PROGETTO
SBULLONARE
IL BULLISMO
DEFINIZIONE
Il bullismo è un comportamento
che va al di la di un normale
scambio di violenze psicologiche
verbali o fisiche diventa
bullismo quando c’è
un’oppressione che si protrae nel tempo e tende a
trasformare in modo stabile l’oppresso in vittima e a far
trionfare la perversione del carnefice.
CARATTERISTICHE DEL
BULLISMO
Intenzionalità , metter in atto comportamenti aggressivi allo
scopo di offendere l’altro e arrecargli danno
Persistenza, ripetitività dei comportamenti di prepotenza
protratti nel tempo
Asimmetria del potere, relazione fondata sul disequilibrio e
sulla disuguaglianza di forza del bullo e della vittima
Tipologie diverse con cui si manifesta, di tipo fisico con
modalità verbali dirette (offese, minacce) e con modalità di
tipo psicologico ed indiretto (esclusione, diffamazione) o con
strumenti impersonali (internet)
Natura sociale del fenomeno, avviene normalmente alla
presenza di altri che possono assumere il ruolo di rinforzo del
comportamento o solo sostenere e legittimare l’operato del
bullo
DOVE AVVIENE?
-
41,3 % nell’ambiente scolastico
49,6 % in classe
4,9 % durante la strada per tornare a casa
23 % per le strade o in locali
All’interno della scuola gli episodi avvengono soprattutto
durante l’orario della ricreazione , nell'orario di mensa, e
nel tragitto casa scuola.
LE PRINCIPALI CAUSE
Disagio esistenziale
Sentimenti di ingiustizia
Bisogni di riconoscimento e
di leadership nel gruppo di pari
INTERVENTO
L’approccio dei bulli è provocatorio e ha lo scopo
consapevole o inconsapevole, di produrre una
forte pressione all’azione, cerca di farci spostare
da una posizione di ascolto e tolleranza ad una di
tipo aggressivo, violento, punitivo, che rinforza
dentro di loro il desiderio di vendetta, giustizia e
rivincita. Solo dopo che si è arrivati a capire il
vero motivo del loro soffrire si potrà dar loro
giustizia e insegnargli a spegnersi.
In questo contesto di intervento, gli approcci individuali meno efficaci
sembrano quelli di tipo punitivo e sanzionatorio, dal momento che
tendono a lasciare il bullo nella sua incapacità di trovare prospettive e
comportamenti diversi per affrontare con maggiore efficacia la vita
relazionale.
Tali sistemi di intervento possono persino peggiorare la situazione, dal
momento che una sospensione potrebbe, per diversi motivi, assumere
un valore di “rinforzo positivo” del comportamento sgradito.
La famiglia e la scuola, in questo contesto di interventi, vengono
addestrate ad evitare ed isolare i bulli, oltre che irrigidirsi di fronte ai
loro comportamenti negativi.
L’obiettivo, al contrario, deve essere quello di favorire nel bullo
l’emissione di comportamenti positivi da premiare, principalmente
attraverso i rinforzi sociali che lui ricerca con i suo comportamenti
negativi.
INTERVENTO SULLA VITTIMA
Per la vittima talvolta è utile un lavoro di supporto psicologico
centrato sullo sviluppo dell’assertività, ma anche sul
potenziamento della stima di sé, spesso logorata da continui
attacchi e dalle critiche subite.
INTERVENTO SUL BULLO
“training di alfabetizzazione socio-emotiva”, ossia percorsi
specifici mirati a migliorare le abilità deficitarie
dell’intelligenza emotiva e delle capacità socio-relazionali, con
particolare attenzione allo sviluppo della prosocialità.
INTERVENTO SULLA FAMIGLIA
“parent training” (Fedeli D., 2005), si conducono dei percorsi di
aiuto alla genitorialità, volti a fornire informazioni sui metodi
educativi più efficaci per inibire lo sviluppo di comportamenti
disadattivi nei propri figli.
CINQUE REGOLE
•
•
•
•
Non indietreggiare quando sei aggredito
Spostati di fianco
Stai a distanza di sicurezza
Non parlare in prima persona (non dire
“io…”
• Trasformare le offese del bullo in domande
aperte
Prepos nella scuola
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