LA COMUNICAZIONE
La teoria dei sistemi
«[. ..] un insieme di oggetti e delle
relazioni tra gli oggetti e tra i loro
attributi»
«[. ..] gli oggetti sono componenti o
parti del sistema, gli attributi sono le
proprietà degli oggetti e le relazioni
"tengono insieme il sistema"».
Watzlawick et al.
(1967)
I SISTEMI
SISTEMA CHIUSO
quel sistema che non ha
relazioni con l'ambiente, ne in
entrata, ne in uscita
SISTEMA APERTO
quel sistema che scambia con
l'ambiente materiale, energia,
informazione e che si modifica
sulla base di questi scambi.
ORGANISMI VIVENTI
il cui principio organizzatore è
costituito dall'informazione.
Totalità di un sistema
Per totalità di un sistema si intende
che ogni sua parte è in rapporto
tale con le altre parti che lo
costituiscono che qualsiasi
cambiamento di una provoca
cambiamento in tutte le altre e nel
sistema stesso.
 Un'informazione che vada dall'emittente al ricevente,
comporta una successiva informazione di ritorno
(feed-back) da quest'ultimo all'emittente
 Ogni informazione di ritorno può avere due effetti:
Negativo
fa raggiungere e
mantenere la stabilità
(omeostasi) del sistema
( dice no al cambiamento)
Positivo
provoca una perdita di
stabilita e di equilibrio nel
sistema, favorendo un
cambiamento.
Trasformazione e omeostasi costituiscono
due processi complementari necessari alla
vita del sistema.
Quando l'autoregolazione non funziona, si ha come
conseguenza:
il prevalere di processi
trasformativi che possono
portare alla dissoluzione
del sistema
un irrigidimento, una
sclerotizzazione del sistema,
che così perde flessibilità,
fornendo risposte ripetitive,
sempre meno efficaci e
coerenti.
Concetto di Equifinalità
Indica che in un sistema aperto, circolare,
autoregolantesi, i risultati, intesi come
modificazioni dopo un certo tempo, non
sono determinati tanto dalle condizioni
iniziali, quanto dalla natura del processo. In
altre parole, gli stessi risultati possono
avere origini diverse, contrariamente a
quanto accade per i sistemi chiusi in cui
sono le condizioni iniziali, di partenza, a
determinare i risultati; così come, viceversa,
risultati simili possono derivare da
premesse differenti
La comunicazione
Nel linguaggio corrente si utilizzano frasi, modi di dire
quali: «Fra quei genitori e il loro figlio non c' è
comunicazione» ; «Quella coppia non comunica»; «La
nostra équipe non funziona, si dovrebbe comunicare di
più!». Si dà per scontato che comunicare equivalga a
parlare e parlare di cose "intime", "profonde",
"impegnate".
La comunicazione è un atto molto
complesso
più
È impossibile non comunicare
Il fatto di non parlare, di ignorarsi
reciprocamente, di isolarsi, non indica "non
comunicazione" .
in “La matrice sociale della psichiatria” Ruesch (1951, p. 203)
afferma che «[. ..] ogni persona, pianta, animale, oggetto emette
dei segnali che, quando vengono percepiti, trasmettono un
messaggio a chi lo riceve, il messaggio muta l'informazione del
ricevente e può quindi modificare il suo comportamento».
Termini della comunicazione
 messaggio una singola unità di comunicazione;
 interazione una serie limitata di messaggi scambiati;
 modelli di interazione unità di comunicazione di livello
più elevato
La comunicazione
Bateson ( 1972 ) individua due aspetti
contemporaneamente presenti nella comunicazione
NOTIZIA
COMANDO
Quanto più una relazione è spontanea e sana, tanto più l'aspetto
relazionale recede sullo sfondo ed acquista importanza il
contenuto.
LA COMUNICAZIONE
La natura delle relazioni dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i
comunicanti:
 Tiene presente dei comportamenti di tutti i
comunicanti
 La punteggiatura organizza gli eventi ma non
sempre è condivisa dall'altro e per questi motivi si
trova spesso alla radice di numerosi conflitti di
relazione.
Comunicazione verbale e
analogica
Nella comunicazione umana ci sono due possibilità:
1. “nominare” una cosa attraverso la parola (e il
rapporto tra la parola e l'oggetto è una
convenzione)
2. esprimere la cosa in qualche modo che la
richiami, che le somigli.
Comunicazione verbale e
analogica
 L' attenzione alla comunicazione verbale si è
andata accrescendo con l'evolversi della specie, in
quanto ritenuta più adeguata a trasmettere notizie,
scambiare informazioni sugli oggetti e trasmettere
la conoscenza di epoca in epoca.
 Possiamo definire analogici: la posizione del corpo,
il ritmo, la cadenza della voce, ogni altra
espressione non verbale di cui l'organismo è
capace, come pure i segni di comunicazione
presenti nel contesto in cui la comunicazione ha
luogo.
LINGUAGGIO VERBALE E ANALOGICO
ANALOGICO
VERBALE

trasmette notizie

comunica contenuti

permette la trasmissione della civiltà

fondamentalmente arbitrario

consente menzogne

alto grado di complessità e di astra
zione (presenza di funtori logici,
quali: se, allora, o, non)




trasmette sentimenti e
relazioni (esprime quello che
le parole non sono in grado
di dire)
abbastanza naturale
è difficile mentire
basso grado di astrazione
(assenza di funtori logici, non
esiste modo per esprimere il
non)
TIPO DI RELAZIONE
complementare
le due persone si
trovano in una condizione di disuguaglianza
simmetrica
quando due persone si
comportano come se fossero in una
condizione paritaria
La comunicazione in relazione
al contesto
Lo schema proposto da Haley (1963)
IO
STO DICENDO
QUALCOSA
(emittente)
Messaggio comprendente
contenuto e relazione)
A TE
IN QUESTA
SITUAZIONE
(ricevente)
(contesto)
LA COMUNICAZIONE
Rispetto a una proposta di comunicazione si possono
individuare tre retroazioni possibili:
1. Rifiutarla apertamente :
Pone il problema di scontrarsi con le regole
sociali e, inoltre, non ottiene quanto si propone,
una tranquilla "non comunicazione". Il bloccare
infatti, bruscamente, un tentativo di
comunicazione provoca silenzi imbarazzanti
dovuti al riconoscimento di ciò che si voleva
evitare. Comunque avvenga, questo rifiuto sui
contenuti indica anche un rifiuto sulla relazione.
LA COMUNICAZIONE
2. Accettarla:
Anche l'accettazione della comunicazione, e da qui la
conferma della relazione, può creare alcuni problemi,
quando uno dei comunicanti vuole introdurre alcuni
"limiti" a una eventuale eccessiva intrusività dell'altro.
Porre dei limiti, dopo che si è accettata la
comunicazione, può incrinare la relazione, perché si
presenta la necessità di metacomunicare sulla relazione
stessa e sulle regole che si erano rispettate fino a quel
momento.
LA COMUNICAZIONE
3. Squalificarla:
Watzlawick et al. ( 1971, p. 68) definisce la
squalifica come il tentativo di invalidare le
proprie o altrui comunicazioni con modalità
del tipo «[. ..] contraddirsi, cambiare
argomento o sfiorarlo, dire frasi incoerenti o
incomplete, ricorrere a uno stile oscuro o
usare manierismi, fraintendere, dare
un'interpretazione letterale delle metafore e
un'interpretazione metaforica di osservazioni
letterali ecc.»
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