscono e le feriscono credendo di essere nel giusto e spesso i loro bersagli si convincono di meritare davvero il trattamento che viene loro riservato. Una tortura psicologica, una forma di persecuzione che, se protratta, può avere conseguenze anche molto gravi: stress, esaurimento nervoso, disturbi alimentari e della concentrazione e anche forme di autolesionismo. PAG. 7 Il CYBER BULLO Il cyberbullismo o bullismo informatico si realizza tramite azioni moleste condotte con apparecchiature quali il telefono cellulare, la videocamera e il pc. La connessione e l'integrazione tra questi strumenti, la tecnologia digitale delle immagini e dell'audio e la versatilità del web 2.0 rendono più ampia la strumentazione con la quale realizzare le azioni di bullismo: e-mail, messaggeria istantanea, blog, chat,sms, mms, ecc.. Nonostante si presenti con modalità e strumenti diversi, anche questo è bullismo. Chiunque può esserne vittima e il cyber-bullo ha la possibilità di agire anonimamente. La mancanza di controllo da parte della vittima su ciò che il cyberbullo può fare on-line o con il cellulare (ad esempio foto o video “compromettenti”, ripresi per scherzo con il cellulare, possono essere spediti ad altri cellulari via MMS, o Bluetooth o caricati su Internet, e resi accessibili a tutti) genera rabbia e frustrazione ancora maggiore, in quanto gli effetti sembrano ineluttabili. Far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail e sms contenenti materiale offensivo può far molto più male di un pugno o un calcio! Tuttavia, non sono questi strumenti a determinare il fenomeno del bullismo e non è certo limitando o censurando il loro utilizzo che si può contrastare il fenomeno. Sarebbe come se per evitare le scritte sui muri si vietasse l'uso dei pennarelli! . Per questo motivo è importante informare i ragazzi di queste eventualità, e consigliare il comportamento più opportuno nel caso in cui ciò avvenga. Il Cyber Bullo L'aggressione informatica anche se è portata avanti da una persona o da un gruppo non si esaurisce tra questi, ma tramite la rete raggiunge il gruppo più ampio e ha così ripercussioni sia all'interno del gruppo classe, sia nella vita scolastica. PAG. 8 IL CYBER BULLO Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie: ! Anonimato del molestatore. In realtà, questo anonimato è illusorio, ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore. ! Difficile rintracciabilità. Se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria instantanea o chat, o in un forum on line privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi. ! Indebolimento degli scrupoli morali. Le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale. Cosa fare? E’ molto importante che i ragazzi non diffondano i propri o altrui dati personali con leggerezza; ciò che è messo on line è fuori controllo, a disposizione di chiunque per qualsiasi utilizzo. Questo concetto deve essere chiaro: quello che può sembrare solo uno scherzo innocente può avere conseguenze molto fastidiose e dolorose per sé e per altre persone. E’ importante non reagire alle provocazioni ricevute via SMS o MMS, con E-MAIL offensive o denigratorie, in CHAT o durante una partita ON LINE con altri utenti. Occorre invece adottare alcuni accorgimenti in grado di escludere o limitare l’azione di chi vuole provocare. Molti giochi, per esempio, consentono l’esclusione dal gioco di utenti indesiderati. È possibile salvare il testo della chat e inviare una segnalazione al moderatore, se la chat è moderata. È possibile segnalare gli abusi al provider di servizi o, nel caso l’abuso venga fatto attraverso il cellulare, la segnalazione può essere fatta al gestore di telefonia mobile. Nei casi più gravi, come minacce fisiche, è opportuno fare riferimento anche alle Forze dell’Ordine. Il Cyber Bullo ! Assenza di limiti spazio-temporali. Mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo. Molti genitori, soprattutto quelli che non hanno dimestichezza con il computer, sottovalutano i rischi che la Rete contiene, ma spetta comunque a loro il compito di esercitare forme di controllo continuato dei siti web visitati e frequentati dai figli. La stessa responsabilità è assegnata alla scuola che ha il dovere di proteggere i laboratori informatici con filtri e con password di accesso. Siete una di queste persone? Se lo siete o lo siete stati, sarebbe una buona idea parlarne con qualcuno, senza paura di essere giudicati, ma per cercare di capire cosa si può fare per alleviare la vostra rabbia e la vostra sofferenza, per uscire dalla confusione che vi perseguita e dare nuova vita ai vostri sentimenti e alle vostre passioni. Parlatene con qualcuno sempre! [email protected] PAG. 9 LA VITTIMA La vittima è caratterizzata da un temperamento passivo-remissivo, insicuro e silenzioso oppure iperattivo, inquieto, offensivo e provocatorio; lascia trapelare il suo disagio e tutta la sua vulnerabilità che diventano facile terreno per azioni di prepotenza, di prevaricazione e di violenza da parte del bullo. Colui che è chiamato in modo ripetitivo e canzonatorio, riceve insulti o minacce, prende calci e pugni, riceve soprannomi antipatici, è preso in giro, subisce la diffusione di voci maligne sul proprio conto, riceve spintoni, viene fisicamente molestato, è costretto a donare soldi o proprietà personali, è deriso per la propria religione, colore della pelle, sessualità o status sociale, è ignorato ed emarginato diventa una vittima segnata e ferita profondamente nell'anima, una condizione a volte irreversibile, che porta conseguenze nella sua sfera affettiva, emotiva, relazionale e comportamentale. Le vittime di bullismo si vergognano della propria debolezza, di non saper reagire, di essere il bersaglio preferito di quei ragazzi che tutti considerano dei leader e di essere "quel che sono": bambini cicciottelli o occhialuti che finiscono il più delle volte per attribuire alla propria condizione fisica la responsabilità di ciò che avviene, rivolgendo per questo verso se stessi la propria rabbia. Come dire: "sono diverso dagli altri ed è per questo che finisco vittima del bullo della scuola". Ciò che invece i ragazzi devono imparare è che non c'è nulla che non va in loro: il bullismo è un comportamento sbagliato "a prescindere". La Vittima La vittima diventa debole e fragile. Impaurita e preoccupata, si percepisce gradualmente incapace di svolgere i compiti quotidiani (scolastici o lavorativi), si convince di avere qualcosa di sbagliato e prova continui sensi di colpa; abbassa, di conseguenza, i livelli di autostima personale, sviluppa una opinione negativa di sé e si chiude sempre più in se stessa. Tende ad accettare tacitamente tutto ciò che gli viene imposto come una “condanna” a cui ogni giorno deve sottostare e sopravvivere, evita di lamentarsi con gli adulti, con gli amici per timore di ripercussioni peggiori da parte dei suoi “aguzzini”, nega sistematicamente di essere vittima per semplice vergogna: la reticenza diventa complicità e facilita la continuazione del dramma. A scuola, luogo privilegiato delle azioni del bullo, la vittima è mortificata e colpita nell'intimo, vive negativamente l'esperienza scolastica, consegue risultati scarsi nel profitto, manifesta demotivazione e disinteresse che portano a continue assenze fino a forme di rifiuto e abbandono scolastico. INDICATORI DELLA VITTIMA: - cambiamenti repentini nel comportamento e dell'umore: scatti nervosi, capricci, tristezze e malinconie - trovare scuse per non andare a scuola - richieste di essere accompagnati - frequenti pretese di denaro - difficoltà relazionali: mancanza di amici o scarsi contatti amicali, solitudine - difficoltà scolastiche - presenza di lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti - sonno agitato - enuresi notturna - indisponibilità, rifiuto di raccontare esperienze dolorose o frustranti - giochi violenti con giocattoli abituali e con i compagni - maltrattamenti di animali - bugie e menzogne - mistificazione di episodi e fatti reali PAG. 10 SUGGERIMENTI PER LA VITTIMA Cosa fare nel momento in cui si è vittima di Bullismo? Confidarsi con un amico . Parlare con un amico degli episodi spiacevoli e dolorosi che si stanno vivendo aiuta ad affrontare la situazione. Chiedere aiuto e supporto ad un adulto. Rivolgersi ad una persona di fiducia (genitore, amico, professore, psicologo, ecc... ) per avere un supporto nell’affrontare la situazione. Non rispondere alle provocazioni, allontanarsi. Far finta di niente, non reagire alle provocazioni, mantenere la calma e allontanarsi toglie al bullo il diver timento e il piacere di vedere la vittima umiliata. Essere decisi. Chiedere al bullo, con un tono che non ammette repliche, di smetterla e di rispettare i diritti altrui oppure chiedere un confronto /discussione per risolvere l’eventuale problema. Evitare l’isolamento. Il bullo provoca chi è solo. Star vicino ad adulti, amici, compagni è un deterrente. Cosa fare dopo essere stato vittima di Bullismo? Esprimere sempre lo stato d'animo. Tenere un diario su quello che sta accadendo, aiuta a ricordare meglio come sono andate le cose. Non isolarsi e non vergognarsi di ciò che accade. Bisogna reagire e chiedere aiuto. Parlare, confidarsi coi genitori, con gli amici, con un insegnante o con una persona di fiducia. Non si può sempre affrontare le cose da solo! Insieme si può risolvere il problema! Se si è a conoscenza o si sospetta che qualcun’altro subisce prepotenze è necessario parlarne subito con un adulto. Questo non significa fare la spia ma aiutare gli altri. Ognuno di noi potrebbe essere al suo posto e saremmo felici se qualcuno ci aiutasse. Parlane, parlane, parlane! Chiedi aiuto : la serenità e la felicità sono un diritto di tutti! Suggerimenti per la Vittima Non mostrare timore o tristezza. Far capire al bullo che non si ha paura, che si è intelligenti e spiritosi lo metterà in imbarazzo. [email protected] NOOOO!!!! NON VOGLIO ANDARE A SCUOLA! PAG. 11 I GENITORI Nonostante i quotidiani fatti di cronaca, il bullismo rimane ancora un fenomeno sconosciuto a molte famiglie. Ciò che la maggior parte dei genitori ignora non è tanto l'esistenza del problema sociale in sé, quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare da vicino il proprio figlio o la propria figlia. Poi, un giorno il fenomeno esplode tra le pareti delle loro case e scoprono che loro figlio è una vittima o un bullo: sconcerto, meraviglia, disorientamento sono gli stati d’animo che li assalgono. Avvertono una forte sensazione di impotenza ad agire, a prendere iniziative ... Hanno bisogno di essere informati, di ricevere indicazioni utili su come sostenere il figlio sia esso bullo, vittima o semplice spettatore di episodi di soprusi e prevaricazione. Hanno precise responsabilità educative. L'intervento della famiglia diviene determinante. I genitori devono imparare a comprendere il proprio figlio più di quanto egli sappia fare da solo, devono imparare a riconoscere i segnali di un eventuale disagio, devono fare tutto il possibile per evitare che rimanga vittima del fenomeno, ma anche per impedire che a trasformarsi in "bullo" possa essere un giorno proprio il loro “bambino”. ! essere consapevoli che i comportamenti genitoriali sono il principale modello di riferimento nella costruzione delle abilità sociali del bambino: prende esempio da ciò che vede in casa ! ampliare il tempo della relazione genitore-figlio ! parlare sempre con i figli: non interrompere mai la comunicazione ! ascoltare senza esprimere giudizi sui racconti, sulle idee e sui comportamenti del figlio ! comprendere, condividere le emozioni e i sentimenti del figlio e il suo punto di vista ! prestare molta attenzione alle sue paure ! aumentare la sua autostima ! Insegnargli a comunicare in modo sincero e ad esprimere la rabbia in modo costruttivo e con maturità ! incoraggiarlo a sviluppare le sue caratteristiche positive e le sue abilità ! cercare nel confronto modalità per avviare a soluzione il conflitto, giungere al superamento del disagio che il figlio sta vivendo ! analizzare le modalità individuate e adottate per valutarne l'efficacia ! intensificare il dialogo con gli operatori scolastici o gli adulti che ruotano intorno al figlio nei diversi contesti ! osservare con attenzione i vari segnali emotivi e comportamentali dei figli ! stimolarlo a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi ! Insegnargli a identificarsi con gli altri e capire le conseguenze di eventuali comportamenti ! conoscere e curare le relazioni amicali del figlio ! far vivere la presenza genitoriale non come figura di controllo ma come punto di riferimento sicuro senza la paura della punizione La Famiglia Strategie efficaci PAG. 12 SUGGERIMENTI PER I GENITORI Affrontate il problema! Se vostro figlio è (o pensate sia) vittima di bullismo la cosa peggiore da fare è reagire in modo spropositato e andare a scuola con sentimenti di rabbia e perdendo le staffe; invece, è utile parlarne con gli insegnanti e spiegare loro le vostre preoccupazioni . A volte nelle scuole secondarie gli insegnanti possono non essere coinvolti nelle attività extra-scolastiche dei ragazzi e pertanto possono non essere al corrente di eventuali situazioni di bullismo. Pertanto parlandone con loro si può agevolare il corpo scolastico nel capire eventuali problemi e generare possibili soluzioni. MA SIETE SICURI CHE PARLATE DI MIO FIGLIO? Suggerimenti per i Genitori Cosa fare se l'azione di bullismo continua? Scrivete una lettera di preoccupazione al dirigente scolastico spiegando che il problema non si è risolto e chiedete che la vostra lettera sia registrata nei documenti della scuola. Suggerite un limitato contatto tra vostro figlio e colui o coloro che effettuano azioni di bullismo e chiedetene il continuo monitoraggio. Le scuole hanno il dovere di assistervi. PAG. 13 GLI INSEGNANTI La scuola conosce il fenomeno del bullismo e le sue manifestazioni, sa di essere il luogo più idoneo per educare alla responsabilità individuale e sociale e per sviluppare il senso critico nell'alunno che gli permette di capire le conseguenze dei comportamenti a rischio; può scegliere modalità educative alternative alla punizione per contrastare con efficacia forme di violenza e prevaricazione e per superare situazioni conflittuali. Ma non sempre i docenti da soli riescono ad affrontare, o meglio a prevenire, il problema; hanno bisogno di operare in sinergia con altre istituzioni (famiglie, Associazioni di volontariato, Comune, ASL, Provincia, Regione…) per aiutare il ragazzo a crescere, a colloquiare con gli adulti e i genitori, a saper stare con i compagni, ad avere relazioni, a costruire una propria personale autonomia in un clima educante con progettualità mirate alla formazione di una cultura che dia priorità all' ideale universale di convivenza civile e democratica. Per rendere efficace e duraturo ogni tipo di azione o di prevenzione, è necessario, quindi, che gli insegnanti, gli educatori e le famiglie collaborino e offrano ai ragazzi modelli ed esempi positivi affinché questi possano essere acquisiti e diventare personale stile di vita. In quest'ottica far finta di niente, minimizzare o sottovalutare anche un piccolo gesto violento contrasta con il compito educativo affidato alla scuola e con le sue responsabilità così come l'assenza di azioni concrete contro le prevaricazioni incoraggia il bullo a mantenere i suoi atteggiamenti con la sicurezza di essere intoccabile. Gli insegnanti sono in grado, o possono attrezzarsi per esserlo, di individuare i segnali rivelatori del bullismo e di utilizzare strategie per intervenire precocemente finché permangono le condizioni per modificare gli atteggiamenti inadeguati. Da parte sua la Scuola, magari in collegamento con altre Istituzioni e/o Associazioni pubbliche o private, magari con “una dichiarazione di intenti che guidi l'azione, l'organizzazione al suo interno, l'esplicitazione di una serie di obiettivi concordati che diano agli alunni, al personale ed ai genitori un'indicazione ed una dimostrazione tangibile dell'impegno della scuola a fare qualcosa contro i comportamenti bullistici” (Sharp, Smith, 1995) , si deve impegnare a: § dedicare più tempo collegiale al problema § realizzare uno scambio reciproco e partecipato con le famiglie § conoscere quello che si sperimenta in altre scuole § diffondere le direttive ministeriali sulle politiche antibullismo § realizzare percorsi di mediazione scolastica § istituire al suo interno uno sportello pedagogico di ascolto § organizzare incontri-dibattito fra genitori, insegnanti e studenti § diffondere numeri telefonici, indirizzi, siti utili La Scuola e gli Insegnanti Non si tratta di trovare una soluzione definitiva al conflitto, ma cercare strategie di dialogo fra le parti ostili affinché queste possano comprendere le reciproche ragioni. L'asimmetria delle parti, vittima-bullo, costituisce la base su cui può operare l'insegnante per ri-costituire la relazione. E nello stesso tempo la vittima trova lo spazio per riacquistare la dignità infranta dal sopruso o dalla violenza subita, uscendo dal ruolo passivo e il bullo acquista la consapevolezza del danno causato, la percezione del dolore dell'altro. PAG. 14 SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI svolgimento di attività per la costruzione di un clima di classe positivo creazione di comunità classe che interagisce alla pari, insegnamento cooperativo ascolto attivo: assumere il punto di vista dell'altro, sintonizzarsi sul suo stato emotivo, fare spazio dentro di sé per accogliere l'altro (C. Rogers) reciprocità dell' accoglienza e dell'accettazione dell'altro scambio di esperienze, vissuti, emozioni alfabetizzazione emotiva attenzione alle paure e alle fragilità individuali attenzione al protagonismo nelle sue forme perché diventi un vantaggio per il gruppo e non fattore di tensione o di conflitto vigilanza attiva durante gli intervalli, la ricreazione, la mensa… osservazione diretta delle interazioni sociali negli spazi scolastici formazione sulle tecniche della Mediazione scolastica: una modalità di intervento educativo capace di sensibilizzare i ragazzi ad una gestione diversa del conflitto attraverso una migliore consapevolezza di se stessi e delle proprie emozioni e attraverso l'ascolto empatico dell'altro. Suggerimenti per Insegnanti riflessione sui processi di aggregazione per facilitare le relazioni positive attraverso il rispetto reciproco e di regole per stare insieme PAG. 15 IL BULLISMO E’ UN REATO! Nonostante non esista ancora una fattispecie legislativa per il bullismo, è ormai convinzione comune che trattasi di un reato e che le sue vittime hanno il diritto di essere tutelate e risarcite. Il bullismo è un fenomeno che in alcuni casi trascende in episodi di sopraffazione o di violenza che devono necessariamente sanzionati o condannati. VIOLAZIONI DELLA LEGGE CIVILE Se si subisce un danno ingiusto, volontario o anche non intenzionale, alla persona o alle cose (art. 2043 codice civile) si ha il diritto di chiedere il risarcimento del danno: bisogna rivolgersi ad un avvocato ed intraprendere una causa davanti al Tribunale civile. Chi paga? Se il Bullo è maggiorenne la responsabilità è solo sua. Se il Bullo è minorenne la colpa è sua, degli insegnanti (che hanno il dovere di vigilare sui ragazzi), dell'amministrazione scolastica (che ha il dovere di controllare che ci sia una vigilanza) e dei genitori ( che hanno il dovere di educare il ragazzo). L'art. 2046 c.c. pone una regola fondamentale per i casi di bullismo: chiunque è autore di un fatto lesivo risponde esclusivamente nei limiti in cui è in grado di comprendere la portata e il significato della propria condotta, purché lo stato di incapacità non derivi da sua colpa. Il Bullismo è un Reato Il danno può essere : a) MORALE : patire sofferenze fisiche o morali, turbamento dello stato d'animo della vittima, lacrime, dolori, patemi d'animo; b) BIOLOGICO: riguarda la salute, l'integrità fisica e psichica della persona tutelata dalla Costituzione Italiana (art. 32); c) ESISTENZIALE: danno alla persona, alla sua esistenza, alla qualità della vita, alla vita di relazione, alla riservatezza, alla reputazione, all'immagine, all'autodeterminazione sessuale. COLPEVOLE ! PAG. 16 IL BULLISMO E’ UN REATO! Consegue che anche il minore, se ritenuto capace di intendere e di volere, deve rispondere degli atti di bullismo, insieme ai genitori e alla scuola. Lo studente, con l'iscrizione ad una scuola, acquisisce il diritto a riceve un'adeguata, corretta e puntuale formazione e la scuola ha il preciso dovere di garantire tutto ciò, impedendo ed evitando che atti illegittimi o illeciti possano turbare il corretto esercizio di tale diritto. E' dunque la scuola a dover risarcire i danni cagionati dall'insegnante durante l'esercizio della sua professione all'interno dell'istituto e durante gli orari di lavoro. La vigilanza deve essere assicurata all'interno della scuola ma anche fuori dalla classe. Spetta alla direzione dell'istituto scolastico fare in modo che gli studenti siano adeguatamente seguiti e monitorati per tutto il tempo in cui si trovano all'interno dell'istituto stesso. VIOLAZIONI DELLA LEGGE PENALE Nei casi più gravi l’atto di bullismo può configurare un reato : ! ! ! ! ! percosse (art.581 codice penale) o lesioni, se lasciano tracce-conseguenze più o meno gravi (artt. 582 e ss cod. Pen.); danni alle cose, danneggiamento (art. 635 cod. Pen.); offese = ingiuria, se a tu per tu, o diffamazione, se di fronte ad altri (artt. 594 e 595 cod. pen. ); minacce = minaccia (art. 612 cod. Pen.); prese in giro = (eventuale) molestia o disturbo alle persone (art. 660 cod. pen.) In alcuni casi basta la denuncia a un organo di polizia o all'autorità giudiziaria (questura, carabinieri, procura della Repubblica, ecc.) per attivare un procedimento penale (p.es. lesioni gravi, minaccia grave, molestie); negli altri casi la denuncia deve contenere la richiesta che si proceda penalmente contro l'autore del reato (querela). Il processo penale può portare a: reclusione, pena pecuniaria o altre sanzioni ( quali lo svolgimento di attività socialmente utili). Il Bullismo è un Reato L'affidamento dei figli minori alla scuola e agli insegnanti non esclude la responsabilità dei genitori per il fatto illecito commesso dai loro figli. L'art. 2048, 10 comma, recita: "Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi". PAG. 17 IL CONCORSO Sbùllonati propone alle Scuole, agli Insegnanti, ai Genitori, agli Alunni, la partecipazione a un concorso di videomaking. La partecipazione è possibile (da febbraio a giugno 2011) solo come gruppo classe (referente un insegnante) o come gruppo amici (referente un educatore / un genitore/altro). I ragazzi, dopo aver preso visione di tutte le informazioni utili pubblicate sul sito WWW.SBULLONATI.ORG e contenute in questo opuscolo e dopo aver letto il regolamento con le modalità di partecipazione , sono invitati e stimolati a scendere “in prima linea” per contrastare ed arginare il fenomeno! Come? Si rinuncia alla scrittura in favore di un linguaggio più moderno, veloce e d'impatto: quello audiovisivo. Il gruppo è chiamato a realizzare un video-promo della durata di 30” nel quale esprimere la condanna verso il bullismo: in particolare, il video dovrà essere pensato come messaggio convincente per scoraggiare il triste fenomeno. Il linguaggio prescelto è a totale discrezione di ciascun gruppo creativo, escludendo ovviamente ogni messaggio o approccio che proponga – nei contenuti e negli stili – soluzioni gravemente discriminatorie. Il promo può essere realizzato con qualsiasi mezzo, dalle telecamere professionali ai semplici cellulari: per l’occasione, anche gli strumenti spesso identificati con la produzione di immagini priva di responsabilità (per esempio per le videoriprese da mobile pubblicate poi su portali web) si possono trasformare in autentiche macchine di comunicazione efficace e/o poetica. L’importante è che l’impostazione sia meditata e condivisa da tutto il gruppo; inoltre l’approccio dovrà essere il più possibile autonomo dai cliché consueti sul tema. Il Concorso Inviare al concorso il video-promo è davvero semplice! Basta collegarsi al sito www.sbullonati.org ed entrare nello spazio apposito: "VIDEOGALLERY". Ogni video-promo che partecipa al concorso deve inoltre essere accompagnato da una relazione che spieghi sia le ragioni delle scelte effettuate, sia tutti i passi ipotizzati per realizzare un’eventuale versione migliorata del prodotto (riassunto, scene, personaggi, ambientazione, area geografica, tecniche usate, punti di forza ecc.). Cosa aspettate? ISCRIVETEVI, PARTECIPATE E PROVATE A VINCERE !!! IL PREMIO? Il gruppo vincitore sarà premiato nel corso di una cerimonia ufficiale e avrà la possibilità di partecipare a un corso di formazione/produzione (3 mezze giornate con un regista professionista) e di realizzare un vero e proprio videoclip da 180” sul tema del bullismo che parteciperà ai festival di settore. PER MAGGIORI INFORMAZIONI TEL. 02.58305733 [email protected] PAG. 18 SERVIZI e NUMERI UTILI Chiedi aiuto : tu hai il diritto di essere felice! Parlane, parlane, parlane! Il Forum della Solidarietà offre un sostegno psicologico gratuito rivolto ai ragazzi, ai genitori ed agli insegnanti. 02. 58305733 [email protected] www.sbullonati.org - 800 669696 numero verde antibullismo - 112 Carabinieri - 113 Polizia di Stato - 114 Emergenza Infanzia - 117 Guardia di finanza - 19696 Telefono Azzurro (linea gratuita fino ai 14 anni) - 199 151515 Telefono Azzurro (linea istituzionale dai 14 anni in su e per gli adulti) Parlane, parlane, parlane! INFO e PRENOTAZIONI: E-MAIL : WEB: Parlane, parlane, parlane! FIDATI !