✔ Caratteristiche distintive del medium
✔ Palinsesto e formato
✔ “Testo” e “flusso”
La radio è:
 Una realtà tecnologica: la comunicazione via etere (ma
anche filodiffusione e web)
 Una forma di comunicazione: diffusione circolare di
messaggi sonori (da uno a molti, simultaneità, ascolto
domestico e in mobilità, non un testo ma una
programmazione)
 Una classe di oggetti: gli apparecchi di ricezione (il
medium radio, ma anche canali tv, lettori MP3, cellulari, I
pod, internet)
 Una programmazione sonora rivolta a un pubblico
indefinito”
Le caratteristiche distintive della
radio:
 Leggerezza (investimenti e personale ridotti,
immaterialità dell’etere, impegna un solo senso,
compatibile con altre attività)
 Vicinanza (voci note, tempo condiviso, linguaggio
informale e familiare, interattività)
 Fluidità (flusso continuo)
 Mobilità (accompagna l’ascoltatore ovunque)
 Sonorità (un mezzo fatto di suoni; un sound distintivo)
La radio è suono, nient’altro che
suono
R. Arnheim (1937) sulla “cecità” del mezzo:
• Alla radio non manca niente (il suono come
espressione di realtà)
• Nella radio tutto è già dato: nella parola, nei
suoni, nei rumori
• La qualità di un prodotto radiofonico: riuscire a
tradurre in espressione sonora ogni elemento
della “narrazione” (scelta e regolazione delle
voci; uso espressivo di suoni e rumori; pause e
silenzi).
La radio di palinsesto
 Tipica della radio delle origini e, in parte,
dell’attuale radio Rai.
 Basata sui programmi/testi, su offerta
diversificata per generi, su serie di appuntamenti
distribuiti nel corso della giornata e della
settimana.
 Palinsesto come sequenza di programmi
chiaramente identificabili.

organizzazione verticale della
La radio di formato (a)
 Tipica della radio privata commerciale, in
particolare nel corso degli anni ’90.
 Basata sul “flusso”: la ripetizione, a intervalli
orari definiti (rotation), di un modulo base di
programmazione (il clock); ogni modulo contiene
una determinata miscela di contenuti (jingles,
pubblicità, notiziario, musica, ecc.).
 Nel flusso, programmi, generi e contenuti diversi
tendono a “confondersi”.
organizzazione orizzontale della
programmazione
La radio di formato (b)
 Nella radio di formato, la programmazione si ripete a
intervalli regolari quotidiani (con piccole variazioni
per fascia oraria e tipo di pubblico).
 Il formato privilegia unità minime di contenuto.
Risponde meglio ad ascolto distratto, discontinuo, in
mobilità.
 L’identità del formato si basa su determinato
equilibrio musica/parlato, sul ritmo tra i vari segmenti
di contenuto, sulla scelta di uno specifico stile
musicale…: elementi di riconoscibilità per pubblici e
pubblicitari.
 Tipologia dei formati: informativi, musicali, basati su
Il concetto di flusso
Definizione di R. Williams (1982):
 L’offerta tv (e radio) non un testo o serie di testi, ma
successione inesauribile di contenuti diversi per
linguaggio e genere (parole, canzoni, pubblicità,
notizie, ecc.)..
 Il senso di ogni segmento di contenuto è definito (in
parte) dal contesto in cui è inserito.
 Concetto inerente non (tanto) l’intenzionalità
dell’offerta, bensì la percezione da parte del
pubblico.
Testo/programma vs flusso
 Testo “conchiuso”/flusso “aperto”: film, varietà,
canzone, ecc. sono delimitati da precisi confini;
flusso, quale sequenza ininterrotta e etereogenea di
segmenti, non ha inizio e fine definiti.
 Sequenza del testo rispondente a logica del
racconto o esposizione/sequenza del flusso legata a
fascia oraria e target.
 Identità stabile del testo/identità variabile di un dato
segmento del flusso in base a sua collocazione nella
sequenza (es.: canzone).
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Radio di palinsesto e radio di formato